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Autore: JennyPotter99    19/05/2020    0 recensioni
Stiles, Scott e Wendy, il trio inseparabile, era al terzo anno.
Scott era un ragazzo robusto, dalla pelle un po' scura, una chioma di capelli neri e gli occhi nocciola.
La sua caratteristica che lo distingueva da qualsiasi 16enne, era la mandibola quadrata un po' storta.
Poi c’era Wendy, sua sorella, anche se c’è da dire molto di più su di lei.
Era magra, con le labbra a cuoricino e gli occhi marrone scuro.
E da quanto era nata, viveva ogni giorno, come se potesse essere l’ultimo.
Wendy era venuta al mondo con una malattia molto rara, l’unica registrata in quello stato, la progeria.
Essa invecchia le cellule velocemente, vivendo in un corpo debole come quello di un 80enne.
Faceva alcune terapie, ma i medici le avevano detto che non sarebbe arrivata ai 20 anni.
Chi non glielo ricordava tutti i giorni, era il migliore amico d’infanzia Stiles.
Testa rasata, guance rosee e uno spiccato sarcasmo.
Loro tre erano amici fin da quando erano piccoli.
E qui inizia la nostra storia.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Per il resto della sera, Scott e Wendy si erano medicati le ferite, coprendole con un grosso cerotto per non farle vedere alla loro madre.
Melissa lavorava come infermiera al pronto soccorso della città ed era anche la balia di sua figlia.
Nel tempo libero, invece di pensare a se stessa, studiava insieme ad alcuni medici come poter curare Wendy.
Una cura per la sua malattia non esisteva ancora e forse mai sarebbe esistita, ma lei non si arrendeva.
Il giorno successivo, i fratelli McCall andarono al primo giorno di scuola come se nulla fosse, raccontando l’accaduto a Stiles.
L’unica cosa per cui l’amico era geloso, era il fatto che avevano trovato il cadavere prima di lui.
Mentre entravano per il corridoio, Lydia Martin passò accanto a loro, spargendo profumo alla fragola che emanavano i suoi capelli rossi, lunghi e ondulati.
Lydia era la ragazza più bella della scuola: Wendy se lo sognava di essere bella e popolare come lei.
Spesso beccava Stiles a fissarla con un tratto di bava all’angolo della bocca e, gelosa, gli dava sempre uno spintone.
Wendy, Scott e Stiles erano sostanzialmente dei normali ragazzi sfigati.
Tutti e tre si avviarono a lezione di storia: i loro posti erano sempre i tre banchi al centro della stanza.
Stiles davanti, Wendy dietro di lui e Scott per ultimo.
C’erano perfino incisi sotto i loro nomi, fatti col taglierino.
-Senti, stavo ripensando al ballo d’inverno.- le disse Stiles, dandole un colpetto dietro le spalle.
Wendy aggrottò le sopracciglia e si voltò verso di lui.- Stiles è tra più di due settimane.-
-Lo so, lo so, ma saremo impegnati con lo studio e poi…Io spero di entrare nella squadra di LaCrosse quest’anno, anche se ci vorrebbe un miracolo per farmi ammettere, tipo che Gesù scendesse sulla terra e sussurrasse all’orecchio del coach…-
La ragazza sorrise, capendo che era uno di quei momenti in cui l’amico parlava a vanvera.
Gli tappò la bocca con un dito.- Stiles, vieni al punto.-
-Okay, il punto è…Vuoi venirci con me?-
Wendy fu sorpresa della sua domanda.
Dentro di se pensò probabilmente che Stiles non avesse nessun’altro a cui chiederlo.
-Me lo stai chiedendo perché sai che non sono mai stata ad un ballo e perché sto lentamente morendo, giorno dopo giorno?-
D’un tratto, gli occhi di Stiles si fecero lucidi e le afferrò la mano.- No, io…Dio Wendy, non dire queste cose.-
Lei ci aveva ormai fatto l’abitudine.- Sai che è così.-
In quel momento, mentre le loro dita si sfioravano, Wendy iniziò a sentire un curioso rumore.
Era un battito.
Si guardò intorno, ma nessuno stava battendo le dita sul banco o la gamba sul pavimento.
Poi capì: era un battito cardiaco.
Non era il proprio cuore, lo sentiva pulsare piano.
Era quello…Di Stiles.
-Perché il tuo cuore batte così forte?- gli chiese, confusa dalla situazione.
Non capiva come fosse possibile.
