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Autore: Diva_13    16/05/2020    2 recensioni
Come lingue di fuoco i loro cuori ardevano.
Colmi entrambi di sentimento: gioia, trepidazione, paura, amore e passione.
Come lingue di fuoco che danzano, le loro essenze sinuosamente si univano.
Senza sosta, lentamente, godendo di ogni attimo.
(...)
Con tali pensieri per la testa, Hermione Granger ravvivò le fiamme morenti; chiese alla stanza delle necessità di far comparire un’altra coperta e delicatamente la pose sulla schiena nuda del ragazzo accanto a lei.
Un braccio le avvolse dolcemente la vita e la ragazza, pensando a come sino a quel momento erano andate le cose fra loro, non potè fare a meno di domandarsi come lei e Fred fossero giunti fino a quel punto.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Ginny Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Lavanda/Ron
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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CAPITOLO 6: E’ DI QUESTO CHE SI TRATTA, GIUSTO?

Era il cinque di ottobre, quando i ragazzi, durante la prima uscita ad Hogsmade, si riunirono alla Testa di Porco. La confusione si poteva leggere nei volti di ciascuna persona presente nella stanza.

Hermione, schiarendosi la voce, e pregando che tutto andasse secondo i piani, attirò l’attenzione su di se e Ron, mentre Harry rimaneva in un angolo. Brevemente, spiegarono come, in seguito al ritorno di Lord Voldemort, loro tre, sostenessero che fosse necessario sapersi difendere contro le arti oscure. Ed Harry, che aveva già avuto modo di affrontare le vita vera, e quindi comprendeva la differenza dall’esercitazione scolastica, fosse l’insegnante perfetto.

Inizialmente scoppiò il putiferio. Nessuno voleva credere a quelle parole, la gazzetta del profeta parlava chiaro: Harry e Silente erano due bugiardi, Voldemort non era tornato. Tutto era come al solito.
Le voci non si abbassavano e la riccia scuotendo la testa, si vide costretta a riportare il silenzio nel bar. Dovevano ricordare chi fosse il bambino che è sopravvissuto, e che prima di quello era un loro amico, un compagno in cui avevano sempre avuto fiducia. Bastava un semplice articolo per far crollare tale rapporto?

Un velo di consapevolezza attraversò i volti dei ragazzi, e finalmente Harry poté spiegare ciò che aveva intenzione di fare, come si sarebbero gestite le lezioni e soprattutto se tutti erano d’accordo con quello che avevano appena detto.

La questione venne risolta. Su un foglio, che avrebbe rivelato, nel caso, un traditore, vennero depositate le firme: Harry Potter, Hermione Granger, Ronald Weasley, Neville Paciock, Fred Weasley, George Weasley, Ginny Weasley, Colin Canon, Dennis Canon, Katie Bell, Angelina Johnson, Alicia Spinnet, Lee Jordan, Lavanda Brown, Calì Patil, Dean Thomas, Cho Chang, Marietta Edgecombe, Terry Boot, Anthony Goldstein, Michael Corner, Luna Lovegood, Padma Patil, Ernest Macmillan, Hannah Abbott, Susan Bones e Zacharias Smith.
Hermione si prodigò ad assicurare ciascuno, che avrebbero trovato un mezzo di comunicazione per poter fissare gli incontri e comunicare, senza suscitare l’attenzione della Umbridge; aveva già qualche idea in mente. In ogni caso quelli erano solo dettagli: era nato l‘Esercito di Silente.

Terminata la riunione, mancava ancora qualche ora al rientro ad Hogwarts, ognuno si diresse per la propria strada, con la promessa di rivedersi presto. La riccia, mentre sistemava l’elenco di nomi nella borsa, e salutava i ragazzi, vide chiaramente Ginny farle l’occhiolino indicando con un cenno del capo il ragazzo accanto a lei. Michael appariva davvero soddisfatto di poter uscire con la rossa.

Anche Ron ed Harry si dileguarono ben presto, volendo dirigersi da Zonko. Hermione invece, aveva la necessità di recarsi ad un negozio di cartoleria, si separò quindi dagli amici, promettendogli però di rivedersi più tardi, per fare un ultimo giro assieme.

