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Autore: MonicaX1974    05/06/2020    1 recensioni
Harry è tornato a far parte della vita di Zayn, ha ritrovato un amico, un collega, un fratello. Sta lavorando a un nuovo disco, è impegnato nel sociale, conduce una vita tranquilla, disinvolta, senza problemi di alcun tipo per la testa: fa quello che gli va, quando gli va di farlo.
Nessun impegno, nessun progetto sentimentale, concentrato sul lavoro e sul divertimento, ma non ha fatto i conti con il destino, che gli ha messo sulla strada una delle prove più intense di tutta la sua vita.
Si ritroverà, suo malgrado, a lottare con tutte le sue forze contro sé stesso, contro di lei, e alla fine combatterà per lei, per loro, perché non potrà fare altro che arrendersi.
Entrambi corrono veloci, senza sosta, troppo presi dalla loro carriera, ma qualcosa li costringerà a fermarsi.
A fermarsi e restare.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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bought a ticket to the world
Ho comprato un biglietto per il mondo

But now I've come back again
Ma ora sono tornato di nuovo

Why do I find it hard to write the next line?
Perché trovo così difficile scrivere la prossima pagina?

"True"

Spandau Ballet

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Un giorno qualunque, un giorno come tanti altri. Un giorno di pioggia, come diversi anni fa. Un giorno che potrebbe rappresentare la normalità, ma non è oggi, quel giorno.

Matilde non ha chiuso occhio, ha trascorso la notte al pronto soccorso, implorando Ross di cambiare turno, ma questo non è bastato. Ha l'impressione che la testa potrebbe esplodere da un momento all'altro ed è per questo che, una volta uscita dall'ospedale, ha valutato le opzioni disponibili: Sofia è già uscita per andare alle prove, Zayn starà dormendo e comunque non ha intenzione di stressarlo con i suoi problemi. Will è insieme a Sofia. Harry non l'ha nemmeno preso in considerazione, perché non è sicura di volerlo coinvolgere così tanto nella sua vita. L'unico che le resta è Peter.

Da quando il ballerino ha avuto quell'incidente si sono visti spesso, hanno legato molto, e il pensiero di correre da lui le sembra diventata la scelta migliore che potesse fare.

Un piccolo e triste sorriso fa capolino sulle sue labbra, mentre guida verso casa del nuovo amico, certa di trovare il conforto di cui ha bisogno in un giorno come questo. L'ha chiamato prima di mettersi al volante, l'ha avvisato che l'avrebbe raggiunto in pochi minuti, e non vede l'ora di essere lì.

Una volta arrivata a destinazione scarica dal baule la chitarra di sua madre e sale fino al terzo piano del piccolo condominio dove abitano Will e Peter.

«Ehi» si sente già meglio, dopo essere stata accolta dal dolce sorriso di Peter, che ancora non ha fatto l'abitudine alla stampella.

«Ciao, Peter». La rossa gli si avvicina e lo stringe in un mezzo abbraccio. «Grazie per avermi permesso di venire qui».

«Non c'è bisogno di ringraziarmi, che amico sarei se non ti offrissi una spalla proprio oggi».

Matilde gli sorride grata, poi entra nell'appartamento, seguita da un traballante Peter, fino a sedersi in cucina. Sorseggiano un tè caldo, mentre la rossa si racconta, si apre e si confida come ha fatto con pochissime persone. Gli rivela che è l'anniversario della morte della sua mamma, che mai come quest'anno ne sente la mancanza, forse perché così lontana dalla sua terra. Matilde ha sentito sua padre, ma non è riuscita a contattare il fratello, impegnato in una missione.

Peter l'ascolta, la tiene stretta, senza bisogno di inutili parole, che non avrebbero comunque alcun effetto. Le mette a disposizione l'appartamento, facendola sentire a casa.

Dopo una mattinata di chiacchiere e coccole, Peter è riuscito a convincerla a riposare un po'. L'ha fatta accomodare in camera sua, sperando che si mettesse a letto, ma si è seduta a gambe incrociate sul grande tappeto, imbracciando la chitarra di sua madre, un modo per sentirla più vicina.

