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Autore: Voglioungufo    02/06/2020    3 recensioni
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«Malattia di Hanahaki (花 吐 き 病): Vomitare fiori.
La vittima tossisce petali di fiori quando soffre di amore unilaterale. Più si avvicina a un fiore sbocciato, più ci si avvicina alla morte. Oltre al ricambio dei sentimenti da parte dell’amato, non esiste una cura nota per questa malattia
Sasuke alza lo sguardo dal testo polveroso e guarda Sakura, il suo volto pallido e gli occhi gonfi dal pianto, la cornea macchiata rosso.
“Non esiste nulla del genere” dice.
Ma il mucchio di fiori che gli porge con un singhiozzo dice il contrario.
Ha una fitta al petto, un dolore che si mischia al senso di colpa e gli blocca il respiro. Perché vorrebbe, ma non può amare Sakura come vuole lei, non ci riesce.
“Sakura…”
Scuote la testa, gli occhi umidi. “Non sono miei…”
Sono di Naruto.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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5
Trifoglio bianco
 
 
Naruto non ricordava fosse così facile respirare: sentire l’aria scendere lungo la trachea, riempire i polmoni e rivitalizzare il sangue in tutto il suo organismo. Non sente ostruzioni, fiori che la bloccano e pungolano la sua carne, è facile come… be’, è facile come respirare.
Appena fuori dal lugubre nascondiglio di Orochimaru, dove l’Alleanza l’ha rinchiuso con l’illusione di tenerlo prigioniero e sotto controllo, la prima cosa che fa è arrampicarsi sulla cima dell’albero più alto. La fragranza del bosco – le foglie, il vento, la resina – lo colpiscono al viso come un inno alla vita e si trova a sorridere, a respirare più forte e sentire che non sta per morire.
Non sta per morire.
Uzumaki Naruto ha fregato la morte ancora una volta.
E sta amando. Ama visceralmente sentirsi vivo, poter respirare e stordirsi con i profumi della natura che lo circonda. Ama pensare a Obito in questo momento senza sentire il fiato bloccarsi nei polmoni, senza che all’ossigeno venga impedito di raggiungere il suo sangue.
È così bello che ride. Ride anche quando Sakura e Sasuke lo raggiungono sulla cima dell’albero. Sente di amare anche loro e che non smetterà mai di farlo.
Sakura ricambia la risata e gli strapazza i capelli.
Sasuke guarda il fondo del bosco, anche se non vede l’entrata del nascondiglio. Le risate dei suoi compagni gli fanno male, perché ripensa alle ultime maliziose parole di Orochimaru.
“Non potrete abusarne per sempre, l’hanahaki reagirà”.
 
*

Per qualche tempo, hanno l’illusione che la tempesta sia passata.
Naruto può pensare liberamente a Obito, può andare alla sua tomba e addirittura parlarne senza che la sua gola venga riempita di petali. Naruto ama e non soffoca.
Dà quasi l’illusione che tutto sia stato solo un brutto sogno, qualcosa che hanno solo immaginato. Del resto è una malattia così strana, assurda, che Sasuke si chiede come abbiano potuto crederci.
Naruto sta bene. Va tutto bene.
Finché non tornano i fiori.
Finché un colpo di tosse non scuote la sua gola, subito dopo che Kakashi ha accennato qualcosa su Obito. Sasuke inorridisce quando Naruto tiene la mano premuta sulla bocca, gli occhi sgranati di consapevolezza, e borbotta qualche scusa prima di uscire di corsa dalla stanza.
Lui e Sakura lo seguono, ovviamente, e lo ritrovano in una stanza di archivio vuota, con una pozza di petali e saliva sul pavimento. Continua a tossire forte, come non succedeva da molto tempo, i petali gialli e larghi di un girasole che si fanno forza per uscire dalla sua gola.
Amore devozionale. Amore ossessivo.
Un altro significato del girasole è l’allegria e la solarità, tutto ciò che Naruto dovrebbe rappresentare. Ma in questo momento quei petali gialli, troppo brillanti, sono solo un promemoria di morte.
Non hanno fermato l’Hanahaki.
L’hanno solo rallentata.
 
