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Autore: Master Chopper    21/05/2020    2 recensioni
[Shūmatsu no Valkyrie]
[Shūmatsu no Valkyrie]Per decidere le sorti dell'umanità, gli dèi di ogni pantheon si riuniscono e, disgraziatamente, la loro decisione è unanime: distruggere il genere umano. Una voce però si leva in opposizione, ed è quella di un dio misterioso di cui nessuno sa niente, ma che sfida dieci dèi ad affrontare dieci umani prima di poter accettare quel destino crudele.
Dieci esseri umani provenienti da qualsiasi epoca affronteranno dieci dèi provenienti da qualsiasi cultura: questo è il Ragnarok.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Chapter 10: My Crusade

“E con il secondo attacco Vlad III ha centrato per la prima volta Baphomet !” Urlò Adramelech, stringendo il microfono con tutta la foga di cui disponeva. L’altro commentatore gli fece eco: “ Un solo colpo, ma devastante come pochi! Con il potere di cui dispone Vlad, non riterrei un azzardo dire che… potrebbe anche …”

Intanto, nei piani più alti degli spalti, uno degli organizzatori del torneo non pareva affatto trascinato da tutta quell’eccitazione. Si trattava del signore dei demoni Baal, con la sua grande testa rossa allungata orizzontalmente sostenuta sul palmo di una mano.

“Pensavo potessi essere più coinvolto.” Cercò di provocarlo una voce alle sue spalle.

Ptah, la dea della creazione egizia, gli si avvicinò per poi posare una mano sul suo trono. Entrambi guardavano l’arena, ma con davvero poco interesse.

“E perché mai ?”

“Si tratta di un demone della tua legione, quindi se perdessi la responsabilità cadrebbe su di te.”

Baal le rinfacciò un sorriso sghembo, che sarebbe dovuto essere un ghigno, ma pareva qualcosa di molto più malsano: “Potrei dire lo stesso di te con il round successivo di quel… Ramses! Ha perso, no? Non ti senti per nulla turbata ?”

Sul volto della dea si palesò un barlume di esitazione, colta alla sprovvista dall’atteggiamento del signore dei demoni che traspirava solo e soltanto pericolo. Tuttavia non rispose, vedendo poi Baal ritornare alla sua espressione noncurante.

“E comunque sia… Baphomet non è della mia legione. Non è mai stato un combattente, o altro.”

“Come ?!” Si sorprese allora Ptah. “ Non è un demone soldato ?”

“Per niente! Anzi, proprio per questo molti altri miei subordinati si sono arrabbiati parecchio quando ho scelto lui.”

“E allora… perché hai scelto lui ?”

Baal assottigliò i suoi grandi occhi contornati di nero, facendosi serio: “ Tra gli dèi scelti ci sono molti che non provano davvero odio verso gli umani, bensì li considerano solo formiche da schiacciare… ne sottovalutano quindi il potenziale, non li invidiano, non li temono, e si può tranquillamente dire che a stento li conoscono. Baphometh, invece… li conosce molto bene, e ha certamente motivo di odiarli.”

 

“Ladies and gentlemen !!” In quel momento un urlo scosse l’arena. I presentatori furono ovviamente i primi a notarlo, ma quando anche gli schermi olografici inquadrarono la scena, tutti gli spettatori rimasero a bocca aperta per lo stupore.

Vlad stesso tentennò, vedendosi sovrastato da un’ombra gigantesca.

“Il combattimento non è affatto concluso !”

Tutte le macerie crollate dall’alto improvvisamente si erano sollevate, formando una montagna sospesa a pochi metri da terra. Al di sotto di essa, Baphomet la indicava con il solo dito indice, mostrando un sorriso affaticato mentre si rimetteva in piedi.

“La terra! La stai …” Il voivoda si costrinse a parlare nonostante un groppo in gola per la sorpresa “…  sollevando con i tuoi poteri magici! Quindi non si confinavano solamente alle fiamme !”

Il demone si lasciò sfuggire una risata liberatoria “Non sei l’unico ad avere un asso nella manica, Vladuccio !” Sbarrò gli occhi, irrigidendo i muscoli del suo volto in un’espressione funesta: “E ora muori !”

“Furnace of Hell !” 

Controllandola con un mero sforzo del pensiero, scagliò l’enorme cumulo di macerie sul suo nemico, ma non prima di averlo rivestito di fiamme nere. Quella pira, simile ad un astro della distruzione, sovrastò in un men che non si dica il voivoda.

Vlad ringhiò a denti stretti “È veloce… !” Dopodiché sfruttò i suoi riflessi sovrumani per sollevare la lancia e affondare, nel mentre decideva quale punto della roccia colpire per fermare l’attacco.

