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Autore: eleCorti    02/06/2020    18 recensioni
[Storia partecipante al contest storia di un matrimonio, indetto da Mystery_koopa sul forum di efp]
Continuò a salire, mentre la curiosità incalzava nella sua testa. Arrivata in cima alle scale, si voltò verso la porta della loro stanza, che era chiusa, e con passo deciso si avvicinò alla maniglia. Tese la mano, la fermò a mezz'aria. I gemiti si sentivano ovattati oltre la porta. Quindi venivano dalla loro camera. Aprì la porta, affondando la maniglia con forza.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Io non sono come te, e tu lo sai


Quel giorno aveva deciso di tornare prima a casa: aveva finalmente preso la decisione di dire a suo marito che aspettavano un bambino. Lo aveva scoperto da poco, giusto una settimana, ed aveva passato ogni singolo giorno a tormentarsi nel vano tentativo di trovare un modo per comunicare la notizia al suo sposo. Era una novità delicata, lo sapeva, dato che la famiglia di Draco non approvava la loro unione, ma Hermione era certa che avrebbero superato anche quell'ostacolo e che Draco sarebbe stato lieto di quell'arrivo. Motivo per cui, quel giorno si era convinta ad annunciarglielo ed era uscita prima da lavoro.
Aveva appena varcato la soglia di casa, mentre mentalmente ripassava il discorso che quella mattina si era preparata da dire a Draco, quando fu attirata da uno strano rumore. Proveniva da sopra, si ritrovò a pensare. Forse era Draco il quale, tornato da poco come lei, si stava cambiando nella loro stanza. Iniziò a salire la scala, con una strana sensazione, anzi uno strano presentimento che non si seppe spiegare. Quella strana voce nella sua testa aumentò di gradino in gradino, poiché aveva iniziato a sentire degli strani versi, dei gemiti. Di dolore? Forse, fu la risposta che si diede. Ma erano troppo strani per essere dei lamenti causati da un male fisico. Continuò a salire, mentre la curiosità incalzava nella sua testa. Arrivata in cima alle scale, si voltò verso la porta della loro stanza, che era chiusa, e con passo deciso si avvicinò alla maniglia. Tese la mano, la fermò a mezz'aria. I gemiti si sentivano ovattati oltre la porta. Quindi venivano dalla loro camera. Aprì la porta, affondando la maniglia con forza.
E poi tutto fu confuso nella sua testa. Vide Draco con qualcuno che non conosceva fisicamente, ma lei sapeva benissimo chi fosse poiché l'aveva sentita nominare da suo marito diverse volte: Astoria Greengrass. Una smorfia di dolore si delineò sul suo viso, mentre le lacrime iniziarono a rigare il suo volto. Tutto quello era solo un sogno, vero? E lei si sarebbe svegliata nel suo letto e la giornata doveva ancora incominciare. Poi realizzò: non era un incubo, perché lei non si svegliava e Draco era lì di fronte a lei aggrovigliato con Astoria.
Corse via, in preda alle lacrime. Quella scena aveva spezzato qualcosa dentro di lei, non semplicemente il cuore, ma la sua interezza, perché lei, per amore di Draco, aveva rinunciato a tutto. In primis all'amicizia con Harry, Ginny e gli altri, in secundis a una storia sicura e solida con Ron. Tutto per seguire una folle passione che era iniziata anni or sono tra le mura di Hogwarts. Tutto per vedere crollare il suo castello di sabbia. Doveva andarsene da lì, lasciare quel luogo tetro e buio in cui non era mai stata accettata completamente per trovarne uno in cui poteva essere accolta per quello che era.
Si sentì tirare da qualcosa, o meglio da qualcuno: era Draco, tutto trafelato, con la camicia fuori dai pantaloni e non abbottonata. Evidentemente, si era accorto di lei e doveva averla seguita in tutta fretta. E Astoria? Era rimasta dentro? Un conato di disgusto le salì per la gola, al solo pensiero nel saperla avvolta dalle sue coperte. Si defilò dalla salda presa di Draco, e lo guardò con uno sguardo carico di disprezzo. E Draco aveva dipinta sul volto un'espressione da cane bastonato, la stessa che assumeva quando combinava una marachella a scuola.
