Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: KikiShadow93    22/05/2020    4 recensioni
Lui è resuscitato senza sapere né come né grazie a chi e, dopo attente considerazioni, ha deciso di provare ad integrarsi a sua volta sulla Terra.
Lei, per scappare dal proprio passato e per provare a salvaguardare il proprio futuro, decide di fuggire in città.

Lui è cresciuto tra i guerrieri, nell’odio e nel rancore, ed ha sviluppato un forte senso di inferiorità.

Lei è cresciuta tra i reietti, nella paura e nella violenza, arrivando quasi a perdere la speranza di poter avere una vita felice.

Sono diversi eppure incredibilmente simili, ed entrambi sono inconsapevoli pedine di un disegno molto più grande.


[Radish prende spunto da DBR&R; Post Cell Game; Possibile OOC]

Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Radish
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'La vita secondo Radish'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prima di cominciare, ci tengo a ringraziare di cuore 💛 _Cramisi_, Celeste98 e Chimera__ 💛  per le splendide recensioni al precedente capitolo! E Teo5Astor per aver recensito il capitolo 12!
Ringrazio inoltre anche tutti coloro che leggono silenziosamente e chi ha messo la storia tra le seguite/ricordate/preferite. Siete dei tesori! 💛

 

𝟚𝟘. 𝒮𝓉𝓇𝒶𝓃𝑒 𝒶𝓁𝓁𝑒𝒶𝓃𝓏𝑒




Tra gli Spettri non è insolito che i rapporti si creino ad una velocità disarmante. Sono per natura socievoli e gregari, motivo per cui vivono in branchi più o meno numerosi. Se il capobranco accetta un nuovo membro, questo verrà subito inglobato da tutti gli altri.
La fiducia, a sua volta, si instaura non appena si mostra di non avere cattive intenzioni e col tempo si solidifica fino al punto di volersi difendere reciprocamente con ogni mezzo e a qualsiasi prezzo.
Radish, pur avendolo già intuito da un po’, ne è rimasto comunque sorpreso. Non appartenendo alla loro razza neanche alla lontana, era giustamente convinto che lo avrebbero allontanato il più possibile anche per difendere la loro Regina da quello che potrebbe essere davvero una minaccia per la sua incolumità, mentre se costretti a tenerlo tra loro lo avrebbero semplicemente trattato al pari di un lebbroso, e invece si è ritrovato accerchiato da un sacco di uomini, donne e bambini davvero incuriositi dalla sua persona.
Non capiva il perché però, non dal momento che si è presentato senza invito e la prima cosa che ha fatto è stato spargere del sangue, ma Sherry gli ha spiegato col sorriso che è stato proprio il suo intervenire senza uccidere a colpirli: lui si è frapposto tra un pericolo e la loro Regina, l’ha difesa, ha rispettato il suo volere di non uccidere ed ha ripagato l’offesa che stava ricevendo col sangue dell’avversario.
È stato un gesto, il suo, dettato semplicemente dall’istinto e da quello che per lui altro non è che buon senso, ed anzi è convinto che chiunque con un po’ di cervello avrebbe agito allo stesso modo per difendere la propria donna, quindi non è riuscito comunque a comprendere il perché dal giorno dopo tutti tentassero timidamente di avvicinarlo non appena si è presentato in mezzo a loro.
La presenza del Quartetto l’ha indubbiamente aiutato a rilassarsi poiché hanno smussato la pressione con la loro esuberanza ed hanno un poco distratto i più giovani, ma ciò non è servito ad evitare qualche problema. Molte ragazze, infatti, non si sono fatte troppi problemi ad avvicinarlo con intenzioni ben poco caste, e per questo sono scoppiate non poche zuffe, terminate solo col ruggito di Sherry. Ruggito che però è giunto solo quando le ragazze erano già state ferite più o meno pesantemente.
Il problema per Radish però non era dovuto al fatto che si picchiassero a causa sua, gliene importava relativamente perché consapevole che Sherry sa come riportare la calma ed è abbastanza forte da placare anche l’animo più ribelle e guerrafondaio, ma dal fatto che poi, una volta rincasati, lo tenesse a distanza. Una gelosia mordace la sua, che ha scatenato non poche discussioni tra loro nel giro di soli cinque giorni. Discussioni che spesso scatenava anche lui quando notava atteggiamenti che gli sembravano strani quando mutavano, come quando River, Glover o altri andavano a leccarla dietro le orecchie o sotto al mento, prendendoli ovviamente per dolci effusioni. Si è sentito un cretino quando gli ha spiegato, tra un urlo e un insulto, che si tratta di semplice ed innocua toelettatura reciproca, conosciuta come social licking, e che non c’è assolutamente alcun secondo fine ma che anzi è un modo per rimarcare le relazioni di dominanza-sottomissione.
Ad ogni discussione, che fosse questa più o meno feroce, alla fine uno dei due andava a cercare l’altra e, con qualche moina e un paio di dispetti, ristabilivano l’ordine e la calma, tornando i due soliti innamorati di sempre. In una di quelle volte, subito dopo aver affrontato la questione “social licking”, per farsi perdonare Radish l’ha afferrata a tradimento e le ha leccato il mento, ricevendo dapprima uno spintone e subito dopo un sorriso realmente divertito.
Un’altra cosa che lo ha sorpreso davvero tanto sta nel fatto che si lascino guidare da lui, seppur in maniera molto meno marcata rispetto che con Sherry. È soprattutto quando li allena nel corpo a corpo, che li fa sforzare quanto più possibile, che loro pendono completamente dalle sue labbra, desiderosi di apprendere quanto più possibile da lui.
Ha scoperto anche che più vengono allenati in forma umana, tanto più saranno potenti su quattro zampe, fatto che gli ha reso molto più semplice il suo compito. Sarebbe stato un problema, in effetti, allenare un branco di enormi lupi con i quali non può conversare liberamente. Purtroppo però, nessuno di loro riesce ad usare il ki, se non per percepire le aure a distanza, questo comunque con discrete difficoltà. Ciò vale anche per i Mezzosangue, poiché hanno nel DNA il patrimonio genetico del padre e questo è molto più forte e dominante rispetto a quello umano. I Freak sembrano invece capaci di fare qualcosa, ma i loro attacchi rimangono sempre deboli e difficili da lanciare.
Per un attimo si è domandato come il sangue di uno Spettro puro reagirebbe con quello di un Saiyan, ma ha ricacciato indietro questa curiosità alla stessa velocità alla quale è nata. Rimarrà un dubbio inespresso per sempre, non ci tiene proprio a scoprirlo.
È rimasto poi molto sorpreso dal fatto che pure i cuccioli gli ronzino costantemente attorno, portandogli spesso e volentieri le piccole prede che catturano per condividerle con lui. Questo, per quanto possa in parte lusingarlo, lo disgusta.
Una timidissima Mezzosangue di tre anni due giorni prima gli ha portato quello che tutti hanno presunto fosse un passero, ma essendo morto da un paio di settimane non lo hanno potuto dire con particolare certezza. Glielo ha portato, nascosta dietro le possenti zampe di Viper che l’ha presa come figlia sua, rossa in volto come un pomodoro e per poco non è scoppiata a piangere quando lui ha aggrottato le sopracciglia, disgustato dal suo piccolo dono putrefatto e un poco bavoso, ma con una carezza incerta sulla testolina bruna la situazione si è calmata. Certo, è scoppiata a piangere lo stesso, ma era felicissima ed ancor più innamorata, quindi a tutti è andato bene.
Tra un allenamento e un abbellimento di quella che può essere definita come la sala comune della tana, che i più giovani ci hanno tenuto tantissimo ad addobbare in vista del Natale malgrado manchino ventidue giorni, in molti gli hanno parlato un po’ della Festa del Fuoco.
Gli hanno detto che per loro altro non è che una festa per ricordare i morti e che in genere ognuno festeggia con il proprio branco e la propria famiglia al chiaro di Luna. Si beve, si mangia, si canta, si balla e si suona tutti assieme nell’attesa che Papà Spettro giunga a far loro visita, momento in cui tutti loro levano il proprio ululato alla volta stellata per ringraziarlo del suo dono e per farsi sentire dagli antenati che, più per modo di dire che per reale credenza, adesso ballano con la Luna. Resta sempre poco, in genere si fa vedere ed ulula con loro per poi spostarsi da qualche altro gruppo, ma sono eventi così felici per loro che sono disposti a non versare neanche una goccia di sangue per ben 48 ore come l’entità richiede. Poi la vita riparte, ognuno torna alle proprie mansioni, ma assolutamente non si versa sangue. Si può anche incontrare Jäger in persona, ma ci si deve categoricamente limitare ad una ferocissima battaglia di insulti se proprio si vuole attaccar briga, al limite ci si può schizzare con le pistole ad acqua o lanciarsi le palle di neve se si vuole davvero esagerare, e questo vale pure per lui.
Per prepararlo quanto più possibile gli hanno fatto sentire la musica folk che generalmente viene suonata e ballata durante quelle notti, ed hanno pure provato ad insegnargli a ballarla. In realtà avrebbero voluto provarci, ma il Saiyan si è rifiutato categoricamente con un sonoro ed ignorantissimo vaffanculo.
L’ha trovata e la trova tutt’ora una cosa indicibilmente idiota, ma se l’è tenuto per sé. Gli sono sembrati dei bambini in trepidante attesa di un magnifico regalo, gli sembrava scortese prenderli in giro per le loro sciocche convinzioni dopo gli sforzi che stanno facendo per lui.
Adesso, a mente lucida e col cuore insolitamente sereno, può dirsi davvero felice. Ha trovato un posto su un pianeta che non apprezzava particolarmente, ha trovato una persona che gli vuole sinceramente bene - che lo ama! - malgrado conosca ogni sfumatura del suo passato e che lo ha accettato senza giudicarlo, ha trovato degli amici che lo rispettano e che lo aiutano ad integrarsi al massimo delle loro capacità. Ha trovato un popolo al quale appartenere che lo apprezza per quello che è, che non pretenderà mai niente di più da lui se non che li accetti e non ferisca la loro Regina, un popolo che continuerà a supportarlo anche se dovesse fallire e lo aiuterebbe a rialzarsi, che gli leccherebbe le ferite e poi urlerebbe ridendo “Fanculo tutto, zio! Andiamo a farci una bevuta e pensiamo a come portarti alla vittoria!".
Perché gli Spettri sono creature che vivono di passioni e emozioni, creature di fuoco e sangue, con un’aspettativa di vita breve a causa dei continui scontri e per questo vivono al momento. Sono creature che si lasciano trasportare anche dolorosamente dalle proprie emozioni e dal proprio istinto, che ti contagiano con il loro affetto e ti trascinano nel loro mondo, che ti spingono a prenderne parte e a dominarlo con loro.
Sono strani, spesso violenti e volgari, si azzuffano per niente e spesso scorre il sangue per delle idiozie, ma nessuna creatura può arrivare ad amare con la loro stessa intensità e ferocia.
Radish lo sa, lo ha capito, e non ha alcuna intenzione di allontanarsi neanche di un centimetro da questo strano mondo adesso tutto suo.
Ormai, per quanto lo sorprenda, quegli stramboidi sono in qualche modo parte di lui, si sente fortemente motivato a proteggerli e allenarli per fargli correre meno rischi possibili malgrado se li vadano a cercare in tutti i modi, ed è arrivato a considerare anche la tana come una seconda e bizzarra casa.
Prima di metterci piede era convinto che fosse una semplice e profondissima polverosa caverna sotterranea, piena di cunicoli dove ci si può perdere con una facilità sorprendente, ma si è ritrovato costretto a ricredersi. È infatti un luogo molto pulito e quanto più accogliente possibile, in continuo sviluppo dopo l’ascesa di Sherry.
Con l’ausilio di conoscenze tramandate di generazione in generazione e sempre più perfezionate, e con una smisurata ostinazione da parte di tutti loro, è stata portata l’elettricità e l’acqua corrente per tutta la tana, e Radish davvero non solo non riesce a spiegarsi come ci siano riusciti in così poco tempo e senza dare minimamente nell’occhio, ma neanche gli interessa. Si gode ciò che viene, se ne appropria e il resto è totalmente superfluo.
Hanno continuato a scavare, ampliare e fortificare da quando c’è Sherry al comando, e adesso il tutto è perfettamente vivibile come se fosse un enorme palazzo… o meglio, un formicaio super-accessoriato pieno di armi e attrezzi di ogni genere.
Gli Shedish - come ormai vengono chiamati un po’ da tutti quando si devono riferire alla coppia come ad un’unica entità - rincasano verso il tramonto, lasciando il controllo a River poiché naturalmente predisposto al comando e perché rifiuta più che abbastanza di vivere con gli umani. Non ha niente contro di loro, fatta eccezione per Fern e Mimì li ignora proprio, ma per lui è la natura la sua casa e non ha alcuna intenzione di allontanarvisi. Era disposto a farlo per stare con Sherry, ma ora decisamente non è più necessario.
La sera precedente, invece, hanno dormito con loro. Hanno dormito tutti lì perché non erano più capaci di andarsene a zonzo per quanto erano sbronzi, ridotti davvero in stati pietosi ed esilaranti, e Radish ha pensato che fosse un’idea carina permettere a Sherry di rimanere lì, dal momento che comunque di tanto in tanto sente il desiderio intrinseco in quelli come lei di dormire in una tana. Desiderio che sta cercando dolorosamente di sopprimere per lui.
In fondo lo ha invitato alla Festa del Fuoco, un evento alla quale solo Fern e Mimì hanno partecipato in quanto “semplici” membri della famiglia e del branco, mentre lui vi parteciperà in veste non solo di Capitano della guardia ma anche di maschio dominante di tutto il branco. Una cosa non da poco, ne è consapevole e ne va molto orgoglioso. Senza contare, poi, che quel pomeriggio lo aveva deliziato con del sesso orale a tradimento così travolgente da fargli girare la testa e tremare le ginocchia. Doveva ripagarla… e quale modo migliore se non partecipando ad una festa delle loro?
