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Autore: KikiShadow93    29/05/2020    4 recensioni
Lui è resuscitato senza sapere né come né grazie a chi e, dopo attente considerazioni, ha deciso di provare ad integrarsi a sua volta sulla Terra.
Lei, per scappare dal proprio passato e per provare a salvaguardare il proprio futuro, decide di fuggire in città.

Lui è cresciuto tra i guerrieri, nell’odio e nel rancore, ed ha sviluppato un forte senso di inferiorità.

Lei è cresciuta tra i reietti, nella paura e nella violenza, arrivando quasi a perdere la speranza di poter avere una vita felice.

Sono diversi eppure incredibilmente simili, ed entrambi sono inconsapevoli pedine di un disegno molto più grande.


[Radish prende spunto da DBR&R; Post Cell Game; Possibile OOC]

Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Radish
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La vita secondo Radish'
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Prima di cominciare ci tengo a ringraziare di cuore _Cramisi_, Celeste98 e Chimera__ per aver recensito lo scorso capitolo.
Ringrazio anche Chimera__, Elfosnape, Girl_Hufflepuff, moony_1906, M_B_V, Noemy 1551 e The Big Dreamer per aver messo la storia tra le seguite; ariel17, Celeste98, Chimera__, Lady Devonne Isabel, Noemy 1551, Teo5Astor e _Cramisi_ per aver messo la storia tra le preferite; Chimera__ e Nhirn9001 per aver messo la storia tra le ricordate. Ed un grazie va anche a tutti coloro che leggono silenziosamente!

Piccola specifica: dal momento che sarebbe venuto fuori direttamente un libro se mi fossi messa a descrivere tutto, sono stati presi solo degli estrapolati di ogni gruppetto. So che non è il massimo, non mi è piaciuta molto come scelta, ma era necessaria per non scrivere settordicimila pagine (e ne sono uscite comunque 37, Fate voi!). Perdonatemi!

 

𝟚𝟙. 𝒮𝓅𝑒𝓉𝓉𝓇𝒾 𝒹𝒶𝓁 𝓅𝒶𝓈𝓈𝒶𝓉𝑜



È stato un pomeriggio intenso per gli Spettri, che hanno assaggiato per la prima volta in vita loro una forza fisica assai superiore alla loro che mai potranno eguagliare, trovandosi con l’orgoglio ferito dall’atroce consapevolezza che non saranno mai alla loro altezza.
Tutti assieme, uniti come un unico essere, potrebbero fare qualcosa se li prendessero singolarmente, potrebbero sicuramente mutilarli ed alcuni pure ucciderli, ma ciò comporterebbe massicce perdite in ogni caso. Sono in troppo pochi lì in mezzo a poter competere singolarmente, ed ancora c’è molto lavoro da fare anche su di loro.
Non piegheranno mai la testa però, non ammetteranno mai a gran voce di essere loro inferiori, complici i secoli di convinzioni di essere loro la razza per eccellenza del pianeta Terra.
Non piegheranno mai la testa, ma si lasceranno addestrare alle loro tecniche di combattimento, si applicheranno con tutti sé stessi, anima e corpo, per compiacersi e, soprattutto, per rendere fiera la loro Regina, la giovane donna che ha messo in pericolo la sua vita, la sua libertà, per tutti loro, colei che si è fatta spezzare ogni singolo osso che ha in corpo sotto ai loro occhi per apprendere, che ha messo da parte ogni cosa per poterli difendere ancora più strenuamente.
Per i Guerrieri Z, incuriositi dall’idea di poter vedere fin dove gli Spettri sono capaci di spingersi, è stata una piacevolissima sorpresa accertarsi del loro naturale talento in combattimento. Certo, con persone del calibro di Vegeta, Gohan, Radish, C-18 e Piccolo risultano quasi deboli, ma con gli altri… se le circostanze fossero state differenti, avrebbero potuto far davvero dei danni.
Perché non si muovono secondo una logica ben precisa, non loro. Seguono puramente l’istinto, si muovono senza pensare davvero a cosa stanno facendo, spinti unicamente dalla voglia di far del male e dalla sete di sangue.
Vegeta, alla fine, stufo di buttarli a terra, ha permesso a Mordecai, Maddox, River e Glover, coloro che senza ombra di dubbio considera i più interessanti e talentosi assieme a Sherry, di seguirlo alla Capsule Corp per allenarli nella camera gravitazionale a gravità cinquanta. Li ha sfondati, davvero, e loro sembravano impazienti di averne sempre di più fin quando non sono riusciti a mandare a segno diversi colpi. Le botte che si sono presi subito dopo per aver osato tanto non le scorderanno mai… e serviranno solo a fomentarli ulteriormente.
Piccolo, sapendo di non poterli rinchiudere tutti dentro la camera gravitazionale, ha tentato di ovviare al problema mettendo loro addosso dei vestiti appesantiti, cosa che, in effetti, li ha aiutati ma anche distratti, in quanto infastiditi già di per sé dalla presenza dei vestiti, figurarsi da uno strano peso addosso.
Tutti sanno bene che dovranno applicarsi sul serio, maestri inclusi, che adesso studiano più o meno distrattamente delle strategie vincenti per poter surclassare gli amici e dimostrare così di essere i migliori. Un gioco, alla fine, che può tenerli in allenamento in vista di future minacce. Un gioco che li ha sorprendentemente presi, con grande piacere di Radish, che invece si è ritrovato con un bel problema tra le mani una volta tornato a casa con Sherry.
Immaginava da subito che non sarebbe stata del migliore degli umori dopo essere stata scavalcata in quel modo, ma a sua difesa ci ha tenuto a dirle che non sapeva neanche lui della loro scelta e non poteva certo prevedere che si sarebbero presentati tutti quanti alla tana.
Il problema pare essersi poi amplificato quando Radish, colto da un raptus di ira di fronte al suo voler essere così testarda che neanche Vegeta nei giorni migliori, le ha urlato in faccia che fosse solo una stupida principessina viziata fuori di testa perché voleva fare tutto da sola, riferendosi implicitamente al suo non voler assolutamente aiuti nell’imminente scontro faccia a faccia con Jäger. Non sa neanche lui da dove gli sia uscita tanta cattiveria nei suoi confronti, né tanto meno perché l’abbia afferrata con violenza per un braccio per costringerla a rimanere in casa quando ha provato ad andarsene. Non lo sapeva prima e non lo saprebbe dire neanche adesso, consapevole solo che in quel momento, di fronte alla sua espressione furiosa e con le sue urla che lo schiaffeggiavano in pieno volto, qualcosa dentro di lui è scattato, complice anche l’idea che tutti loro, forti e ben capaci a combattere e uccidere, si siano mostrati tanto spaventati dalla forza dell’avversario, e si è ritrovato ad agire senza riflettere.
La sua risposta, poi, lo ha travolto in pieno, perché infatti Sherry ha affermato duramente che lei e solamente lei potrà avere l’onore di ucciderlo dopo ciò che le ha fatto, dopo averle rovinato la vita, e che non permetterà certo a lui di portarle via questa soddisfazione, anche a costo di morire nello scontro.
Gli ha fatto davvero male perché la sola idea di lei morta gli è sembrata quanto di più impensabile e intollerabile al mondo. A confronto la schiavitù di Freezer poteva anche andargli bene.
Non si sono parlati per tre ore e mezzo, neanche si guardavano in faccia.
Lui è rimasto in salotto, in silenzio, a pensare a tutti e a niente. Se c’era un pensiero che proprio non riusciva ad allontanare dalla propria mente, però, era il ricordo di lei che combatteva contro Piccolo, ai suoi movimenti, alla furia nei suoi occhi, al suo spaccarsi le nocche contro la nuda pietra quando si trovava a terra e colpiva con energia per sfogare la rabbia… e quelle sole immagini nella mente sono riuscite sì un poco ad allontanare l’idea che Jäger potrebbe vincere, ma anche ad eccitarlo e fargli provare l’irrefrenabile e malato desiderio di stringerla ancora una volta.
Lei è invece rimasta in camera da letto, accovacciata sul cornicione della finestra ad osservare il circondario. Un paio dei suoi hanno ululato con gioia per avvertirla che cominciavano a spostarsi per andare da Roman, decisamente impazienti all’idea di poter finalmente vedere una Fata, e per questo ha sorriso. Si sentiva decisamente strana alla sola idea di doverci andare a sua volta, come se dentro sapesse con assoluta certezza che sarebbe successo qualcosa, ma è riuscita un poco, e non senza difficoltà, ad accantonare la spiacevole sensazione.
Sola ad osservare la volta stellata, non ha potuto fare a meno di pensare a quanto la sua vita sia cambiata in meno di due mesi, di quanto lei stessa sia cambiata. Se da un lato è sempre la solita incosciente che lotta per la sopravvivenza sua e di chi le sta a cuore e che, al tempo stesso, si diverte tra concerti e scemenze di vario genere, da un altro lato è diventata più matura, a tratti fredda e decisamente schiava di un qualcosa che mai aveva provato con una tale intensità.
Un qualcosa a tratti pure doloroso che sta cambiando il suo modo di vedere le cose, che le fa compiere gesti avventati e talvolta folli, un qualcosa che però non riesce ad allontanare. Ed è colpa di Radish se prova tutto questo, è colpa del suo essere brutalmente sincero con lei, delle sue attenzioni e dei suoi maledetti sorrisi se si ritrova spesso e volentieri a pensarlo, ad immaginare scenari che mai prima aveva preso in considerazione, ed è colpa sua e delle sue maledette labbra peccaminose se non è riuscita a mantenere la propria posizione, se è crollata tra le sue braccia quando si è nuovamente imposto su di lei una volta rientrato in camera.
L’ha posseduta con una discreta rabbia e violenza, come per volerle far capire a gesti che non vuole che si metta in pericolo, che non lo sopporterebbe, che vuole che resti al sicuro dietro gli scudi umani che lui e i suoi amici stanno addestrando, ma quella rabbia è scemata violentemente fuori dal suo corpo quando si è trovato steso sul pavimento, Sherry a cavalcarlo mentre teneva le dita intrecciate alle sue, e tutto in lei gli ha come ricordato la figura di una valchiria in groppa ad un cavallo alato destinato al Paradiso dei sensi. È uscito di testa, completamente, l’ha stretta con forza e neanche per un istante è riuscito a separarsi dalle sue labbra. Perché anche lui ormai è totalmente schiavo di ciò che prova per lei ma, al contrario suo, è ancora capace di scindere ciò che prova da ciò che deve fare quando è necessario, poiché per natura manca della passionalità intrinseca negli Spettri.
L’ha tenuta stretta a sé sul pavimento, ascoltando il suo respiro mentre osservava il cielo fuori dalla finestra. Non riusciranno mai a concordare su quella faccenda, neanche il suo orgoglio da Saiyan riesce a fargli accettare una scelta che, in circostanze differenti, condividerebbe apertamente, ma quando la sentiva mugolare e stringersi a lui, ormai placidamente addormentata sul suo petto e col membro ancora dentro, si è sentito come pervadere da un profondo senso di calma.
Lo ascolta più di quanto abbia mai ascoltato qualcun altro, pure più di Fern, si è aperta totalmente con lui, si fida di lui, lo rispetta e gli vuole sinceramente bene come nessuno ha mai fatto, e questo deve bastargli. L’unica cosa che davvero può fare per tenerla al sicuro è allenarla più duramente di quanto non farà con gli altri, non emettendo un fiato neanche quando lo faranno Vegeta e Piccolo. Dovrà accettarlo, dovrà lasciare loro campo libero per renderla più forte, dovrà accantonare momentaneamente il timore che possa lasciarlo a favore di Vegeta in quanto più forte di lui.
È con questa amara consapevolezza che si è addormentato, le braccia pigramente avvolte attorno al corpo caldo della compagna, con la speranza di non incorrere in qualche incubo. Gli è andata bene, tutto sommato, poiché l’unica cosa che gli ha mostrato il suo subconscio è stata l’immagine di lui che si impegnava in una faticosissima sfida a chi mangiava più orsetti gommosi contro Mordecai, che davvero l’ha sfidato qualche giorno prima e che ha ricevuto un assai eloquente dito medio in risposta.
Quando Sherry si è svegliata, si è ritrovata sorprendentemente felice nel constatare di trovarsi già sul pavimento, dal momento che ormai le cadute dal letto si stanno facendo sempre più frequenti perché l’adorabile Saiyan pare essere totalmente incapace di trovare una posizione confortevole mentre dorme.
Sono già cinque minuti buoni che se ne sta a cavalcioni sul suo bacino e pensa che, tutto sommato, il giorno prima ha reagito in modo spropositato. Vuole solo aiutarla e tenerla quanto più al sicuro possibile, come si richiede ad un membro del branco nei confronti del suo Sovrano. Dentro di sé, in realtà, già lo sapeva e le faceva pure piacere, ma l’impronta di Mezcal che si porta dentro di tanto in tanto pare volersi far sentire con rabbia, portandola così a reagire in modo spropositato. Caratteristica che, alla fin fine, accomunava un po’ tutti i suoi figli.
Tutti i muri che ho costruito negli anni per tenermi al sicuro stanno inesorabilmente cadendo di fronte a te, per te. Non fanno neanche rumore, è come se si trasformassero in cenere prima di toccare terra.
È strano, sai scimmione? È un po’ come se mi fossi svegliata da un lungo e tormentato sonno. Ogni regola che avevo è stata infranta di prepotenza, e adesso ne stiamo facendo di nuove su misura per noi.
Noi”, non ti suona strano?
Penso di essere ormai dipendente dalla tua luce… sei così maledettamente ipnotico, i tuoi baci sono cosmici, il tuo tocco è magnetico, sovrannaturale… non sei come gli altri uomini che ho conosciuto, sai essere un diavolo e un angelo allo stesso tempo… ed io voglio essere la tua vittima.
È un rischio tutto ciò che stiamo facendo, perché alla fine stiamo sfacciatamente scrivendo un nuovo capitolo nella storia della mia gente… ma sento dentro di non poterne davvero fare a meno.

