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Autore: JennyPotter99    25/05/2020    0 recensioni
SEQUEL "IL PRINCIPE MEZZOSANGUE"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era sorto il sole quando i due amici, felici di essersi ritrovati, raggiunsero la tenda.
Jenny uscì e meravigliata corse in contro a Ron per abbracciarlo.- Sapevo che saresti tornato.-
Per Hermione non fu altrettanto.
-Ehi.- le disse Ron, sorridendo.
Furiosa, la ragazza gli andò in contro e con il suo zaino lo colpì.- Sei un vero- esclamò, lanciandogli le foglie a terra. -deficiente Ronald Weasley! Non ti fai vedere per settimane e dici Ehi?!-
Jenny ridacchiò sotto i baffi, ma non volle intervenire: sapeva come reagiva l’amica in quelle situazioni.
A quel punto, Hermione notò sia la spada che il medaglione rotto.- Lo hai distrutto. E perché tu, guarda caso, hai la spada di Grifondoro?!-
-E’ una lunga storia.- intervenne Harry.
-Non crede che questo cambi qualcosa.- borbottò l’altra.
-Certo, ho solo distrutto un maledetto horcrux, perché dovrebbe cambiare qualcosa?- continuò Ron.- Senti, volevo tornare non appena me ne sono andato, ma non sapevo come. Una sera dormivo in una locanda, alla larga dai Ghermidori ed è apparsa questa palla di luce che si è diretta dritto verso il mio cuore, nel petto. Ho sentito la tua voce, Hermione, che sussurrava il mio nome. Ho fatto scattare il Deluminatore e mi sono materializzato qui: sentivo che era la cosa giusta da fare. Aspettavo solo che qualcuno di voi si mostrasse e così è stato.- spiegò.
Hermione lo guardò accigliata e con le braccia conserte.- Buon per te.- commentò, prima di tornarsene in tenda.
Ron sospirò.- Per quanto credi che ce l’avrà con me?- domandò a Jenny.
-Tu continua a dirle di quella palla di luce che ti ha toccato il cuore e le passerà.- gli rispose lei, ridacchiando.
Quando toccò a Jenny fare di guardia, per passare il tempo si mise a leggere uno dei libri di Hermione.
In particolare, una pagina che parlava di una curiosa storia.
Quella dei tre fratelli.
Però, prima che giungesse alla seconda riga, sentì un ramo spezzarsi non lontano da lei.
Mise il libro nello zaino e prese la bacchetta, guardandosi intorno.
Fu in quel momento che vide una cerva dietro un albero: la stessa che era apparsa a suo fratello la sera prima, un patronus.
Era la propria forma, ma non era stata lei ad evocarla.
Oltre al suo, la cerva era il patronus di sua madre.
Per un attimo crebbe che fosse lei.
-Mamma?-
Di scatto poi, esso divenne una sfera lucente e volò verso il cielo.
Jenny alzò lo sguardo e una lacrima malinconica le scivolò lungo la guancia.
Chissà se era vero.
Chissà se davvero sua madre era venuta a dirle qualcosa.
***
Mentre cenavano con le ultime provviste rimaste, Hermione si sedette lontano da Ron, ancora arrabbiata.- Voglio andare a trovare il padre di Luna.- esordì, passando ad Harry una pagina aperta.- E’ una lettera che Silente scrisse a Grindelwald.- continuò, indicandogli un simbolo vicino alla firma.- E’ di nuovo quel segno, continua ad apparire: credo che significhi qualcosa.-
-Va bene, mettiamola ai voti. Chi è a favore?- domandò Ron, alzando la mano.
Si ritrovò ad essere l’unico, con tutti che lo fissavano.
Abbassò la mano arrossendo, mentre Jenny gli diede una pacca sulla spalla.-Quello che dice Hermione è legge, amico mio.-
Così, presero gli zaini e si avviarono oltre la collina, dove abitava la famiglia Lovegood.