Becca ha infatti scoperto di non essere rimasta incinta e con Maddox ha voluto festeggiare alla grandissima. Gli alcolici hanno cominciato a scorrere come un fiume in piena a partire dal tramonto, per l’ora di cena erano tutti decisamente e piacevolmente sbronzi e si scatenavano sulle note di canzoni sparate a tutto volume e prima di mezzanotte erano tutti, o quasi, vicini al coma etilico. Loro due no, si sono limitati moltissimo ma non certo per dare il buon esempio: troppo alcol avrebbe rovinato il loro personale e decisamente  esclusivo afterparty.
Ora, seduto su un tronco fuori dalla tana a bere una tazza di caffè triplo per svegliarsi totalmente, aspetta il ritorno di Sherry per organizzare nel dettaglio l’importante giornata che li attende l’indomani, godendosi nel frattempo il Sole tiepido che gli bacia la pelle mentre i cuccioli gironzolano indisturbati sotto lo sguardo attento dei padri rimasti a sorvegliarli.
Sherry, infatti, è andata a caccia con le altre femmine per prepararsi alla Festa del Fuoco. A partire dalla mezzanotte, per ben due giorni, nessuno potrà cacciare, è categorico, quindi devono svagarsi adesso se non vogliono incorrere in inutili nervosismi degni del più scemo dei pivelli. I maschi sono andati all’alba, guidati da River e Glover, ed in ultimo andranno i soggetti più giovani e le future mamme - ad esclusione di un’irremovibile Bree, andata con l’amica -, che però dovranno restare in un raggio d’azione ridotto per la loro sicurezza.
Amos, il secondogenito di Becca e Maddox, trotta allegro tra gli adulti, totalmente indifferente ai possibili pericoli esterni grazie alla confortante presenza del Saiyan, e senza remore lo avvicina saltellando sulle zampette scure e struscia la testa contro la sua spalla, emettendo dei versi simili a delle fusa.
L’uomo lo guarda di sottecchi mentre continua a bere il caffè, sorprendendosi come ogni altra singola volta da questo suo gesto. Neanche i suoi nipoti osano tanto con lui, gli sembra quindi sempre assurdo che delle creaturine tanto fragili che lo conoscono a malapena come Amos, invece, possano nutrire tanto interesse e affetto nei suoi confronti, soprattutto dal momento che lui non li ricambia in alcun modo.
«Radish!»
Volta pigramente la testa al suono squillante della voce di Maximiliam, che corre a rotta di collo fuori dalla tana per raggiungerlo. Lui e il fratello sono gemelli omozigoti, fatto che li ha portati ad essere oggetto di molte attenzione da parte degli altri cuccioli, essendo infatti molto rari.
Maddox, steso supino sull’erba dietro al Saiyan, emette un lievissimo ringhio di ammonimento per farlo calmare, sorridendo sotto ai baffi quando lo sente rallentare la corsa. È un bravo papà, tutto sommato, solo che di natura è molto più burbero rispetto ai vivaci fratellini.
«Radish, tu che sai tante cose, mi sai dire se per i granchi i pesci volano?»
Lo guarda dritto nei suoi vivaci ed eccitati occhi color nocciola, sorridendo appena di fronte a quel faccino dalla pelle scurissima traboccante di un’incredibile eccitazione solo perché gli è vicino e gli sta dando attenzione. Purtroppo per il cucciolo, però, Radish non è del migliore degli umori. Sta infatti aspettando Vegeta e Piccolo che hanno deciso di addestrarli assieme a lui, di dargli una mano, e per questo si sente in qualche strano modo minacciato. Non è l’idea della presenza di Piccolo a turbarlo, poiché gli è superiore in quanto a forza e, a pari merito, per il fatto che al Namecciano mancano degli attributi necessari per farlo identificare come maschio dominante, ma Vegeta… lui potrebbe essere un problema. Un enorme, mastodontico, colossale, titanico e maledettissimo problema.
«Invece di pensare a queste cose, perché non vai a cercare un ircocervo ondulato? Magari ce n’è qualcuno da queste parti e io vorrei tanto assaggiarlo.» Si sta trattenendo con tutto sé stesso per non scoppiare a ridergli in faccia, tanto da doversi mordere la lingua, mentre con la coda dell’occhio nota Glover e i quattro maschi del suo branco originario che se la sghignazzano sotto ai baffi. Non è cosa nuova a nessuno che i maschi si prendano apertamente gioco dei cuccioli, anzi è proprio la prassi rincoglionirli con richieste assurde al fine di tenerli occupati quanto più tempo possibile. Qualche giorno prima Maddox, mentre fissavano alle pareti un sacco di lucine dorate di Natale, ha chiesto ad un gruppetto che lo infastidiva di procurargli un laccio simmetrico della prolunga del generatore. Ci hanno messo circa due ore prima di capire che l’oggetto in questione non esisteva, e nel mentre loro hanno potuto finire ciò che stavano facendo senza essere più disturbati, hanno potuto prendere l’ennesimo caffè della giornata ed avevano già ricominciato con l’allenamento.
«AMOS! ANDIAMO!» Il bambino e il lupetto scattano in avanti, immergendosi nella boscaglia che li circonda. Sanno fin dove possono spingersi, essendo perfettamente a conoscenza dei limiti dei vari anelli che costituiscono il territorio, ed essendo abbastanza grandi posso addentrarsi nella boscaglia in solitaria.
«Supercazzoli i miei figli?» Borbotta Maddox, il tono neutro che non lascia capire chiaramente a Radish se sia infastidito o meno. È però il suo corpo a dirglielo, i suoi muscoli rilassati, le mani dietro la testa e gli occhi ancora chiusi a fargli capire che non gliene potrebbe fregare di meno, che può continuare quanto vuole purché non gli faccia del male.
«Ovviamente.»
«Bravo, stai imparando a stare al mondo.»
Gli sorride appena, felice di averlo vicino. È strano, Maddox, ma non cattivo. Non quanto possono esserlo i suoi fratelli e almeno la metà degli Spettri che ormai conosce, questo è poco ma sicuro, ma in ogni caso non va sottovalutato, soprattutto a causa della sua indole molto aggressiva. Quando si sente particolarmente su di giri tende ad auto-isolarsi per non portare rogne nel gruppo, viene raggiunto da Mordecai e con lui fa la lotta, senza però arrivare mai a spargere del sangue. Gli ha confessato, annebbiato dai fumi dell’alcol, di essergli grato per la sua presenza perché allenandolo tanto duramente lo sta aiutando a rilassarsi e scaricarsi come in genere non riesce a fare.
Li guarda uno per uno, adesso, e si sente stranamente sereno ad averli lì con lui. Guarda Glover che legge un libro noioso e decisamente enorme mentre i suoi figli di quattro anni saltellano come caprini e si azzuffano, arruffandosi il pelo e sollevando un gran polverone. Guarda Willem e Frank, intenti a scommettere su una qualche questione segreta, punzecchiarsi come ragazzini e poi ridere con aria complice. Guarda Dennis, il giovane Dennis che a sedici anni ha già due figli e una compagna di cui prendersi cura. Ha scoperto che non è una cosa strana per loro trovarsi con dei figli a carico già in giovane età, ma che anzi spesso lo fanno di proposito proprio a causa delle scarse aspettative di vita. Pure per i Saiyan l’idea di morire in battaglia in giovane età era sempre presente, ma non per questo prendevano in considerazione di mettere su famiglia da giovanissimi. Sono tutti matti!
Di colpo volta di scatto lo sguardo, allarmato.
I suoi Spettri seguono il suo sguardo, innervositi dall’odore che emana. Radish vede che stanno fiutando l’aria e un paio stanno già sfoggiando le zanne mentre puntano ossessivamente un punto lontano, pronti a scattare all’attacco ad un suo cenno.
«Restate qui.» Ordina perentorio mentre si alza e s’incammina, i nervi a fior di pelle e un’insolita voglia di far del male che gli serpeggia dentro. Insolita perché, eccetto quando è arrivato sulla Terra, non ha mai provato davvero il desiderio di ferire qualcuno di loro. Ma adesso, trovandosi insopportabilmente vicini alla tana, sente di voler attaccare per primo per allontanarli.
Una strana consapevolezza, senza alcun dubbio, che lo spinge ancora di più a pensare che trasmettano in qualche modo una qualche strana malattia che ti spinge a comportarti spesso e volentieri in modo irrazionale.
Cammina con passo svelto nella vegetazione, segue l’aura dei suoi compagni di battaglia mentre si domanda incessantemente cosa possa essergli saltato in mente per venire tutti assieme. Fortunatamente aveva detto a Piccolo e Vegeta di non presentarsi direttamente davanti alla tana ma di arrivare da più lontano. Non che li avrebbero attaccati così apertamente, ma sarebbero sicuramente insorti dei problemi per lui ancora molto difficili da gestire… e di certo non avrebbe mai potuto sopportare l’intervento di River, sempre prontissimo a provare a metterlo in ombra.
Ci sono tutti adesso, davanti a lui. Vegeta, Bulma con Trunks in braccio, Chichi con Goten e Gohan, Piccolo, C-18, Crilin, Yamcha, Muten, Oscar e Pual.
Per un istante si domanda perché siano stati tanto idioti da portare una preda sfiziosetta come Oscar, un fantastico giocattolo vivente come Pual e un porco come Muten in un luogo dove ci sono tante donne e ragazzine sempre poco vestite, ma la domanda che gli esce con rabbia dalle labbra è tutt’altra: «Dovevate venire solo voi due, che significa tutto questo?!»
Non li vuole lì. Non li vuole assolutamente e solo adesso se ne rende totalmente conto.
Quello è il suo mondo, il suo branco e non ha alcuna intenzione di condividerlo con loro, in modo particolare con Vegeta, che potrebbero prendere come nuovo maschio dominante se lo percepissero come più forte e autoritario di lui.
Quando aveva proposto ai due la sua idea non aveva ancora interagito con tutti loro, non era venuto a conoscenza di tante cose, non poteva apprezzare il loro modo di interagire, il loro spalleggiarsi e proteggersi come si fa in una famiglia.
Non sapeva che Glover ha sofferto immensamente per la perdita dei suoi figli e che adesso ucciderebbe anche se solo osassero mostrar loro i denti.
Non sapeva che i Quattro non hanno in comune solo l’iniziale dei loro nomi, l’esuberanza e il sangue puro: hanno in comune che sono rimasti soli a tre anni, che si sono rialzati e sono sopravvissuti aggrappandosi alla vita con le unghie e con i denti, che le loro madri non avevano particolare istinto materno, che i loro padri li picchiavano, che i loro fratelli gemelli sono morti quell’ultimo giorno per le zanne di lupi più forti.
Non sapeva leggere il loro linguaggio del corpo quando eseguono la muta, scoprendo così che anche a seconda dei movimenti che lui stesso fa con la coda trasmette loro messaggi molto chiari.
Non sapeva che i suoi capelli lunghi ed un poco gonfi potessero suscitare un tale interesse nelle loro femmine perché nella loro mente richiama le criniere dei maschi, che in genere gonfiano il più possibile per minacciare o per corteggiare.
Non sapeva capire il loro linguaggio verbale e, seppur non possa capirne le frasi, riesce comunque a capire il messaggio intrinseco di molti versi.
Non sapeva che lo avrebbero preso come una figura autoritaria non troppo differente da quella di un padre, tanto meno che avrebbe avuto la loro fedeltà e il loro rispetto.
Non sapeva che, alla fine, lo avrebbero accolto come uno di loro senza giudicarlo più, che gli avrebbero pazientemente insegnato ciò che sanno sulle varie arti, sulle loro tradizioni e sulle loro leggi.
Non sapeva che avrebbero sputato il sangue per lui, che si sarebbero impegnati tanto per apprendere quanto più possibile per vederlo fiero di loro.
Non sapeva tantissime cose ma adesso sì, e non può concepire che qualcuno possa portargli via tutto.
È una stranissima presa di consapevolezza per lui, così com’è strano pensare che al posto di uno Spettro si sarebbe ritrovato a gonfiare il manto, a mostrare le zanne e con la coda rigidamente puntata in alto. Facendoci caso per un brevissimo istante, poi, si rende conto che effettivamente quest’ultimo punto è reale, motivo per cui si appresta ad arrotolarla attorno alla vita.
Sono tutti più o meno tesi, ignari di ciò che li aspetta e non tutti sono particolarmente convinti di volersi trovare lì, in mezzo a persone evidentemente tanto diverse da loro. Non è tanto per il fatto che si trasformino in lupi decisamente carnivori a renderli nervosi, quanto il loro evidentissimo strano modo di approcciarsi col prossimo.
C-18, però, ha avuto modo di interagire con uno di loro. Ci ha passato un pomeriggio intero, lontano da alcolici e sostanze stupefacenti. Ci ha passato un pomeriggio intero di shopping sfrenato e chiacchiere leggere, e non può dire di non aver gradito la sua compagnia. Sono spigliati come poche altre creature, a tratti volgari e chiassosi, ma Becca le ha spiegato, seppur un poco a malincuore, che loro si comportano in certi modi perché, alla fine della fiera, nessuno ha mai insegnato loro a comportarsi e vivere diversamente, e che in branco è più che normale comportarsi così, esattamente come per lei è normale comportarsi a modo suo con i suoi amici.
Le ha fatto tenerezza, molto, e le ha fatto capire che malgrado la facciata da spacconi menefreghisti, tutti loro hanno sofferto parecchio nella vita, che difficilmente hanno avuto qualcuno a guidarli durante la crescita e non hanno mai trovato la pappa pronta come si potrebbe erroneamente pensare.
Ma adesso non è qui per chiedere alla Cacciatrice se le interessa un’altra sessione di shopping, bensì per far chiarezza su un grosso dubbio che assilla suo marito.

