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Autore: Eevaa    16/05/2020    12 recensioni
Ciò che ti lascio è un indirizzo. Solo questo.
12 Saint Patrick's street
Watford, Hertfordshire, GB.

Chiedi di Amélie Durant, ma non fare MAI il mio nome.
È una supplica, la mia.
Draco L. Malfoy
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Disclaimer: Questa storia non è scritta a scopo di lucro. 
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte del loro universo sono di proprietà di J.K.Rowling.
Le seguenti immagini non mi appartengono e sono utilizzate a puro scopo illustrativo
Nessun copyright si intende violato.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.

 

Premessa:
La seguente storia è una mini-long epistolare composta da cinque capitoli. 
Per lo stile della narrazione mi sono ispirata alla meravigliosa "Lettere da Azkaban" di Pally93. Per la trama, beh, credo che ogni amante delle Drarry sia rimasto colpito da "Secrets" di Vorabiza, io in primis. 
Vi consiglio entrambe queste opere splendide che mi hanno ispirata e mi sono rimaste nel cuore.

Piccola avvertenza:
Se state cercando una storia romantica, fluff o erotica, questa non è esattamente la lettura che fa per voi. Siccome non voglio far perdere tempo a nessuno, preferisco mettere in chiaro subito il fatto che qui dentro non troverete molti baci, rapporti intimi e grandi momenti di coppia. Le tematiche di questa storia saranno delicate - affidi, comunità per minori - e, qualora non foste interessati o siate particolarmente sensibili a questi argomenti, vi sconsiglio caldamente di proseguire. Non è mia intenzione ferire la sensibilità altrui o essere causa di frustrazione per qualcuno. 
Detto questo, la smetto di tediarvi :)
Buona lettura!

 



 
AMÉLIE
 


Parte I
 
 

10 luglio 1998

Potter.
Sì, Potter. Non ti ho mai chiamato per nome e sarebbe strano farlo solo ora.
Sei una persona perspicace a tal punto da capire chi io sia, oppure no? Non ho mai perso troppo tempo a conoscerti per davvero. Mi sono sempre limitato alle apparenze e all'appariscente cognome che porti.
Ti do giusto un piccolo indizio: sono quel codardo che hai tentato di scagionare al processo. Beh, congratulazioni! Ce l'hai fatta, almeno in parte. Un anno qui ad Azkaban è la più tiepida delle condanne, a giudicare da ciò che ho fatto. O meglio: ciò che non ho fatto.
Quel vecchio pazzo di Silente mi disse che ero un ragazzo che ha compiuto tutte le scelte sbagliate. Niente da ridire in merito. Ma, se ci rifletti un attimo, non è che ne avessi molte di scelte.
Vivere da cattivo oppure morire da martire. E io, come ben saprai, non sono Grifondoro.
Ora che però di scelte ne ho un'ampia gamma, mi ritrovo qui in questo buco umido e freddo a scrivere a te. Un grande smacco per uno come me. Tuttavia, se lo sto facendo, è perché ho un disperato bisogno di aiuto e non ho nessuno, neanche un'anima pia disposta a darmelo.
Complimenti, ti sei guadagnato un'altra volta l'occasione di fare l'eroe. Del resto è così che ti chiamano, vero? L'Eroe del Mondo Magico. Il Salvatore.
Sai che non te lo chiederei mai, vero, se non fossi alle strette? Immagina bene quanto mi costi domandarti aiuto e pietà – oltretutto che me ne hai già dati a sufficienza – ma, come ti ripeto, non ho più niente e nessuno, e questo favore vale molto di più della mia stessa vita. Molto più della dignità che sto appallottolando e gettando nel mare, proprio qui, fuori dalla mia cella.
Ritratta la mia pena se ti fa più comodo. Fa' in modo che io marcisca qua dentro ma, te ne prego, aiutami.
Ciò che ti lascio è un indirizzo. Solo questo.

12 Saint Patrick's street
Watford, Hertfordshire, GB.

Chiedi di Amélie Durant, ma non fare MAI il mio nome.
È una supplica, la mia.