Era una casa a due piani: all’apparenza sembrava un cappello in mattoni, con accanto una piantagione di prugne.
Hermione salì le scalette che portavano alla porta e bussò.
Xenofilius Lovegood aprì con sguardo turbato e in dosso una vestaglia bianca.- Chi siete? Cosa volete?-
Harry si avvicinò per farsi riconoscere.- Salve signor Lovegood, sono Harry Potter, ci siamo conosciuti al matrimonio.-
D’un tratto, sulla sua bocca apparve un sorriso.- Ma certo, entrate pure.-
L’uomo li fece accomodare su delle poltrone al piano di sopra e gli offrì del tè fatto con delle strane erbe disgustose.
L’anno scolastico ad Hogwarts era iniziato, ma Xenofilius aveva deciso che sarebbe stato troppo pericoloso per sua figlia, soprattutto dopo che Piton era diventato preside.
Jenny, ogni tanto, osservava sulla mappa del malandrino come egli facesse avanti e indietro nell’ufficio di Silente.
Tuttavia, Luna non era in casa.
-Dov’è Luna?- chiese Hermione.
-Luna? Oh, sarà qui tra poco.- balbettò lui.
Jenny diede un ultimo sorso a quella bevanda schifosa e poi posò il bicchiere.- Signore, siamo venuti per chiederle di un gioiello che portava al collo alla festa.-
Egli tirò fuori dalla scolatura lo stesso ciondolo che aveva quella sera.- Intendi questo?-
-Esatto, cosa significa?-
-Beh, penso che tutti sappiate la storia dei tre fratelli.-
-Sì.- risposero insieme Hermione e Ron.
-No.- disse invece Harry.
Era la stessa storia che Jenny stava iniziando a leggere il giorno prima.- Io ce l’ho qui.-
Estrasse il libro dallo zaino e iniziò a leggere.
-C’erano una volta tre fratelli che viaggiavano lungo una strada tortuosa e solitaria al calar del sole.
Dopo un po', giunsero sulla riva di un fiume troppo pericoloso da attraversare.
Ma versati nelle arti magiche, ai tre fratelli bastò agitare le bacchette per creare un ponte.
Nell’attraversarlo però, trovarono il passo sbarrato da una figura incappucciata.
Era la morte: era turbata perché di solito le persone annegavano nel fiume.
Ma la morte era astuta: finse di congratularsi con i tre fratelli per la loro magia e promise ad ognuno una ricompensa per la loro abilità a sfuggirle.
Il maggiore, chiese la bacchetta più potente del mondo.
Così, la morte gliene fabbricò una da un albero di sambuco che era nelle vicinanze.
Il secondo fratello, volle umiliare la morte ancora di più.
Le chiese qualcosa che potesse resuscitare i propri cari defunti.
Così la morta prese una pietra dal fiume e gliela offrì.
Infine, giunse il terzo fratello.
Un uomo umile: egli chiese qualcosa con la quale andarsene da lì senza essere seguito dalla morte.
E allora ella, con riluttanza, gli consegnò il proprio mantello dell’invisibilità.
Il primo fratello, armato della bacchetta di sambuco, raggiunse un lontano villaggio e uccise un mago con cui una volta aveva litigato.
Ma quella stessa notte, un uomo gli rubò la bacchetta e per buona misura gli tagliò la gola.
E così la morte si prese il primo fratello.
Il secondo fratello tornò a casa e fece girare la pietra sulla mano per tre volte.
Con sua grande sorpresa, la donna che aveva giurato di amare prima della di lei morte prematura, le apparve.
Ma la donna fu subito docile e fredda, perché non apparteneva a quel mondo.
Di seguito, l’uomo si impiccò per raggiungerla.
E così la morte si prese anche il secondo fratello.
Per quanto riguarda il terzo fratello, la morte lo cercò per anni e anni, senza trovarlo.
