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Autore: kazuha89    28/05/2020    0 recensioni
Per una ragazza destinata a diventare il leader della più potente famiglia mafiosa al mondo, non esiste vacanza. Altri nemici si prospettano all'orizzonte: la temutissima squadra di assassini, i Varia! ma Taya ha nella sua faresta, 7 nuove armi a sua disposizione, ovvero il tesoro della sua famiglia, agoniato però anche dai suoi nemici. Specie il loro capo, intenzionato ad avere il suo posto di decimo leader dei Vongola..
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Reborn aveva ragione.

Ammetterlo era piacevole quanto ingoiare un puntaspilli, ma pane al pane, vino al vino: Reborn aveva ragione: i miei “guardiani” avevano davvero il potere di creare scompiglio nel mio animo.

Yamamoto, solo posando una delle sue grandi mani sulle mie spalle, infondeva in me una pace interiore che non avrebbe mai raggiunto neanche un monaco buddista in cent’anni di meditazione. Lui era la pioggia d’estate che cadeva sulla mia pelle accaldata, dando sollievo anche al mio cuore, bruciato dai pensieri e dai timori della vita.

Ryohei.. beh, Ryohei era il mio powerbank personale, una caricabatterie inesauribile. Lui era il sole che brillava alto nel mio cielo e che mi infondeva calore, energia e voglia di vivere, anche nei momenti dove attorno a me vedevo solo nero.

Lambo.. il mio piccolo bambino turbolento. Lui, che giorni prima era quasi stato ucciso per proteggere la sua “mamma” e che ora lottava per la sua fragile vita..

Giorni prima, durante il suo scontro, tramite il cannone dei 10 anni usato ben due volte, lo avevo visto per come sarebbe divenuto una volta adulto.

Avevo potuto vedere un Lambo di 25 anni, dunque persino più grande di me, colei che lui chiamava mamma. Un Lambo dallo sguardo malinconico e dagli occhi lucidi, che mi aveva guardata con lo sguardo carico di un amore che solo un figlio sa dare. E in quel momento l’avevo sentita. Un’energia elettrica potentissima era corsa lungo le mie braccia e le mie gambe. La corrente elettrica che pervadeva il suo corpo..era rimbalzata anche nel mio. Tanto potente..da farmi perdere la ragione, pochi minuti dopo, quando il mio Lambo, ritornato piccolo, era stato brutalmente aggredito da quel mostro di levi, senza alcuna pietà.

Il mio istinto di madre aveva prevalso sulla mia coscienza, e mi aveva spinta ad intervenire, finendo per sacrificare il sacro gioiello a me affidato..l’anello del cielo di mio nonno Giotto.

Ma la colpa non era mia..era della mia anima.

La mia stessa anima che, influenzata dallo spirito dei miei guardiani, prendeva coscienza propria e disertava ai miei ordini, facendomi agire con un impulsività mai avuta finora, a volte con conseguenze spropositate.

Esattamente come con Gokudera.

Reborn, scherzando, lo aveva pure detto: ti devo tenere lontana da Gokudera, mi sa.. se ti sta vicino, ti si scalda il sangue..ah, benedetto cuore in tempesta!

Beh, non che avesse torto. Mi ero già accorta da sola che tutte le volte che Gokudera mi stava accanto, dentro di me sembrava destarsi un enorme accumulo di rabbia repressa pronta ad esplodere come un vulcano in eruzione. Mi veniva voglia di fare il giro della scuola, e di vendicarmi di tutte quelle teste di rapa che mi avevano bullizzato per anni, e anche di quelli che avevano riso di me in quei momenti. In poche parole, avrei fatto uno sterminio di massa.

Si, Reborn l’aveva detta giusta: se Gokudera mi stava troppo vicino..il mio sangue bolliva come lava ardente.

Ed era successo anche pochi giorni prima, la sera della battaglia per l’anello della tempesta.

Lo scontro era terminato, Gokudera aveva vinto, bastava solo recuperare la metà dell’anello dalle grinfie di quello psicopatico di Belphegor..

E invece successe il fattaccio.

Gokudera, credendo il suo nemico sconfitto e abbattuto, aveva abbassato la guardia.. e quello gli aveva teso un ultimo, disperato agguato. Con le forze rimaste lo aveva trattenuto a sé, ed entrambi erano stati investiti dall’esplosione finale delle turbine situate nel loro campo di battaglia. Per un secondo, in quel momento, la mia anima in tempesta aveva dato l’allarme generale nel mio corpo, ne aveva preso possesso e mi aveva spinta ancora una volta a seguire l’istinto.

Quella volta, almeno, il conflitto era concluso, non rischiavo nulla. Ciononostante, quella sera comunque commisi feci uno sbaglio, forse il più grande della mia vita.

Beh, a dire il vero per me non è stato un errore. Lo è stato per altri..

Si, quella sera, la mia anima in tempesta aveva preteso ciò che le spettava, e la paura di perdere ciò che più bramava, l'aveva spinta a bruciare non poco le tappe. Quella sera, quando avevo ritrovato Gokudera tra le macerie, ferito ma vivo, la paura che avevo provato al pensiero che me lo avessero portato via per sempre, mi aveva accecato, e avevo reagito d’istinto..e senza nemmeno chiedere cosa ne pensasse a riguardo..l’avevo baciato.

Qualche ora più tardi, ritornata lucida..avrei voluto ammazzarmi con le mie stesse mani.

Gokudera, infatti, anche se aveva accettato di buon grado quel mio gesto (il bacio lo aveva ricambiato, poteva negare finché voleva..) aveva immediatamente ribadito di non poter accettare i miei sentimenti.. perché la cosa, a quanto pareva, nel mondo della malavita organizzata, risultava proibita.

Non sapevo bene quanto di tutto questo fosse vero, ma Gokudera notoriamente era uno che la sapeva lunga sull’argomento, ed era pure uno che dubitavo fortemente fosse capace di mentirmi, specie su un argomento così delicato, per cui non replicai né tanto meno protestai in alcun modo.

Saltò fuori poi, che Yamamoto a dispetto degli altri, per quanto fossimo nascosti dalla coltre di fumo dell’esplosione, era comunque riuscito a vederci. Nulla per cui preoccuparsi, ovviamente. Yamamoto era un angelo, non avrebbe mai e poi mai fatto la spia. Il tutto, alla fine, pareva essere finito lì: non si può, non se ne fa nulla. Come se non fosse mai successo.

Ma Yamamoto, confessando di averci visti, mi aveva anche fatto notare una cosa: Gokudera, congedandosi da me, guardandomi dritta negli occhi, aveva portato la mano al cuore. Yamamoto sosteneva che fosse un segnale per dire: tu sei qui, che sia vietato o meno.

Aggiunse inoltre, dimostrando una sensibilità che non gli facevo, che si era già accorto che tra noi c’era da sempre qualcosa, sebbene non se ne fosse mai parlato a cielo aperto, e che ne era contento.

Lì su due piedi, mi sentì rasserenata. Ok, Gokudera rimaneva fedele alla sua famiglia, ci stava, me lo aspettavo. Però con quel gesto, mi diceva anche che rimaneva fedele anche ai suoi sentimenti per me. Il nostro, dunque, sarebbe stato un amore clandestino, nascosto. Forse per sempre, o forse solo finché non si calmavano le acque, chissà. Il punto, per me.. era che esisteva, mi importava solo questo, il come era irrilevante.

Gokudera, il giorno seguente al suo scontro, era sparito dalla circolazione, perciò non ci eravamo visti né sentiti per niente. Probabilmente, la sua adorata sorellina Bianchi lo aveva sequestrato per ammorbarlo con le sue amorevoli cure. Non sapevo quanta utilità ci fosse in esse, visto che solo presenziando nella stessa stanza, lo faceva stare malissimo anche quando era sano, ma va beh..

Per quanto mi riguardava, via un problema, sotto il prossimo.

Ora che l’angoscia per le sorti di Gokudera si era dissipata definitivamente dal mio cuore, ecco che ci si posava sopra quella per il prossimo scontro..ovvero quello di Yamamoto.

Le signorine cervello ce lo avevano comunicato a caldo, pochi minuti dopo la fine della battaglia della tempesta: il prossimo scontro sarebbe stato l’indomani stesso, per il possesso definitivo dell’anello della pioggia.

In poche parole: Yamamoto Vs capellone invasato.

“Ma il tempo non è sufficiente, non siamo pronti!” mi lamentai, guardando Yamamoto. Non avevo la minima idea di cosa avesse fatto per allenarsi nei giorni precedenti, né a che punto fosse la sua preparazione. Per di più..non avevamo idea di chi fosse quel pazzo che Yamamoto doveva affrontare..

Battersi così alla cieca..equivaleva a morte certa!

Ma mentre mi affliggevo sotto il peso di questi pensieri, due forti e calde mani mi cinsero le spalle, e qualcuno dietro di me mi baciò la testa.

“Calma, tesoro mio..”

Mi voltai. Il bellissimo viso di Dino sorrideva rasserenante.

“Dino..che fai qui? E Hibari?” chiesi.

Dino sbarrò gli occhi, e sbuffò esasperato.

“Madonna santa, che testa che ha..il marmo a confronto, è pasta frolla! non ascolta nessuno, è totalmente per i fatti suoi!”

“Questo si sapeva..ma dove siete stati? Si sono svolti dei combattimenti qui a scuola, e ci sono stati diversi danni..avrei giurato che sarebbe saltato fuori, prima o poi, a dire la sua a riguardo..”

A dire..a dare la sua, casomai!

Dino annui, esasperato.

“Dio sa solo come, sono riuscito a tenerlo abbastanza lontano da qua, per impedire che gli arrivasse all’orecchio la voce che nella sua amata scuola si stava facendo il devasto. Se avesse sentito anche mezza voce, sicuro avrebbe dato di matto. Gli ho fatto fare il giro del globo, praticamente.. e alla fine mi sa che è lui che ha fatto diventare matto me!”

