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Autore: Lidocaina    11/08/2009    0 recensioni
La storia comincia pochi giorni dopo il finale della V stagione, con un litigio tra Derek eMeredith che avrà dei risvolti inaspettati. I personaggi della storia sono Derek e Addison principalmente (di proprietà di shonda Rhimes), più alcuni personaggi di mia fantasia...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Derek Sheperd
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ale, io le mie mosse le ho fatte, adesso ho bisogno di un segno da parte di lei, io più di questo non so fare…”, “Derek è difficile capire quello che vuoi, insomma non sa nemmeno perché sei qui. Sa solo che hai lasciato un ottimo lavoro a Seattle per venire qui a Roma e cominciare una nuova vita. Se ci pensiamo su un attimo è lo stesso di quello che hai fatto quando sei scappato da New York. Tu sei veramente fuori dalla storia con Meredith?... Mettiti nei suoi panni è difficile crederti, ti stavi sposando con quella ragazza, vivevate insieme…”, “Ale, io non ero felice con Meredith…”, “Derek chi è felice? Cos’è la felicità?”, “Adesso ci mettiamo a parlare di filosofia, Ale”, “Ti ricordo che mia madre insegna filosofia e storia delle idee, quindi posso parlare di filosofia…”, “Non fare la bambina… comunque molto furbo da parte tua andare a correre con 30 gradi e l’80 % di umidità…”, “La verità è che sei fuori forma, e poi non cercare di cambiare discorso, perché hai lasciato Meredith, perché non vi siete sposati? Perché non eri felice?”, “Ale voglio una famiglia, voglio qualcuno con cui riesco a vedere un futuro, qualcuno con cui voglio invecchiare, qualcuno che vuole viaggiare con me, che vuole avere dei figli con me, tutto questo non riuscivo ad immaginarlo con Meredith, è talmente introversa e scontrosa, se fosse un animale sarebbe un istrice…”, “Invece con Addison?”, “Con Addison ho sempre visto un futuro…ti posso confessare un segreto?”, Alessandra annuì e Derek le confessò “Da quando è partita per L.A. non ho smesso un solo giorno di pensare a lei…”, “Nonostante questo hai chiesto lo stesso a Meredith di sposarti, perché?”, “Pensavo che sposando Meredith avrei smesso di pensare a lei, e poi, mia mamma mi ha detto, dopo averla conosciuta, che lei era la donna giusta per me e mi ha dato il suo anello di fidanzamento.”, “Lo sanno tutti che tua madre non sopporta Addison, è una dato di fatto, e noi sappiamo perfettamente il motivo… Addison pensava che tua madre fosse tua zia Eleonora, tua madre se l’è sempre legata al dito questa cosa, le tue sorelle un po’ meno…”, “Nancy ed Addie sono buone amiche…”, “Il problema è con le altre tre sorelle… adesso riprendiamo a correre, pigrone!”.... Un paio di giorni dopo Alessandra e Addison parlavano insieme nella caffetteria dell'ospedale “cos’hai fatto durante il week-end?”, “Cosa potevo fare secondo te, Ale?!… shopping!”, “Ma brava mentre io ero reperibile, tu facevi shopping! Cambiando discorso, hai preso una decisione, vai a vivere da Derek?”, “Non lo so…”, “Pensaci, a proposito, guarda che oggi comincia a lavorare, ed è in sala operatoria tutto il giorno, proprio come te… bene io torno alle mie ecografie… Buon lavoro e buon caffè”. Intanto nel complesso operatorio Derek “La sala 3 è prenotata, dottore” lo avvertì l’infermiere, “ragazzi ho un ragazzino di 15 anni con un brutto ematoma subdurale, lo devo operare subito, trovatemi una sala operatoria al più presto, chi c’è nella 2?”, “C’è un intervento ginecologico prenotato per le 10”, rispose l’infermiere, “E’ un intervento di routine, probabilmente, di che si tratta?”, “Isterectomia”, “Chi è il chirurgo?”, “Quella americana, il nome non me lo ricordo…”, “Ho capito… Addison, ti posso parlare un attimo?”, “Derek non ora, tra mezz’ora ho un intervento…”, “Ho visto, devo operare un trauma cranico con ematoma subdurale, sai un ragazzino, i soliti incidenti con gli scooter, mi serve la tua sala operatoria, le altre sono impegnate con interventi già cominciati e un’altra è in manutenzione…”, “Va bene, prendila, chiamo in reparto e vedo a che ora posso spostare l’isterectomia”, “Grazie, ti meriti un bacio…sulla guancia of course”. 