Draco L. Malfoy
 


 

17 luglio 1998

Malfoy.
Mi auguro che tutto questo sia uno scherzo, perché per me è troppo difficile da credere e, soprattutto, da accettare. Non so se definirmi una persona perspicace, ma lo sono a sufficienza da saper fare due più due.
Amélie. Sul serio, Malfoy?
Ci ho messo sei giorni a decidere se seguire o no il mio "istinto da eroe" ma, ieri pomeriggio, ho deciso di compiere l'ennesima follia. Bada bene: non tanto per pietà o perché morissi dalla voglia di aiutarti, ma perché ero troppo curioso di capire cosa valesse più della vita stessa di un individuo che ha fatto di tutto – anche le scelte peggiori – per uscire vivo dalla Guerra.
Poi mi sono materializzato lì, davanti a quell'edificio diroccato tenuto nascosto dai Babbani. Non avevo idea di cosa fosse, almeno finché non sono entrato.
Ti lascio immaginare l'accoglienza che ho ricevuto senza aver nemmeno il tempo di aprire bocca. Decine e decine di bambini e bambine che acclamavano e plaudevano il Salvatore. Mi sono domandato per un attimo se non avessi sbagliato posto.
Poi è arrivata da me la signora Terrence, capelli grigi e occhiali quadrati, ringraziandomi calorosamente per presenza e domandandomi se fossi lì per una donazione al loro Centro per Minori Orfani di Guerra. Le ho detto di sì, ovviamente, anche se non avevo la più pallida idea del perché mi trovassi lì.
Oh, inutile dire che il mio caritatevole gesto è finito in prima pagina sul Profeta nel giro di quattro ore.
Dopo essermene stato impalato per un buon quarto d'ora con ondate di marmocchi che mi correvano intorno, il mio sguardo è stato catturato da qualcosa di insolito. Una bambina, la più piccola, tra le braccia di una delle tate. Una bimba biondissima con un codino a fontanella sopra la testa. Mi guardava storto, con quegli occhietti di ghiaccio timidi e la bocca corrucciata. Due occhi che avevo già visto da qualche parte, due occhi che erano soliti fissarmi per lungo tempo allo stesso identico modo.
Indeciso se svenire lì oppure andarmene di corsa, ho chiesto alla signora chi fosse quella bimba.
Amélie Durant. E chi, se no?
Ora che invece è notte fonda e sto tentando di scrivere questa stramaledetta lettera dall'imbrunire, non riesco a chiudere occhio. Come enunciato poche righe sopra, sono in grado di fare supposizioni. Ne ho fatte tante, troppe in queste ore.
Non credi che, dopotutto, io meriti qualcosa di più che un indirizzo e un nome?
Farò in modo che le nostre lettere non siano tracciate dal Ministero.

Harry J. Potter.
 


 