«Crilin deve parlare con loro di una faccenda urgente e abbiamo deciso che era meglio se fossimo tutti presenti.»
Radish la guarda dritto negli occhi e capisce che con grande probabilità hanno fatto qualche danno serio ed anche che lo hanno tenuto nascosto. Se così fosse, se davvero avessero agito di testa loro contro il volere di Sherry, verrebbe fuori un bel putiferio che sarebbe davvero bene evitare prima della Festa del Fuoco, ma la verità è che non è questo punto a metterlo in ansia.
«È davvero una pessima idea…»
«Perché?» Domanda Chichi, le braccia ben strette attorno al corpicino fragile del figlio. Per un istante Radish si domanda se lo lasci mai stare, ma decide di restare concentrato sul problema principale.
«Perché ci sono molte ragazze incinte.»
«E allora?»
«E allora sono tutti molto più aggressivi e territoriali del normale, e Sherry si è allontanata per cacciare. Potrebbero diventare ingestibili.» Si passa una mano dietro al collo, pensando e ripensando a tutte le soluzioni migliori che non implichino assolutamente l’intervento del candido cane borioso che tanto mal sopporta.
Vegeta, già ampiamente stufo di questa buffonata, non si fa alcun problema a dire la propria, schernendo così in una volta sola tutti gli Spettri: «Come se dei cani troppo cresciuti potessero darci problemi.»
«A me sì.» Le parole gli sono uscire quasi in un ringhio, il pelo sulla coda si è un poco gonfiato contro la sua volontà. Non se ne rende neanche conto, ma Piccolo sì. In realtà già da qualche tempo si è reso conto di strani cambiamenti nel suo carattere, ma ancora non ne ha fatto parola con nessuno.
«Con il loro fiuto captano gli stati d’animo di chi gli sta attorno. Se uno di loro si spaventasse o si infuriasse, scatenerebbe involontariamente una reazione a catena, contagiando tutti con il proprio stato d’animo. Di conseguenza scorrerebbe del sangue.»
«Vedo che ne sai parecchio.» Afferma con tono neutro il Namecciano, gli occhi puntati sulla figura tesa del Saiyan. L’ha visto in questo stato solo quando in gioco c’era la sua vita o la salvezza del pianeta in generale, non certo per persone che conosce così poco e che sono tanto diverse da lui. Si domanda se è solo l’affetto che nutre per quella giovane e bizzarra donna a farlo agire in questo modo o se sotto c’è dell’altro.
«Passo quasi tutto il mio tempo qui, ormai.» Ammette con un briciolo di vergogna, sentendosi terribilmente a disagio sotto ai loro sguardi curiosi ed invadenti. Solo adesso si rende conto di come probabilmente spesso si deve sentire Mimì, in bilico tra il mondo vero, quello che tutti possono vedere e toccare, e quello frizzante e contorto degli Spettri. È strano, davvero, e non semplicissimo da gestire a livello psicologico.
«Glover! Muoviti, vieni qui!» Può fidarsi di lui, è abbastanza saggio da saper gestire una situazione come quella. Senza contare, poi, che gestisce e guida il proprio piccolo branco - un tempo pure più numeroso - da quando aveva quindici anni e, di conseguenza, è tra i più indicati al momento.
Lo vede arrivare con una corsetta leggera, i forti pettorali che sobbalzano ad ogni movimento e i lunghi capelli scuri che si muovono leggeri sulle sue spalle. Sgrana un poco i sottili occhi marroni nel vedere i presenti e, trattenendo a stento un ringhio, si ferma a qualche metro di distanza.
È nervoso, Radish lo capta immediatamente, ma tira subito un sospiro di sollievo quando lo vede trattenere una sonora risata nel notare la presenza di Yamcha. Tutti lì dentro sanno chi è, non certo grazie a lui e decisamente non in modo positivo. Non ci aveva pensato sulle prime che sarebbe stato quello più “in pericolo” lì in mezzo.
«Hai scambiato la tana per una specie di albergo?» Scherza lo Spettro, ostentando una sicurezza che in realtà non possiede del tutto. Però si fida di Radish, il fatto che Sherry abbia deciso di intraprendere una relazione con lui gli fa capire che non farebbe mai qualcosa per metterli in pericolo, e di conseguenza capisce di non dover temere per l’incolumità dei suoi piccoli.
«Direi più un ostello della gioventù… o un covo di tossici.»
«Allora, che succede?»
«Dobbiamo parlare di cose importanti, ho bisogno che tutti restino calmi.»
«Non sarà semplice… quello ha l’aria pericolosa.» Mormora puntando gli occhi su Vegeta, guardandolo con un certo astio. Non gli piace, sa che non è in rapporti idilliaci con quello che ormai può considerare senza troppi indugi il suo capobranco. In realtà è una considerazione abbastanza generale, dal momento che tutti si sono arresi all’idea che sta con la Regina, tanto da spingerli a fare scommesse clandestine su quando li vedranno sfoggiare il Morso. Per molti, in realtà, è già passato troppo tempo per i loro standard.
«Lo è. Per questo ho bisogno che tu avverta il branco e imponga la calma.»
Si guardano per un istante negli occhi e poi Glover fa ciò che tra loro è normale, quando si tratta di gerarchia: abbassa lo sguardo e piega la testa di lato, esponendo la gola a Radish.
Poi semplicemente si allontana, ma prima di sparire ci tiene a specificare un piccolo ma non indifferente punto: «Tieni i quattro psicopatici lontani da me, io mi occupo degli altri assieme a River.»
«E tu tieni quell’insopportabile cane lontano da me.»
«Agli ordini, Cap.»
Rimane in silenzio per una manciata di secondi mentre lo guarda sfrecciare nella vegetazione, per poi voltarsi un poco sconsolato verso gli amici. Non sarà semplice… e davvero devo riuscire a convincere Sherry a prendere lui come Beta.
«Quello è il più anziano del gruppo.» Afferma un poco soprappensiero mentre prende in considerazione tutte le possibili reazioni e gli eventuali provvedimenti da adottare. Lui, in fondo, fa sì parte della coppia dominante, ma è sempre solo il Capitano della guardia. La sua voce è meno potente rispetto a quella della Regina e del Beta - che a loro ancora manca - e di conseguenza potrebbero decidere di testa loro per allontanare le minacce, soprattutto per a causa della presenza dei cuccioli.
«A me sembra molto giovane…» Mormora Bulma, domandandosi se per caso il loro sangue rallenti in qualche modo l’invecchiamento. In quel caso, e Dio le è testimone, farà tutto ciò che è in suo potere per metterci sopra le mani.
In effetti, Bulma non si sta poi sbagliando troppo: il loro sangue non solo cura ogni danno e previene qualsiasi genere di malattia, ma altera e rinnova costantemente le loro cellule, pure quelle celebrali, e ciò avviene in modo costante fin quando il sangue sarà abbastanza forte e giovane, tanto da farli sì crescere velocemente da piccoli per farli stare subito sulle loro zampe, ma anche per permettere al loro corpo di poter combattere il più a lungo possibile, in modo non troppo differente dall’invecchiamento dei Saiyan.
«Senza un capo come Sherry a tenerli tutti quanti sotto controllo si ammazzano tra loro come mosche.»
Mentre nelle Terre di Nessuno ciò avviene per questioni territoriali, nel loro vero habitat gli Spettri si sbarazzano ad ogni nuovo ciclo degli elementi che considerano una minaccia per la propria posizione o ormai non più in grado di combattere al meglio, e ciò conferisce sì un frequente e costante ricambio che non intacca il branco, che di conseguenza non può essere indebolito da un soggetto anziano, ma anche l’impossibilità di raggiungere un’età pari o superiore ai quarant’anni. Pure per la famiglia reale è particolarmente ostica, poiché una volta eletto il nuovo Re, questi e la guardia provvedono a sbarazzarsi del precedente - spesso con famiglia e Beta annessi - per rimarcare la nuova dominanza. Greywind, con i suoi 55 anni, è lo Spettro più anziano dopo Roman ed anche quello vissuto più a lungo in generale, e ciò è potuto accadere perché non ha ancora lasciato il trono al figlio, malgrado questi abbia superato di gran lunga l’età con la quale di solito salgono al potere. C’è anche da dire che sia lui che Mezcal sono divenuti Re a soli 15 anni - contro il minimo di 18/20 come avviene in genere - poiché i loro padri furono così sciocchi da sfidarsi e ammazzarsi a vicenda, quindi non ha stupito nessuno il fatto che agisca in modo diverso. Ma come avrebbe potuto fare altrimenti? Se un tempo la presenza di Mezcal poteva rivelarsi un problema per il principe ereditario, quella di Jäger lo è decisamente di più, e non ha alcuna intenzione di mettere l’adorato figlio e le sue idee rivoluzionarie in pericolo. Reggerà finché potrà, questo è certo, proprio com’è certo che il futuro Re non lo lascerà uccidere come un vecchio ed inutile cane.
Radish, sentendo un ululato assai breve e acuto, simile ad un uggiolio, capisce che Glover e River sono pronti, hanno avvertito il branco e li stanno tenendo sotto controllo. Sono due maschi molto dominanti, loro, e Radish non aveva alcun dubbio sul fatto che avrebbero imposto l’ordine senza troppe difficoltà.
«Prima di andare, un paio di semplici regole basilari.» Li guarda uno per uno con sguardo mortalmente serio, consapevole sì che siano quasi tutti capaci di difendersi da loro ma anche che gli Spettri, se presi tutti assieme, possono rivelarsi davvero pericolosi. Anche perché, su loro stessa ammissione, lui e i suoi amici possono sì volare, ma prima o dopo si devono pur sempre fermare per riposare e sotto le spoglie del lupo non sono capaci di percepirli. Sono tenaci, i suoi cani scatenati, se lanciati all’attacco è difficile farli desistere.
«Numero uno: non disturbateli mentre dormono, a meno che non siate davvero molto in confidenza. Numero due: non avvicinateli mentre mangiano, è un modo sicuro per perdere almeno una mano. Numero tre: non spaventateli mai. Bisogna sempre farsi sentire quando ci si avvicina, così da evitare reazioni incontrollabili. Numero quattro: se vi dicono di averne abbastanza, dovete credergli. Non gli piace ripetere le cose due volte.»
Regole semplici e scontate che non interessano minimamente a Vegeta, C-18, Gohan e Piccolo, consapevoli della propria forza e del proprio sangue freddo, mentre per soggetti più a rischio sono più o meno interessanti. Oscar invece non lo ascolta proprio, deciso più che mai a tenersi a buona distanza da tutti quanti e a darsela a gambe se la situazione si facesse pericolosa, inconsapevole che così facendo darebbe subito il via ad una caccia sfrenata.
Radish si volta di scatto e lascia di nuovo scivolare la coda dai fianchi, muovendola sinuosamente alle proprie spalle. Trova molto rilassante il non doverla tenere costantemente stretta in vita, gli piace sentirla muoversi liberamente e in mezzo agli Spettri può farlo senza remore.
Si lega anche i capelli con movimenti veloci, lasciando involontariamente penzoloni sul petto la sottile treccina con la placchetta d’argento che Sherry gli ha fatto quella mattina. Se la sfacesse subito e/o le dicesse che non le vuole nella maniera più categorica - gli piace stare tra loro, sia chiaro, ma non fino al punto di farsi conciare come un cretino -, lei si indispettirebbe al punto da acconciargli tutta la testa mentre dorme e non dandogliela più anche per un mese, mentre così è consapevole che l’esuberanza del momento le passerà velocemente e non ci proverà più.
Il problema, però, sta nel fatto che i suoi amici possono vederla. Non lo aveva certo preso in considerazione, assorto da pensieri ben più urgenti, ma è costretto ad appuntarla alla meglio dentro l’elastico quando sente il commento acido e derisorio di Vegeta alle spalle. Potrebbe benissimo rispondergli a tono, probabilmente arrivando pure alle mani, ma così innervosirebbe i lupi che lo identificherebbero come una minaccia per il branco e mai, nel modo più assoluto, si lascerebbero avvicinare.
Una volta superato il muro formato dalla boscaglia, tutti possono finalmente vedersi a vicenda.
Chichi e Bulma stringono istintivamente i propri figli nel momento esatto in cui sentono quegli occhi minacciosi puntarsi su di loro, scrutarle attentamente come per capire qualcosa di importante, ma capiscono velocemente di non essere oggetto di particolare attenzione quando la loro concentrazione si sposta su Radish.
In quel preciso momento, infatti, quelli in piedi piegano di lato la testa e abbassano gli occhi, mentre quelli seduti a terra o sdraiati proni si stendono tutti sulla schiena per esporre il ventre e la gola. Tutto questo è un chiarissimo segno di sottomissione e Radish lo sa perfettamente, motivo per cui non riesce a trattenere un ghigno soddisfatto. Mai nella vita avrebbe pensato di ottenere tanto potere e autorità, soprattutto considerate le sue umilissime origini.
Il suo ghigno, però, si tramuta velocemente in un sorriso realmente divertito che in breve muta in una forte risata di fronte allo spettacolino che stanno offrendo Micah e Mordecai, infantili e dispettosi come sempre.
«You spin my head right round, right round
When you go down, when you go down down!» Mordecai si avvicina ancheggiando al fratellino, muove da una parte all’altra la testa e scoppia a ridere di gusto non appena il minore comincia a muoversi a sua volta come uno spogliarellista e cantando a propria volta il motivetto.
Radish sa benissimo a cosa e a chi si stanno riferendo, proprio come lo sanno tutti gli altri che si lasciano andare ad una risata isterica. River e Glover, piazzati più in alto per rimarcare la loro posizione ed imporre la calma, parlottano tra loro mentre se la sghignazzano. 
Oscar, ben nascosto in mezzo a tutti quanti e quindi ancora al sicuro, si ritrova a cacciare un forte urlo quando qualcosa gli sfreccia accanto a tutta velocità.
Radish si volta si scatto, pronto ad imporsi anche con la violenza se necessario, tirando un sospiro di sollievo di fronte alla scena che gli si para di fronte: un gallo sta scappando a tutta velocità in tutte le direzioni possibili e un cucciolo di otto mesi lo sta rincorrendo per giocare. Ad un primo impatto, in realtà, lo aveva scambiato per una volpe a causa del singolare vello rosso e bianco.
Il padre, momentaneamente poco propenso alle esuberanze dei piccoli, si avvicina al Saiyan, tenendosi ben a distanza dagli altri, e non riesce a fare a meno di commentare la scena.