*

Tornano da Orochimaru.
In un ciclo continuo Naruto compie l’operazione, riesce a respirare per qualche tempo, ma poi i fiori tornano e ogni volta sono sempre più aggressivi.
Sakura conta con angoscia i giorni che passano tra un’operazione polmonare e l’altra: di volta in volta, il tempo di pace si accorcia. Ma quel che peggio, è che ogni volta la malattia si presenta più esplosiva di quanto fosse stata all’inizio. Fin da subito Naruto tossisce quantità ingenti di petali.
Poi una volta, fin dalla prima tosse, nella sua gola si fa strada un bocciolo.
È come una diga. Hanno tentato di metterci una toppa, ma più il tempo passa più il fiume si ingrossa e l’acqua diventa troppa, sfondando ogni volta la loro patetica difesa, che per quanto tentino di volta in volta di ripararla, aggiustarla, diventa sempre più inutile davanti alla forza della corrente.
Il loro tentativo è troppo debole davanti all’amore che Naruto continua ad alimentare.
Ma per ora è tutto quello che possono fare.
 
*
 
“Dovevamo dirlo a Kakashi-sensei” si morde le labbra Sakura.
Dalla stanza d’ospedale dove sono nascosti possono vedere le porte di Konoha, le stesse porte da cui quella mattina Naruto è uscito in missione con una squadra.
Sakura non è preoccupata: è spaventata.
Conta i giorni dall’ultima operazione di Orochimaru sulle cinque dita delle mani.  L’ultima volta c’è stato uno stacco di soli otto giorni prima che ricominciasse a tossire. Ha paura che succeda in missione. Ha paura che l’hanahaki abbassi le sue difese e lo metta in pericolo.
“Sì, avremmo dovuto farlo”.
Sgrana gli occhi e si sente la gola punta da mille spilli.
Sasuke non doveva essere d’accordo con lei. Sasuke doveva rassicurarla che tutto sarebbe andato bene, di avere fiducia in Naruto.
Si alza dalla sedia con uno scatto nervoso.
“Siamo ancora in tempo per dirglielo” propone concitata.
Ma Sasuke l’afferra bruscamente al polso quando tenta di andare.
“Glielo abbiamo promesso” le ricorda con voce stanca, gli occhi che brillano di ammonimento.
Fra loro tre non esiste nulla di più importante di una promessa. Loro tre sono frutto di una promessa. Non ne tradiranno mai una, anche a costo di morirne.
“Comunque, stai tranquilla” cerca di calmarla mentre torna a sedersi sul tavolino dove si sono raccolti. “Gli ho impresso un sigillo e ho parlato con il Kyūbi: se dovesse succedergli qualcosa, Kurama colpirà il sigillo con il suo chakra avvertendomi e mi basterà teletrasportarci dove si trova”.
È una soluzione semplice e Sakura è grata che Sasuke ci abbia pensato. La rassicura appena in parte, perché se succederà qualcosa loro potranno intervenire.
Incrocia le dita sotto il tavolo in una muta preghiera che non sia necessario.
 
