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Autore: Bloodred Ridin Hood    20/05/2020    1 recensioni
Commedia sperimentale sulle vicende di vita quotidiana della famiglia più disfunzionale della saga.
Immaginate la vita di tutti i giorni della famiglia Mishima in un universo parallelo in cui i suoi membri, pur non andando esattamente d’accordo, non cerchino di mandarsi all'altro mondo gli uni con gli altri.
[AU in contesto realistico] [POV alternato]
[Slow-burn XiaoJin, LarsxAlisa] [KazuyaxJun] [Accenni di altre ship]
[COMPLETA]
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Kazama, Jin Kazama, Jun Kazama, Lars Alexandersson
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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44
Different Kinds of Friendship
(Jin)

“Allora… stai davvero andando al tuo garage?”
Annuisco.
“Andiamo.” dico poi “Facciamo un pezzo di strada insieme.”
Ci incamminiamo in silenzio verso il complesso Mishima, dove vive Xiaoyu.
L’atmosfera è un po’ tesa, sto ancora valutando quali siano le parole migliori per poter strappare il cerotto il più velocemente possibile senza che faccia troppo male.
“È andato bene… qualsiasi cosa tu abbia dovuto fare stasera?” è lei la prima a rompere il silenzio, quando ormai siamo praticamente a metà strada.
Domanda difficile.
“Più o meno.” borbotto.
Da una parte la nonna terrà d’occhio la situazione, poi certo, dall’altra non muoverà un dito per aiutarmi. Ho lasciato la famiglia e sono stato completamente abbandonato al mio destino, ho giusto i soldi per mangiare qualche settimana, ma direi che per metà si può sempre dire che il pomeriggio sia andato… più o meno bene?
“Come è andata la festa?” chiedo allora anche io per alleggerire un po’ la tensione.
“Molto bene.” annuisce “È stata una serata divertente! Kamiya sembrava contento.”
“Mm.” annuisco piano.
“È un bravo ragazzo.” commenta poi.
“Lo è.”
“È proprio un peccato che si debba trasferire.” continua “E poi voi due vi conoscete da così tanto tempo!”
“Credo ci stia provando con te.” dico atono.
Xiaoyu si volta immediatamente guardandomi stranita.
“Cosa?!”
Guardo avanti, un po’ impacciato.
“Ho detto che forse ci sta provando con te.”
Dopo qualche secondo di esitazione, ridacchia divertita, come se avesse appena sentito un’assurdità.
“Certo, come no! Come se tu avessi occhio per queste cose!”
Giusta osservazione.
“Me l’ha fatto notare Julia.” le faccio sapere allora.
Ora il giudizio è più affidabile. Smette di colpo di sorridere, mi osserva incredula per una manciata di secondi, poi sposta lo sguardo davanti a sé pensierosa.
“Oh.” dice soltanto.
“Kamiya è un bravo ragazzo. Migliore di tanti altri.” riprendo “Certo, a volte si comporta un po’ da stupido, ma…”
“Oh per l’amor del cielo, piantala!” sbotta lei intuendo il seguito del discorso “Non ho bisogno che tu mi aiuti a trovarmi un ragazzo!”
“Non… ti sto aiutando a trovarti un ragazzo!” replico immediatamente “Ho solo detto che… è un bravo ragazzo, meglio di… altri.”
Rotea gli occhi all’indietro.
“E così vuoi lasciare il paese!” forza un cambio d’argomento.
“Beh, non so bene quando ma… credo che prima o poi lo farò. Ho bisogno di andarmene il più lontano possibile.” confermo “È l’unico modo per uscire dalla loro influenza una volta per tutte.”
“E quindi presto non ci vedremo più.” aggiunge abbassando lo sguardo.
Segue una breve pausa. Posso notare la tristezza sul suo volto che non fa che peggiorare il mio senso di colpa. Ovviamente è molto più difficile doversi allontanare dopo aver condiviso determinate cose. Sono stato un cretino irresponsabile.
“Mi dispiace.” dico “È colpa mia. Non saremo mai arrivati a questa situazione se solo fossi stato più deciso nel…”
“Non è tutta colpa tua.” rettifica lei con un filo di voce “Hai sempre detto come la pensavi. Hai cercato di tirarti indietro in mille modi… io non ti ho di certo reso le cose facili.”
Abbozza un sorriso, io sospiro nervosamente. In effetti è vero che anche lei non è stata troppo collaborativa, ma comunque la colpa maggiore rimane la mia. Sapevo benissimo di non potermi permettere di giocare ad avere una relazione con qualcuno.
“Cosa farai adesso?” vuole sapere.
Altra domanda difficile.
“Mi hanno bloccato il conto, quindi non potrò andarmene subito.” spiego “Per il momento dovrò cercarmi un lavoro qui, poi procurarmi un visto e…”
In quel momento si gira di scatto come se le fosse appena venuto in mente qualcosa.
“E come farai con lo studio?”
Sono sorpreso da questa domanda. Credevo fosse ovvio.
Il mio sguardo le basta come risposta.
“No!” sgrana gli occhi “Non puoi mollare tutto così! Sei il terzo studente migliore dell’intero politecnico!”
“Sono al verde!” ribatto “Ho bisogno di un lavoro a tempo pieno, lo studio non è più una priorità per me ormai!”
“Ma come puoi buttare all’aria tutto ciò che hai fatto in questi anni?!”
Ennesima domanda difficile.
