Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Europa91    17/05/2020    2 recensioni
[Erwin x Levi]
[Ken x Uri]

Anno 850
Erwin e Levi si apprestano a combattere la battaglia decisiva per riconquistare i territori di Shinganshina, mentre Kenny Ackerman e i suoi uomini si arrendono alla Legione Esplorativa.

Anno 844
Il giovane caposquadra Smith continua a inseguire il suo sogno; quando viene misteriosamente indirizzato verso la città sotterranea. Li troverà l’incarnazione delle Ali della Libertà.

Questa può sembrare la solita storia di come è nata la relazione tra Erwin e Levi e del loro amore, ma non è così; è qualcosa di molto più complesso. E se il primo l’incontro tra i due non fosse stato casuale? Se qualcuno dietro le quinte avesse scelto di manipolare gli eventi a suo piacimento? Ma chi, e soprattutto perché? Riusciranno Erwin e Levi a scoprire la verità? In un intreccio tra passato e presente ci sono misteri che devono ancora essere svelati.
[Canon Divergence]
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Erwin Smith, Kenny Ackerman, Levi Ackerman
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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11.

 

 

 

850 - Prigioni della Legione Esplorativa - qualche ora dopo

 

“Benvenuti vi stavamo aspettando” 

 

Erwin ed Eren erano appena smontati da cavallo quando davanti a loro comparve il capitano Ackerman, libero ed armato insieme ad un altro misterioso individuo che entrambi non conoscevano. Era stato lui ad andare verso di loro per accoglierli con un sorriso.

 

“Che diavolo sta succedendo qui, come sei evaso? Le guardie? Tieniti pronto Eren” disse il comandante, prendendo un’arma a sua volta; mentre il ragazzo si avvicinava una mano alla bocca.

 

“Fermi tutti. Non vogliamo che nessuno si faccia male. Ora abbassate le armi e venite con me” disse l’uomo misterioso levandosi il cappuccio che gli ricopriva il volto. Un paio di occhi chiari furono l’ultima cosa che Erwin ed Eren videro. 

 

 

 

845 - Quartier Generale della Legione Esplorativa 

 

Erano passati mesi da quel giorno, dalla morte di Farlan e Isabel, il caposquadra Smith stava preparando la prossima missione fuori dalle mura e Levi non sapeva che fare; aveva giurato fedeltà ad Erwin, sarebbe stato le sue ali, non avrebbe reso vano il sacrificio dei suoi amici, l’avrebbe seguito ed aiutato e lui manteneva sempre la sua parola; tuttavia, be’ una parte di Levi era terrorizzata all’idea di uscire nuovamente nei territori esterni, sapeva benissimo che era una cosa irrazionale; ma in realtà la faccenda era leggermente più complessa: lui non aveva paura di affrontare i giganti, no, aveva paura di vedere un giorno anche Erwin finire con l’essere ucciso dai giganti. Quando Levi aveva realizzato quella verità, si era spaventato, aveva iniziato ad interrogarsi su cosa volesse dire, quando in realtà la risposta era sempre stata davanti ai suoi occhi: si era innamorato di quel fottuto biondino di Smith, non sapeva neanche lui quando precisamente fosse successo, eppure era così, era semplicemente accaduto. Dopo la morte dei suoi amici il caposquadra aveva mantenuto la promessa, gli aveva donato una stanza più piccola tutta per se, da quel giorno le cose si erano fatte sempre più ambigue tra loro; si addestravano spesso volando insieme, pranzavano insieme ed ogni sera Erwin lo accompagnava fino alle sue stanze nonostante si trovassero praticamente nel lato opposto della caserma rispetto alle proprie. Levi non ci vedeva nulla di male, alla fine aveva scoperto che la compagnia del biondo non era affatto spiacevole, inoltre era l’unico del quale si fidasse. Non aveva voglia di stringere amicizia con gli altri cadetti, non voleva creare altri legami che poi si sarebbero dissolti; tutti loro sarebbero morti prima o poi, era un dato di fatto, ed ormai era abituato a rimanere solo: prima Kenny, poi Farlan e Isabel; ora gli era rimasto solo Smith, e giurò che avrebbe fatto il possibile per non perderlo, era il suo ultimo ed unico legame. Fu allora che realizzò di essere completamente fottuto; soprattutto quando una sera desiderò che il caposquadra non se ne andasse, anzi che lo seguisse anche dentro i suoi appartamenti. Quando chiuse la porta si vergognò dei suoi stessi sentimenti e della spudorata erezione che era comparsa dal nulla dopo che il biondo lo aveva salutato con un semplice abbraccio. Levi era quasi certo che anche Erwin provasse qualcosa per lui, non era uno stupido, anche se dopo quella famosa sera sotto le stelle non ne avevano mai parlato. Forse il caposquadra ci aveva ripensato, forse si era accorto che Levi non era così speciale come inizialmente aveva pensato, forse si era stancato di ammirarlo volare. Il ragazzo venne bruscamente interrotto dai suoi pensieri da un leggero bussare alla porta. Si era appena svegliato e non aveva ancora indossato la divisa. Andò pigramente ad aprire e per poco non gli prese un colpo quando vide Erwin Smith in carne ed ossa davanti a lui, aveva il fiatone come se avesse corso una maratona, tuttavia gli parve perfetto come suo solito.

