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Autore: Dragon mother    27/05/2020    2 recensioni
Isabella sta tornando da una breve vacanza insieme ai genitori. Poco prima di giungere nella sua città, l'auto su cui viaggia precipita in un laghetto. Lei viene salvata miracolosamente ma dei suoi genitori non vi è nessuna traccia... per alcuni anni...
Eccomi qui a ripubblicare questa storia dal mio vecchio account. Tutti i capitoli sono stati revisionati e all'occorrenza corretti.
Spero entrerete a dare un'occhiata.
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Carlisle Cullen, Edward Cullen, Esme Cullen, Isabella Swan | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Charlie/Renèe, Emmett/Rosalie
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Buongiorno ragazze e buon mercoledì di aggiornamenti.
Dunque, in questo capitolo scopriamo finalmente che cosa sta guardando Bella.. voi avete indovinato? Fatemi sapere.
Poi vedremo anche il regalo che Bella ha comprato per Edward.. secondo voi di che regalo si tratta? E soprattutto gli piacerà?
Buona lettura e come sempre grazie perché seguite le mie storielle.
Un bacio.
 
 
 


 Edward
 
Sta fissando il mio anello, l’oggetto così prezioso per me, che mi permette di stare al sole, in mezzo alla gente.
Indossarlo mi consente di sembrare un ragazzo normale; contrariamente, la mia pelle rilucerebbe sotto i raggi del sole, attirando gli sguardi incuriositi delle persone e non da meno, l’ira dei Volturi.
Allunga una mano per afferrare la mia, sulla quale svetta il gioiello.
“E’ molto bello, particolare. E’ uno stemma, quello inciso?” mi domanda accarezzando delicata l’anello, come avesse paura di sciuparlo.
Indirettamente sfiora anche la mia mano e una scossa si irradia da quel punto a tutto il corpo.
E’ l’effetto che ha su di me appena mi sfiora.
“Sì, è lo stemma della mia famiglia, lo stemma dei Cullen”
Alza gli occhi stupita, fissando i miei.
“Ah, ora capisco, siete una famiglia nobile; ecco spiegato tutto”
Famiglia nobile, beh non proprio, diciamo che siamo un clan piuttosto antico.
“Sì, diciamo così” mi limito a risponderle, lasciandomi scappare una risatina.
Non è ancora il momento per rivelarle tutta la storia, anche se si è accorta che i miei occhi cambiano colore, però voglio comunque che lei sappia alcune cose.
“Vedi, in questo blasone la mano rappresenta l’eternità, il leone il pericolo e il coraggio, mentre il trifoglio la coscienza razionale” le spiego facendole capire quanto quei tre simboli ci rappresentino davvero.
Lo sfiora di nuovo con un dito, forse rapita dal mio racconto che sa di storia e favola della buonanotte messe insieme.
“Se ti piace così tanto, potrei chiedere a Carlisle di farne forgiare uno anche per te, magari potremmo scegliere di incastonarlo in un braccialetto o farne un ciondolo per una collana, come hanno Alice o Rose? Che ne dici?” le propongo felice che anche lei abbia un segno di appartenenza.
Rimango piacevolmente stupito dalla sua reazione: mi avvolge in un abbraccio pronunciando cose come
sarebbe proprio stupendo
 
davvero lo faresti per me
 
ti ringrazio tanto, Edward
 
e questa sua ingenuità mi intenerisce così tanto da rendermi ancora più protettivo nei suoi confronti.
Non sa con che mondo è venuta in contatto.
“Fai parte della famiglia adesso ed è giusto che tutti lo sappiano, è giusto che abbia anche tu un gioiello con lo stemma della tua famiglia” le dico sciogliendo l’abbraccio tra noi.
“Ed ora, visto che siamo rimasti soli e si è fatto tardi, direi di asciugarci e andare a prepararci per la cena”
L’aiuto a uscire dalla piscina e poi raggiungiamo le nostre camere.
 
