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Dopo
la separazione di Regina dalla sua parte oscura, e la sua distruzione,
gli eroi rientrarono a Storybrooke che era passata nelle mani di Hyde,
un uomo che aveva stretto un patto con Tremotino.
Arrivare
ad incastrarlo non fu difficile, grazie all’aiuto della sua parte
opposta, ma per catturarlo serviva che Emma lo stordisse con un
aggeggio creato da Jekyll. In quel momento quando l’uomo
minaccioso attaccò Regina, prendendola per il collo la bionda
non riuscì ad intervenire.
“Em-ma”
– la voce della mora sottile e quali impercepibile. Sentiva la
presa sul suo collo, provando a tenere le mani su quella pressa, se
Emma non si fosse mossa, Hyde l’avrebbe uccisa. La bionda aveva
una mano tremante all’inverosimile e una visione nella sua mente
che la stava immobilizzando – “Em-ma” – questa
volta il grido della mora, riportò indietro Emma che
colpì Hyde atterrandolo. Regina si rialzò tenendosi le
mani al collo.
Emma
dopo aver fatto alcune scoperte a riguardo cosa le stesse succedendo
decise di restare sola a casa sua. L’impotenza di non poter
salvare Regina in quel momento, o di non essere capace di proteggere la
sua famiglia in futuro la destabilizzavano. Appena uscita dalla doccia
sentì dei passi.
“Regina?” – poteva essere lei solamente, testona del fatto che si sentisse di nuovo tagliata fuori.
“Meglio”
– rispose la figura accanto al letto, meravigliosa
nell’abito blu scollato sulla schiena. Emma non poteva credere ai
suoi occhi, per un attimo pensò che Regina volesse distrarla
– “Dovresti distrarti Salvatrice” – disse e la
bionda capì che la donna era in realtà la parte oscura
della donna che amava, provò a sollevare la mano per colpirla,
ma il tremore fu presto lì – “Sta tranquilla cara,
non voglio attaccarti” – la raggiunse a piccoli passi.
“Non” – Emma non riusciva a muoversi.
“Non
dovrai far altro che obbedire a me” – entrò con una
mano nel petto di Emma, che poté sentire il battito del suo
cuore accelerare. La regina lo estrasse senza battere ciglio e
sussurrò – “Scopami” – Emma provò
ad opporsi, ma quella donna era così tanto Regina negli sguardi,
ma tutto l’opposto nell’animo. La mora le afferrò il
viso con una mano e costrinse l’altra a baciarla –
“Mi sei mancata” – sussurrò sulle sue labbra
ed Emma non poté far altro che obbedire al suo volere.
La
voltò di scatto di spalle e posò baci caldi sul suo collo
e sulla parte scoperta delle spalle. La Regina ansimò quando
Emma l’afferrò con un braccio sotto il seno afferrandone
uno con la mano e l’altra tra le sue cosce, nonostante il vestito
attillato. Chiuse gli occhi abbandonandosi al corpo dell’altra,
poggiando la testa sulla sua spalla. La bionda non si trattenne oltre e
le sfilò prepotente il vestito di dosso, e si apprestò a
mordicchiarla ovunque, stringendo le mani nei punti dove sapeva avrebbe
colpito bene. Fu la regina stessa a costringere una mano tra le sue
cosce e la bionda non attese a penetrarla in maniera veloce e profonda.
La mora doveva ammettere che la bionda ci aveva sempre saputo fare, era
migliorata quando era stata l’Oscura, e non negava che essere
presa da dietro e servita con quelle mani esperte, la faceva
letteralmente impazzire. Regina l’aveva privata di questo,
perché sapeva che dopo quel momento, Emma sarebbe tornata dalla
sua parte buona. Quando raggiunse l’orgasmo, non aspettò
ulteriormente e svanì nella sua nuvola viola. Emma si
sentì impaurita da quello che aveva appena fatto e rivestitasi,
dato il suo essere ancora in asciugamano e andò da
Granny’s.
Quando
Regina vide Emma entrare in quella maniera nel locale, era certa fosse
successo qualcosa, si scambiarono un rapido sguardo. Regina
lasciò un piccolo Neal assonnato tra le braccia di sua mamma e
si allontanarono dagli altri. La donna più grande aveva capito
che Emma aveva qualcosa che non andava, era farsi violenza, il fatto di
non costringerla a parlarle.
“Lei è qui” – disse guardando l’espressione di Regina.
“Chi?” – chiese non capendo a cosa si riferisse.
“La tua parte oscura”
“Non
è possibile, ti ha fatto del male?” – disse
premurosa e la mano di Emma tremò, e a Regina non sfuggì.