«Ora capisco cosa intendi quando dici che è inquietante essere fissati mentre si dorme…»
Gli sorride dolcemente mentre lo osserva svegliarsi, i muscoli granitici che si tendono sotto al suo corpo mentre si stiracchia, la coda che ondeggia vicino al suo viso pare quasi sfotterla urlando “non mi prendi! non mi prendi!”, e nella sua mente tornano prepotentemente alcuni strani dubbi della sera precedente. Dubbi che ancora non riesce a catalogare come positivi o negativi.
«Ti vedo pensierosa.» Borbotta pigramente Radish, le mani ben ferme sui suoi fianchi nudi. Nella sua mente già prendono forma vari pensieri più o meno sconci, ma il suo corpo è ancora troppo intorpidito dal sonno per metterli in atto. Beh, quasi tutto il suo corpo.
«È…» Si passa le mani sul viso e tra i capelli, un poco sconcertata per quanto sia capace di leggerla tanto apertamente con una sola occhiata «Non lo so. Una strana sensazione dentro…»
«Che genere di strana sensazione?»
«Come se stesse per succedere qualcosa…»
«Qualcosa di bello o di brutto?»
«Non lo so.» Intreccia di nuovo le dita con le sue, stringe un po’ e senza rendersene neanche conto sorride felice per quel tenero contatto come mai ha fatto prima. Un tempo con River si teneva spesso per mano o intrecciavano le code anche quando passeggiavano, ma non le ha mai fatto questo effetto.
Incatena poi gli occhi nei suoi, a stento riesce a finire la frase prima di chinarsi a baciarlo.
«Sono sicura che accadrà qualcosa, comunque…» Odia doverlo ammettere, ma ha bisogno di lui al proprio fianco, ha bisogno della sua forza e del suo calore, la sola idea di perderlo di nuovo le dilania il cuore.
Radish ricambia il bacio, abbandonando le sue mani per carezzarle la schiena. Ogni sua cicatrice gli fa montare dentro una nuova e singolare voglia di combattere, di cercare uno per uno tutti coloro che le hanno fatto del male, ma la sensazione di quella linguetta umida e curiosa che si intreccia alla sua pare avere la sorprendente capacità di farlo desistere dai suoi violenti propositi.
«Temi che possano tenderci una qualche imboscata?» Domanda contro le sue labbra, sempre più vicino al proprio punto limite. Sa bene che se lo tocca come sta facendo, se lo guarda con quegli occhioni liquidi e si morde pure il labbro inferiore come sta facendo, lui difficilmente riesce a mantenere il controllo. Sono quasi del tutto certo che lo fai a posta… ma sei tu, quindi c’è la minima percentuale che non te ne rendi neanche conto.
«No. Jäger non ci pensa proprio a indispettire Papà Spettro. Non è uno stupido.» Gli morde giocosamente il collo, passando poi la punta della lingua sul lievissimo segno di denti che vi ha lasciato impresso, non sorprendendosi affatto nel sentire le sue mani cominciare ad esplorarla lentamente. Per sua fortuna è ancora mezzo stordito dal sonno, sennò le sue dolci coccole da sole non sarebbero sufficienti per ciò che arriverà a breve. Sperando di riuscire a convincerlo, sennò non potrà venire con noi.
«Non accadrà niente, tranquilla.»
«Ma possibile che ti piaccia così tanto portare sfiga?!» Sbotta irrigidendosi subito, l’espressione mortalmente seria. Per quanto questi superstiziosi episodi siano sporadici, Radish davvero non li sopporta, perché diventa incredibilmente paranoica.
«Ma non è assolutamente vero che porto sfiga, smettila con queste stronzate!» Bercia in risposta, bloccandole giocosamente una mano prima che possa tirargli un pugno di ammonimento sul pettorale e costringendola con uno strattone a stendersi di nuovo sul suo petto.
Lascia poi scivolare una mano sul fianco, giù giù fino alla natica che stringe quasi dolorosamente, ghignando soddisfatto nel sentirla sussultare e gemere appena.
«Che ne dici se provo a toglierti questa strana sensazione, mh?» Come ormai accade sempre più di frequente, Radish le mordicchia piano la clavicola sinistra per mandarla in tilt, consapevole che, malgrado dica di non volerlo, ogni singola volta il suo corpo risponde a questo gesto in modo per lui sinceramente apprezzabile.
Beh, ogni singola volta, finora.
«Per quanto l’idea possa essere allettante, mi vedo costretta a dirti di no. Dobbiamo prepararci.» Poggia saldamente le mani sui suoi pettorali e si tira su, guardandolo con aria furbetta e tentando di bloccargli le mani prima che riesca a convincerla col suo tocco a desistere dai suoi intenti.
«Non so te, ma a farmi una doccia e vestirmi non ci metto due ore e mezzo.»
«Non te lo avevo detto? Che sbadata…»
Radish si blocca di colpo nel sentire quella nota apertamente derisoria nella sua voce e la fissa con aria circospetta ed un poco truce dritto negli occhi, perché sa benissimo che un’enorme incudine zincata sta per abbattersi sui suoi coglioni, lo sente proprio nelle ossa.
«Dovrò farti delle trecce e dei disegni di sangue sulla pelle.» Ammette con un sorrisino, aggrappandosi a tutte le proprie forze e al proprio autocontrollo per non scoppiare a ridere di fronte a quell’espressione scioccata ed imbarazzata. Sa anche a cos’è dovuto questo imbarazzo, eccome se lo sa: Vegeta - così come tutti gli altri ad eccezione di Muten, Oscar e Puar - sarà presente alla Festa del Fuoco.
«Scusa?» Non è vero. No, non è vero, non ci voglio credere. Okay vestirsi con un indumento rosso, okay che ogni tanto si diverte a farmi una treccia quando siamo soli o alla tana, ma questo no!
«È la tradizione! Non puoi venire senza, sei il Capitano!»
«Le vostre tradizioni mi fanno vomitare!» Se la scrolla di dosso con un gesto secco, sedendosi a gambe incrociate sul pavimento. Si tiene la testa tra le mani, cercando furiosamente una scappatoia che gli eviti una tale umiliazione, quando di colpo eccola lì, chiara e luminosa: «E poi scusa, non è vietato spargere sangue?»
«Nel senso di attaccare e ferire. Noi per i fatti nostri possiamo versarne quanto vogliamo. Come farebbero le donne con le mestruazioni, sennò?» Colpito e affondato, poteva pensarci subito da solo dal momento che questi grandissimi bastardi lo trovano sempre il modo di fare come vogliono peggio dei politici corrotti.
Per quanto sinceramente ed inspiegabilmente attratto dalla loro natura, in momenti come questi gli viene davvero voglia di sterminarli uno dopo l’altro. L’unica cosa che lo fa desistere, in questi frangenti, è il sorriso tenero e infantile della compagna.
«Andiamo, dai! Sarai bellissimo!» Radish lo sa benissimo che lo vuole fregare, perché solo in quei frangenti diventa un’adulatrice dolce e coccolosa, mentre a cose normali tende a rivolgergli insulti come vezzeggiativi. Il giorno prima, quando si erano svegliati, se ne era uscita con “buongiorno enorme dramma non preso in tempo di una serata alcolica finita male”. Come abbia fatto ad articolare una simile frase nel momento esatto in cui ha aperto gli occhi, Radish davvero non riesce a spiegarselo.
«Non vuoi scoprire quanto mi piacerai dopo?» Gli succhia piano il lobo dell’orecchio mentre lascia scivolare una mano tra le sue gambe, sorridendogli con aria furbetta quando lo sente sospirare con aria affranta.
«Ti detesto. Davvero.» Su queste cose può cedere abbastanza a cuore leggero, così come lei cede su tante piccole questioni senza problemi. Perché è così che si fa in coppia, entrambi lo sanno, così come sanno che è inutile scannarsi per delle scemenze. Anche perché Radish vuole andare a quella sciocca festa per tenerla sotto tiro e, forse in dose pure maggiore, innervosire con la sua sola presenza River, così anche da prevenire qualche suo nuovo tentativo di riavvicinamento. Neanche nell’altro mondo gli permetterò di riaverla, spero che se ne renda conto il prima possibile.
«Che simboli mi devi fare?»
«Pochi, pochissimi! E puoi scegliere!»
Ah beh, allora sì che sono felice!, pensa sorridendo un poco, intenerito dal suo sincero entusiasmo. Non si rende mai conto di quanto gesti così piccoli possano renderla felice, ogni volta si trova sempre piacevolmente sorpreso.
«O ti faccio una o due strisce sotto gli occhi, fino alla mascella…» Gli passa delicatamente la punta di un dito dall’angolo esterno dell’occhio destro fin sulla mascella, in un modo così lento che per lui è quasi estenuante perché è un gesto molto simile a quelli che compie in ben altri frangenti per mandarlo su di giri «O tre sotto le labbra che scendono fino alla base del collo. La terza opzione invece te la sei rovinata da solo optando per una maglia rossa. Ti avevo detto che erano meglio i pantaloni.»
«Perché?»
«Perché ti avrei fatto le impronte delle mie mani sui pettorali… e poi te le avrei volentieri levate con la lingua a fine serata…»
Lo tocca con una lascivia tale e gli parla con un tono di voce basso per lui così seducente che neanche se la più grande e potente divinità del creato gli dicesse di stare fermo la ascolterebbe. Le sue mani ormai si muovono da sole, il suo corpo reagisce contro la sua volontà, la piacevole e conosciuta sensazione di umido che trova tra le sue cosce gli fa pensare che può procedere… ma si sbaglia. Infatti Sherry si alza in piedi con un movimento fluido, sorridendogli dispettosa.
«Ma lo vedi che sei una stronza?!» Bercia inviperito, la coda che si gonfia alle sue spalle mentre si tende rigidamente verso l’alto.
«In piedi fustacchione!»
Zampetta fino al bagno, le sue grazie lasciate in bella mostra sotto gli occhi attenti del Saiyan che ancora mastica insulti a mezza bocca mentre si alza a sua volta per fare colazione. La lista delle cose da farle pagare ormai è diventata indecentemente lunga.
«Ehi…»
«Che c’è?!»
«Se risparmiassimo un po’ di tempo facendo la doccia insieme?»
La mente del Saiyan fa un semplicissimo e assai logico ragionamento nel giro di niente: Doccia insieme —> Più tempo per le sue cazzate —> Sherry nuda e bagnata —> Sesso in piedi —> La posso spaccare in due.
«Se un giorno dovessi mai risponderti di no, abbattimi.»