*
 
Era da molto tempo che Naruto non lasciava il villaggio per una vera missione. Un po’ gli era mancato e sarebbe tutto molto bello se non fosse per il motivo per cui la stanno compiendo.
La guerra ha generato troppo pazzoidi.
Pazzoidi che venerano Kaguya come una vera divinità, che hanno dato via a un suo culto finalizzato al suo ritorno.
La Chiesa dello Tsukiyomi si è dichiarata fin da subito nemica dell’Alleanza ninja, reputata colpevole di aver impedito la sua venuta e l’ascesa a un mondo puro. Da quando si è formata viene cacciata da ogni nazione, ma non è mai stata un vero disturbo: all’inizio era solo un circolo di fanatici la cui unica minaccia era il lavaggio del cervello nella popolazione. Finché nukenin di rank-S, per lo più mercenari contrari al tentativo di pace, non hanno deciso di approfittare della sua esistenza per i propri scopi. Con la scusa di ricreare lo Tsukiyomi, hanno ripreso a cacciare i Bijū con l’intenzione di usarli come armi.
L’Alleanza ha iniziato a intervenire, stanando i loro nascondigli e affrontandoli. Purtroppo l’organizzazione della Chiesa a nuclei separati rende tutto il processo lunghissimo e spesso inconcludente.
Non che questo li fermi dal continuare, tutt’altro. Appena hanno localizzato una loro base nella Terra del Fuoco sono stati mandati per eliminarla. Soprattutto questa volta hanno la possibilità di dare un vero freno alla questione, dal momento che cattureranno una  delle menti principali della Chiesa.
Con lui, Sai, Yamato e alcuni chūnin credevano di avere una potenza di fuoco più che sufficiente.
Purtroppo non si aspettavano che quella base fosse guidata da nukenin S con un’abilità innata davvero preoccupante.
Una seccatura, direbbe Shikamaru.
Tutto è andato come previsto dal piano di Yamato, sono riusciti a costringere l’uscita dei due nukenin portandoli a ridosso di una parete rocciosa, costringendoli in trappola. A questo punto basterebbe anche solo Naruto in Bijū mode per metterli fuori combattimento.
Basterebbe, se non fosse per le abilità innate dei due nukenin che capeggiano il gruppetto. Uno, un nukenin di Kumo, è in grado di rimpicciolirsi fino a diventare così piccolo da essere invisibile e impercettibile. L’altro, un disertore di Iwa, indurisce il suo corpo di uno strato di cristalli così duri che nemmeno il legno di Yamato sembra scalfire.
Basterebbe, se non fosse per i fiori.
Naruto ha iniziato a tossire petali mentre correvano fra gli alberi, quando ormai erano già fuori Konoha, tutto solo perché ha pensato a quanto sarebbe stata incredibile una missione con Obito al suo fianco.
Non si è fermato e ha continuato la missione: sono solo petali, si è detto.
Ma ora si sente sfinito. Non riesce ad avere il giusto controllo sul proprio chakra per poter colpire il Kumo-nukenin, né i suoi rasengan sono abbastanza concentrati e potenti per distruggere la barriera dell’Iwa-nukenin.
Anche se come previsto dal piano, continuano a resistere tenacemente e a difendere il loro Cardinale.
“Lascialo a noi, Naruto” ordina Yamato quando anche l’ennesima bijūdama fallisce contro lo strato di cristallo dell’Iwa-nukenin. “Occupati dell’altro!”
“Roger” assicura nonostante la frustrazione che lo divora.
Se non ci fossero fiori nel suo cuore a nutrirsi della sia vita, del suo chakra, i suoi attacchi non sarebbero così deboli.
Digrignando i denti cerca di sfogare il suo senso di impotenza contro l’altro obiettivo, ma il piccolo stronzo si riduce prima che possa riuscire a colpirlo. Nemmeno con l’aiuto di Kurama riesce a percepirlo, forse potrebbe con il chakra naturale, ma non si sente abbastanza in forma da poter tentare un kage bushin. Sembra quasi una barzelletta, che proprio lui non riesca a usarlo, ma quando succede sembra che anche il clone sia affetto di hanahaki e sparisce dopo pochi istanti per via dei fiori.
Potrebbe provare raccogliendo chakra naturale lui stesso, ma per farlo ha bisogno di tempo e di una pausa dal combattimento. Per ottenere entrambi non gli resta che un’unica soluzione.
Talk no justu.
“Perché state facendo tutto questo?!”
Anche se rimpicciolito, ci sono alcune caratteristiche del ninja che restano uguali, come la forza e la voce. Naruto si trattiene a fatica dall’istinto di muoversi verso dove la sente provenire.
“Perché Kaguya-sama è la nostra madre, noi siamo i suoi figli. È così sbagliato desiderare di ricongiunsi con la propria madre?”