“Beh, buono a sapersi.. mi è diventato ancora più forte, sto figlio..” commentò Reborn, soddisfatto.

“Ah boh, non saprei dirlo..le sue potenzialità sembrano illimitate. E’..letteralmente una macchina da guerra.”

Dino sorrise, quasi compiaciuto. Io dal canto mio, ero allibita. C’era per caso qualcosa di positivo, nell’aver constatato che Hibari era un mostro assetato di sangue senza limite alcuno? Forse si, se si pensava che in teoria era dei nostri, ma.. troppo in teoria, per i miei gusti! Lui, l’anello della nuvola, nemmeno lo voleva, in fondo..

“Beh, ora come ora, non c’è motivo di preoccuparsi di Kyoya..” continuò Dino. Io strabuzzai gli occhi. K..Kyoya? lo chiamava per nome? Ed era ancora vivo, dopo ciò?

“..in verità..io sono qui per te, Takeshi Yamamoto. Io..posso aiutarti a vincere.”

Dino si congedò da me, e andò da Yamamoto.

“Ragazzo mio, ecco una fondamentale: occhi aperti..” disse, posando una mano sulla spalla di Yamamoto. Erano quasi alti uguali, sebbene Yamamoto fosse un po’ più giovane di Dino. “Il tuo avversario non va sottovalutato, mai, neanche mentre dorme. Credimi sulla parola..io lo conosco bene, quel tizio..”

Dino divenne serissimo, al che io mi avvicinai, preoccupata.

“Com’è possibile..tu conosci un simile elemento?”

Dino annui.

“Non che si sia amici di bar, quello no..ma si da il caso che siamo coetanei..e che abbiamo studiato insieme, da ragazzini..”

Rimasi di sasso. Dino..compagno di studi di quell’animale?

“Fin da prima di mettere la prima barba, Superbi squalo aveva già una..beh diciamo una bella reputazione, che lo precedeva. Tra gli spadaccini a livello mondiale..lui era il più giovane, ad aver raggiunto certi risultati. E ben presto..fu l’unico. Si è spinto in ogni angolo del pianeta, sfidando chiunque avesse un nome tra gli spadaccini, sconfiggendoli e facendo sue le loro tecniche, come un camaleonte. La sua sete di sangue non trovava sazio, era diventato..come uno squalo in presa alla frenesia..”

Mi venne la pelle d’oca. Tutto questo..squalo lo aveva fatto..circa alla mia età! Ma ora, a che livelli era..la sua sete di sangue?

“I Varia ovviamente, se c’era in giro uno con un curriculum simile, di sicuro non se lo potevano far scappare..e tentarono di assoldarlo. Squalo, allora, pretese di combattere con il loro capo di allora, un tale di nome Tyr.. conosciuto come l’imperatore delle spade, il miglior spadaccino del mondo.”

Dino perse lo sguardo nel vuoto.

“I varia, a quel punto, si videro sfumare l’occasione di poter annoverare Squalo tra le loro file, sicuri al cento per cento che, seppure piuttosto in gamba, un ragazzino come lui non poteva nulla contro chi al mondo, era conosciuto come il numero uno indiscusso. Ci vollero due giorni e due notti..ma alla fine..Squalo vinse.”

“Due giorni e due notti..senza posa?” esclamai sconvolta. Dino annui.

“Si. Unitosi dunque ai Varia, Raggiunse in tempo record i vertici. A dire il vero.. tutti sapevano per certo che squalo fosse stato designato per essere l’attuale boss dei varia, il portatore dell’anello del cielo.. e invece è saltato fuori Xanxus..”

Lo stupore fu generale.

“Perché..” chiesi io, avvicinandomi a Dino. “Perché..alla fine non è lui il boss? Non..non ha voluto?”

Dino denegò.

“Non lo so..” rispose piano, sfiorandomi il viso con un dito. “Xanxus è un uomo tremendamente misterioso, parla pochissimo, e di lui si sa lo stretto necessario. La faccenda, anche per chi come me è vicino alla famiglia Vongola..è avvolta dalla nebbia più fitta. Ma io ho fede in te, tesoro mio..”

Mi rivolse uno dei suoi fantastici sorrisi.

“Se gli porterai via gli anelli e li rimetterai alle dita giuste..forse vedremo un po’ più di luce sulla faccenda. E in quanto a te, guardiano della pioggia..”

Si rivolse di nuovo a Yamamoto, di nuovo molto serio.

“Devo essere un po’ diretto con te, ma lo faccio per il tuo bene, e per quello del mio tesoro..Squalo, tizi come te, ne ha fatto fuori a pacchi.”

Yamamoto lo fissò intensamente, serissimo anche lui. Io, le braccia lungo ai fianchi, cercai la sua mano. Lui strinse appena la mia, senza smettere di fissare Dino.

“Con la tua tecnica, non avrai alcuna possibilità, devi andare oltre. Passa il limite, chiaro? E’ un concetto basilare, se vuoi vincere..passa il limite!”

Passa il limite..passa il limite..

Da dopo quella strana conversazione, più che il limite, io passai la notte in bianco a chiedermi cosa diavolo volesse dire Dino con quella frase!

Yamamoto pure, se lo conoscevo bene, non ci aveva cavato un ragno dal buco. Lui era buono e caro, ma non aveva certo il cervello palestrato di Gokudera..e neppure lui aveva capito niente, me lo aveva detto prima di congedarci, cosa che mi aveva angustiato da matti.

Reborn, la mattina seguente, mi portò in montagna per allenarmi ancora un pochettino, ma la mia mente vagava lontana, e alla fine, verso mezzogiorno, fu costretto a gettare la spugna.

“Benedetta figlia mia, manco se ti lego dei piombi alle orecchie, la tengo qua, sta testa tua, oggi..”

“Scusa..” dissi, mentre uscivo dal fiume dove Reborn mi aveva fatto immergere per farmi nuotare controcorrente, allo scopo di rinforzare i muscoli, e Basil mi porgeva un asciugamano per i capelli. “Ma non riesco a venirne a capo..ma che vuol dire “passa il limite?” maledizione!”

“Mi duole doverlo ammettere, ma il significato di tale aruspicina affermazione mi è del tutto oscuro, mia signora..” Rispose Basil,fissando ostinatamente il cielo reggendo l’asciugamano grande davanti a me, per coprirmi mentre mi toglievo i vestiti bagnati e mettevo quelli asciutti.

“Eh..concordo in pieno..” gli risposi. Che caspita avrà detto, adesso..

“Manco io ci ho capito na mazza, bisogna stare nella testa di Dino per interpretarlo..” Commentò Reborn dandomi del tè caldo “Ma disgraziatamente noi stiamo qua fuori, bell’ è papà, quindi l’unica è vedere come finisce, e pregare la madonna che vada tutto bene..o che a Yamamoto venga na genialata. Il ragazzo è pasta buona, vedi che qualcosa la partorisce, statti calma..”

Statti calma, pensai, bevendo il tè e osservando Basil girare le trote appena pescate sullo spiedo sopra il fuoco. Fosse facile..

Verso il tramonto, Reborn decise di rincasare, e io chiesi di poter fare due passi in solitudine per schiarirmi le idee. Neanche a farlo apposta, o forse qualcosa in me invece apposta lo fece eccome..capitai al ristorante di Yamamoto. Entrai nel giardino, che dal ristorante collegava direttamente alla casa. Notai le porte del dojo dove avevamo dormito tutti insieme la sera prima, erano ancora aperte. Feci per avvicinarmi, quando notai una sagoma stagliata all’interno. Mi affacciai piano, e vidi Yamamoto. Stava sdraiato sul pavimento di legno, profondamente addormentato. Il lungo corpo ancora illuminato dal sole crepuscolare, il viso assopito all’ombra, le mani incrociate sotto la testa. Era tutto sudato, e la maglietta gli si era appiccicata addosso completamente, come fosse bagnata, mettendo in risalto..wow, un gran bel set di addominali da infarto!

Leggera come un gatto, strisciai dentro il dojo, e mi sedetti accanto a lui.

Mio dolce Yamamoto, pensai, osservando il suo petto andare su e giù, in grandi respiri profondi.

..quanto vorrei poterti salvare da questo inferno.

Un alito di vento estivo filtrò dentro il dojo, scompigliandomi i capelli e seccando le lacrime appena scese sulle mie guance. Un attimo dopo, Yamamoto mugugnò nel sonno.

“Scricciolo..” mormorò. Mi voltai. Mi guardava assonnato. Il vento fresco doveva averlo svegliato.

“Yamamoto..scusa, la porta era aperta..e sono entrata. Non volevo disturbare..” mormorai. Lui sorrise, mettendosi seduto.

“Tu non disturbi mai..” mi disse. Poi parve notare qualcosa sul mio viso, e assunse un’aria preoccupata. “Hai pianto.. Perché?”

“Ah..no, niente, mi lacrimano gli occhi perché sono stanca, tutto qua..” Menti, ma già sapevo che cadevo male. Tra lui, Ryohei e Gokudera, ogni volt che cercavo di mentire, era come cercare di nascondersi dietro un dito.

“Credi di poter mentire a me, scricciolo? Su, poche storie , e vuota il sacco,..” rispose lui, inarcando le sopracciglia.

Ecco, appunto..

“Ok, va bene!” Sbuffai, esasperata. “Io..io mi sento uno schifo, per quello che ti sta capitando! Tu..tu non c’entri niente con tutta questa sporca storia, tu sei un bravo ragazzo, dovresti stare qua dentro ad allenarti per il baseball che ami tanto, non combattere degli psicopatici assassini di cui non sai un cavolo, e di cui non ti frega niente!”

Lui mi guardò per un paio di secondi, poi rise dolcemente.

“Hai detto bene, sai? io faccio mai niente, se non mi piace, per quello a scuola faccio schifo. Io amo il baseball, e mi ci spacco tutto, per migliorare sempre, non mi ferma niente. E’ così che sono fatto. Se faccio una cosa, la faccio perché la amo, e fino in fondo, dando anima e corpo..”

