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“Emma?” – Regina
sentì la mano posarsi leggera sulla sua schiena, ormai riconosceva anche il profumo
della bionda – “Dovresti ballare con Uncino” – disse seria. Robin l’aveva
lasciata tra le braccia dell’altra.
“Come se ti
dispiace” – sorrise anche se l’altra non poteva vederla – “E poi dovresti
vedere come sei bella”
“Emma mi fai
arrossire e poi potrebbe sembrare strano” – ammise Regina.
“Cosa che ballo
con la Salvatrice?” – sussurrò al suo orecchio – “La più bella dama sei tu. A
proposito mi avevi detto di non saper ballare”
“Beh i tuoi genitori
hanno insistito perché imparassi” – ridacchiò.
“Devo per caso
essere gelosa?” – la fece fare una giravolta, continuando a tenerla vicina.
“Em-ma, di tuo
padre?” – sorrise alzando lo sguardo – “Non mi dispiace se sei gelosa però” –
rise – “Quanto vorrei baciarti” – ammise.
“Anche io
vorrei, ma meglio evitare, l’hai detto tu potrebbe sembrare strano” – sorrise
poi si fece seria.
“Che c’è? Ti sei
irrigidita, che succede?” – disse cercando il suo viso con la mano.
“Ho un brutto
presentimento, dovrei restituirti la vista” – disse.
“Piantala di
fare cose affrettate, dobbiamo trovare solo il modo per liberare Merlino e ce
ne torneremo a casa” – disse.
“Come fai?” –
chiese – “Come lo sopporti?”
“Beh,
evidentemente è la mia punizione, sempre così accecata dalla collera” –
sorrise.
“Avrei dovuto
essere più veloce” – disse Emma – “Vedresti ancora”
“Sono certa che
una volta liberato Merlino, potremmo chiedere aiuto per questo” – rispose
indicandosi.
“Posso chiedere
un ballo con la Salvatrice?” – chiese, uno dei cavalieri di Artù, perplessa
Emma, gli concesse di prendere Regina per mano.
“Emma è okay” –
disse Regina sfiorandole una spalla.
Mai detta cosa
più falsa, per poco Regina non venne uccisa da Percival, ma David intervenne
giusto in tempo, Emma impotente non aveva potuto fare nulla per aiutarli.
Quando Emma
liberò Merlino dalla sua prigionia, con l’aiuto di Regina ed Henry, aveva
sentito le forze dell’Oscurità e della Luce invaderle il corpo, quello era troppo
anche per lei.
“Ehi” – disse
Regina sedendosi sul letto occupato da Emma.
“Non c’è bisogno
di preoccuparsi, presto sarà tutto finito, anche se continuo a pensare che Artù
ci continuerà a mettere i bastoni tra le ruote” – discorse.
“Dovresti
riposarti, saranno giorni impegnativi” -disse accarezzandole il viso e la
bionda si godette quel contatto.
Regina aveva
avuto assolutamente ragione, Emma aveva dovuto conoscere molto sulla prima
trasformazione dell’Oscuro, grazie all’aiuto di Merlino. Avrebbe dovuto
attivare la fiamma di Prometeo, per unire Excalibur al pugnale, e liberarsi
dell’Oscurità, ma lo stregone gli aveva detto che doveva essere certa di voler
rinunciare a quel potere. Ma come sempre qualcosa doveva ostacolare gli
avvenimenti, e questa volta era l’alleanza tra Artù e Zelena, Emma poteva dire
che quella donna fosse peggio della Regina Cattiva. I due le avevano dato
l’ultimatum di consegnare il pugnale e la fiamma, o Merlino, sotto il comando
di Excalibur avrebbe ucciso la sua famiglia trattenuta ad alcuni alberi della
Foresta. Emma dovette decidere in fretta o Mary Margaret sarebbe rimasta uccisa
ad opera di un albero. La bionda come aveva fatto Merlino con lei, lo aiutò a
combattere il comando della spada, ma Artù non demordeva, così Killian
liberatosi delle catene, grazie all’uncino, liberò a sua volta Regina, che con
grande sorpresa di Emma, riuscì a maneggiare la spada.
“Maestà non
sapevo che eravate una spadaccina così brava nonostante la vostra condizione” –
la punzecchiò Killian.
“Sono piena di
risorse” – sorrise portandosi una mano sul collo, sentendolo pizzicare.