“Stronzate” ringhia, gli occhi che vagano per tutto lo spazio in cerca del più minimo segnale.
Fortunatamente ormai è diventato abbastanza abile ad assorbire chakra naturale da potersi permettere questi minimi movimenti o parlare.
“Kaguya è un cazzo di alieno che assorbirà tutto il chakra della terra per distruggerla!”
“Il chakra le appartiene, è lei che ce l’ha donato. Torneremo a essere uno con lei in un mondo perfetto!”
Naruto non sa se pensa davvero quello che dice, se alla fine abbia subito anche lui il lavaggio del cervello, o se stia portando avanti una recita. Sa solo che ha la nausea a sentire queste parole, queste farneticazioni.
“Quella sarà una pura illusione, il mondo perfetto che cercate può essere creato solo con la collaborazione e l’impegno di…”
Il senso di pericolo fa attivare parzialmente la sua bijū mode, una mano di puro chakra lo para dal colpo invisibile che stava arrivando. Purtroppo il kumo-nukenin si è dileguato prima che potesse percepirlo chiaramente.
Cazzo.
Cerca di ritrovarlo seguendo la risata fredda.
“Mi avevano detto che al Kyūbi no ko piace chiacchierare” dice derisorio. “Ma credi che le tue parole basteranno? Noi non siamo come quello sporco traditore…”
Sente freddo, nonostante il calore dell’energia naturale che si deposita su di lui come una seconda pelle, e spalanca gli occhi senza riuscire a trattenersi.
“Che?” sussurra.
Non stanno parlando di lui. Non possono osare parlare di lui.  
C’è una pausa e forse Naruto ha lasciato intendere troppo anche da quel semplice mormorio, o forse è la sua espressione, perché quando il kumo-nukenin risponde il suo tono è provocatorio.
“L’Uchiha traditore che ha rinunciato al sogno perfetto per marcire come l’insetto che era, incapace di portare a termine il suo compito… quella feccia priva di determinazione che ha voltato le spalle alla madre… Noi non falliremo!”
Naruto nemmeno ascolta l’ultima parte, la rabbia lo incendia e sembra far da catalizzatore al chakra naturale. Sente l’energia scorrere in tutto il suo corpo, mescolarsi al suo chakra e rinvigorirlo. Tutti i suoi sensi diventano ancor più acuti e perspicaci su ciò che lo circonda, come immaginava in quel modo riesce a percepirlo. Ed è contro quella piccola fiammella di chakra che percepisce che rigetta tutta la sua rabbia.
“Non osare chiamarlo feccia!”
Sorretto dalla forza del chakra naturale il pugno che colpisce il terreno provoca lo stesso effetto della forza bruta di Sakura, una cratere si apre sulla terra rocciosa esplodendo in detriti.
Ma nonostante tutto non è riuscito a centrarlo, la sua unica consolazione è di averlo ammaccato abbastanza da averlo costretto a tornare nella sua misura normale.  Naruto si raddrizza pronto a fare definitivamente il culo, a fargli rimpiangere l’aver parlato in quel modo ingiurioso, per aver sputato sul sacrificio di Obito… ma sente quella fitta.
Con i sensi ipersensibili del senjutsu, Naruto può sentirlo chiaramente.
Riesce a sentire il battito del suo cuore velocizzato dalla paura essere soffocato da radici. Riesce a sentire davvero per la prima volta la presenza dei fiori nel suo corpo, come la cosa estranea che sono, come il nemico da combattere. I polmoni bruciano, il muscolo cardiaco strida nel tentativo di continuare il suo dovere e fa così male mentre l’ossigeno diminuisce.
Si ritrova in ginocchio a tossire senza rendersene conto, la gola gonfia per tutto quello che la ingombra e non riesce a respirare. La tosse non è stata mai così forte e improvvisa, che sembra scavare direttamente nella gola, strappare ogni alveolo. Gli occhi gli diventano umidi mentre porta le mani alla bocca, alla gola, e tossisce nell’unico modo istintivo che il suo corpo conosce per liberarsi di quel male.
Sono solo gli anni di allenamento costante che lo salvano dal colpo imminente, ma la sua schivata è debole e lenta e sente comunque il chakra bruciargli il fianco.
“Patetico”.
Tra i singulti e i colpi di tosse la voce derisoria arriva a fatica alle sue orecchie. Tutto ciò che percepisce è solo la consapevolezza di star soffocando. I fiori, forse proprio rivitalizzati dal chakra naturale, sono più aggressivi che mai.
Sto per morire, realizza e si accorge di averne paura.
Questa morte sembra molto più spaventosa di quella che ha già sperimentato, dove lo shock di sentirsi privato del chakra di Kurama lo aveva reso incosciente prima che fosse consapevole di quello che stava per accadere. Ma ora lo sa, sente chiaramente come l’asfissia forzata lo sta lentamente uccidendo.