“E di questo puoi essere orgoglioso!” esclamai. “ Tuttavia, non credo che tu fossi intenzionato a farti ammazzare da quel pazzo volontariamente. Sei stato costretto, ti hanno infilato a forza quel maledetto anello al collo, non hai scelto tu.. sei stato obbligato. Non lo fai certo per amore..”

“Ah, no..” rimbeccò lui, osservando la metà dell’anello della pioggia luccicare al suo collo. “Deve ancora nascere chi mi obbliga a fare qualcosa. Te l’ho detto, io faccio solo quello che amo fare. Anche in questo caso è così.”

“Ah si? Fai tutto questo..per amore? vuoi farmi credere che ami rischiare la pelle sotto le lame di quello squilibrato..perché ami farlo? Posso anche capire che odi perdere, e il fatto che ti abbia sconfitto ti bruci parecchio,ma.. non penso che ami la vendetta a tal punto da farti ammazzare per essa, no?

Yamamoto mi sorrise di nuovo, e si rimise in piedi, cercando il suo shinnai.

“La vendetta è un lato secondario della cosa..” commentò, raccogliendo la sua spada di legno, e controllando che non si fosse sfrangiata nell’allenamento. “E credimi..non amo affatto combattere, e tanto meno rischiare la pelle mi diverte in alcun modo..”

“E allora perché lo fai? Cosa ami tanto, in tutta questa faccenda, da spingerti a volerci restare invischiato?”

“Amo te.”

Gli sorrisi.

“Questo mi lusinga, ma non è un buon motivo per farti ammazzare. Hai altri mille modi, per dimostrami che mi vuoi bene..”

“Non ho detto che ti voglio bene, scricciolo..io ho detto che ti amo.”

Cadde il silenzio più assoluto. Lo fissai, sbattendo le palpebre, confusa.

“Eh?” mi uscì dalla bocca.

Lui annui, disinvolto. Poi come se nulla fosse, prese a sferzare l’aria col suo shinnai, tranquillo come se il caso non fosse il suo.

“Ya..Yamamoto..cosa..cosa hai appena detto, scusa? Mi sa..che ho frainteso le tue parole..” biascicai sconvolta.

No..dovevo aver capito male. Lui..doveva essersi espresso male..

“Hai capito benissimo..”

Mi guardò con la coda dell’occhio mentre sferrava un altro poderoso colpo all’aria, e sorrise sotto i baffi.

“Ok, prima che tu vada nel panico, voglio dirti una cosa: Non ho mai avuto intenzione di dire o fare nulla, a riguardo. E dopo quello che ho visto ieri sera, meno che mai. Stasera ho parlato soltanto perché me lo hai chiesto. Altrimenti..è molto probabile che non lo avresti saputo mai.”

Un altro colpo, stavolta in avanti.

“.. Quindi, la sentirai solo adesso, questa cosa, e non la sentirai mai più. Anzi, ripensandoci, non so neanche perché te l’ho detto, visto che avevo già deciso di lasciarlo morire in silenzio, questo pensiero..”

Girò su sé stesso roteando la spada di bambù sopra la testa.

“Gokudera mi scassa le palle tutti i giorni, mi butta il suo schifoso fumo in faccia, mi dice che sono scemo e tante altre cose adorabili, ma..per me è come un fratello, da sempre. A volte mi chiedo cosa mi leghi tanto a quello zuccone, ma è cosi è basta, lo sento a pelle. Lui..è sangue del mio sangue, per me...”

Nella confusione totale di quell' assurda notizia, riuscì comunque a capire cosa intendesse: Reborn aveva detto che non solo io ero legata ai guardiani da un filo invisibile ma indistruttibile..ma anche loro sei, tra di loro, erano legati gli uni agli altri, come anelli della stessa catena..

E da sempre, non poteva esistere la tempesta..senza la pioggia.

“.. e io un legame del genere, non lo sacrificherò mai, per niente al mondo. Probabilmente starò un po’ male, alla fine..ma non me ne importa.”

Sferrò un ultimo colpo, talmente poderoso che mi parve di vedere un taglio nell’aria. Poi portò lo shinnai alla spalla, e venne da me, che tremavo, le lacrime agli occhi.

“Non piangere, mio piccolo scricciolo..” Disse, togliendomi le lacrime appese alle ciglia. “Sai.. mi sono innamorato di te fin dal giorno in cui ti ho conosciuta, senza neanche accorgermene. E' successo e basta, nessuno può farci niente, non hai colpe tu, e non ne ho io. Ma non sono un bambino, so prendermi le mie responsabilità, e so affrontare i miei problemi da solo.”

Lo guardai. Mi guardava con i grandi occhi castani che si, ora lo vedevo chiaramente.. ero pieni d’amore..ed era per me. Dio..come avevo fatto a non vederlo?

“Ma ho realizzato davvero cosa provavo solo quando ho lasciato che Ken azzannasse il mio braccio destro, in quella maledetta buca. Ho sacrificato il mio tesoro più grande, il mio braccio destro, quello del baseball, il braccio che alleno da anni con fatica. L'ho fatto senza pensarci due volte, e lì mi si è aperta la mente: sapevo già che mi piacevi, fin da quando ti ho presa tra le mie braccia dopo averti quasi sfondato la testa con la palla da baseball. Eri cosi carina e indifesa, come potevi non piacermi? Poi quando hai messo K.O. Gokudera davanti ai miei occhi, ho perso definitivamente la testa. Cosi dolce e delicata..eppure cosi forte! Li per li, però, ero convinto di aver preso solo una cotta, una sbandata momentanea, ed ero convinto che mi sarebbe passata, specie dopo aver constatato quanto quello scemo intossicato sia pazzo di te..”

Mi posò una mano sulla guancia, e con un dito sfiorò appena la mia bocca.

“Ma mi sbagliavo. L'amore che provavo per te, sebbene lo ignorassi, cresceva a dismisura. E quando ho dato in pasto il mio braccio a quella bestiaccia per salvare la tua vita, l'ho capito: non era una cotta, la mia..io ti amavo davvero. E anche adesso.. per mia sfortuna, è così”

E senza che potessi impedirlo in alcun modo, avvicinò il suo viso al mio. Sentì il sapore salato del sudore che imperlava la sua bocca nella mia. Ma in quel breve istante in cui Yamamoto venne meno alle sue parole, io non feci altrettanto coi miei sentimenti. In quel bacio..io avvertì soltanto il dolce trasporto che si avverte.. per un fratello.

Lui parve capirlo, perché si congedò subito da me, il viso un po rosso, l'aria leggermente triste.

“Non succederà mai più..” mi disse poi, riacquistando il consueto sorriso bonario di sempre. “Mi sono permesso questo momento di buio, ma non ricapiterà mai più. Tu appartieni a lui..e a me sta benissimo così!”

Che cosa strana, pensai guardando il suo viso. Non avevo mai visto nessuno sorridere felice..e allo stesso tempo piangere a dirotto.

“Yamamoto..”

“Takeshi, sei ancora qui dentro, è quasi notte!”

Una voce venuta dal giardino irruppe nel dojo. Io e Yamamoto ci voltammo a guardare chi aveva parlato, e sulla porta vedemmo stagliata..la figura di suo padre.

“Si..scusami, vecchio, tra poco salgo in casa, dammi 5 minuti che sistemo questo casino..” rispose Yamamoto, e per evitare che il padre lo vedesse in faccia, approfittò del disordine nel dojo e si mise a riordinare. Io dal canto mio, feci finta di nulla e mi presentai.

“Salve signore, mi scuso per l'orario. Io sono..”

“So chi sei, signorina, Takeshi mi ha detto tutto..”

Mi prese un colpo. Cosa intendeva con..tutto?

“Tu sei quella povera creatura che è finita delle mire di quei teppisti, vero? Il mio ragazzo sistemerà tutto, dormi serena. Un tet a tet con Takeshi, e si dimenticheranno anche le tabelline. Vero, figliolo?”

“Amen, vecchio mio!” rispose Yamamoto allegro. Io sospirai. Magari fosse tutto semplice come nascondere due lacrime, caro il mio gigante buono.

“Stanotte sistemerai tutto, eh?” disse poi suo padre.

Mi prese un colpo. Come..sapeva?

“E' appena andato via un tizio che mi ha detto di essere tuo padre,Taya. Era venuto a vedere se eri qui, visto che a casa non ti ha trovata. Gli ho detto che eri qui con mio figlio, e lui mi ha spiegato che Takeshi avrebbe sistemato i tuoi bulli stanotte. Non salto di gioia all'idea che il mio unico figlio vada a spasso nottetempo pestando la gente, ma..”

“Piantala, vecchio, non ho mica sei anni!” protestò Yamamoto. “Cosa dovrei fare, secondo te, lasciare che le facciano del male?”

“Non sia mai, proteggere una signora è nei doveri di un uomo, ne va del suo onore. Tuttavia..il padre di questa ragazza mi ha detto che dovrai fare a cornate con uno spadaccino parecchio forte..”

Yamamoto rise, un po' sprezzante.

“Si, se la cava, pare..”

“Bene, e allora è il caso di tirare fuori l'artiglieria pesante. Prendi questa..”

Yamamoto senior porse al figlio un involto lungi forme. Yamamoto lo prese tra le braccia, e ne estrasse una spada di bamboo, che guardò dubbioso.

“L'apparenza inganna, ragazzo mio. Vedi, questa spada apparentemente sembra innocua..”

Yamamoto la sfilò dalle mani del figlio, e tirò fuori dalla tasca un cetriolo per il sushi. Lo gettò in aria e lo colpì con la spada. L'ortaggio di spaccò a metà per poi cadere sul pavimento.

“Tuttavia..se si usa la giusta tecnica..”

