Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: katyjolinar    25/05/2020    4 recensioni
La storia parte dalla battaglia di Liberio, dopo il time gap, ma la stessa battaglia ha svolgimento e esito differenti rispetto al manga.
Il gruppo di Paradis torna a casa, ma qualcosa di strano è successo durante il viaggio di ritorno. ATTENZIONE: POSSIBILI SPOILER PER CHI SEGUE SOLO L'ANIME
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman, Mikasa Ackerman
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Nota: presenza di minuscoli spoiler del volume "short Stories" allegato all'edizione variant del n. 30 del manga

 

Eren abbassò lo sguardo sui due fagottini, quindi tornò a guardare Reiner, serio, e gli afferrò il colletto.
"Se li fai soffrire te la vedrai con me." ringhiò.
"Io... va bene..." acconsentì il ragazzo, con un filo di voce.
"Eren, cosa succede?" chiese Mikasa, avvicinandosi al compagno e afferrandogli il braccio.
"Mia sorella è morta." confessò il castano, abbassando lo sguardo "Ha avuto un'emorragia e il dottore non ha potuto salvarla."
La giovane lo abbracciò, cercando di consolarlo, mentre lui continuava a guardare i due nipoti.
"Tu sei il padre." disse "Te li affido, abbi cura di loro."
Reiner annuì, posando lo sguardo sui due piccoli.
Erano un maschietto e una femminuccia, completamente pelati, e lo fissavano con aria stanca.
Si avvicinarono tutti per osservarli, lasciando però spazio ai nonni di Eren, scesi dalla stanza della defunta nipote poco prima, insieme al dottore.
"Come vuoi chiamarlo, Reiner?" domandò l'anziana donna, ancora con le lacrime agli occhi.
"I... Io? Ma..." obiettò il biondo, sorpreso.
"Sei tu il padre. Tocca a te scegliere i nomi." continuò il dottor Jaegger, poggiandogli una mano sulla spalla.
Reiner tornò a guardare i due bambini, che ancora lo fissavano stanchi e spaesati.
"Lei sarà Faye Karina." propose "Così si ricorderà sempre di sua madre... E di sua nonna, che non conoscerà mai. Per lui... Per lui pensavo..." si voltò verso Eren, il quale stringeva Mikasa, trattenendo le lacrime "Eren, posso chiamarlo Grisha, come tuo padre?"
"Credo che lui ne sarebbe felice." acconsentì il moro, sorridendo.
Improvvisamente Grisha scoppiò a piangere, trascinandosi anche la sorellina e facendo quasi venire un colpo al neopapà.
Sasha, con fare autoritario, si avvicinò e glieli prese delicatamente dalle braccia.
"Dai qui!" esclamò, andando poi a sedersi sulla poltrona e offrendo loro il seno, a cui i gemellini si attaccarono immediatamente, affamati "Questi due devono mangiare! Di questo me ne posso occupare io, così risparmiamo sul latte di capra, tanto ne ho abbastanza per tutti e tre."
"Io...non so cosa dire..." sussurrò il biondo Titano "Grazie..."
"Ragazzi, andiamo a dormire." suggerì Historia "Chiedo alle mie guardie di prelevare il corpo di Faye per le esequie. Non dovete preoccuparvi di nulla, per il funerale penserò a tutto io."
"La ringrazio, maestà." rispose il dottor Jaegger, commosso "Siete così gentile..."
"Stia tranquillo, Eddart." lo tranquillizzò Hanji "Lei e Delia siete parte della famiglia."
Il funerale alla donna venne fatto qualche giorno dopo, ma la vita da neopapà di Reiner iniziò subito, aiutato dal compagno, dagli amici e dai bisnonni dei due bambini.
Qualche giorno dopo, dopo una normale mattina di allenamenti, Reiner e Jean stavano cambiando i due piccoli, sotto gli occhi incuriositi di Ymir e Levi, quando bussarono all'ingresso.
Quando Eren andò ad aprire, la persona fuori dalla porta lo colpì in piena faccia con una pesante borsa in tela, tanto che dovette spostarsi per farla passare.