Rotola a evitare a malapena un altro corpo, i fiori che si arrampicano nella sua gola per poter finalmente sbocciare fuori dal suo corpo. Le raccapriccianti immagini che ha visto nel rotolo di Orochimaru sono stampate a fuoco nella sua mente.
“E questo sarebbe l’eroe delle nazioni ninja? Non riesci nemmeno a reggerti in piedi!”
Il nuovo colpo lo colpisce alla gamba, sente i legamenti lacerarsi e il dolore paralizzare i muscoli. Il sangue cola mentre la rigenerazione istantanea di Kurama non può intervenire, completamente impegnato com’è a non far collassare i suoi polmoni.
“Sei debole! Non riuscirai mai a contrastare il nostro sogno perfetto!”
Naruto stringe i pugni, digrigna i denti.
Un sogno perfetto…
Ricorda quando era un bambino paffuto di dodici anni, quando a testa bassa si gettava nel pericolo sicuro di non poter morire, perché non sarebbe morto finché non avesse raggiunto il suo sogno.
Sto per morire.
“Tu credi davvero di poter morire?”
La voce di Sakura gli risuona cristallina nella mente, sovrastando i colpi di tosse e i rantoli soffocati.
“Jiraiya. Tuo padre e tua madre. Nagato e Konan. Neji e tutti gli altri shinobi che sono morti per te. E non solo loro: anche Tsunade, i Kage, i Bijū, Kakashi… hai fatto una promessa a ognuno di loro. Hai promesso che avresti cambiato il mondo e creato la pace. Lo hai promesso anche a Obito! Vuoi rimangiarti la promessa?”
No, mai!
La tossa è insopportabile, le costole scricchiolano e i polmoni bruciano dal tentativo di sopportare lo stritolamento, il suo cuore fa sempre più fatica ogni secondo che passa.  Ma si alza in piedi. Unisce le mani al petto e riesce e raggruppare una barriera di chakra naturale prima che l’ennesimo colpo possa schiacciarlo. Anche se è lo stesso chakra che lo sta lentamente consumando dall’interno, che nutre i fiori. Anche se trattenerlo lo avvicina ogni secondo all’asfissia.
Lui completerà questa missione. Cattureranno quel Cardinale, cancelleranno la Chiesa dello Tsukiyomi e quell’incubo sarà finalmente concluso. Lui ha promesso.
L’ha promesso a Obito.
Chiude gli occhi, l’energia che lo abbandona ancora una volta, ma non può crollare. Davanti a lui, nel buio degli occhi chiusi, riesce a vedere l’immagine di Obito poco prima che morisse, la sua schiena bianca attraversata da crepe. Prova la stessa disperazione di allora e per un momento gli sembra di aver viaggiato nel tempo, di vedere davvero quello sguardo speranzoso e grato.
“Promettimi che diventerai Hokage a qualsiasi costo!”
Sakura ha ragione, se muore non può mantenere questa promessa. E quella promessa ormai non è più solo sua, quel sogno di diventare Hokage è sorretto da troppe persone che hanno creduto in lui, che lo hanno spinto a seguirlo quando da solo non poteva fare nulla. Ormai quel sogno è qualcosa più grande di lui, non ha più il diritto di arrendersi da molto tempo.
Riesce a percepire il chakra riavvicinarsi, il suo proprietario ancora troppo piccolo per essere visibile. Ormai ha esaurito tutte le forze, respirare è sempre più faticoso. Ma non è solo.
Kurama…
Lo so.
Con fatica trattiene il chakra rosso sulle sue dita, alza la mano a toccarsi la pelle dietro l’orecchio, dove un sigillo di inchiostro nero brilla ancora fresco.
Lo tocca.
Il secondo successivo è troppo debole per reggersi in piedi. Si lascia andare alla gravità, gli arti morti, ma qualcuno interrompe la sua caduta senza forza.
Sorride con gli occhi socchiusi, mentre osserva Sakura appoggiarlo delicatamente al suolo e al suo fianco Sasuke sguainare kusanagi.
“Scusatemi…” rantola roco, un sussurro appena percettibile negli spasmi del suo corpo.
“Non dirlo nemmeno”.
Basta loro un solo sguardo al campo di battaglia per trovare subito la giusta intesa. Sakura salta, il byakugō che si espande dalla sua fronte in linee sinuose di chakra e potere, e atterra davanti all’Iwa-nukenin. Subito lo colpisce con il pugno, che scalfisce la corazza di cristalli in mille schegge, senza davvero romperla.
Sasuke fa scudo al corpo di Naruto in cerca di quell’avversario apparentemente invisibile, subito dopo lo sharingan ruota nell’iride cremisi permettendogli di osservare qualsiasi cosa.
In contemporanea un sorriso si profila sulle labbra di entrambi.
Non importa quanto forte possa essere lo scudo dell’Iwa-nukenin, ogni arma ha un punto debole di rottura e Sakura l’ha già trovato. L’armatura inizia da un punto preciso del suo corpo, una sorta di fonte, per poi diramarsi lungo il corpo e racchiuderlo. C’è un posto dove l’avvolgimento di cristallo si chiude, incontrando due lastre.
