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Autore: loverrrr    24/05/2020    2 recensioni
Bella è una veterinaria, lavora insieme alla sua migliore amica Alice. Le sono sempre piaciuti gli animali, sin da quando era bambina.Per l'ennesima volta, Edward, fratello di Alice, le fa recapitare un bellissimo mazzo di rose rosse, ma...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black | Coppie: Bella/Edward, Bella/Jacob
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
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Buongiorno!!!!!! Credo che questo sia uno dei capitoli più importanti della storia, insieme al precedente. Qui abbiamo una grande svolta e spero che vi piaccia come sia andata. Grazie mille per i complimenti e i suggerimenti/ consigli. Al prossimo capitolo.



 
Pov Bella
 
«Sei splendida», dice dolcemente.
«Sbaglio o avevo detto nie…».
«Non avevi detto che i complimenti erano vietati», fa notare.
«Hai ragione, ma devo dirti che esageri».
«Bella tu diventi ogni giorno sempre più stupenda e non capisco come fai a non accorgertene», dice stupito.
«Forse perché mi vedo allo specchio tutte le mattine e so per certo che ti sbagli?».
«Allora credo che tu ci veda male perché…», dice. «Sei bellissima e ogni giorno lo diventi sempre di più», sussurra.
Sorrido spostando indietro dei capelli.
«Visto? Ti ho fatta sorridere, quindi ho ragione».
È così strano essere qui. Da quando oggi pomeriggio sono rientrata in studio non ho fatto altro che pensare alla cena di stasera, e ora che siamo sotto alla sua redazione, mi tremano le ginocchia e mi sudano le mani. «Comunque grazie del complimento», farfuglio.
«È ciò che penso», sussurra, «sei splendida Bella».
«Allora Don Giovanni, dove hai intenzione di portarmi?», domando cercando il più possibile di non fargli notare il mio imbarazzo.
«Visto che non è un vero e proprio appuntamento, ho pensato di andare da “Tutta Bella”», dice. «È una pizzeria nuova, si trova in Stone Way».
Lo guardo confusa. «”Tutta Bella?”», esclamo sarcasticamente, «mi prendi in giro?».
«Controlla pure su Tripadvisor se non ci credi».
«Vuoi che ti ripeta il nome della pizzeria?», chiedo in toni sarcastici.
Edward scoppia a ridere. «Oh andiamo…».
Incrocio le braccia al petto e mi giro arrabbiata. Secondo lui dovrei credergli? Mi dico. «L’hai fatto di proposito, ammettilo!», borbotto.
«Bella…», sussurra, «lo sai che non ne sarei capace…».
Metto le mani sui fianchi e mi giro guardandolo dritto negli occhi.  «Invece sì!», controbatto seccata.
«E invece io ti dico di no», ribatte.
«Invece sì e smettila di ripetere tutto quello che dico come un pappagallo», bofonchio e sbuffo.
Fa una smorfia agitando le mani. «Io non ripeto tutto quello che dici», borbotta.
«Ma se lo hai appena fatto?», rispondo nervosamente.
«No, io non…».
«Sì invece!», controbatto nervosamente.
«La vuoi smettere?», esclamiamo entrambi nervosamente per poi scoppiare in una risata fragorosa.
«Cane e gatto», dice tra una risata e l’altra.
«Già, cane e gatto», rispondo mentre continuo a ridere, rivolgendo lo sguardo verso il basso.
«Ehi!», dice in un rimprovero, «non ripetere quello che dico».
Infilo le mani in tasca. «Oh, scusi tanto signor Cullen», dico prendendolo in giro.
«No, no, continui pure signorina Swan», dice prendendomi in giro.
Piano piano le nostre risate si placano e rimane solo l’eco nelle mie orecchie, contornato da un velo di imbarazzo e da una forte voglia di baciarlo. «Non mi hai ancora detto come mai hai scelto quella pizzeria», domando curiosa mentre iniziamo a camminare. 
«Le recensioni dicono che è buona, ma possiamo anche da un’altra parte».
«Se si chiama come me, deve essere buona per forza, ma in caso contrario…», schiarisco la voce, «beh… pagherai tu il conto».
«Non preoccuparti, lo pagherò in entrambi i casi», dice dolcemente.
«Vorrà dire che dovrò invitarti a cena un’altra volta», farfuglio.
«Mi stai forse invitando ad uscire una seconda volta?», domanda perplesso.
Sento il viso avvampare di calore. È tutta colpa di quel dannato imbarazzo che non vuole darmi pace da quando sono qui. 
«E ti dispiacerebbe se ciò accadesse?», chiedo timidamente.
Sussurra. «Come potrebbe? Lo sai che non aspettavo altro» e ci fermiamo. Siamo davanti alla sua macchina.
«Edward io…», farfuglio un po' mentre parlo. Ahhhh, non so nemmeno da dove cominciare. Mi dico.
«Dimmi Bella» e si ferma poco prima di aprire lo sportello.