"Dov'è quell'ingrato?!" esclamò la nuova arrivata, una donna sulla quarantina, in abiti semplici ma dal portamento fiero "Portatemi da lui! Che lo prendo a schiaffi, due a due finché non fanno dispari!"
"Mamma?!" la chiamò Jean, prendendo in braccio Grisha, che aveva appena finito di cambiare, e facendo un passo verso di lei "Che ci fai qui? Non hai da stare dietro al tuo forno?"
Come risposta si prese un ceffone talmente forte che, per evitare che venisse colpito anche il bambino, dovette fare un passo indietro.
"Tu! Stupido ingrato! Quando ti deciderai a rispondere alle mie lettere?!"
"MAMMA, CAZZO, DATTI UNA CALMATA! STAI SPAVENTANDO I BAMBINI!" sbottò il giovane, bloccando il secondo ceffone prima che colpisse la sua faccia "E comunque se non ti scrivo mai è perché ho da fare! Sono un soldato, ho poco tempo libero! Non ho tutto questo tempo per scriverti!"
"I b... Bambini?" balbettò la donna, che sembrò essersi finalmente calmata e fissò i piccoli, intorno a lei.
"Sì, i bambini. Anche i soldati possono mettere su famiglia, lo sai? Piuttosto sei venuta qui solo per farmi una sfuriata o c'è dell'altro?"
Grisha la fissò, con gli occhi spalancati e i pugnetti chiusi. La donna si intenerì e allungò le mani per prenderlo, con delicatezza.
"Ehm... Lui è Grisha, figlio di Reiner e nipote di Eren, poi c'è Faye, sua sorella. Sono gemelli e hanno una settimana." li presentò "Poi c'è Sunny, figlia di Sasha e Connie, ha un mese, Levi è il figlio di Eren, e ha un anno, e poi c'è lei..." fece una carezza alla chioma bionda della figlia, che gli aveva abbracciato la gamba e fissava incuriosita la nuova arrivata "Mamma, ti presento Sua Altezza Reale Ymir Reiss."
La donna fissò la piccola e, dopo aver restituito il bambino al padre, si abbassò alla sua altezza.
Ymir la guardò timida, senza mollare il pantalone di Jean.
"Altezza, perdonatemi..." si scusò, per poi guardarla attentamente negli occhi, alzarsi in piedi e ricominciare a prendere a schiaffi il figlio "Quando avevi intenzione di dirmelo che stai con la regina, stupido figlio idiota?!"
"Cos... Ma che stai dicendo?!" obiettò Jean, riparandosi dalle botte "MAMMA PIANTALA! IO NON STO INSIEME A HISTORIA!"
"Beh, la principessa ti somiglia, come me lo spieghi questo?!"
"Signora, forse è meglio se si siede..." intervenne Reiner, in aiuto al compagno, mentre Eren le indicava la poltrona.
"Ha ragione. Devo parlarti... Ma quello che sto per dirti è un segreto di stato, quindi devi promettermi di mantenerlo..." ammise il giovane, accompagnando la madre alla poltrona.
La donna annuì, sedendosi, mentre il figlio si sistemava su una sedia di fronte a lei, tenendole amorevolmente la mano.
"Vedi, qualche tempo fa la regina ha espresso il desiderio di avere un erede." esordì "Però non voleva sposarsi, e poi... lei ha altri gusti, per cui aveva bisogno di un... donatore, e hanno chiesto a me di farlo, così è nata Ymir. Ufficialmente sono il suo padrino, non suo padre, e sono la sua guardia del corpo; farla stare qui è un dono che mi ha fatto Historia per aver contribuito alla sua nascita, inoltre il quartiere generale dell'Armata Ricognitiva, più precisamente la residenza della squadra speciale Titani è al momento il posto più sicuro dove può stare un'erede al trono."
"Oh... quindi ho una nipotina?" domandò, ma sembrò ricordarsi di qualcosa "Ma tu... come è possibile? Jean, tesoro, devo dirti una cosa... riguarda la famiglia di tuo padre, i suoi antenati..."