- Non posso colpirlo più di una volta! E se un colpo dissolvesse solo le fiamme, ma non distruggesse la pietra? Morirei! Come posso… come posso trafiggere… ?!-

Nel mentre i suoi pensieri correvano più veloci che mai, il pubblico umano aveva il fiato sospeso per la tensione, al punto da aver cessato ogni grido di incoraggiamento. Pregarono tutti affinché la prossima esclamazione non fosse stata da parte dei nemici.

-Ci sono !- Nel momento fortuito, il volto del voiovoda si riaccese di speranza.

Ancora una volta aggiunse al semplice affondo, mirato alla punta di quella montagna, una rotazione del polso: con un’accelerazione pari ad una frazione quasi incalcolabile di secondo, la lancia ridivenne una trivella. Quando colpì la roccia, trapassando le fiamme, anziché perforarla la trapanò, generando un mulinello che disperse tutto attorno a sé il fuoco.

“Devil’s Den !”

Non l’aveva potuto calcolare: il ghignò soddisfatto di Baphomet fu qualcosa che poté solo intuire, perché ciò che accadde sotto i suoi occhi era stato senza dubbio fabbricato con tutta la malignità del mondo.

Prima ancora che il suo attacco la potesse distruggere, la montagna si spalancò come una fauce, rivelando al suo interno un nucleo di fiamme nere. Vlad riuscì a malapena a percepire lo scintillio fugace del fuoco, prima che l’esplosione di calore rompesse la roccia e lo investisse in pieno.

Quella bomba celata nel primo attacco l’aveva colto alla sprovvista, proprio come aveva programmato il suo avversario.

- I tuoi attacchi potranno senza dubbio perforare ogni cosa… ma il tuo punto debole rimane uno solo: tra un affondo e l’altro dovrai pur sempre tirare indietro il braccio, ed in quel momento sei indifeso come un qualsiasi altro mortale !- Pensò infatti Baphometh, gustandosi il successo della sua strategia mentre veniva ricoperto di lodi dalle altre divinità.

 

“Un attacco celato dentro un altro attacco! Chi l’avrebbe mai detto che il nuovo potere scoperto di Baphomet avrebbe potuto risultare in una simile strategia ?!”

Dopo che l’annunciatore demoniaco finì di parlare, a microfono spento il suo collega angelico gli domandò: “Adramelch, ma sei davvero sicuro che non si sappia niente su Baphomet? Dopo tutto quello che ha fatto, e per come ha resistito ad un simile attacco ammazza-dei, non ci credo che non faccia parte delle legioni demoniache di Baal! Ha dimostrato di essere molto più forte di tanti altri demoni soldato !”

L’altro conduttore si soffermò un attimo a pensare, prendendo seriamente quella domanda.

“Anche se non sono un demone combattente, in quanto Cancelliere dell’Inferno passo la mia esistenza a vedere demoni di tutti i tipi, e per questo motivo li conosco tutti, dai nobili ai guerrieri. Ma Baphomet… l’unica volta in cui l’ho visto varcare la soglia degli Inferi, è stata quando vi è entrato.”

“Davvero? Cioè, è entrato all’inferno e poi non è mai più uscito? Quindi per forza non è un guerriero, o un demone che si sia fatto conoscere nella storia… ma allora perché diavolo, perdonami, è così forte ?!”

“Non lo so… ma so soltanto che, quando l’ho visto per la prima volta, mi ha detto qualcosa che mi ha fatto venire i brividi …”

“ I-Io… io non dovrei essere qui !”

“Aveva lo sgomento negli occhi, come se non fosse in grado di capire perché si trovasse all’Inferno! Non mi è mai successo prima di trovare un demone così …”

 

Ciò che la storia scelse di non narrare: circa Dicembre 1447

A seguito delle invasioni ungheresi atte a conquistare la Valacchia, gli alleati ottomani avevano acconsentito a rilasciare il principe Vlad per farlo ritornare alla corte di suo padre.

Târgovişte quelle notti brulicava come di fantasmi e spiriti, sicché la paura di venir sbaragliati da un nemico era onnipresente. Solo l’erede al trono, per quanto fosse in pericolo, dormiva sogni tranquilli ora che si era ricongiunto ai suoi genitori dopo anni di prigionia come ostaggio politico in mano al sultano.

Una sera però, di quelle illuminate da una luna rossa che colorava il cielo di vermiglio, un grido straziante squarciò il silenzio del castello.

Quando le guardie fuori dalla porta della camera da letto del Drago, Vlad III, vi entrarono, per un attimo credettero di essere entrati nella stanza di un macellaio: le membra dei regnanti penzolavano dal letto a baldacchino, mentre il sangue aveva tinto dalle pareti, alle candide coperte, fin dove un corpo umano, l’unico con del respiro in corpo, tremava rannicchiato.

Il giovane Vlad III venne subito raggiunto dagli uomini, mentre altri realizzavano in che modo brutale fossero stati uccisi i suoi genitori.