3 ore più tardi Addison chiese a Derek “E’ andata bene l’operazione?” “Si il ragazzo starà bene, probabilmente se avesse indossato il casco non avrebbe avuto bisogno di un’operazione, ma lo sai i ragazzi a quell’età sono irresponsabili… “Già, io non avrei mai messo un mezzo a due ruote in mano ad un ragazzino di 15 anni, meglio la macchina…” “Mi dispiace per la tua operazione, è stata spostata alle 3…” “Non mi dire nulla la signora è terrorizzata, in più ha fame, non mangia da ieri alle 8, ha anche le sue ragioni… “Io ti volevo fare vedere una cosa, Addie, ti ricordi questo biglietto?” “Dio mio, è passato tantissimo tempo, te l’ho regalato per il nostro primo anniversario di matrimonio, avevo scritto pure quella poesia di Hikmet, certo che me lo ricordo…” “Questo biglietto ha decretato la fine del mio rapporto con Meredith e mi ha fatto capire che non potevo perderti, abbiamo ancora tante cose da fare, tanti mari da attraversare, possiamo vivere da soli, ma sono convinto che ci perdiamo qualcosa a non fare questo percorso insieme… hai impegni per il 28 settembre?” “Derek siamo a giugno e poi il 28 settembre è il nostro anniversario di matrimonio…” “Infatti, mi vuoi risposare?” “Intanto proviamo a vivere insieme, mi riservo di darti una risposta per il matrimonio il mese prossimo. Riesci a sconvolgere la vita delle persone come un uragano, ma come si fa a non amarti?!” “A proposito siamo stati invitati a cena dopodomani da zio Alfredo e zia Eleonora, non prendere impegni…” Più tardi, dopo l’intervento di isterectomia, Derek aiutò Addison a portare le sue cose in casa “Allora dove dormo Addie, nel letto o sul divano?” “Visto che oggi mi hai chiesto di risposarti credo che il minimo che possiamo fare sia condividere il letto, non credi?” “Presumo che dopo 12 anni di matrimonio non sia così terribile dividere il letto, se vuoi possiamo fare una prova adesso, vedere come va” disse Derek mentre si avvicinava per darle un bacio dolce e appassionato. Mercoledì sera era finalmente arrivato, Derek notò che Addison era stranamente agitata e per tirarla su le disse “Su non fare così, non devi incontrare mia madre, ma i miei zii, lo sai quanto ti vogliono bene, sei come una seconda figlia per loro, inoltre stasera c’è anche Martina, sarà divertente ricorderemo i tempi in cui vivevamo a Roma e quando sono venuti a trovarci a New York per Natale. Vedrai, nessuno ti giudica…” “Lo spero, Derek, io sono veramente dispiaciuta per il male che ti ho fatto e tu sembri così comprensivo” Baciandola delicatamente Derek le disse “Stai tranquilla, tutto andrà bene e poi io ti ho perdonato…” “Il traffico di Roma è spaventoso, è peggio di quello di New York, almeno lì non ci sono tutti questi cantieri aperti” , si lamentava Derek alla guida della macchina “Scommetto che siamo in ritardo, vero?” Chiese Addison “No ma di questo passo lo saremo sicuro, chiama Martina e dille che ritardiamo” e le fece una carezza sulla guancia. “Martina, ciao, sono Addison, siamo bloccati nel traffico, mi dispiace ma non arriveremo tra meno di una decina di minuti, dillo alla mamma. A dopo” Martina era l’unica figlia degli zii di Derek, per lui era come una sorella più piccola. Era una ragazza molto intelligente, di 20 anni, molto volitiva, che aveva deciso di seguire le orme del padre ed iscriversi in giurisprudenza. Derek amava scherzare sulla sua famiglia diceva che se non erano medici i suoi parenti erano o avvocati o professori di latino e greco. Quella sera Derek era veramente contento perché quella cena dai suoi zii era il primo segno di un ritorno alla normalità, e