Prese una delle due metà del cetriolo, e la rigettò in aria. Stavolta però impugnò la sua arma in una maniera completamente diversa. E mentre la spada di bamboo colpiva il cetriolo, ebbi l'impressione di vedere una vera lama luccicare nell'aria. E con mia sorpresa, ciò che finì tra le mie mani fu un gruppetto di sottilissime fettine di cetriolo. E tra le mani del padre di Yamamoto..c'era una spada vera e propria. La sua lama brillò al chiarore della luna che filtrava dalla porta.

“Questa spada si chiama shigure kintoki , e insieme alla sua tecnica è passata di mano in mano nella nostra famiglia da otto generazioni. Lei è come tu dovrai essere stanotte, figlio mio. Una cosa..che ne sembra un'altra. Solo così, potrai battere il tuo avversario..”

“Fosse sufficiente questo..” mormorai, osservando la lama della spada ritornare semplice bamboo. “Non credo basti un semplice trucco per ingannare quell'essere..”

“Ma di che accidenti vai blaterando, signorina!” sbraitò il vecchio. Yamamoto mi mise una mano sulla spalla.

“Hei, non urlarle contro, non ha detto niente di sbagliato! Il tipo con cui mi devo scontrare stasera è un asso, nel campo... quella spada dovrebbe essere in grado di diventare almeno trenta cose diverse, per essermi utile..”

“Non sai di cosa parli, figlio! Le otto anime che si sono legate a questa spada, hanno forgiato in essa la loro tecnica, affinandola fino alla perfezione! La shigure kintoki non è seconda a nessuno...è perfetta!”

Le parole del padre di Yamamoto non mi convincevano per niente. Squalo era un demone incarnato, una semplice spada trasformista, sebbene con un bagaglio di esperienza sulle spalle non indifferente, difficilmente l'avrebbe spuntata. Eppure, nei grandi occhi nocciola di Yamamoto, a sentire quelle parole, era balenata una luce di speranza notevole, e io non mi sentì di aggiungere altro. Ricacciai indietro la mia preoccupazione, e mi votai a quella neonata speranza, pregando ogni santo del paradiso che ce la mandasse buona.

Ore più tardi, mi recai con Yamamoto nel luogo stabilito per il suo duello. Ero ancora piuttosto scioccata dai recenti sviluppi, ma la mia mente era troppo offuscata dall'angoscia per abbandonarsi a simili pensieri leggeri. L'unica cosa a cui riuscivo a pensare era.. riportare a casa Yamamoto sano e salvo.

E poi, lui stesso aveva dichiarato di non avere più intenzione di toccare nuovamente quell'argomento. Ero pienamente d'accordo. In cuor mio, sapevo che non sarei mai riuscita a ricambiare il suo amore, e sentivo che riparlarne sarebbe stata un'inutile fonte di dolore per entrambi.

No, doveva finire li: io sapevo, lui sapeva. Fine della storia.

Lo guardai, mentre camminava al mio fianco lungo la strada che lo portava al suo nemico. Sembrava tranquillo, e ciò che percepiva la mia anima accanto a lui era una sensazione di pace e serenità. Chissà..se aveva davvero capito a cosa andava incontro..

Arrivati alla scuola (un altro combattimento lì dentro.. l'ira funesta di Hibari incombeva ormai inesorabilmente sulle nostre teste..) Reborn ci venne incontro, accompagnato da Basil.

“Mia signora, ogni cosa è stabilita?” chiese in un breve inchino.

“Speriamo bene, Basil..” risposi io, sfiorando con una mano il braccio di Yamamoto. Lui mi guardò, sorridendo.

“Calma e sangue freddo, sono duro da battere, non credere!”

“A posto, siamo..” commentò Reborn, osservandomi. “Senza il guardiano della pioggia che ti calma, chi è che ti sopporta? Giuro che se ti metti n'altra volta a frignare o a fare l'isterica, ti pianto qua e me ne vado..”

“Non sono una donnetta isterica, sai, so mantenere i nervi saldi, se voglio..” sbottai.

“Vallo a dire all'anello che ci hanno fregato per colpa tua. Se ne perdiamo un 'altro, dimissioni e tutti a casa, bella mia. Lasciamo fottere, va, che mi prendo solo di collera.. ”

“Piantala, uccellaccio del malaugurio, ti ho detto che sto bene..”

“Si, vabbè..Stasera, oltre che non c'è Yamamoto a tenerti buona, manca solo che viene quell'altro minchione di Gokudera, a mandarti in crisi i sentimenti..”

Mi sentì avvampare.

“N..non credo verrà...sarà ancora ricoverato, no? Con tutte le botte e le ferite che aveva..”

“LA META' DI UN QUARTO DI QUELLE CHE DARO' AL TUO AMICO STASERA!”

Un urlo agghiacciante squarciò il silenzio della notte. E dal nulla, l'uomo chiamato squalo apparve davanti a noi, in piedi sulla tettoia dell'entrata della scuola. Aveva lo sguardo più spiritato e malvagio che mai..e un insolita aria famelica che mi gelò il sangue. Yamamoto parve percepire il mio timore, perché fece scorrere le dita lungo la mia schiena, mentre con il braccio destro fendeva l'aria con la spada di bamboo, che a quel segnale divenne d'acciaio, brillando alla luce dei lampioni.

“Voglio proprio vedere..squalo. Non ho alcuna intenzione...di perdere.” rispose Yamamoto guardandolo dritto negli occhi. Le pupille dell'assassino dei Varia si dilatarono minacciose.

Un attimo dopo, dall'oscurità spuntarono anche le ragazze Cervello.

“Il ring di questo scontro si trova nella torre sud...” dissero.

Squalo cacciò un altro urlo spacca-timpani.

“BENE! AVANTI, CICCIO, PORTA IL CULO SUL RING, FINCHE' NE HAI ANCORA UNO INTATTO! TI ASPETTO..”

Yamamoto trasse un profondo respiro, e la calma che invocò per sé stesso rimbalzo dentro di me. Yamamoto..che dio ti protegga.

“Cazzo, muoviti, ciminiera..per colpa e del tuo maledetto vizio cammini lentissimo, siamo in ritardo..ehi bambolina, siamo qua!”

“Non dire stronzate, cammino lento per via di queste maledette bende..e piantala di chiamarla bambolina, è irrispettoso!”

Mi voltai. Ryohei arrivava di gran carriera agitando le braccia in segno di saluto..seguito da quella che sembrava una mummia saltellante e col fiato corto.

“Ryohei! Ma che ci fate, qua?” chiesi, mentre il mio poderoso guardiano del sole mi abbracciava.

“Che domande sono, siamo la tifoseria! Un incontro va sempre in malora, se i tifosi non ti caricano come si deve! E poi, questo qui mi ha fracassato le palle tutto il giorno perché lo accompagnassi qui, quindi ho dovuto portarmelo dietro..”

“Tua sorella ti ha fracassato le palle, io non ti ho chiesto niente! E poi, non hai portato nessuno, sono venuto qui da solo!”

“Che hai detto di mia sorella?!” ruggì Ryohei.

“calmi, il clima è già teso di suo, a picciridda mi fa una sincope, se me la agitate ancora..” sbottò Reborn. Yamamoto andò verso Gokudera, che cercava di districarsi dalle bende. Era fasciato praticamente dalla testa ai piedi.

“Tu dovevi riposare..” gli disse. Gokudera sbuffò.

“Sono solo graffi, è Romario che ha la mano pesante con le medicazioni.. e poi non ci penso nemmeno a riposare, ne tanto meno a morire, senza aver prima visto il tuo incontro, brutto coglione del baseball..”

Yamamoto lo guardò per un istante, poi sorrise e si caricò Gokudera sulle spalle.

“Che cazzo fai, mettimi giù!” protestò aspro Gokudera.

“Lo scontro è alla torre sud, ci sono troppe scale. Tu ti preoccupi sempre per gli altri, lascia che per una volta qualcuno si preoccupi di te. E poi..se tu stai male, sta male anche lei, e io mi incazzo e basta se succede, quindi..”

Gokudera parve interdirsi, e si voltò a guardarmi. Sostenni il suo sguardo per qualche istante. Non lo vedevo da quella fantomatica sera. Mi sentii avvampare. Gokudera pure prese un salubre rossore in volto. Poi però, da sopra la schiena di Yamamoto, lo vidi far scivolare una mano vicino al petto. Con le dita avvolte nelle bende..si sfiorò furtivo il cuore.

Io feci ovviamente finta di nulla. Ma con la scusa di sistemarmi un bottone della camicetta..imitai il suo gesto. Gokudera smise di protestare all'istante, e si lasciò portare da Yamamoto verso il ring.

“Ma che accidenti hanno combinato, qua?”

Ryohei, che era arrivato per primo alla torre sud, si guardava attorno allucinato. Non gli davo torto. La torre normalmente adibita alle aule per le assemblee del comitato scolastico, era stata completamente sigillata, a tenuta stagna. Era un unico blocco ricoperto di vetro.

“E come cazzo pretendono che entri?” sbottò Gokudera scendendo dalla schiena di Yamamoto e appoggiandosi a Ryohei.

“Là sta la porta, figlio..” indicò Reborn. Vero, l'entrata della torre non era sigillata. Ma perché il resto si?

Una volta entrati, ogni quesito ebbe risposta.

Acqua.

Acqua che scendeva a cascata dal soffitto, acqua che inondava tutto il primo piano della torre..acqua dappertutto!”

“Porca miseria.. L'impianto idraulico è andato decisamente in vacca!” sbottò Ryohei appoggiando Gokudera al muro.

“No, qua non si è scassato niente..sono state loro, mi sa..” rispose Reborn.

“Aquario..”

Le cervello apparvero davanti a noi. Yamamoto si fece avanti.

“La torre sud è stata modificata, in modo da prendere le sembianze di un gigantesco acquario di acqua salata. Man mano che lo scontro prosegue, verrà sommersa del tutto. Alla fine del tempo massimo, se nessuno dei due sfidanti avrà ottenuto l'anello della pioggia..libereremo degli squali, che decreteranno l'ovvia fine del duello.”