Non guardava dove stava camminando, quindi non si accorse del perché, a un certo punto, non riuscisse più a muoversi.
Non vide la persona il cui braccio la trasse verso di se, conducendola verso la periferia, dove iniziava il bosco; una mano le tappò la bocca per impedirle di gridare. Hemione, d’istinto, portò la propria mano alla tasca dei pantaloni, alla ricerca della bacchetta. La voce di Fred le giunse però all’orecchio.

-Calma prefetto-perfetto, non compiere gesti avventati. Sono solo io-  la ragazza si scostò dal ragazzo violentemente

-Ma sei impazzito a rapirmi in questo modo? Mi hai fatto spaventare-

-Quale esagerazione…nessuno ha rapito nessuno… ti ho solo portato via da un’attività sicuramente noiosa, per fare qualcosa di più interessante-

E detto ciò, unì le proprie labbra a quelle della ragazza, prima che quest’ultima potesse dire qualcosa.

-Fred…- provò lei a mugugnare

-Zitta e non lamentarti- in risposta Hermione strinse maggiormente le proprie braccia attorno al collo del ragazzo.
 

Non seppero dire quanto tempo fosse passato, ma le voci di alcuni ragazzini, che si stavano avvicinando, li costrinsero separarsi.

-Questi momenti stanno diventando un po' troppo frequenti non credi?-

-Naaa…è solo una tua impressione-
 

(…)
 

Ginny si stava davvero divertendo. Non l’avrebbe mai detto. Considerava Harry l’amore della propria vita, ma in quel momento non riusciva a pensare ad altro, se non quanto si sentisse bene. Uscire con altri ragazzi era interessante. E Michael non era affatto male. Certo magari un po' troppo borioso, pieno di se, carico della saccenza tipica dei Corvonorero, ma nel complesso la trattava bene: le dava attenzioni; da Madama Rosmerta le aveva aperto la porta e offerto una burrobirra. Nessuno aveva mai fatto questo per lei, e Ginny non ne era affatto dispiaciuta. Anzi. Per questo non si lamentò quando il ragazzo provò a baciarla. Si era improvvisamente resa conto di aver voglia guardare, scoprire e vivere un mondo, che non girasse attorno ad Harry Potter. Voleva farsi una vita.

Ma come al solito, doveva immaginarselo che, vivere con sei fratelli, non avrebbe equivalso ad ottenere una privacy inesistente, e che Hogsmade non fosse esattamente il luogo adatto per mantenerre la suddetta vita privata, per l’appunto privata.

-Ehieheiheihi fermo tu! Cosa sti tentando di fare? Leva le tue mane da mia sorella! E’ ancora troppo piccola per queste cose. Maniaco. Se ci riprovi ti schianto!- disse Ron avvicinandosi alla coppia, e separandoli fisicamente.

-Ronald dovresti imparare a farti i fatti tuoi, ne sei consapevole vero? Non sono più una bambina, e tu non sei mio padre.-

-Ma..ma.. certo che lo sei. Sei ancora piccola, innocente.-  il viso di Ron cominciava ad assumere sfumature rossastre.

-Harry vuoi dirgli qualcosa?- Harry spostò il peso del corpo da un piede all’altro, a disagio.

-Ginny io credo che….-

-Non vorrai dirmi che gli dai ragione!- lo interruppe la rossa -Ron, per l’ultima volta. Smettila. Non sei mio padre-

-Non rivolgerti così a me, sono tuo fratello maggiore! Giusto Harry?- il ragazzo accanto a lui annuì

-Finiscila con questa storia. E anche tu Potter. Cosa ti interessa con chhi esco?-

I ragazzi non riuscirono a controbattere e Ginny sbuffò.

-Andiamocene Michael-

Dentro di se, senza darlo a vedere la ragazza sorrise.

 
(…)
 

Fu abbastanza complicato decidere come e dove incontrarsi con l’es. Ma alla fine, dopo vari ragionamenti, la stanza necessità venne ritenuta un luogo perfetto, in quanto poteva adattarsi alle esigenze del momento e assumere le forme e funzioni che loro volevano. In quanto al mezzo di comunicazione, in quei giorni Hermione, ispirandosi al marchio nero, riuscì ad incantare dei galeoni finti che rispondevano al richiamo di quello di Harry. Quest’ultimo avrebbe comunicato attraverso la moneta orario e giorno, che sarebbe comparso sulle altre nel bordo esterno. Nessuno avrebbe potuto distinguere un galeone vero da quello falso. E questo era necessario

La Umbridge, difatti, due giorni dopo l’uscita di Hogsmade, aveva emanato il "Decreto Didattico Numero Ventiquattro" che scioglieva qualsiasi organizzazione, società, squadra, gruppo e circolo di studenti. L’autorizzazione alla ricostituzione di tali gruppi doveva essere richiesta all´Inquisitore Supremo e tutte quelle che non sarebbero state approvate, sarebbero state ritenute illegali. Angelina quindi era stata costretta a presentare l’autorizzazione per l’esistenza della squadra di quiddich. Per fortuna le venne concesso. Il fatto, che oramai Hogwarts fosse in amno al ministero spaventava tutti.