19 luglio 1998

Potter.
Alla fine ci sei andato per davvero! Dimmi, cosa ti spinge a seguire quello che un galeotto come me ti chiede? Non hai ancora imparato a portar rancore come si deve?
Non che mi vada male, naturalmente.
Ho aspettato la tua risposta per giorni, certo di ricevere un "va' al diavolo" a caratteri cubitali. E invece hai seguito le mie istruzioni. Sbalorditivo!
Amélie, sì. Sono certo che tu abbia già capito molte più cose di quelle che vuoi far credere, sul suo conto.
La tua curiosità non mi rende affatto perplesso, ma vorrei chiederti il favore di mantenere assoluta segretezza riguardo alla questione. Lo so che non vedrai l'ora di riunirti al Trio delle Meraviglie a fare congetture, ma vorrei davvero che ciò che sto per dirti non diventasse di dominio pubblico. E, visto che oramai la mia dignità è scivolata tra le braccia del Mare del Nord con la scorsa lettera, ci aggiungo anche un bel per favore.
Amélie è nata l'undici dello scorso agosto. Compirà un anno tra meno di un mese. Sua madre si chiamava Eloise Durant ed è stata uccisa da un Auror durante la battaglia di Hogwarts.
Eloise era una Mangiamorte così come suo padre, che attualmente è prigioniero qui ad Azkaban. Verrà giustiziato il prossimo tre di settembre assieme a mio padre, tramite Bacio del Dissennatore.
Ma, tornando ad Amélie, non credo ti sia così difficile immaginare chi sia il suo, di padre.
Per me lo è stato, difficile. Di tutto avrei desiderato nella vita, meno che una figlia. Men che meno durante la Guerra.
Ti domanderai perché è nata, e anche perché non porta il mio cognome.
La risposte sono tutt'altro che semplici da dare, Potter. Questa storia non ha nulla di semplice, ma oramai non ho proprio niente da perdere. Ho già perso ogni cosa.
Il sesto anno di scuola è stato per me un anno complesso. Avevo un arduo compito da svolgere, un pesante Marchio tatuato sul braccio e il prestigio della mia famiglia da riportare in auge. Non un semplice affare, non dopo le voci di corridoio che giravano sul mio conto alla fine del quinto anno, riguardanti la mia sessualità. Oh sì, Potter, era tutto vero.
Per il grande casato Malfoy – specialmente in un periodo di Guerra e con una congregazione di Mangiamorte fissa in casa – sarebbe stata un'onta troppo grande quella di avere un erede omosessuale.
Mio padre, per smacchiare le mie colpe e smorzare le suddette voci, mi ha dato un bel lavoretto da fare. Come se non fosse già abbastanza il compito di uccidere Silente! Ad ogni modo, mi ha incaricato di avere rapporti con delle donne, molte donne. Di alcune non ricordo nemmeno il nome. Alcune me le ha procurate lui, altre avrei dovuto scegliermele da solo.
Ma a sedici anni cosa vuoi capirne di incantesimi di protezione? Durante le vacanze di Natale del sesto anno qualcosa è andato storto, ed Eloise è rimasta incinta.
Eloise aveva venticinque anni ed era figlia di un borghesotto francese trapiantato in Inghilterra a inizio anni novanta. Si diceva che sua madre fosse una prostituta, ma non è sopravvissuta alla Prima Guerra per poter smentire. Non una famiglia di prestigio, tutt'altro! Mio padre ha pagato una cospicua somma in denaro alla famiglia Durant per fare in modo che Amélie non portasse il mio cognome, una volta nata. I Durant hanno accettato senza troppe riserve e, dopo mesi di sotterfugi e manipolazioni, Amélie è venuta prematuramente al mondo senza essere riconosciuta.
Mia madre non è tutt'ora al corrente della sua esistenza. Mio padre mi ha vietato di parlarne ad anima vita e, soprattutto, mi ha vietato di vedere la bambina. Ma sai com'è, Potter? A volte l'istinto è più forte del raziocinio, tu dovresti saperlo bene.
Sono andato di nascosto da Eloise una volta rientrata a casa dal San Mungo. Amélie è nata prematura di un mese e ha rischiato di non farcela, così mi ha detto sua madre. Eloise non ce l'aveva con me, in fin dei conti. Grazie alla donazione di mio padre i Durant erano diventati ricchi, poteva permettersi una tata per crescere la bambina senza troppe rotture di scatole. Eloise era una donna bella e altrettanto odiosa, con due grandi occhi azzurri, una spruzzata di lentiggini e i capelli corvini. Mi ha permesso di vedere la bambina almeno una volta – per quanto gliene importasse.
E l'ho vista. È stato un colpo al cuore: mi somigliava più di quanto avessi immaginato! Non pensavo nemmeno che i bimbi appena nati potessero essere così minuscoli. L'avrei potuta tenere tra due mani soltanto, ma non sono riuscito a prenderla. Mi ha solo stretto il dito indice, forte come non mi sarei aspettato, poi sono andato via.
Non ho più rivisto Amélie da quel giorno. Ho scelto io di non farlo, nemmeno di nascosto.
Dal momento in cui ho incrociato il suo sguardo mi sono ripromesso di non rovinarle la vita; ero troppo, troppo compromesso. Anche i Durant erano Mangiamorte, ma non erano così strettamente collegati a Tu-Sai-Chi come lo eravamo noi Malfoy.
Ho deciso quel giorno stesso che il Signore Oscuro non avrebbe mai, mai messo le mani su mia figlia. Non gli avrei dato modo di farlo, egli aveva già messo sotto torchio tutta la mia famiglia e no, mai avrei permesso che anche Amélie ci andasse di mezzo.
La Guerra però ha fatto la sua parte: Eloise è morta durante la battaglia e il signor Durant ha lasciato la bambina di fronte al Centro il giorno prima di fuggire in latitanza. È stato catturato i primi di luglio e, una volta giunto qui, ha trovato il modo di farmi sapere dove fosse Amélie.
Che si ritrovasse orfana non era esattamente il destino che avrei sperato per lei ma, forse, è stato addirittura meglio così. Almeno non crescerà con gli ideali dei Mangiamorte.
Sono giovane, troppo giovane per capire cosa voglia dire essere padre. Mi ci sono ritrovato e basta, ma so di per certo che c'è qualcosa in me che mi porta a volerla proteggere. Anche a costo di mettere in gioco tutta la mia dignità, tutta la mia vita.
Ho già dichiarato di essere pentito di fronte alla corte del Wizengamot, tu c'eri. Ma questa è la mia vera confessione. La mia testimonianza.
Credo di averti detto tutto.

