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I nostri eroi
stavano sopportando quasi incolumi la maledizione del sonno sui Charming, la
minaccia della Regina Cattiva che era sempre un passo avanti ad Emma e Regina.
Tant’è che le intrappolò anche nel Reame oltre lo specchio, per fortuna Henry
aveva capito anche grazie ad un Uncino sospettoso, che la donna che gli stava
dando consigli era in realtà la parte oscura di sua madre.
Regina sapeva da
diverso tempo che per sconfiggere la sua parte oscura doveva morire, ma Emma
non glielo avrebbe mai permesso, era certa avrebbero trovato una soluzione. Era
un’altra sfida che dovevano superare per ottenere il loro lieto fine. Anche se
Emma era certa che non l’avrebbe potuto dare a Regina, e questo era in
contrasto con quella profezia famosa che le univa. Non aveva affrontato tutto
quello che avevano superato per vederla andar via di nuovo. Per un attimo aveva
desiderato non essere la Salvatrice. Mai fatta pensata più assurda quando la
Regina Cattiva la spedì nel Regno del Desiderio.
“Non posso
svegliare Snow, non sapendo dove quella serpe ha mandato mia figlia” – disse
David agitandosi per casa Charming.
“Cosa ha detto
esattamente?” – chiese Regina guardandolo.
“Vuoi che te la
imiti?” – disse Killian – “Non sai sempre cosa pensa?”
“Come
potrebbe
muovere le sue pedine” – sorrise – “Forse so
come fare” – li guardò – “Voi
cercate altro nel frattempo” – dopo diverse pressioni e la
constatazione che i
tremori di Emma non fossero cessati dopo la separazione dal lato
oscuro; la
bionda aveva confessato che erano dovuti a delle visioni. In queste
vedeva la sua
fine per mano di una figura incappucciata. Regina in quell’attimo
mentre le parole
di Emma uscivano forzate dalla sua bocca, capì che ancora una
volta si stava
minando la sua felicità e quella della bionda.
“Apple Martini,
raffinata” – disse Regina entrando, nell’ufficio del sindaco.
“Tu hai perso un
po’ il tocco, da quando stai con la Salvatrice” – disse portandosi il bicchiere
alle labbra.
“Dimmi dove
l’hai mandata” – disse sbattendo i palmi sulla scrivania.
“Ecco alludevo a
questo” – mosse la mano – “E’ così bello tediare i Charming”
“Pensi di
tenerci lontane?” – la guardò incrociando le braccia.
“Come se mi
importasse qualcosa di voi” – disse.
“Intanto te la
sei...” – disse puntandole il dito contro.
“Scopata? Puoi dirlo, devo ammettere
che mi mancava sentirla, è così eccitante” – la sfidò - “Sai che si è
innamorata anche di me”.
“L’hai
costretta, Emma non lo avrebbe mai fatto diversamente” – rispose. Poi guardò
Aladdin, e gli comandò di farsi mandare nello stesso posto di Emma.
Quando Regina
aprì gli occhi, fu certa di trovarsi nella Foresta Incantata, ne ebbe la
conferma quando incontrò i nani, che scapparono a gambe elevate.
“Dove diamine
sono finita?” – chiese continuando a camminare incurante del pericolo che
incombeva e trovandosi davanti una statua dei Charming – “Sul serio?” – lesse
l’epigrafe e trasalì. Continuando a camminare poi sentì un dolce canto, appena
sussurrato tra le labbra e si voltò in quella direzione – “Emma?” – oh si
poteva essere solo lei. La guardò per lunghi momenti, era così bella, Regina
non si era mai soffermata così tanto a guardarla come in quel momento. Indossava
un abito bianco e una mantella abbinata, una leggera treccia, impediva ai
capelli di caderle sulla fronte e aveva un leggero strato di rossetto sulle
labbra. Al richiamo la bionda sollevò il viso sulla mora ed indietreggiò.
“Voi” – disse
nascondendosi dietro un albero. Regina ne rimase turbata, la sua Emma non si
sarebbe mai comportata come stava facendo la donna che aveva di fronte – “Siete
la Regina Cattiva” – disse con voce tremante.