 

È una delle poche cose che ha di lei e ha imparato a suonarla solo per potersi illudere di averla accanto, mentre riproduce le note della canzone preferita della mamma.

Il suo telefono è rimasto spento dalla sera precedente: non vuole sentire nessuno, non oggi, che il dolore è tornato ad aprire la ferita al centro del suo cuore. Per questo non sa che Harry la sta cercando da ore. È andato a casa sua, in ospedale, a casa di Zayn e Sofia, ma nessuno sa che fine abbia fatto. Ha iniziato a preoccuparsi, poi ha pensato alle poche persone che Matilde frequenta, tra queste ha individuato Peter, e si è messo alla guida della sua auto, per raggiungerlo.

È quasi certo di trovarla lì, sa che è uno dei pochi a cui ha permesso di avvicinarsi. Quando arriva, Peter lo fa salire.

«Scusa se piombo qui senza preavviso, ma non riesco a contattare Matilde» spiega preoccupato.

«È qui, in camera» confessa Peter, indicandogli la stanza.

Matilde era stata chiara con lui: "non voglio parlare con Harry", ma il suo nuovo amico è certo che, invece, Harry sia l'unico in grado di trascinarla fuori dal dolore che la tirando sul fondo.

«Grazie».

I due ragazzi si sorridono e il cantante raggiunge la stanza indicata. Non ha bisogno di entrare per sentire le note di una vecchia canzone. Non ha però intenzione di restare fuori, perciò apre piano la porta e si appoggia allo stipite della porta. Lei gli dà le spalle, mentre suona e canta "True" degli Spandau Ballet.

Harry riesce a cogliere tutta la tristezza nella sua voce, che sente incrinarsi, spezzandogli il cuore, ma non interviene, lascia che porti a termine il brano. È in quel momento, quando la melodia scompare dalla stanza, portandosi via l'immagine di sua madre, che Matilde scoppia a piangere, tenendo stretta la chitarra.

Il cantante si inginocchia accanto a lei, l'abbraccia, Matilde si lascia andare, riconoscendolo subito. Restano in silenzio, Harry la lascia sfogare, accarezzandole la schiena, senza invadere il suo dolore, fino a che la sente più calma.

«Era la canzone dei miei genitori» spiega la rossa, con voce rotta. «A volte la ballavano in salotto. Papà gliela cantava in macchina, quando tornavamo da qualche viaggio, e lei sorrideva felice» racconta, con il viso nascosto sul petto di Harry. «Mia madre era felice» ripete.

Lui ha capito cos'abbia provocato tutto il dolore che sente nella sua voce, anche se la rossa non gliel'ha confessato, ma ormai sa che è difficile entrare nella sua testa.

«Perché ti ostini a voler essere qualcuno che non sei?»

Harry non ha usato le solite parole di conforto, sa che non serverebbero a niente e Matilde gliene è grata. Lui è andato oltre e, oggi, la rossa è così fragile che non può evitare di rispondere.

La ragazza fissa i suoi occhi azzurri in quelli verdi di lui, quegli occhi che continuano a farla tremare.

«Io sono questa, Harry» mormora con un filo di voce «ma sono anche la dottoressa Coser. Integerrima. Precisa. Seria. In questo periodo della mia vita, voglio che gli altri conoscano di più questa parte di me. Serve a me stessa per andare avanti, per non fermarmi a pensare. Tu sei uno dei pochi che ha visto l'altra parte di me e credimi, mi sto ancora chiedendo perché te l'ho permesso».

«C'è davvero bisogno di chiedertelo?» ribatte Harry, adesso vicinissimo al suo viso.

«Harry» sospira «te l'ho già detto: le cose vanno bene così. Non voglio complicazioni» ribadisce a bassa voce, con lo sguardo perso.

Il cantante sa che non è il momento per discutere, così ingoia il magone che gli si è formato in gola e lascia che le parole gli scivolino fuori dalla bocca contro la sua volontà. «D'accordo, Mati. Faremo come vuoi tu».

L'abbraccia di nuovo, nel silenzio di una stanza che urla di dolore, un dolore che lei non riesce più a reggere.

«Puoi portarmi via di qui?» Harry si allontana per guardarla. «Ho bisogno di spegnere la testa. Puoi aiutarmi?»