“Non fa piacere neanche a me, credimi.” ammetto “Ma alla fine la cosa più importante per me è allontanarmi dalla mia famiglia e se questo è il prezzo da pagare sono pronto anche a questo!”
“Ma come farai a trovare un lavoro soddisfacente senza un titolo?!”
“Non mi importa dei titoli!” rispondo un po’ bruscamente “Me la caverò in un modo o nell’altro.”
“Sei sicuro?” chiede preoccupata.
Scosto lo sguardo. No, dopo Asuka non sono pronto per un’altra scenata di apprensione.
“Insomma, non so cosa sia successo con la tua famiglia, ma… sei sicuro che tua madre non possa cambiare idea e decidere di riaprirti il conto?” chiede cauta “Dopotutto sono i tuoi soldi! Potresti vivere da un’altra parte e continuare anche con lo studio.”
“No!” rispondo secco “Non ho intenzione di chiedere più niente a nessuno di loro! A costo di finire a vivere sotto un ponte o di dovermi vendere!”
Xiaoyu sgrana gli occhi di nuovo e si ferma.
“Non dici sul serio.” mormora inorridita.
A quel punto mi rendo conto che è necessario fare qualche passo indietro.
“Intendevo… vedere la mia compagnia.” specifico subito “ Tipo in uno di quegli orribili host club… anche se… chi vorrebbe mai pagare per la mia compagnia? Forse alla fine avrei più fortuna nel vendere… altro.”
Lo dico per fare un po’ di cruda ironia, ma lei non la coglie e mi guarda con orrore.
“Tua madre deve assolutamente aprirti il conto! Se solo sapesse che hai anche soltanto pensato a certe cose!”
“Hey calma! Era una battuta! Credevo fosse ovvio!” mi affretto a precisare, poi aggrotto le sopracciglia sorpreso “Credi davvero che possa considerare realmente certe cose?!”
Lei non mi risponde. Ok, ho sempre saputo che scherzare non fosse il mio forte, ma non pensavo neanche di esserne così negato!
“Scherzavo!” ripeto ancora una volta “Hai così poca fiducia nelle mie capacità di sapermela cavare?!”
Lei sospira.
“No.” ammette “Non mi spaventa che tu non te la sappia cavare.”
“Allora?” alzo un sopracciglio, aspettandomi una precisazione.
“Mi spaventa il tuo lato oscuro!” risponde in brutale onestà.
E dopo questo non ho più tanta voglia di scherzare. Le mie labbra si distendono e smetto di camminare.
“La tua rabbia accecante, la tua tendenza all’autodistruzione…” continua ad elencare a mo’ di rimprovero “Il volerti ostinare a fare tutto da solo senza mai chiedere l’aiuto di nessuno, a costo di sacrificare te stesso!”
Segue una breve pausa. Le codine le dondolano al vento, resta a poco passi da me, con occhi che sembrano iniziare a farsi lucidi.
“Mi spaventa questo di te!” aggiunge con un filo di voce “Non deve… per forza andare così, lo sai.”
Altra pausa.
“Non devi per forza affrontare tutto da solo.”
Non ho apprezzato questa sorta di intrusione nei miei spazi personali. Ma non è niente di nuovo, è sempre la solita vecchia divergenza di opinioni. E so che a modo suo sta soltanto cercando di esprimermi la sua vicinanza. Cosa che non mi lascia di certo indifferente, sotto la mia corazza di pietra.
Le rivolgo un piccolo sorriso, sincero. Colmo di gratitudine.
“Io decisamente non merito neanche la tua amicizia, figuriamoci il resto.” sussurro “E ti sono grato per come hai cercato di aiutarmi.”
E proprio per la gratitudine e il rispetto che nutro nei suoi confronti, devo allontanarmi da lei.
Spengo il sorriso.
“Ma questa è la mia guerra personale, è una cosa che devo affrontare da solo. ” continuo serio “Hai sempre saputo anche tu che questo momento prima o poi sarebbe arrivato.”
Per qualche secondo ci guardiamo in silenzio, senza dire niente. Ci sarebbero certamente mille altre cose da dire, ma d’altra parte sono certo non c’è realmente bisogno di sentirle a voce alta.
“È questo che vuoi veramente?” chiede con un soffio “Che mi faccia da parte?”
“Sarebbe meglio così.” rispondo senza esitazione.
Fa un piccolo cenno d’assenso con la testa, mentre una lacrima le scivola lungo la guancia. “Buona… fortuna allora.” dice con un filo di voce.
Mi abbraccia.
Rispondo al gesto e resto per qualche secondo in silenzio a sentire quel calore per l’ultima volta, prima di abbandonarmi per sempre alla solitudine. Ci separiamo e senza dire altro mi volto e inizio a camminare per la mia strada. Cerco di soffocare nell’oscurità la parte più umana e più debole di me che mi implora di tornare indietro e di cercare un’altra soluzione. Non sento passi dietro di me. Sono un po’ sorpreso, ma apprezzo che mi stia davvero lasciando andare alla fine. Spero che capisca e che mi possa dimenticare un giorno. Andrà avanti con la sua vita normale, circondandosi di persone normali, come merita. Al pensiero della sua vita normale cerco di ignorare quel buco in mezzo al petto. Sospiro e mi concentro per convincermi di stare facendo la cosa giusta.


Passare la notte in un garage non è poi così male, cerco di ripetermi. Non prendiamoci in giro, è sporco, scomodo, triste e sei costretto a dormire per terra con un borsone come cuscino. Però hai un tetto sopra la testa e quattro mura intorno a ripararti dal freddo della notte. Poteva andarmi decisamente peggio!