Scatta ancora, questa volta più veloce e potente di prima, e con le nocche si scontra in quel punto fragile, lontano dalla fonte. Canalizza tutto il suo chakra distruttivo in quel colpo, così forte che l’uomo è costretto a piegarsi sulle ginocchia, il terreno sotto i suoi piedi frana. L’impatto è stato così potente non solo da spezzare tutte le ossa del braccio di Sakura – che sta già curando con il suo byakugō, ignorandone il dolore pungente – ma da disintegrare l’armatura che fin’ora ha protetto il nukenin. L’iwa-nin non è abbastanza veloce da riprendersi a quella batosta, ancora in movimento Sakura lo colpisce con il collo della caviglia alla nuca e lo sbatte a terra, privo di sensi.
Nel mentre Sasuke riesce a individuare il kumo-nukenin prima che quello, saggiamente, decida di scappare. A differenza di Sakura, decide che quella feccia non merita la sua fatica. Si limita a concentrare il chakra nell’occhio rosso, mentre questo come una girandola ruota fino a trasformarmi nella figura del Mangekyo.
“Brucia” sussurra solo, maligno, mentre Amaterasu sorge sul corpo minuscolo, impercettibile. Ma non importa la sua grandezza, se sia visibile a occhio nudo o meno: le fiamme nere continueranno a bruciare finché non sarà consumato.
Sakura torna al suo fianco nel momento esatto in cui rinfodera Kusanagi – tirata fuori inutilmente – e quando si girano verso il compagno scoprono che Yamato e Sai si sono adattati facilmente alla loro comparsa approfittandone per catturare il Cardinale.  Ma anche loro rivolgono appena un’occhiata al vecchio clerico, concentrati piuttosto sulle convulsioni del corpo steso a terra. Dalla bocca di Naruto stanno uscendo a cascata piccolo fiori bianchi morbidi, con i petali disposti in un modo che li fa sembrare batuffoli di cotone.
Trifogli bianchi…, pensa febbrilmente Sakura mentre si accuccia nel tentativo di fare qualcosa. Ma sa che non può niente, che la sua cura è inutile davanti a questa malattia.
I fiori sembrano star crescendo direttamente dalla bocca di Naruto, che tiene spalancata come un pesce fuori dal fiume.
“Sakura…” è la supplica di Sasuke, impotente più di lei.
“Ci sto provando” dice tra i denti, tentando di ricordare gli appunti che ha letto di Orochimaru e il suo complesso procedimento.
Ma sorprendentemente delle mani più grandi e callose si sostituiscono alle sue, allontanandole dal petto di Naruto.
“Faccio io” dice Yamato con tono sicuro, professionale, quello che usava quando erano ancora dei ragazzini inesperti.
Per questo Sakura quasi reagisce d’istinto nel ritirare le mani e lasciar l’altro fare. Con gli occhi sgranati osserva Yamato mentre muove le mani sul petto di Naruto, premendo la pelle e come ascoltando il suo corpo.
“Sakura, mi serve che tu faccia un taglio pulito e preciso proprio qui fino alla cassa toracica, riesci a farlo?” la richiama.
Annuisce confusa. Ovvio che può farlo, l’ha già fatto una volta durante la guerra, quando ha fatto battere il suo cuore a mano. Le punte delle dita brillano di verde mentre comincia a incidere, con il proprio chakra impedisce al sangue di fuoriuscire e mantiene il taglio pulito come richiesto da Yamato. Il quale infila le proprie dita, a sua volta illuminate di chakra, le tiene dentro alla ferita per qualche secondo, che a Sasuke sembrano minuti infiniti, finché Naruto non ha un annaspo e un forte risucchio d’aria sembra finalmente passare per i polmoni e la trachea. Il respiro è ancora debole, ma sta respirando.
Ha ripreso a respirare.
“Ma come…!” sbotta Sasuke incredulo mentre Yamato sfila le dita e Sakura ricuce il taglio con il chakra, facendo tornare la pelle intatta.
“Ho usato il mokuton per controllare la crescita dei fiori, per un po’ resteranno paralizzati” spiega con voce calma, per nulla impressionato da quello che ha visto. Tutto il contrario di Sai, che per la prima volta da quando lo conosce riesce a vedere nel volto dell’ex-ANBU un’espressione di puro orrore. Non può biasimarlo, tra le labbra di Naruto ci sono ancora quei fiorellini di trifoglio.
Lo sguardo Yamato invece è semplicemente preoccupato, ma di quel tipo di rassegnazione che hanno i veterani di guerra davanti a un arto che può solo essere amputato.
“Hanahaki, eh?” mormora ombroso. “Brutta storia. Davvero brutta”.
 