poi Meredith non avrebbe mai accettato di andare ad una cena a casa dei suoi zii, per molto meno quando incontrò la madre di Derek nella caffetteria del SGH si agitò talmente tanto che sembrava dovesse fare pipì mentre parlava con lei. Finalmente erano arrivati a casa dei suoi zii “Carissimi ben arrivati- disse Alfredo con un genuino saluto- come state? Sono veramente contento di vedervi di nuovo insieme” sentendo le parole sincere dello zio Alfredo Addison si sentì subito a suo agio e pensò, ‘faccio ancora parte della sua famiglia’, e questo pensiero la confortò per tutta la serata. La serata trascorse tranquillamente, era tutto molto familiare, la zia Eleonora raccontava dei suoi studenti al Liceo, lo zio Alfredo delle sue ultime inchieste e Martina dei suoi problemi di giovane studentessa universitaria, “…Io non ci credevo, quando l’ho visto, avevo parcheggiato la macchina all’università, sono tornata a riprenderla e non c’era più lo sterzo!!!”, raccontava Martina, “Non ci posso credere, non è possibile…Ma che macchina hai, la macchina di paperino?” disse Derek ridendo, “Una smart…” rispose Martina, “Quando sono andata a fare la denuncia alla polizia, si sono messi a ridere anche loro… hanno fatto un buon lavoro pulito, non c’erano nemmeno segni di scasso…”, “Martina certe cose possono succedere solo a te…” disse Derek, “Stai dicendo, per caso, che sono una sfigata?” ed entrambi si misero a ridere di gusto. La serata continuò tranquilla, Alfredo ed Eleonora chiesero a Derek e a Addison come fosse vivere a Seattle e a Los Angeles, “Non ho visto molto di Seattle, eccetto l’ospedale, lo Space Needle, i ferryboats e i boschi”, Addison allora aggiunse “Lo sapevate che viveva in una roulotte nel bosco?”, gli zii e Martina si guardarono straniti e poi allunisono dissero “Tu, in una roulotte?!”. Derek era sempre stato un amante dei confort, e loro non riuscivano proprio ad immaginarselo vestito di flanella. “Invece L. A. com’è, Addison?” chiese Alfredo, “Non è New York, - rispose – però è molto divertente, c’è il sole, la spiaggia… secondo mia madre è ‘sodoma e gomorra!”. Tornati a casa, prima di andare a letto Addison disse a Derek “I tuoi zii sono delle persone fantastiche sanno proprio come mettere a proprio agio le persone, sono stata una stupida a preoccuparmi, conoscendoli non mi avrebbero mai giudicato male. Una di queste sere li dobbiamo invitare a cena!” “Sono totalmente d’accordo con te, è stato bello passare la serata insieme, lo sai per me sono una seconda famiglia e credo che questo valga anche per te, se ti conosco bene…” “Derek” “Dimmi Addie” “Grazie per questi giorni, dopo tanto tempo mi hai fatto sentire veramente voluta bene, posso baciarti?” “Ma certo, anzi lo faccio prima io…”. Un’altra notte d’amore li aspettava. Dopo due settimana di vita insieme la convivenza andava sempre meglio ed Addison aveva deciso di non prendere più l’argomento Meredith, a meno che Derek non ne volesse parlare, pensava che forse avevano bisogno proprio di questo, un posto loro senza gli spettri di Mark e della “dodicenne” (così Addison chiamava Meredith). Mentre si preparavano per andare a lavoro Derek chiese ad Addison “Addie, tesoro, posso chiederti una cosa?” “Certo!” “Ti sembrerà stupido, ma sai tra due anni faccio 40 anni…” “Già tra due anni, io tra 3, mi vuoi ricordare il chiodo?