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Autore: Dragon mother    03/06/2020    2 recensioni
Isabella sta tornando da una breve vacanza insieme ai genitori. Poco prima di giungere nella sua città, l'auto su cui viaggia precipita in un laghetto. Lei viene salvata miracolosamente ma dei suoi genitori non vi è nessuna traccia... per alcuni anni...
Eccomi qui a ripubblicare questa storia dal mio vecchio account. Tutti i capitoli sono stati revisionati e all'occorrenza corretti.
Spero entrerete a dare un'occhiata.
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Carlisle Cullen, Edward Cullen, Esme Cullen, Isabella Swan | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Charlie/Renèe, Emmett/Rosalie
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Buongiorno ragazze, scusate il ritardo.
Dunque intanto ringrazio tutte voi che avete lasciato recensioni, che avete messo le mie storie tra le seguite, le preferite e le ricordate.. grazie di cuore.
Vi avviso che sto proseguendo con i capitoli di -Appuntamento al buio- e che sabato aggiornerò -Io sono nessuno-
Ora vi lascio al capitolo. Un bacio
 
 
 
 

Bella
 
Sono passati esattamente trentun giorni dall’inizio della scuola e domani è il mio diciottesimo compleanno.
Alice e Rosalie hanno già iniziato i preparativi per quella che loro chiamano la festa dell’anno, migliore di quella organizzata per il mio arrivo a casa Cullen.
In queste settimane il mio rapporto con Edward non è cambiato ma ho sempre quelle strane emozioni che sento agitarsi dentro di me quando passiamo del tempo insieme o quando i miei pensieri corrono a lui.
In queste tre settimane invece una cosa è cambiata: James ed io abbiamo iniziato a passare del tempo insieme.
Frequentiamo la stessa classe; è un bravo ragazzo, gentile ed educato ed è anche molto carino.
Anche a scuola è un alunno modello.
Qualche sera siamo usciti insieme per un gelato e un’occasione in particolare la ricordo bene perché avevo l’impressione che qualcuno ci seguisse.
 
Eravamo seduti su di una panchina vicina al parco e stavamo gustando il gelato, scambiando anche due parole, quando ad un certo punto un rumore mi fece voltare verso un cespuglio poco lontano.
Mi sembrava di aver visto un’ombra ma essendo buio non potevo esserne certa.
Così chiesi a James se potevamo fare due passi.
Passammo ancora un paio d’ore insieme ma quella sensazione di essere spiata mi restò fino a che lui mi riaccompagnò a casa.
Nel momento in cui James mi salutò con un bacio sulla guancia, la porta si spalancò mostrando un Edward a dir poco infastidito.
Quella sera mi rimproverò perché avevo fatto più tardi del solito.
Sinceramente ci restai male, lui non era mia madre o mio padre; neppure Esme o Carlisle si erano mai permessi di correggere i miei comportamenti.
Il mattino dopo però, venne in camera mia per scusarsi e tutto tornò come prima.
 
Mordo il tappo della mia biro mentre cerco di studiare queste ultime pagine di storia per l’interrogazione di lunedì, ma non riesco a farmele entrare in testa.
Sbuffo prima di lanciare il libro sul tappeto e appoggiare la testa sul cuscino.
Domani compio diciotto anni e dei miei genitori non si sa ancora niente.
Carlisle mi ha detto che le ricerche della polizia sono state interrotte tempo fa, quando tutte le piste portavano ad un vicolo cieco e non avevano altri indizi su cui indagare.
Ma so che lui e tutti i Cullen non hanno mai smesso e posso dire che nella mia immensa sfortuna sono stata proprio fortunata.
Un leggero tocco alla porta mi fa capire che ho visite.
Rosalie fa capolino e mi invita a seguirla, senza aggiungere altro.
“Che succede Rose, perché sei così misteriosa?” le chiedo intuendo comunque la nostra destinazione.
“Lo scoprirai molto presto”
Poi capisco che stiamo andando in camera di Alice e quando Rose apre la porta, sembra che lì dentro sia scoppiata una bomba.
“Oddio Alice ma che diavolo hai combinato? Cos’è tutta questa confusione?” chiedo conoscendo già la risposta.
“Sono i preparativi per la tua festa di domani. Scegli il colore che ti piace di più, così lo utilizzeremo come colore guida per tutta la festa. Ho già inviato tutti gli inviti, richiedendo agli ospiti di scegliere l’abbigliamento che preferiscono, con la clausola di evitare in assoluto il colore blu”
“Ti ringrazio Alice e grazie anche a te Rose, sarà una festa strepitosa ne sono certa, proprio come quella precedente” le abbraccio strette.
“Non ringraziarci Bella, ti meriti questo e molto di più. Bene, direi che il catering è pronto, gli inviti sono già stati recapitati, le decorazioni le abbiamo, tu hai il tuo vestito.. non manca niente!” esclama battendo le mani, come se avesse vinto la più grande battaglia della sua vita.
 