«Ma guarda che figlio stronzo che ho!» Guarda il figlio più piccolo correre da una parte all’altra senza neanche prendere fiato, gli occhi dorati iniettati di eccitazione. Sta solo giocando, non ha alcuna intenzione di mangiare il gallo né di ucciderlo, vuole solo correre e spaventarlo un po’, ma il padre, in questo momento, decisamente non è d’accordo.
«CARLOTTO!» Che poi, povero cucciolo, in realtà si chiama Carl. La madre ha cominciato a chiamarlo Carlotto senza un motivo particolare, gli altri piccoli lo chiamano Totto, il padre spesso lo chiama Nano e lui adesso non ha più ben chiaro quale sia il suo vero nome. Risponderebbe anche a “ehi tu!” tanto gli è poco chiara la faccenda, ma essendo tanto sovreccitato non sente proprio il richiamo.
Infastidito da questa sua mancanza di rispetto, l’uomo si abbassa su sé stesso, sfilandosi i bermuda, e muta in un batter d’occhio, tramutandosi in un grosso lupo di due metri e settantanta al garrese dal folto vello rosso rame. Si lascia sfuggire due sbuffi seguiti da un ringhio di ben tre secondi, cosa che lascia intendere subito a Radish che quella piccola sottospecie di volpe, una volta che sarà rientrata nella tana, ne prenderà davvero tante. Già solo due “wuff” lasciano intendere che volerà almeno una sberla, ma anche il ringhio… poverino.
«Ma quanto è grosso…?» Domanda stupefatta Bulma, osservando l’animale che cammina tetramente verso il piccolo. Per quanto minaccioso, però, non può fare a meno di notare che, tutto sommato, sia incredibilmente elegante. Le pare pure tenero dal momento che ha preso il cucciolo scodinzolante tra le fauci con una delicatezza estrema per condurlo dentro quella che, secondo lei, è casa loro, inconsapevole dei brutti cinque minuti che sta per vivere il piccolo.
«È un maschio, è normale, non è neanche il più grosso. E comunque è Sherry ad essere fuori misura, le femmine in genere sono di una ventina di centimetri più basse di lei e meno muscolose.» Risponde piatto Radish, avvicinandosi ai Quattro. Deve tenerli calmi - per quanto sia umanamente possibile per loro star calmi - fino all’arrivo di Sherry. Fortuna vuole che il primo ad aprire bocca sia Maddox, che di certo non è tipo da sparare grandi scemenze in situazioni del genere.
«È bello constatare che non siamo i tuoi unici amici.»
Sorride in modo tirato, Radish, notando un paio di secondi dopo uno Spettro Mezzosangue collassato in un piccolo pertugio, rannicchiato su sé stesso in modo evidentemente scomodo e doloroso.
«È morto?»
«Gli ho passato una roba nuova che mi ha dato il mio pusher, si chiama “ombra della notte
”. Ti dà una schicchera pazzesca!» Major si è rivelato essere un problema. Un problema bello grosso.
Dolce, affabile e amichevole un po’ con tutti, è in grado di compiere delle atrocità impensabili per puro divertimento, come l’usare i martelli in modi decisamente poco convenzionali quando viene lanciato contro i pedofili - e Radish davvero all’inizio sperava che li usasse solo per fracassargli il cranio o rompergli le ossa -, l’iniettare cloruro di potassio alle proprie vittime anziché finirle con le proprie mani perché procura una morte lenta e atroce… il problema in generale è che prova proprio un gusto perverso e malato nel torturare le proprie vittime, con la capacità di portare avanti i propri giochi anche per ore o addirittura giorni, se particolarmente ispirato.
Malgrado questo, però, non può negare che gli piaccia la sua compagnia, in quanto sorprendentemente colto e molto ben disposto a spiegargli un sacco di dinamiche che a lui risultavano davvero difficili da capire, e sempre attentissimo ad ogni suo racconto riguardo lo spazio che ha esplorato. In quei momenti pende proprio dalle sue labbra.
Radish ora deve mettere un po’ da parte la loro tiepida amicizia per provare ad imporgli nuovamente il proprio volere. Se con molti soggetti basta una volta, con altri è necessario rimarcare per un po’ il concetto prima che gli entri definitivamente in testa.
«Che avevo detto riguardo a quella merda?» Ringhia infatti a denti stretti, notando con piacere che il Segugio pare aver intuito l’antifona grazie allo sguardo attento ed un poco intimorito.
«Che non vuoi vederla girare nella tana, ma infatti non l’hai vista.» Si difende così, come un bambino, e caccia fuori un guaito quando Radish lo afferra per i capelli bicolore e gli strattona il capo all’indietro.
«Guardami bene: non sto affatto ridendo.»
«Ricevuto, okay.» Un’altra nota positiva di Major, è che ascolta e si adegua piuttosto velocemente. Non come i due coglioni che se la ridono di lato, con quelli c’è ancora tantissimo lavoro da fare e, Radish ne è certo, probabilmente non finirà mai.
«La presenza di Vegeta e Piccolo potrebbe portare rogne, lo sai ve’?» Butta lì Maddox, ancora pigramente steso sull’erba.
«È necessaria.»
«Guardiamo il lato positivo: con il Principe degli Stempiati nelle vicinanze, diminuiranno le porcate che dicono su Radish e non rischieremo più delle risse pazzesche.» Il sorriso furbo di Mordecai si allarga sempre di più quando incrocia lo sguardo nervoso ed un poco offeso del Principe, che però stavolta non controbatte. Non ha voglia, per niente, e non considera certo interessante la conversazione. Al limite si domanda solo per quale ragione abbia accettato di prendere parte a questa buffonata, ricordandosi poi che ha promesso a Bulma di farle ottenere almeno una fiala di sangue donato spontaneamente. Accidenti a te, donna!
«Di cosa parli?» Domanda Radish, non capendo davvero. Lì nessuno spara porcate, Sherry se ne sarebbe accorta subito e di certo non ne sarebbe stata felice.
«Alle vostre spalle fanno di quei discorsi assurdi! Roba perversa, davvero.» Risponde Micah, riferendosi ovviamente agli Shedish come ad un unico essere come succede sempre più di frequente.
«Perché limitarsi a farli alle mie spalle?» Scherza con un ghigno arrogante il Saiyan, sorprendendosi nel veder calare il gelo negli occhi di PsycoKen.
«Occhio zio, non è saggio fare questo genere di battute. La tua dolce metà potrebbe non prenderla per il verso giusto.»
«Oh, andiamo! Si scherza, no?»
«Non hai ancora ben chiaro chi ti sei preso in casa, mh?» Ridacchia divertito Mordecai, consapevolissimo di quanto una simile affermazione, in questo momento, possa dargli fastidio.
«Vivete insieme?!» Urla infatti Chichi, sbalordita dalla notizia quanto gli altri. Avevano sì capito benissimo che tra lui e Sherry le cose fossero a dir poco serie, ma non pensavano certo che avessero già compiuto un simile passo.
«Tu proprio non ce la fai a tenere chiusa quella fogna putrida, vero?!» Gli ringhia contro di rimando il Saiyan, facendolo ridacchiare in modo infantile. Il problema più grande con Mordecai, oltre ai suoi evidenti disturbi psicologici, è che vuole bene a Radish, gliene vuole davvero molto, tanto da essere arrivato a considerarlo come un fratello maggiore… e per lui tra fratelli ci si deve punzecchiare quanto più possibile, quindi non gli darà mai tregua.
«Nope.»
Ridacchiano tutti, adesso meno tesi grazie alle chiacchiere degli esuberanti ragazzoni.
Bulma, che più delle due amiche ha sempre avuto una maggiore propensione ad interfacciarsi con l’altro sesso, non può fare a meno di notare con una punta di piacere di essere totalmente circondata da un sacro tripudio di fisici scolpiti, cicatrici e testosterone. Tantissimo testosterone, le pare quasi di poterlo toccare con mano. Se avesse interagito con loro prima dell’incontro con Vegeta, non esclude che si sarebbe potuta divertire un po’.
«Niente commenti, vecchio.» Bercia Radish con voce dura mentre fissa Muten, consapevole di quanto l’anziano maestro rischi un linciaggio con i controfiocchi se si lasciasse andare a dei commenti troppo spinti senza prima essere davvero in confidenza con i vari Spettri. Sicuramente anche dopo rischierebbe una strizzata di palle così forte da entrare di prepotenza nel coro delle voci bianche, ma sicuramente in percentuale minore.
Perché c’è una regola non scritta e non detta che però tutti lì dentro conoscono bene: non cazzeggiare con la donna di un altro. Mai. Neanche per sbaglio. Se i due si sono scelti come compagni di vita, il maschio può diventare ingestibile per proteggerla e certo Willem, da dieci anni compagno dell’agguerrita Viper che ancheggia tranquilla verso di loro a malapena coperta da un morbido vestito svolazzante, non è da meno.
Avendo compreso il motivo del nervosismo dell’uomo, Maddox fa l’immane sforzo di mettersi a sedere e con un fischio richiama la l’attenzione della donna prima che si innervosisca per le occhiate concupiscenti dell’anziano.
«Oi, Viper! Che dici, chiameranno Daddy anche lui?» Le domanda col sorriso, facendo un cenno con la testa verso Vegeta.
«Quelle sgallettate usano impropriamente quella parola, non hanno ancora capito niente nella vita.» Cammina fiera in mezzo a tutti loro, non guardandoli neanche per sbaglio. Si sta sforzando di ignorarli per via delle parole di Dennis, corso da loro per avvertirle del loro arrivo e del fatto che Radish li vuole calmi, ma le risulta difficile dal momento che Muten la sta divorando con gli occhi.
«Vuoi dire che per te il Capitano non è un Daddy?» Insiste Major, sorridendole sornione.
«Che vuol dire Daddy?» Mormora un poco confuso Gohan alla madre, che però non sa rispondergli. Anche se lo sapesse, comunque non glielo direbbe.
Il problema nasce dal fatto che i lupi lo hanno sentito benissimo malgrado il suo fosse quasi un sussurro, e ciò innesca una reazione a catena che calamita la loro attenzione sul povero e timido ragazzino.
«Per la puttana, tu sei vecchio dentro ragazzo mio!» Ride forte Micah, guardandolo come se fosse un qualcosa di anomalo. Tra di loro certi discorsi sono perfettamente normali anche tra i più giovani, non riesce a capacitarsi che lui non sappia di cosa stiano parlando.
«Davvero non sai che vuol dire? Eppure è linguaggio slang, alla tua età dovresti saperlo meglio di chiunque.» S’intromette River, sceso tra loro senza che nessuno lo notasse. Guarda Gohan con una forte dose di curiosità, affascinato dalla razza di suo padre. Certo, Radish gli fa schifo e di certo non lo incuriosisce, ma gli altri Saiyan, quelli che non gli rompono le palle, sì.
Gohan, dal canto suo, si sente un poco a disagio di fronte ai loro sguardi invadenti e semplicemente fa spallucce. È un ragazzo abbastanza timido per i fatti suoi e certo non ha dimenticato gli avvenimenti del compleanno, che l’hanno sì divertito molto ma anche un po’ scombussolato.
«I’m baby…» Sbuffa Mordecai, alzando gli occhi al cielo con fare sconfitto.
Micah gli punta contro un dito e con ovvietà afferma: «Slang: non ce la posso fare.»
Viper, pur non apprezzando per niente la presenza delle tre belle e fiere donne in mezzo ai loro maschi, in particolar modo quella di C-18, si avvicina al ragazzo e si abbassa al suo livello, sbattendogli così sotto al naso il seno assai abbondante che Muten non smette di fissare neanche per un secondo con la bava alla bocca. Crilin e Yamcha non possono fare a meno di afferrarlo per le braccia così che non compia scemenze.
«È un modo di definire qualcuno che ti piace a tal punto da desiderare che diventi il padre dei tuoi futuri figli.» Gli spiega con dolce tono materno, facendo poi scivolare lo sguardo sui vari Spettri che se la sghignazzano di lato, convinti di esserlo a loro volta «Purtroppo però si sbagliano: l’unico e solo Daddy che si potesse definire tale, era e rimarrà solo il padre di Bree.»
Radish sa a chi si riferisce, Bree gliene ha parlato, seppur di sfuggita e con tono stranamente freddo. È rimasto davvero sorpreso nell’apprendere che suo padre altri non fosse che Darko, Beta di Mezcal, uno Spettro di incredibile forza e talento ma con uno scarsissimo istinto paterno, morto la notte che Jäger salì al potere.
«Altro che alfabeto, quello con tre o quattro lappate ti faceva vedere il Paradiso.» Aggiunge poco dopo, portandosi le mani sul cuore e sospirando eccitata al solo ricordo della loro notte di fuoco di undici anni prima.
«Seria?» Domanda realmente incuriosito Micah, un sopracciglio inarcato e una forte curiosità di sapere più nel dettaglio i particolari sulla vita sessuale del defunto Spettro. In fondo lui è considerato uno dei più grandi amatori tra la sua gente, non vede perché non informarsi per prendere il primo posto sul podio.
«A proposito di alfabeto…» Borbotta Major, lasciando saettare gli occhi su Yamcha. Non ce la fa davvero più a trattenersi, nella testa ha una valanga di frecciatine pronte ad essere lanciate senza pietà e, ne è certo, lo stesso vale anche per gli altri, motivo per cui attacca per primo: «…torna a farti le pippe, amico. Sul serio.»
«Come?» Non capisce, davvero. Li hanno quasi ignorati finora, a malapena li hanno guardati negli occhi e adesso invece uno di loro ha un’uscita tanto infelice proprio nei suoi confronti. In fondo la sera del compleanno gli avevano dato largamente l’impressione di andar loro a genio, perché comportarsi così? E perché Radish si sta tenendo una mano sulla bocca e pare sul punto di esplodere a ridere da un momento a l’altro? Addirittura si volta, lasciandosi involontariamente andare uno strano verso strozzato che fa ridere di gusto Mordecai.
«Robin si è lamentata delle tue scarsi doti d’amatore con Maj, che poi ha riferito a tutto il branco, compreso Radish.» Lo informa con una non indifferente ovvietà Glover, un sorriso beffardo che si allarga sempre di più in volto. Se solo ripensa a quell’assurda conversazione e a tutti i dettagli tirati fuori dal Segugio sente che potrebbe soffocare dalle risate.
«Se dopo mezz’ora che gliela lecchi non è ancora venuta… torna a giocare cinque contro uno, è meglio per tutti. Soprattutto per le tipe!» Butta lì con finta innocenza Micah, mimando apertamente il gesto che fa accigliare immediatamente Chichi.
«Ci sono dei bambini!»
«Quelli non capiscono e questo è un adolescente, andiamo! Presto comincerà a divertirsi anche lui, si spera, quindi è meglio che sappia quello che fa prima di fare figure di merda astronomiche come quell’altro sfigato. A proposito, bella fata, come hai fatto a starci tanto tempo?! Una frustrazione terribile, immagino.»