Il commento dei gemelli, che tutta quell’illegalità, rendeva il tutto più “fico”, da vero racconto d’azione, da resistenza, rallegrò gli animi, e per una volta Hermione si ritrovò a ridere per le loro battute.

Harry decise di parti dalle basi. Non conosceva il livello generale e quindi aveva deciso di partire da qualcosa di semplice; un buon ripasso, come gli aveva fatto notare Hermione, non avrebbe fatto male a nessuno.
Incominciarono dunque con l’incanto di disarmo. Inizialmente il moro mostrò l’incantesimo disarmando il manichino davanti a se, e poi divise il gruppo in coppie. Hermione capitò con una delle gemelle Patil. Non ebbe problemi con la formula, le venne alla perfezione. Padma invece presentò qualche difficoltà.

-Tranquilla, stai solo sbagliando il gesto del polso, non deve essere così brusco- le disse sorridendo e mostrandole il movimento.

Harry, nel frattempo, girava fra i vari gruppi aiutando chiunque ne avesse bisogno e propensando consigli vari. Era soddisfacente, ma al contempo si trovò ad ammettere che le lacune erano davvero tante. La mancanza di un buon insegnante durante quegli anni si stava facendo notare.

-Herm’, Ron!- urlò il moro -Datemi una mano-

I due amici, allora, si distribuirono per la stanza, aiutando chi non riusciva ad eseguire l‘incanto.

Alla fine l’esercitazione non andò male. Ben presto tutti riuscirono a gestire l’incantesimo alla perfezione. Dean si dimostrò più dotato di quello che, invece, dimostrava a lezione;
Luna, che all’inizio non sembrava possedere una buona attitudine per difesa contro le arti oscure, si rese invece ben presto noto il perché appartenesse alla casata di Corvonero.

Anche i gemelli se la stavano cavando abbastanza bene, anche se, ogni tanto vi erano dei problemi. Incertezze che gli impedivano di padroneggiare alla perfezione l’incanto. Hermione, che aveva visto la scena, ricordando lo scopo superiore, si fece forza e decise di aiutarli.

-Angelina!- disse alla ragazza accanto a se -Vieni con me ad aiutare i gemelli!- la ragazza annuì

-Va bene, io prendo Geroge e tu Fred- la riccia, seppur a malavoglia, si diresse verso il ragazzo.

I gemelli, che nel frattempo stavano scherzando fra di loro, fecero comparire un ghigno sui propri visi quando le due ragazze li separano prendendoli per le mani.

-Angelina, sapevo che un giorno avresti ceduto al mio fascino e mi avresti rapito, per avermi solo per te e cavalcare verso gli orizzonti dell’amore assieme su un unicorno fatato.
Accetto volentieri, ma tranquilla, è solo il mio gemello, il mio cuore apparterrà sempre a te-

La ragazza sbuffò -Finiscila Weasley, e muoviti, che quell’incantesimo non ti viene ancora bene.- poi rivolgendosi ad Hermione, mimò con le labbra -buona fortuna- e la strega si ritrovò a pregare davvero per averne un po’

La coppia si allontanò ed la riccia rimase in silenzio con Fred.

–Allora mi aiuti?- chiese il rosso con tono di scherno -Ti sei incantata anche tu a fissare la mia bellezza?-

-Sta zitto Fred. Concentrati. Ora, prova a disarmarmi, ho notato che non sempre ti viene, non sei abbastanza convinto-

Fred si concentrò, fissò la ragazza e esclamò -Expelliarmus!-

La bacchetta del ragazzo rilasciò alcune scintille rosse, che colpirono la strega, ma non furono abbastanza forti pe farle perdere il controllo della bacchetta.