Scrollo le spalle e inizio a gesticolare. Tipico di me quando sono agitata o molto imbarazzata. «Non so da dove iniziare e ti pregherei di non interrompermi perché è difficile per me da dire ma…», sospiro guardandolo dritto negli occhi. Edward inizia a studiare il mio sguardo nella speranza di riuscire a capire cosa voglia dirgli e ciò rende la situazione ancora più imbarazzante perché in questo modo non riuscirò mai a trovare le parole giuste. Se lui si è sempre ritenuto un ragazzo all’antica, io voglio fare le cose per bene e non sono una ragazza che si dichiara al primo che passa. Schiarisco bene la voce e scompiglio i capelli. «Quando l’altro giorno hai preso Angel, sono rimasta sorpresa, non pensavo ti piacessero i cani e i giorni successivi, quando ci siamo sentiti, io non ho fatto altro che pensare alle nostre telefonate, ai tuoi messaggi», rivelo timidamente, «e oggi, in redazione, mi sono chiesta tutto il tempo come mai non avevi guardato male Jacob, quando il giorno prima lo avevi terrorizzato. E poi Alice, io che ti ho inviato a mangiare una pizza e tu che hai accettato».
Arriccia il naso. «Alice?», domanda curioso.
«Edward tu mi piaci», ammetto arrossendo in viso. Un sorriso spunta sulle mie labbra e poco dopo anche sulle sue. Ora non cerca più di capire cosa voglia dirgli, i suoi occhi sono lucidi e dal rossore delle sue guance, si direbbe anche molto a disagio.
«Oh, bene», farfuglia.
«Avevo chiesto di non interrompermi», rammendo agitata. Non ho ancora finito e pensandoci non è nemmeno così che volevo iniziare il discorso – anche se alla fine era proprio quello che volevo dirgli. «Edward tu mi piaci», ripeto. «E credo di averlo sempre saputo, ma non volevo ammetterlo perché avevo paura del mio passato, paura di soffrire ancora. James, il mio ex, non aveva fatto altro che riempirmi di bugie e ha pure avuto il coraggio di chiedere scusa, ma il punto non è questo. Tu mi piaci e non riesco ad immaginare un futuro senza di te».
«Bella… io…», sussurra con voce tremolante.
«Dimmi solo che ci sarai nel mio domani e che saprai rispettare i miei tempi, anche se ti conosco e so che sarà così, ma ho bisogno di sapere che ci sarai perché altrimenti sarei costretta a corteggiarti come tu hai fatto con me», ridacchio, «e posso assicurarti che anche io quando voglio ci so fare».
«Certo che rispetterò i tuoi tempi Bella. Non potrei mai forzarti a fare qualcosa contro la tua volontà, andrei contro i miei principi», sussurra.
«Perché io ti voglio nella mia vita, ma non voglio affrettare le cose o che tu pensi che io sia una ragazza facile, che si dichiara al primo che passa», dico tutto d’un fiato.
«Bella…», sussurra mentre un sorriso compare sul mio viso, «io non ho mai pensato niente del genere ed ero pronto a lasciarti andare se ti fossi innamorata di un altro. L’unica cosa che per me è importante, è tua felicità».
Gli vado vicino e mentre intreccio una mano con sua, i nostri sguardi si calano sulle nostre mani. «È molto lontano la pizzeria?», domando dolcemente.
Mi guarda confuso. «Circa 10 minuti a piedi».
«Ti dispiace se non prendiamo l’auto e andiamo a piedi?», domando dolcemente.
«Assolutamente no», dice dolcemente sorridendo, e ci incamminiamo.
Parliamo, scherziamo – o come direbbe Alice – ci comportiamo come cane e gatto, ed io, per la prima volta, mi apro totalmente raccontandogli le mie paure e com’è andata la mia relazione con James. I dieci minuti più belli della mia vita, e spero anche della sua.
«Edward mi spieghi come ti è saltato in mente di venire in una pizzeria che ha il mio nome?», domando sarcasticamente.
«Le recensioni erano buone, tutto qui» e ci fermiamo.
Siamo arrivati davanti casa mia. Abbiamo camminato fino alla macchina mano nella mano, poi mi ha portato a casa in auto.
«Edward…», dico in un dolce rimprovero.
«Ma se hai divorato la pizza prima di me», puntualizza facendo una smorfia.
«Sei carino quando ti arrabbi sai?».
«Dici sul serio?».
«Sì, molto carino e anche se sono stata io ad invitarti a cena, grazie per aver pagato il conto», dico dolcemente.
«Quindi, posso continuare a mandarti dei fiori?», domanda curioso.
«Credevo l’avessi capito…», dico confusa.
«Cosa?», chiede arricciando il naso.
«Beh… che potevi continuare a corteggiarmi».
«È un modo carino per chiedermi se posso essere il tuo ragazzo?».
Mi alzo sulle punte e lo bacio sulla guancia. «È un modo carino per dirti che sei il mio ragazzo».
Edward arrossisce e sorride. «Credo che noi due dovremmo uscire più spesso insieme, dopotutto non sei così male», sussurra.
«Ma se lo sanno tutti che hai sempre avuto una cotta per me», faccio notare ridacchiando.
«Hai ragione e da quel che vedo, non sono l’unico…», dice. «Anche tu hai… una cotta per me, o sbaglio?», sussurra.
Annuisco sorridendo. «No, non sbagli», sussurro. «Buona notte Edward», dico dolcemente.
«Buona notte Bella», risponde dolcemente.
   
 
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