«Deve essere per questo che ha optato per il simpaticone. Se tra le lenzuola vale solo la metà del Capitano, deve essere una delle donne più felici e soddisfatte del mondo!» Quasi lo urla Mordecai, fisicamente incapace di trattenersi, mentre River prova in tutti i modi a bloccarlo per tappargli la bocca. Ma Mordecai sembra avere la sorprendente capacità di trasformarsi in una sottospecie di scivolosa anguilla gigante quando vuole e catturarlo diventa quasi impossibile.
«Sei suo zio, no? Spiegagli subito l’alfabeto prima che combini qualche disastro!» Bercia Major, esaltato dalla conversazione. Non che non parlino mai di sesso, anzi è all’ordine del giorno, ma in questo momento lo diverte in modo particolare.
Radish, ormai abituato a tutto questo, non tenta neanche più di scappare da loro quando attaccano, anche se spesso e volentieri ha qualche difficoltà a controbattere. E pensare che con Sherry le porcate vengono fuori in totale scioltezza!
«È ancora giovane, ci arriverà da solo.»
«Un cazzo. Tu non sapevi cosa fosse eppure sei per i quaranta.»
«Non avevo neanche bisogno di saperlo, se è per questo.» Sta però imparando a controbattere subito e senza vergogna, sta imparando ad affrontare discorsi che non ha mai affrontato così apertamente senza irrigidirsi a morte. Non che con Nappa,  talvolta anche con Vegeta, non volassero porcate, ma sicuramente ciò non avveniva con questa frequenza e di certo nessuno scendeva mai così nel dettaglio come loro. Ha scoperto che i pudici, lì in mezzo, sono un qualcosa di più unico che raro.
«E comunque ti ho battuto.» Ecco, questo ci tiene davvero a precisarlo, dal momento che Major sembrava goderci tantissimo a fare il galletto quando gli spiegava quella tecnica.
«Lettera?»
«Alla prima Elle.»
«Ma vaffanculo!» Si lascia ricadere all’indietro, Major, un braccio a coprirsi gli occhi e una mano sul cuore, mentre gli altri se la ridono di gusto.
«Tu non volevi parlargli di qualcosa?!» Sbotta Vegeta contro Crilin, più che stufo di quel teatrino. Passi la serata al ristorante alla quale è stato praticamente trascinato per un orecchio da Bulma, ma questo no. Anche perché durante la cena si è un poco divertito grazie all’ottimo vino d’annata che girava per il tavolo (ed anche per il bourbon) e per la presenza dell’anziana signora che è riuscita a farlo arrossire un po’ come fece Bunny quando la incontrò la prima volta. I suoi modi, per qualche strano motivo, lo hanno come ipnotizzato e spinto ad unirsi ai festeggiamenti, seppur a modo suo. Perché ha un incedere elegante, un bel lessico ed una voce calda e rassicurante, dei modi civettuoli e al tempo stesso aristocratici, il tutto unito ad una strana sensazione calda, come quando vieni abbracciato dalla mamma quando sei triste e la vita, di colpo, sembra andare un po’ meglio. Ma adesso Fern non c’è, sta giocando a poker con una delle infermiere in attesa del suo turno per la manicure, e Vegeta non ha proprio alcun motivo per essere di buon umore lì in mezzo.
Crilin, che si sente indifeso sotto agli sguardi attenti di tutti quegli uomini che lo fissano, si ritrova costretto a vuotare il sacco. Non ne è felice, per niente, perché si è reso pienamente conto che lui, da solo contro alcuni tra loro, non potrebbe fare poi molto se non prenderne di santa ragione.
«Beh, sì…» Si schiarisce un poco la voce e, dopo un bel respiro, espone a tutti quanti il proprio dubbio. Il fatto che riesca a parlare con voce ferma e sicura è un grande vantaggio, perché gli Spettri lo percepiscono in qualche modo come sicuro di sé e di conseguenza gli danno più ascolto.
«C’è stato un omicidio due giorni fa, la vittima è stata trovata con il torace aperto e un paio organi sono stati estratti. Il coroner ha detto che c’erano alcuni segni di morsi, come in alcune delle vostre vittime. La differenza è che stavolta non si tratta di un criminale.»
«Ne sei sicuro?» Lo guarda con occhi attenti, Major, realmente incuriosito dalla faccenda. Che lui sappia nessuno nelle Terre degli Shedish, come qualcuno mormora timidamente, ha più attaccato un essere umano da quando Sherry è al potere. E se l’ha fatto, è solo perché l’umano in questione gli era stato indicato.
«Fammi vedere.» Ordina subito dopo, allungando una mano verso di lui.
«Come?»
«Posso dirti subito se è stato qualcuno di noi o un semplice emulatore.»
Crilin si porta un passo indietro quando l’altro si piega in avanti col busto, decisamente poco propenso a fargli bere il proprio sangue per mostrargli ciò che ha visto sulla scena del crimine e sui vari fascicoli, ma non riesce proprio ad evitare Micah, che con un velocissimo e precisissimo balzo si è lanciato al suo fianco, facendogli un piccolo taglietto con un artiglio. Lecca il sangue che vi è rimasto sopra, consapevole che visto che ci stava pensando tanto i ricordi vi saranno ben impressi.
Crilin gli urla dietro, così come un’inviperita C-18 che non si aspettava certo un simile gesto, ma il Segugio non vi bada minimamente. Sta osservando, sta apprendendo e si sta trovando realmente infastidito dal fatto che, a causa dei sensi poco sviluppati di Crilin, non può fiutare alcuna traccia. Risolverebbero tutto molto più velocemente.
«Grasso interno presente e organi lacerati con una lama. Era già morto quando l’ha aperto.» Afferma con disinteresse, tornando a sedere al fianco di Mordecai. Si sdraia pure sulle sue gambe, stiracchiandosi come un gatto e sbadigliando sonoramente. Sperava tanto in una divertente caccia al topo, e invece…
«Allora?»
«Allora un super-predatore che si rispetti non agirebbe così.» Ovvio, palese. Perché gli esseri umani non arrivano subito a concetti tanto elementari? Mordecai non riuscirà mai a capirlo, poco ma sicuro.
River prende la palla al balzo e, con la sua solita voce arrogante che pare sussurrarti dolcemente nell’orecchio “sei un povero coglione”, si appresta a delucidare a tutti un punto che sembrano essersi dimenticati: «È inebriante, per noi, che la vittima ci guardi mentre la divoriamo. Spesso e volentieri facciamo in modo che sopravviva il più a lungo possibile mentre mangiamo il grasso attorno agli organi interni.»
«Ergo, non è dei nostri. Si tratta solo di uno psicopatico qualsiasi.» Semplifica Maddox, lanciando un’occhiata di traverso all’Alpha.
«Fammi avvicinare al cadavere e ti dico con esattezza com’è andata e chi è stato.» Afferma Major, con una tale tranquillità da spiazzarli. Neanche stessero parlando di un film che lui non ha visto e dicesse “dai, lo guardo anche io e poi ti do il mio parere”.
«Zio Maj! Possiamo ucciderlo noi?!»
Gli occhi dei presenti si spostano con un certo orrore sui due bambini che sorridono entusiasti al Segugio, la pelle scura del viso imbrattata di sangue ancora caldo e ciuffetti di pelo grigi. Mentre erano alla disperatissima ricerca dell’ircocervo ondulato, che non sembrava proprio volerne sapere di saltare fuori quel maledetto, hanno pensato bene di anticipare i tempi e sbranare un opossum in tutta calma, solo per ricordarsi a metà pasto che, ehi!, l’ircocervo ondulato potrebbe sfuggirgli ora che sono distratti, meglio tornare da Radish e chiedergli, secondo lui, dove potrebbe aggirarsi per andare sul sicuro e catturarglielo.
Piccoli, teneri e decisamente meno svegli del padre e degli zii adottivi. Radish ha perso il conto delle volte che gli ha lanciato bastoni o altri oggetti per farseli riportare, scatenando così le risate di molti adulti. Si è beccato non poche ringhiate dalle madri e da Sherry, ma non gliene poteva fregare di meno.
«Ma certo! È anche l’ora che immergiate il muso nel sangue come Cristo comanda!»
«No, no, no! Mi indicherai l’assassino, verrà arrestato e subirà un processo com’è giusto che sia.» Si appresta a puntualizzare Crilin, decisamente pentito di non essersi tenuto il dubbio per sé. In effetti andare a parlare con loro di omicidi, rischiando solo di accendere il loro istinto predatorio, non è stata una gran mossa.
«Nope.» Risponde infatti il Segugio, un’espressione altamente derisoria stampata in volto «Ascolta, è solo uno spreco di tempo e di energie intrufolarci all’obitorio per scoprire chi è, quindi puoi collaborare o ci muoveremo alla nostra maniera. Il risultato, comunque, non cambierà: io lo troverò e questi due bambini lo sbraneranno.»
«Semplice, semplice.» Ridacchia River, un’espressione annoiata in volto. Lui, proprio come Vegeta, si è stufato della faccenda. Vuole sapere per quale motivo si sono trascinati fino a lì, perché quell’idiota di Radish li abbia fatti avvicinare neanche fosse casa sua e, soprattutto, non vede l’ora che si tolgano dai piedi.
L’arrivo di Bree però riesce in qualche modo ad attirare la sua attenzione, e lo stesso fa con gli altri.
Micah, in particolar modo, le sorride raggiante ed allarga le braccia a più non posso, esclamando: «Ehi, mamacita!»
La Mezzosangue sorride allegra all’amico, gli manda pure un bacio mentre si lega i lunghi capelli biondi in una coda alta. È relativamente tranquilla, per quanto possa esserlo una come lei che piano piano si sta caricando di testosterone a causa della gravidanza. È l’idea di Mimì che le bacia e le sfiora la pancia che si sta a poco a poco arrotondando a tenerla quanto più possibile con i piedi per terra e, senza ombra di dubbio, a farla sorridere sempre come una bambina.
Muten però non sa quanto possa essere pericoloso uno Spettro in dolce attesa di due maschietti, nessuno gliel’ha mai spiegato, e il ricordo di quel pranzo a casa di Chichi gli fa pensare che con lei possa essere sé stesso senza che uno di loro, o peggio ancora lo stesso Radish, gli salti alla gola, motivo per cui si lascia tranquillamente andare ad uno dei suoi soliti commenti infelici non appena la donna gli è vicina.
«È un piacere rivedervi…» Quasi sbava mentre parla, gli occhi ben celati dietro le lenti scure puntano con insistenza il seno abbondante della bionda e con le mani mima platealmente un volgare palpeggiamento.
Accade tutto in un secondo e mezzo esatto: Bree, curiosamente offesa dal suo comportamento, muta in un batter d’occhio e snuda le zanne, ma prima che possa avvicinarle a più di otto centimetri dal volto dell’uomo qualcosa la spinge di lato con violenza.
Si ritrova così sulla schiena, con una zampa che le preme sulla gola e dei lunghi denti insanguinati vicino al muso, un profondo e furioso ringhiare le scuote la mente e la costringe a ritrovare immediatamente la calma.
Sogghigna Radish, incredibilmente fiero della forza della compagna. Vederla esplodere di rabbia in questo modo, vederla attaccare, anche senza ferire, gli dà una scarica di eccitazione e adrenalina in tutto il corpo che quasi lo stordisce.
Quando poi si drizza in piedi, agli occhi di tutti diventa improvvisamente maestosa come nessun altro animale mai visto prima. Il collare del pelo le si apre fino a formare un’enorme aureola corvina che le incornicia il muso, il corpo è così rigido che pare fatto di acciaio nero, negli occhi ha il fuoco.
Bree si rialza subito in piedi e, come se niente fosse mai successo, si scrolla la terra di dosso e poi si alza a sua volta sulle zampe per giocare con l’amica. Non è mancanza di rispetto la sua, poiché le ha mostrato il ventre in segno di sottomissione, è puro e semplice affetto. Sherry lo sa bene, per questo gioca a sua volta con il Segugio, tornando su quattro zampe quando dei cuccioli arrivano in mezzo. Con la loro mole potrebbero fargli male se si distraessero, è meglio darsi una calmata.
Chichi, scostando in modo strategico la frangetta dagli occhi, lancia una lunga ma discreta occhiata al cognato ed in poco si ritrova a sorridere. Ha un’espressione così serena e felice mentre guarda quell’enorme creatura che si lascia passare i cuccioli tra le zampe, i suoi occhi sono pieni di un sentimento così puro che, davvero, le riempie il cuore di gioia.
Odiava Radish all’inizio. Lo odiava sul serio, con tutta sé stessa. Aveva comportato la morte di Goku, aveva rapito Gohan e lo aveva pure malmenato. Come poteva non odiarlo?
Ma poi è cambiato. È cambiato e ha protetto suo figlio, ha aiutato suo marito, ha fatto tutto ciò che poteva per mostrarsi utile in combattimento, per difendere il pianeta. Si è avvicinato a tutti, lentamente e faticosamente, fino a diventare uno di loro, fino a guadagnarsi senza ombra di dubbio il loro rispetto e il loro affetto.
Temeva che rimanesse solo, però. Non che l’idea le togliesse il sonno, certo, ma un poco le dispiaceva vederlo in disparte quando si riunivano tutti assieme per pranzo o per cena, si rattristava un poco nel vederlo distogliere immediatamente lo sguardo quando si avvicinava a Goku durante i pranzi post-allenamento in famiglia, quasi si sentisse davvero di troppo malgrado nessuno gli avesse mai voluto dare questa impressione.
Ma è innamorato, adesso. È innamorato sul serio, lo vede dal suo sguardo fiero magnetizzato sulla giovane e combattiva donna che ha ripreso sembianze umane e si infila frettolosamente un vestitino largo per nascondere le sue grazie, lo vede da quel timido sorriso che le rivolge, da come si lascia avvolgere la vita con un braccio, da come la tocca a sua volta con movimenti discreti.
È innamorato ed è felice e lei, davvero, vorrebbe che il suo amatissimo Goku fosse lì per gioirne, vorrebbe che la conoscesse anche lui e, forse in dose maggiore, vorrebbe conoscerla meglio a sua volta, provare a creare un legame, farla integrare davvero in famiglia. Inutile infatti negarlo: lei ne fa parte e, ne è piuttosto certa, lo farà per molto tempo.