Mi senti venire meno. Ryohei mi acciuffò al volo.

“Buona, bambolina, non farti vedere debole davanti a questi stronzi..” mi mormorò all'orecchio. Io lo sentì a stento. Squali..avrebbero permesso che degli squali..li mangiassero vivi?

“Oh adoro gli squali! Comprendono la frenesia del sangue, come me..”

Alzai la testa. Belphegor, il principe sanguinario che per poco non aveva ucciso Gokudera, se ne stava in piedi davanti a una sporgenza creata bucando il pavimento del secondo piano. Il solo vederlo, mi fece rivoltare lo stomaco. Gokudera caricò come un bufalo.

“Tu..hai rubato il mio anello della tempesta, pezzo di merda..”

“Ah non lo so, mi sono svegliato con lui tra le mani..sei sicuro che non sia semplicemente scappato da te, per venire da me?”

Corsi incontro a Gokudera per impedirgli di salire lassù. Ma non feci neanche due passi..che una straziante fitta mi attanagliò il basso ventre, piegandomi in due. Ryohei mi riprese di nuovo.

“Che avete, mia signora?” mi chiese Basil correndo da me e afferrandomi le mani.

Scossi la testa, premendomi una mano sulla pancia. Dio, che dolore. Ma cosa diavolo..

E in un lampo ricordai. Quel dolore..lo conoscevo!

Alzai di scatto la testa, ed ebbi la conferma ai miei dubbi. Eccolo lì, alto e spaventoso come sempre, i gelidi occhi carichi di odio puntati verso di me..Xanxus.

Perché..perché la vista di quell'individuo mi provocava quel malessere?

“Re..Reborn..” chiamai.

“Qua sono, piccirì..” rispose immediatamente Reborn venendo al mio capezzale. “Buona, vedi che ora passa..”

“il sangue verrà versato...”

Xanxus si fece un po avanti, gli occhi incollati ai miei. Forse sbagliavo..ma pareva godere del mio dolore.

“..che sia quello di quel ragazzino..o di questo imbecille.”

Detto questo, girò sui tacchi e sparì nel buio. Non appena i suoi occhi furono lontani dai miei, il mio basso ventre mollò la presa, e il dolore andò dissipandosi.

Ma perché..perché succedeva?

“Marcio fino agli ossi...fa sul serio, sto fetuso.” Borbottò Reborn.

“Io non avevo alcun dubbio..”

Mi sentì afferrare e abbracciare forte. Mi voltai. Ero tra le braccia di Dino.

“Dino..tu qui?” mormorai, deliziandomi del sollievo da quel dolore infernale.

“Ovviamente, tesoro mio..non potevo mancare all'incontro di Yamamoto..e di quell'invasato per nessun motivo.”

Mi aiutò a rimettermi in piedi. Vero..Dino era un ex compagno di scuola di quell'avanzo di galera.

“Grazie, Dino..aspetta, dove sta Hibari?” chiesi.

“Kyoya stamattina è sceso dal letto stranamente col piede giusto, ed ha deciso di buttare un occhio su questi benedetti scontri per gli anelli! Sarà qui da qualche parte, a godersi lo spettacolo.”

Mi venne un colpo.

Ma porca miseria..ma proprio quando le cervello vanno buttando gambe all'aria mezza scuola, quello doveva farsi venire voglia di vedere l'incontro? Lo scenario che ci si era presentato quella sera, poi, era il più disastroso in assoluto. Altro che squali.. se non sistemavano per bene quello scempio...sarebbe stato Hibari a mangiarsi tutti!

“Beh, se è venuto anche lui, digli di portare qui le sue chiappe ossute, deve unirsi alla tifoseria!” sbraitò Ryohei. Dino lo guardò come se avesse appena bestemmiato in chiesa. lo capivo perfettamente il suo sgomento. Il mio caro guardiano del sole.. pretendeva la luna!

“Ahm.. non credo si possa fare, Ryohei..” gli pigolai, carezzando i suoi poderosi avambracci. “Sai.. Hibari trova difficile fare certe cose. Vedi, lui è un pochino..”

Psicopatico?

Sociopatico?

Schizofrenico?

“..timido, ecco..”

Tutti ora guardarono me, come se avessi bestemmiato in chiesa.

Però lo scopo venne raggiunto, perché Ryohei assunse un aria di profonda comprensione.

“Ah, certo, tutto chiaro! Ok, ci sta, concesso! Il timidone può guardare l'incontro in separata sede, se lo fa star meglio, Magari ci raggiungerà, quando se la sentirà, no?”

Io annui, comprensiva. Oddio..dopo che qualcuno gli aveva dato del “timidone”, c'era da pregare dio che non ci raggiungesse mai..

Con titolo ad honorem, Ryohei lasciò che il giovane Basil facesse gli onori di casa al posto di Hibari, così finalmente la tribuna fu riempita per bene di tifosi acclamanti, e Ryohei si ritenne soddisfatto.

“L'incontro sta per iniziare. Tutti i presenti esclusi i portatori dell'anello della pioggia, sono pregati di uscire.

“Uff..che rompipalle..ok, fagli il culo, Yamamoto!” lo incitò Ryohei.

“Lord Yamamoto, che il fato vi assista.” mormorò Basil riverente.

“Ci siamo capiti, no?” sbottò Gokudera, fulminandolo.

Yamamoto sorrise a tutti mentre uscivano dall'edificio. Io lo guardai. Per un secondo lasciai i miei occhi indugiare nei suoi. Poi, spiccai la corsa, e lo strinsi a me. Lo senti sussultare leggermente tra le mie braccia.

“Stai attento..”gli mormorai all'orecchio. “Ti prego..”

Avvertì il suo braccio avvolgermi in vita come una cintura.

“Tranquilla..” mi rispose.

Mi congedai a fatica da quella stretta. Molte parti di me non volevano farlo. Ma strinsi i denti, lo lasciai andare, e mi diressi verso l'uscita.

Il solito mega schermo era al suo posto, e in pochi istanti, ci regalò una panoramica completa del duello.

Era estate inoltrata, ma le mie dita erano pezzi di ghiaccio.

D'istinto, cercai la mano di Gokudera, che sentendo a mia presa mi fissò allarmato.

“Se mi lasci la mano, giuro che ti do un pugno..” ringhiai. Gokudera deglutì, si guardò intorno furtivo, e mise la mia mano e la sua nella tasca della giacca, in modo che non venissero viste.

Vabbè, meglio di niente..

“VOOOOI!!!! CARO IL MIO CICCIO, DOVEVI PORTARE VIA IL CULO DALLA CITTA' UNA SETTIMANA FA, QUANDO POTEVI! DOPO STASERA, ALTRO CHE SPADA..NEANCHE IL PELAPATATE, TI RIUSCIRA' DI USARE!!”

Squalo era sceso in campo, sfoggiando la consueta mansuetudine. Yamamoto non fece una piega, alla sua vista.

“Intanto vediamo come va, poi nel caso parla..ti eviti figuracce.” gli rispose.

“Anello della pioggia: superbi squalo Vs Yamamoto Takeshi..combattete!”

Squalo non se lo fece ripetere due volte. Si avventò sulla sua preda come un falco. Ma Yamamoto fu più svelto, ed evitò un fendente micidiale balzando di lato. Ma con mio profondo orrore, vidi schizzare fuori dalla lama della spada di Squalo delle lamette più piccole. Non bastasse questo gesto scioccante, dal nulla Gokudera ruggì.

“VIA DI LA, SONO BOMBE!”

Gokudera era infallibile a stanate gli esplosivi, e infatti non sbagliava. Yamamoto di buttò dalla parte opposta alla direzione delle piccole lame, che a contatto con l'acqua, esplosero fragorosamente.

“Che diavolo è quella spada, un coltellino svizzero gigante?” sbottò Ryohei, sconvolto.

Squalo osservò a scena, quasi divertito. Beato lui. Io non avevo più una goccia di saliva, in bocca.

“MA BRAVO, CICCIO! HAI FATTO I COMPITI A CASA, EH? HAI IMPARATO A SCHIVARE..COME SE TI SERVISSE A QUALCOSA.. BENE, VEDIAMO SE RIESCI A SCHIRARMI ADESSO! ”

Fece uno scatto in avanti, e nello stupore generale..sparì nel nulla. I presenti iniziarono a buttarsi occhiate tutto intorno, ma di squalo neanche l'ombra. Poi, improvvisamente, spuntò alle spalle di Yamamoto come una furia. Yamamoto, grazie a dio, riuscì ad intercettare in tempo l'attacco, parando il colpo.

“Buon dio, è quasi difficile metterlo a fuoco!” esclamò Basil, scioccato.

“CICCIO BELLO..” ridacchiò squalo. “CREDEVI DI AVERMI INQUADRATO, LA RPIMA VOLTA CHE ABBIAMO COMBATTUTO, EH? BEH TI NOTIFICO UNA COSA...TU NON HAI VISTO UN CAZZO!”

E sorridendo in maniera folle, sparò altre due lamette-bomba dalla sua spada dritte in faccia a Yamamoto.

“Oh mio..da quella distanza..” disse Dino, angosciato. Io tuffai vigliaccamente il viso nel petto di Gokudera, che sentì tremare.

Dio, ti prego..

“Che accidenti è quella roba?”

Mi voltai. Ryohei, Dino e Basil fissavano a bocca aperta il mega schermo. Lo guardai. La bocca si spalancò anche a me. Una nuvola d'acqua alta almeno 4 metri troneggiava in mezzo al campo di battaglia. Sembrava un'esplosione atomica. Poi, nell'assurdità più totale, Reborn sogghignò.

“L'ha disegnata o'figlio mio, quella..” asserì. “E' Lo stile shigure sounen, settima forma di difesa.. lo spruzzo di pioggia!”

Reborn aveva detto bene. La colossale nuvola d'acqua, infatti, si era rivelata essere una sorta di guscio che aveva protetto Yamamoto dal violento e improvviso attacco di squalo. Yamamoto era incolume, non si era fatto niente!