"Mamma so già tutto." ammise il biondo, sorridendo "So di fare parte della casata degli Ackerman, pur non portandone il nome; il capitano Levi lo ha lasciato scritto sul suo diario, prima di morire, ma anche papà mi aveva lasciato qualche indizio prima di morire. Stai tranquilla, sono anni che chi porta questo nome non è più perseguitato."
"A dire la verità, prima di morire, il Capitano, che era il patriarca della casata, ha lasciato detto che a Jean e ai suoi eventuali discendenti da ora in avanti spetta il nome Ackerman, affiancato a quello della famiglia." si intromise Eren "E lo ha nominato suo discendente in caso di sua dipartita. In pratica ora è lui il patriarca della famiglia."
La donna annuì e tornò a guardare Ymir, in piedi accanto a Jean, quindi annuì, sorridendo.
"Sai, Jeanuccio, sono contenta che ti sei finalmente fatto degli amici." ammise "E spero che ci sia anche qualche ragazza nella tua vita."
"Oh, una ragazza c'è. È bellissima, bionda, ed è un peperino." ammise il giovane, sorridendo e facendo una carezza alla figlia "Ma quello che intendi tu è un'altra persona." concluse, scambiando uno sguardo innamorato con Reiner, seduto accanto a lui con i gemellini in braccio.
"Oh... Capisco. Beh l'importante è che tu sia felice, e lui mi sembra davvero un bravo ragazzo." ammise, aprendo la pesante borsa che aveva con sé "Ti ho anche portato qualcosa da mangiare... Del pane dal forno, qualche focaccia, due crostate... E c'è anche la frittata che adori."
"Grazie, mamma." la ringraziò, prendendo tutto e passando le cose a Mikasa, per metterle in dispensa "Ma sicuramente c'è dell'altro, altrimenti non ti saresti fatta così tanta strada solo per venire a trovarmi. Quindi dimmi tutto."
"Ah, sì, ecco... Sai, al forno ho assunto, come garzone uno degli orfani delle case famiglia della Regina." riferì "E l'altro giorno mi ha riferito di aver sentito due persone fare un discorso strano... Diceva che uno dei due era un forestiero, dall'accento doveva essere di Marley, e l'altro era un ufficiale della Gendarmeria, mi sembra strano, perché ha detto che aveva una medaglia del Corpo di Ricerca al collo."
"Gendarmeria? Con una medaglia del Corpo di Ricerca? Allora si tratta di Floch." la interruppe Armin, guardando gli altri "Il suo garzone ha sentito cosa si stavano dicendo?"
"Sì, ma non tutto. Parlavano di compensi e di una spia infiltrata... Non so dirvi altro."
"L'infiltrato a Paradis!" esclamò Reiner "Vi ricordate? Vi avevo detto di quelle voci che avevo sentito! Forse l'infiltrato è lui!"
"Dobbiamo indagare meglio prima di agire." rispose Eren "Signora la ringrazio delle informazioni. Se per caso sente altro venga pure a parlarne con noi, così potremo occuparcene."
"Ha ragione. Tu e il tuo garzone tenete occhi e orecchie aperti." confermò Jean "Per il resto non preoccuparti. Ora torna a casa, o rischi di arrivare a Trost in piena notte."
"Va bene, Jeanuccio." sorrise, abbassandosi per guardare negli occhi la principessina "Mi raccomando, maestà, fate la brava e non fate arrabbiare la tua guardia del corpo." le diede un buffetto e si alzò, avvicinandosi a Reiner "Per favore, prenditi cura di mio figlio. Da bambino non aveva amici, ma ora è bello vederlo circondato di persone che lo amano."
Detto ciò, salutò e uscì di casa, lasciandoli soli.
"Vado a fare rapporto a Hanji, così decidiamo quale linea d'azione seguire." disse Eren, camminando verso la zona uffici "Se è davvero lui giuro che lo ammazzo!"
Detto ciò scomparve dietro la porta. Dovevano agire velocemente, in modo da stanare l'infiltrato e riuscire a sconfiggere Marley in quella guerra che non avevano voluto iniziare.

   
 
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