“No, ehi sono
solo Regina, non mi riconosci?” – provò ancora, chissà cosa ne aveva fatto la
sua parte oscura della sua Salvatrice. E le fu chiaro, l’aveva resa una
semplice principessa, il suo compito sarebbe stato più complesso di così – “No
avere paura di me, Em” – disse provando ad avvicinarsi. Doveva inventarsi
qualcosa per riportare la bionda nella loro realtà.
“Non
avvicinatevi, cosa volete fare?” – disse Emma abbandonando il cestino di fiori,
quando Regina in uno slancio, prese il viso di Emma tra le mani e impresse le
sue labbra su di lei. Non successe nulla.
“Sta lontana da
nostra figlia” – dissero dei Charming invecchiati.
“Oh ma davvero?”
– le puntavano una spada e un arco contro – “Vi farà piacere sapere che io ed
Emma stiamo insieme”
“E’ un modo per
ferirci ancora? Ti abbiamo già sconfitta lo faremo ancora”
“Em-ma torna da
me” – disse prima di dissolversi nella sua nuvola.
Sotto
suggerimento di Tremotino, tenuto prigioniero nelle segrete reali, Regina capì
che per riportare Emma da lei, avrebbe dovuto farsi vedere, come l’aveva conosciuta
all’inizio: la Regina Cattiva e così la impersonò; fece il suo
ingresso ad effetto alla cerimonia di investitura di Henry a cavaliere e rapì i
Charming.
“Non l’avrai
mai” – disse David intrappolato in catene.
“Perché mia
figlia dovrebbe amare un donna come te?” -chiese Snow.
“E’ la profezia”
-rispose Regina.
“Maestà” – Emma
l’aveva raggiunta nel suo castello diroccato.
“Em-ma” – la
guardò non era la sua Emma, e se l’avesse persa per sempre? Non poteva
crederci, non così – “Ti prego non costringermi a farlo” – disse supplichevole
con i cuori dei Charming in mano.
“Non farete
proprio nulla” – disse Henry entrando nella stanza e pronto a scagliare la sua
spada contro Regina, la stessa che la bionda, non appena risvegliatasi ricordò
essere quella del suo supplizio.
“Dormite” –
sussurrò ai cuori dei suoi “suoceri” – “Sei tornata?” – chiese rimettendoli al
loro posto.
“Sì, grazie” –
la guardò.
“Figurati,
grazie a te” – disse guardando Henry.
“Starà bene” –
rispose – “Adesso andiamo dobbiamo trovare un modo per lasciare la Foresta
Incantata”
“Avrei un
accordo con Tremotino” – disse increspandolo le labbra.
“Sei seria? Non
c’è da fidarsi”
“Lo so, ma era
l’unico alleato” – disse, Emma sorrise e le prese la mano.
“Sai oggi è il
mio compleanno” – ridacchiò e Regina rise.
“Buon compleanno
principessa! Vuoi per caso un regalo?” – la abbracciò dolcemente
“Baciami e
basta” – sorrise e Regina non si tirò indietro – “Per quando tu sia sexy in
questi abiti preferivo il lupetto nero”
“Presto accontentata” -Regina mosse la mano e indossò nuovamente il cappottino nero - “Andiamo”
Quando
arrivarono al lago dove dovevano incontrare Tremotino, l’uomo non si fece
trovare.
“Maledetto
folletto” – disse frustrata – “Avevi ragione”
“Ho sempre
ragione, e stanno arrivando i cavalieri” – Emma prese la mano agguantata di
Regina e corsero per nascondersi – “Sta diventando un abitudine”
“Oh sta zitta
Swan” -disse Regina voltandole la faccia di lato, in modo giocoso. Ad Emma
venne l’idea di raggiungere Pinocchio, guardando i tronchi sulla spiaggia.
“Dovremmo
nasconderci qui per un po’” – chiese Emma al suo amico.
“Sicura che non
ti stia manovrando con il tuo cuore?”
“Ti assicuro che
il mio cuore batte per lei, non a comando” – Regina arrossì, era la prima volta
che Emma era così slanciata nell’esprimere i suoi sentimenti davanti a
qualcuno.
“Saremo al
sicuro?” – chiese Regina quando furono sole.