Quella sera mi addormento presto, sognando la festa del giorno seguente.
 
Mi sveglio di soprassalto, spaventata dal suono della sveglia.
Infastidita mi ributto tra i cuscini, concedendomi ancora un quarto d’ora di relax.
Sorrido beata, pensando che oggi è il mio compleanno e la mia famiglia mi ha organizzato una gran festa.
Quel flusso di pensieri viene ben presto interrotto da Alice, la quale decide che per oggi il mio abbigliamento deve essere di nuovo deciso da lei.
Mi sembra di essere la sua bambolina ma non mi lamento perché in fondo le sue attenzioni mi fanno sentire amata.
Mi mette tra le mani un vestitino rosa, molto semplice, con delle maniche a sbuffo, un corpetto aderente e una gonna a mezza ruota lunga al ginocchio.
Poi mi dà un paio di ballerine.
“Ma Alice, con tutti i vestiti che ho nel mio armadio, questo da dove spunta?”
“Oh questo è un vestito che avevo comprato per me ma non mi è mai piaciuto veramente. Te lo regalo volentieri”
E’ nuovo, ha ancora il cartellino attaccato.
“Allora grazie, mi piace molto”
“Oh sì lo sapevo, ecco perché ho scelto questo. Comunque, svelta che i ragazzi ci stanno già aspettando”
Mi preparo in fretta e dopo aver fatto colazione andiamo a scuola.
Sono serena e voglio godermi al massimo questa giornata.
 