Nella speranza che questa cosa rimanga tra noi,
Draco L. Malfoy

 


 

21 luglio 1998

Malfoy,
ci ho messo altri due giorni a elaborare quanto da te scritto, e tutt'ora non credo di avere le parole giuste. No, non ne ho affatto.
Ho riletto la tua lettera almeno venti volte, ma non riesco a capacitarmi che ne sia veramente tu l'autore. Perdona la franchezza, ma mai mi sarei aspettato da parte tua una tale sensibilità.
Forse avrei dovuto capirlo, capirti prima, andare più a fondo attraverso quella corazza da perfido bastardo viziato che sei stato con me, con noi, durante tutti gli anni della scuola. Avrei dovuto capirlo dalle tue lacrime nel bagno di Mirtilla Malcontenta, dal fatto che tu avessi abbassato la bacchetta prima che Piton uccidesse Silente. Ma puoi davvero biasimarmi per non averti capito?
Credo che tu sia cosciente di come tu ti sia comportato, a scuola.
E no, non porto rancore nei tuoi confronti, solo mi è ancora un po' difficile rapportarmi a te in un modo diverso. Non ci siamo mai rivolti la parola se non per insultarci per sei anni, e invece negli ultimi mesi ci siamo salvati la vita a vicenda almeno due volte a testa. E ora... e ora questa lettera.
Puoi stare tranquillo riguardo alla segretezza. Anche se questa sarebbe solo la regina riconferma del fatto che io abbia agito in modo giusto nei tuoi confronti - a dispetto di tutte le polemiche dei miei amici e non solo - quando ho testimoniato a tuo favore al processo.
Amélie. Non me lo sarei mai aspettato. Sei padre, e la cosa ha dell'incredibile. Ha dall'incredibile ogni parola da te scritta, a dire il vero.
La verità è che non solo mi hai colto di sorpresa ma, non posso fare a meno di dirtelo, il tuo racconto mi ha toccato profondamente. Sarà la mia sindrome dell'eroe?
Sono davvero stupito di aver letto di un Draco Malfoy diverso, di avere scoperto una parte di te che nemmeno credevo esistesse.
Ma, del resto, durante questa Guerra ho capito di essermi sbagliato sul conto di troppe, troppe persone. Severus primo tra tutti. Ho imparato a rivalutare, a riflettere.
C'è una cosa che però ancora non capisco: nella tua prima lettera hai parlato esplicitamente di un favore, di avere bisogno di aiuto. Ciò che non mi è chiaro è quello che tu vuoi che io faccia, a questo punto.
Dubito che una cospicua donazione al Centro fosse l'unico obiettivo nei tuoi programmi.

Nella speranza che tu stia bene,
Harry J. Potter

 


 