Visto il trattamento del giorno precedente, nessuno di loro si aspettava certo che il Quartetto, Pip, Jane, Bree, Becca e Domino si mostrassero tanto allegri e ben disposti nei loro confronti, ma si sono trovati costretti a ricredersi quando Micah ha gentilmente offerto loro un po’ di caffè nell’attesa degli Shedish.
Il nomignolo li ha fatti un poco sorridere e, notando la gentilezza nei vivaci occhi azzurri del ragazzo, Bulma e Yamcha hanno accettato volentieri l’offerta. Il problema è sorto nel momento esatto in cui la bevanda è entrata a contatto con la lingua: al posto dell’acqua, era stata preparata con la vodka.
L’odore gli era sembrato strano, ma non ci avevano badato troppo, pensando semplicemente che avessero usato una miscela particolarmente aromatizzata.
Brutto errore, davvero.” Ha così scherzato Fern, elegantemente seduta su di un tronco mentre Bree le faceva una morbida treccina dietro l’orecchio, che a sua volta ne sfoggiava una grande e articolata a lisca di pesce che scende in mezzo alle scapole.
Facendoci caso, hanno potuto notare che tutti loro - o quasi - hanno i capelli intrecciati, delle curiose strisce rosse o sul petto o sul volto, che le donne indossano vestiti in stile impero monospalla rossi con intricati ricami dorati mentre gli uomini dei larghi pantaloni dei medesimi colori con ricami più semplici e più squadrati, quasi tribali.
Non si sono sorpresi tanto di questo, poiché Radish aveva detto chiaramente a tutti loro che dovevano indossare un indumento rosso ben visibile, quanto il fatto che fossero tutti incredibilmente leggeri e, al tempo stesso, molto eleganti.
Ma quale brutto errore! Quello è il caffè dei campioni!” Ha ribattuto prontamente Mordecai mentre le si buttava di fianco e posava la testa sulle sue gambe, gongolando mentre se lo coccolava. Fern ha sempre avuto involontariamente un occhio di riguardo per lui e si è sempre ritrovata a coccolarlo più degli altri, cosa che durante i primi anni scatenava delle piccole gelosie.
Sai che ieri ho deciso di iniziare una dieta liquida depurativa da associare ai loro allenamenti?” Major ha tentato così di attirare l’attenzione della madre, ricevendo però un’occhiataccia truce in risposta. Conosce troppo bene i suoi polli per cascarci così facilmente.
Ho bevuto otto gin tonic alla goccia e poi sono pure caduto dalle scale… Ma Mord stava messo peggio eh!
Ma non è vero!
Bro, siamo entrati a far rifornimento in un supermercato e quando hai sentito la voce della cassiera dagli altoparlanti ti sei buttato a terra imponendo il silenzio perché Dio ti stava parlando!
Chichi si è immediatamente pentita di aver accettato l’invito per poter conoscere meglio la cognata. Non aveva davvero preso in considerazione l’idea che si sarebbe trovata costretta assieme a tutti loro, ma quando ha notato il sorriso timido ma divertito di Gohan un poco si è rilassata. Suo figlio ha avuto un’infanzia ben diversa dal normale, a dir poco insolita e pericolosa, priva di comuni amicizie come si conviene ad un bambino; se quei grandi e grossi imbecilli riescono in qualche modo a farlo sorridere come avrebbero dovuto fare i suoi coetanei, distraendolo dal dolore che si porta dentro per aver perso il padre, può anche passare sopra alle loro stranezze per un giorno.
Fern poi, una volta finita l’acconciatura e dopo aver fatto fare letteralmente le fusa al suo vivacissimo cucciolo, ha cominciato a parlare amabilmente con tutti loro, informandoli un po’ delle caratteristiche dei suoi ragazzi per farli andare a colpo sicuro.
Nel frattempo Bree continuava a sbirciare ciò che faceva col tablet il padre dei suoi cucciolo, Mimì stretta tra le braccia che controllava continuamente la casella postale sul telefono per sapere con precisione quando si potranno trasferire nella nuova casa. Perché l’hanno trovata finalmente, la casa che le dava un forte senso di famiglia: una bella villetta in centro, con tre camere da letto, due bagni e mezzo, una grande e ben accessoriata cucina, un bel salotto, soffitta, seminterrato e un grazioso giardinetto sul retro dove poter piantare tanti bei fiori e fare dei barbecue. Bree l’ha ovviamente accontentata, pur avendo da sempre ambizioni un poco più ampie e costose: può accantonare qualsiasi scemenza pur di vederla felice.
Sei grossi macchinoni con tanto di cassoni annessi sono parcheggiati non poco lontani, carichi di grossi frigoriferi portatili stracolmi di carne e alcol, tende e coperte varie. Certo, dove vivono le Fate regna solo la primavera e di notte si sta da Dio pure in mutande, ma alle comodità non si rinuncia facilmente, tantomeno alla privacy quando le tue intenzioni sono delle più sconce possibili.
Adesso, mentre mangiano distrattamente i panini che si erano portati per pranzo, tutti attendono con impazienza l’arrivo degli ultimi due ritardatari. Per ingannare l’attesa, Gohan ha timidamente chiesto ai quattro lupi se erano in vena per una partita a carte, trovando in Major un assai degno ed entusiasta avversario.
C-18 e Becca hanno confabulato un po’ per una nuova e più intensa sessione di shopping fin quando, in modo distratto e spontaneo, la bella e micidiale bionda si è lasciata sfuggire il fatto che vorrebbe dare uno sguardo anche ai negozi premaman, scatenando così l’entusiasmo delle lupe che l’hanno subito presa d’assalto, cominciando a borbottare animatamente tra loro in quali posti andare. Tanto pure Bree e Domino hanno bisogno di molte cose, e a poco sono servite le parole dell’androide che le informava che la sua era solo curiosità e che ancora ci stanno solo pensando. Tutto inutile, davvero, soprattutto a causa dei suoi sin troppo glaciali occhi azzurri che si addolcivano lievemente nel vedere quell’energumeno di Maddox che giocava allegramente con i propri figli.
Chichi e Bulma non hanno potuto fare a meno di chiedere la ricetta della torta che Fern ha offerto loro - e che Vegeta ha divorato in pochi bocconi neanche non mangiasse da settimane, facendo poi il bis -, trovandola così gentile e ben disposta nei loro confronti e in quelli dei loro figli da associare immediatamente la sua figura a quella di una tenera nonnina. Una tenera nonnina capacissima di prendere a calci nel culo degli Spettri adulti e ridurli in lacrime come bambinoni solo con un’occhiataccia.
In tutto questo chiacchiericcio generale, che ha visto un poco coinvolti anche dei freddi Vegeta e Piccolo dopo le gentili domande sui loro pianeti da parte dell’anziana signora, Micah ha continuato a disegnare imperterrito sul tablet, gli occhi iniettati di uno strano entusiasmo. Non vede l’ora di mostrare la sua opera, davvero, e di vedere le loro reazioni. Se tutto va secondo i piani, oggi faremo esplodere le trombe!
River, invece, è rimasto appisolato in alto in un piccolo pertugio, lontano dai loro sguardi. Vuole essere carico per ciò che li attende soprattutto perché dentro di sé, inspiegabilmente, sente dalla sera prima come uno strano presentimento che non gli ha quasi fatto chiudere occhio.
«Bene, ci siamo tutti finalmente!» Urla di punto in bianco Bree, gli occhi attenti che scrutano il viale da loro stessi creato nel tempo per poter arrivare con le macchine e le moto, un sorriso assai divertito nel vedere le espressioni un poco stanche ma soddisfatte della tanto chiacchierata coppia.
Chichi per un istante si domanda dove abbiano trovato i soldi per delle macchine del genere, ma poi si ricorda che questo genere di domande è bene non porsele se non si vuole cadere in uno strano stato di agitazione mista ad ansia.
Quando scende dalla macchina, Radish vorrebbe davvero scavarsi una fossa e sotterrarsi, sempre ammesso che il terreno non sia così gentile da farlo sprofondare di sua spontanea iniziativa, poiché costretto a sfoggiare due sottili treccine che gli ricadono sul petto e una vistosa e lunga striscia di sangue sotto l’occhio sinistro. Notando lo stato in cui riversano gli altri Spettri, tutti con strane acconciature e le decorazioni di sangue, si sente un po’ meno scemo, seppur di poco.
Mentre Sherry, che sfoggia con orgoglio delle treccine laterali attaccate alla testa piene di placchette dorate, le tre strisce sul mento ed una sola impronta sul petto, nota immediatamente la camicia di Pip, che ha una tale accozzaglia di colori a cazzo che farebbe venire il vomito pure a Steve Wonder, Radish non può fare a meno di notare il colletto bianco della polo rossa di Vegeta tirato su, cosa che gli fa venire una gran voglia di andargli dietro per tirargli un toppino sul collo e fargli fiottare il sangue dalle narici.
È solo l’inopportuna domanda di Mordecai a farlo desistere da questo perfido e decisamente non infantile dispetto, facendogli pure capire che la loro compagnia lo sta influenzando terribilmente. Non che prima desse sfoggio di chissà quale maturità, sia chiaro, ma con loro attorno non può fare a meno che peggiorare.
«Voi proprio non ce la fate a non saltarvi addosso ogni dieci minuti, ve’?»
«C’è chi può.» Risponde il Saiyan col chiarissimo scopo di innervosire il bastardo del Sud, la cui testa fa finalmente capolino dal proprio nascondiglio per salutare Sherry.
«RADISH!» I due cuccioli, abbandonando frettolosamente le protettive braccia paterne, si lanciano subito verso di lui, felici di vederlo. Sono arrivati a volergli sinceramente bene e ogni volta che lo vedono sperano sia che lui possa compiere un qualsiasi gesto affettuoso nei loro confronti, sia che gli mostri il Morso che si è scambiato con Sherry. Ne hanno sentito tanto parlottare alla tana che adesso pure loro non possono fare a meno di sperare di vederlo con i loro occhi, magari prima di tutti gli altri.
«Ciao piccole manine rubate alla produzione di tappeti.»
«Ho fatto un disegnetto!» Urla Micah prima che i due piccoli possano rispondere una qualsiasi cosa, attirando un poco l’attenzione di tutti. In fondo, chi più chi meno, si erano chiesti cosa potesse impegnarlo tanto da non prendere neanche parte agli assurdi discorsi dei fratelli.
Sherry, pur essendo curiosa di vedere cosa si sia inventato stavolta, è un poco intimorita dal possibile risultato. Se infatti Mordecai è senza ombra di dubbio il cantante e musicista del gruppo, Major il chimico che sforna le peggiori sostanze immaginabili, Maddox lo chef capace di farti svenire tanto sono buoni i suoi piatti, Micah è senz’altro l’artista, capace di creare sculture e dipinti incredibilmente belli ma anche le peggiori oscenità che si possano concepire, tutte così ricche di dettagli da farti strabuzzare gli occhi per lo sgomento.
«E lo dici perché?» Domanda un poco titubante, allarmandosi ancora di più di fronte al suo sorriso che va a mano a mano allargandosi.
«Perché è un bel disegnetto.»
«Arriva al punto perché sennò mi cospargo di benzina.» Sherry vorrebbe davvero colpire Radish nei testicoli per fargli capire che no, non si deve mai dire una cosa del genere a Micah se non si è vagamente sicuri delle sue intenzioni, ma non fa in tempo: il Leone Dorato le sta mettendo davanti agli occhi un disegno davvero singolare che mai e poi mai si toglierà dalla testa e che, di certo, stamperà in formato maxi ed appenderà in camera da letto.
Essendo a conoscenza del fatto che i Saiyan siano capaci come loro di trasformarsi, non è riuscito a trattenere la propria immaginazione ed ha ritratto Radish in quella che spera essere una possibile trasformazione futura: è più grosso di quanto già non sia, i capelli sono un poco più lunghi e sempre corvini con qualche riflesso rossastro; con l'eccezione dei pettorali, della parete addominale e del collo, il corpo è coperto da una peluria rossa, e gli occhi sono giallo dorato.* Ci ha tenuto inoltre a lasciargli quel ghigno arrogante che sa piacerle tanto, giusto per mettere un po’ di pepe in più, mentre sullo sfondo si è scatenato con uno scenario stellato con delle fiamme.
«Beh? Ti piace il mio disegnetto?»
Non risponde, Sherry. Rimane immobile al proprio posto, gli occhi attentissimi che fissano minuziosamente l’immagine mentre la mente partorisce gli scenari più schifosamente perversi mai concepiti dai tempi della creazione dell’intero universo.
Se da una parte i lupi fiutano il suo più che chiarissimo odore e capiscono quanto l’immagine sia apprezzata, Radish sente improvvisamente uno strano formicolio al basso ventre, sensazione che si ritrova a provare ogni qualvolta la compagna si ritrova sessualmente eccitata e questo gli basta e gli avanza per apprezzare il disegnetto.
«Ahhh! Preparate le trombe da stadio signori, presto si suonerà a tutto spiano!» Urla pieno di aspettative Maddox, scatenando gli ululati generali.
«Sarà il caso di fare le macchine?»
Nessuno si era reso conto che River fosse sceso tra loro, e solo ora possono vedere quanto i suoi occhi chiari appaiano stanchi e, in qualche strano modo, turbati. Non riescono a capire cosa possa preoccuparlo però, non durante quei due giorni di pace forzata, ma non fanno in tempo a chiedergli delucidazioni che la voce di Bulma attira completamente la loro attenzione. Sherry lo guarda per qualche secondo in più, capendo dalla sua occhiata che gliene parlerà in seguito.
«Non possiamo venire da soli?»
«No. Dovete per forza essere accompagnati da uno Spettro, a noi non piace volare e qui nessuno ha intenzione di portarvi in groppa.» Ovvio, palese. Gli umani e le loro domande stupide… come si può pensare di entrare nel Regno delle Fate così alla leggera?! Eppure, da quel che ho capito, sei un genio bella Fata!
«Tu vai con Mimì e Fern, che sei nervosetta e poi rompi le palle.»
Sherry e Bree si sorridono dolcemente dopo che la Mezzosangue le ha fatto la linguaccia e, senza aspettare niente e nessuno, prende le due donne sottobraccio e le conduce alla macchina grigia, discutendo con loro su quale playlist mettere per prima. In fondo avranno circa quattro ore e mezzo di viaggio da fare (soste incluse), non preparare le chiavette USB era da pivelli!
«Miss Allegria e il nano con Mad, Becca e i piccoli spermatozoi che hanno vinto la gara.»
C-18 non riesce a trattenere un sorrisetto all’idea di fare un viaggio tanto lungo assieme a Becca, che si è mostrata decisamente più calma rispetto agli altri e, come lei, con un’inclinazione per lo shopping che rasenta il patologico. Maddox e Crilin non hanno invece potuto fare a meno di scambiarsi la tipica occhiata di chi, a breve, verrà usato come mulo da soma per trasportare tante, ma davvero tante buste piene di vestiti e accessori che, in tutta probabilità, le adorate mogli non indosseranno mai nella vita.
«La bella Milf, il cucciolo di koala che si porta appresso, il baby fenomeno e Piccolo con Mord.»
Per quanto Chichi e Piccolo non siano troppo entusiasti, vedere Gohan sorridere così allegramente all’idea della compagnia dell’eccentrico Spettro li ha rincuorati. Sanno quanto la mancanza di Goku lo faccia star male, il fatto che così si distragga un po’ li può portare solamente a chiudere un occhio e lasciar correre.
«Triclope e la sua simpatica amica con Maj e Dom.»
Lunch ormai l’ha capito pienamente: non le piace, la sua sola presenza pare urtarla a livello fisico oltre che mentale, e di questo se ne dispiace. Le avrebbe fatto sinceramente piacere fare amicizia, così da avere qualcuno con cui parlare in uno dei tanti momenti in cui Tensing e Riff si allontanano, ma quando Domino le sorride timidamente e le porge la mano per presentarsi ufficialmente, ritrova un poco di speranza. Forse, pensa, un’amica la trovo anche io!
«La Fata Turchina, il cucciolo nato incazzato e il Re indiscusso di tutti gli incazzati con Riv.»
«Grazie a Dio avrò accanto lui e non quella sottospecie di cloaca a cielo aperto, la giornata può dirsi salva.»
Radish vorrebbe ignorarlo, davvero, anche solo per mostrarsi superiore, ma il suo dito medio si alza contro la sua volontà quando i loro sguardi si incrociano. Quasi quasi cerco le Sfere solo per chiedere a Shenron non solo di cancellare te, ma ogni singolo ricordo che ti riguarda.
«Di conseguenza Trentalance con Pip, Jane e Micah… magari ti dà qualche dritta.»
Se lo aspettava, Yamcha, che la questione venisse risollevata e di conseguenza non se ne cura particolarmente, ma l’idea di stare in macchina con Micah, che già si è piazzato al volante ed ha tutta l’aria di non volerlo abbandonare neanche per sbaglio, non lo rassicura particolarmente. Questo come minimo mi legherà sul cofano per poi schiantarsi contro un albero se mi addormento…
Prima che tutti possano montare in auto, Bulma si volta di scatto e con un tono di voce quanto più sicuro e gentile possibile le domanda dove siano diretti, soprattutto perché è lei che deve guidare nel suo gruppo e non ha alcuna intenzione di chiedere troppe indicazioni a River, che tutto le pare tranne che particolarmente entusiasta della loro compagnia.
«Mai stata a Rainy Coast?» Risponde Micah mentre tamburella con impazienza sul volante.
«Ma non c’è niente, laggiù… solo un vecchio rudere.»
«È proprio al vecchio rudere che dobbiamo andare.» Afferma con ovvietà, gli occhi accesi da un nuovo entusiasmo. C’è già stato qualche volta da piccolo assieme alla famiglia adottiva e mai una singola volta sono riusciti a vedere una Fata all’infuori di Angelina, che si mostra a tutti loro per motivi più che evidenti. Non c’è una sola creatura a conoscenza della loro esistenza che non desideri incontrarle anche solo per ammirarne la bellezza e la grazia, ed anche stavolta non possono fare a meno di sperare di avere fortuna.
«Cioè noi dovremmo passare la notte in un vecchio rudere abbandonato e sporco?!» Si lamenta prontamente Chichi, decisamente poco incline solo all’idea. Ed ha pure ragione, perché solo a vedere le pareti esterne della casa provi come la strana e disgustosa sensazione che qualcosa di grosso e viscido ti strisci su per la schiena.
«Non ti stressare così, ti riempirai di rughe.» Sfotte prontamente Mordecai, evitando per un pelo una sberla dalla diretta interessata. Errore più grande Chichi non poteva proprio commetterlo. Si è mostrata forte e agguerrita, la sua reazione non è stata troppo differente da quelle dei suoi fratelli e sorelle: da adesso sono ufficialmente amici!
«Non sono selvaggi fino a questo punto, tranquilla.» La rincuora invece Fern, che nel mentre si sta già godendo un po’ di tè caldo che Mimì le ha portato dentro ad un termos. Era curiosa di conoscere finalmente il tanto discusso Muten, giusto per vedere se anni e anni di allenamento verbale con i suoi figli avessero dato qualche frutto particolare, e invece anche stavolta ha evitato di palesarsi, rimanendo sulla propria isola in compagnia di Oscar, Riff e Puar che proprio non si sentivano a loro agio in mezzo a delle belve che li guardano sempre con l’acquolina in bocca.
«Beh, che dire? In marcia!»