“Hermione... ne possiamo parlare?” si decise infine a chiederle, ma senza fissarla negli occhi. Aveva paura a guardarla, perché sapeva che lo avrebbe fulminato con il suo sguardo e lui si sarebbe sentito ancora più colpevole.
“Parlarne? Che cosa c'è da dire, Draco?” domandò, in maniera retorica, e lui non rispose, perché aveva capito il messaggio.
“Non c'è niente da dire! Ho già capito tutto!” urlò, buttando fuori tutto il dolore che si era tenuta dentro. Forse, liberandosi, forse sentendosi ancora in preda all'ansia e al panico.
“No, tu non puoi capire. io... ho cercato. Io... ho tentato, ma lei... lei... lei mi capisce. Sa cosa vuol dire...” biascicò ed Hermione poté vedere dipingersi sul volto del marito un'espressione disperata. Anzi, fece di più. Gli lesse tra le righe, perché lei sapeva cosa voleva dire Draco quando affermava che Astoria lo capiva.
“Perché è una purosangue come te?” insinuò e le lacrime insistevano ancora per uscire.
“No, non è quel che ho detto. Solo che...” e si interruppe: non voleva farla arrabbiare ancora di più. E Hermione lo capì.
“Non è una nata babbana. Una sangue sporco come me? Una di cui vergognarsi?” iniziò a bombardarlo con tutte quelle domande che, per anni, l'avevano tormentata e che non l'avevano mai fatta sentire completamente accettata dai Malfoy.
Il silenzio di Draco le diede conferma dei suoi dubbi. Si asciugò le lacrime e si smaterializzò nell'atrio di casa loro, poi con l'incantesimo Accio prese il suo baule e iniziò a preparare la valigia. Draco, intanto, era andato nel gazebo in giardino.


 
****
 
Versava ancora lacrime amare, mentre – con la magia – apriva il baule ed aveva iniziato a far scendere i primi indumenti giù per le scale per ripiegarli nella valigia. La sua memoria aveva iniziato a vagare, andando indietro nel tempo. Ripercorrendo tutti i momenti che aveva vissuto con Draco, fin dal principio: Hogwarts.
Dopo la battaglia finale con Voldemort, Hermione, a differenza di Harry e Ron, aveva deciso di concludere gli studi a Hogwarts, frequentando il settimo anno insieme a Ginny e gli altri. Sentiva, però, che non era più lo stesso. Non avvertiva più l'aria spensierata e allegra che aveva avuto durante gli altri anni, forse perché l'orrore della guerra l'aveva cambiata e quelle mura non le davano più la sensazione di un luogo sicuro, di casa, a causa della cruenta battaglia che l'avevano vista protagonista. Insomma, non era più lo stesso. Forse perché non c'erano i suoi due migliori amici a sostenerla. Non che con Ginny e Luna si sentisse a disagio, ma percepiva che aveva perso un pezzo di sé, aveva perso la sua infanzia. Ecco perché, spesso, si isolava, andando nel parco a leggere qualche libro: per estraniarsi da quella realtà che ormai non le apparteneva più.
In quel piccolo angolo di natura, però, non era sola. Tra tutti gli studenti che avrebbe pensato seduti sul prato del vasto parco di Hogwarts non avrebbe mai visto Draco Malfoy. Lui non era il tipo da stare seduto all'aria aperta. Tuttavia quel suo aspetto la interessava, perché Draco stava seduto a gambe distese appoggiato con la schiena a uno dei tanti alberi che costellavano l'immenso parco e, con aria pensierosa quasi persa, guardava il lago, la luce che si rifletteva sullo specchio d'acqua, quasi perdendocisi dentro. Evidentemente anche in lui qualcosa era cambiato. La battaglia l'aveva mutato, aveva finito per constatare Hermione. E ciò la incuriosiva, perché non aveva mai visto Malfoy sotto quella luce. Una luce nuova, diversa. Ecco perché uno dei tanti pomeriggi in cui si ritrovava seduta nel vasto parco, decise di fare un primo approccio.