 

“Che cazzo vuoi di prima mattina?” Non poté proprio evitare di essere il solito se stesso, nonostante fosse felice di vederlo. Il

biondo non ci fece caso e gli sorrise come sempre;

 

“Già scusa per l’orario ma dovevo chiederti una cosa importante; starò via per una settimana nella capitale, quindi se non te lo domandavo ora non avrei più avuto occasione di farlo” Il più piccolo alzò un sopracciglio annoiato come a volergli suggerire di farla breve

 

“Ecco Levi, vorresti venire con me al matrimonio di Nile Dawk?” Chiese infine fissandolo negli occhi. Il moro sbuffò 

 

“E chi cazzo sarebbe?” Il caposquadra non smise di sorridere; già non si conoscevano, non aveva mai raccontato di Nile a Levi ora che ci pensava, aveva sempre fatto l’opposto;

 

“È un mio amico, anzi l’unica persona che al momento possa considerare mio amico” a quelle parole Levi si rabbuiò di colpo prima di scattare 

 

“E io che cazzo sarei scusa?!” Ora era leggermente adirato oltre che offeso;

 

“Io non ti vedo come un amico Levi” ecco, l’aveva detto finalmente, aveva sganciato la bomba. Il ragazzo non disse nulla, sgranò gli occhi per una frazione di secondo per poi indietreggiare e chiudere la porta davanti a se. Erwin ci rimase di sasso. Tuttavia non si mosse. Aspettò pazientemente, ormai aveva imparato a conoscere il carattere di Levi.

 

“Quando cazzo sarà questo matrimonio?” Chiese infatti dopo qualche secondo di silenzio da dietro la porta. Erwin sorrise sempre di più 

 

“Tra due settimane”

 

“Ok ci sarò”.

 

 

 

850 - Residenza Estiva della famiglia Reiss

 

Levi era ancora nelle sue stanze, o meglio nelle stanze che il misterioso Uri Reiss gli aveva gentilmente concesso di occupare; quando si era svegliato, quel biondo nano del cazzo era già sparito, aveva pensato quindi di fuggire ma qualcosa gli impediva di lasciare l’abitazione; probabilmente un altro dei suoi fottuti trucchetti mentali. Ripensò all’assurdità di tutta quella situazione; se non avesse litigato con Erwin e avesse accettato subito di andare a parlare con Kenny... Rise da solo, no, non sarebbe cambiato nulla; forse avrebbe solo evitato d’incontrare Uri ma dubitava che avrebbe risolto qualcosa con il capitano Ackerman, anzi, con suo padre. Si trovò nuovamente a fissare fuori dalla finestra, pensando alle parole del misterioso Reiss. Lui e Kenny si conoscevano da prima della sua nascita, rifletté sul fatto che Uri potesse aver incontrato anche sua madre; no, sentiva che c’era qualcosa che non quadrava in tutta quella storia; quel fottuto nano biondo gli aveva rivelato che lui non era nato nella città sotterranea, possibile dunque che anche i ricordi relativi a sua madre non fossero reali? Provò un improvviso moto di rabbia; si alzò e colpì una sedia spaccandola; in quel momento sentì aprire la porta;