Dai professori di scienze, letteratura e storia ci viene assegnato un compito molto particolare: dobbiamo svolgere ricerche sui miti e le leggende.
Mi sono sempre appassionata a questi argomenti e sto già pensando di fare un salto in biblioteca per consultare un po’ di libri.
“Allora ragazzi, il tema è Miti e Leggende. Potete parlare di esseri leggendari quali draghi, licantropi, fate, vampiri ecc., oppure dei miti greci come Perseo, Apollo, del minotauro o di quello che preferite. Potete svolgere la tesina come volete, analizzando un solo argomento oppure più di uno, l’importante è cercare di trovare un nesso per tutte e tre le materie.
Avete domande? Volete chiarimenti? Altrimenti vi ricordo che avete due settimane di tempo per consegnarla, a partire da oggi.”
In quel momento suona la campanella, liberandoci dall’ultima ora di lezione.
Prima di uscire dalla classe mi fermo a salutare alcune mie compagne, ricordando loro la festa di quella sera.
Nel corridoio, due braccia mi avvolgono e sento due labbra sfiorarmi una guancia.
“Ciao tesoro, dove stavi scappando senza salutarmi?”
“Ciao James, non stavo scappando, anzi ti stavo proprio cercando. Volevo chiederti se stasera ti va di venire un po’ prima, così stiamo un po’ insieme, che ne dici?” gli chiedo voltandomi per guardarlo negli occhi.
“Certo che mi va, passo per le 7 ok?”
“Sì, alle 7 è perfetto”
Sto per lasciargli un bacio quando qualcuno si schiarisce la voce molto poco delicatamente.
Edward.
“Sì arrivo, lo so, facciamo tardi, Alice si arrabbia e bla bla bla.. che pacco!” brontolo prima di scoccare un bacio a James e ricordargli l’appuntamento di stasera.
“Ti ho sentita, piccola ingrata!” mi urla Alice, dal fondo del corridoio, in mezzo al chiacchiericcio di alcuni ragazzi.
Questa è un’altra cosa a cui non riesco a dare una risposta ma mi ripeto come un mantra che lei è Alice la stramba.
“Andiamo o ci perseguirà per tutto il giorno” mi dice Edward alquanto irritato.
Ma quando saliamo in auto, ad Alice è già passato tutto mentre Edward è sempre più cupo.
“Allora Isa, che hai fatto di bello a scuola oggi? Lezione interessante con il professor Warren?” mi chiede lei mentre controlla un filo della sua camicetta.
“Oh sì da morire Alice. Il prof ci ha assegnato una tesina sui miti e leggende, lasciandoci totale libertà di scelta sull’argomento”
Sono davvero gasata per quel compito e credo lo svolgerò al meglio.
“Bene e hai già un’idea su cosa scegliere?” mi chiede lei veramente curiosa.
“Oh sì, dato che ho sempre avuto grande curiosità e interesse verso le creature soprannaturali delle quali non si crede possano esistere, credo che potrei scegliere i licantropi oppure i vampiri, ma credo che sceglierò i vampiri.”
Non capisco per quale motivo accade ma l’auto frena di colpo e se non fosse per Edward, la mia testa finiva contro il sedile anteriore.
“Ma Emmett che diavolo ti salta in testa, vuoi ammazzarci tutti?” gli urlo impaurita per quello che è appena successo.
Dopo un momento di silenzio, questi tre scoppiano a ridere e se possibile, la mia irritazione cresce ancora di più.
“Sapete cosa vi dico, vado a piedi, sono più sicura” scendo e inizio a camminare.
Non mi volto quando mi passano accanto e mi superano, troppo impegnata a capire che cosa è successo poco fa.
Quando arrivo a casa, di loro non c’è traccia, solo Esme mi aspetta in cucina per mangiare qualcosa.
Ma il mio stomaco è chiuso.
Mi dispiace deluderla quindi alla fine accetto un piatto di pasta.
Quando sento un vociare, capisco che quei tre pazzi sono entrati in casa e più svelta che posso, mi dileguo in camera mia.
Non ho voglia di parlare con nessuno per ora e chiudo la porta a chiave.
Prendo i quaderni dei compiti da fare per la prossima settimana e inizio a programmare il lavoro per ogni giorno, tenendo presente che devo anche andare in biblioteca per la tesina.
Dopo un paio d’ore mi sento un po’ meglio e decido di scendere a prendere una fetta di quella deliziosa torta al cioccolato di Esme.
Quando apro la porta, dietro ad essa ci trovo Jasper con un pugno alzato, pronto a bussare.
“Oh ciao Jasper, hai bisogno di qualcosa? Sto scendendo a fare merenda”
“Oh no no, volevo chiederti se va tutto bene, ho sentito i ragazzi parlare di te e mi sembrava ci fosse qualche problema”
Mi sento come avvolgere da una sensazione di calma mentre Jasper mi sorride sornione.
“Oh no non preoccuparti grazie, è tutto a posto” rispondo contraccambiando il sorriso.
“Allora perfetto, ti lascio alla merenda, ci vediamo più tardi”
Lo saluto e vado a prendermi la mia meritata torta.
 
Un’ora dopo è Alice che bussa alla mia porta.
“Vieni Alice, è aperto” la invito ad entrare.
“Isa, senti.. io vorrei chiederti scusa per prima e ti assicuro che non capiterà mai più niente del genere” mi dice imbarazzata.
Non posso tenere il muso ad Alice né tanto meno ad Emmett e ad Edward e senza troppi giri di parole, la perdono.
“Scuse accettate. Ed ora hai un compito da assolvere sorellina.
Guadagnati i miei ringraziamenti” scoppio a ridere mentre lei mi risponde.
“Andiamo nella stanza delle torture” mi dice come ad ordinarmelo e ora è lei a scoppiare a ridere.
 