 
Bella
 
Non posso crederci, ben presto avrei avuto anche io un gioiello simile a quello di Edward, con lo stemma dei Cullen, lo stemma della mia famiglia.
Un bellissimo regalo, come spero sarà quello che ho qui per Edward.
Dopo cena sono sgattaiolata in camera mia per finire di prepararlo ed ora che da dieci minuti lo tengo tra le mie mani che tremano, sto aspettando un po’ di coraggio che non sembra voler arrivare.
E’ da quando sono arrivata in questa casa che vivere il mio tempo con lui, mi provoca emozioni più amplificate, più intense.
Non so dare una spiegazione ma quando si tratta di compiere gesti verso di lui mi sento sempre in imbarazzo.
Ohh accidenti Bella, esci da questa stanza e vai.
Così prendo coraggio, vado alla sua porta e busso piano.
Sto per bussare nuovamente, convinta che non mi abbia sentito, quando Edward mi apre, per niente stupito di vedermi in piedi a quell’ora della notte.
“Ehm.. ciao.. scusami ti disturbo?”
“Assolutamente no Bella ma..” guarda la porta del bagno e poi me
“potevi passare dal bagno, tu puoi anche non bussare”
“Ah sì? Ohm vedi credo che per ora vada bene anche così” mormoro un po’ imbarazzata e allo stesso tempo stupita.
“Ma vieni entra, come mai sei qui, non riesci a dormire? Un altro incubo?” mi chiede preoccupato.
“Oh no no niente incubi, per fortuna” rispondo mentre entro e lo seguo verso il letto sul quale si siede, invitando anche me. Adocchia il pacchetto che ho in mano e fa un sorriso.
“Sono molto curioso Bella, che cos’è quel pacchetto che stringi così tanto forte al tuo petto?” mi chiede battendo le mani sul letto, invitandomi di nuovo a sedermi accanto a lui.
“Ehm sì ecco.. è un regalo, sì un regalo.. per te”
Alle mie parole le sue labbra si aprono in un sorriso e mi avvicino per consegnarglielo.
Lo guarda e poi alza gli occhi su di me, che intanto ho preso finalmente posto accanto a lui.
Non ci mette molto ad aprirlo, impaziente di conoscerne al più presto il contenuto.
Ed è quando i suoi occhi si posano su quel portafoto, pieno di scatti che ci ritraggono insieme, che tutto si ferma, come cristallizzato nel tempo.
Le sue mani perfettamente immobili come tutto il suo corpo, pare perfino che non respiri.
Non capisco se è un bene o se non gli è piac..
“E’ stata tua l’idea di farmi questo regalo?” mi chiede interrompendo i miei pensieri
“S..sì” rispondo
“Ed è stata sempre tua l’idea di scegliere questo come regalo?”
“S..sì” rispondo sempre più titubante.
Continua a fissarlo, guardando e riguardando ogni singola foto di noi, tutte scattate da Alice, tutte scattate la sera della festa per il mio benvenuto in casa Cullen.
“Senti Edward, puoi dirmelo se non ti piace, non mi offendo per..” borbotto per fargli capire che non mi offendo ma lui mi interrompe..
“Bella?”
“S..sì?”
“Questo è esattamente il tipo di regalo che mi piace ricevere e in più è un tuo regalo, un regalo in cui ci sono le nostre foto di quella fantastica serata passata insieme. Che regalo migliore potrei mai desiderare?”
Ed è allora che Edward alza i suoi occhi d’ambra puntandoli nei miei: tutto ciò che trovo è la felicità per quel mio pensiero e l’affetto che prova verso di me.
“Sono così sollevata che ti piaccia, all’inizio mi pareva di aver capito il contrario”
In un gesto rapido, abbandona il portafoto sul letto e si affretta a prendere le mie mani tra le sue per poi spiegarmi i suoi pensieri.
“Bella, non potrei mai non amare qualcosa che viene da te, fosse anche l’oggetto più inutile e insignificante. Siamo una famiglia e nel mio cuore ci sarà sempre un posto solo tuo” poi mi accarezza i capelli.
Il mio, di cuore, invece sembra voglia scoppiarmi dal petto per la contentezza e per le sue parole: dopo tanto tempo mi sento finalmente amata.
Un sonoro sbadiglio però tradisce il mio sonno e ben presto mi sento dire da Edward
-sarebbe meglio tu vada a dormire-
ma un attimo dopo aggiunge
“Vuoi restare qui con me? Il letto è grande ed io non ti darò fastidio”
Tra tutte le cose che poteva dirmi questa proprio non me l’aspettavo e comunque lui non potrebbe mai darmi fastidio e questo penso sia meglio farglielo sapere.
Comunque stupita dalla sua richiesta, ci penso un attimo prima di accettare ma poi penso che non c’è niente di male a restare lì.
“Non credo che tu potrai mai darmi fastidio”
Così, tolgo le scarpe e mi infilo nel letto accanto ad Edward per passare una notte a pensare a quanto io sia fortunata ad aver trovato i Cullen, ad aver trovato Edward.
 