-Riprova. Con più convinzione, sia nelle parole che nel movimento- quella volta funzionò e la bacchetta della ragazza volò in aria. La recuperò velocemente.

-Di nuovo-

Questa volta invece non successe nulla. A quel punto allora Hermione si rivolse a Fred -Non sbagli la pronuncia, è un problema d concentrazione. Ti distrai troppo facilmente, esegui l’incanto correttamente una volta, non mantieni la concentrazione e sbagli leggermente il gesto della mano. Che già non è molto convinto. Guarda devi muovere il polso in questo modo-

Fred provò il movimento

-No, non così, così-

-Granger, da quella distanza non riesco a capire molto-

-O mamma! Dai, lasciamo stare-

La ragazza si avvicinò al rosso, mettendosi davanti al suo petto, senza appoggiarsi, ma abbastanza vicino da potergli afferrare e muovere il polso.

-Guarda, questo è il movimento che devi compiere- disse dirigendogli dolcemente la mano. Fred mosse un passo in avanti, facendo collidere in quel modo, il proprio petto con la schiena della riccia. La ragazza sentì il fiato del rosso muoverle i capelli

-Granger, speriamo funzioni, non vorrei far esplodere nulla- e detto ciò pronunciò l’incanto contro il manichino. La bacchetta volò via e Fred sorrise con aria vittoriosa.

-Grazie prefetto-perfetto- le sussurrò fra i capelli, senza però scostarsi da quella posizione. Hermione rimase immobile, godendosi quella sensazione di tranquillità, che provava quando era con lui, ancora per qualche secondo. Ci aveva riflettuto attentamente in quei giorni. Non riusciva a spiegarsi il perché di quello che sentiva. Aveva ipotizzato, ma sicuramente era così, che fosse per la necessità di affetto, causato dalla paura per la guerra imminente. Inoltre lui non provava davvero qualcosa per lei. Lo avrebbe capito nel caso. La stava solo prendendo in giro.

Rimasero in quella posizione ancora per qualche istante, dovendosi però scostare, quando si accorsero che Harry li stava osservando.

-Granger- si sentì chiamare mentre si stava dirigendo verso Neville, in evidente difficoltà.

-Domani, fatti trovare al parco, dopo le lezioni- Hermione guardò Fred stralunata. Senza però contraddirlo o dargli risposta. Il ragazzo lo prese con un segno d’assenso.

 
(…)
 

-Johnson!- gridò George. -E’ tutto il giorno che provo a trovarti.- Angelina arrestò il passo. Dopo averlo aiutato con l’incanto expelliarmus non si erano più rivolti la parola

-Che cosa c’è Weasley?- George sorrise

-Mio fratello è a fare Non so cosa con non so chi, ti andrebbe di fare un giro con me?-  la ragazza rise. -Dai non farti pregare, fidati di me- ripetè il rosso

-E perché dovrei fidarmi di te?-

-Perché mi ami alla follia. Anche se non lo sai ancora ovviamente, ed è il mio compito, quello di fartelo scoprire- detto ciò le afferrò la mano iniziando a correre fra i corridoi i del
castello.

-Ma non ti avrei rapito io l’altro giorno per “cavalcare gli orizzonti dell’amore assieme”?- chiese la ragazza stando al gioco

-L’hai ammesso! Andiamo Angelina, il mondo ci attende!-

La ragazza scosse la testa -Muoviti Weasley, prima che io cambi idea-
 

(…)
 

-Perchè mi hai portato qui Weasley?- stava chiedendo contemporaneamente Hermione all’altro gemello.

-Quante domande Granger! Eri così stressata l’altro giorno. Ho pensato che ti servisse un po' di aria fresca. Lontano dalle preoccupazioni che ti possono dare gli altri; quindi
cammina e respira, non ti sto tendendo un attacco a sorpresa, come invece temi tu- la riccia continuò a guardarlo diffidente; poi sospirò arrendevole.

-Se è uno scherzo, sappi che ti farò molto male- il rosso scoppiò a ridere, gettando la testa all’indietro.

Non parlarono, si limitarono semplicemente a passeggiare sulle rive del lago, giungendo in prossimità della foresta proibita. Le loro dita, per via del passo cadenzato, ogni tanto si sfioravano. Ad un certo punto Fred le fece unire. La mano della ragazza era così piccola rispetto a quella del rosso. Era una sensazione così strana. Ma ad Hermione andava bene così in quel momento.