Sbuffo e mi muovo per passare da una scomoda posizione ad un’altra vagamente più tollerabile. Sono troppo viziato per riuscire a dormire in un posto del genere, nonostante sia letteralmente a pezzi dopo la dura giornata che ho passato, sia fisicamente, che mentalmente. E poi c’è il fatto che non ho ancora mandato giù del tutto il senso di colpa per Xiao, cosa a cui mi ritrovo a ripensare continuamente. È davvero strano mi abbia lasciato andare così facilmente! Probabilmente l’ho ferita così tanto che non ha neanche cercato di fermarmi! Chissà a cosa starà pensando poverina! Deglutisco e mi giro dall’altra parte.
Perché anche se non le abbiamo dato un nome, quella era una relazione. E non una cosa da trombamici, un coinvolgimento affettivo c’era bello e buono!
Mi giro di nuovo, imponendomi di spegnere il cervello, quando un un rumore improvviso mi fa rizzare a sedere. Tendo le orecchie e lo sento un’altra volta. Non mi sono sbagliato, dunque.
Cerco a tastoni il telefono per accendere la luce. Si sente una terza volta. Illumino la serranda del garage. È qualcosa che sbatte sulla serranda da fuori.
Che diavolo sta succedendo? Nessuno sa che sono qui, neanche il padrone del garage che abita qua sopra. Pago una quota mensilmente per poter lasciare la moto (cosa che tra l’altro adesso non potrò più permettermi), ma non credo sarebbe felice di trovarmi qui mentre cerco di dormire come un barbone infiltrato!
Sarà lui? Mi avrà notato arrivare?
Mi isso su uno scaffale per arrivare alla finestrella che sfiora il soffitto per poter sbirciare fuori e… quello che vedo mi lascia senza parole.
“Non ci posso credere.” commento scendendo dallo scaffale.
Vado a recuperare le mie chiavi lasciate sul pavimento e attivo il pulsante che comanda la serranda, per farla alzare di circa un metro.
Mi inchino.
“Che ci fai qui?!” chiedo cercando di fare il meno rumore possibile.
Xiaoyu si inchina dall’altra parte della serranda.
“Ciao.” dice come se niente fosse, poi assottiglia gli occhi “Non avrai mica pensato che non mi sarei assicurata che stessi bene!”
Spalanco la bocca, sconcertato. Sono arrabbiato, ma una parte di me, che tengo molto nascosta, è felice di rivederla e soprattutto di vedere che sembra stare abbastanza bene.
Sbircia dentro al garage e si sofferma sul giaciglio improvvisato. Sgrana gli occhi. In un baleno sgattaiola dentro e si avvicina per vedere meglio.
“Hey! Non ti ho dato il permesso di entrare!”
“Questo sarebbe il tuo letto?!” chiede con tono inquisitorio.
Mi guarda spalancando la bocca.
“Lo sapevo che non avevi nessun posto dove stare!” mi rinfaccia.
Mi parla come se le avessi fatto un torto personale.
“Mi hai preso in giro!” le rinfaccio allora io “Credevo mi avessi capito!”
“Ti ho capito perfettamente infatti, idiota.” borbotta “E avevo intenzione di lasciarti andare come avevi chiesto… ma non prima di assicurarmi che stessi bene!”
Alzo gli occhi al soffitto.
“Quindi dopo un piccolo pianto…” continua gelida “Mi sono asciugata le lacrime e ho deciso di seguirti fino qua. Ti ho visto entrare, ma quando dopo più di mezz'ora ho capito che non saresti più uscito dal garage mi è stato tutto chiaro! Hai mentito ad Asuka, non dovevi prendere la moto per andare chissà dove. Avevi intenzione di passare la notte qui!”
“È vero. Ho mentito ad Asuka.” rispondo “Non ho un posto dove stare al momento, ho evitato di prendere una stanza d’albergo per risparmiare i soldi, almeno per oggi… ma da domani avrei cercato una sistemazione! Oggi semplicemente non ne ho avuto il tempo!”
“Jin, fatti aiutare!”
“Non voglio l’aiuto di nessuno!”
Lei mi guarda accigliata, ma a quanto pare non ha proprio voglia di starmi a sentire.
“Se credi che me ne starò da una parte a guardare mentre ti distruggi la vita, sei un idiota!” dice incrociando le braccia davanti al petto, decisa a non andarsene.
“E che avresti intenzione di fare, secondo te, per aiutarmi?!” inasprisco il tono di voce.
Mi rivolge un mezzo sorriso, come se la risposta fosse ovvia.
“Starai da me stanotte, in una casa vera.”
E per un attimo mi viene quasi da ridere.
“Se domani, come dici,  troverai un altro posto dove andare, che non sia questa topaia antigenica...” continua “... ti dò la mia parola che non ti seguirò più contro la tua volontà.”
Poi abbassa gli occhi.
“E se non vorrai più vedermi, ti lascerò in pace come desideri.”
“Non è questione di cosa desidero, lo sai!”
“Allora?” continua convintissima.
Sono allibito.
“Xiao, non puoi essere seria! Non puoi davvero credere che starò a una proposta del genere. Dormire da te?! Dopo che ti ho chiaramente detto che dobbiamo prendere le distanze l’uno dall’altra?! È già abbastanza difficile così com’è senza il bisogno di andare ad aggiungere ulteriori complicazioni.”