Quando apro gli occhi, il mattino dopo, mi scontro con un paio di occhi dorati e un sorriso a 32 denti.
“Buongiorno principessa, hai dormito bene?”
Vorrei abbracciarlo e stringerlo forte per fargli capire quanto io abbia dormito bene ma mi limito a rispondergli.
“Ciao Edward, ho dormito benissimo grazie ed ora ho proprio voglia di una bella colazione. Vado un secondo in bagno e poi scendiamo insieme?”
“Certo, ti aspetto qui”
 
Al mio ritorno, noto che ha aperto la finestra ed ha già rifatto il letto.
“Hai rifatto il letto e sistemato la stanza.. sei proprio un uomo da sposare”
Scoppio a ridere appena chiudo la bocca e subito dopo anche lui, attirando l’attenzione di un Emmett che casualmente stava passando davanti camera di Edward.
“Ehi voi due, che avete da fare tutto sto baccano, vi si sente dal giardino” ci rimprovera bonariamente, infilando la testa dentro la porta socchiusa.
“Ciao Emmett, oh niente di che, stavamo scendendo per colazione, vieni con noi?”
“Mmh.. nascondete qualcosa voi due, me lo sento.. ma intanto scendiamo a mangiare, va, che ho fame” borbotta pensieroso aspettandoci per scendere.
Giù troviamo tutti tranne Alice e io temo di dovermi aspettare un suo agguato da un momento all’altro e infatti..
“Ciao Isa, ben svegliata, dormito bene?” mi chiede lei ammiccante, scoccandomi un bacio sulla guancia e strizzandomi energicamente l’occhio.
Ma che hanno tutti stamattina??
“Ciao anche a te Alice e sì ho dormito bene e tu?”
Alla mia di domanda borbotta qualcosa di altamente incomprensibile ma non mi preoccupo più di tanto.. lei è Alice.
“Bella, cara, mi è arrivata una e-mail dalla scuola. La preside vorrebbe che tu passassi in ufficio per gli ultimi dettagli prima di iniziare la scuola lunedì. Potresti andare stamani, se non hai da fare. Ti accompagnerebbe Carlisle, molto volentieri.”
Sto per rispondere che va benissimo quando Edward mi ruba le parole di bocca.
“Mamma, se non ti dispiace vorrei accompagnare io Bella; intanto potrei anche farle fare un piccolo giro della scuola”
“Ma certo, se per Bella va bene, credo sia un’ottima idea”
A me fa molto piacere la sua compagnia e visitare la scuola prima, mi avrebbe evitato di perdermi lunedì.
Scendiamo in garage e ogni volta che vedo tutte quelle auto insieme è un colpo al cuore.
“Allora principessa Volvo o Aston?”
Mi sta davvero chiedendo su quale auto vorrei salire?
Faccio finta di pensarci un po’ su e poi dico
“Oggi.. Volvo!”
 