«Ed ecco che arrivano anche gli ultimi due imbecilli…» Brontola Radish, gli occhi puntati in alto alla propria destra.
Tutti, ad eccezione di Oscar, seguono il suo sguardo per veder arrivare Tensing e Rif. Il maialino, infatti, sta cercando di farsi piccolo piccolo dietro a Gohan per sfuggire agli occhi invadenti dei tre cucciolotti che lo fissano, sbavando come dei San Bernardo davanti ad una bistecca.
«Siete arrivati, finalmente!» Li saluta calorosamente Bulma, sventolando una mano in aria, mentre Trunks emette degli acuti versetti che fanno sorridere dolcemente le varie donne che stanno sbucando dalla vegetazione. Molte sono ancora su quattro zampe poiché non si fidano e i piccoli, schizzati fuori dalla tana dopo averle fiutate, vanno subito a cercarvi riparo.
Tensing e Riff atterrano in mezzo al gruppo, col piccoletto che si tiene ben vicino alle gambe dell’amico. Non si sente per niente tranquillo in mezzo a quelle grosse bestie capacissime di spezzarlo a metà con una zampata.
«Avevamo perso la cognizione del tempo, scusate.» Si affretta ad affermare Tensing, un sorriso tirato in volto. Era nell’Artico ad allenarsi col fidato compagno di avventure anche per riuscire a scovare la grotta d’accesso per i Territori del Nord, incuriosito dai racconti di Sherry, ma non ha trovato niente, neanche l’ombra di un enorme lupo in giro. Cioè, qualcosa avrebbe pure trovato, ma non se ne è reso conto.
Abbassa per un brevissimo istante gli occhi su Riff, che è stato curiosamente avvicinato da un cucciolo che, dopo averlo annusato per qualche secondo sulla testa, è scoppiato a guaire disperatamente. Fa giusto in tempo ad afferrarlo per un braccio e sollevarlo in alto, mettendosi in posizione d’attacco, prima che la situazione esploda: molti Spettri hanno eseguito la muta in un istante, tutti snudano le zanne e ringhiano furiosamente, fuori di sé.
Radish si frappone immediatamente e mette le mani nelle fauci di una Cacciatrice, tenendogliele dolorosamente spalancate solo per poi rivoltarla da una parte con un gesto secco e violento.
«Si può sapere che cazzo vi prende?! Vi pare forse una minaccia?!»  Urla con rabbia, gli occhi iniettati di sangue tanto quanto quelli delle furiose creature che non ci pensano proprio a calmarsi. C’è rabbia e disprezzo nei loro occhi, Radish lo vede chiaramente, ma vede anche qualcosa di insolito che lo insospettisce non poco: paura.
«Porca puttana, che c’è?!» Urla di nuovo mentre afferra Micah per una spalla e lo tira all’indietro, notando chiaramente nel suo sguardo un profondo e viscerale istinto omicida misto a puro e chiarissimo odio.
Radish, in quelle due settimane, ha scoperto che c’è poco da scherzare con l’eccentrico biondino se perde le staffe. Lo chiamano scherzosamente “Cavaliere Nero dei Pucciosi” per sottolineare il fatto che, malgrado l’aspetto dolce e a tratti delicato, a lui non gliene frega niente di farsi male, tanto da costruire i suoi giacigli tra le spine e, se gli gira male, pure vicino ai vespai. Esuberante e solare, è capacissimo di lanciarsi a testa bassa contro nemici ben più forti di lui se accecato dalla rabbia e spinto a difendere i propri cari.
Riff contro uno così durerebbe meno di niente.
«Ha l’odore di Jäger addosso.» Ringhia furibondo, gli occhi dorati fissi sulla strana e pallida figura del piccolo guerriero. Se solo Radish mollasse la presa anche solo di poco, scatterebbe in avanti per strappargli la testa a morsi nel giro di un attimo.
«Che cosa?!» Domanda realmente confuso Tensing, non riuscendo proprio a capire cosa possano aver fatto di tanto grave da scatenarli così.
Nessuno gli risponde però. Si limitano a seguire attentamente i movimenti frettolosi di Sherry che scatta verso il piccoletto e, dopo avergli procurato un piccolo taglio nel braccio vi si è attaccata con la bocca per poter succhiare un po’ di sangue. Per quanto Riff tenti disperatamente di togliersela di dosso, i suoi sforzi sono decisamente inutili.
Tensing, proprio accanto a lui, lo calma immediatamente e gli dice di lasciarla fare, poiché ha capito benissimo che il suo non è un vero e proprio attacco quanto una ricerca disperata di informazioni. Lo ha capito dagli occhi attenti e determinati privi di reale aggressività, dal fatto che stia facendo quanto in suo potere per non ferirlo ulteriormente. Se glielo avesse chiesto, le avrebbe dato lui stesso il proprio sangue per non creare ulteriori tensioni.
Sherry infine lo lascia andare, il taglio sul piccolo braccino pallido già perfettamente rimarginato, e adesso cammina lentamente in avanti, gli occhi vuoti, persi nel niente, la mente che osserva tutto ciò che lo strano duo ha vissuto in quegli ultimi giorni.
«Cosa vedi?» River è già al suo fianco, i muscoli tesi sotto la pelle chiara nello sforzo di non mutare. Ora che dà le spalle ai valorosi Guerrieri Z, tutti possono notare per la prima volta i profondi e lunghi segni che gli solcano la schiena, procurati dagli artigli della donna che ama da quasi dieci anni durante il loro primo incontro ufficiale.
Sherry non gli risponde. Si limita a tendere un braccio verso di lui per farsi mordere e mostrargli tutto, e River, una volta ottenuto il ricordo, si sente improvvisamente cadere nello sconforto.
Quello psicopatico non solo è uscito dai suoi territori in totale libertà e solitudine ed ha ingannato con la sua falsa gentilezza ed ingenuità i due guerrieri, conversando amabilmente per poter scoprire informazioni a lui utili, ma ha pure ucciso cinque Spettri del Sud. La cosa preoccupante è che sono rimaste solo le pellicce, usate poi come giaciglio, fatto che indica che siano stati uccisi vicino ai suoi di territori. Si è mosso molto, ha gironzolato completamente indisturbato e nessuno si è reso conto di niente per giorni.
«Li conosci, vero?»
River annuisce piano, il cuore avvolto dal dolore. Certo che li conosceva, è cresciuto in mezzo a quella gente. Conosce pure le loro famiglie, se è per questo, e gli si spezza il cuore all’idea del loro dolore.
«Uno di loro è stato uno dei miei tutori, da bambino.» Mormora aggrottando le sopracciglia, rimanendo immobile pure quando viene abbracciato.
«Riv…» Lo stringe a sé, dispiaciuta e preoccupata. Dio solo sa di cosa sia capace quel pazzo…
Poi un pensiero le attraversa la mente, folgorandola: Jäger, così come tutti loro, su due zampe emana per forza un’aura forte che avrebbe dovuto insospettire Tensing, soprattutto dal momento che deve essere ben superiore pure alla sua, e invece non ha captato niente. Sa abbassarla come fanno loro… ha imparato ad usare alcuni dei loro trucchi, dannazione!!!
«Come ha fatto ad uccidere cinque membri d’élite della guardia senza riportare neanche un misero graffio? E perché uscire? In questi anni sembra non essersi mai mosso, neanche una volta. Perché uscire adesso?» Sbotta rabbioso River, scostandosela di dosso. Non vuole alcun genere di contatto fisico adesso, vuole solo capire quanto in realtà sia effettivamente grave la loro situazione. Questo, evidentemente, non è più lo stesso Jäger che conoscevano, ha ampliato ancora le sue già vastissime conoscenze ed è diventato davvero molto più forte di loro. Se i suoi seguaci lo hanno imitato, l’esercito del Sud da solo ha ben poche possibilità di vittoria, figurarsi il loro.
«Per intimorirvi.» Afferma duramente Vegeta, le braccia sempre fermamente incrociate al petto, l’espressione perennemente truce ed annoiata. Ma la verità è che adesso non è particolarmente annoiato, poiché ha ben capito che la situazione, per loro, si sta facendo davvero critica. Non che lo riguardi direttamente, certo, ma se c’è di mezzo una minaccia più o meno seria non può tirarsi indietro. Oltretutto, e questo non lo dirà mai neanche a Bulma, un poco gli dispiacerebbe se Radish la perdesse.
«Se fossi al suo posto, vorrei farvi provare quanto più terrore possibile, vorrei fiaccarvi nello spirito fino al crollo psicologico, così da potervi annientare tutti insieme con assoluta facilità in una volta sola.»
C’è silenzio, adesso. Il cinguettio degli uccellini pare essere cessato di colpo, quasi non volessero disturbarli.
Il team Z si domanda cosa possa spaventarli tanto, cosa possa aver sconvolto tanto Sherry. Se ne sta in disparte, lo sguardo duramente puntato verso Nord, quasi cercasse delle risposte.
Aveva scoperto già giorni addietro che Radish aveva parlato con i due compagni, sapeva della sua proposta e non ne è stata felice. Pur sapendo che le tornerebbero profondamente utili, non ha mandato giù il fatto che l’abbia prevaricata, che abbia agito alle sue spalle. Per quanto anche il Saiyan faccia parte del branco… è pur sempre il suo branco e gli Spettri non sono certo famosi per essere tipi che condividono tanto facilmente ciò che è loro con membri estranei al nucleo familiare e, malgrado tutto, lui non ne fa davvero parte.
Ma adesso, dopo la sconcertante verità appresa, non può evitare di farsi andar bene la sua idea ed anche il fatto che siano giunti tutti lì senza il suo permesso, malgrado sia sottinteso che ciò porterà sicuramente ad un privato scontro verbale più o meno pesante.
Si volta di scatto e sale con un agile balzo sulla roccia che usano per bloccare l’ingresso della tana, gli occhi improvvisamente rossi come il fuoco e neri come la pece, i canini allungati e appuntiti messi in mostra nell’istante in cui arriccia le labbra per emettere un profondo ringhio di ammonimento.
Gli occhi di tutti i presenti adesso sono su di lei, i tanti Spettri sotto la sua guida sono tesi come corde di violino. L’idea che Jäger stia cominciando palesemente a muoversi è un orrendo segnale e non possono ignorarlo.
«Non sprecherò il vostro tempo, spero che voi non vogliate sprecare il mio, quindi proverò ad essere breve.» Li guarda velocemente uno per uno, tentando disperatamente di infondere loro parte della sua cieca determinazione.
«Come sapete Jäger è mio fratello, di conseguenza lo conosco abbastanza da poter riconoscere un suo comportamento aggressivo da un gioco, e vi posso assicurare con assoluta certezza che adesso sta ancora solo giocando. Non ci prende sul serio, non siamo una minaccia per lui e le sue ambizioni… ma penso che tema Radish grazie a ciò che gli ha mostrato Darren. Se è uscito dalla sua tana, è per l’esatto scopo descritto dal Principe Vegeta… e ci riuscirà se non restiamo uniti.»
Gli Spettri ben sanno della loro parentela da sempre, è cosa più che nota a tutti anche se non ne parlano mai neanche per sbaglio… ma gli altri non lo sapevano. Radish non ne ha fatto parola neanche con Piccolo e Vegeta quando è andato a parlargli perché la sola idea lo manda in bestia e gli fa male dentro, soprattutto dopo la loro straziante chiacchierata.
Per quanto sorpresi, però, nessuno di loro riesce a capire quanto il soggetto sia pericoloso e marcio dentro, ma Sherry pensa bene di porvi rimedio alla svelta. È bene ribadire il concetto anche ai suoi Spettri, così che capiscano a pieno l’enorme rischio che sta costantemente correndo muovendosi tanto allo scoperto per loro.
«È un uomo estremamente tenace, capace di portare avanti i suoi giochi anche per anni senza battere ciglio. Non abbandonerà mai l’idea di distruggere tutto ciò che considera impuro tanto quanto non abbandonerà mai il desiderio folle e malato di avere dei figli da me.»
Non possono fare a meno di guardare Radish, adesso. Lo guardano con uno sguardo che oscilla dallo sconvolto al disgustato, passando pure per l’incredulo, realmente incapaci di accettare una cosa tanto orrenda. Non capiscono come possa lui, tanto aggressivo e talvolta meschino, non essere già partito alla ricerca di quel pazzo per eliminarlo, inconsapevoli che è proprio Sherry ad impedirglielo.
Lui evita i loro sguardi, troppo concentrato sulle parole della compagna. Gli fa un certo effetto in questo momento, così maledettamente fiera e determinata, col fuoco negli occhi e una sicurezza sconcertante nella voce. Non è dura con nessuno di loro, è lampante che non ha alcuna intenzione di costringerli a seguirla e a combattere, non vuole nella maniera più assoluta metterli in pericolo. Se questa non ha la stoffa e il cuore di una vera Sovrana, allora qualcuno deve spiegarmi per bene chi ce l’ha.
Vegeta, per quanto generalmente freddo e granitico, non può rimanere indifferente alla questione, soprattutto perché, come Piccolo e C-18, ha notato chiaramente l’irrigidimento di Radish, ha notato la mascella che si contraeva e le dita che affondavano nelle braccia per trattenersi. È furioso, sta soffrendo, e non può certo essere una semplice idea a fargli questo effetto: c’è di più, è successo qualcosa di grave, e certo non possono tollerarlo.