… Non siamo più giovanissimi…” “Quello che volevo chiederti è sei hai mai ripensato all’idea di provare di nuovo ad avere dei figli, sai dopo che abbiamo perso il bambino, tu mi hai fatto capire che non ti sentivi pronta per riprovarci ed io non ho mai voluto insistere, perché capivo che provavi ancora dolore, però ieri ho visto un mio collega felice che comunicava a tutti che sarebbe diventato papà ed io improvvisamente mi sono messo un po’ a fantasticare…” ‘No Derek, non farmi questo ti prego’, pensava tra sé e sé Addison, ‘non dopo avere scoperto che non ho praticamente speranza di rimanere incinta’. Dopo un lungo silenzio Addison disse sosprirando “Avere un bambino è una delle cose che più vorrei al mondo, ma credo che tu debba leggere questo…”. Gli passò una cartella dell’oceanside Wellness. “Derek devo scappare in ospedale, ti prometto che ne parliamo stasera a cena, è importante questa discussione” e uscì di casa. Derek non perse molto tempo a scoprire cosa c’era nella cartella, ma lui non era un esperto in materia così decise di chiamare Alessandra, dopotutto Addison non aveva detto a Derek che c’era un rapporto confidenziale medico- paziente. “Ciao Harrison, ho bisogno di te per una paziente, mi serve un consulto, ho qui la sua cartella ti prego controllala e fammi avere notizie al più presto” “Derek di chi è questa cartella medica e da dove viene?” “E’ di Addison…ti prego Ale, è un favore personale…” “Ok, ma prima devo parlare con lei…” “Addison, Addison, posso parlarti un minuto?” “Sicuro Ale, mangiamo insieme a pranzo?” “Pensavo volessi pranzare con Derek…” “E’ in sala operatoria, credo ne avrà per almeno altre due ore, di cosa mi volevi parlare?” “Addison, stamattina Derek mi ha dato una tua cartella medica, ho guardato i risultati, pensavo fosse più corretto parlarne con te, perché ti volevo consigliare di ripeterli, potresti fare dei dosaggi ormonali. Tu come ti senti? Vedendoti non mi sembri una donna in menopausa precoce, ho delle perplessità su quello che ho letto…” “Alessandra, lo sai che la dottoressa Bennett è la migliore nel suo campo, è una delle più qualificate specialiste in fertilità che io conosca, non credo che si sia sbagliata…” “Va bene, ma è un prelievo, cosa ti costa? Dimmi la verità da quando lo hai saputo hai cercato di evitare il problema e non hai mai fatto altri test per confermare la diagnosi?” Addison scosse la testa “Alessandra è doloroso, è come se mi avessero privato di una cosa a cui tenevo tanto” “Addison io capisco i tuoi timori, ma è meglio sapere, non credi, dai domani facciamo questi test, poi appena ho i risultati ti aspetto nel mio studio e facciamo una visita completa ed una ecografia.” Il giorno dopo Addison decise di fare il prelievo. Alessandra per scrupolo chiese anche un B-test (un test per la tipizzazione del gruppo sanguigno), “Fatto, le disse premendole sul braccio un batuffolo di cotone imbevuto di alcol, come vedi non è successo nulla, i risultati saranno pronti tra circa due giorni, li prendo e ne discutiamo insieme dopodomani alle 19 nel mio studio, ok?” Addison annuì “Adesso andiamo a fare colazione”. Confrontando i risultati delle nuove analisi di Addison con quelle fatte all’Oceanside, Alessandra si accorse che i gruppi sanguigni non corrispondevano, le sue analisi dicevano che il gruppo sanguigno era 0 positivo, quelle dell’Oceanside invece dicevano che Addison era AB negativo, ‘non ci credo che hanno confuso le analisi, è così banale’, così decise di chiamare Derek “Ehi sfigato, come stai? Ti disturbo?” “No Ale, dimmi, l’appuntamento per oggi pomeriggio è confermato?” “Si certo, Derek, a proposito Derek ti volevo chiedere qual è il gruppo sanguigno di tua moglie?” “0 positivo, perché?” “Ne sei sicuro?” “Ne sono certo al 100%, anche perché abbiamo lo stesso gruppo sanguigno ed io sono 0 positivo pure” “Va bene, grazie dell’informazione ci vediamo più tardi”. Più tardi nello studio di Alessandra, Derek cercava di tranquillizzare una molto agitata Addison, finalmente arrivò il loro turno, era l’ultimo appuntamento “Ragazzi, ho una stanchezza spaventosa oggi” disse Alessandra cercando di sdrammatizzare. “Allora ho le tue analisi, ti posso dire con certezza che non sei incinta!” “Alessandra smettila non sei divertente!” disse Addison con tono stizzoso, “Ora calmati e lasciami parlare Addison, io ho visto le tue analisi dell’oceanside e mi sono accorta che non coincidono con