-E’ sconcertante sai- disse a un certo punto -Pensare a come il nostro rapporto si sia evoluto rispetto agli anni passati. Non ci siamo mai parlati molto e…- non riuscì a finire la frase perché, inciampando su un sasso, cadde per terra, tirando Fred giù con se.

-Cavolo Hermione. Ho sempre saputo che tu avresti voluto portarmi letto, e farmi finire sotto di te, ma non c’era bisogno di tutta questa irruenza e questi stratagemmi- la ragazza in tutta risposta, pronta ad inveirgli contro, si limitò a tirargli uno schiaffetto sul braccio, quando si accorse che il tono del ragazzo non era di scherno come al solito. Stava semplicemente scherzando.

Fece per rialzarsi ma il ragazzo la tenne stretta fra le sue ginocchia, seduto nell’erba.

-Rimani qua e rilassati, cosa c’è che ti turba?-

La riccia sospirò -Sono davvero preoccupata, per la storia di Voldemort, per Harry. E l’es. Credo che abbia una funzione davvero importante, ma se la Umbridge venisse a scoprire qualcosa, le conseguenze sarebbero devastanti. Non dovrei avere questi dubbi, lo so. Sono stata io a proporre ad Harry di farci lezione-

Fred nel frattempo giocava con i ricci della ragazza, e quest’ultima fini col cedere alle carezze che il ragazzo le stava concedendo, rilassandosi fra le sue braccia.

-Perché sei così carino con me? Non devi continuare a sostener la tua teoria che io sia follemente innamorata di te?- chiese dopo qualche attimo di silenzio.

-Ma è quello che credo Granger! Solo che ti voglio in perfetta forma quando ti renderai conto di quello che sta succedendo far di noi.-

-E cosa sta succedendo fra di noi Fred?- chiese la ragazza. I loro visi si avvicinarono impercettibilmente.

-Non lo so Hermione, non lo so…- le loro labbra si sfiorarono e  in un secondo si stavano baciando. Da delicato e sentimentale quel momento divenne ben resto passionale, come se tutti i sentimenti negativi che stavano provando in quel periodo venissero sfogati e scomparissero grazie a quel momento.

Ed Hermione ebbe paura. Di quello che stava provando e di come si sentisse bene fra le braccia del ragazzo. Non riusciva a comprendere come fosse possibile che si potessero provare quelle cose. Specialmente due ragazzi diversi come loro.

Si convinse quindi nuovamente che lui la stesse solo prendendo in giro. Decise di non rimanere in “svantaggio” e poggiò le proprie mani sotto la camicia del ragazzo. Scese, sfiorandogli la linea degli addominali con la punta delle dita, fino ad accarezzargli la patta dei pantaloni. Fred sussultò, mordendole il labbro. Hermione sorrise. Era a cavalcioni sul bacino del rosso, si mosse, cominciando una danza sensuale. Le mani del ragazzo erano ovunque. Il rosso provava la necessità di toccarla, di sentire che lei fosse lì con lui.

-Fai quello che vuoi Hermione…- disse con un sorrisetto malizioso

Hermione allora scese con le dita ai bottoni dei jeans, facendo stendere il ragazzo a terra. Con le labbra lambì una porzione di pelle e si avvicinò alla cintura. Non sapeva nemmeno lei da dove venisse tuto quel coraggio, si trattenne a stento dallo scappare via. Quando capì che il ragazzo non si sarebbe opposto, si alzò improvvisamente.

-Ho capito cosa stavi facendo, e questo era per ricordarti come io non cascherò mai fra le tue braccia-

-Come vuoi Hermione, quando vuoi io sono sempre qui- disse ridendo.
La ragazza si avviò verso il castello. Fred rimase in quella posizione ancora per qualche minuto. Si era fatto fregare di nuovo. Quella ragazza non finiva mai di stupirlo. L'adorava. Ma, parola di Fred Weasley, che quel senso di sconfitta che provava in quel momento, avrebbe bruciato solo l’orgoglio di Hermione, non il suo. Perché era questo quello di cui si trattava…un sentimento di irritazione per la  "sconfitta"…giusto?

Scoppiò a ridere. Perchè farsi tutti quei problemi. Qualunque cosa fosse, gli stava piacendo. E parecchio! Doveva solo far tornare la direzione dei giochi nelle proprie mani. 


 
   
 
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