“Non ho detto dormire con me.” risponde puntigliosa “Puoi stare sul divano, sul pavimento o dove vuoi.”
“Lo sai che non è quello il punto, è questione di vicinanza… di stare nella stessa casa!”
“Ma almeno non dormiresti su delle chiazze di olio!”
Sospiro.
“No.” taglio corto con decisione “Non ho bisogno del tuo aiuto. Non voglio l’aiuto di nessuno.”
“Jin…” prova a replicare.
“È la mia ultima parola!” la blocco “E ora per favore torna a casa, sono esausto, voglio riposare.”
Torno a buttarmi sul mio giaciglio.
“Fai in fretta ad uscire che sta entrando freddo.”
Chiudo gli occhi e rimango in attesa, con le chiavi a portata di mano per poter chiudere la serranda appena se ne sarà andata.
Silenzio, poi qualche passo… e infine un peso improvviso contro il mio fianco.
Mi volto arrabbiato.
“Che diamine fai?!”
Molto disinvoltamente mi si è praticamente coricata a fianco e mi guarda come se non ci fosse niente di strano. Con la punta del suo naso a pochi centimetri dal mio, abbozza un sorriso.
“Io non me ne vado.” dice con assoluta convinzione “Si è fatto tardi, ho paura di tornare a casa da sola.”
Bugiardissima. Per arrivare lì però non si è messa nessun problema!
Scosto la testa per evitare di guardare il suo viso così da vicino, che mi fa fare ragionamenti strani.
“Quindi, o mi ospiti tu… o ti ospito io. A te la scelta.” insiste.
Detto questo si sistema cercando una posizione più comoda, praticamente addosso a me. Molto furba, veramente molto furba la ragazza!
“Sei… incredibile.” rispondo a denti stretti, terribilmente indispettito.
“Avanti, dimmelo pure! So cosa stai pensando, sono una ficcanaso, invadente, fastidiosa… una rompicoglioni…”
“Sicuramente che non sei del tutto normale di testa!” aggiungo profondamente irritato.
“Probabile.” ridacchia per un attimo, poi torna seria “Ma da qui io non me ne vado.”
Rompe il contatto visivo e torna a guardare il soffitto, con le mani sopra alla pancia.
Io chiudo gli occhi e mi abbandono alla tempesta di emozioni contrastanti che mi dilania dall’interno.
“... allora?” chiede dopo un po’ sollevando la testa in cerca di una risposta.
“Ho forse altra scelta?”


“Perché sei così nervoso? Qual è il problema?” mi chiede sorridendo mentre camminiamo verso casa sua.
Sembra esserle tornato il buonumore e sembra molto soddisfatta della sua vittoria, una vittoria non del tutto pulita ci terrei però a sottolineare.
“Qual è il problema?!” ripeto alzando un sopracciglio.
Non è quindi solo una mia impressione, la ragazza non sembra ancora aver capito il problema di base.
“Sto andando a casa tua, in piena notte, con un bagaglio, nel quartiere dove vivono tutti i dipendenti di Heihachi. Un branco di leccaculo che gli scodinzolano dietro come dei cagnolini fedeli!” elenco “Se Heihachi dovesse scoprire qualcosa che tra me e te c’è una cosa strana… e di questo passo, se continuo a starti intorno, prima o poi succederà…”
Lei alza gli occhi al cielo.
“Ma rilassati per favore!”
“Non è ma rilassati! Te l’ho detto mille volte, solo per torturarmi con i sensi di colpa potrebbe decidere di prendersela con te!” sussurro tra i denti “E questa è una delle ragioni principali per cui non posso starti troppo intorno!”
“Heihachi non scoprirà un bel niente.” dice quasi con presunzione “Sto offrendo un posto dove stare ad un amico in difficoltà. Capirai, manco fossi il primo!”
Sbuffo e scuoto la testa.
“Dubito che gli altri tuoi amici abbiano problemi personali con il vecchiaccio.” sbotto.
“Ok, ma anche se dovesse andare come dici tu. Metti che si convinca che sei il mio fidanzato segreto e decide di fartela pagare, che potrebbe farmi?” ragiona.
“Fidanzato segreto?” ripeto incerto.
Non mi piace la definizione, ma è pur sempre meglio di trombamico.
“Mi toglierebbe l’alloggio? L’iscrizione al suo istituto?” alza le spalle “Posso sopravvivere a queste cose!”
Scuoto la testa continuando a tenere lo sguardo vigile intorno a noi.
“No!” replico “Per quanto io pensi che rompere ogni legame con Heihachi sarebbe un vantaggio per te… se dovessi perdere la possibilità di studiare al Mishima per colpa mia… non potrei sopportarlo!”
È pur sempre un eccellente istituto. Potrebbe avere una brillante carriera se completasse lì la sua educazione! Io posso anche mandare al diavolo il mio futuro, dato che sarebbe comunque un futuro vincolato al resto della mia famiglia, ma lei… non deve finire nel baratro insieme a me!
“Beh, se dovessi perdere la scuola potrei sempre andare a lavorare per la G-Corp!” osserva lei.
Mi blocco per qualche secondo con un’espressione d’orrore in volto.
“Oggi hai proprio deciso di giocare sporco allora!”
“Sto scherzando!” si affretta a precisare vedendo la mia espressione.
La cosa peggiore però è che ha ragione. Ricordo fin troppo bene il momento in cui Kazuya le ha casualmente offerto un posto di lavoro davanti al mio sguardo incredulo.
