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Autore: JennyPotter99    18/05/2020    0 recensioni
Stiles, Scott e Wendy, il trio inseparabile, era al terzo anno.
Scott era un ragazzo robusto, dalla pelle un po' scura, una chioma di capelli neri e gli occhi nocciola.
La sua caratteristica che lo distingueva da qualsiasi 16enne, era la mandibola quadrata un po' storta.
Poi c’era Wendy, sua sorella, anche se c’è da dire molto di più su di lei.
Era magra, con le labbra a cuoricino e gli occhi marrone scuro.
E da quanto era nata, viveva ogni giorno, come se potesse essere l’ultimo.
Wendy era venuta al mondo con una malattia molto rara, l’unica registrata in quello stato, la progeria.
Essa invecchia le cellule velocemente, vivendo in un corpo debole come quello di un 80enne.
Faceva alcune terapie, ma i medici le avevano detto che non sarebbe arrivata ai 20 anni.
Chi non glielo ricordava tutti i giorni, era il migliore amico d’infanzia Stiles.
Testa rasata, guance rosee e uno spiccato sarcasmo.
Loro tre erano amici fin da quando erano piccoli.
E qui inizia la nostra storia.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Becon Hills era un quartiere di Boston, nel Massachussetts.
Era un posto in cui succedevano cose parecchio strane.
Chi le doveva risolvere era sempre lo sceriffo Stilinski e la sua squadra.
Il posto era prevalentemente circondato da un fitto bosco di arbusti e, l’attrazione turistica per eccellenza: la casa mezza bruciata della famiglia Hale.
Nessuno sapeva con esattezza cosa fosse successo, si sapeva solo che della grande famiglia erano rimasti solo Derek e sua sorella Laura.
A seguito di casette tutte uguali, un ospedale, c’era il liceo di Beacon Hills.
Stiles, Scott e Wendy, il trio inseparabile, era al terzo anno.
Scott era un ragazzo robusto, dalla pelle un po' scura, una chioma di capelli neri e gli occhi nocciola.
La sua caratteristica che lo distingueva da qualsiasi 16enne, era la mandibola quadrata un po' storta.
Poi c’era Wendy, sua sorella, anche se c’è da dire molto di più su di lei.
Era magra, con le labbra a cuoricino e gli occhi marrone scuro.
E da quanto era nata, viveva ogni giorno, come se potesse essere l’ultimo.
Wendy era venuta al mondo con una malattia molto rara, l’unica registrata in quello stato, la progeria.
Essa invecchia le cellule velocemente, vivendo in un corpo debole come quello di un 80enne.
Faceva alcune terapie, ma i medici le avevano detto che non sarebbe arrivata ai 20 anni.
Chi non glielo ricordava tutti i giorni, era il migliore amico d’infanzia Stiles.
Testa rasata, guance rosee e uno spiccato sarcasmo.
Loro tre erano amici fin da quando erano piccoli.
E qui inizia la nostra storia.
Era una notte di luna piena quando Scott si stava allenando in camera sua.
Insieme a Stiles faceva parte della squadra di Lacrosse: uno sport molto simile all’hockey su prato.
Mazza con una rete, palla, porta.
La scuola sarebbe iniziata il giorno dopo e lui si era allenato tutta l’estate per cercar di far parte dei titolari.
Era stanco di stare sempre in panchina.
Wendy era appena uscita dalla doccia e stava spazzolando una delle sue parrucche.
Tra i 5 e gli 8 anni, per via della malattia, i suoi capelli avevano iniziato a cadere e da allora portava sempre delle parrucche more lunghe.
Una volta che si fu vestita, sentì uno strano rumore provenire dal tetto.
Andò in camera di Scott.- Lo hai sentito anche tu?-
Il fratello si piegò sotto il letto per prendere una mazza da baseball.- Probabilmente saranno di nuovo quei procioni che ci mangiano la spazzatura.- esordì, uscendo sul terrazzo con lei.
Dato che era notte non si vedeva molto, ma Scott era pronto con l’arma.
Improvvisamente, un ragazzo spuntò dal tetto a testa in giù.
Si spaventò per la mazza, facendo urlare tutti.
Solo dopo, Wendy si accorse che era Stiles.- Ma sei impazzito?!-
-E voi che ci fate con una mazza da baseball?!- esclamò l’altro.
Wendy scoppiò a ridere.- Ci bastoniamo la gente che si arrampica sul nostro tetto.-
Mentre Scott andò a riporre la mazza, Stiles e Wendy si guardavano timidamente.
Avevano una cotta l’uno per l’altra, solo che ancora non lo sapevano.
-Allora…Io faccio Mary Jane e tu Spiderman? Ehm, volevo dire, tu fai Mary Jane e io Spiderman?-
Wendy era troppo timida e Stiles troppo impacciato.
E poi, Wendy non avrebbe mai chiesto a Stiles di farle da balia, quando la propria malattia sarebbe peggiorata.
-Che ci fai qui?- gli chiese Scott.
Stiles fece un balzo e tornò con i piedi per terra.- Cercano un cadavere nel bosco.-
Stiles era il figlio dello sceriffo e senza che lui lo sapesse, era riuscito a collegarsi con la radio della polizia.