Che stai tramando?” ma non aveva potuto fare a meno di insinuare qualcosa, perché forse le piaceva rivivere i vecchi tempi, in cui il vecchio Malfoy pianificava scherzi da fare a qualche povero sventurato.
Cosa vuoi, Granger?” e lui aveva replicato con aria seccata, forse perché detestava che qualcuno di indesiderato osasse disturbare la sua quiete.
Niente, è solo che...” si interruppe. Solo che? Si ritrovò a chiedere. Era strano trovarlo lì? Seduto in mezzo all'erba come una persona qualunque?
Che cosa? È vietato sedersi sull'erba?” domandò Draco, come se l'avesse letta nel pensiero.
No. Lascia perdere. Mi sembrava solo strano, trovarti qui, da solo.” aggiunse, quasi a giustificare ciò che aveva insinuato poc'anzi.
Lui non rispose, si limitò solo a sorridere, ma Hermione in quella piccola smorfia che si era delineata sul volto di Draco vide che c'era malinconia no, disperazione. E allora capì che Draco era cambiato e lei si ritrovò incuriosita nel scoprire cosa fosse cambiato in lui.
Un sorriso amaro si dipinse sul suo volto, quando la sua mente aveva rievocato quel ricordo, che per lei fu l'inizio di tutto. L'inizio del suo interesse verso il suo antico nemico. Interesse che si era protratto durante tutto quell'anno, in cui entrambi si erano scoperti, entrambi si erano messi a nudo l'uno di fronte all'altro. Finché avevano iniziato ad amarsi.
Ormai erano mesi che si vedevano. Nell'ultimo periodo si erano avvicinati l'uno all'altra ed Hermione aveva scoperto quanto profondo potesse essere Draco, quanto, in fondo, lei fino a quel momento non lo conoscesse affatto. Non seppe come accadde di preciso, ma un giorno – in uno dei tanti pomeriggi in cui avevano avuto lezione fino a tardi – oltrepassarono quella barriera dell'amicizia – se così si poteva definire – e le loro labbra si erano sfiorate in un caldo bacio. Dapprima insicuro, titubante, ma che poi si prese di confidenza, diventando caldo, bollente, passionale, avido. E non si seppe spiegare come, ma erano finiti nella stanza delle necessità, attorcigliati l'un l'altro in un groviglio di corpi nudi, in cui le mani di entrambi vagavano attraverso i loro corpi, esplorandoli, assaporandoli, assaggiandoli. Solo dopo, quando ricollegò il cervello, Hermione capì ciò che era appena accaduto. Ma nonostante il peccato appena consumato, si sentiva in estasi, come non succedeva da tempo ormai.
E da allora la loro relazione clandestina cominciò. E non fu una relazione facile fin da subito, aveva constatato Hermione con un sorriso amaro che le si era dipinto sul volto. Perché Draco era un tipo difficile, possessivo, geloso soprattutto di Ron. E lei aveva capito fin da subito che avrebbe dovuto fare una scelta importante.
Erano alcuni mesi che il loro amore era sbocciato clandestinamente e ormai la stanza delle necessità era diventato il luogo dei loro incontri amorosi, in cui consumavano la loro ardente passione. Ma l'urgenza di poter vivere il loro amore alla luce del sole premeva nelle loro menti, specialmente in quella di Draco, e Hermione l'aveva ben compreso. Draco diventava sempre più geloso, più possessivo, più ossessionante. Ogni volta che si nominava Ron – o gli amici di Hermione – il suo volto si rabbuiava, quasi come se stesse pensando che lei avrebbe potuto lasciarlo andare. E questo provocava in Hermione un enorme magone. Ciononostante il loro idillio, per quanto estenuante potesse essere alle volte, continuò e ben presto fu impossibile contenerlo alla sola stanza delle necessità.
Fu un giorno di primavera in cui il bel tempo aveva permesso ai due amanti di sedersi sull'erba fresca del parco che cambiò le carte in tavola. Draco non aveva resistito: l'aveva baciata a fior di labbra. E lei dapprima rispose al bacio, quasi rapita da quell'incanto, ma poi ritornò alla realtà.