23 luglio 1998

Potter. Oh, Potter.
Non credevo davvero che tu potessi essere tanto folle da credere alle mie parole, ma sono grato che tu l'abbia fatto. Te lo devo proprio dire: nessuno si sognerebbe mai di credermi, qua dentro. Nessuno si sognerebbe di ascoltarmi. Ho ricevuto la tua lettera cinque giorni fa, ma le guardie non mi hanno dato carta e piuma per risponderti. Non ci trattano esattamente bene qui ma, beh, credo di meritarmelo.
Dalle voci che ho sentito, mio padre e altri famigerati Mangiamorte sono stati picchiati a sangue negli scorsi giorni. Di mia madre non ho notizie, so solo che si trova al piano sopra al mio, quello degli ergastolani.
A me, a dirla tutta, va anche di lusso. Mi trovo al piano più basso, quello delle reclusioni per crimini minori.
Ci danno da mangiare una volta al giorno e una tinozza di acqua – non sempre calda – per lavarci. Noi non siamo ammanettati per gambe e braccia, ma non possiamo comunque muoverci dalla nostra cella. Fa freddo, forse anche per via dei Dissennatori che pattugliano i piani più alti. Qui non ne risentiamo troppo. Le grida, però, mi tengono sveglio la notte.
Non so neanche perché ti sto scrivendo queste cose. Forse perché sono solo come un cane e oramai mi sono messo a nudo. Con il mio più acerrimo rivale scolastico. Che grande smacco, per uno come me!
Ma hai fatto una domanda intelligente, una volta tanto nella vita. Perché ti ho scritto? Perché ti ho chiesto aiuto?
La risposta è semplice da scrivere, ma non altrettanto semplice da formulare: vorrei che Amélie trovasse una famiglia.
Vorrei che qualcuno se ne occupasse, qualcuno che sia affidabile. Vorrei che crescesse in un luogo diverso da quello in cui sono cresciuto io.
Vorrei che il suo futuro fosse sereno e, dannazione, tu sei l'Eroe del Mondo Magico! La tua parola dovrà pur valere qualcosa e sono pronto a scommettere che potresti tirarla fuori da quel Centro in quattro e quattr'otto. Non voglio che stia lì in orfanotrofio per tutta la sua infanzia!
Io non farò parte della sua vita e tra un anno, quando uscirò di qui, non mi sognerò certo di strapparla via dalle braccia di qualcuno. Non vivrebbe bene con uno come me, non sono la persona giusta per darle un futuro.
Quello che ti sto chiedendo, Potter, so che è molto. Ma vorrei davvero che tu trovassi ad Amélie il posto giusto in cui crescere. Una famiglia normale. A tua scelta.
Non so davvero a chi altro chiedere e, sai quanto mi costa dirlo, sei l'unico del quale mi possa fidare.

Draco L. Malfoy, patetico ex Mangiamorte
 


 

25 luglio 1998

Malfoy.
Sei tutt'altro che patetico, lasciatelo dire. Eri molto più patetico prima, quando fingevi di essere uno schifo di persona.
Sono inorridito, invece, dai tuoi racconti di Azkaban. Parlerò io stesso con Shalcklebolt in modo da poter garantire ai prigionieri un minimo di diritti umani. Ti farò presto avere anche notizie di tua madre. Come già ben saprai ho molte conoscenze e il coltello dalla parte del manico. Ah, i vantaggi di essere il Salvatore iniziano a farsi sentire, e ho intenzione di sfruttarli per qualcosa di concreto, non solo per queste patetiche interviste che devo tenere un giorno sì e l'altro pure.
Per quanto riguarda la tua richiesta... non sono sicuro di essere all'altezza di questo compito, ma sono molto onorato che tu me l'abbia chiesto.
Non conosco molte persone che si prenderebbero cura di Amélie, al momento. Stiamo cercando tutti di risollevarci dalla Guerra. E, se proprio devo essere onesto, non sono sicuro che sia la cosa giusta da fare. Hai ragione quando dici che con te il futuro di tua figlia sarebbe incerto, ma è tua figlia. E stai dimostrando di averla a cuore più di qualsiasi altro. Stai dimostrando di essere cambiato, non credi che sia il caso di darti una possibilità? Vorrei che ci riflettessi su, prima di prendere decisioni avventate riguardanti l'affido di Amélie.

Harry J. Potter
 


 

27 luglio 1998

Potter,
dannazione. E io che pensavo che fossi affidabile! Forse ho sbagliato tutto nel chiedertelo. Secondo te sarei IO il modello di persona giusta per crescerla?! Ma dove diamine hai la testa?!
Invito te a riflettere, prima di scrivere certe cazzate.

Draco L. Malfoy.
 

29 luglio 1998

Potter.
Non ti chiederò scusa, anche se sono consapevole di aver reagito in modo fin troppo acceso alla tua lettera. Non so se l'hai notato, ma la mia tendenza a chiudermi a riccio e mostrare gli aculei mi perseguita già da parecchi anni.
Tenterò di spiegarmi in modo più pacato: io non voglio rovinarle la vita. Non ho mai voluto farlo, l'ho tenuta lontano da Tu-Sai-Chi per quasi un anno per lo stesso motivo.
La voglio tenere al sicuro, lontano dai guai. Come credi che possa essere al sicuro con me? Con un ex Mangiamorte? Hai la minima idea di cosa mi aspetterà una volta uscito da qui? Perché io no, ma sono certo che le persecuzioni nei miei confronti saranno dure, e non voglio che tutto ciò ricada su Amélie. Voglio proteggerla.
Spero che il mio punto di vista ti sia più chiaro.