“Sono
stata con lei” – disse abbassando lo sguardo –
“In quel senso” – quelle parole furono per Regina una
fitta, che si aggiunse ad una delle tante –“Non ha
significato nulla” – disse guardandola.
“No?
Hai immerso le dita in un'altra e non ha significato nulla?”
– disse con le lacrime che pungevano gli angoli degli occhi. Come
aveva potuto? Emma estrasse il cuore che aveva custodito nel taschino
interno della sua giacca rossa.
“Lei
aveva questo” – disse mettendolo tra le mani di Regina. Le
lacrime che aveva trattenuto caddero calde sulle sue guance.
“Em-ma”
– guardò il suo cuore e poi passò una mano sul suo
viso – “Mi dispiace tanto” – lo diceva prima
per il dolore che si provava quando il cuore ti veniva strappato dal
petto, lei l’aveva sperimentato nella Foresta Incantata di Isaac,
quando Biancaneve aveva tenuto la mano nel suo petto, e aveva sentito
quel dolore fastidioso. E poi perché la sua parte oscura se la
fosse presa con lei, per un torto subito.
“Puoi?”
– Emma era come apatica. Regina guardò il suo cuore, in
alcuni punti di un nero appena accennato, e prese la sua mano
portandola al suo petto.
“Adesso
guardami Em” – disse e solo quando gli occhi verdi
incontrarono i suoi nocciola, la mora spinse il cuore nel petto della
sua amata – “Come ti senti?” – disse prima di
essere appiattita con il corpo sul jukebox, e sentire le labbra di Emma
bisognose di un bacio – “Decisamente bene” –
sorrise sulle sue guardandola dolcemente.
“Andiamo a casa da te” – disse poggiando la fronte su quella della mora.
“E gli altri?” – chiese Regina guardandola.
“Non si accorgeranno della nostra assenza” – prese la via delle scale del retro.
“Ehi”
– Regina baciò la spalla scoperta di Emma, che da momenti
interminabili fissava il soffitto – “A cosa pensi?”
– disse accoccolata nuda tra le sue braccia. Aveva compreso
quella sera che mai Emma avrebbe amato altra donna, se non lei, dato il
suo cuore colmo l’amore.
“Dovrei dividermi anche io dalla mia parte oscura” – disse flebilmente.
“Non è niente a confronto con la mia” – disse voltandole il viso verso di sé.
“Credimi
dopo aver pensato ad uccidere Zelena e privare Robin di sua madre,
l’Oscurità ha alzato la staffetta” – ammise.
“Credi che sia quello il motivo dei tuoi tremori?” – chiese accarezzandole l’addome.
“Può
essere” – rispose premunendosi di non dirle che sapeva che
quei tremori erano dovuti anche alle sue visioni, che sarebbero rimaste
tali, ma l’Oracolo le aveva detto che gli eventi durante il
percorso potevano cambiare.
“Chiederò a Jekyll di creare altro siero per te” – disse baciandola teneramente.
L’equilibrio
mentale della famiglia fu messo a dura prova a causa della Regina
Cattiva che aveva dato un ultimatum ai Charming affinché
consegnassero i loro cuori. La donna affranta per quanto aveva perso,
incolpava i due di averle dato la speranza del lieto fine con Emma,
loro l’avevano generata, ma adesso non poteva più averla
per colpa di Regina, si sarebbe occupata anche di lei a tempo debito.
“Ci
sarà qualcosa qui che possa fermare quella donna” –
disse Emma vagando per la cripta Mills come un animale in gabbia.
“Emma non potevo sapere avrebbe distrutto il virgulto” – sospirò.
“Non è colpa di nessuno, vorrei solo eliminarla” – disse mostrando la mano tremante.
“Ehi”
– la raggiunse prendendola nelle sue – “Sarà
pronto a breve il siero” – la costrinse a sedersi su una
cassa panca.
“Non mi racconterai una storia vero?” – disse guardandola.
“Potrei,
ma sono io la cattiva in quella storia” – le sorrise
– “Se i tuoi genitori non avessero fatto di tutto, non
saresti la mia Salvatrice, e ignora la Regina Cattiva. Ce l’ha
con me”
“Non è l’unico pericolo” – disse Emma senza rendersene conto.
“Che
vuoi dire?” – chiese ma il bip del suo telefono la fece
desistere dal continuare – “Il siero è pronto”
– disse dopo aver letto il messaggio e lo fece apparire tra le
sue mani. Ed Emma le fece riapparire al lago.
“Perché qui?” – chiese incuriosita.
“Magari potrebbe diventare solo un cigno nero” – sorrise e il processo di separazione fu meno doloroso rispetto a quello di Regina. Emma vide la sua parte oscura trasformarsi esattamente in quello che aveva desiderato.