Raggiungiamo il suo appartamento e sembra non esserci nessuno in circolazione. La seguo velocemente dentro casa, sperando di non essere stato notato da nessuno.
“Scommetto che non hai nemmeno mangiato.” mi osserva Xiaoyu mentre si sfila le scarpe.
Inutile mentire ancora, arrivati a questo punto. Faccio di no con la testa.
“Ok, andarti a ripescare ha fatto tornare fame anche a me. Faccio portare qualcosa!”
Appende il cappotto e poi va a salutare Panda seduta sul divano davanti alla TV.
“Hey Panda!” le cinge le braccia attorno al testone “Guarda chi è venuto a trovarci!” mi indica.

Ma Panda ovviamente si era già accorta della mia intrusione e non sembra affatto felice di vedermi. Spezza con rabbia il ramo di bambù che tiene tra le zampe e gira offesa il muso da un’altra parte.
“Sì, lo so benissimo anch’io, Panda!” brontolo appendendo il mio cappotto “Per una volta siamo perfettamente d’accordo. Non dovrei essere qui!”
Xiaoyu si alza e si imbroncia.
“Non capirò mai perché non riusciate ad andare d’accordo!” commenta prendendo il telefono.
“È un panda dall’intelligenza soprannaturale che ti fa da guardia del corpo.” le faccio notare “Persino lei ha capito che faresti meglio a starmi lontana!”
“Credo piuttosto che sia il tuo caratteraccio ad infastidirla!” risponde aggrottando la fronte.
“Caratteraccio?! Ma se l’ho sempre ignorata!” 
“Appunto! A Panda piacciono le coccole.” si mette il telefono all’orecchio “Ti va bene il sushi?” 
“... sì.”
Chiama un servizio di sushi a domicilio e ordina due menù.
Aspetto che chiuda la chiamata per riprendere a parlare.
“Comunque sono molto arrabbiato!” le ricordo “Non mi sta bene che fai come se niente fosse, come se fossimo ad un pigiama-party o… peggio!”
“Peggio tipo… un appuntamento?” fa un sorrisetto inclinando leggermente la testa.
Mi volto offeso.
“Vado a farmi una doccia.” brontolo.
“Ottima idea!” sorride “Prendi pure un asciugamano dall’armadietto.”
Prendo alcuni vestiti di ricambio dal mio bagaglio e mi chiudo in bagno.
Apro l’armadietto e cerco un asciugamano pulito da usare. Impossibile trovare qualcosa che non abbia cuoricini, farfalle o animaletti simpatici e quindi ripiego su quello in cima, bianco con fiorellini, ovviamente rosa.
Mi spoglio ed entro finalmente in doccia, pronto a togliermi di dosso sudore e stanchezza di una giornata stressante e interminabile come questa.
Il tocco dell’acqua tiepida è piacevole sulla mia pelle e resto a rilassarmi per qualche secondo, chiudendo gli occhi e cercando di svuotare la mente per un po’. Cero, non è andata come avevo pianificato, ma ho ancora la situazione sotto controllo. Sarà soltanto una notte, non sarà poi così un problema.
Frugo tra i flaconi di sapone nel cestinetto rosa appeso alla parete della doccia. La scelta è tra shampoo allo zucchero filato, ai marshmallow o cioccolato e cocco. Sospiro e scelgo l’ultimo, sperando che non abbia un odore troppo intenso.
Magari sui suoi capelli questi profumi non sono neanche male, ma personalmente non mi va di avere la testa che emana odore di caramella o cioccolatino ad ogni movimento di ciuffo.
Quando finalmente finisco con i capelli ho paura di procedere alla scelta del bagnoschiuma. Le opzioni a mia disposizione si rivelano essere: aranciata(!) e caramello.
“Ma che…” biascico, prendendo il primo per osservarne meglio l’etichetta.
Dove si è mai visto un bagnoschiuma all’aranciata? E soprattutto, a chi verrebbe mai voglia di comprarlo superati gli otto anni?! Sospiro. Sperando che sappia di arancia e che sia possibilmente un po’ aspro e non troppo dolce, lo apro e faccio per prenderne una noce. Quello che esce dal flacone però è soltanto una bolla che libera nell’aria un odore che effettivamente ricorda quello dell’aranciata. Cerco di spremere di più il flacone, ma niente da fare, sembra proprio finito.
A malincuore dovrò ripiegare sul caramello. Perfetto, uscirò da qui che avrò la testa che sa di cioccolato e cocco e il corpo di caramello. In pratica la ricetta perfetta per un gelato ipercalorico in forma umana. 
Prendo la bottiglia del bagnoschiuma al caramello e… noto che anche questa sembra leggerina. Apro e cerco di fare uscire il prodotto, ma stavolta non escono nemmeno le bolle.
Rimetto a posto il bagnoschiuma al caramello e torno a leggere tra le varie etichette. Ci sono i tre shampoo di prima e poi le più svariate cose tipo balsamo, olio e maschere per capelli, scrub… ma niente bagnoschiuma.
“Non è possibile…” sibilo. 
Non c’è bagnoschiuma? Non posso finire la doccia?!
“Xiao?” chiamo.
Nessuna risposta.
“Xiao!” chiamo a voce più alta.
Niente.
Sospiro, esco dalla doccia e mi avvolgo l’asciugamano con i fiorellini rosa attorno alla vita.
“Xiao! È finito il bagnoschiuma!” dico aprendo la porta “Non ne hai altro?”