 

“Ehi ehi ti lasciamo da solo qualche minuto e tu rompi già tutto? Non sei cresciuto neanche un po’ in questi anni” urlò Kenny Ackerman entrando in pompa magna come suo solito

 

“Kenny prima di fare qualsiasi cosa potresti aiutarmi con questi due?” Era la voce di Uri, lo squartatore si fermò di colpo e tornò indietro, Levi era immobile, perse definitivamente le staffe quando lo vide arrivare insieme ad Erwin ed Eren; erano imbavagliati e legati ma sembravano stare bene, a parte il fatto che apparivano come in trance. Senza pensarci si scagliò su Ackerman

 

“Cosa gli avete fatto bastardi” disse prendendolo per il bavero della giacca.

 

“Levi fermati” era la voce di Uri. Di colpo, fu come se il suo corpo avesse smesso di rispondere, si fermò improvvisamente, come cazzo era possibile? Chi cazzo era quel fottuto nano biondo?! Perché ora il suo corpo non rispondeva più?

 

“Perché avete portato anche Erwin e il moccioso qui? A cosa vi servono? Parlate!!” Kenny ghignò, Uri lo fissò stancamente

 

“È giusto che anche Smith conosca la verità e perché sia successo tutto questo, inoltre il suo aiuto ci servirà, come anche quello del giovane Jaeger; speriamo di riuscire a salvare anche lui povero ragazzo” mormorò guardando Eren e sospirando

 

“Basta fare il sentimentale” lo ammonì Kenny. Il biondo sorrise. Poi tornò a fissarlo 

 

“Tranquillo Levi, non gli ho fatto nulla, in questo modo ci hanno seguito senza fare storie, ho solo facilitato le cose per tutti” disse mentre toglieva il bavero dalla bocca dei due

 

“Come le hai facilitate cancellando la mia memoria?” Urlò con rabbia

 

“Tutto quello che ho fatto l’ho fatto per una ragione, che tu ci creda o no” Uri lo guardava dritto negli occhi, Levi si sentì quasi a disagio per l’intensità di quello sguardo;

 

“Dai, sveglia i mocciosi così potremo dire loro tutto, sono così stanco, hai per caso qualcosa da mangiare?” Disse Kenny incamminandosi verso la cucina. A Levi non sfuggirono questi piccoli particolari, lo squartatore si muoveva sicuro in quella casa, come se la conoscesse, cercò ancora qualche indizio nei suoi ricordi ma la sua mente era un completo caos, inoltre non era più possibile per lui discernere i ricordi veri da quelli fasulli. Guardò Smith, sperò che almeno lui fosse reale.

 

“Si, i tuoi sentimenti per lui sono reali” confermò Uri avvicinandosi lentamente

 

“Mi stai leggendo nel pensiero ora?” Chiese dubbioso. L’ex sovrano sorrise mettendolo a sedere 

 

“No, tra tutti i poteri che posso avere questo ancora non lo possiedo” si mise accanto a lui.

 

“Svegliatevi” disse in direzione di Erwin ed Eren

 

La prima cosa che il comandante Smith vide furono gli occhi di Levi che lo fissavano preoccupati. Non l’aveva mai visto così, nemmeno quando era resuscitato diventando un titano, nemmeno allora gli era sembrato così fragile, così umano. Notò subito l’uomo accanto a lui, sorrideva nella loro direzione.

 

“Presumo tu sia il famoso Uri Reiss” disse recuperando un po’ di sangue freddo e arroganza

 

“Si sono io, mi scuso per poco fa, ma era necessario portarvi qui, ho bisogno di parlare con voi, così ho reso le cose più facili per tutti” 

 

“Tu sei pazzo” disse Eren fino ad allora in silenzio

 

“Taci moccioso” fece Kenny arrivando nella stanza con una birra in mano ed un cosciotto di pollo dall’altra. Uri lo guardò male, e per un attimo ad Erwin quello sguardo ricordò pericolosamente qualcuno, anche il modo di arricciare il naso era simile ora che ci pensava.