“Ehi, lascia
fare a me” -disse Emma, ormai Artù e Zelena se l’erano data a gambe.
“Emma” – Regina
non fece in tempo ad impedirle di usare la magia.
“È tutto okay” –
la guardò.
“Andiamo prima
che ritornino” – disse Regina e si avviarono verso il Granny’s.
“David, credo
che insomma, oltre alla cotta di Henry per la dolce donzella, qui ci sia altro
nell’aria” – disse Snow tenendosi al marito.
“Cosa vuoi dire
tesoro?” – chiese il marito non capendo e la donna le indicò solo Emma e Regina
allontanarsi.
“Oh, le farò un
discorsetto” – disse.
“Vuoi che Regina
ti incenerisca?” – e lui scosse la testa – “Sono grandi, per quanto mi faccia
strano”
“Cosa succede?”
– disse Regina sedendosi sul tronco accanto ad Emma.
“Non riesco ad
attivare la fiamma” – rispose.
“Cosa dovresti
fare per riuscirci?” – chiese prendendo le sue mani.
“Ammettere che
c’è più potere nell’amore e non nell’Oscurità” – disse.
“E ti riesce così
difficile farlo?” – chiese la mora.
“Dovrei
ammettere quello che provo per te” – disse ancora.
“E cosa provi
per me?” -la incitò.
“Credo di amarti
da sempre, ma ho paura che non sia così per te” – ammise Emma.
“Chi ti dice che
non provi lo stesso? Chiamalo come vuoi, ma da quando sei entrata nella mia
vita Emma, ho provato delle sensazioni piacevoli. E questo prima di sapere chi
fossi davvero, nonostante fossi la Salvatrice”
“La tua
Salvatrice” – sorrise e Regina le prese lentamente il viso tra le mani, e la
baciò.
“Senti?” – disse
la mora staccandosi.
“La fiamma è
accesa” – sorrise.
“Visto non era
così difficile” – sorrise sulle sue labbra.
Emma ormai
pronta per quella operazione di massima difficoltà, guidata da Merlino, attivò
la fiamma di Prometeo e si apprestò ad unire le lame.
“Love, abbiamo
un problema” – disse Killian guardando Regina accasciarsi al suolo.
“Regina” – la
bionda mollò la presa su ciò che aveva in mano e si inginocchiò davanti a lei.
“Em – ma” –
sussurrò Regina portandosi una mano al collo, il sangue usciva copioso dalla
ferita sporcandole le dita. Emma, rivisse in quel momento la scena di Regina colpita
a morte dal Signore Bianco: provò a curarla con la sua magia.
“Perché non
posso curarla?” – disse tra i denti la bionda, voltandosi verso Merlino.
“Excalibur l’ha
ferita”
“Ma io l’ho
guarita”
“Non basta, tu
sei per metà collegata alla spada” – disse.
“Legherò anche
Regina” – disse.
“Emma sarà
difficile poi abbandonare l’Oscurità” – disse il mago.
“Devo salvarla”
– rispose tra le lacrime, accarezzando il viso della mora madido di sudore, gli
occhi socchiusi e un rantolio sofferto.
“Perché?” –
chiese Killian non capendo la sua reazione.
“Perché sono il
suo vero amore, e la Salvatrice” – disse rivolgendo uno sguardo affranto verso
i presenti – “Mi dispiace” – disse dissolvendosi con Regina. Riapparirono in un
campo, era pieno di fiori e Regina era lì distesa, Emma inginocchiata ancora
accanto a lei, singhiozzando.
“Non farlo
Em-ma” – Regina le rivolse uno sguardo vuoto.
“Non posso non
farlo” – disse passando prima una mano sui suoi occhi.
“Se diventerò
l’Oscura Emma, sai cosa farò” – disse accarezzandole il viso, vedendolo dopo
tanto, ma nel peggiore dei modi. Aveva gli occhi arrossati e le lacrime
scorrevano veloci – “Lasciami andare, non permettere che diventi quello che non
voglio essere più da tanti anni” – sussultò.
“Ti salverò, non
posso lasciarti andare” – disse Emma baciandola con dolcezza- “Ti salverò
sempre”
“Em-ma”
-abbandonò la mano dal suo viso, che cadde sul suo fianco e chiuse gli occhi,
ormai stanca.
Emma allora decise di trasferire l’Oscurità sulla mora ormai incosciente, apparve la scritta “Regina Mills” su Excalibur e sparirono entrambe.