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Autore: Dragon mother    20/05/2020    2 recensioni
Isabella sta tornando da una breve vacanza insieme ai genitori. Poco prima di giungere nella sua città, l'auto su cui viaggia precipita in un laghetto. Lei viene salvata miracolosamente ma dei suoi genitori non vi è nessuna traccia... per alcuni anni...
Eccomi qui a ripubblicare questa storia dal mio vecchio account. Tutti i capitoli sono stati revisionati e all'occorrenza corretti.
Spero entrerete a dare un'occhiata.
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Carlisle Cullen, Edward Cullen, Esme Cullen, Isabella Swan | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Charlie/Renèe, Emmett/Rosalie
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Buongiorno ragazze, tutto bene? Sto preparando una sorpresa per voi, se riesco ve la pubblico oggi, altrimenti nei prossimi giorni.
Come sempre un grazie a tutte voi che seguite le mie storie.
Buona lettura e a presto.
 
 
 
 
Bella
 
Quando i miei occhi realizzano cosa c’è davvero davanti a loro, scoppio anch’io a ridere e solo dopo mi giro offesa verso Edward.
“Dimmi, quanto ti sei divertito a farmi questo scherzetto fratellino?” gli domando calcando sull’ultima parola e appoggiando le mani sui fianchi, cercando inutilmente di assumere una espressione da dura.
“Bella, tu devi aver frainteso le mie parole” trattiene a stento le risate.
“Ah sì eh, fai ricadere la colpa sulla tua sorellina preferita. Bravo” mi fingo stizzita voltando lo sguardo dall’ altra parte.
Edward però non ci casca.
“E’ inutile che fai così, con me non attacca e poi questa è davvero una stanza delle torture.. lo scoprirai presto, quando Alice deciderà di utilizzarla con te”
Quella stanza altro non era che una perfetta riproduzione di un istituto di bellezza, un salone di parrucchiera e un centro benessere in miniatura.
“Ok mi arrendo, non riesco ad essere arrabbiata con te, ma visto che in qualche modo sei in debito con me, vorrei che tu mi portassi in un posto adesso”
“Certo, ovunque tu voglia”
“Vorrei vedere la tua camera”
Cinque minuti dopo sono sdraiata sul letto a baldacchino più bello che abbia mai visto.
Certo non mi aspettavo di trovarne uno in una camera di un ragazzo dei giorni d’oggi ma ho capito che questa famiglia è davvero particolare.
Lì trovo tanta musica, tanti libri, un pc su di un’antica scrivania.
Tanti vestiti e una chitarra appoggiata in un angolo.
“E’ tua anche quella chitarra?” chiedo di slancio, curiosa.
Alla mia domanda cambia subito espressione e dal suo volto scompare il sorriso che fino a poco prima lo illuminava.
Capisco di aver fatto una domanda sbagliata e mi affretto a scusarmi ritirando quelle parole.
“Non preoccuparti. Sì è mia, è un regalo di mia madre, la mia madre naturale: vedi, io sono stato adottato, Esme e Carlisle non sono i miei veri genitori”
Al sentire quelle parole avrei voluto mordermi la lingua.
“Oh Edward scusami non volevo rattristarti” e senza pensarci due volte mi avvicino a lui e lo stringo a me con tutta la mia forza.
Lo sento circondarmi la vita con le braccia e affondare il naso nei miei capelli.
Restiamo così, dondolandoci in un abbraccio per un tempo che mi pare infinito ma nel quale mi sento pienamente al mio posto.
 