Draco L. Malfoy

P.s. Forse puoi anche considerarla una lettera di "scuse", se ti fa più comodo.
 


 

30 luglio 1998

Malfoy,
chissà come, avevo come un vago presentimento che tu mi rispondessi in quel modo. E, tu pensa, stavo impugnando pergamena e piuma per risponderti quando un gufo mi ha consegnato la tua seconda lettera. Non hai bisogno di scusarti, anche se terrò questo secondo scritto come monito per ricattarti. Si fa per scherzare, ovviamente. Non so come siate messi voi Serpeverde a senso dell'umorismo.
Non ti ho risposto prima perché mi sono preso davvero qualche giorno di tempo per pensare. E per tornare al Centro.
Già, ci sono tornato. Stamattina. Avevo bisogno di conoscere Amélie. La prima volta che l'ho vista, come sai, sono fuggito.
Ci ho riflettuto a lungo, tuttavia non sono proprio riuscito a non seguire il mio istinto ancora una volta.
La signora Terrence era sorpresa di vedermi ancora lì, ma ho preso la palla al balzo per finanziare nuovamente il Centro e informarmi meglio su come esso sia organizzato. Ho finto che fosse una specie di indagine Ministeriale, a dirla tutta. Non so se ne sei al corrente, ma sto svolgendo alcuni lavori per il Ministero e la direttrice Terrence ci ha creduto senza bisogno di mandati. Sempre perché sono Harry Potter, ovvio.
Oltre ad Amélie ci sono tanti bimbi orfani di Guerra. Alcuni anche abbastanza grandi per capire gli accadimenti e, purtroppo per questo, non sono sereni. Hanno subito un grosso trauma e li stanno dando in affido per corsie preferenziali. Il Centro è ben fornito, i maghi educatori ed educatrici sono tutti specializzati e competenti, c'è molto supporto psicologico sia per gli ospiti che per le famiglie affidatarie. Non sono molte, purtroppo: la Società Magica è troppo impegnata a ricostruire ciò che è andato distrutto dalla Guerra. Sono morti in tanti. Molte famiglie sono state spezzate e non è proprio il periodo più roseo per avere bambini.
Dopo aver passato mezz'ora tra le grinfie e le scartoffie della Terrence, sono riuscito a far visita al Centro. E finalmente ho conosciuto Amélie. Era tutta intenta a sbrodolarsi addosso una pera.
Devo proprio confessartelo: è una bimba adorabile. Proprio non capisco da chi abbia preso (si fa sempre per scherzare). Mi sono informato sul suo stato di salute, fingendo interesse solo perché è la più piccina.
Ancora non cammina, dicono che è presto, specialmente perché è nata prematura. Ma dal punto di vista sanitario è a posto, si ammala poco spesso e rientra nei percentili di peso e altezza. Non sapendo cosa fossero i percentili, ho chiesto. E non l'ho capito, ma penso che siano dei parametri.
Non ho potuto scattare delle fotografie ma posso garantirti che sì, ti somiglia davvero tanto. Specialmente nel suo modo di corrucciarsi. All'inizio mi ha guardato male almeno quanto facevi tu nei corridoi, ma la sua educatrice di riferimento mi ha confermato che è solo una facciata. Altro punto in comune con qualcuno di mia conoscenza, suppongo.
Sono rimasto lì con lei e altri bambini molto piccoli per mezz'ora e, devo fare un'altra confessione, per me è un mondo assai sconosciuto. Sono andato a trovare tuo cugino Teddy - che ha qualche mese in meno di Amélie - da tua zia Andromeda, ma i miei contatti con i bambini così piccoli finiscono qui.
Tuttavia Amélie mi ha dispensato di un gran sorriso a due denti, prima di andarmene. Sono sicuro che non farà fatica a farsi amare.
Ci tenevo a raccontartelo.