quelle che ti ho fatto rifare, tu sei 0 positivo, vero?” Addison annuì, “allora- mostrandole le analisi dell’oceanside- mi leggi per favore cosa c’è scritto qui?” Addison con le lacrime agli occhi non poteva credere a quello che stava leggendo “Mio dio, come ho fatto a non accorgermene, c’è scritto AB negativo, credi che siano stati scambiati i campioni di sangue?” “E’ possibile- disse Ale – comunque adesso finiamo la visita, faccio il pap-test e l’ecografia, e il resto credo che sia di competenza vostra” disse Alessandra con un genuino sorriso. “Grazie Harrison”… “Io non ho fatto nulla, adesso sta a voi, buona fortuna”. Mentre tornavano a casa, Derek chiese gentilmente ad Addison “Come ti senti? Mi spiace averti fatto pressione e avere dato la tua cartella ad Alessandra…” “No, No, hai fatto bene, da quando l’ho saputo ho cercato di non pensarci, sono stata molto superficiale rispetto al mio problema, e sai, essendo una ginecologa forse dovevo approfondire il mio caso…” “Non puoi essere il medico di te stesso, Addie” “Sapere di essere sterile mi ha ferita profondamente, mi sentivo male al solo pensiero, all’inizio pensavo che avevo ancora delle possibilità, poi ho cominciato a pensare che Naomi aveva ragione, intanto la mia vita a Los Angeles andava sempre peggio… insomma mi ero trasferita lì perché volevo un nuovo inizio, una nuova vita, ma niente di tutto questo è andato, stavo lì solo per Naomi, ma quando lei ha accettato un lavoro dallo studio consociato concorrente ho pensato che fosse il momento di lasciare anche Los Angeles, all’inizio pensavo di tornare a New York, così mi sono trasferita lì, dopo una settimana ho capito che senza di te non potevo stare a New York, pensavo al nostro matrimonio, alla nostra vita prima di Mark e Meredith, così improvvisamente mi sono ritrovata su un volo per Roma…” “Non è strano che abbiamo fatto entrambi la stessa cosa…” le disse Derek guardandola con quei suoi splendidi occhi azzurri color pervinca “Sembra quasi un segno del destino” “Derek in queste ultime settimane, abbiamo parlato di tutto, persino di avere un bambino e di risposarci, ma non abbiamo parlato di una cosa fondamentale, perché hai lasciato Meredith? Non ci credo che è solo per il biglietto…” “Hai ragione, non è solo per quello… per me Meredith è stata una ‘boccata di ossigeno puro’, era giovane, carina, egoista e un po’ oscura e complicata…” “Più che egoista, io direi stronza” sottolineò Addison con una punta di amarezza, “Ma le cose con lei mi sembravano semplici” continuò Derek “Come i primi tempi che stavamo insieme, e questo mi è andato bene fino a quando non ho realizzato che dovevamo portare il nostro rapporto ad un altro livello, io sono stato sposato 12 anni, e sono un chirurgo, volevo qualcosa di concreto, ma lei non era pronta, ha provato ad esserlo, ma non lo era, le spaventava avere un rapporto maturo che implicava tornare a casa la sera invece di ubriacarsi di tequila da Joe, aveva ragione Mark, quando mi ha detto che era ancora una ragazzina… Addison, non mi sentivo completo con lei, non vedevo un futuro con lei, forse aveva ragione Sam, quando mi ha chiesto se per caso Meredith non fosse una crisi di mezza età…” “Certo detto da Sam, che un bel giorno si è svegliato e senza motivo apparente ha divorziato da Naomi, sembra quasi il bue che dà del cornuto all’asino” aggiunse con una punta di sarcasmo Addison, “Addie, ti sto parlando di cose serie, dei miei sentimenti…” “Scusa Derek avevo bisogno di sdrammatizzare, lo so quanto sia difficile per te parlare di queste cose. Derek sei ancora innamorato di Meredith?” “Non credo, forse mi piace l’idea di Meredith, sicuramente le voglio un gran bene, ma penso che stare insieme sarebbe stato l’ennesimo sbaglio, non avrebbe vissuto una vita che non era quella che immaginava.” “Cosa provi per me, Derek? Sono ancora Satana? Mi hai fatto soffrire