Quando Alice mi ha riaccompagnata in camera per aiutare a vestirmi e ha tirato fuori dalla cabina armadio il mio vestito blu, mi sono resa conto che quell’abito era stato acquistato proprio per questa occasione.
“Sarai uno schianto Bella, come è giusto che sia in questo giorno così speciale per te” sussurra quella frase con malinconia, tristezza, come se volesse essere lei al posto mio.
Mi lascia sola mentre mi faccio una veloce doccia e dopo aver lavato anche i capelli, esco dal bagno ancora in accappatoio ed entro nella cabina armadio per prendere le scarpe.
Sussulto quando uscendo, mi ritrovo Edward seduto accanto al mio tavolino.
“Dio Edward, la smetterai mai di fare questa comparse all’improvviso? E poi da dove sei entrato, la porta è chiusa” borbotto ancora agitata.
“Sì, quella è chiusa ma ricordi.. stanze comunicanti, bagno in comune. Sei carina anche così” mi dice arricciando le labbra in un sorriso.
“Comunque, sono qui per chiederti scusa per quello che è successo in auto, oggi pomeriggio” mi dice
“O..ok, scuse accettate, non ci stavo neanche più pensando” gli rispondo con un sorriso.
“Bene, mi fa piacere. Ora ti lascio preparare. Alice sarà qui tra poco. A dopo” e se ne va.
 
Per le 7 sono pronta e mentre quello che credo sia James, suona alla porta, un timido Emmett si avvicina per scusarsi.
Un attimo prima che James mi raggiunga, Emmett ed io ci scambiamo un bacio sulla guancia come a sancire la nostra pace.
Di Edward ancora nessuna traccia e di questo il mio cuore ne soffre un po’.
James si avvicina e mi prende le mani, facendomi fare una piroetta per potermi guardare meglio.
“Sei bellissima, Bella” mi dice quando ritorno di fronte a lui.
“Grazie, anche tu non sei niente male” gli rispondo con un sorriso.
Alice ha invitato praticamente tutti i miei compagni di classe, molti hanno accettato e questa sera sono qui a festeggiare con me.
James si offre di prendermi qualcosa da bere e mentre lo aspetto mi guardo attorno per rendermi conto del gran lavoro che ha fatto Alice insieme a Rose, ancora più in grande dell’altra festa.
Palloncini con il numero 18, fiori, striscioni e candele accese ovunque, un buffet ricco di prelibatezze.
Sorrido al pensiero di quanto Alice e Rosalie si siano impegnate per fare tutto questo e appena riuscirò a trovarle, le ringrazierò.
Mi guardo attorno, continuando ad ammirare gli addobbi e ad un tratto i miei occhi incontrano la figura del mio fratellino, stupendo nel suo completo dello stesso colore del mio vestito.
E’ visibilmente meravigliato ma quando mi sorride, non c’è niente di più bello del suo sorriso.
Ben presto mi è accanto e prendendo una mia mano, mi posa un bacio sulla fronte.
“Abbiamo lo stesso gusto in fatto di colori” mi sussurra poco lontano da un orecchio.
“Mmh sì, ma se devo essere sincera Alice mi ha dato una mano” rispondo io.
Passano alcuni secondi e veniamo raggiunti da James.
“Cia.. ciao Edward” lo saluta lui un po’ impaurito.
“Ciao James” risponde Edward, in tono distaccato.
James sembra davvero intimorito e imbarazzato da Edward e non posso dargli torto, il mio fratellino si sta comportando come un perfetto fratello.
Mi sono accorta da subito che a lui non piace James ed è sempre sulla difensiva quando ci vede insieme.
Anche in questo momento, mentre Edward lo sta fissando come se volesse incenerirlo, James sta dando tutte le attenzioni alle sue scarpe.
Ad un certo punto Edward decide di lasciarci soli ma prima, con tono autoritario, mette in chiaro una cosa a James.
“Mi raccomando, le sono molto affezionato; vedi di trattarla con i guanti, altrimenti per te saranno guai seri”.
Non aspetta risposta anche se un James eccessivamente intimorito gli sussurra un timido “Sì certo”.
 
La serata prosegue serena ma mi sento sempre addosso gli occhi del mio fratellino e questo in qualche modo mi mette a disagio.
Così propongo a James di uscire a passeggiare in giardino.
   
 
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