La preside Keller è una donna mora di mezz’età, piuttosto alta e magra.
A primo impatto la sua stretta di mano mi fa pensare sia una donna severa ma poi capisco che se righi dritto, con lei non avrai mai problemi.
Sbrighiamo le faccende burocratiche in breve tempo e, dopo un giro dettagliato della struttura con il permesso della preside, Edward dice che vuole portarmi in un posto.
Mi fa strada conducendomi verso la collinetta dietro la scuola, fin verso il bosco.
All’inizio non capisco bene dove voglia condurmi ma quando davanti a noi gli alberi si sfoltiscono, appare una piccola radura, incastonata tra quella vegetazione.
Un tappeto verde si stende davanti a noi e la voglia di rotolarci sopra è tanta.
“Wow Edward è davvero bellissima. Come l’hai trovata?”
“Durante una delle mie tante scampagnate da scuola” mi fa l’occhiolino.
Non ci credo, Edward perfettino che marina la scuola.
“Non ci credo che tu fai quelle cose. In ogni caso voglio tornare ancora qui, mi piace. Il senso di tranquillità e pace che dà questo posto, non l’ho trovato da nessuna parte. Grazie per avermici portato” e gli schiocco un bacio sulla guancia.
“Quando vuoi. Ed ora torniamo a casa, si è fatto tardi, ci stanno aspettando.”
Adoro quei momenti tra noi, solo nostri e mi accorgo che dentro di me qualcosa sta cambiando, ogni giorno di più.
Avverto sentimenti contrastanti che si insinuano nel mio cuore e io non so se devo assecondarli oppure oppormi.
E un po’ mi spaventano.
 
Un quarto d’ora dopo, stiamo parcheggiando l’auto in garage e non posso fargli notare ancora una volta quanto mi piaccia.
“L’amo anch’io, ma quando proverai la Aston, vedrai che scegliere sarà dura” mi dice soddisfatto delle sue auto.
Volto lo sguardo su quel gioiellino e credo proprio che abbia ragione.
 
E’ domenica pomeriggio e domani inizio la scuola.
E’ domenica pomeriggio e invece di rilassarmi Alice ha messo in atto ciò che mi aveva preannunciato Edward:
l’uso della stanza delle torture.
Se il pomeriggio prima della festa mi aveva reclusa per ore nel bagno e mi era sembrato un tempo interminabile, beh ora sembra proprio infinito.
Non so dove abbia imparato a fare l’estetista o la parrucchiera però so che si sta facendo in quattro per me e sta schiavizzando anche la povera Rose che ogni tanto le ringhia dietro.
Rose sa ringhiare??
Mah..
E’ un pomeriggio differente, mi sto divertendo ad ascoltare quelle due discutere su come sia meglio acconciarmi i capelli o litigare sul colore dello smalto.
Mi stanno usando come fossi la loro bambolina ma essere così al centro dell’attenzione mi fa sentire amata anche se mi lascia tempo per vagare tra i ricordi di una conversazione avvenuta con Carlisle, tempo fa..

“Purtroppo Bella, non abbiamo avuto ancora notizie dei tuoi genitori.

Li stiamo cercando dal giorno dell’ incidente ma ogni pista che abbiamo trovato si è poi rivelata infondata.
Mi dispiace, so che vorresti delle risposte ma per ora non sono in grado di dartele.
Posso però assicurarti che farò tutto ciò che è in mio potere per scoprire la verità”
“Non preoccuparti Carlisle, ti sei occupato di me fin da subito e da quando sei sulla mia strada, ho imparato a convivere con questo dolore..ma dimmi tu pensi che.. che siano morti?” non riuscivo quasi a pronunciare quelle parole.
“No Bella, no, io credo che siano ancora vivi e vedrai li troveremo”
 
Era stata una conversazione straziante, che riapriva una ferita dentro di me che si sarebbe richiusa solo nel momento in cui avrei riabbracciato i miei genitori.
 
E domani, si aprirà un nuovo capitolo della mia giovane vita che certamente cercherò di vivere al meglio.
   
 
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