abbastanza, oppure vuoi ancora provare a ferirmi con la tua assenza o con la tua indifferenza? E’ sincera la tua proposta di matrimonio, oppure è una cosa che hai detto così tanto per dire? Ho bisogno di fidarmi di te, perché questi due anni mi hanno distrutto psicologicamente, mi hanno ferito nel profondo e lasciato una grande paura di amare…” Derek si fermò davanti a lei e la guardo dolcemente negli occhi, sembrava un cucciolo ferito, e in quel momento l’unica cosa che pensò di fare fu abbracciarla, stringerla forte a sé, tenerla vicina al suo cuore, e poi le sussurrò “Io non ti farei mai del male di proposito, e mi dispiace per averti fatto soffrire così tanto, sei l’amore della mia vita, ricordatelo sempre…” e dicendo queste parole si baciarono con grande passione, mentre il sole tramontava dietro la cupola di san Pietro e tinteggiava di sfumature rosse la città e il Tevere che scorreva lentamente. “Stamattina, siamo entrambi liberi, vuoi fare qualcosa?” le chiese Derek a colazione, mentre le offriva un cornetto caldo “Intendi altro sesso?” chiese Addison “credo che stanotte ne abbiamo fatto abbastanza…” “Non è mai abbastanza, Addie… A parte gli scherzi, se ti va possiamo fare un giro al centro, magari Piazza Navona e via Condotti, ti lascio usare la mia carta di credito per lo shopping” “Sounds good” disse Addison “Mi piace fare shopping con la carta di credito degli altri” Entrambi risero e Derek aggiunse “ricordati solo che il budget è un po’ più limitato rispetto a quello che avevamo a New York, sai stipendi dell’ordine delle migliaia, non dei milioni…” “Ehi guarda che sono io la facoltosa della famiglia, anche se non penso di intaccare il mio fondo fiduciario, almeno non per fare shopping… Ti amo Derek” e gli diede un bacio veloce prima di andare a vestirsi. “Addie, ieri abbiamo parlato di tante cose, veramente tante e mi ha fatto piacere, il dialogo è sempre stata la cosa migliore del nostro rapporto” le disse Derek mentre camminavano per le vie di Roma “Il dialogo?! Pensavo fosse il sesso…” disse ridendo Addison “Sei incorreggibile…” “No, sei tu che sei bravo a letto” aggiunse Addison mentre gli dava un bacio sulla guancia, “Addison, ieri non abbiamo parlato di quello che ci ha detto Alessandra…” “Non c’è molto di cui parlare, Derek” “No? Fino a ieri mattina credevamo che tu non potessi avere figli…” “Derek, sono felice per quello che mi ha detto Alessandra, e mi piace l’idea di diventare madre, e… ho sempre voluto avere dei figli da te, because you are the great guy…” “Veramente? Perché hai fatto fare quei test a Naomi? Noi non stavamo insieme in quel periodo…” “Erano passati alcuni mesi dall’ufficializzazione del divorzio, tu ti comportavi da stronzo, Mark tentava di farmi pressione, voleva avere una relazione seria con me…” “Volevi avere un figlio con Mark?” “Lasciami finire Derek, poi c’era Alex… Ma non era questo, nonostante loro mi sentivo sola, e ho pensato che avevo passato tutta la mia vita a dedicarmi alla carriera e che nonostante tutti i miei sforzi Richard non mi avrebbe nominato capo di chirurgia, anche se sono più che certa che sarei stata un eccellente capo, così sono andata a Los Angeles e ho detto a Naomi che volevo avere un figlio e che mi sarei sottoposta alla fecondazione assistita… Naomi non era molto convinta e credo che non abbia insistito più di tanto vedendo i risultati delle analisi… Adesso, con il senno del poi posso dire, che forse sarebbe stato un errore, ma io volevo veramente un bambino in quel momento…” “Addison mi dispiace…” “Lo volevo anche prima Derek, a NY, quando tu eri assente e mi ignoravi per il tuo lavoro, non te l’ho mai detto, ma mi ero fatta togliere la spirale, pensavo di parlartene, ma tu non c’eri mai, e poi c’è stato Mark, che invece era sempre presente quando ne avevo bisogno, che era dolce e disponibile, era Mark… ma non eri tu, io amavo te e non lui, dopo