“Ha fatto dei progressi allucinanti!” esclamò Dino, estasiato. “E'...è pressoché incredibile, quanto sia migliorato.”

“Non è il mio preferito per niente, Dinè..” ridacchiò Reborn. “Chiddo figlio tiene lo stesso sangue mio, anche se non l'ho fatto io. Quello è come me: nel mezzo di uno scontro mortale come questo, tira fuori altre due palle oltre a quelle che già ha. E senza scantarsi tanto. Tutto questo succede solo in due casi: o se uno è completamente scemo..o se è un assassino nato.”

Lo guardai con tanto d'occhi.

“Sei impazzito, per caso? Yamamoto non è un assassino!” protestai. Reborn rise sotto i baffi.

“Avevo detto che ne avrei parlato in un giorno di pioggia, e mantengo la parola: Si, piccirì, è nato col sangue di chi, nel bel mezzo di un duello dove si rischia il pelo, invece di farsela sotto, si esalta da matti. Lui adora tutto questo, è un talento innato..”

“Non ti mettere in testa strane idee, chiaro? Io non gli permetterò mai di seguire le tue orme, e diventare un killer! Non ha mai ucciso nessuno, e non comincerà certo oggi!”

“Dubito fortemente che accadrà, tesoro mio..”

Dino si era avvicinato a me, di nuovo molto serio.

“Il ragazzo ha fatto passi da gigante, è palese, ma..non ha capito quello che gli ho detto, temo. Fa affidamento solo sulla shigure sounen, sia per difesa che per attacco..è pericoloso.”

“Perché? Non è una tecnica affidabile? Fa parte delle tradizioni della sua famiglia, non credo che suo padre glie l'avrebbe insegnata, se fosse una tecnica scarsa..”

“No, per essere valida, lo è senza dubbio. Il problema è..”

Lasciò la frase in sospeso, mentre il mega-schermo mandava immagini di altre spettacolari forme di difesa , figlie della shigure sounen, che Yamamoto padroneggiava con una maestria inverosimile. Ero al settimo cielo. Di questo passo..il mio guardiano della pioggia avrebbe vinto, forse senza farsi del male!”

“Dino, non credo ci sia da preoccuparsi..” mi sentì di dire, prendendo la sua mano. “Yamamoto ha superato ogni nostra previsione, l'hai detto anche tu, no?”

“Spero tu abbia ragione, tesoro mio..” rispose lui, senza levare gli occhi dallo schermo gigante. “Il problema è..che anche squalo sembra del tuo stesso avviso. Guarda..sta sorridendo.”

Guardai lo schermo. Con mio disappunto e orrore, vidi il viso di squalo. Era vero..sorrideva.

“EHI, CICCIO..” tuonò nello scrosciare dell'acqua che cadeva dopo l'ultimo attacco di squalo non andato in porto. “MI SPIEGHI PERCHE' CAZZO NON MI HAI ATTACCATO DOPO AVER PARATO IL MIO ULTIMO COLPO? ERA LA TUA ULTIMA OCCASIONE, E TE LA SEI FATTA SCAPPARE..”

Dal gruppetto della tifoseria avversaria, sentì distintamente la piccola incappucciata e quel maniaco di Belphegor ridacchiare.

“Sembra che finalmente squalo sia arrivato al dunque. Era ora..” commentò lei.

“Vai in malora, sfigato!” tuonò Ryohei sfondandomi un timpano. “Stai solo cercando di spaventare il mio amico, perché sai che ti sta facendo il culo!”

Yamamoto, dal canto suo, rise di gusto.

“La mia ultima occasione? Che negativo, che sei. Sai, squalo, ti devo notificare io una cosa, adesso: sei tu che non hai visto un cazzo, finora..”

Quello che successe un istante dopo, a stento so spiegarlo, sebbene l'abbia visto coi miei stessi occhi. Yamamoto partì alla carica verso squalo, e per la prima volta..parve deciso ad attaccarlo seriamente.

Lo vidi fendere l'aria con la sua spada, ma nel momento in cui tutti si aspettavano che la lama avrebbe colpito squalo, nella sua mano..la spada parve eclissarsi.

“Lord Yamamoto..ha perduto la spada! Non la vedo, tra le sue dita!” esclamò Basil. Un attimo dopo, però, nello stupore generale, Yamamoto abbassò la mano che impugnava la spada..e quella ci riapparve dentro!

Il colpo, dunque, venne dal basso, con forza inesorabile, colpendo il nemico in pieno. Vidi squalo ribaltarsi e cadere all'indietro, atterrando nell'acqua.

“Pioggia d'estate..” mormorò Reborn. “E' un colpo strano..nel bel mezzo dell'attacco cambi tutta la posizione, così l'avversario non capisce più da dove arrivi col tuo colpo. Ci vuole testa, per farlo venire bene. Bravo, figlio mio..”

“Tu pensa..” borbottò Gokudera, nascondendo a stento lo stupore. “Ce 'ha un cervello, alla fine. Chi l'avrebbe mai detto..”

Non mi venne proprio, di arrabbiarmi per quel cattivo commento. Ero troppo felice!

“Yamamoto..sei il migliore, ti adoro!” urlai a pieni polmoni.

Era fatta..Yamamoto aveva vinto!

“Beata ignoranza..”

Mi voltai di scatto. Belphegor fissava lo schermo, sempre con quel suo odioso sorrisetto stampato in faccia.

“Porta pazienza, bel... quei bambocci non possono comprendere la grandezza di colui che era destinato a diventare boss dei Varia..” commentò la bambina col cappuccio.

Non ebbi il tempo di chiedermi il significato di quella frase, che mi si palesò davanti. Squalo uscì dall'acqua con le sue gambe. Era..incolume.

“HAI TOPPATO, CICCIO..” ringhio, ridendo.

Dino imprecò piano.

“Non si è fatto niente, maledizione..”

Mi portai le mani ai capelli, sconvolta.

“No, non può essere..Dino, maledizione, l'ho visto io Yamamoto colpirlo!”

Dino denegò amaramente.

“No..Squalo, un attimo prima che arrivasse il colpo, è scattato all'indietro e lo ha evitato. Ho sperato di essermelo immaginato, ma..vedendolo sano e salvo, non ho alcun dubbio..”

Mi prese il panico. Ero sicura..ero sicura che fosse finita, dannazione..”

“Non va bene, cazzo..” sbottò Dino. “Non ha capito niente, di quello che gli ho detto!”

Guardai Dino, ma mentre mi chiedevo cosa volesse dire, Squalo parlò di nuovo.

“DI UN PO, CICCIO... PERCHE' CAZZO HAI DECISO DI COLPIRMI COL CULO DELLA LAMA? GUARDA CHE TI HO VISTO, SAI? HAI GIRATO LA SPADA, PRIMA CHE MI COLPISSE? SEI RINCOGLIONITO, PER CASO? LE SPADE TAGLIANO DALL'ALTRA PARTE!

A tutti prese un mezzo infarto. Lama..storta?

“Eh..me lo stavo chiedendo pure io..” Disse Reborn.

Per tutta risposta Yamamoto sorrise.

“Non mi sono rincoglionito, non temere. So da che parte taglia una spada..” rispose. “Ho girato la spada..perché non ho nessuna intenzione di ammazzarti. Sai..lei non se lo perdonerebbe mai..se diventassi un assassino..”

Mi vennero le lacrime agli occhi. Lo faceva..per me!

Gokudera si colpì la fronte.

“Porco mondo..ma guarda se quel coglione doveva andare a fare il buonista proprio ora...idiota, se non lo uccidi tu, lui ucciderà te! E questo la farà stare peggio! possibile che non ci arrivi?”

Squalo pure, aveva di che ridire, a riguardo.

“CICCIO...MI STAI PRENDENDO PER IL CULO? TI SENTI TANTO FORTE DA INSULTARMI? MAGARI DEVO FARTI CAPIRE MEGLIO, CONTRO CHI TI SEI MEZZO, EH?”

Ed eccolo partire di nuovo come un toro alla carica. Stavolta, però fece l'inatteso più totale: piantò la spada nell'acqua, e la alzò di scatto, sollevando per aria quello che era a tutti gli effetti.. un muro d'acqua.

“Non si vede più niente!” protestò Ryohei. Dino sbuffò irato.

“Nessuno vede niente, nemmeno loro. Si tratta di tempistica..il primo che trova l'altro, vince..”

Un istante dopo, l'acqua tornò a terra, e con orrore vidi Yamamoto..con squalo praticamente appoggiato alla schiena, la lama della spada alla gola del mio amico.

Fu un attimo, un lampo a malapena visibile. Poi, con orrore, vidi la stoffa della camicia bianca di Yamamoto squarciarsi all'altezza della spalla, e un fiotto di sangue scarlatto schizzare per aria.

“NO!” urlai, talmente forte dal farmi male alla gola. Squalo rise di gusto, osservando la camicia di Yamamoto inondarsi di sangue lungo tutto il braccio.

“FA MALE, EH? BEH,HO UNA BRUTTA NOTIZIA PER TE, CICCIO: FINIRAI SQUARTATO VIVO! E SAI PERCHE'?PPERCHE' RIESCO A PREVEDERE TUTTE LE TUE MOSSE DEL CAZZO! CARO CICCIO..IO CONOSCO MOLTO BENE LA TUA SHIGURE SOUNEN!”

Yamamoto lo fissò come se fosse la morte in persona.