Sette macchine in fila indiana, un lieve miscuglio di vari generi musicali aleggia nell’aria, due bambini giocano sul cassone di un’auto blu e un uomo pisola placidamente su quello di un pick-up verde petrolio.
All’interno delle varie vetture tutti scherzano e chiacchierano più o meno amabilmente, talvolta passandosi grossi termos pieni di buon caffè, tè o semplici bottiglie d’acqua fresca o succhi di frutta per mandare giù i panini e i dolci che si sono portati dietro. In tutto questo c’è pure chi gioca a carte sui sedili posteriori o fa shopping online per ingannare l’attesa.
Non c’è niente di strano in questo, no? Beh no, peccato solo che in quelle macchine non ci siano persone normali e che i loro discorsi siano destinati, chi più e chi meno, a sfociare nella follia o nel disagio.
Fern, comodamente seduta sul sedile anteriore della macchina di Bree, ridacchia divertita nel sentire i discorsi delle due ragazze, sfogliando al tempo stesso una rivista d’arredamento. Vuole contribuire pure lei alla nuova casa, e già sa bene che dolce portare quando faranno l’inaugurazione. L’unico dubbio è quanto prepararne, dal momento che i suoi adorabili trovatelli hanno l’imbarazzante abitudine di mangiare per un intero reggimento solo durante l’aperitivo. Se i due piccini avranno l’appetito del padre, sarà un vero problema per loro!
«Non mi dispiacerebbe piantare tanti tulipani anche sul cornicione di camera, che ne pensi?»
Sono felici, loro due. Hanno trovato velocemente un equilibrio per far coincidere le loro differenti nature, arrivando ad una convivenza idilliaca.
Bree non sperava di poter avere tutto questo, davvero. Era convinta che la sua vita sarebbe stata piuttosto vuota, piatta, insapore mentre saltava di letto in letto come aveva fatto per buona parte dell’adolescenza. Poi l’ha vista mentre passeggiava con le amiche per andare all’università e tutto si è capovolto.