A una decina di metri da me, Xiaoyu sta pagando il ragazzo delle consegne del sushi.
Entrambi si voltano nella mia direzione e… 
Non è possibile! Ma questa è una persecuzione. Quanti mestieri ha questo idiota?! E soprattutto perché devo ritrovarmelo ovunque?!
Rientro in bagno e chiudo violentemente la porta, girando la chiave.
“AH?!” esclama Hwoarang dall’altra stanza.
“Il bagnoschiuma?” sento ripetere a Xiaoyu “Ma se l’ho appena ricomprato. Aspet… PANDA! Torna subito qui!”
Si sente un mugugno di Panda e il rumore pesante dei suoi passi da macigno! 
“Non ci credo! Hai di nuovo giocato a fare le bolle con il bagnoschiuma! Torna subito qui!”
“No, no, no, no, no… feeermi tutti!” si inserisce Hwoarang “Xiao-chan, che diavolo ci fa Kazama mezzo nudo nel tuo bagno?!”
Oddio! Si conoscono?! Perché si conoscono?
“Eh? Vi conoscete?!” anche lei sembra sorpresa.
“Certo che ci conosciamo! È… è… è Kazama! La mia nemesi!” spiega Hwoarang con voce strozzata “Perché è nel tuo bagno?!”
“Oddio! Il tizio che devi assolutamente battere di cui mi parli da sempre?! È lui?!” esclama stupita “Wow! Come è piccolo il mondo!”
“Sì, ma perché è qui?!” insiste lui.
“Ehm… gli ho prestato… la doccia.” spiega “Lunga storia. Comunque ora ha bisogno di un bagnoschiuma.”
Sento che si avvicina alla porta.
“Jin? Hai provato quello al caramello?” chiede al di là della porta “Certo, il profumo non è il massimo, ma…”
“Finito anche quello.” le comunico.
“Mm capisco.” fa lei “Ok, perfetto. Non ne ho altro. Ma tranquillo! Vado a comprarlo al conbini qui all’angolo. Ci metto un due minuti!”
Sospiro.
“Hwoarang io vado, tieni pure il resto. Ci vediamo presto ok?”
Sento la porta di casa che si chiude e dei passi che si avvicinano minacciosamente. Hwoarang a quanto pare non è ancora uscito.
“Che cazzo significa questo, Kazama?!” chiede sputando letteralmente le parole “Che ci fai a casa di Xiao-chan?!”
Che giornata di merda! 
Non rispondo.
“Rispondi!” batte un colpo sulla porta “Non riesco a crederci Kazama, porca merda, ERA LEI?!”
“Senti…” dico allora “Non so a che cosa cazzo tu stia pensando, ma cerca di calmarti e…”
“Lo sai a cosa cazzo sto pensando!” esplode “È lei la tua trombamica?!”
Ecco, il solito coglione. Spero solo che Panda non l’abbia sentito. Oh perché quel panda capisce. Eccome se capisce!
“Senti, piantala con questa storia e soprattutto vedi di calmarti!” rispondo usando un tono più aggressivo anche io “Mi ha solo… prestato la sua doccia! Non c’è niente tra noi!”
“Kazama… giuro che stavolta ti uccido!” ringhia “Ti uccido!”
“Ti vuoi calmare, pezzo d’idiota?!” continuo “Come la conosci? Perché stai avendo questa reazione da pazzo?!”
“Xiaoyu è come una sorellina per me e… non posso sopportare che…” dalla voce credo che stia per avere una crisi di nervi.
“Hwoarang, calmati! Hai come sempre frainteso tutto! Tra me e lei non c’è assolutamente niente di quello che ti stai immaginando!”
“Oh piantala con le cazzate! Ti sembro forse un coglione?!” sbraita.
“Smetti di urlare!”
“So che stai dicendo cazzate, perché anche lei mi ha parlato di te!”
Mi gelo. Che cosa?!
“Ovviamente non ha mai fatto il tuo nome, quindi neanche nei miei incubi peggiori avrei mai potuto immaginare che il ragazzo compicato, sfuggevole di cui mi parlava ultimamente… potessi essere tu… ma dopo averti visto qui… e mettendo insieme le cose che hai detto questo pomeriggio… dovevi incontrare la tua amica per sistemare le cose.”
“Hwoarang frena la fantasia, io...” provo di nuovo a farlo ragionare.
“Hai provato a scaricarla per telefono, pezzo di merda, io ti ammazzo!” dà un altro colpo alla porta.
Poi lo sento inspirare rumorosamente come un toro inferocito. 
“Io… ora devo andare… purtroppo devo continuare a lavorare, ma… insomma, non pensavo che avrei mai potuto trovare un’altra ragione per volerti pestare a sangue… eppure, congratulazioni! Sei riuscito anche in questo intento!” 
Sembra esitare però prima di andarsene.
“Perché?!” chiede dopo serio “Non avete niente in comune!”
A quel punto si sentono dei passi svelti e una porta che sbatte.
Resto perplesso qualche secondo a contemplare questa incredibile serie di coincidenze. Xiaoyu è come una sorellina per Hwoarang. Come può uno come Hwoarang affezionarsi ad una come Xiaoyu? Insomma sarà pure vero che io e Xiao non abbiamo molto in comune, ma con Hwoarang sono ancora più opposti! Che diavolo mi sta sfuggendo?