 

“Ehi avevo fame, ti ricordo che sono stato in prigione” sbuffò lo squartatore come per scusarsi.

 

“Stiamo per rivelare tutto, potresti rimandare lo spuntino a dopo? Tuo figlio sta aspettando di conoscere la verità” disse indicando Levi seduto ancora accanto a lui. Il ragazzo guardava tutti senza parole, avrebbe tanto voluto avere il suo coltello con sé o le sue lame, andava bene qualsiasi cosa, non gli interessava cosa avessero quei due di così importante da dire, voleva solo andarsene, prendere Erwin, quel moccioso di Eren e possibilmente uccidere Kenny, solo così si sarebbe liberato di lui una volta per tutte.

 

Lo squartatore posò quello che aveva in mano, alternò lo sguardo da Uri a Levi. 

 

“Bene ci siamo; allora ascoltami bene moccioso, non voglio essere interrotto nemmeno una volta e questo vale per tutti” aggiunse guardando anche Erwin ed Eren

 

“Che tu ci creda o no, tutto quello che io e Uri abbiamo fatto l’abbiamo fatto per te” ammise in direzione di Levi

 

“Stronzate” rispose il giovane capitano guardandolo con astio.

 

“Uri per favore puoi farlo stare zitto?” Il biondo fece come detto; Levi provò nuovamente a parlare ma senza successo; giurò che si sarebbe vendicato. Entrambi l’avrebbero pagata.

 

“Levi ti prego, ora è importante che tu comprenda, so che in questo momento probabilmente ci starai odiando con tutto te stesso; ma quando Kenny avrà finito di parlare ogni cosa avrà senso te lo prometto” concluse l’ex sovrano facendo un cenno allo squartatore 

 

“Da dove posso iniziare?” Chiese dubbioso

 

“Dall’inizio, parti dall’inizio di tutto, Kenny” mormorò Uri quasi sull’orlo delle lacrime. Erwin continuava a non capire, decise di rimanere in silenzio in attesa del racconto, che sperava avrebbe finalmente rivelato ogni cosa. Era rimasto sorpreso nel incontrare Uri Reiss, non se lo aspettava così, non era più un ragazzo, poteva tranquillamente essere coetaneo di Kenny, tuttavia non aveva l’aria machiavellica che si era immaginato; non somigliava nemmeno al Lord Reiss che conosceva; sperò di trovare presto delle risposte. Guardò Eren, era completamente paralizzato, forse per via del potere del biondo o forse per altro, non aveva più detto una parola, alternava lo sguardo tra Levi, Reiss e lo squartatore; era impossibile per il comandante cercare di carpirne i pensieri. 

 

“Ok, allora iniziamo dal principio” esordì Ackerman 

 

 

 

820 

 

Se ci pensava se la ricordava ancora benissimo quella sera, erano passati 25, no anzi, quasi 30 anni da allora; eppure lui avrebbe potuto descrivere ogni particolare di quel momento con assoluta certezza; era tutto impresso nella sua mente, come se quei fatti si fossero svolti solo il giorno prima. Uri era accanto a lui; stava ancora dormendo nel suo sontuoso letto a baldacchino degno del sovrano dell’umanità; le lenzuola che lo avvolgevano erano rosse, un colore insolito, tuttavia il contrasto con la pelle nivea e i capelli dorati del giovane creava un effetto perfetto, era così bello da sembrare un fottuto quadro. Ricordava persino che la stanza odorava di qualche stupido incenso, ed erano in primavera, altro dettaglio; sul tavolo posizionato al centro della sala c’erano fiori freschi appena sbocciati. Kenny era ancora nudo, e osservava completamente rapito il volto del compagno mentre dormiva accanto a sé; sembrava così sereno, in pace. Lo amava, amava quell’uomo come non aveva mai amato nessuno; ovviamente non l’aveva ancora detto ad Uri, e forse non l’avrebbe mai fatto; non era quel tipo di persona e in fondo il suo amante era il sovrano, un nobile, mentre Kenny era solo un’assassino; un Ackerman; avrebbero dovuto odiarsi e invece, invece si era innamorato del nemico, proprio lui; se ci pensava si sentiva così stupido, ma non aveva potuto farci nulla; Uri aveva quell’incredibile capacità di rigirarlo come meglio credeva, riusciva ad ottenere sempre quello che voleva; contro di lui il suo cervello dichiarava la resa. Era ancora totalmente perso nei suoi pensieri quando il viso di Uri iniziò a cambiare, il sovrano cominciò a mostrare segni di sofferenza, si spostò su un fianco, poi cambiò posizione, stava succedendo qualcosa. Kenny lo prese per le spalle e provò a scuoterlo; finalmente aprì gli occhi; era terrorizzato, guardò il suo compagno confuso poi scoppiò a piangere. Lo squartatore non disse nulla, si limitò a stringerlo a sé. Ci vollero diversi minuti prima che il biondo si calmasse.

