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Autore: previously    01/06/2020    8 recensioni
[Storia Interattiva - Iscrizioni aperte fino al 17/06]
Chi non desidera vivere i momenti più importanti della vita dei Malandrini? Chi non vorrebbe conoscere le loro avventure, partecipare ai loro scherzi o anche solo scambiare qualche battuta con loro?
Ma i Malandrini adesso sono vivi, in carne ed ossa, e potete creare un personaggio che sia loro amico o nemico per vivere la storia di cui tutti vorremmo leggere.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Lily Evans, Maghi fanfiction interattive, Marlene McKinnon | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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I
 
 
I MISERABILI
 
La luna sorgeva addosso alle due pantere pigramente abbandonate sul divano della Sala Comune. Assopite, ammazzavano il tempo sbadigliando di tanto in tanto e dondolando le gambette verso il camino, senza nulla da condividere se non quella noia assassina che le svigoriva. Quelle due ragazze che sembravano tanto innocenti, a dire il vero, avevano molti punti in comune: erano entrambe le più popolari di Hogwarts, le più desiderate, le più belle, e amavano incondizionatamente la ragazza rinchiusa all’interno del dormitorio e che attendevano con impazienza. Per il resto, una era un maschiaccio, l’altra una donna prima del tempo. Una era rossa, l’altra era bionda. Una era Grifondoro, l’altra una Corvonero infiltrata. Una era Lily Evans, l’altra Marlene McKinnon. La prima guardava la seconda, poi abbassava lo sguardo e lo alzava l’altra, e così trascorrevano quella mezz’ora in attesa che Alice Johnson, la loro amica in comune, si preparasse. Non avevano nulla da scambiare se non qualche sguardo incuriosito, qualche pensiero silenzioso che mormorava: «Cosa avrà questa ragazza per essere così famosa?», magari anche qualche giudizio in sottofondo. «Sono più bella io, sicuramente più intelligente, e sono più alta di un centimetro e mezzo.» Sì, le loro testoline frullavano all’impazzata in quel silenzio assordante, scrutandosi di soppiatto nel cercare di decifrare i pensieri dell’altra, come se bastasse qualche sguardo celato per conoscere tutto dell’altra persona.
La stanza era così quieta che si potevano sentire le voci all’esterno, e Lily subito riconobbe quel timbro maschile dall’altro lato della Sala Comune che sussurrava: «Schiopodi Sparacoda.» Poi, si aprì la porta. Dallo sguardo che Marlene McKinnon lanciò ai tre ragazzi che entravano a passo felpato, Lily comprese che avevano più di una conoscenza in comune. James Potter sollevò le sopracciglia alla vista di quelle due ragazze rannicchiate sul divano, che li osservavano dubbiose.
«Buonasera» mormorò il Grifondoro, appoggiando i gomiti allo schienale del divano. «Che ci fate sveglie a quest’ora?»
«E soprattutto, che ci fai tu qui» si intromise Sirius Black, rivolgendo un’occhiata d’indecifrabile emozione alla Corvonero.
Marlene socchiuse gli occhi in direzione del suo interlocutore, poi rispose: «Stiamo aiutando Alice a prepararsi per un appuntamento.»
«Un appuntamento?» James ridacchiò, e Lily abbassò lo sguardo, ben consapevole di dove volesse andare a parare. «Ma signorina Evans, siamo ben oltre l’orario di coprifuoco! Hai iniziato a infrangere le regole pure tu?»
Lily si sollevò appena, giusto per arrivare a fissarlo dritto negli occhi – sebbene a debita distanza – e rivolgergli una di quelle fredde espressioni che erano conosciute per far gelare il sangue nelle vene a chiunque le ricevesse. La ragazza, che era stata Prefetto l’anno precedente, le aveva utilizzate molto spesso ed erano considerate un modernissimo metodo di tortura. «Non sto infrangendo nessuna regola, io. Quanto a voi, che ci facevate fuori?»
«Saranno anche fattacci nostri, Evans» ribatté Potter, che appariva rilassato e per nulla turbato dall’espressione della ragazza. Ma Lily sapeva – e lo sapevano tutti in quella stanza – che stava tremando dentro.
«Puzzi» rispose quest’ultima, ma non si trattava di un infantile insulto a vuoto: la Grifondoro aveva arricciato il naso e strizzato gli occhi, percependo un’aria strana in mezzo ai due rivali. Infatti, James non odorava affatto di qualcosa di… legale. A questa realizzazione Lily spalancò gli occhi e boccheggiò di stupore, mentre Potter sollevava le mani in segno di difesa.