Poco dopo sento il rumore della porta di ingresso che si riapre e mezzo minuto dopo sento bussare alla porta del bagno. Giro la chiave e riapro. Xiao mi porge il bagnoschiuma… all’aranciata! Ha ricomprato esattamente lo stesso bagnoschiuma che è appena finito!
“Ma comprare bagnoschiumi per adulti ti sembra tanto brutto?!” borbotto.
“Ma se è buonissimo!”
Chiudo la porta e torno in doccia. Scopro con piacere che è praticamente un bagnoschiuma all’arancia, senza una componente zuccherosa troppo forte. O per lo meno non è così forte da irritarmi le mucose nasali.
Finisco di lavarmi, mi asciugo, mi rivesto e la raggiungo in salotto. Xiaoyu è seduta sul divano che mi aspetta con i bento consegnati a domicilio da Hwoarang. Attraverso la stanza, raggiungo il divano e mi siedo all’altra estremità, ben lontano da lei. Perché sono ancora arrabbiato e questo non è un appuntamento col suo fidanzato segreto!
Lei mi porge bacchette e cena come se niente fosse.
“Come conosci Hwoarang?” la interrogo aprendo il mio bento.
“È una lunga storia. Ma è stato il primo amico che mi sono fatta dopo essere arrivata qui!” 
“Andiamo, seriamente… Hwoarang il tuo primo amico qua?!” la guardo stranito “Ma è mai possibile che tu non riesca a stringere amicizie con gente normale?!”
“Ho anche un sacco di amici normali per tua informazione!” 
Intanto assaggio il mio cibo. Dio, non mi ero reso conto di come stessi letteralmente morendo di fame! Sono stato praticamente da una parte all’altra tutta la giornata e non tocco cibo dall’ora di colazione.
“Comunque, neanche con Hwoarang siamo andati subito troppo d’accordo.” riprende il racconto “Ma poi si è ritrovato in un momento difficile, anche lui era senza un posto dove stare e… ho deciso di dargli una mano. È a quel punto ci siamo avvicinati.”
“Hai ospitato anche lui?” chiedo stupito.
“Te l’ho detto che non eri il primo amico in difficoltà a cui offrivo un posto dove stare!”
La guardo in silenzio per qualche secondo.
“E quando dici avvicinati intendi…”
Capisce al volo e inarca le sopracciglia.
“Frena la fantasia, Kazama! Hwoarang è il fratellone che non ho mai avuto. Nient’altro.” 
E la cosa peggiore è che la frase suona esattamente come se fosse uscita dalle labbra della sorellina di Hwoarang. Cosa che mi fa un po’ impressione.
“Non sarai mica geloso?” chiede poi con un sorrisetto beffardo.
“No!” rispondo subito, ora è lei a dover frenare la fantasia “Sono solo preoccupato della tua vicinanza con quello! Insomma, non che io sia un bel tipo, ma anche lui non scherza!”
“Ma che dici?! Hwoarang è una delle persone più carine e in gamba che conosco!”
Questa è la cosa più ridicola che ho sentito in tutta la giornata.
“Sai che è un teppista delinquente, vero?!”
Guarda davanti a sé infastidita, poi appoggia il suo bento sul tavolino, si volta accigliata mettendosi seduta a gambe incrociate davanti a me.
“Sì, lo so benissimo. So anche che ha una pericolosa ossessione per i combattimenti da strada. Anche io credo che dovrebbe smettere, ma… sai che oltre a quello fa ben tre lavori?” mi interroga alzando tre dita “E sai che li fa per poter pagare le cure del suo maestro?”
Rimango di stucco. In effetti questo non lo sapevo. Ma ha anche totalmente senso. 
Ho trovato strano che Hwoarang avesse tutti questi lavori, e sapevo che il suo maestro fosse ancora in ospedale. Come ho fatto a non arrivarci da solo?! Sono forse davvero un po’ troppo prevenuto nei suoi confronti? Sono troppo abituato a considerarlo come un delinquente litigioso e rissoso che mi sorprende così tanto che possa avere delle buone qualità?
“Hwoarang è una bellissima persona.” Xiaoyu si riprende bento e le bacchette “E onestamente mi dispiace che non andiate d’accordo voi due.”
“Dubito che le cose tra noi possano andare molto meglio dopo oggi.” sospiro.
“Perché?”
“Perché l’idiota si è convinto che tu sia la mia trombamica.” spiego non senza un certo imbarazzo “E l’idea non gli è piaciuta.”
Lei ha bisogno di qualche secondo per prendere atto della mia frase, poi inizia a tossicchiare. Qualcosa sembra esserle andato di traverso.
“Che cosa?!” chiede paonazza “Che diavolo gli hai detto?!”
“Io non gli ho detto niente! Ma questo pomeriggio il tuo fratellone, quel ragazzo modello, ha origliato la nostra telefonata. Ora mi ha visto qui e si è fatto questa idea! Ma tu piuttosto che gli hai raccontato?” assottiglio gli occhi “Mi ha detto che anche tu gli hai parlato di me.”
Distoglie lo sguardo imbarazzata.
“Niente di che.” borbotta.
“Sul serio? Hai parlato con lui della situazione con me?” faccio davvero fatica a capire.
“Senti, gli ho detto solo che avevo una strana situazione con uno strano ragazzo! Tutto qui.”
Modo interessante di descrivere la situazione.
“Non potevo neanche parlarne con le mie solite amiche, dato che Asuka e Alisa non dovevano assolutamente sapere niente!”
Sospiro e riprendo a mangiare.