Non può fare a meno, poi, di ricordare tutte le volte in cui, all’inizio della loro improbabile relazione, si trovava ad avere degli incubi mostruosi, dove tutti i nemici che aveva seminato per lo spazio violentavano la sua Bulma per spregio. Non riesce neanche ad immaginare il furore e il dolore che debba provare Radish all’idea non solo che probabilmente sia già successo ma anche che, se non faranno attenzione, andrà solo peggio.
«Sapete una cosa? Presto si ritroverà davanti ad una sconcertante verità che molti di voi ancora non hanno abbracciato: voi siete la nuova linfa, voi siete i cazzi duri del futuro della nostra razza! Mi sembrate tutti assetati di sangue… è un bene, perché lo sono anche loro.»
Gli animi si stanno lentamente infiammando e questo è oltremodo evidente. Pendono dalle sue labbra come ipnotizzati dalla sua voce e malgrado il terrore che solo l’idea di una guerra provoca nei loro cuori, nessuno riesce a fare a meno di immaginarsi nel pieno nello scontro, con le zanne macchiate del sangue nemico sconfitto.
«Io non sono Mezcal e neanche Jäger. Non ho intenzione di costringervi a combattere, non vi chiederò mai di fare qualcosa che possa recarvi danno o offesa. Avrete fino a mezzogiorno per riflettere, poiché purtroppo il tempo per noi scarseggia e dobbiamo approfittare di ogni momento disponibile per migliorarci. Voglio che pensiate a quanto siete disposti a sacrificare per vincere, se tutto questo fa per voi o no e, tranquilli, non è per tutti. Ma se deciderete di restare, vi allenerete costantemente e presto, molto presto, scenderete in guerra. Chi resterà, sarà così suddiviso: i Cacciatori e gli Alpha si alleneranno in gruppi con Radish e, se ci concederanno il loro tempo e la loro pazienza, con il Principe Vegeta e Piccolo.» Li guarda per qualche secondo negli occhi ed eccola lì, chiara e luminosa, la scintilla di eccitazione nei loro occhi in genere freddi e duri, la volontà di combattere e creare nuovi campioni.
Punta poi gli occhi scuri in quelli glaciali di C-18, che a sua volta la guarda con determinazione mentre annuisce in modo appena percettibile.
«Che ci crediate o no, questa donna ha avuto la forza di mettere al tappeto alcuni di questi guerrieri… gli ha fatto veramente il culo a strisce. Quell’uomo, invece-» punta con sicurezza un dito contro Tensing, facendolo trasalire un poco per la sorpresa di essere tirato direttamente in causa «-in gioventù ha sconfitto il fratello* del vostro Capitano, che tutti qui sappiamo essere stato l’uomo più forte del pianeta, che si è sacrificato nel tentativo di fermare il mostro insetto! Se decideranno di venire in nostro aiuto, i Segugi saranno sotto di loro, così che possano rendervi ancora più veloci e micidiali di quanto già non siete.»
Il Quartetto è pronto, le loro mani già prudono insopportabilmente per la voglia di scatenarsi e fare a pugni. L’idea di finire con ogni singolo osso che hanno in corpo spezzato in due non li spaventa, bensì li carica ancora di più perché se a questo mondo c’è qualcosa capace di farti sentire davvero vivo, secondo loro, quello è proprio il dolore.
«I giovani dai dieci al sedici anni e i Mezzosangue potranno decidere se allenarsi a loro volta con guerrieri valorosi del calibro di Crilin, Muten e Yamcha, sempre ammesso che decidano di graziarvi dopo le vostre stronzate.»
Muten annuisce immediatamente, convinto dalle sue parole. Ciò che Jäger vuole farle (e che sospetta le abbia già fatto a giudicare dall’appena percettibile reazione del Saiyan) è assolutamente intollerabile, quindi è ben deciso a dare una mano, per quanto possibile. Se questo motivo non fosse sufficiente, oltretutto, si è sinceramente affezionato a Radish nel corso degli anni, lui stesso lo ha allenato, in modo tale da renderlo il potente combattente che è e non vuole che gli venga strappato quell’insolito sorriso che mai pensava di vedergli in volto.
Crilin non ha potuto davvero fare a meno di immaginare qualcuno fare quel genere di male alla sua C-18... e il cuore è stato come stritolato in una morsa gelida. Viene da sé che li aiuterà, che si applicherà con tutto sé stesso per allenare quei giovani, per far sì che sopravvivano e per evitare che a qualche ragazzina capiti la stessa sorte.
Yamcha, della sua stessa identica idea e dopo aver lanciato una velocissima occhiata a tutte quelle ragazze e giovani donne evidentemente in una situazione più che pericolosa, già sta pensando agli allenamenti a cui sottoporli.
Sherry, infine, abbassa gli occhi su Gohan, trovandolo un poco confuso dal non essere stato tirato in ballo. Non che combattere gli piaccia particolarmente, però vuole aiutare, vuole fare in modo che quelle persone possano difendersi da chi li vuole morti.
«Ovviamente tu, piccolo prodigio, sei escluso perché me ne saprebbe sinceramente male di sottrarti ai tuoi studi per questo branco di ignoranti, ma fa come se avessi fatto pure il tuo nome.»
Chichi le sorride grata ed un poco divertita. Sa bene che la sua è una mera scusa per non coinvolgerlo, per evitargli altra violenza perché solo un ragazzino, e per questo gliene è grata, anche se è abbastanza sicura che l’istinto paterno che suo figlio racchiude in sé lo spingerà ad aiutarli in qualche modo anche contro la loro volontà.
«Come ringraziamento…» Gli occhi di tutti si spostano immediatamente sull’Alpha che si è chinata per recuperare un bicchiere vuoto. Lo tiene con un poco difficoltà sotto al polso destro e poi, con un movimento preciso e secco, pianta l’artiglio del pollice nella tenera e pallida carne, lacerando violentemente la carne e le vene. Il sangue scorga vischioso e denso dentro al bicchiere, riempiendolo di due dita.
Glover e River azzardano un passo in sua direzione per fermarla, ma il suo ringhio di ammonimento li blocca. Anche per un orecchio umano il significato era molto chiaro e suonava pressapoco così: “Toccatemi e vi spello. Io faccio il cazzo che mi pare.
Si alza in piedi e con passo deciso si avvicina a Bulma, piazzandole in mano il bicchiere che la scienziata prende con un poco di incertezza. Lo desiderava ardentemente, questo è certo, ma la scena l’ha un poco turbata e sentirne adesso il calore contro i polpastrelli non è proprio piacevole.
«Era questo che vi aveva colpiti, no?» Sogghigna appena, pervasa da una scarica di adrenalina ed euforia incredibile. Che Roman s’incazzi quanto vuole: se non ha intenzione di scendere lui stesso in campo per aiutarci, farò a modo mio.
«Per prima cosa sappi che non può essere ricreato in laboratorio, otterresti solo del plasma senza un gruppo sanguigno specifico, e sappi anche che sarà l’ultima volta che lo vedrai se lo diffonderai al resto dell’umanità. In caso contrario, diciamo che puoi considerarlo come un anticipo. Secondo poi, consiglio a te e al tuo adorabile maritino di immergerci la punta della lingua prima di andare a dormire: vivrete la notte più torrida della vostra vita.»
Si guardano negli occhi, l’oscurità del lupo contro la luce della scienziata, ed in breve si ritrovano come a sancire un tacito accordo che prevede grandi vantaggi per entrambe: Bulma può dare loro attrezzature e macchinari non reperibili, lei può darle una delle linee di sangue più pure che troverà mai in circolazione così che possa aiutare, un domani, i suoi familiari e amici e, forse, anche altre persone. Quid pro quo all’ennesima potenza, senza dubbio, ma ad entrambe sta più che bene.
Sherry si volta di nuovo verso i propri lupi e torna a prendere il proprio posto sulla roccia per farsi vedere da loro. Hanno uno sguardo strano adesso, difficile da decifrare pure per lei, ma poco importa: che avesse donato il sangue o meno, difficilmente la loro scelta futura sarebbe cambiata.
«Tra due ore esatte qui. Niente ritardi. E ricordate sempre che è il cielo il limite… e che voi non splenderete mai finché non ci proverete.» Non fa in tempo a voltarsi che un rumore sordo le arriva nitidamente alle orecchie.
Un piede che sbatte a terra, ritmico e preciso, seguito poi da un secondo, un terzo, un quarto e un quinto, fin quando tutti i suoi Spettri, cuccioli compresi, non stanno battendo tutti insieme un piede o una zampa sul terreno che pare quasi tremare sotto ai loro colpi.
Hanno una nuova, cieca e profonda determinazione negli occhi, un qualcosa che si è radicato già così a fondo nei loro cuori e nelle loro menti che mai nessuno li convincerà più del contrario, probabilmente neanche Papà Spettro.
Vogliono rendersi utili, vogliono proteggerla, vogliono apprendere tutto ciò che possono, vogliono rendere felice ed orgogliosa non solo la loro Regina, tanto determinata da rischiare ogni cosa per loro, ma anche il loro Capitano, che da quando li conosce non sta facendo altro che sconvolgere la propria vita per migliorarli.
Per quanto siano ben consapevoli che tutto questo sia contro la loro natura, per quanto siano consapevoli che Sherry ha trasgredito alla più importante delle loro leggi donando il sangue a qualcuno praticamente estraneo, non hanno alcuna intenzione di mollare la presa: sono determinati a vincere a qualsiasi costo, sono determinati a liberare sé stessi e, soprattutto, i loro cuccioli da quella costante e spaventosa minaccia per donargli un nuovo futuro, e se per farlo devono scendere a questi compromessi, se devono modificare tanto il loro stile di vita… beh, e sia.
«Avete pensato alla svelta… molto bene, allora: Glover, River e Willem sarete a capo dei gruppi, decidete chi sarà con voi e poi presentatevi educatamente a questi valorosi guerrieri. Major e Micah guideranno due gruppi di Segugi. Bree e Becca formeranno gli altri.»
Ululano entusiasti, si spalleggiano e si spintonano, euforici all’idea di potersi misurare con loro senza che si tratti davvero di un combattimento mortale. Dio solo sa da quanto tempo sognavano un’opportunità del genere, da quanto la maggior parte di loro, Mordecai in primis, desiderassero spingersi oltre i propri limiti con persone davvero eccezionali.
Il pensiero comune, adesso, è più o meno questo: Per favore andiamo subito da qualche parte a picchiarci, non posso attendere la fine della Festa del Fuoco, impazzirò prima!
Questa loro spropositata reazione sorprende i presenti, ma non Radish. Lui sa bene quanta sete di sangue e di lotta nutrano questi esagitati, in modo non troppo differente dai Saiyan. Era sicurissimo che la sua idea, alla fin fine, sarebbe andata loro a genio.
Non si ribella neanche quando Mordecai e Glover gli allacciano entrambi un braccio al collo e lo strattonano con forza da una parte all’altra, per poi urlare a pieni polmoni “Lunga vita al Capitano!”, scatenando così un altro ululato generale.
Sherry scende di nuovo in mezzo al Team Z e, con un sorriso cordiale, propone loro un qualcosa che neanche Radish poteva assolutamente prevedere: «Sono lieta di invitarvi tutti quanti ad un evento per noi molto importante che si terrà domani sera in un luogo schermato alla vista del mondo intero, così che possiate conoscere un po’ più a fondo quelli che, spero per abbastanza tempo, saranno i vostri allievi. Se l’idea vi aggrada saremo tutti lieti di ospitarvi e verrete trattati con tutti i riguardi. In caso di rifiuto, lo accetteremo di buon grado.»
Non fanno in tempo a rispondere però, perché Sherry è soddisfatta dal risultato e, dopo aver sorriso al compagno che ancora non è riuscito a liberarsi dalla ferrea morsa di Mordecai, decisissimo a farsi abbracciare ad ogni costo, riprende a parlare con voce decisa e modulata.
«Adesso, se non vi dispiace, devo contattare Roman per discutere con lui di alcuni dettagli. Radish vi fornirà tutte le informazioni necessarie. Con permesso.» Piegando un poco la testa in segno di rispetto, finalmente si volta e si addentra con passo sicuro e veloce dentro la tana, consapevole del fatto che Radish possa pienamente occuparsi della faccenda senza difficoltà.
Vegeta, realmente colpito da questo suo lato che davvero non poteva neanche lontanamente immaginare, allontana senza remore i vari Spettri che gli sbarrano la strada per avvicinarsi a Radish. Si guardano duramente negli occhi e il terza classe non può fare a meno di innervosirsi di nuovo di fronte al suo sguardo arrogante, mentre il timore che possa essere messo da parte a suo favore diventa di nuovo insopportabile.
«È decisamente molto più di quanto un Saiyan di infimo livello come te avrebbe mai anche solo potuto desiderare.» Sputa duramente, non dandogli però alcun modo di controbattere prima che abbia finito di parlare «Complimenti.»