«Non è come pensi, Evans.» Ma Lily non ne voleva sapere. Balzò giù dal divano e si rivolse, spalle contro i ragazzi, verso il camino. Incrociò le braccia sul petto e rimase lì per i seguenti dieci secondi, in cui cercò di fare pace con il fatto che quegli scapestrati avevano fumato erba – aveva persino sussurrato appena quella parola nella propria mente – e lei era in mezzo a dei criminali. Ancora peggio quando sentì Marlene McKinnon lamentarsi perché, a detta sua, “avrebbero dovuto invitarla”.
«Basta!» esclamò Lily, voltandosi di scatto. «Tutti fuori! Voi, andate a dormire. E tu» e questa volta puntò il dito contro Marlene «tornatene nella tua Sala Comune.»
«Tranquilla, Lily» mormorò Remus, che fino a quel momento era rimasto un passo indietro. Si fece spazio tra le risatine divertite di James e Sirius e lo sguardo infastidito della Corvonero. «Li sorvegliavo io.» Non si avvicinò troppo alla ragazza, quasi fosse spaventato che questa potesse tirar fuori gli artigli e graffiarlo con tutta la sua forza: ella se ne accorse, e gli lanciò uno sguardo confuso, ma prima che potesse dire qualcosa venne interrotta dall’intervento di Sirius, il quale nel frattempo si era lasciato andare su una poltrona lì vicino.
«Sì, è stato un bel rompipalle. È il migliore quando si tratta di rovinare la festa
«La festa? James ti stava prendendo in giro perché ti aveva scambiato per Severus, e tu stavi per fare a pugni con lui perché era un insulto imperdonabile» ribatté Remus, che nel frattempo si gettò per terra e si sedette con le ginocchia strette al petto.
«Beh, la prossima volta potrebbe evitare di scambiarmi per quell’idiota!»
«La prossima volta magari ti tagli i capelli» disse James, giustificando l’equivoco.
Le voci si facevano man mano più forti, tanto che nessuno si rese conto della porticina che scricchiolava aprendosi e da essa usciva una timida Alice Johnson, nel suo metro e cinquantasei con i capelli biondi sparsi attorno al viso minuto, e il vestito azzurro che la faceva apparire come una bambolina.
«Alice!» sorrise Marlene, l’unica ad accorgersi della sua presenza.
«Sei deliziosa» commentò Lily, che adesso aveva spostato tutte le attenzioni sull’amica. Ella arrossiva di vergogna, avendo tutti quegli occhi puntati su di sé.
«Beh, a Frank piace almeno» mormorò Marlene, la quale nel frattempo si era messa in piedi e aveva preso per la mano la piccola Grifondoro, conducendola fino al divano.
«Che vuoi dire?» domandò Alice.
«Oh, nulla.»
Marlene McKinnon aveva delle dita magiche quando si trattava di acconciare i capelli. Sembravano corde di un’arpa che molleggiavano suadenti, intrecciandosi tra le ciocche e creando composizioni invidiabili. Lily guardava ipnotizzata quelle mani che si muovevano rapidamente.
«Dov’è Peter?» chiese Alice.
Sirius si voltò, come se non si fosse accorto della sua assenza. «Ah… boh, non ne ho idea.»
Lily scosse il capo rassegnata, mentre prendeva posto sul pavimento accanto a Remus. «Dovreste trattarlo meglio, quel povero ragazzo. Certe volte è come se non esistesse.» Non guardò alla propria sinistra, ma percepì un cambiamento nell’espressione di Remus.
«Peter sta bene così» sentenziò Sirius. «Non si lamenta, quindi sta bene. Gli abbiamo mai fatto mancare qualcosa? Nossignore, è un fratello.»
«Parli come se gli stessi facendo un favore, chiamandolo tuo amico» osservò Lily. Sirius non rispose.
«Ecco!» esclamò Marlene, sfoggiando l’acconciatura di Alice che, con tutte quelle trecce, la faceva sembrare ancora più innocente di prima. «Sei pronta» disse infine, stampandole un bacio sulla guancia. La ragazza sospirò profondamente prima di mettersi in piedi e lisciarsi le pieghe del vestito.
«Auguratemi buona fortuna.» Il suo viso sembrava sul punto di scoppiare a piangere da un momento all’altro. Marlene la scortò fuori dalla Sala Comune, poi rivolse un saluto con la mano ai Grifondoro e uscì assieme a lei.
«Simpatica, la ragazza» commentò Lily.
«Chi, Marlene?» chiese Sirius, che sembrava improvvisamente rapito dalla discussione. «Oh, beh… è okay» borbottò.
 
