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Emma era certa
che se mai Regina avesse scoperto il suo capanno, sarebbe stata sul piede di
guerra per molto tempo. Non voleva il suo aiuto, perché voleva tenerla il più
possibile lontana dalla verità e sicura da sé stessa. L’aveva salvata
dall’Oscurità, l’aveva oscurata, le stava mentendo, affinché non scoprisse di
essere a sua volta l’Oscura.
Emma aveva a
mente le parole che Regina aveva pronunciato prima di abbandonarsi al suo
destino, sapeva cosa sarebbe successo.
Per un momento presa
dalla sfiducia e dal senso di inadeguatezza, dato dal fatto che non fosse più
la Salvatrice ma la Signora Oscura, nel suo piano insensato, aveva accelerato
la gravidanza di Zelena e pensato di trasferire tutta l’Oscurità in lei.
“Dov’è?” – disse
Regina entrando in casa di Emma, ormai certa di trovare chi cercasse.
“Sis ciao” –
disse sorridendo.
“Togliti quel
sorriso dalla faccia che cosa hai intenzione di fare?” – disse guardandola.
“Io non ho
intenzione di fare nulla, tranne vendicarmi della tua Signora Oscura” – disse muovendo
una boccetta di liquido scuro, Regina lo conosceva bene.
“Come dannazione
hai fatto?” -disse Emma entrando in casa, Regina provò ad avvisarla del
pericolo, ma Zelena fu più rapida e le lanciò la fialetta contro.
“Zelena” –
Regina esasperata, vide Emma bloccarsi sul posto - “Cosa vuoi fare? Ucciderla?”
– chiese.
“Oh no, sis, ci
penserai da sola” – disse mostrandole l’acchiappa sogni.
“Cosa
significa?” – il suo sguardo passò da uno all’altro delle donne presenti.
“Guarda, non
volevi avere tutti i tuoi ricordi? Io me ne sarei risparmiato qualcuno, se
avessi saputo” – Emma digrignò i denti.
“Avevo fatto
bene a pensare a te come contenitore” – sibilò la bionda.
“Emma” – Regina
quasi lo urlò – “Dimmi cosa hai fatto!”
“L’hai sentita
no? Voleva portarmi via dalla mia piccola Robin” – disse guardando sua sorella.
“Dimmi che non è
vero Emma” – disse ancora con lo sguardo sospeso tra l’Oscura e l’acchiappa
sogni.
“Ti deluderà la
risposta” – disse arcigna Zelena. Dato che la bionda non rispondeva, Regina
afferrò il manufatto dalle mani della sorella e ci guardò dentro.
“Em-ma?” – lente
e calde lacrime scesero sulle sue guance.
“Regina, mi
dispiace, volevo salvarti prima che lo scoprissi” – sospirò Emma.
“A spese di mia
sorella e della piccola?” – disse a denti stretti ricacciando le lacrime – “A
spese mie?” – disse muovendo il polso per riapparire come la Regina Cattiva.
“Regina, no” –
disse la bionda guardandola.
“Troppo tardi
Swan” – alzò il braccio e scaraventò entrambe le donne, per poi sparire.
“Contenta ora?”
– disse Emma afferrando Zelena al collo.
“Non saprei” –
la guardò.
“Distruggerà
tutti, ed è colpa tua” – disse strattonandola.
“Colpa mia? Tu
l’hai trasformata e la colpa sarebbe mia?” -disse – “Non eri più la Salvatrice.
Non lo sarai più quando sapranno cosa volessi farmi”
“Non l’avrei
fatto” – sospirò – “Robin non merita di passare quello che io o Henry abbiamo
passato”
“Chi è la tua
cavia adesso?” – chiese fronteggiandola.
“Io” – disse
abbassando il viso – “Devo trovarla” – svanì.
Come era
appurato, Regina, quella cattiva, era già in procinto di distruggere tutti
coloro che paratevisi dinanzi, durante l’ascesa della sua parte oscura, le
avevano messo i bastoni tra ruote in passato: i Charming, Emma, Zelena e
Tremotino.