Draco, ti prego! Qualcuno potrebbe vederci!” aveva cercato di defilarsi da lui, ma inutilmente dato che il ragazzo le catturava le labbra in piccoli morbidi baci.
Non ci riesco. Non ce la faccio! Io ho bisogno di questo!” era questa la sua replica. Ed Hermione non replicò, perché anche lei la pensava allo stesso modo. Anche lei era stanca di nascondersi, di vivere il loro amore rinchiusi in una stanza, alle spalle dei suoi amici.
Nessuno dei due si accorse di due ragazzi che passeggiavano poco lontano. E una era niente meno che Ginny Weasley, la quale vide la scena.
Solo dopo Hermione aveva collegato la cosa: Ginny aveva parlato con Ron, perché non poteva sopportare quella ingiustizia e Ron, dapprima non credendoci, aveva deciso di farle una sorpresa venendola a trovare a Hogwarts. Forse per verificare le parole di Ginny, forse per dimostrare che lei, Hermione, non si sarebbe mai macchiata di una grave colpa quale il tradimento. Hermione pensò che potesse essere la seconda possibilità, perché sapeva benissimo come Ron l'aveva sempre vista. Fatto sta che quella conversazione, anzi lite furiosa, che ebbe con il suo ragazzo di allora le cambio la vita. Si ritrovò a pensare mentre i suoi indumenti scivolavano giù per le scale e si posavano ripiegati dentro il baule.
Le vacanze di Pasqua si avvicinavano sempre più e le giornate diventavano sempre più soleggiate, motivo per cui quel giorno Hermione e Draco avevano deciso di fare una lunga passeggiata. Ovviamente cercando posti non affollati per non farsi vedere insieme. Ed era proprio mentre ritornavano al castello che lo videro: Ron Weasley con una faccia tinta di rosso fuoco che li fissava con un'aria minacciosa. Ed Hermione capì, poiché dopo tutto quel tempo aveva imparato bene a riconoscere le espressioni di Ron. E quella doveva indicare che era infuriato. Ed Hermione intuì perché: lo aveva scoperto.
Ron...” aveva iniziato lei a prendere parola, perché anche se si erano avvicinati, Ron era rimasto ammutolito a fissarli, con uno sguardo meravigliato.
E lui non rispose: si limitò a voltarsi e a correre via. Ed Hermione lo seguì senza esitare, perché Ron meritava una spiegazione.
Hermione ricordava bene quel giorno. Volarono insulti, pianti isterici, rabbia... di tutto. E poi le vennero in mente delle parole che Ron, alla fine della discussione, le aveva rivolto e che, ora come ora, dopo anni, vedeva avverate. “Stai commettendo un errore. Finirà male, lui non è fatto per te. Non potrà mai apprezzarti, perché sei una nata babbana.” In quel momento Hermione aveva risposto difendendo la sua relazione con Draco, accusando Ron che si sbagliava. Ma adesso guardandola da un'altra prospettiva capì che il suo ex avesse ragione. Ma lei a quel tempo aveva già preso la decisione di rinunciare a tutto per amore di Draco.
Dopo che si era detta addio con Ron, le vacanze di Pasqua erano giunte ed Hermione era stata invitata da Draco a passarle alla sua villa nello Wiltshire. Hermione non se l'era sentita di rifiutare, dato che sapeva che alla Tana non sarebbe stata più la benvenuta. E poi Draco le aveva assicurato che sarebbero stati soli, in quanto i genitori avevano deciso di andare in vacanza in montagna. Fu la settimana più bella della sua vita. Si era lasciata tutto alla spalle: il dolore per avere rinunciato ai suoi amici, la paura della solitudine. Tutto di fronte a quei momenti idilliaci con Draco sembrava superfluo. E si convinse che il loro amore era possibile, puro, vero. Si convinse che aveva fatto la scelta giusta.