Harry J. Potter
 


 

31 luglio 1998

Potter,
sono sorpreso. E un poco sollevato, se proprio te lo devo dire. Sollevato che Amélie si trovi bene al Centro, che non sia una di quelle comunità per pezzenti gestite da vecchie Streghe o Magonò dal facile Incantesimo Bacchettone.
Mi rincuora sapere che Amélie stia bene, che stia crescendo. Forse credo che sia un bene, per me, non poterla vedere nemmeno in foto.
Magari tu mi credi tonto, ma non faccio mica Weasley di cognome (come dici tu si fa per scherzare, no?). Stai forse tentando di descrivere mia figlia in modo così accurato per farmi venire strane idee? Perché non ci riuscirai. Non cambierò mai idea sul suo destino. Forse le avrò dato la vita, ma non farò mai parte di essa.
Spero che ti sia ben chiaro.
Da quanto ho capito la questione dell'affido non sarà immediata, dato che alcuni bambini sono in via preferenziale. Lo capisco. La mia richiesta di aiuto rimane valida, nel caso tu trovassi qualcuno di veramente adatto e affidabile. Ti chiedo solo di tenermi informato qualora si smuovesse qualcosa e, se ci fosse una famiglia affidataria, di monitorare la situazione. Sentiti libero di utilizzare le "Carte Eroe" a tuo piacimento.
Te ne sarei davvero grato.

A risentirci,
Draco L. Malfoy

P.s. Buon compleanno.
 


 

5 agosto 1998

Malfoy,
perdona il mio ritardo nel risponderti, ma sono stato parecchio occupato. Ho trascorso il mio diciottesimo compleanno in giro per le lande inglesi in missione. A proposito: grazie per gli auguri. Non sapevo nemmeno che tu sapessi quando fosse, il mio compleanno.
Io e alcuni ex studenti di Hogwarts stiamo aiutando gli Auror nella cattura dei Mangiamorte latitanti e non è stata una settimana semplice. Forse te ne sarai accorto, stiamo spedendo persone ad Azkaban per direttissima. L'ultima famiglia è stata quella di Theodore Nott. Theodore, se ti può interessare, è agli arresti domiciliari in attesa di processo. Non risulta attivamente coinvolto, a differenza di sua madre e suo padre.
Qualche settimana fa ti avevo promesso che mi sarei informato sulle condizioni di tua madre e sulla sua posizione. Lei sta bene e avrà diritto a un altro processo tra un anno. Se tutto andasse come mi auspico, potrebbe vedersi ridotta la pena. Punto a quindici anni di reclusione che, in confronto all'ergastolo, non sono mica da buttare via. Come già ben saprai è anche merito suo se l'Eroe del Mondo Magico è ancora in vita (ah, mi piace la questione della "Carta Eroe").
Ieri in tarda serata sono riuscito a passare dal Centro con la scusa di dover controllare che i miei finanziamenti fossero stati spesi bene. In effetti hanno procurato dei nuovi arredi più resistenti e comodi, e hanno assunto un Guaritore specializzato in pediatria. Gli ospiti al momento sono trentasette e, non so se ne sei al corrente, ma i bambini si ammalano spesso.
Amélie però sta bene. Credo mi abbia riconosciuto: ha voluto offrirmi un po' della sua pappetta spiaccicandomela direttamente sul mantello. Ha riso davvero tanto. Forse è prerogativa dei Malfoy quella di prendermi in giro.
Mi farò sentire presto.

Harry J. Potter
 


 

6 agosto 1998

Potter.
Continui a sorprendermi. Non so davvero cosa potrei scriverti a questo punto. Grazie? Non sono mai stato bravo a dirlo. Ma scrivere è di gran lunga più semplice! Almeno non puoi notare di quanti colori diversi sono diventate le mie guance, in questo momento.
Sono felice di apprendere che mia madre potrà avere un'altra possibilità. Non mi aspetto che sia lo stesso per mio padre, in fin dei conti ha fatto del male a davvero troppe, troppe persone. Posso mettermici dentro anche io, in queste troppe persone?
Mancano ventotto giorni alla sua esecuzione. Come dovrei reagire?
Meglio concentrarmi su altro. Ad esempio che sono molto fiero di Amélie e delle sue marachelle nei tuoi riguardi.
Qui ad Azkaban c'è un sovraffollamento delle celle, soprattutto ai piani superiori. Credo che presto accorperanno noi "individui non pericolosi" per far spazio. Spero che non mi accorpino con qualcuno di troppo petulante, o potrei finire ai piani alti di conseguenza.
Hai detto che ti farai sentire presto. Mi domando proprio il perché.