Mi sono appena fatta una doccia e ho lavato i capelli con lo shampoo che mi ha dato Alice, è davvero buono, profuma di lavanda.
Infilo un jeans e una maglietta e scendo per cena.
Chissà cosa ha preparato Esme per questa sera, ogni cosa cucinata dalle sue mani è sempre una bontà.
Varco la soglia della cucina e un profumo di mozzarella mi colpisce in pieno.
“Pizzaa” grido più a me stessa che agli altri anche perché non c’è in giro nessuno.
Ma dove sono tutti?
Un attimo dopo due braccia forti mi tolgono la terra sotto i piedi e mi fanno volteggiare per aria.
Emmett, l’orso tenerone.
“Un giro in giostra gratis, wow” urlo un po’ spaventata dal suo gesto.
Quando mi mette giù mi devo aggrappare a lui perché la testa mi gira troppo.
“Ehi Bellina stai bene? Non dirmi che ti senti male per così poco?”
“No no tranquillo Emmett è tutto ok, ora passa” gli rispondo tenendomi la testa con una mano.
“Sei sempre il solito, Emmett” borbotta Edward, strappandomi dalle sue braccia e portandomi sul divano con lui.
Che tenero quando si comporta così.
Dal giardino si sente la voce di Esme che ci avvisa di metterci a tavola perché è pronto.
Gustiamo diverse pizze, Esme ne ha preparate davvero di tanti gusti, cucinandole nel forno a legna che c’è nel giardino accanto alla griglia.
Questa casa non smetterà mai di stupirmi.
Alla fine poi Carlisle porta in tavola la torta al cioccolato e dalla felicità mi alzo e corro ad abbracciare Esme.
“Oh grazie Esme, grazie per tutto quello che hai fatto, grazie per le tue cure da mamma, grazie per tutte le cose buone che mi prepari, sei davvero speciale” le confesso aprendole il mio cuore e stringendola a me.
“Grazie a te piccina, da quando sei entrata nelle nostre vite le hai rese migliori”
Una lacrima scappa al mio controllo mentre ancora ci stringiamo ma ci pensa Emmett a far tornare il sorriso.
“Beh mica solo per te Bellina, mamma cucina anche per me”
I suoi fratelli si voltano a guardarlo sbalorditi mentre Carlisle ed Esme cercano di non ridergli in faccia.
“No davvero, sei serio Emm, no perché in caso contrario allora sei proprio bravo a fare il cretino” Rosalie.
Adesso sono io che sto ridendo coinvolgendo alla fine anche Esme e Carlisle.
“Ok ok ragazzi, io non voglio portarvi via vostra madre né tanto meno le cure che lei ha per voi. Quindi mi dispiace se vi ho creato qualche problemino”
Rose volta il suo sguardo su di me e poi sbotta
“Ok, ora Bella lo chiedo a te quello che ho detto prima ad Emmett..” mi guarda aspettando una risposta ma prontamente interviene Carlisle.
“Ragazzi, ragazzi qui nessuno sta portando via niente a nessuno. Siamo una grande famiglia e ci  vogliamo bene tutti alla stessa maniera, senza preferenze, voglio che questo sia chiaro”
Emmett prende la parola scusandosi e dicendo che lui voleva scherzare, non pensa quello che ha detto e soprattutto che mi vuole molto bene.
La serata prosegue tranquilla fino a quando uno sbadiglio mi coglie e dando la buonanotte a tutti vado in camera mia.
 