Ma i momenti idilliaci durano poco, e questo Hermione lo sapeva benissimo. I genitori di Draco erano tornati prima dalle vacanze e fu per una sfortunata coincidenza che scoprirono la loro relazione. I due coniugi, infatti, erano rincasati la sera tardi e non avevano avuto occasione di vedere il figlio, il quale pensavano dormisse. In realtà Draco era con lei, Hermione, immerso tra le braccia di Morfeo, dopo una notte di passione. Fu solo il mattino dopo che Lucius e Narcissa Malfoy appresero la novità. Era tarda mattina e ancora né lei né Draco si erano svegliati, immersi ancora nel sonno profondo e catartico che quella notte gli aveva colti. E furono sorpresi quando la porta della stanza di Draco si aprì, dato che sapevano di essere soli in casa.
Draco, tesoro, tutto bene? Io e tuo padre siamo tornati prima, perché...” ma la signora Malfoy si interruppe non appena vide la scena che aveva davanti: suo figlio aveva alzato il busto per vedere chi fosse entrato nella sua stanza e con lui la Granger di cui aveva sentito spesso parlare, avvolta dal lenzuolo di seta per coprire i seni nudi. Ci mise pochi secondi a riempire i puntini. Boccheggiò in cerca di un qualcosa da dire, ma non seppe trovare nulla di carino da riferire al suo amabile figliolo. Di contro nemmeno suo figlio seppe cosa dire.
In quel preciso istante, entrò nella stanza anche Lucius Malfoy, il quale si era spazientito nel non vedere la moglie e il figlio scendere per la colazione. E quando vide la scena che gli si presentò davanti, qualcosa in lui si accese, perché poteva sopportare tutto, ma non quell'atroce torto che suo figlio gli aveva appena fatto.
Draco... cosa stai combinando?” aveva posto quella domanda, sussurrando e con dipinta sul volto un'espressione glaciale, che avrebbe congelato anche un orso polare.
Come osi? Come osi? Andare a letto con una... sanguesporco!” aveva pronunciato quell'ultima parola con un tono di disprezzo, perché anche se aveva aiutato il ministero a catturare i mangiamorte, la sua ideologia della purezza del sangue non era mutata. Hermione abbassò gli occhi quando sentì pronunciare quell'insulto. Draco, invece, montò su tutte le furie.
Non chiamarla così! Io e lei stiamo insieme, chiaro?” aveva urlato contro suo padre. Ed Hermione, in quel momento si sentì rincuorata, perché anche Draco stava lottando per loro.
Ma quello, visto da un'altra prospettiva, fu solo l'inizio dei loro problemi, perché Lucius Malfoy non si arrese e gli aveva sempre ostacolati. Ma nemmeno Draco si arrese ed Hermione sapeva benissimo che lui l'aveva sposata solo per fare un dispetto a suo padre, per dimostrare quanto si sbagliava su di loro. E si erano sposati troppo giovani, lo sapeva. Appena ventenni, dopo un anno o più di fidanzamento.
Il loro matrimonio non fu certo uno di quelli stravaganti e pieno di lustrini e addobbi vari. No, loro si erano sposati in segreto accompagnati da due testimoni che avevano trovato lì per caso quel giorno. Eppure Hermione ricordava l'emozione che aveva provato in quel momento. Si era sentita, in quell'istante, la donna più felice dell'intero mondo magico.
E tutto era andato a meraviglia, almeno i primi tempi. Avevano deciso di vivere sempre nello Wiltshire, sempre in una terra di proprietà dei Malfoy, non lontano dalla Villa principale, e la loro vita scorreva in maniera normale. Lei aveva trovato anche lavoro e l'ombra di Lucius Malfoy sembrava averli abbandonati per sempre.
Ma era stata un'ingenua a pensare che il padre di Draco – una volta appresa la notizia del loro matrimonio – si fosse arreso e avesse deciso di accettarla come moglie di suo figlio. Era un giorno qualunque, una domenica qualunque, e lei era impegnata a preparare il pranzo, quando Draco entrò in cucina con un'aria turbata. E lei capì che dovesse riguardare il padre, dato che quella mattina il marito era andato a trovare i suoi genitori. E quando Draco si mise le mani tra i capelli tirandoseli indietro, come faceva tutte le volte che covava qualcosa dentro, Hermione capì: aveva litigato con il padre.
Draco...” si era avvicinata al marito, il quale si era seduto, appoggiando i gomiti sul tavolo da pranzo.