Draco L. Malfoy
 


 

10 agosto 1998

Malfoy,
la tua lettera datata sei agosto mi è giunta stamattina. Il Ministero ha avuto problemi con i gufi, ma ho controllato e le tue parole non sono finite in mani sbagliate.
È strano leggere di tuo padre. Lo odiavo e probabilmente lo odio ancora per quello che ha fatto. Forse lo odio ancor di più da quando ho saputo quello che ti ha fatto passare. Non mi è piaciuto per niente leggere di come ti ha trattato per via dei tuoi gusti sessuali.
Ma, malgrado ciò, è pur sempre tuo padre. Non so proprio cosa scriverti, sai? Mi trovo in difficoltà.
Non sono mai stato troppo in grado di confortare gli amici, figuriamoci i... cosa saresti tu? Nemico? Direi di no. Rivale potrebbe andare, ma credo che sia un termine da rivedere. Se trovi definizioni più appropriate per questa cosa, tanto meglio.
Domani sarà il compleanno di Amélie, credo proprio che andrò a trovarla. Devo solo accampare qualche scusa per recarmi al Centro. Le porterò i tuoi auguri, di nascosto.

Harry J. Potter
 

11 agosto 1998

Malfoy,
lo so che forse non hai ancora ricevuto la mia precedente lettera, ma ci tenevo ad informarti che ieri sono stato al Centro e ho fatto una nuova donazione.
Questa settimana tre bambini hanno trovato la loro famiglia affidataria. Gli assistenti sociali sembrano molto attenti a dove vengono mandati, c'è una Traccia molto potente sulle famiglie e controlli stretti. Credo staranno bene.
Oggi gli educatori hanno organizzato una festicciola per il primo compleanno di Amélie. C'erano tante bolle di sapone, palloncini, caramelle, qualche articolo per bambini dei Tiri Vispi Weasley.
I maghi e le streghe operatori del Centro hanno fatto tante magie, hanno trasfigurato oggetti, le hanno regalato dei vestitini nuovi. Gli altri bambini sono sempre molto gentili con lei, e molto protettivi. Il fatto di essere la più piccolina le fa guadagnare qualche vizietto in più.
L'ho vista tirarsi in piedi su una sedia e muovere qualche passo aggrappata a essa. Aveva un taglietto sul mento, ogni tanto prova a lasciarsi andare ma casca per terra. Cose che capitano.
Sembrava tutta contenta, canticchiava e gorgogliava cose che non avevano alcun senso, ma gli educatori le chiamano "lallazioni intenzionali", tipiche della sua età.
Hermione (la Granger) è venuta a sapere che sono assiduo donatore del Centro, mi ha fatto qualche domanda a riguardo. Ho mantenuto il segreto.

Harry J. Potter
 

20 agosto 1998

Malfoy.
Non ho più avuto tue notizie. Stai bene?

Harry J.Potter




 
Continua...
 
ANGOLO AUTRICE:
Ehm ehm... sorpresa?!
Ancora non ho pubblicato l'epilogo di "Come una fenice" e sono già qui in pole position con un'altra mini-long. Sindrome dell'abbandono? Forse. 
Questa storia nasce come un esperimento, il mio primissimo esperimento epistolare! Non sono abituata per niente a scrivere in prima persona, e mi sembrava il modo giusto per intraprendere questo nuovo percorso.
Ora più che mai che siamo stati abituati a stare chiusi in casa, possiamo un poco immedesimarci nel povero Draco Malfoy, costretto alla distanza dal resto del mondo.
Come mio solito, tratterò di temi davvero delicati. Il mio lavoro di educatrice mi porta a voler affrontare queste tematiche, proprio non riesco a staccarmi :)
Mi auguro davvero che possa piacervi. Saranno cinque capitoli tutti, più o meno, di questa lunghezza.
A parte il caso straordinario di oggi, aggiornerò - come al solito - ogni domenica. 
Vi abbraccio a distanza uno per uno! 
E, beh... vi aspetto domani con il grande epilogo di "Come una fenice". Già piango.
Eevaa
  
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