Anche il ragazzo la guardò stranito.- C-cosa?-
La campanella suonò e quello stordente rumore rimbombò nelle orecchie di Wendy, ampliato più del solito.
-Wendy, ti senti bene?-
Il suono era troppo assordante e fu costretta a correre via dall’aula, scappando nel bagno delle ragazze, l’unico posto chiuso.
Credeva di avere un attacco di panico, il che era solito per lei.
Tentava di vivere le giornate come venivano, ma quando d’un tratto, si ricordava che la propria vita poteva finire da un momento all’altro, le saliva una tremenda ansia.
Cercò di inspirare ed espirare fin che l’attacco non terminò e poi si guardò allo specchio, ricomponendosi.
Si tolse la felpa e controllò la ferita al braccio.
Quando alzò il cerotto però, il morso era sparito, come se si fosse guarito da solo.
Quella non era di certo una cosa normale.
***
Quello stesso giorno, si sarebbero svolte le selezioni per la nuova squadra di LaCrosse.
Non lontano dall’edificio, c’era un piccolo prato attrezzato con delle tribune dove i ragazzi si allenavano.
Il coach Finstock insegnava economia, ma era anche l’allenatore della squadra: un curioso uomo pieno di sarcasmo, che urlava sempre invece di parlare a tono normale.
Il capitano della squadra, fino all’anno prima, era Jackson, il fidanzato di Lydia.
Anche lui uno dei ragazzi più popolari della scuola, dato il suo bell’aspetto: pelle perfetta, occhi azzurri e chioma ingelatinata.
Wendy lo aveva sempre trovato un gran pallone gonfiato e Jackson le rispondeva con continue battutine.
Uscita dal bagno delle ragazze, Wendy si avviò al campo di LaCrosse, dove sapeva di trovare il fratello: anche a lui la ferita era guarita?
Ma era troppo tardi: lui e Stiles erano giù sul prato a lanciare palle, così si sedette sugli spalti per guardare.
Si mise accanto ad una ragazza che non aveva mai visto prima: era molto pallida e aveva una lunga chioma di capelli neri.
-Ciao…Sei nuova per caso?- le domandò.
-Ciao, sì, mi sono trasferita da poco da San Francisco è il mio primo giorno.- le rispose, stringendole la mano amichevolmente.- Sono Allison Argent.-
-Wendy McCall.- ricambiò sorridendole.
-Tu che sei qui da molto, sai dirmi quello chi è?- le chiese, indicando proprio il fratello.
-E’ mio fratello Scott…Perché?-
-Niente è che…E’ stato molto gentile stamattina con me.-
A Wendy venne da sorridere: se durante la sua infanzia non ci fosse stato Scott, probabilmente avrebbe perso tutta la sua vitalità.
Se fosse stata da sola, Wendy si sarebbe lasciata morire prima.
Invece, Scott era sempre pronto a proteggerla.
-Sì, lui ha l’animo fin troppo gentile. Mi aiuta con la mia sindrome di Hutchinson-Gilford.-
Allison la guardò stranita.- La tua cosa?-
Wendy ridacchiò.- Progeria. E’ una malattia rara che causa l’invecchiamento precoce. Praticamente tutte le mie cellule hanno tipo 80 anni.-
-Oh wow, mi dispiace tanto…-
Wendy odiava la pietà.- Anche se non altera la mente.- spiegò, ticchettandosi sulla tempia.- Sono sempre una ragazza di 16 anni.- le disse, sorridendo.
-Allison, mi hai preso il posto?!-
Wendy udì una voce stridula venire verso di loro.
Era proprio Lydia Martin, nel suo vestito ondeggiante.
Allora Wendy capì che si era appena seduta al suo posto.- Oh, vedo che hai fatto amicizia con Lydia.- le sussurrò, facendole capire con lo sguardo che la odiava non poco.
Allison rise, capendo la sua reazione.- Sì, è stata carina, mi ha fatto fare il giro della scuola.-
-Beh, buona fortuna.- disse infine Wendy, cambiando posto.
In quello stesso momento, Wendy vide suo fratello fare una sorprendente azione: prendere la palla a terra con la mazza, superare gli attaccanti con una forte spallata e segnare.
Gli altri della squadra si erano ritrovati a terra doloranti: perfino Danny, che era il doppio di Scott in quanto a robustezza.
Quella era un’altra cosa molto strana.
Ma questo lo aveva fatto entrare nella squadra.
   
 
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