Nell’istante esatto in cui i loro sguardi si sono incrociati, lei ha capito che sarebbe stata l’amore della sua vita e così l’ha avvicinata e le si è piazzata davanti. Le disse “Ciao, mi presento: sono Bree, la tua futura moglie!” lasciandola così interdetta che poi le scoppiò a ridere in faccia.
Dovette un poco faticare all’inizio, perché la bella e insicura rossa reprimeva e negava da sempre il suo vero orientamento sessuale a causa della rigida e bigotta famiglia, e conviveva con un ragazzo che in più di un’occasione le aveva alzato le mani perché geloso di un qualcosa che neanche esisteva.
Bree lo vide, una sera: l’aveva seguita perché aveva un’aria davvero troppo preoccupata, e così vide quel ragazzo che le tirava una sonora sberla a mano aperta, buttandola a terra e inveendole contro. Inutile dire che Bree, già per i fatti suoi giusto un poco guerrafondaia, non aspettò che una manciata di secondi prima di sfondare la finestra per entrare e avventarglisi contro. Lo prese a pugni e gli mostrò parte del suo vero volto prima di aprirgli l’addome con gli artigli, lasciandolo lì in una pozza di sangue.
Mimì fu terrorizzata da quella visione, ma vederla piegare la testa e offrirle i palmi delle mani, sentirle dire che era al suo servizio, sempre e per sempre, le fece capire chiaramente in un solo istante che mai le avrebbe fatto del male, neanche nei suoi sogni più feroci.
Si sono avvicinate piano piano dopo che i suoi amici hanno occultato la scena del crimine, facendola passare per una rapina andata male, e nel giro di un mese si sono scambiate il primo bacio. Il resto è venuto da solo, velocemente e spontaneamente, e ora, dopo poco più di sette anni, Bree non riesce ancora a capacitarsi di ciò che è riuscita ad ottenere: una donna meravigliosa che la ama per quello che è, due cuccioli in arrivo e una bella e calda casetta ad attenderle.
Malgrado tutto questo, però, le prese in giro tra loro due non sono mai mancate e mai mancheranno, motivo per cui il Segugio ci tiene tantissimo a farle notare un piccolo dettaglio per farle passare velocemente l’idea di darsi al giardinaggio.
«Crostatina, non per offenderti, ma faresti appassire un girasole di plastica, capisci? Cioè, stai ai tulipani come Erode stava ai bambini!»
Ride forte Mimì, allacciandole le braccia al collo da dietro e baciandole dolcemente una spalla.
«Ma’?» Sbotta di colpo Bree, scoccando una velocissima occhiata a Fern che, invece, non si è scomposta di un millimetro.
«Mh?»
«Com’è che non hai ancora dato un gioiello a Maj per Dom? In fondo porta in grembi i tuoi nipoti.»
«Non mi è piaciuta la dinamica del loro rapporto, di conseguenza non voglio che tuo fratello dia uno dei gioielli di mia nonna all’ennesimo suo interesse amoroso, che potrebbe rivelarsi una semplice sgualdrina.» Non stacca neanche gli occhi dalla rivista, Fern, che già da almeno una settimana si aspettava che qualcuno di loro le ponesse la domanda.
«Anche Maria Maddalena era una donna di facili costumi…» Butta lì Bree che, contro ogni aspettativa generale, ha instaurato un buon rapporto con Domino, che le ha infatti dato prova di essere una brava ragazza che ha fatto uno scivolone da ubriaca come capita a tantissime altre persone e che invece di buttarsi a pesce su uno Spettro come Major, molto desiderato da un sacco di ragazze, continua a tenerlo a distanza per conoscerlo il più possibile prima di farlo avvicinare, fatto che lo sta spingendo involontariamente tra le sue braccia in modo imbarazzante.
«Quando quell’idiota di tuo fratello redimerà l’umanità, allora potrà uscire con chi gli pare e piace con la mia più che totale approvazione.»

Pure Chichi e Piccolo non se la stanno passando benissimo, dal momento che Mordecai e Gohan sembrano incapaci di zittirsi.
Il piccolo Mezzosangue infatti si è trovato sinceramente attratto dai discorsi del lupo, che ha mostrato, seppure a modo suo, di avere una vastissima e assai profonda conoscenza del mondo animale e vegetale, che invece lui non ha mai approfondito particolarmente. Non che un domani gli servirà in modo particolare, ma la cultura comprende anche questo e lui non ne è mai sazio.
Si sono ritrovati a parlare di animali da fattoria dopo aver visto un gregge di pecore rincorse da un cane da pastore, che ha scatenato nel Cacciatore non solo il suo istinto predatorio ma anche l’ennesima sequela di scemenze che tanto diverte il ragazzino. Sotto sotto, in realtà, pure Chichi trova divertenti alcune delle sue uscite, ma tenta di non mostrarlo per non dargli confidenza.
«Prendiamo la mucca, ad esempio! È capace soltanto di mangiare, ingrassare e muggire a sproposito! Le mucche, da sole, emettono il venticinque per cento del metano e aumentano l’effetto serra! E secondo te io dovrei morire per colpa di una puzza di vacca?! Vanno ammazzate tutte!»
«Ci sarà un animale che ti piace!» Cinguetta allegro il ragazzino, continuando a guardarlo dritto in faccia. Gli piace la sua compagnia, gli dà retta e si è mostrato affabile e allegro, il classico amico o fratello maggiore che lui non ha mai avuto.
«Da mangiare, intendi?» Scherza subito, sorridendogli con aria furbetta prima di tornare a fissare la strada «Sì, ce ne sono tanti di animali che mi piacciono… ad esempio c’è quel batuffolino di pelo, con le zampettine, le unghiette…»
«Il coniglio?» Domanda volontariamente stupida posta solo per aizzarlo ancora di più. Gohan spera solo che gli dia spago e cominci uno dei suoi sproloqui assurdi che lo fanno tanto ridere.
«No: l’orso grigio, il grizzly!» I suoi occhi si accendono di colpo, il sorriso si allarga da un orecchio all’altro per l’entusiasmo «Un peluche carnivoro di quattrocento chili che piotta come un dannato! Hai mai confrontato il grizzly con uno degli animaletti che piacciono a te?»
«Tipo il panda?»
«Ti piace il panda?» Domanda un poco sconsolato e con in volto lo stesso schifo malcelato di Marylin Manson quando ascolta un brano di musica trap.
«Il panda è adorabile.»
«Complimenti, hai scelto l’animale più palloso del creato!»
«Non è vero! È un bell’orso!» Gohan ci prova a restar serio, ma davvero gli risulta quasi impossibile di fronte a quell’incredibile faccia da schiaffi.
«Chiamarlo orso è una bestemmia, al massimo è un procione gigante e impotente! Copula tre giorni all’anno e non si eccita neanche davanti al culetto di una ballerina!» Stringe con forza i denti quando la mano di Chichi impatta con forza contro la sua nuca nel vano tentativo di fargli dire meno porcate possibile di fronte ai suoi adorati bambini, e poi semplicemente riprende a parlare come se niente fosse successo. L’unica cosa che ha pensato quando l’ha colpito è stata la sua speranza che non vada a lamentarsi con Radish perché lui, per il puro gusto di farlo, gli fracasserebbe la testa contro qualcosa per “educarlo” e proprio non gli va.
«Quando il grizzly si sveglia dal letargo ha in mente soltanto una cosa: fare colazione! Così si stropiccia gli occhietti e di colpo gli si para davanti un cucciolo di renna, che altro non è che un agglomerato di assoluta stupidità.» Senza neanche pensarci, abbassa il finestrino e allunga una mano fuori per mostrare il dito medio a Maddox mentre lo supera, ridendo come uno scemo quando il maggiore prova a lanciargli contro un panino alla marmellata e burro di arachidi, finendo solo con il dargli uno spuntino in più.
«Al mondo ce ne saranno di ruscelli dove andare a bere, no? E lui dove va? Allo stesso ruscello dove il grizzly massacra i salmoni!» Ha ritrovato la sua parlantina con una nonchalance che potrebbe far invidia a chiunque e con un solo morso ha già dimezzato il panino, ingoiandolo praticamente senza masticare «Tuttavia il mulinare suicida dei salmoni distrae il grizzly, che indugia sul ruscello per ore… poi si rompe le balle e con una zampata di cinquanta chili esplode la faccia del cucciolo e lo sbrana vivo!»
«Ma tu non stai mai zitto?» Borbotta Piccolo ormai vicino all’esaurimento, che si è messo a sedere dentro l’auto anziché sul cassone perché di certo non si fidava a lasciarli soli in sua compagnia. Non che Gohan corra poi qualche rischio, ma preferisce monitorarlo più da vicino per poter intervenire. E comunque non gli ci vuole niente ad uscire dall’auto in corsa per piazzarsi dietro, cosa che probabilmente farà da un momento all’altro.
«Puoi provare pure ad imbavagliarmi e immobilizzarmi, se vuoi, ma troverei lo stesso il modo di romperti le palle. E tu non ce le hai, quindi pensa a quale livello di prestigio riesco ad arrivare con un po’ di impegno!»
E dopo questa minaccia, il Namecciano decide saggiamente di provare ad isolarsi, e con un movimento veloce ed un poco rabbioso apre lo sportello, salta fuori e vola sul cassone, sperando che quell’idiota alzi il volume dello stereo così da non doversi più sorbire tutte le sue scemenze.

Malgrado Crilin sia finito con il membro più calmo e spesso silenzioso del Quartetto, le cose non gli sono andate meglio durante il viaggio.
Nei sedili posteriori, infatti, la sua amatissima C-18 si è lasciata andare a dello sfrenatissimo shopping online e, dopo aver dilapidato un vero e proprio patrimonio assieme a Becca, ha cominciato a chiacchierare distrattamente della maternità con la Cacciatrice, che si è mostrata oltremodo entusiasta. Certo, non se la sente di mettere al mondo altri cuccioli visti i tempi che corrono, ma con Maddox ha già messo ben in chiaro che un giorno ne vorrà almeno altri due, mandandolo in panico. Non le dirà mai di no, non ne è capace, ma nel sentire quei discorsi si è lasciato andare ad un numero imbarazzante di sbuffi e grugniti di disapprovazione.
«Un consiglio spassionato: non lasciare mai tuo figlio ad eventuali parenti e fai attenzione pure agli amici. Una baby-sitter sì, è pagata per fare ciò che le dici, ma un parente o un amico no e faranno dei danni.» Si premura di avvertirla la lupa, lanciando un’occhiata di traverso ai due piccoli che ridacchiano davanti ad un cartone animato sul tablet di Major. Teme che scovino tutti i porno che vi sono sopra, ma per il momento le sembrano ancora abbastanza restii dallo sfidare la pazienza del folle ed irascibile zio.
«Dici?» Figurarsi se C-18 si allontanerà mai da un’eventuale figlia o figlio! Lo terrà sempre sotto tiro e lo vizierà oltre ogni limite immaginabile.
«Abbiamo lasciato un week-end i ragazzi con sua sorella» tutti nell’abitacolo sono sorpresi nel sentire la voce di Maddox, che sembrava quasi essersi totalmente estraniato dalla situazione «e quelli che sono tornati indietro non erano più i piccoli Lord che chiedevano il permesso prima di alzarsi da tavola, ma un incrocio tra Marilyn Manson in cocaina e un cinghiale in calore. Erano totalmente impazziti! Schizzavano ovunque, distruggevano tutto, cercavano di accoltellare Becca alla gola con i pastelli… per fermarli gli abbiamo sparato in fronte un sedativo neanche fossero rinoceronti. Imbarazzante, davvero.»
Crilin sente un brivido salirgli lungo la spina dorsale al pensiero di potersi ritrovare per le mani un figlio selvaggio ed ingestibile, consapevole anche del fatto che sua moglie sicuramente lo vizierebbe alla stessa maniera. Perché lei è capace di amare in un modo totalmente incondizionato malgrado la gelida apparenza e Crilin sa benissimo che amerebbe la loro creatura con tutta sé stessa ed anche di più, e che lo difenderebbe a spada tratta anche nel caso in cui commettesse un genocidio.
«Non sono più tanto sicuro di voler avere dei figli…» Mormora un poco sconsolato, mentre prende con piacere la bacchetta di liquirizia che l’altro gli porge. Lo guarda con uno sguardo sconsolato e solidale, come a volergli dire “Bello, pensi davvero di poterti imporre su tua moglie? Guarda me!”.
Poi però sente come una strana sensazione invaderlo, come se un pericolo mortale lo stesse per agguantare, e non appena si volta capisce subito il perché di tale sensazione: sua moglie lo sta guardando con un’aria così truce da riuscire a mettergli seriamente i brividi.
«Scherzavo!»