è impazzito!” fu tutto ciò che disse il giovane Malfoy, mentre con le mani si tirava i capelli, come quando faceva tutte le volte che si innervosiva.
Chi? Tuo padre? Draco...” ma fu interrotta dal marito, che si era voltato di scatto verso di lei, prendendo la parola.
Ti rendi conto? Si è messo in testa di combinarmi un matrimonio? A me? Non ha capito che io sono già sposato?” e si rivoltò, appoggiando i gomiti al tavolo e tirandosi di nuovo i capelli.
Hermione dapprima non rispose, perché era rimasta così basita da non sapere cosa replicare. Draco, però, prima che lei potesse formulare alcun tipo di pensiero, si era voltato di nuovo verso di lei prendendo di nuovo la parola.
Questa Astoria Greengrass... non so manco chi sia! Dice che è perfetta per me... per la linea di sangue...” Astoria Greengrass... quel nome non le fece nessun effetto a quel tempo e non si sarebbe mai immaginata di sentirselo ripetere più e più volte.
Sì, perché quel nome non li aveva abbandonati, veniva fuori periodicamente, lo stesso numero di volte in cui Draco andava a trovare i genitori e tornava innervosito e intrattabile. Ed Hermione si sentiva impotente, perché non sapeva come aiutare Draco, in quella lotta contro il padre. Ma si sentiva fiduciosa, perché sperava che la loro storia sarebbe stata più forte ed avrebbe spazzato via quella bufera che si stava avvicinando sempre più.
Ma così non accadde, quel nome non li aveva lasciati e continuava a perseguitarli. E come se non bastasse un giorno Hermione apprese che Draco aveva persino incontrato quell'Astoria. Lui era tornato sempre con quell'aria innervosita ed Hermione, come al solito, intuì che aveva di nuovo discusso con il padre.
Non ci posso credere! Ha avuto la faccia tosta di presentarmela!” aveva sbraitato Draco, più come se parlasse a se stesso, che con Hermione.
Ma a lei ciò non importava, poiché quelle parole appena pronunciate dal marito, l'avevano rincuorata, risollevata in qualche modo, perché Draco stava lottando per loro, non stava cedendo e loro avrebbero vinto.
Ma si era sbagliata ancora una volta: loro due erano finiti, inevitabilmente, per allontanarsi. Forse perché Hermione aveva finalmente recuperato il rapporto con il suo migliore amico, Harry e con sua moglie Ginny, e questo mise a disagio Draco, facendolo allontanare da lei; o forse perché Draco stava cedendo alle lusinghe del padre. Questo Hermione non poteva saperlo con certezza. Ciò di cui era certa era che avrebbe fatto di tutto pur di salvare il loro matrimonio, il loro amore. Posò una mano sul ventre, in cui batteva quella piccola vita. Pensava che – grazie a quel bambino, frutto del loro amore – il loro rapporto sarebbe stato salvato, ma era arrivata troppo tardi.
Sospirò un'ultima volta, anche l'ultimo dei suoi effetti personali era scivolato nel baule, che si era chiuso ermeticamente. Si guardò intorno, dando un ultimo sguardo a quella casa che aveva visto vivere il loro amore e che ora lo vedeva morire. Afferrò il baule e si diresse verso la porta. Draco non era ancora rincasato ed Hermione capì che si era arreso, aveva ceduto, la stava lasciando andare. Aprì la porta, mentre le lacrime avevano iniziato di nuovo a scorrere sul suo viso. E poi si smaterializzò: la destinazione? A casa di Harry Potter, l'unico su cui poteva contare, l'unico da cui potesse rifugiarsi.






Note dell'autrice: salve! Dopo più di un anno torno su questo fandom, scegliendo di scrivere su una coppia che non ho mai amato, ma che, tuttavia, di recente ha stuzzicato la mia curiosità, perché volevo capire perché questa ship ha avuto, ed ha, così tanto successo. E niente sono finita per apprezzarla, forse innamorarmente, ecco perché ho deciso di scrivere questa storia, che spero vi sia piaciuta. È la prima volta che scrivo su di loro, specialmente sul personaggio di Draco, quindi spero di averli resi bene. A presto.
   
 
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