che te ne sei andato ho pensato che potevo amarlo, che non avevo buttato alle ortiche 11 anni di matrimonio, tu non chiamavi, non sapevo dove fossi, ero distrutta Derek… ma questo non mi giustifica, io sono la prima a non perdonarmi per quello che ho fatto” disse Addison mentre la sua voce veniva rotta dalle lacrime che difficilmente cercava di soffocare “Shhhhhhh – disse dolcemente Derek - Non ti lascio Addie, te lo prometto, da questo momento in poi sarò sempre presente per te, non farò di nuovo gli stessi errori” e delicatamente le prese la sua mano e la posò sul suo cuore. Le cose andavano bene per Derek e Addison, sembravano tornati quelli di sempre, lavoravano con piacere, la sera uscivano con gli amici, a volte andavano al cinema, altre volte a cena fuori, la mattina quando non dovevano andare in ospedale andavano a correre a villa Borghese. “Allora Addison, ti va di fare un bilancio dell’ultimo mese con Derek?” le chiese Alessandra “Ma tu mangi mai qualcosa di diverso da insalata e petto di pollo, sei ossessionata dalla linea” Addison cercò di cambiare discorso, riferendosi al pranzo di Alessandra “Montgomery, non cercare di cambiare discorso, ti ho fatto una domanda, va tutto bene con Derek?” “Si Ale, con Derek va tutto benissimo…” “Ma? Qual è il problema?” “Apparentemente nessuno, soltanto che non è successo niente…” “A cosa ti riferisci? Problemi di ‘coppia’?” “No, no, sai questo mese ho provato, ma non è successo nulla” “Ti riferisci alla gravidanza?” “Si” “Addison, lo sai meglio di me che per questo cose ci vuole tempo, mesi, qualche volta anche anni, non hai più vent’anni… fisiologicamente è più complicato, ma come ti ho già detto non ci sono problemi, devi solo avere un po’ di fiducia e soprattutto tranquillità, la paura di non riuscirci non aiuta in queste cose…” “Dottoressa Mancini, la signora della 3, che ha fatto stamattina l’induzione è in travaglio, vuole vedere il tracciato?”, chiese un giovane specializzando, che secondo Addison assomigliava a Karev e che secondo lei aveva un certo interesse per Alessandra “Si certo, dottore Frati, un minuto e arrivo”, rispose la giovane dottoressa e quando lo specializzando si allontanò Addison le disse “E’ carino, secondo me gli piaci…” “Ma stai zitta, che ho pure visitato la sua ragazza…Ci vediamo in reparto” “… Ehi sei sola?” chiese Derek “No, stavo pranzando con Ale, ma è stata chiamata in reparto, una sua paziente è in travaglio” “Bene allora possiamo passare un po’ di tempo insieme, programmi per il pomeriggio?” chiese Derek “Ho una laparoscopia esplorativa alle 14:45 e poi dovrei fare una consulenza in neonatologia, tu invece?” “Io ho un’ernia del disco alle 14:30 e poi un incontro con il professore Zappia, per lavorare a quella sperimentazione e ai programmi per il prossimo anno accademico, per le 18 dovrei essere a casa, programmi per stasera?” “Vorrei fare qualcosa di tranquillo, potremmo vedere un film, che ne pensi?” “Sure, preferenze?” “Potremmo vedere i due Kill Bill, ho visto che hai comprato i dvd…” “Perfetto, adesso mangio qualcosa e poi vado in sala operatoria, a dopo amore…” Quella sera a casa “Allora amore, com’è andato il tuo incontro con il prof. Zappia?” “Molto bene, abbiamo parlato della sperimentazione…” “Non ti ho chiesto di che si tratta?” “E’ un trial clinico proposto dal dipartimento di neurologia e neurochirurgia, sull’attività cerebrale residua e sulla plasticità sinaptica in seguito ad interventi che impongono un’ampia resezione del tessuto cerebrale, principalmente lavoreremo sui tumori, sai il caso di Izzie sembrerebbe prefetto per questo studio…forse dovrei farmi mandare la cartella e chiedere di inserirla nella sperimentazione” “Ne dovresti parlare con Richard…” disse Addison “Non ho voglia di chiamare a Seattle in questo momento, ho solo voglia di baciarti!”.
  
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