I gusti musicali di Sherry spaziano da un genere all’altro e le canzoni che si sono susseguite in quelle ore nella vettura non avevano un senso logico. Radish si è limitato ad abbassare il volume quando la melodia o il testo non erano di suo gradimento, continuando imperterrito a guidare.
Non gli piace guidare, a lui. Non gli è mai piaciuto. Avrebbero potuto volare, avrebbero fatto molto prima, ma la compagna è stata irremovibile: non avrebbe fatto un viaggio del genere in preda al panico per l’altezza. Senza contare, poi, che i ragazzi sarebbero stati ingestibili sospesi a mezz’aria ed anche su un aereo, e che la loro presenza era a dir poco necessaria, poiché Roman ha specificato duramente che gli umani devono per forza essere accompagnati da un lupo. Ora come ora Sherry non sa se saranno sufficienti poiché gli umani sono in maggioranza, ma ha già preso in considerazione l’idea di fare avanti e indietro oltre la barriera se necessario. Roman non è così stronzo, dai… ma spesso le Fate sì. Dio… speriamo che contino anche i quattro cuccioli in arrivo!!!
«Mi spieghi cosa intendevano prima quei deficienti col suonare le trombe?»
Hanno parlato tanto sia di cose importanti che di scemenze, i pochi ma prolungati silenzi non sono pesati a nessuno dei due. Sono a loro agio insieme, si sentono tranquilli.
Radish non pensava che si sarebbe mai sentito così in compagnia di qualcuno, che si sarebbe sentito così giusto, ma con lei è sempre così e di questo ne è oltremodo felice.
Sherry, dal canto suo, ha sempre vissuto con l’insopportabile sensazione di avere un costante faro puntato sulla testa, gli occhi di tutti si calamitavano sempre sulla sua figura e la scrutavano, la giudicavano ancor prima che potesse fare o dire qualcosa, ma Radish… lui non l’ha mai giudicata, ha accettato quello che è, il suo passato e il suo strano presente. Ha accettato lei così come lei ha accettato lui, pregi e difetti, arrivando a volerle sinceramente bene malgrado tutto, malgrado ogni differenza.
Nessuno dei due avrebbe mai potuto sperare in qualcosa di più.
«Magari dopo…» Risponde ridacchiando dopo qualche istante, pensando che, malgrado tutto questo affetto e rispetto, un tiro mancino deve giocarglielo.
Arriccia velocemente il vestito in alto, lasciando scivolare le mani verso i fianchi per poter afferrare il bordo delle mutandine, indossate unicamente perché il compagno ancora mal sopporta l’idea che qualcuno possa vedere qualcosa di troppo.
Radish, seppur soprappensiero, nota con la coda dell’occhio i movimenti dello Spettro ed un ghigno divertito ed eccitato si apre velocemente sul suo volto quando vede la brasiliana scivolare a terra.
«Mi fermo?»
Nega col capo, gli occhi liquidi che lo sfidano a fare di più, ad osare, e Radish non se lo fa certo ripetere: allunga velocemente una mano verso di lei, sfiora con la punta delle dita la pelle liscia e morbida dell’interno coscia, salendo inesorabile fino al suo centro. Non fa però in tempo a toccarla seriamente che sente i fastidiosissimi suoni dei clacson delle altre macchine ed in breve vede le piccole trombe da stadio fuori dai finestrini che gli suonano contro.
«Ma che cazzo…?»
«Ecco cosa significa!» Ride sguaiatamente Sherry, le braccia avvolte attorno all’addome.
Ohhh, quante volte hanno fatto questo stupido giochino da ragazzi! Sia con Fern, quando portava un nuovo fidanzato in casa (viziaccio che alla fin fine ha perso per salvaguardare i maschi della specie umana), sia quando uno di loro si trovava in dolce compagnia. Secondo una logica assai scarsa per non dire proprio inesistente loro dovevano per forza interrompersi a vicenda ancor prima che cominciassero a divertirsi sul serio.
«Maledetto idiota…» Ringhia Radish a denti stretti, guardando nello specchietto retrovisore quel bastardo di Major che se la ride di gusto. Senza pensarci troppo abbassa il finestrino e gli mostra fieramente il dito medio, scatenandone involontariamente le risate.
«Tu non pensare di passarla liscia.» L’avverte subito dopo, tentando di tornare a concentrarsi sulla strada. Non c’è praticamente niente di fronte a loro, solo una lunghissima e piuttosto stretta strada sterrata che attraversa i boschi e i campi diretta verso la costa. Quando hanno attraversato un campo di girasoli, circa sessanta chilometri prima, Radish ha provato davvero il fortissimo desiderio di fermare quella strana carovana per introdurvisi con Sherry, spinto dalla sua espressione serena e dal sorriso felice, riconoscente, che gli ha regalato senza alcun motivo. Se non l’ha fatto è solo perché vuole evitare quanto il più possibile i commenti di Vegeta.
«Saremo circondati da Spettri e Fate, fustacchione: dovrai trattenerti parecchio, come tutti.» Lo avverte così con nonchalance estrema, consapevole dal momento esatto in cui l’ha invitato alla festa che la loro non sarebbe stata una notte semplice.
Quando avevano quindici anni ci andarono con Fern e, nel cuore della notte, arrivò Roman in persona a prenderli a calci nel sedere perché ormai ingestibili a causa dell’Ambrosia e così pieni di ormoni imbizzarriti da poterli piangere. Ricorda chiaramente che mentre Rafe era sopra di lei - fortunatamente ancora con l’intimo addosso -, arrivò l’antico Spettro, lo afferrò per i capelli e se lo trascinò dietro tipo bambola di pezza inanimata per fermare Maddox e Micah, così gonfi di alcool da espellerlo direttamente da ogni poro e che stavano cercando di lanciarsi dalla scogliera, nella versione suicida e ubriaca di Romeo e Giulietta. Da quella volta in poi nessuno di loro, neanche Mordecai (che passò quella vivace serata coperto di una polvere che decisamente non era semplice zucchero e delle manette di pelliccia rosa shocking ammanettate ai polsi), si è più azzardato a far troppo casino nel suo territorio.
«Bambolina, ricordati sempre che io posso volare.»
«E con questo?»
Sorride soddisfatto e fiero, Radish, negli occhi una strana luce che non preannuncia niente di buono. Anche un cieco si renderebbe conto, magari fiutando l’aria e captando quella strana corrente elettrica che pare emanare, che non ha buone intenzioni manco per sbaglio.
«Stasera scoperemo ad alta quota!»

Tensing si è ritrovato a sorridere bonariamente nel vedere Lunch fare amicizia con Domino, che l’ha sommersa di chiacchiere leggere e battutine divertenti. Pensava che si sarebbe ritrovato in forte imbarazzo e che la compagna gli si sarebbe attaccata addosso come una cozza perché, magari, si sarebbe sentita fuori luogo, invece è stata per tutto il tempo con il busto in avanti a parlare la rossa.
Major, al volante, non ha fatto altro che cambiare una canzone dopo l’altra non appena arrivavano a metà, talvolta rimettendola da capo perché non se l’era goduta come meritava o passando a quella successiva perché, malgrado la stesse vivacemente cantando, era una noia. Li ha quindi quasi sempre ignorati, la mente che schizzava da un pensiero all’altro velocemente finché, ormai incapace di trattenersi, ha cominciato a tamburellare con le dita sulla coscia di Domino per attirarne l’attenzione, finendo poi col tirarci sopra un lieve schiaffo.
«Ho uno strano presentimento.» Se ne esce così, abbassando poi il finestrino per suonare la tromba da stadio. Non è sicuro di aver veramente visto il braccio di Radish, che guida di fronte a loro, allungarsi di nuovo verso le gambe di Sherry, ma di certo non ha intenzione di aspettare che si divertano per appurarsene. Quando però il Saiyan allunga nuovamente un braccio fuori dal finestrino e gli mostra il dito medio per la seconda volta, capisce che con grande probabilità aveva ragione. Pensi di fregarmi, Megafusto?!
«Sei solo paranoico.» Borbotta in risposta il Segugio, tenendo distrattamente il tempo della canzone che curiosamente ha lasciato, Bitch di Meredith Brooks.
«Non lo sono affatto.» Infastidito da Dio solo sa cosa, allunga una mano e cambia repentinamente canzone, battendo poi le mani sul volante al tempo di Do It Again di Mike Love.
«Dovete sapere che sono un po’ sensitivo, ho dei poteri paranormali!» Afferma poi con convinzione, strappando un risolino a Lunch. Non gli è antipatica, tutt’al più gli è assolutamente indifferente, ma sa bene di non poterla trattare con troppa freddezza poiché è stato smistato nella divisione di Tensing. Lui, in fondo, se la prenderebbe assai se trattassero male Domino, pur non essendo questa la sua compagna ufficiale.
«Ah sì?»
Annuisce energicamente e una lucina perversa gli illumina gli occhi verde muschio, ma sui sedili posteriori non possono vederlo. Perché non metterli quindi al corrente a parole?
«Una volta ho predetto che il compagno di Fern se ne sarebbe andato e poi ho chiuso i suoi resti nella stiva di un aereo. Un’altra volta, invece, ho predetto che Bree si sarebbe fatta male e poi l’ho spinta giù per le scale. Se non sono poteri questi!»
Non sanno cosa dire, davvero. Tensing ha conosciuto creature malvagie, molte, ma nessuna di loro aveva mostrato le loro strane inclinazioni, soprattutto non da un momento all’altro come Major. 
«Tu mi fai paura.» Si limita a questo commento, trovandosi involontariamente con la schiena premuta contro il morbido sedile.
«A te eh? Io porto in grembo le sue figlie, sono terrorizzata!»

Yamcha era convinto con ogni singola fibra del suo essere che sarebbero finiti col litigare perché Micah, di certo, non è un tipo che si risparmia quando si tratta di prese in giro, ma la sua impazienza di vedere le Fate lo ha in qualche modo tenuto distratto per quasi tutto il tempo, complice anche la musica aggressiva ed energica che ha risuonato per la macchina per tutto il tempo. In questo momento, per esempio, i bassi di Supermassive black hole dei Muse gli martellano così violentemente in testa e nel petto da fargli quasi male.
Ha parlato prevalentemente con la coppia di sposini seduti sui sedili posteriori, trovandoli sorprendentemente tranquilli. Pensava che fossero esattamente esagitati come gli altri, che lo avrebbero a loro volta sommerso di prese in giro o strane battutine, invece gli hanno chiesto delle sue imprese e di ciò che ha fatto per arrivare dov’è. Gli hanno pure chiesto se potesse procurargli i biglietti per una partita perché sono fan della sua squadra, alimentando così involontariamente il suo ego. Perché Pip e Jane sono calmi, la dilagante follia dei fratelli e delle sorelle adottivi non li ha contagiati più di tanto, e quando stanno in coppia riescono a bilanciarsi alla perfezione.
Ma poi, di punto in bianco, Jane pensa bene di sollevare una questione assai spinosa che mai e poi mai avrebbe affrontato di fronte a tutti.
«Amore la settimana prossima andiamo ai mercatini di Natale?»
Yamcha lo sente chiaramente il gelo calare tra loro mentre vede i muscoli di Pip irrigidirsi di colpo. Micah invece pare come ridestarsi di colpo e la sua voce arrochita dal nervoso gli strappa un sorrisino divertito.
«Chi cazzo li ha inventati i mercatini di Natale? Chiunque sia stato, comunque, si è divertito alla stragrande, perché quelli “belli” li ha piazzati tutti quanti a stravaffanculo
«Ma sono bellissimi! Ci trovi certe di quelle cose! E le trovi solo lì!» Controbatte Jane, che sapeva già di partenza che avrebbe dovuto affrontare le sue lamentele malgrado non sia stato assolutamente interpellato o invitato. Succede sempre con loro quattro, inutile prendersela.
Yamcha, senza sapersi spiegare il perché, decide di lanciarsi nella conversazione per dare man forte proprio all’eccentrico biondino, scatenandone le risate.
«Ora, non per fare l’antipatico, ma se nell’era della globalizzazione una cosa la trovi solo lì… ci sarà un motivo! È perché fa schifo!»
«Ma nooo! È tutto artigianato artistico!»
«Ma perché andarci?! Per comprare un centrino con una pigna attaccata sopra?!» Insiste il Segugio, voltato verso di lei. Prende in pieno una grossa buca che fa sobbalzare così tanto Pip da fargli prendere pure una sonora craniata nel tettuccio, ma non se ne cura minimamente.
Jane, ormai completamente pentita di aver sollevato la questione di fronte a lui e con l’assoluta consapevolezza che avrebbe dovuto semplicemente trascinarci il marito senza dirgli una parola, si lascia andare ad un sonoro sbuffo dopo l’ultima frecciatina dell’amico e si abbandona contro il sedile a braccia conserte.
«Ma tu lo sai perché ogni anno i salmoni si sparano centinaia di chilometri risalendo la corrente? Perché piuttosto che andare ai mercatini di Natale si suicidano in bocca ad un grizzly!» E detto questo Micah molla per qualche istante il volante a Yamcha, giusto il tempo necessario per prendere una piccola canna dal pacchetto di sigarette e accendersela in tutta tranquillità: «Che dici Rocco, provi anche tu?»