* Non essendone sicurissima sono andata a controllare in rete, e c’è scritto che nella 22^ edizione Torneo Tenkaichi “Tenshinhan vince ma solo per sfortuna di Goku, il quale arriva prima a terra schiantandosi contro un camion.” (Ct)

 

ᴀɴɢᴏʟᴏ ᴅᴇʟʟ’ᴀᴜᴛʀɪᴄᴇ
Ragazzi, che dire? Io mi scuso SINCERAMENTE per la mia totale incapacità di scrivere capitoli più corti. Davvero, mi sento in colpa!
39 pagine a questo giro, io non ci voglio credere… e non sapete quanta roba è stata tagliata!!!

Ora il mio secondo dramma più grande: Vegeta!
Non so gestirlo nel modo più assoluto, non mi riesce davvero ma per ovvi motivi non posso scartarlo totalmente con la scusa “eh, a Bulma girava storta e sono andati in vacanza per sei mesi”, quindi in qualche piccola particina devo pur inserirlo. Va di culo però che si tratta di allenamenti, di massacrare senza ritorsioni della gente che però non può morire per questo, di tenersi in allenamento e, soprattutto, mostrare agli amici di essere il migliore anche in questo.
Perché sì, non prendiamoci in giro: per tutti loro diventerà nel giro di un’ora una tacita sfida a vedere chi è il sensei migliore! Pure io mi impunterei tantissimo!

Beh, che altro dire? Nel prossimo capitolo ci sarà quella che davvero spero tanto possa essere per voi una grossa sorpresa! Lo spero davvero tantissimo, anche se non ne sono del tutto certa.

Ora vado a morire pacificamente sotto la doccia per almeno un’ora, perché stiamo aprendo lo stabilimento in fretta e furia e non sento neanche più le dita delle mani per il dolore.

A presto
Un bacione
Kiki🤙🏻



PS: In un vecchio capitolo scrissi che il padre di Bree era un Alpha formidabile… è stato un errore per metà: ancora non avevo del tutto deciso la “suddivisione per colore” malgrado già fosse deciso quale fosse il suo ruolo e, in ogni caso, non volevo che si scoprisse subito questo dettaglio. :D

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: KikiShadow93