“Principe Dracula! È stato un assassino?! Un assassino ungherese ?” Gli domandarono, ma lui non riusciva a rispondere per quanto rabbrividiva, completamente gelido dalla testa ai piedi.

mostr …” Finalmente dalle sue labbra si liberò un sussurro, solo che con la voce così rotta fu appena comprensibile.

Si sforzò con tutto se stesso di ripetere, mentre ormai i suoi occhi erano persi in una dimensione di paura dalla quale mai si sarebbero allontanati: “Sono stati i mostri …”

 

 

Lacrime bagnavano il volto anche del presente Vlad, trasformandolo in una persona del tutto diversa da ciò che rappresentava prima. Fermo e immobile, ma tremante, gigantesco e statuario, ma stretto nelle spalle in una posizione quasi fetale: l’antitesi del guerriero, del brutale comandante e sicuramente del salvatore dell’umanità.

Giaceva al centro di una pozza del suo stesso sangue, con l’armatura ormai in pezzi, e abbracciato alla sua stessa lancia come avrebbe fatto un bambino con un peluche nel buio.

“D-Dracula …” Provando a rievocare il suo nome, i soldati dell’Ordine del Drago pensarono di poter cambiare qualcosa. Non accadde nulla, perché quella persona non rispondeva nemmeno più.

Baphomet mosse un passo in avanti, facendo sussultare il voivoda in uno scatto di paura.

“Vladuccio, Vladuccio… mi aspettavo di più da chi aveva proclamato di uccidermi in modo così plateale …” L’ombra del demone si estese di diversi metri, inglobando l’uomo. La figura però era deformata, con larghe ali di pipistrello spalancate e corna affilate.

“Solve et Coagula!” Liberandosi gli avambracci dalle maniche, scoprì due tatuaggi raffiguranti le parole che aveva appena pronunciato, uno per braccio. Contemporaneamente le braccia vennero ricoperte prima da uno strato di roccia scagliosa, e poi anche da fiamme nere.

“Che ironia… uno che si chiama Figlio del Diavolo aveva intenzione di uccidere qualcuno che non è neppure un demone, per di più chiamandomi “mostro”… mi chiedo allora se tu sappia davvero cosa sono i mostri.” Quando ormai la figura di Baphomet sovrastava il voivoda in tutta la sua inquietante raccapricciante aura di morte, sul suo volto ricoperto dall’ombra si spalancò un sorriso troppo largo per essere umanamente possibile.

“Sono pronto a mostrarti… il vero mostro !”

“Stammi lontano !!”

Era stato un urlo, poi una scatto: un istintivo movimento di difesa mosso dallo spirito di autoconservazione e dalla paura della morte. Vlad aveva sollevato una mano da terra, lanciando della polvere per distanziare l’avversario, ma un istante dopo la sua visuale si era ricoperta di rosso vermiglio.

Quel colore lo aveva inondato, tingendo il suo volto pallido, e ora gli scivolava lungo gli zigomi.

 

“Q-Quello… !” Persino la voce dei presentatori si strozzò, stupiti da quell’evento inaspettato.

Soltanto uno tra gli spettatori rimase per nulla perplesso, ed anzi accolse quella scena con un sogghigno.

“Tu… aspettavi questo momento ?” Intuì Ammit, guardando il gioioso dio misterioso.

Questo non rispose, ma si scrocchiò il collo con aria rilassata, o a dirla tutta, soddisfatta.

Aveva appena osservato i piccoli granelli di polvere sollevati da Dracula venir scagliati come proiettili contro Baphomet, ed a contatto con la sua pelle perforarla, puntellandolo di minuscoli fori. Il demone, impotente e con gli occhi ancora sbarrati, cadde a peso morto all’indietro.

“Pensavate tutti che il potere della Sefirot Yessod fosse attribuito soltanto alla lancia, ma… in realtà Vlad può conferire a qualsiasi cosa tocchi una capacità perforante incontrastabile !”

 

 

Angolo Autore:

Welcome back! Capitolo corto, lo so.

Vi consiglio vivamente di rileggere il capitolo 8, ovvero la fine dello scontro tra Ramsess II e Sun Wukong: grazie ad un consiglio di un mio amico e lettore, è stata aggiunta una parte che sono sicuro troverete molto carina (soprattutto per chi non è rimasto impressionato da come si è concluso lo scontro).

Ah, e tra l’altro avevo una cosa da dirvi: sto lavorando alla traduzione della storia in inglese, ho anche qualcuno che mi aiuta, ma… se qualcuno di voi lettori si sentisse in grado di sostenermi, potremmo portare il prima possibile questa fanfiction anche su di un panorama più ampio come quello del fandom inglese di Record of Ragnarok (o Shumatsu no Valkyrie). Se non vi va di scrivermi via recensione, potete senza dubbio contattarmi con i messaggi privati. Grazie in anticipo per chi mi vorrà aiutare.

   
 
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