Per Vegeta e Bulma, contro ogni aspettativa, il viaggio è stato sorprendentemente tranquillo e piacevole.
Erano convinti che River avrebbe dato loro delle rogne, che avrebbe avuto delle uscite davvero infelici e non avrebbe perso occasione per far innervosire Vegeta, ma dopo pochi chilometri si sono accorti che si era placidamente sdraiato nel cassone con le cuffie nelle orecchie. Canticchiava a voce così bassa che neanche volendo poteva essere considerato fastidioso, così loro si sono messi talvolta a parlottare di questioni loro e talvolta se ne sono rimasti in silenzio con la radio di sottofondo.
Oltretutto, poi, si è anche reso utile quando ormai stavano quasi a metà strada, perché Trunks non riusciva a dormire e Vegeta non sapeva come fare e si stava innervosendo. Così, senza dire una sola sillaba, ha aperto il finestrino che li separava, gli ha preso il bambino dalle braccia e se l’è piazzato sul petto ricoperto di morbida e calda pelliccia bianca. Il calore del manto candido, unito al suo respiro calmo e regolare e al lieve sobbalzare del pick-up lo hanno calmato nel giro di niente e il piccolo si è placidamente addormentato in meno di cinque minuti.
I due coniugi hanno diminuito le occhiate dopo poco, rendendosi conto con grande sorpresa che quell’arrogante Spettro ci sa davvero fare con i bambini, che gli piacciono come lui piace a loro e che non avrebbe permesso a niente e nessuno di rovinare il meritato riposino del piccolo.
Vegeta ha quindi ironicamente pensato che se un domani ne avranno bisogno lo useranno deliberatamente come baby-sitter, inconsapevole del fatto che al lupo non darebbe più di tanto fastidio. Perché River è sì orgoglioso, pure troppo il più delle volte, ma i cuccioli gli sono sempre piaciuti, spesso al Sud si occupava dei fratelli e delle sorelle più piccoli, tuttora anche dei nipoti quando torna da loro a fargli visita, e più volte ha espresso il desiderio di avere dei figli suoi. L’unico intoppo, in tutti questi anni, stava nel fatto che Sherry proprio non ne voleva neanche sentir parlare di mettere su famiglia, così ha dovuto a lungo rinunciare.
Malgrado però tutti i recenti avvenimenti e la consapevolezza che quei due non si separeranno tanto facilmente, non riesce ancora a smettere di immaginarsi con dei bambini attorno, magari proprio con gli occhi chiari di lui e i capelli bicolore di lei.