 
 
 
 
 
 
In virtù della sua colorazione brillante, il significato più tipico del girasole è quello dell’allegria, solarità e vivacità.
Un altro significato viene dalla sua caratteristica capacità di seguire il sole, ed è il desiderio di seguire e stare al fianco della persona amata.
In altri tradizioni lo si dono anche per esprimere gratitudine, rispetto e ammirazione.
Ma il significato a cui si riferisce questo capitolo (amore devozionale, ossessivo) viene dalla mitologia greca romana. Ovidio narra nelle Metamorfosi di una ninfa di nome Clizia innamorata del dio del sole Apollo, che ne seguiva con i suoi occhi i suoi viaggi sul carro nel cielo. Dopo nove giorni ad osservare il sole venne però trasformata in questo fiore. Fiore che orienta la sua corolla verso l’astro proprio come faceva la ninfa Clizia. Quindi, se da una parte il Girasole si erge a simbolo di profondo attaccamento ad un’altra persona, dall’altro, può sottintendere anche un amore non ricambiato. A seconda delle circostanze, quindi, può simboleggiare una vera e propria ossessione.
 
Il trifoglio invece generalmente simboleggia la fertilità (per la sua capacità di rendere fertili i campi in cui cresce), ma nella sua colorazione bianche assume il significato di promessa. In questo caso comincia a crescere letteralmente dentro Naruto per il suo forte desiderio di mantenere la promessa fatta a Obito e tutti gli altri.
 
 
Eeeeed eccoci qui. In ritardo di un giorno perché ieri, essendo il primo Giugno e l’inizio del Pride Month, ho preferito approfittarne per riprendere a pubblicare una storia a tematica LGBT che avevo iniziato a pubblicare l’anno scorso. Faccio la sfacciata: nel caso vi interessassero questi argomenti e vi piacerebbe leggere una storia ambientata nelle vicende che hanno portato alla creazione del pride, questa «Stonewall – the first pride was a riot».
Passando a questa storia, ormai siamo agli sgoccioli. Il tentativo di riparazione ha avuto i suoi brevi frutti e ormai non basta più. Senza contare che ormai sia Yamato che Sai sanno quello che succedendo (colpo di scena: Yamato conosce l’hanahaki).
Nel prossimo capitolo ci saranno parecchie rivelazioni e… be’, una scelta molto difficile.
 
Vi ringrazio di cuore per le recensioni e mi dispiace di non essere riuscita a rispondere! Tenterò di rimediare questo giro, promesso ^^ Sappiate che sono sempre molto apprezzate e che mi rendono davvero felice, siete dei tesori ;__;
Al prossimo capitolo!
Hatta.
 
 
   
 
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