“SI..TEMPO FA, HO FATTO IL CULO A UNO CHE SI SPACCIAVA PER L'IMPERATORE DELLE SPADE. SCONFITTO QUELLO, MI SONO DETTO: CAZZO, SE QUESTO ERA L'IMPERATORE, VUOI CHE PIU' FORTI NON NE TROVO? COSI' MI SONO MESSO A CERCARE, E MI E' ARRIVATA ALL'ORECCHIO UNA VOCE DI UNO IN ORIENTE CHE PAREVA AVER INVENTATO LO STILE PERFETTO. SONO PARTITO SUBITO, E DOPO UN PO HO TROVATO LUI E I SUOI TRE ALLIEVI. E INDOVINA UN PO, CICCIO, CHI ERA QUESTO TIZIO? EH GIA', PROPRIO IL TALE CHE PRATICAVA LO SHIGURE SOUNEN! PENSA, UN'ANTICA TECNICA TRAMANDATA DI PADRE IN FIGLIO DA SECOLI. ROBETTA INTERESSANTE, MI SONO DETTO! E INDOVINA UN PO' COM'E' FINITA, CICCIO?”

Si lasciò andare in una risata sguaiata.

“SEMPLICE! HO FATTO MIA QUELLA VECCHIA TECNICA DEL CAZZO, E GLI HO AMMAZZATI TUTTI E QUATTRO!

Ero senza parole. Se squalo conosceva la tecnica della famiglia di Yamamoto..tanto valeva usarla, era inutile! Ed era la sola tecnica che Yamamoto conosceva..

“Io glie l'avevo detto..” sussurrò Dino, visibilmente arrabbiato. “Io glie l'avevo detto di non fissarsi con una sola tecnica! Squalo è un mostro, non mi stupisce affatto che conosca la tecnica della famiglia di Yamamoto, e nemmeno che l'abbia fatta sua. Yamamoto doveva giocare d'astuzia, e combattere usando tecniche miste, non piantarsi con uno stile preciso. E' la fine, maledizione..”

Guardai lo schermo, un nodo in gola. Yamamoto..

“Certo che le spari grosse..”

Sussultai. Yamamoto si stava rialzando, la mano premuta contro la ferita sulla spalla, fiotti di sangue che filtravano attraverso le sue dita.

“Non ho..idea con chi tu ti sia battuto, ma..dubito fortemente fosse colui che ha ereditato lo stile shigure sounen. Vedi.. lo so per certo perché..lo shigure sounen non può essere sconfitto. E'..è lo stile perfetto!”

Squalo ridacchio, beffardo.

“SEI PIU' SCEMO DI QUANTO SEMBRI, CICCIO, SE PENSI QUESTO!”

Yamamoto pure rise.

“Combatti, e te lo dimostro, sbruffone..”

Squalo ringhiò piano, e sfoderò un sorriso a 32 denti degno di Belphegor.

“MOLTO BENE, CICCIO... ALLORA NON MI TRATTENGO PIU'..”

La bambina incappucciata mugugnò.

“Occhio..squalo è pronto a tirare fuori le zanne..”

E infatti, meno di un secondo dopo quest'affermazione, squalo partì nuovamente alla carica. Yamamoto fece lo stesso. Iniziarono ad attaccarsi senza posa, un colpo dietro l'altro. Sembravano due cervi intenti a prendersi a cornate.

“UNA VOLTA PARTITO, SONO COME UNO SQUALO..NESSUNO PUO' FERMARE LA MIA SETE DI SANGUE!”

Yamamoto incassò diversi colpi, ma ne inflisse altrettanti, senza però ottenere alcun risultato. A un certo punto, riconobbi nei suoi movimenti la strana tecnica vista poco prima, la pioggia d'estate.

“IDIOTA!” gli urlò Gokudera. “Che cazzo fai?! Mai usare due volte la stessa mossa!”

Non sbagliava. Squalo che già di suo riconosceva le mosse usate da Yamamoto, non colse impreparato l'attacco. Si girò di scatto, e prima che Yamamoto potesse alzare la mano che impugnava la spada per colpirlo, gli sferrò un colpo dritto sulla lama, provocando una sonora vibrazione che echeggiò tutt'intorno.

Yamamoto rimase immobile un paio di secondi. Poi squalo lo sbalzò con un colpo, facendolo volare in acqua. Si rialzò quasi subito, ma c'era decisamente qualcosa che non andava. Gokudera fu la voce dei miei pensieri.

“E adesso che accidenti gli prende? Si muove in modo strano..”

In risposta, venne la risatina acida della bambina incappucciata.

“E' già un miracolo che riesca a muoversi, a dire il vero. Il colpo ricevuto alla lama si chiama “attacco di squalo” ed è l'asso nella manica di squalo. Provoca tramite il colpo inferto, una vibrazione in tutto il corpo del nemico..paralizzandolo.”

Belphegor annui, ridacchiando anche lui.

“Il moccioso però, non è da sottovalutare. Ha colpito il suo stesso braccio per ovviare il danno..”

“Si beh, l'onda d'urto dell'attacco di squalo non si può certo inibire con un semplice colpetto.”Rimbeccò la bambina. “Quello si è giocato la mano sinistra per un bel pezzo, credimi..”

L'avevo visto, in effetti. Avevo visto Yamamoto colpirsi i braccio con un pugno, poco prima di subire l'ennesimo attacco, e mi ero appunto chiesta il perché. Se quell'odiosa bambina aveva ragione..eravamo in un mare di guai.

Yamamoto osservò la sua mano sinistra con aria preoccupata. Poi si voltò di scatto, e si arrampicò su una parete rocciosa li vicino, probabilmente per cercare riparo mentre aspettava che la mano paralizzata riacquistasse mobilità. Combattere una belva inferocita come squalo con una mano sola...equivaleva a un suicidio.

“DOVE CAZZO VAI?” gli urlò squalo lanciandosi al suo inseguimento. Yamamoto mantenne distacco per qualche istante, ma la supremazia del suo avversario dopo il tremendo colpo subito era evidente, e ben presto squalo gli fu addosso di nuovo. Distrusse per intero la roccia dove Yamamoto si era nascosto, facendolo precipitare nel vuoto. Yamamoto cadde a peso morto nell'acqua con un tonfo sordo.

Ormai in lacrime, affondai la faccia contro il petto di Gokudera, che sentì fremere di rabbia.

“No, eh..non me lo fare, coglione del baseball..” lo sentì sussurrare. Basil respirava affannosamente accanto a me, aggrappato al braccio di Dino, che aveva il viso pallido come un lenzuolo.

“Che ferocia inaudita..avete visto anche voi, lord Cavallone?”

Dino annui.

“Zanna di squalo..” mormorò. “Dio non voglia, ma..”

“Boss..” intervenne Levi rivolto a Xanxus. “Abbiamo vinto..”

Xanxus non fece una piega.

“Bello scontro..” commentò invece la bambina col cappuccio. “Avrà tutti i difetti di questo mondo, ma una cosa è certa..squalo è perfetto, come guardiano della pioggia: La pioggia lenta ma inesorabile che trascina via tutto con sé..”

“NO!” urlai io, prendendo coraggio da non so dove. “YAMAMOTO E' LUNICO VERO GUARDIANO DELLA PIOGGIA, NON QUELLO SCHIFOSO ASSASSINO!”

Ryohei e Gokudera mi vi accostarono.

“Sentita la signora? Spariamole meno grosse, che è meglio..”

“La decima luce dei Vongola ha scelto lui, non si discute!”

“ALZA IL CULO, CICCIO!” gridò squalo, attirando di nuovo l'attenzione di tutti sullo schermo. “VOGLIO DARTI IL COLPO DI GRAZIA COME SI DEVE! TU E LA TUA FOTTUTA SHIGURE SOUNEN.. SEI MORTO DA COGLIONE, ESATTAMENTE COME QUEL TALE, CHE E'CREPATO SOTTO LA MIA LAMA USANDO TUTTE E OTTO LE TECNICHE D'ATTACCO SENZA CAVARE UN RAGNO DAL BUCO. PERSINO QUELLA CHE LUI RITENEVA IL SUO FIORE ALL'OCCHIELLO: L'OTTAVA FORMA, LA PIOGGIA D'UTUNNO!”

Nella confusione di spruzzi d'acqua e urlacci assordanti, vidi distintamente Yamamoto cambiare espressione. Sembrava..confuso.

“Che c'è?” sbottò Gokudera, fissando lo schermo. “Che ti è venuto in mente adesso?”

Squalo urlò di nuovo a tutta voce.

“TROIETTA DEI VONGOLA!”

parlava con me.

“METTITI COMODA, E GUSTATI LO SPETTACOLO DEL TUO ADORATO GUARDIANO DELLA PIOGGIA CHE TIRA LE CUOIA!

“Riprova un altra volta a chiamarla così.. e giuro che ti taglio la lingua..”

Squalo si voltò di colpo. Yamamoto si stava rialzando. Grazie al cielo..era ancora vivo!”

Squalo scoppiò a ridere.

“VUOI CREPARE IN PIEDI, CICCIO?”

“Sarai tu a crepare, testa di cazzo..”

Tutti i presenti, buoni e cattivi, trasalirono. Anche squalo parve stupirsi alquanto.

“QUANTO CAZZO L'HAI BATTUTA FORTE, QUELLA TUA TESTACCIA VUOTA? GUARDATI, SEI PRATICAMENTE MORTO!”

Ma Yamamoto lo senti appena. Partì alla carica verso di lui, fendendo l'acqua al suo passaggio. Gokudera imprecò sonoramente.

“Che accidenti fai, ti vuoi suicidare? Porta il tuo culo qui, è finita! Li riprenderemo gli anelli, non serve farti ammazzare!”

“Yamamoto, non fare cazzate, torna qua!” gli urlò Ryohei.

Ma Yamamoto era lontano da quelle voci. Raggiunse squalo di corsa, e gli si parò davanti. Poi afferrò la spada.

“Ma porca troia..” ringhiò Dino, furibondo. “In che lingua glie lo si deve dire? Quella tecnica è inutile contro squalo, maledizione!”

Yamamoto partì all'attacco. Squalo rise di gusto.

“MA TU GUARDA CHE RAZZA DI IMBECILLE! TI HO APPENA DETTO CHE L'HO AMMAZZATO, L'ULTIMO CHE HA USATO LA PIOGGIA D'AUTUNNO SU DI ME..CHE CAZZO CREDI DI FARE, USANDOLA ANCHE TU?”