Edward
 
Sono nella mia camera a leggere quando dei pensieri caotici arrivano a me.
Emmett.
E’ fuori dalla porta e mi sta chiedendo se può entrare.
“Vieni Emm” lo invito.
“Che c’è? Perché hai quella confusione in testa?”
Mi guarda e dai suoi pensieri capisco che sta valutando se parlarmi o andarsene.
“Oh avanti sputa il rospo!”
“Sono preoccupato per Isabella” mi confessa poi.
“Vai avanti” lo incito perché non so proprio dove voglia arrivare.
“Sono preoccupato per lei, per la sua incolumità, per la storia dei suoi genitori ma soprattutto per la sua reazione quando scoprirà cosa siamo veramente”
Sospiro, come se questo gesto potesse tranquillizzarmi.
Emmett può sembrare un mattacchione, uno superficiale e sempre pronto a fare caciara ma ha una testa che funziona perfettamente e un cuore che, anche sé è fermo, funziona benissimo.
E da quando Bella è entrata nelle nostre esistenze, lui come tutti noi l’ha presa sotto la sua ala protettrice.
“Emmett lo sai che provo le stesse cose e sai anche che rivelarle la nostra vera natura adesso sarebbe troppo prematuro. La conosciamo da anni ma vive qui da neanche due giorni, come pensi che reagirebbe? Ne abbiamo già parlato, è troppo presto”
Fa due passi verso di me sedendosi poi sul mio letto, i gomiti sulle ginocchia.
“La pista che stavi seguendo non ha dato risultati Edward, dove dovremmo cercare secondo te? Carlisle sta aspettando notizie dal clan di Denali ma crede che anche lì sarà un buco nell’acqua” mi dice afflitto.
“Andremo avanti passo per passo, non possiamo fare altrimenti e cercheremo di tenerla al sicuro il più possibile. Per ora non so che altro fare” gli confesso infine.
“Sì hai ragione, possiamo fare così, per ora”
All’improvviso cambia espressione e mi guarda con un sorrisino come se dovesse dirmi altro.
Poi nei suoi pensieri leggo la sua domanda.
Bella ti piace veramente tanto, pensi che sia lei la tua cantante?
Emmett lo aveva capito da subito; c’era qualcosa in quella ragazza che mi aveva attirato a lei dal primo giorno in cui la vidi. Al di là dell’aspetto esteriore e del suo bisogno di protezione, io mi sentivo attratto da lei come mai mi era successo in cento e più anni di età.
“Io credo che ci sia di più di questo Emm, io credo.. credo che mi sto innamorando di lei”
Sostiene il mio sguardo quando punto gli occhi nei suoi e mi sorride.
“Si vede sai e forse l’unica che ancora non l’ha capito è proprio lei. Vedrai che tutto andrà al suo posto e non sentirti in colpa per niente, io ho trovato Rose, Alice ha trovato Jasper e tu hai lei” dicendo così mi dà una pacca sulla spalla e se ne va chiudendosi dietro la porta.
Sorrido anche io.
Emmett è forse quello che tra tutti mi capisce meglio, perfino meglio di Jasper nonostante lui abbia come dono il controllo delle emozioni.
Emmett ed io abbiamo una storia di vita simile, entrambi siamo stati trasformati da Carlisle praticamente in fin di vita; mentre io morivo di spagnola lui è stato salvato perché attaccato da un orso.
Io sono stato il primo ad aggiungermi a questa famiglia e poco dopo è arrivato Emmett.
Ci siamo aiutati a vicenda a superare le difficoltà della trasformazione, mi fido totalmente di lui e si può proprio dire che siamo cresciuti insieme.
Se dovessi affidare la mia vita a qualcuno l’affiderei di certo ad Emmett.
E sicuramente gli affiderei Bella.
 
La mattina seguente inizierebbe nella monotonia come gli ultimi cento anni se non fosse per quella ragazzina che proprio ora sta entrando in salotto.
“Buongiorno a tutti. Oggi è una stupenda giornata. Alice più tardi ti andrebbe di accompagnarmi in un posto”
Parla tranquillamente con mia sorella senza degnarmi di uno sguardo.
Non mi ha neanche salutata.
“Ehi Ed, perché non ti ha neanche salutata?” mi chiede con la mente.
Il solito Emmett che se non rigira il dito nella piaga non sta bene.
“Emmett potresti evitare, per favore” borbotto infastidito a bassa voce perché non voglio che Bella mi senta.
“Certo Isa, molto volentieri ma cosa devi fare di preciso?”
“Oh devo comprare una cosa” risponde ermetica.
La sento strana stamattina, è agitata ma non è a causa degli incubi; questa notte non ne ha avuti, l’ho controllata praticamente ogni ora varcando la porta della sua stanza come se fosse un’enorme calamita.
La osservo quando per una frazione di secondo sposta lo sguardo su di me e mi sorride ma volta subito la testa verso Alice, avvisandola che vuole partire subito dopo aver fatto colazione.
Questo suo segreto mi infastidisce notevolmente, sono il suo fratellino, perché non parla con me?
Ben presto tutti iniziano a svolgere le loro attività quotidiane ma io non sarò tranquillo fino a quando non scoprirò che cosa ha Bella di strano.
La raggiungo nella sua camera intenta a spazzolare i suoi lunghi capelli castani.
“Ehi” sussurro per non spaventarla.
“Ehi” mi fa eco lei con un sorriso.
“Tutto bene Bella, mi sembri un po’ strana stamattina”
“Strana, io? N..no ti sbagli” mi risponde senza guardarmi e questo mi conferma che effettivamente qualcosa c’è ma non voglio insistere oltre, lei sa che se ha bisogno io ci sono, anche se tutto questo suo comportamento mi infastidisce.
“Va bene, ma Bella?”
“Sì” ora torna a guardarmi.
“Ti prego per qualsiasi cosa, se hai bisogno di qualunque cosa io ci sono, lo sai”
Annuisce sorridendo mentre infila due mollette tra i capelli.
Non sono comunque tranquillo quindi penso che andrò a caccia, tanto per svagarmi un po’.
 