Ormai a conoscenza
del potere di Excalibur invocò tutti gli Oscuri, e condannò le anime dei suoi
nemici all’Oltretomba.
“Regina, non
farlo” – disse Emma arrivando di tutta fretta presso il lago.
“Troppo tardi
Swan” – disse brandendo la spada, la presenza dei passati Oscuri e Nimue, la
prima in assoluta, grande e perduto amore di Merlino.
“Lasciami
risolvere” – continuò la bionda.
“Adesso basta” –
disse Nimue avvolgendo il collo di Emma in una stretta immaginaria.
“Regina,
lasciami salvarti” – l’Oscura bionda sapeva quanto la mora fosse furiosa per
quello che le aveva fatto. La guardò per minuti interminabili, Regina rivisse
davanti ai suoi occhi tutti i momenti con Emma, dei ricordi dell’acchiappa
sogni, il destino di loro due assieme. La sua Salvatrice, aveva fatto tutto
quello per lei, perché non cedesse all’Oscurità, furiosa per star mandando
all’aria quello che per amore Emma aveva fatto per lei, di voltò verso Nimue
intimandole di smetterla.
“Non la
ucciderai” – prese Excalibur ed attirò la forza oscura attraverso le sue
maledette spire – “Lo farò io”
“Regina” – disse
Emma guardandola alzando le mani. Regina la raggiunse con alcuni veloci passi.
“Prendi la
spada” – disse guardandola negli occhi affranti – “Colpiscimi”
“Regina” – la
bionda era distrutta solo al pensiero, gli occhi colmi di lacrime.
“Fallo Swan,
sappiamo sia la soluzione” – le aveva ormai passato la spada.
“Io non posso,
devo salvarti” – disse tra le lacrime, la sensazione di qualcuno in arrivo.
“Em-ma lascia
che lo faccia io, lascia che io sia la tua Salvatrice” – disse tentando di
ricacciare le lacrime, senza successo – “Ti amo”
Emma in un
impeto, le afferrò la nuca e impresse le sue labbra umide su quelle della donna.
Sentirò entrambe le gocce salate delle loro lacrime mischiarsi tra le loro
bocche.
“Ti amo anche
io” – disse Emma, prima di scambiare un lungo sguardo alla donna che avrebbe
colpito a morte. Emma caricò il colpo, e con uno scatto colpì Regina dal basso
verso l’altro, la mora si resse alle spalle dell’altra sentendo la lama
invaderle la carne. Quando poi estrasse Excalibur, si infranse e la ex Oscura
tornò Emma, Regina sorrise prima di chiudere gli occhi e cascare tra le braccia
dell’ amata. La ferita di Excalibur di nuovo lì sul suo collo, si erano dette
già tutto e l’ex Regina Cattiva aveva salvato la sua ex nemica.
“Emma” – il grido
di Snow alle sue spalle, fece cadere ancora più profondamente la bionda nello
sconforto di aver fallito.
“Non sono
riuscita a salvarla” – disse tenendo la donna tra le sue braccia. La baciò
sulle labbra sperando come di poterla risvegliare e lì la madre vide, il
paragone tra lei e David, capì o meglio ricordò cosa fosse successo tra le due
donne da Camelot.
“Tesoro” – disse
prendendola tra le sue braccia e tenendo una mano sul petto di Regina.
“Love” – Killian
arrivò di corsa seguito da Robin e Henry. David era rimasto a guardare sua
moglie e sua figlia devastata.
“Mamma” – Henry
rimase di sasso.
“Portatelo via”
– disse Emma straziata dal dolore, che suo figlio vedesse Regina in quello
stato. David nel mentre aveva chiamato un’ambulanza. Alcuni attimi dopo, Regina
veniva issata sulla barella, Emma ancora attacca alla sua mano, in uno stato di
apatia - “No, Regina” – disse abbandonandola e vedendo il suo viso per
un’ultima volta, prima del telo scuro.