 

“Mi vuoi dire che cazzo è successo? Un incubo?” Uri si asciugò le lacrime, prima di fissarlo con un’espressione sconvolta, non l’aveva mai visto in quelle condizioni e non sapeva come comportarsi;

 

“Ho visto la tua morte Kenny, ti ho visto morire” ammise il sovrano spaventato.

 

Lo squartatore lo fissò per qualche secondo per poi scoppiare a ridere.

 

“Ma dai Uri era solo un cazzo di sogno” ma vedendo che l’altro non sembrava calmarsi continuò “me lo vuoi raccontare? Dai secondo te come morirò?” Provò a scherzarci su, anche se era veramente curioso di sapere cosa avesse spaventato così tanto il biondo. Non l’aveva mai visto così vulnerabile, e la cosa non gli piaceva per niente. Dopo qualche minuto d’esitazione Uri finalmente parlò:

 

“Eri più vecchio di ora” Kenny sorrise “sono contento di avere ancora molti altri anni da vivere” seguì un’occhiata d’ammonimento che fece capire allo squartatore che sarebbe stato meglio aspettare la fine del racconto prima di perdersi in altri stupidi commenti.

 

“Dicevo, eri vecchio, ed eri tutto solo seduto a terra, appoggiato ad un albero; il tuo viso era coperto d’ustioni, avevi una bruttissima ferita all’addome. Continuavi a ripetere il mio nome.” Concluse sorridendo tristemente fissando il vuoto. Mentre descriveva quella scena era come se la vedesse ancora ripetersi davanti a lui.

 

“Evidentemente dovevo essere già morto, ti avevo lasciato solo” Uri sospirò, in fondo non era un mistero, sapeva che gli restavano pochi anni ancora da vivere; era la sua maledizione, il suo destino.

 

“Che altro hai visto?” Domandò Kenny, non poteva esserci solo questo.

 

“All’inizio eri solo, ma poi si è avvicinato un ragazzo” Ackerman non capiva,

 

“Era giovane e ti somigliava, aveva i tuoi stessi occhi; appena l’hai visto hai sorriso subito. Gli hai consegnato una siringa, dicendo di averla rubata a mio fratello Rod, minacciavi di farti l’iniezione e trasformati in Titano” Kenny sorrise

 

“È proprio un cazzo di sogno, io non potrò mai essere così stupido” 

 

“Quando hai capito che per te era finita hai consegnato il siero a quel giovane” concluse fissandolo intensamente 

 

“Che altro?”

 

“Quel ragazzo; qualcuno in lontananza l’ha chiamato Levi”. Nel udire quel nome Kenny smise improvvisamente di sorridere. 

 

“Conosci forse qualcuno che si chiama così?” Domandò Uri preoccupato dalla reazione del compagno.

 

“Mio nonno. Levi era il nome di quel vecchio bastardo che ha cresciuto me e Kuchel dopo la morte dei nostri genitori. Lord Levi Ackerman” spiegò incredulo.

 

“Cosa pensi voglia dire Kenny?” 

 

“Che ne so io, che fai dei sogni di merda” fece per alzarsi dal letto ma il sovrano gli prese il polso, costringendolo a restare seduto.

 

“Non era un semplice sogno e lo sai anche tu. Ho visto il tuo futuro, ho visto la tua morte. Non riesco a levarmi dalla mente l’immagine del tuo cadavere. Ti ho visto morire Kenny cerca di capire!!” Disse prima di scoppiare a piangere. Lo squartatore lo strinse nuovamente a sé.