Non potrebbe dirle di no nemmeno se fosse costretto, farebbe qualunque cosa per lei. E l'accontenta anche stavolta. Harry e Matilde salutano Peter, salgono in auto, dirigendosi fuori città. Ha iniziato a piovere, come se il tempo rispecchiasse l'umore della rossa, che sta tentando di indossare la sua solita maschera, ma ha qualche difficoltà. Cerca di farsi aiutare dalla radio, che alza a tutto volume, cantando a squarciagola insieme a Harry. Anche adesso l'asseconda, nel tentativo di alleviare il suo dolore, perché non sopporta vederla soffrire.

Hanno già percorso diverse miglia, quando Matilde sposta lo sguardo verso il finestrino. Poggia un dito sul pulsante per abbassarlo. Harry resta di sasso quando si accorge di quel gesto, ancora di più quando si rende conto che la rossa si sta sporgendo all'esterno.

«Che stai facendo?» domanda confuso, perché non sa se essere più preoccupato o divertito.

«Voglio godermi la pioggia».

Ma non le basta: appoggia entrambe le mani sullo sportello, portando fuori tutto il busto. La pioggia le bagna il viso, l'aria fredda le scompiglia i capelli, e chiude gli occhi, immaginando di poter volare, sentendosi leggera, mentre spegne la testa.

«Mati torna dentro» la rimprovera, ma non ottiene nulla. Lei è per metà fuori dal finestrino, continua a cantare, incurante del pericolo. «Torna dentro, selvaggia» la prende in giro, sperando che quel soprannome possa convincerla.

 

«Sei un guastafeste, Styles» ribatte la ragazza, tornando a sedersi composta, mentre Harry le chiude il finestrino, compiaciuto di averle visto un sorriso trattenuto sulle labbra.

Il cantante non ribatte, si gode quella piccola conquista riprendendo a cantare con lei, fino ad arrivare a destinazione. Ferma l'auto in uno spiazzo panoramico, lo stesso in cui l'ha portata a cena la sera in cui le ha dato il primo bacio.

Fuori la pioggia continua a scendere copiosa. I due ragazzi reclinano i sedili, puntando lo sguardo oltre il tettuccio trasparente, fissando le gocce di pioggia che scorrono veloci sul vetro.

«Se vuoi parlare di qualsia cosa, ti ascolto. Se vuoi restare in silenzio, resto in silenzio con te». La voce bassa di Harry rompe il silenzio, facendo sorridere Matilde, a causa di tanta premura.

La rossa non risponde, ma allunga una mano, intrecciando le dita con quelle di lui, facendogli capire che ha optato per la seconda opzione.

Restano con lo sguardo rivolto verso l'alto. Harry piega un braccio per portarlo dietro la testa.

«Mi piace la pioggia» sussurra Matilde dopo un po'. «Mi piace il suo profumo, mi tranquillizza».

«Allora dovrebbe piovere sempre» la prende in giro.

«Sei il solito cretino» replica divertita, dandogli un piccolo schiaffo sul braccio.

«Ahia! Vedi che ho ragione?» si lamenta il cantante.

Matilde, a quel punto, si gira su un fianco con la voglia di guardarlo. Harry gira solo il viso verso di lei.

«Dimmi, Coser».

«Cosa devo dirti?»

«Conosco quello sguardo: stai per dirmi qualcosa. Di solito stai per insultarmi» continua a scherzare per vederla sorride, ed è proprio quello che ottiene. Si gira del tutto anche lui, mentre Matilde perde il suo sorriso. «Ehi, cosa c'è che non va?» non resiste più e glielo chiede, portando una mano sul suo viso.

«Oltre alla pioggia, ho scoperto che c'è un'altra cosa che mi trasmette tranquillità» Matilde non risponde alla sua domanda, ma gli confida un piccolo segreto, incapace di tenerlo per sé.

Harry sorride nel sentire il suo tono di voce tranquillo, Matilde distoglie lo sguardo, perché non è in grado di reggere tanta intensità, non adesso che sta per rivelargli il suo pensiero.

«Mi tranquillizza stare da sola con te, tra le tue braccia» poi solleva di nuovo gli occhi. «Però, adesso non montarti la testa» sdrammatizza.