Yamamoto non ascoltò una sola parola, Sguainò la spada..e colpì inesorabile. Squalo, nello stupore generale, volò per aria come un aquilone, atterrando malamente nell'acqua. Ne riemerse quasi subito, livido di rabbia.

“BRUTTO PEZZO DI MERDA.. ALLORA CONOSCI ALTRE TECNICHE OLTRE ALLA SHIGURE SOUNEN, EH?”

Yamamoto ridacchiò.

“No, te l'ho detto..” rispose. “Questa ERA la shigure sounen. Ottava forma: pioggia scrosciante. L'ha inventata mio padre..”

Squalo sbarrò gli occhi.

“STRONZATE..” ringhiò.

“Quello che non sai, bocca larga, è che ogni discepolo della shigure impara e perfeziona le tecniche dei predecessori. E..ne idea di nuove.”

Reborn emise un verso, soddisfatto.

“Mo mi quagliano i conti..” disse. “Ogni singolo allievo di un maestro di shigure sounen impara le vecchie tecniche. Poi, ne deve inventare una per i fatti suoi. Squalo, a quanto pare, ha affrontato un maestro della shigure sounen, e gli ha fregato le tecniche. Ma mica ci stava solo lui, che sapeva usarla. Il padre di Yamamoto doveva essere un altro allievo di un altro maestro, e quindi ha un'ottava tecnica diversa da quella che ha visto e imparato squalo. Questo si, che è beccarla in quel posto..”

Guardai lo schermo. La rabbia dipinta sul volto di squalo presagiva che era appena successo qualcosa che lui non sapeva spiegare..e non gli piaceva affatto.

“SCHIFOSISSIMO RAGAZZINO DI MERDA...” sibilò. “HAI AVUTO UN OCCASIONE D'ORO, QUANDO POCO FA MI HAI COLPITO...E TI OSTINI A USARE QUEL CAZZO DI SPADA DALLA PARTE DEL DORSO? HAI QUALCHE ALTRO SCHEMA DA USARE, CHE TI PERMETTI DI CAZZEGGIARE COSI'?”

Yamamoto sorrise.

“Eh no, gli altri li sai tutti anche tu!”

“Signore, pietà..” sospirò Dino, esasperato.

Squalo lo guardò con una furia negli occhi da far tremare le gambe.

“BENE, CIO' SIGNIFICA..CHE SEI UN UOMO MORTO, CICCIO!”

Ed eccolo partire all'attacco. Ma Yamamoto non parve intimidito. Chiuse gli occhi, con aria concentrata. La spada ben salda tra le mani.

“Ok, giochiamoci il tutto per tutto..” mormorò prendendo un bel respiro. “shigure sounen..nona forma!”

 

 

Ciò che accadde dopo, fatico ancora oggi a credere che sia successo davvero.

Squalo si scagliò contro Yamamoto ad una velocità spaventosa, fendendo l'acqua al suo passaggio come il motore di un motoscafo.

Yamamoto spiccò un balzo e alzò davanti a sé un muro d'acqua. Squalo lo trapassò come fosse nulla..ma Yamamoto non era dove si aspettava. L'acqua, nascondendolo, gli aveva permesso di sgattaiolare di fianco a squalo e strisciarli alle spalle. Squalo se lo trovò contro la schiena senza sapere a chi dire grazie. Ma un attimo dopo, quello che i miei occhi videro mi fece provare uno dei momenti di terrore più brutti della mia vita.

La mano di squalo, in maniera surreale...si staccò di netto dal suo polso, e si portò all'indietro.

Era finta, una mano meccanica.. e trafisse da parte a parte il torace di Yamamoto.

Gokudera mi voltò verso di lui, e il mio urlo fu soffocato dalle sue braccia.

“No..” Gridai, la bocca tappata dalla stoffa. “Dio, ti prego, no!”

“Mia signora, guardate!”

Basil mi aveva chiamata. Mi girai di scatto verso lo schermo. Rimasi senza parole. Yamamoto..era in piedi davanti a squalo..che stava riverso nell'acqua. Un attimo dopo, alzò trionfante la mano verso lo schermo, e a pieni polmoni urlò: HEI SCRICCIOLO..HO VINTO!”

“Una copia..” gracchio Dino, sbalordito. “Figlio di buona donna..ha creato una copia di se stesso d'acqua come diversivo! Mi venisse un colpo..quel ragazzo è un genio!”

I miei amici esplosero in un boato di esultanza. Reborn era estasiato.

“Chisto è o figlio mio masculo!” esclamò, tronfio. “Bello di papà, tieni sangue buono, sei nato per sto mestiere!”

“Non dire fesserie! Lo uccido io con le mie mani, se si azzarda ancora a fare una cosa del genere..” rimbeccai io, la voce tremula dal pianto. “Yamamoto, mi senti? torna indietro!”

Lui alzò un pollice per segnalare che aveva capito. Ma fece appena un passo, che una tremenda risata penetrante esplose tutt'intorno. Stavolta però non era squalo a ridere, e il mio basso ventre lo sapeva bene. Chi rideva..era niente meno che Xanxus.

“Che figura di merda!” gracchiò, ridendo come un matto. “ Ha perso! Bene.. lo voglio morto.”

Alzò la mano davanti a sé, ma le cervello si intromisero.

“No, non è possibile intromettersi adesso. Stando a ciò che era stato stabilito, il perdente verrà dato i pasto agli squali.”

“No, non ci sto..”

Ci girammo tutti. Yamamoto stava ripescando squalo dall'acqua, e si accingeva a portarlo fuori dall'acquario.

“Ma che cazzo fai?” gli strillò Gokudera. “Porta via il culo da lì, e lascia quell'avanzo di galera dove sta, idiota!”

“Io non lascio morire solo perché ha perso, è una stronzata!” rispose Yamamoto trascinando all'asciutto squalo.

“LA STRONZATA LA STAI FACENDO TU..”

Squalo aveva ripreso conoscenza, e ora fissava Yamamoto.

“LASCIAMI QUI, E NON OFFENDERE IL MIO ORGOGLIO DI SPADACCINO, SE ANCORA ME NE RESTA..”

Yamamoto lo guardò come se stesse delirando.

“Non ti lascio finire in pancia a un pescecane!”

Squalo lo guardò per un istante. Dopodiché, gli sferrò un colpo poderoso, spedendolo davanti alla porta dell'uscita dell'acquario. Yamamoto era sbalordito.

“Perché..”

“PERCHE' IL TUO TALENTO MERITA DI VIVERE, CICCIO. DEVI SOLO IMPARARE A TAPPARE LA BOCCA AL TUO CUORE BUONO..”

Una frazione di secondo dopo, dal nulla spuntò un enorme squalo bianco... che inghiottì l'uomo chiamato squalo in un sol boccone.

“No!” urlò Yamamoto, inorridito. Fu il solo suono che si udì. Nessuno, nemmeno i Varia emisero un fiato, dinnanzi a tanto orrore. Finché, nel silenzio più assoluto, la gelida risata di Xanxus echeggiò di nuovo.

“Uno squalo mangiato da uno squalo, che spasso! Bene.. me lo sono tolto dai piedi, finalmente.

Non ci vidi letteralmente più. Come in preda alla più violenta fiamma della tempesta, nonostante lo strano dolore al basso ventre, mi scagliai contro Xanxus.

“SCHIFOSO BASTARDO! LO GIURO, XANXUS..NON PERMETTERO' MAI, FINCHE SONO VIVA..CHE LA MIA FAMIGLIA FINISCA IN MANO TUA! ”

Xanxus mi ignorò deliberatamente, cosa che fece montare ancora di più la mia rabbia. Dino mi si fiondò addosso.

“Buona, tesoro mio, buona. Su, vieni via..andiamo a prendere Yamamoto..”

Tremavo come una foglia, e il mio basso ventre era in fiamme. Gokudera fece un passo verso di me, ma Reborn lo bloccò.

“No, figlio.. se proprio tu la tocchi adesso, qua succede un pandemonio. Vai a pigliare Yamamoto, vai, che è l'unico che me la sa calmare..”

Gokudera annui, e con Ryohei andò nell'acquario a riprendere Yamamoto. Dino mi sfregava le mani lungo le braccia. Potevo avvertire l'elettricità schizzare fuori da tutti i pori. Non ricordavo di essere mai stata arrabbiata così tanto in vita mia.

La porta dell'acquario si spalancò. Yamamoto, acciaccato e malconcio, se la fece di corsa per venire da me.

“Sono qui..” mi disse, stringendomi tra le braccia. “Sono qui, scricciolo, calmati..”

Era bagnato fradicio, e sporco del suo stesso sangue e di quello di squalo, ma con ciò non esitai un secondo. Gli gettai le braccia al collo, sollevandomi quasi da terra. Respirai la sua essenza, che come acqua fresca placò il bollore della mia collera. Lui si inginocchiò davanti a me, per permettermi di abbracciarlo meglio. Rimanemmo così per qualche istante, poi lui si infilò una mano nella camicia, pescandone una catenina d'acciaio. Appeso ad essa, l'anello della pioggia. Era integro.

“Sono il guardiano della pioggia.” mi disse.

Io gli sorrisi, scuotendo il capo. Poi, gli afferrai il viso... e gli diedi un bacio sulla fronte.

Yamamoto divenne paonazzo, mentre la mia spina dorsale veniva invasa quasi istantaneamente da una scarica di rabbia violentissima.

Gokudera non aveva gradito, a quanto pareva. Io lo ignorai, e posai la mia fronte a quella di Yamamoto.

“Sai, l'amore ha molte forme, come la tua tecnica.” gli sussurrai in modo che chi so io non sentisse, e mi lanciasse un'altra scarica. “E credimi, anche se in maniera diversa dalla tua..ti amo anch'io, Takeshi Yamamoto, guardiano della pioggia.”

  
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