“Mi dispiace che non ne abbia potuto parlare con le tue solite amiche.” ammetto “In ogni caso non devi più preoccuparti, perché… presto uscirò definitivamente dalla tua vita e potrai dimenticarmi. Quindi anche per quanto mi riguarda il fratellone, digli che può mettersi l’anima in pace!”
Non risponde. Le lancio un paio di occhiate di nascosto per assicurarmi che abbia capito.  
Continua a mangiare in silenzio, con espressione neutra. Poi ad un certo punto sospira, abbandona il bento sul tavolino, e continua a guardare pensierosa davanti a sé.
“Che c’è!” ho il dovere di chiedere a quel punto.
“Sei molto arrabbiato con me?”
Sospiro, concentrandomi sulla mia cena.
“Beh, avrei preferito non ti fossi messa in mezzo!” ammetto con una punta di irritazione.
Sbircio un’altra volta nella sua direzione. Continua a fissare un punto in silenzio con aria un po’ triste. 
“Ti farai sentire ogni tanto?” chiede con un soffio “Intendo… quando sarai all’estero e avrai la tua nuova vita…”
Sospiro e metto via il bento anche io.
“Senti, la mia vita è davvero un casino e penso sia giusto che tu vada avanti con la tua senza pensare a me… anzi, faresti meglio a dimenticarmi e…” 
“Non c’è niente di più noioso dell’idea di una vita facile, senza complicazioni.” borbotta lei interrompendomi “Se avessi voluto quel tipo di vita non sarei mai salita su quella nave e non mi troverei qui in questo momento!”
Mi volto da lei, mi guarda imbronciata.
“Scegliere la via più facile.” ripete come se fosse un’assurdità “Una vera noia!”
“E quindi cosa staresti proponendo di fare?!” la interrogo.
“Continuare a vederci ora e relazione a distanza quando te ne andrai.” ribatte senza neanche doverci pensare.
Chiaramente stava riflettendo su quell’ipotesi già da un po’. Mi ci vogliono un paio di secondi per riconnettere.
“Oh per favore!” dico poi.
Mi sta davvero mettendo in difficoltà stasera. È seriamente convinta di quello che dice?! 
“E tu vorresti davvero complicarti così tanto la vita per andare appresso ad uno come me?!”
Lei mi guarda come se fosse la cosa più scontata del mondo.
Emetto un lungo sospiro, appoggiandomi stanco contro lo schienale del divano.
Ed è chiaro che avremmo mille altre cose da dirci, altri scontri di vedute e opinioni da buttar fuori, ma nessuno dei due ha voglia di ricominciare a dibattere. Quello che è più importante adesso è che lei ha espressamente detto che vorrebbe continuare a stare con me e io non sto scartando a priori l’idea. 
“Non mi hai detto di no.”
Ovviamente non si è lasciata sfuggire questo dettaglio.
“Xiao, è una pessima idea…”
“Tu dici di volerti allontanare da me per il mio bene!” riprende lei “Ma quello che penso io non ha un peso? Non sono in grado di poter scegliere da me?”
“Il punto è che credo che tu non ti renda conto.”
“Jin, dimmi che vuoi stare lontano da me perché lo vuoi e ti lascerò in pace definitivamente.”
Non lo dirò, non voglio dover mentire. Lei sorride, sa già di aver vinto la battaglia. 
Si avvicina lentamente sul divano, si ferma a fianco a me.
“Sai anche tu che in un mondo ideale starei con te senza mettermi problemi, ma...”
Ci avviciniamo ulteriormente.
“... ma?” sussurra a pochi millimetri dalle mie labbra. 
Poi cambia improvvisamente espressione.
“Waaah!”
Si spinge improvvisamente all’indietro, guardando allarmata qualcosa a fianco a noi.
Più confuso che mai alzo lo sguardo e sobbalzo notando una grossa ombra scura che si staglia minacciosa davanti al divano.
“Panda no!” sento il rimprovero di Xiaoyu.
Panda mi rivolge un ghigno malvagio, mentre sta per sedersi proprio nel punto del divano  dove siamo noi! Facciamo giusto in tempo a scappare prima che il culone di Panda ci schiacci.
“Panda?! Ma che diavolo fai?!” la rimprovera Xiaoyu balzando sul pavimento “Non lo vedi che non ci stai se ci siamo già noi?!”
Per quanto mi riguarda, sono certo che l’orsona sia ben conscia delle sue dimensioni e questa improvvisa voglia di sedersi davanti alla televisione non sia un caso.
“Molto furba Panda.” le riconosco a gattoni sul pavimento “Davvero molto furba.”
Mi risollevo lentamente e Panda è ancora lì, con gli occhi vigili su di me, con un umanissimo sguardo di rimprovero.
“Il tuo panda vuole uccidermi!” l’accuso.
Xiaoyu alza gli occhi al soffitto, si avvicina e mi prende per mano.
“Non dire assurdità e vieni! Andiamo a parlare in camera mia.” borbotta trascinandomi via “Dobbiamo stabilire come dobbiamo gestire questa situazione una volta per tutte, senza altre intromissioni!”

 



 




 

NOTE:
In realtà questo e il precedente dovevano essere un unico capitolo, ma data la lunghezza eccessiva ho dovuto spezzarlo in due.
Comunque se non cambio di nuovo idea (ma non credo anche perché non ho né tempo né voglia di ripensarci) dopo questo mancano altri quattro capitoli per concludere la storia completamente!

 
  
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