“Non è il
castello ma possiamo dormire assieme” – sorrise Emma.
“Non riuscirei a
riposare, sono preoccupata” – la guardò ed Emma la strinse in un abbraccio
dolce.
“Possiamo fare altro”
– disse baciandola a fior di labbra.
“Emma non qui, dio
sarebbe imbarazzante” – la bionda insonorizzò la stanza con il movimento del
polso – “Che fai?”
“Devo scartare
il mio regalo di compleanno” – disse sfilandole delicatamente il cappotto.
“E quale
sarebbe?” – disse ad occhi chiusi.
“Tu” – la bionda
la strinse in un abbraccio sensuale, tanto che la mora credette di perdere il
contatto con il suolo. Emma la scartò esattamente come un pacco regalo: portò
le mani ai bordi del lupetto nero, che abbracciava il seno di Regina in maniera
impeccabile, tirandolo via. La mora sfilò gli stivali a spillo, mentre l’altra
le sbottonava e calava la gonna, Regina sussultò quando le mani di Emma
iniziarono a sfiorarle le gambe, denudandola dei collant.
“Voltati” – disse
la mora, iniziando a togliere la pesante mantella dalle spalle dell’altra. Poi
le lasciò lunghi baci sulle spella scoperte – “Mai avrei sognato di farlo nella
Foresta Incantata”
“C’è sempre una
prima volta con te” – disse Emma godendosi le mani di Regina su i suoi fianchi
stretti nel corpetto. La mora si prese momenti interminabili per slacciare il
corpetto dell’altra e sfilarle il vestito, meravigliandosi dell’essenza di
reggiseno. Emma si voltò coprendosi il seno con un braccio per il pudore
proprio di una principessa – “piace quello che vede Maestà?” – sorrise.
“Em-ma” – la
abbracciò sensualmente prima di giacere sdraiate sul letto.
“Sei il regalo
più bello” – sorrise accarezzandole i capelli corti, che trovava adorabili per
come le contornavano il viso.
“Quanti
complimenti” – sorrise appena imbarazzata.
“Non te ne
faccio mai abbastanza amore mio” – disse Emma sfiorandole le labbra.
“Perché qui?” –
la guardò scostando i suoi capelli biondi dal viso.
“Non so, avevo
desiderato di non essere la Salvatrice”
“Perché?” –
chiese Regina con gli occhi pieni di lacrime – “Non volevi stare con me?”
“Altroché,
vorrei stare solo con te, non pensando all’impellenza che possa perderti, ti
amo troppo Regina” – la mora nascose il viso sul suo collo.
“Anch’io non
voglio perderti, Emma ti amo” – disse sollevando il viso e baciandola
lentamente.
Regina aveva un
conto in sospeso con il regalo di compleanno. Così si dedicò alla sua amata
esclusivamente per il presente da donarle. Se avesse potuto, Regina avrebbe
baciato ogni centimetro di pelle del corpo di Emma. Si soffermò per minuti
interminabili sulle sue labbra e nella danza dolce con la lingua dell’altra.
Poi aveva dato piacere ai suoi seni sodi, massaggiandoli, godendosi i sussulti
e i sospiri di Emma, che ad occhi chiusi si beava di quello che Regina le stava
facendo provare. Il naso della mora, sfiorò assieme alle sue labbra il tragitto
che dal suo seno la portarono tra le sue cosce, e nel momento in cui la lingua
della regina sfiorò il clitoride di Emma, entrambe gemettero. Regina assaporò
quel sapore che era tutto della sua Salvatrice ed iniziò a muovere la lingua
nei modi più piacevoli possibili, riempiendosi ben presto degli umori della
bionda, che più volte gemette il suo nome inarcando la schiena.
La Salvatrice lascio una Regina dolcemente addormenta a letto. Lei avrebbe aiutato Pinocchio nella ricerca dall’albero magico per creare il portale. Emma dall’incontro con Pinocchio e con la creazione del portale nell’albero magico, che tanti anni prima l’aveva portata nel mondo reale, capì che era destinata a compiere l’atto di sacrificarsi per la sua famiglia, per il bene superiore. Ed un incontro inaspettato le ricordò inverosimilmente qualcosa del passato.