IL RATTO
 
Tutti vogliono qualcosa. Chi un bacio, chi una famiglia, chi la morte, chi un bel bicchiere di vino. Peter, seduto a spalle curve nel suo cappotto che lo copriva fino al mento, desiderava tutte quelle cose, e molto di più. Guardandosi attorno, attento a non mostrare troppo il volto per evitare di incrociare facce conosciute, si chiedeva cosa volessero quelle persone pigramente sedute ai loro tavoli e quanto fossero pronti a spingersi per ottenerlo. Lui, proprio in quel momento, voleva dell’alcol, e lo voleva così tanto che si era fatto fare un documento falso in cui appariva come diciassettenne. Certo, stando con i suoi tre migliori amici poteva permettersi quanto alcol desiderasse, in qualunque momento. Ma, molte volte, non voleva condividerlo con loro.
Fece scivolare il documento, assieme a un paio di galeoni, lungo il tavolo, e lanciò un occhiolino alla giovane cameriera. Lei, per tutta risposta, lo guardò da capo a piedi con il labbro superiore sollevato in una smorfia di disgusto, e poi si voltò per preparargli un drink. Quando infilò la mano in tasca per tirare fuori una sigaretta, ella – che nel frattempo aveva poggiato il bicchiere sul bancone – gliela strappò di mano e, seria, mormorò: «Non si fuma qui dentro.» Peter sospirò pesantemente e svuotò in un solo sorso quel bicchiere pungente, fino a sentire un bruciore insopportabile in gola. Lanciando un ultimo sguardo di desiderio misto a odio nei confronti della ragazza, si alzò dal proprio sgabello e uscì di soppiatto dal bar, lasciando che il cappotto svolazzasse sotto quel vento notturno di settembre.
Era sgattaiolato via, quella sera, mentre girovagava assieme agli altri ragazzi per i corridoi di Hogwarts. Sapeva che non lo avrebbero cercato, e che avrebbe potuto trascorrere una serata tranquilla in compagnia di se stesso, e nessun altro. L’orologio, però, segnava ormai l’una di notte e, se era già a rischio di venire scoperto in quel momento, tornare più tardi non gli avrebbe giovato affatto. Il whisky gli aveva riscaldato i muscoli e lo aveva reso più attivo di quanto non fosse prima, quando era ricurvo sul bancone di un bar, pronto ad addormentarsi in quella posizione. Le strade di Hogsmeade apparivano deserte, quiete, ma Peter si ritrovò a tastare l’interno del proprio cappotto alla ricerca della bacchetta perché, in quell’istante, tre uomini gli saltarono davanti circondandolo. Non erano James, Sirius e Remus: erano appena più grandi di lui, e con tre idioti sorrisi stampati sui volti illuminati dalla luna.
«Cosa volete?» sussurrò Peter, con le dita avvinghiate attorno alla punta della propria bacchetta.
«Cambia il mondo» rispose uno di loro, senza spegnere quell’ampio sorriso. Poi gli porse una piccola scatola nera. Il ragazzo abbassò gli occhi su di essa, ma non si azzardò a toccarla. Tornò con lo sguardo sull’uomo davanti a lui, e sfilò di qualche centimetro la bacchetta dalla tasca. «Cambia il mondo insieme a noi» ripeté, avvicinando di più la scatola. Vedendo che il ragazzo non rispondeva e che, anzi, diventava sempre più sospettoso, lasciò andare l’oggetto per terra e i tre sparirono nelle tenebre. Peter lanciò qualche sguardo attorno a sé prima di raccogliere l’involucro. Lo aprì lentamente e al suo interno trovò una semplicissima penna. Sbuffò. Stava per lasciarlo andare lì vicino, quando notò un biglietto piegato all’angolo della scatolina. Esso recitava le seguenti parole: “Fai buon uso di questa penna. Essa si attiverà venerdì ventiquattro settembre alle dieci di sera. Prendila in mano in quel momento.”
 