Il Sole ormai è prossimo a tramontare, i vari Spettri non stanno più nella pelle all’idea che da lì a poche ore potranno finalmente rivedere Papà Spettro. Non sono religiosi, nessuno di loro, ma quella non può essere proprio considerata una religione: è un antenato che giunge da loro per rincuorarli e per ricordare a tutti loro il sacrificio che fece per permettergli di essere quello che sono. Non c’è un solo Spettro al mondo che non lo rispetti. Beh, quasi tutti, perché in realtà ce n’è uno che non ha decisamente apprezzato il suo recente operato, ma sono in pochissimi ad esserne a conoscenza.
Il numeroso gruppo abbandona le macchine ai margini del confine invisibile che separa le due realtà e, dopo essersi caricati di tutto ciò che si sono portati, s’incamminano nella boscaglia e dopo una cinquantina di metri davanti ai loro occhi si materializza come per magia un lungo e dritto sentito costruito con piccoli sassi bianchi e lisci, appena illuminati dai flebili raggi del Sole morente che ancora riescono a trapassare la cortina di foglie che li sovrasta.
«Sono distratto io o quel sentiero prima non c’era?» Domanda titubante Yamcha, che per poco non si lascia scivolare dalle braccia i vari sacchi a pelo e le coperte che Micah gli ha praticamente imposto di prendere. Alla fin fine lo trova abbastanza simpatico, soprattutto dopo avergli detto che metterà una buona parola con le ragazze single presenti alla festa.
«Nessuna distrazione.» Risponde Sherry, una forte euforia mista ad impazienza che le sgorga dagli occhi «È merito delle Fate. Sai, non amano particolarmente la compagnia.»
Esistono luoghi avvolti da un misterioso alone intangibile, invisibili allo sguardo dell’uomo. Sono i luoghi dell’incanto e dell’ispirazione, mondi fantastici dove vivono le Fate conosciuti come Mondi di Mezzo.
I Regni Fatati difficilmente appaiono e sono in pochi ad avere il privilegio di vedere gli esseri che li popolano. Ma dove si trovano? A volte appena sopra l’orizzonte, a volte sotto ai nostri piedi… altre volte, invece, in un bosco che confina con una candida e generalmente deserta spiaggia.
«Dove siamo finiti?» Domanda un poco burbero Piccolo, stressato per la moltitudine di chiacchiere che ha dovuto sorbire durante il viaggio. È così abituato a stare per i fatti suoi che di colpo, come un fulmine a ciel sereno, si rende conto di aver commesso un grande, mastodontico e davvero stupido errore ad accettare l’invito. È stato solo per lo sguardo felice dell’amico che ha pensato, stupidamente, che sì, uno sforzo poteva anche farlo. Ora, però, è certo che non lo commetterà una seconda volta.
«Nel posto giusto.» Risponde sorridendogli Becca prima di incamminarsi per quel sottile sentiero, le mani strette a quelle piccole dei figli che saltellano emozionati.
Dopo quel lungo viaggio nessuno ha voglia dei loro giochetti e delle loro frasi a metà, ma sanno bene di dover compiere l’ultimo, immane sforzo per poter piantare le tende e riposarsi un poco, così s’incamminano in gruppo attraverso il piccolo sentiero, quando ecco che alle orecchie di tutti arrivano le prime note allegre delle canzoni che stanno suonando sulla spiaggia dove è stata allestita l'intera cerimonia.
Ci sono diversi lampadari dorati appesi agli alberi, i tronchi adagiati a terra fanno da base ad altissime composizioni di viburno, giacinti, delfinie, felci e muschio.
Sulle loro teste c’è un’enorme e vaporosa nuvola di glicine bianco che ingentilisce il bosco, cascate di profumati fiori pendenti che fanno da fondale, un tappeto di petali bianchi per l’incedere degli ospiti. In fondo, tra il perfetto confine tra bosco e spiaggia, c'è un enorme arco fiorito coperto da fiori bianchi tra cui delphinium e fiori di ciliegio.
«Sei sempre il solito sborone, vecchiaccio!»
Gli occhi dei presenti possono finalmente abbracciare l’assai imponente figura di Roman il Saggio, Spettro più antico che ancora cammina sulla Terra grazie al magico sangue della moglie Angelina. Ha una corporatura ben più massiccia di quella di Radish, l’altezza è di poco superiore perfino a quella di Piccolo, i capelli sono lunghi fino alle scapole di un grigio tenue con dei riflessi bianchi che risplendono alla calda luce delle torce appese in giro, gli occhi sono un miscuglio tra il giallo e il verde, piccoli e caldi, il suo sorriso è allegro e dolce. Sulla mascella ha una barba corta e curata che non toglie assolutamente niente al suo antico fascino, ma che anzi gli conferisce quel paio di anni in più che vorrebbe sinceramente dimostrare. In fondo appare al massimo come un trentenne, mentre di lui non dovrebbe essere rimasta neanche la polvere… mostrarsi un po’ più grande non gli dispiace proprio per niente!
«Attento a come parli, cucciolo, o niente Ambrosia per te.»
Già, l’Ambrosia, il vino prodotto dalle Fate, così buono da farti toccare il Paradiso con un dito ma così potente da farti sbronzare, talvolta pure perdere i sensi, con un solo calice. Inutile dire che il Quartetto ne ha già fatto largo uso nel corso degli anni e che anche stasera non mancheranno di rispetto alla loro tradizione.
«E così… loro sono i particolari ospiti di cui mi hai parlato.» Li guarda con un sorriso benevolo, sorprendendo gli Spettri. Si aspettavano tantissime cose, una bella tirata d’orecchie in primis, invece è sorprendentemente calmo e affabile, come se fosse una cosa normale portare degli esseri umani (e degli alieni!) da quelle parti.
«È un onore fare la conoscenza di guerrieri del vostro calibro, dico davvero.» Quando i suoi occhi si posano sulla figura di Vegeta, piega un poco la testa in segno di rispetto. Per quanto la sua razza sia praticamente estinta, rimane comunque un Principe, e lui questo non lo può ignorare.
«Fern, è sempre un piacere vederti. Lasciati abbracciare!» Beh, per quanto riguarda gli umani, Fern è un discorso decisamente a parte, poiché li ha cresciuti e sostenuti sempre, ha dato loro la forza per diventare i temibili giovani adulti forti ed intrepidi che sono ora.
«Porta i miei saluti a tuo padre, River. So che la sua situazione non è delle migliori.» Il bastardo del Sud china rispettosamente il capo e sorride appena, per poi tornare alla sua solita postura fiera ed elegante.
«In giro si mormora timidamente che invaderai il Nord e per questo stanno cominciando a chiamarti la Conquistatrice.»
Roman e Sherry si guardano a lungo negli occhi, senza sfida o arroganza. Semplicemente si studiano, tentano di capire cosa passa nella mente l’una dell’altra, ed infine Sherry si abbandona ad un sorriso dolce, di quelli che rivolgi ad un nonno un poco impiccione ma al quale vuoi sinceramente bene.
«Non ho di queste ambizioni, Roman. Voglio solo proteggere il mio branco dalla follia di Jäger, tutto qui.»
Le sorride di rimando, un sorriso bonario e affettuoso che lascia trasparire una non indifferente nota d’orgoglio e rispetto. È ciò che sperava di sentirle dire, perché nessun Re e nessuna Regina che possa definirsi tale dovrebbe avere obiettivi diversi se non la sicurezza della propria famiglia e del proprio popolo.
«Quanto siete cresciuti!»
Nessuno può rimanere indifferente al fascino esercitato da una Fata, neanche uno spietato Saiyan, per quanto poi possa mostrarsi stoico ed impassibile, perché sono le più splendide creature che si possano immaginare: hanno una lunga chioma con riflessi d’oro o rosso fuoco e grandi occhi di un particolare e brillante verde-azzurrino, corpicini piccoli ma formosi celati da vesti leggere e fluttuanti, opera dei più abili ragni della foresta che ne tessono i preziosi veli, e sulla schiena hanno lunghe e appuntite ali trasparenti solcate da venature simili a quelle di una libellula. A loro si accompagnano gli impressionabili e capricciosi Elfi, che da sempre danno valore a bontà e bellezza, e che appaiono come dei bassi esseri umani, più aggraziati ed esili, con lunghe orecchie a punta e ampi occhi a mandorla con pupille grandi dai colori vivaci.
Non esistono né la malattia né la vecchiaia per queste creature, lo scorrere del tempo è irrilevante. Una volta nate grazie alla prima risata di un bambino, avranno per l’eternità l’aspetto di dolci ed ingenui adolescenti.
La loro magia gli permette di mutare la propria stazza all’occorrenza, che però non supera mai il metro e sessantacinque. I dolci nanetti, così li chiamano molti Spettri, ben a conoscenza della loro esistenza e del loro aspetto grazie alla relazione tra Roman e la bella Fata che gli cinge amorevolmente il collo con le esili e pallide braccia, le cui lunghe e potenti ali la tengono sospesa alle sue spalle.
Sono teneri a vedersi, a tratti grotteschi per la più che evidente differenza fisica e per la grande differenza di età - malgrado in realtà sia proprio Angelina quella davvero anziana tra i due -, ma chi ha potuto avere l’onore di vederli assieme sa bene che la parola “grottesco” non gli si addice per niente. Tutt’al più buffi, ecco: non mancano infatti le volte in cui quel bestione tutto muscoli si sieda su qualche tronco o direttamente per terra con la testa china mentre l’esile fatina gli urla addosso perché l’ha fatta arrabbiare.
Se in un primo momento Radish si è sentito come vagamente a disagio sotto lo sguardo sin troppo indagatore e profondo dell’antico Spettro, quello un poco allarmato di Angelina lo irrita semplicemente. Non le ha fatto assolutamente niente, ancora non ha detto nemmeno una parola, eppure lo guarda come se fosse la più feroce delle bestie, un pericolo reale per lei e per tutto ciò che la circonda. È la sensazione dei polpastrelli freschi di Sherry che gli sfiorano il dorso della mano a riportarlo con i piedi per terra e a farlo un minimo calmare.
Si sorridono dolcemente, sperando di non essere notati da nessuno, e nell’esatto momento in cui Roman fa loro segno di seguirlo così da poterli condurre ad una postazione comoda e non troppo distante dalla casa che ospiterà i singolari ospiti per la notte, una voce a molti sin troppo familiare squarcia quella singolare calma.
«La gravidanza ti dona, Bree!»
Bree, Sherry e River voltano di scatto la testa, gli occhi sgranati per la sorpresa e il panico. Perché non può essere vero, non possono averlo davvero sentito… eppure quell’uomo alto e muscoloso con i lunghi capelli biondo cenere e quel caratteristico pizzetto sul mento sono piuttosto inconfondibili. Lo sono gli occhi color oltremare che sembrano sempre estremamente seri ma, al tempo stesso, sembrano prenderti costantemente in giro, lo è l’andatura sicura e spigliata, lo è la sua aria di chi sa di poter ottenere tutto e, infatti, poi lo ottiene.
Non ci sono dubbi di alcun genere, lo avrebbero riconosciuto in qualsiasi circostanza: Darko, Beta di Mezcal, padre di Bree, Daryl e Darren, uno degli Spettri più potenti ed influenti del Nord.
«Quegli imbecilli dei tuoi fratelli si rifiutano di mettere al mondo dei figli perché Jäger ancora non ne ha avuti.» Sorride calmo, gli occhi brillanti che scrutano i loro volti, li studiano velocemente e prendono nota di chi, tra quello strano agglomerato di persone, può essere considerato un problema reale. Un problema per come lo intende lui, ovviamente, non certo come per quei cucciolotti.
«In quella cerchia di psicopatici tutti vogliono che i propri figli nascano e crescano assieme ai suoi… saranno dei coglioni?!» Fronteggia Bree, sorridendo sardonico. La sua espressione è assolutamente impagabile e ora è davvero curioso di vedere quella dei figli maggiori, pur essendo consapevole che nei loro occhi scorgerà una reale e palpabile paura dovuta alla consapevolezza che nessuno fotte con papà, e provare ad ucciderlo non è stato un comportamento molto apprezzato.
Sposta poi gli occhi su Mimì, nascosta dietro le spalle della Mezzosangue, e sorride con aria realmente divertita. In fondo cos’ha da temere? È la Festa del Fuoco, nessuna di quelle teste calde è tanto scema da sfidare il Grande Spettro.
«Beh, qualcosa da me l’hai ereditata, Mezzosangue: l’occhio per le belle donne!»
«Che cazzo significa?!» Esplode così Bree, gli occhi accesi dal furore mentre le braccia forti di Micah le si serrano attorno al corpo per trattenerla.
Aveva capito di chi si trattava un secondo dopo averlo visto camminare verso di loro, quel sorriso è davvero troppo simile a quello della ragazza per non riuscire a fare 2+2, ma come tutti gli altri era però convintissimo che fosse morto e quindi non ha avuto la prontezza di agire prima. Tutt’ora, malgrado ce l’abbia ad un metro scarso di distanza, gli risulta impossibile credere che sia davvero lì. Per quanto ne sa - e come lui anche gli altri - non c’è magia al mondo in grado di resuscitare i morti. Ci sono le Sfere del Drago, ormai è appurato, ma non conosce nessuno sulla faccia della Terra disposto a tanta fatica per portarlo in vita.
«Tu dovresti essere morto!» Gli ringhia contro River, piazzandosi al fianco di Bree per proteggerla da un suo eventuale scatto. Sa bene che Darko è sin troppo sveglio, saggio e furbo per sfidare così apertamente la pazienza di Papà Spettro e di Roman, ma è sempre meglio prevenire che curare, specie se di mezzo c’è la sicurezza di una cara amica.
«Ah beh, ci sono andato davvero vicino…» Ridacchia appena al ricordo di quell’orrenda notte, di come riuscì a trascinarsi verso l’unica persona per la quale pensava valesse la pena morire e che non avrebbe lasciato sola in quell’ultimo tragico istante. Lo ricorda benissimo neanche fosse avvenuto un paio di giorni prima, ma poi decide saggiamente di accantonare la questione solo per tirarla fuori al momento opportuno, tornando quindi a sostenere lo sguardo furioso ed incredibilmente agitato di quei ragazzini che da anni sono una continua fonte di chiacchiere e preoccupazioni.
«Ma evidentemente gli servivamo ancora vivi, quindi… TA-DAAAN!»
«Noi?»
«Mh?» Sposta repentinamente gli occhi su Sherry, rimasta rigidamente al suo posto. Con un’impercettibile occhiata al suolo, però, Darko nota un dettaglio che non gli piace proprio per niente: si è leggermente spostata per frapporsi tra lui e l’uomo alle sue spalle, quasi volesse proteggerlo. Questo potrebbe decisamente essere un problema…
«Hai detto “gli servivamo”. Noi chi?!» Gli occhi si accendono del loro mortale rosso cremisi e lo inchiodano sul posto, non suscitando in lui alcun effetto. Quando poi le dà pure le spalle, la sua furia aumenta di colpo, ma non fa in tempo a muovere un solo muscolo che una nuova voce a lei davvero familiare le trasforma il  sangue in durissimo cemento.
«Il topolino ha trovato la voce.»
La luce delle fiaccole a poco a poco investe la sua figura da anni rimasta nell’ombra, rivelando quel corpo scultoreo e slanciato forgiato da innumerevoli scontri, risaltato dai lenti pantaloni rossi donatigli dalle Fate e dalla pelliccia d’orso sulle spalle, com’è usanza al Nord. Notano una strana cicatrice sul petto, all’altezza del cuore, ma certo nessuno ha la forza o la reale volontà di chiedergli come se la sia procurata.
I lineamenti già duri del volto sembrano farsi più taglienti con quello strano gioco di luci, mettendo in risalto gli occhi di una fredda tonalità di azzurro, sebbene il destro sia in parte coperto da un ciuffo di capelli neri e lucenti come le ali di un corvo che poi scendono morbidamente sul collo.
Ha un incedere elegante e sicuro, quasi arrogante e dal retrogusto aristocratico come rivelano anche i suoi abiti, e nel guardarlo sembra che ogni suo singolo dettaglio urli disperatamente un sonoro allarme di pericolo.
River e Bree sentono che potrebbero accasciarsi al suolo tanto le gambe si sono fatte improvvisamente molli, le ossa quasi inconsistenti. Sono le braccia degli amici a sostenerli, a permettere loro di non crollare di fronte al peso di quello sguardo.
«Finalmente ruggisce.» Sorride ferino di fronte allo sguardo sconvolto di Sherry, soddisfatto dal fatto di essere ancora capace di infondere lo strano senso di paura e angoscia di un tempo. Non che fosse davvero importante o necessario, certo, ma fa sempre piacere. Si domanda quale sarebbe la reazione di Jäger nel constatare che è ancora in vita, ma sa che a questa domanda troverà una risposta in un tempo non troppo lontano.
Sherry sente come se ogni certezza nella sua vita si fosse improvvisamente sgretolata a causa dello shock di trovarselo davanti, di constatare che è vivo, e di colpo l’idea di nascondersi tra le braccia di Radish diventa sorprendentemente allettante.
Ma non riesce a muoversi, il corpo è pietrificato davanti a quegli occhi chiari che la fissano in attesa di una reazione.
Dopo secondi che sembrano durare un’eternità, una sola parola esce dalle sue labbra, sussurrata ma decisa: «Everett…»

 

*Cosa non darei per vedere davvero Radish così... 🤤


ᴀɴɢᴏʟᴏ ᴅᴇʟʟ’ᴀᴜᴛʀɪᴄᴇ
Ed eccomi di nuovo qui gente!
Ormai i capitoli si fanno sempre più lunghi, io non so davvero cosa dire a riguardo… posso solo chiedervi umilmente scusa!
Spero di essere riuscita a sorprendervi con questo finale, ma non ne sono poi troppo sicura… che dite?

Bree nell’ultimo periodo è stata messa tanto in ombra, è vero, ma tranquilli che avrà il suo momento… e non sarà dei più idilliaci. Potreste arrivare a schifarla molto di più di quando fingeva di voler allontanare Radish! 🤭

L’aspetto di Darko è ispirato in parte a quello di Silver Rayleigh da giovane. Bel manzo era e bel manzo rimane, tra l’altro cazzutissimo ma al tempo stesso un bonaccione strafottente e donnaiolo. Chi poteva renderlo meglio?
Per Everett invece… non so. In parte è nato dalla mia fantasia, in parte da Alucard di Hellsing (altro personaggio che amo alla follia e che, secondo me, è davvero sexy).
Insomma, due bell’omini! 😎

E niente… ho appena finito di scrivere tutti i dialoghi (già, prima scrivo quelli e poi il resto) del capitolo forse più zuccheroso che abbia mai scritto in vita mia! Che poi, certo, con me le cose sono un po’ relative eh, però amen! È zuccherosissimo, l’ho deciso io!

E niente, ora devo scappare che stasera c’è la prima cena allo stabilimento ed io ho ancora i capelli a cazzo di cane dopo aver fatto il bagno non solo in mare con la mia dolce cagnolina (che se ne sbatte di me e va a nuotare a largo, la scema!), ma anche in piscina. Sono in uno stato tragicomico!

A presto
Un bacione
Kiki
🤙🏻


PS: per quanto sia difficile da trovare in rete, vi assicuro che “Everett” l’ho trovato come nome su una bottiglia di vodka al supermercato. Costava anche parecchio.
Immaginate il mio imbarazzo nel girare in rassegna tutte le possibili bottiglie per imparare i nomi mentre la gente mi guardava. Sembravo un misto tra un’alcolista ed una demente, che prendeva una bottiglia dietro l’altra e poi la rimetteva a posto! 🥃 E la sapete un’altra cosa buffa? Io non bevo! 🤗

  
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