Solo quando l’uomo ebbe giunto una veneranda età, si tolse il mantello dell’invisibilità e lo consegnò a suo figlio.
Poi, salutò la morte come una vecchia amica e se ne andò lieto con lei, congedandosi da questa vita, da pari a pari.-
-Ecco, questi sono i doni della morte.- aggiunse il signor Lovegood.
-Mi scusi, ma io ancora non ho capito.- intervenne Harry, confuso.
Jenny sospirò.- Per questo sono io quella intelligente della famiglia.- commentò, cercando tra la confusione un foglio ed una matita. Su di esso, disegnò prima una linea.- La bacchetta di sambuco.-
Lovegood annuì.- La bacchetta più forte mai creata.-
Poi, su di essa, un cerchio.- La pietra della resurrezione.-
-L’unica in grado di resuscitare i morti.-
Infine, intorno ai due tratti, un triangolo che li racchiudeva.- Il mantello dell’invisibilità.-
-Insieme creano i doni della morte e anche un padrone della morte.-
Non era un buon segno: se Voldemort si fosse impadronito di tutti e tre, sarebbe stato invincibile.
-Signore, la famiglia Peverell centra qualcosa con i doni?- domandò Hermione, ricordandosi di aver visto il simbolo sulla tomba di Ignotus Peverell.
-S-si dice che i Peverell fossero i primi possessori dei doni, non che i fratelli che hanno ispirato la  storia.- balbettò, iniziando stranamente anche a tremare.- L’acqua del tè s-si è freddata, vado a riscaldarla.-
Quando fu sceso, Ron afferrò il proprio zaino.- Andiamocene, non bevo un altro sorso di quella roba neanche morto.-
Gli altri 3 non gli diedero torto, così si avviarono all’uscita.
-Grazie di tutto signor Lovegood, noi andiamo.- gli disse Hermione.
-No, non potete!- esclamò l’altro, sbarrando la porta con il proprio corpo.
Trovarono il suo comportamento alquanto strano.
-Erano arrabbiati, capisci? Perché ero dalla tua parte.- mormorò, abbassando lo sguardo.- E così l’hanno presa. Hanno preso la mia Luna.-
-Signore, chi l’ha presa?- gli chiese Harry.
-Voldemort. Ma, in effetti, è te che vogliono.-
Improvvisamente, ci fu un esplosione.
Un gruppo di 4 Mangiamorte attaccò la casa, cercando di ucciderli.
Nel caos, i 4 si stesero a terra e strusciarono l’uno verso l’altro, materializzandosi prima che fosse troppo tardi.
Jenny li condusse di nuovo nella foresta in cui li aveva portati Draco.
-Accidenti, non possiamo fidarci di nessuno!- esclamò Ron.
-L’hanno presa perché lui mi appoggiava: era solo disperato.- commentò Harry.
Prima che potessero tirare fuori le tende, intorno a loro si presentarono 6 Ghermidori: gli stessi che davano la caccia a Draco.
Iniziarono velocemente a correre, mentre gli uomini li inseguivano a suon di incantesimi.
Jenny riuscì a seminarli, nascondendosi dentro un fossato, ma gli altri 3 furono presi.
Hermione lanciò una fattura contro Harry, per deformargli la faccia e far sì che non lo riconoscessero.
Jenny fece capolino con la testa e vide che li stavano portando via, anche se non sapeva dove.
Non aveva idea di che cosa fare, ma doveva allontanarsi da lì.
Fece qualche passo indietro, fin che non sentì una presenza alle proprie spalle.
Voltandosi, il lupo mannaro Greyback, alto quasi 2 metri, le sorrise malvagiamente con i suoi denti appuntiti.
Le diede un pugno, facendole sanguinare il naso e poi l’afferrò.
Tentò di dimenarsi, però egli era molto più robusto di lei.- Lasciami!-
La portò fino al cancello nero di un enorme villa: su di essa, la M, lo stemma dei Malfoy.
   
 
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