 

“Non hai visto il futuro. È una cosa impossibile”

 

“Posso manipolare i ricordi dell’umanità, controllare i titani e trasformarmi io stesso, perché avere visioni del futuro ti sembra così assurdo?” Uri era furioso 

 

“Quel moccioso allora? Mi dici chi cazzo era?”

 

“Dimmelo tu. Lo conoscevi, e lui in qualche modo teneva a te. Per non parlare del fatto che si chiamava come tuo nonno”

 

“Stai forse insinuando qualcosa?” 

 

“Era tuo figlio Kenny” l’uomo rimase immobile per qualche secondo prima di scoppiare a ridere senza ritegno. Uri si offese.

 

“Che stronzata. È impossibile che io abbia dei mocciosi in giro, sei l’unico con cui scopo” ammise per poi pentirsene, il sovrano dopo quella rivelazione inaspettata stava sorridendo, era felice. Infatti gli si spalmò addosso facendolo cadere sulle lenzuola. Si baciarono con passione.

 

“Hai detto una cosa bellissima” disse tra un bacio e l’altro il biondo.

 

“Be’ la verità. Poi sinceramente non sono tagliato per fare il genitore. Ma tanto non avrò mai mocciosi per cui” a quell’affermazione Uri si bloccò di colpo, staccandosi da Kenny e mettendosi seduto nella sua parte di letto. Lo squartatore restò per qualche momento spaesato, improvvisamente privato del suo calore.

 

“Che cazzo ho detto ora?” Chiese con fare melodrammatico

 

“Tu non vuoi dei figli?” Uri glielo domandò freddamente, anche se era ben visibile la delusione nei suoi occhi;

 

“Che domanda del cazzo sarebbe? Non ci ho mai pensato, non mi vedo molto nei panni del genitore amorevole e poi sto con te. Perché tu vorresti dei figli?!” 

 

Seguirono interminabili minuti di silenzio.

 

“Io posso avere dei figli” disse solo questo Uri e lo fece guardandolo negli occhi. In quel momento Kenny smise di colpo di respirare, chiedendosi se avesse capito bene o stesse sognando.

 

“Che cazzo hai detto?” Non voleva essere così diretto ma voleva capire che stava succedendo;

 

“È sempre per via del mio potere. Chi eredita il potere di uno dei 9 giganti diventa ermafrodita”. 

 

“Continuo a non capire” rispose Ackerman, si sentiva un’idiota ma voleva essere sicuro di una cosa;

 

“Se un giorno volessi dei figli Kenny io potrei darteli” ammise guardandolo intensamente negli occhi. Lo squartatore non rispose, si fece largo tra quelle lenzuola rosse fino a raggiungere Uri, lo spinse sotto di se prima di iniziare a baciarlo. Era stata una conversazione assurda, tutto sembrava privo di senso e la sua mente era piena di mille pensieri, però era sicuro di una cosa: lui amava Uri e avrebbe amato quell’uomo fino al suo ultimo respiro. Non c’erano parole per descrivere quel sentimento tra loro quindi decise di lasciar parlare i fatti. 

 

 

Il mattino dopo...

 

“Quel moccioso del cazzo, quello che hai sognato, quel Levi, è nostro figlio vero?” Chiese Kenny mentre distrattamente giocava con una ciocca dei capelli di Uri

 

“Te l’ho detto, aveva i tuoi occhi” rispose.

 

“Ho paura Kenny, non voglio che la mia visione, non voglio che quel futuro si avveri” confessò prima di nascondere il viso affondandolo nel petto dello squartatore. 

 

“Hai detto che ero un fottuto vecchio no? Ciò significa che accadrà tra molti anni, abbiamo tempo possiamo cambiare le cose!” Uri però non sembrò convinto

 

“Userò il mio potere per avere altre visioni sul futuro, voglio capire che cosa succederà dopo la mia morte” Kenny era senza parole

 

“Non esagerare ora. Tu non morirai, io non morirò, le cose cambieranno” 

 

“Lo spero” 

 

“Cambieremo quel futuro Uri, creeremo un futuro diverso”

 

Da quel giorno il futuro avrebbe iniziato a cambiare.

 

 

 

 

  
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