Scott sgranò gli occhi.- Intendi morto?!-
-No Scott, un cadavere vivo, certo che morto! Venite con me?- continuò l’altro, entusiasta.
-Scherzi? Non ci porto mia sorella nel bosco.- ribatté Scott.
Wendy odiava da una parte che il proprio fratello maggiore volesse proteggerla.- Guarda che sei tu quello che rischia di prendersi un infarto per primo.- commentò, riferendosi al fatto che Scott fosse asmatico.
Nonostante il corpo di Wendy fosse sull’orlo di sgretolarsi, il suo spirito era molto forte ed erano poche le cose di cui aveva paura.
-Quindi si va!- aggiunse Stiles, alzando le braccia in aria.
Scott sospirò e tutti e tre entrarono nella Jeep.
Stiles aveva compito da poco 17 anni e aveva preso la patente.
A scuola andava con una Jeep di seconda mano, che si rompeva quasi sempre, ma Wendy ci era molto affezionata.
La scatoletta azzurra sfrecciò verso la strada che portava al bosco.
-Non ci credo che lo stiamo facendo davvero.- borbottò Scott, mentre si avviavano di soppiatto, con sotto i piedi le foglie scricchiolanti di primo autunno.
Scott diede un soffio al suo inalatore, quando si avvicinarono alla pattuglia di polizia che, con cani e torce, cercava tra i cespugli.
Si accucciarono su una collinetta per non essere visti, ma era troppo tardi.
Lo sceriffo Stilinski aveva riconosciuto Stiles, ma solo lui.
Scott e Wendy si nascosero dietro un albero per non mettersi nei guai.
La ragazza cercò di non parlare, anche se il suo fiato si vedeva chiaramente per via della nuvoletta di fumo calda.
Lo sceriffo illuminò suo figlio con la torcia dalla testa ai piedi.- Che ci fai qui?- gli domandò, scrutandolo con gli occhietti azzurri.
-Ehi papà! Volevo darti una mano!- rispose l’altro, cercando di essere credibile.
Suo padre sapeva bene che Stiles girava sempre con le sue due ombre.- E non ci sono né Scott né Wendy?-
-No, solo io.-
L’uomo sbuffò e lo afferrò per la felpa.- Andiamo a casa.-
Una volta che la pattuglia si fu allontanata, i due fratelli vennero allo scoperto.
-Perfetto e adesso come torniamo a casa?- chiese Scott, col fiato corto.
Wendy gli strinse le spalle.- Sta calmo, adesso metto la via con il GPS e ritroveremo la strada.-
Scott annuì più volte e diede un’altra inalata.
Wendy prese il telefono dalla tasca e digitò la via.
Ma quando lo schermo si illuminò, notò a terra qualcosa che non erano foglie.
Lo illuminò con il telefono e poi sobbalzò. -Oh Cristo!-
Era il cadavere, ma non integro, solo dal busto in su.
Sembrava una ragazza poco più grande di loro e gli occhi erano ancora aperti, spettrali, che la fissavano.
Scott si coprì il naso per l’odore.- Che schifo.-
Ad un certo punto, sentirono un rumore provenire da poco più in là.
Dalle ferite non era chiaro che cosa avesse ucciso quella ragazza, ma Wendy iniziò a sospettare che il responsabile fosse ancora nei paraggi.
Con le mani tremanti e tentando di fare il più veloce possibile, digitò la via di casa.
Tutto d’un tratto, da dietro dei cespugli, spuntò una mandria di cervi che prese a correre verso la loro direzione.
Scott e Wendy si accucciarono a terra, proteggendosi con le braccia.
Fortunatamente nessuno di loro li colpì, ma Scott perse il suo inalatore.
Nonostante ciò, si preoccupò per sua sorella.- Tutto bene?-
-Sì, tutto okay.-
Si rialzarono, pulendosi i vestiti e fu in quel momento che sentirono un ringhio.
Era chiaramente quello di un animale, ma era troppo buio per riuscire a capire quale.
-Oh no, il mio inalatore!-
Scott si piegò sulle foglie per cercarlo, mentre Wendy vide chiaramente due occhi rossi non tanto lontano da loro.
Le vennero i brividi.- Scott…Dobbiamo andarcene.-
-Cosa?- le domandò, confuso.
Improvvisamente, quella cosa venne fuori dall’oscurità e gli corse in contro.
-Adesso!- urlò Wendy, correndo verso la strada.
Sembrava però che quell’essere corresse molto più veloce di loro e li sovrastò.
Entrambi caddero a terra e l’animale li superò, fuggendo via.
Scott aiutò Wendy a rialzarsi, quando finalmente arrivarono sulla strada asfaltata.
Wendy iniziò a sentire il braccio bruciare e notò che la manica della felpa era squarciata.
Sotto, sul suo avanbraccio, un enorme morso sanguinante.
-S-Scott…-
Quando alzò lo sguardo, vide che suo fratello ne aveva uno identico sul fianco.
-Che cos’è?- domandò, tremante.
Wendy scosse la testa, sconvolta.- Non lo so…-
Poi, un ululato.
   
 
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