 
Bella
 
Oggi è una bellissima giornata e sono stranamente tranquilla.
Ieri mentre eravamo al centro commerciale, mi è venuta la fantastica idea di comprare un regalo ad Edward.
Vi chiederete perché proprio ad Edward e perché solo a lui: la risposta è non lo so.
Sono tutti gentili e premurosi con me, non mi fanno mai mancare niente, sempre disponibili ad ogni mio bisogno ma Edward.. con Edward è tutto diverso.
Lui sa sempre cosa voglio, come aiutarmi quando ho gli incubi, a volte termina le frasi che lascio in sospeso.
Mi protegge, sempre e non perde occasione per tranquillizzarmi prendendomi tra le sue braccia.
Ed è proprio in quei momenti che mi sento come se lui fosse l’altra mia metà della mela.
E ora che sono qui con Alice non so davvero che cosa regalargli.
Alice si accorge del mio stato e mi chiede se va tutto bene.
“Sì sì Alice è solo che.. ecco vedi, io oggi ti ho chiesto di venire qui per prendere un regalo.. ad Edward.. ma non ho la minima idea di cosa comprare, non conosco minimamente i suoi gusti”
“Ho capito tutto Isa e ho proprio il regalo che fa a caso tuo. Vieni con me”
Mi trascina alcuni metri più in là e mi conduce all’ingresso di un negozio di fotografia.
“Qui Alice? Sei sicura?” le chiedo titubante.
“Certo Isa, proprio qui. Ti fidi di me?”
Mi fido di lei e quindi non faccio altro che seguirla.
La vetrina espone macchine fotografiche, rullini e altri componenti ma all’interno del negozio troviamo molteplici articoli.
Come sempre lei sa dove andare e sicura si dirige al bancone in fondo, dove una commessa sta spolverando degli zoom prima di posizionarli nella vetrinetta.
“Ciao, come posso esservi d’aiuto?” ci accoglie lei appena ci vede.
“Ciao, noi abbiamo bisogno di un portafoto un po’ particolare, dobbiamo fare un regalo importante” pronuncia l’ultima parola voltandosi per farmi l’occhiolino.
Adesso si spiega l’idea di Alice di venire proprio qui.
Ne avevano di tutti i tipi, di tutti i colori e di tutti i materiali.
Ma guardandomi attorno, uno attira subito la mia attenzione e mi porta ad avvicinarmi per sfiorarlo con un dito.
“E’ perfetto” sussurro non sapendo di avere dietro Alice che alle sue parole mi fa sobbalzare.
“Sì lo è” sentenzia felice battendo le mani.
“Vieni, facciamoglielo incartare e aggiungiamo anche un bel fiocco.. blu!”
Dieci minuti dopo siamo in auto e stiamo tornando a casa quando Alice vedendomi così felice ma al tempo stesso un po’ preoccupata che il mio regalo potrà non piacergli, cerca di consolarmi.
“Vedrai gli piacerà tantissimo, lo so già” e così dicendo mi strizza un’altra volta un occhio e si immette nel traffico della città.
   
 
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