Avrebbe potuto abbandonarla lì. Ignorare le follie di quei tre uomini e riprendere la propria strada. Si sarebbe lasciato quel segreto alle spalle, e sarebbe tornato al proprio dormitorio. Si sarebbe addormentato e avrebbe ricominciato la propria vita come se nulla fosse. Effettivamente, lo fece. Tornò al dormitorio, si addormentò: ma custodì la scatola e la penna al proprio interno nella sua tasca, e poi la celò nel proprio baule una volta arrivato ad Hogwarts. Mentre James e Sirius chiacchieravano a bassa voce, rannicchiati nei propri letti, Peter faceva ritorno in punta di piedi e nascondeva un oggetto che, a sua insaputa, non era nient’altro che una Passaporta.








Benvenuti in questa storia interattiva nuova di zecca! Evito di perdermi in inutili chiacchiere (anche perché non vedo l’ora di pubblicare questa ff) e vi do subito delle indicazioni per la storia. Ci ritroviamo nel 1976, sesto anno dei Malandrini e in cui accadono quasi tutti gli eventi più importanti della loro storia. Per quanto riguarda i vostri personaggi, sappiate che purtroppo non potrò sceglierne tanti, quindi vi conviene mandarmene due (un maschio e una femmina) per avere più probabilità di essere scelti.
Prima di mandarmi la loro scheda (per MP) prenotatevi nelle recensioni.
Ecco a voi il modulo:
 
Nome: inventato da voi, non già appartenente alla storia canon
Cognome: può essere un cognome della storia canon, ma solo se è delle Sacre Ventotto
Anno:
Casa:
Stato di sangue:
Carattere:
Storia:
Ama e odia:
Molliccio:
Prestavolto: necessariamente una persona reale, preferibilmente un attore
 
 
 
GRIFONDORO
James Potter (VI anno). Aaron Taylor-Johnson
 

Sirius Black (VI anno). Ben Barnes 

Remus Lupin (VI anno). Andrew Garfield

Peter Minus (VI anno). Dane Dehaan

Lily Evans (VI anno). Sophie Skelton

Alice Johnson (V anno). Carey Mulligan
 
CORVONERO
Marlene McKinnon (VI anno). Alicia Vikander

 
TASSOROSSO
Frank Paciock (VI anno). Jim Sturgess

 
SERPEVERDE
Severus Piton (VI anno). Louis Garrel
 
   
 
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