Harry ridacchia, non ha intenzione di infierire, non è il momento di una delle sue solite battute. «E allora cosa ci fai ancora da quella parte?»

Anche Matilde ride, si toglie le scarpe e si rannicchia su di lui, che la stringe in un abbraccio dolcissimo, nel quale adora rifugiarsi.

Di nuovo silenzio, rotto solo dal rumore della pioggia, dai baci che lui le lascia di tanto in tanto sui capelli, e dalle carezze instancabili sulle sue braccia. Matilde poggia una mano sul fianco di Harry, solleva di poco il viso per inspirare a pieni polmoni il suo profumo, e senza rendersene conto gli lascia un lungo bacio sul collo.

Il cantante trattiene il respiro. «Mati...» sussurra con un filo di voce.

«Sì...» anche lei bisbiglia.

«Se stare tra le mie braccia ti tranquillizza... beh, diciamo che su di me non ha lo stesso effetto» tenta di spiegare.

«E che effetto ti fa?» mormora sollevando il viso verso di lui.

«Hai bisogno di tranquillità, Mati».

«Harry, ho bisogno di te» precisa, interrompendolo.

Il cantante abbassa lo sguardo, vede la supplica nei suoi occhi azzurri, vede l'immenso bisogno d'amore che prova, oggi più del solito, così spegne il cervello, e l'accontenta ancora.

«Vuoi davvero sapere cosa mi provochi quando ti tengo tra le braccia?» sussurra con voce roca. Matilde lo guarda negli occhi, premendo le labbra tra loro, mentre annuisce. Harry sorride appena, riporta il sedile in posizione quasi verticale, poi si avvicina per baciarle il collo, sfiorarla con la punta delle dita dalla parte opposta, provocandole un milione di brividi. Le mordicchia il lobo dell'orecchio, mentre infila l'altra mano sotto la giaccia, finendo per posarla sul suo fianco, e infine tornare a sussurrare. «Questo mi provochi, Mati». Alla rossa sfugge un gemito. Le sfila la giacca, la felpa, e posa le labbra ovunque riesca ad arrivare, mentre lei chiude gli occhi e spegne il mondo. Il cantante l'aiuta a sistemarsi a cavalcioni sulle sue gambe, continua a baciarla, e sorride quando geme di nuovo. Solleva di poco il bacino, lasciando che lei riesca a sentire la sua eccitazione attraverso il pantaloni. «Questo mi provochi» ripete, per poi baciarla sulle labbra, tenendola stretta a sé. «Tu mi fai impazzire» confessa in un sussurro, parlando sulla sua bocca, per baciarla di nuovo.

Il bacio è da subito appassionato. Harry rafforza la presa delle dita sui suoi fianchi, Matilde stringe con forza tra le dita i capelli di lui.

«E poi...» aggiunge tra un bacio e l'altro, osservando la pelle candida di lei.

«E poi?» lo incalza Matilde, curiosa di sapere di più.

«E poi perdo il controllo». Il reggiseno scivola via dopo quelle parole e Matilde lo aiuta a sfilarsi il maglione.

In un attimo sparisce anche il resto dei loro indumenti, e Harry si perde di nuovo a guardarla, quando resta nuda su di lui. Matilde chiude gli occhi, mentre lui l'accarezza, l'ammira in ogni dettaglio.

«Dio, Mati, sei così bella» è di nuovo un sussurro, ma l'ha sentito con chiarezza.

La rossa gli prende il viso tra le mani e lo bacia con trasporto, riversando in lui tutto ciò che prova. I suoi fianchi si muovono alla ricerca di maggiore contatto. Harry l'aiuta nei movimenti, e quando si abbassa lentamente, permettendogli di entrare in lei, entrambi restano senza fiato per un attimo. Quando Matilde riprende a muoversi, lui asseconda i suoi movimenti. Si stringono come se nessuno dei due volesse lasciare andare l'altro. È tutto lento, misurato, come se volessero percepire ogni istante, ogni tocco, ogni bacio soffocato dai loro respiri affannati.

Si accorge che Matilde è al limite, così solleva il bacino per andarle incontro. «Harry...» mormora a fatica, poco prima di lasciarsi andare del tutto.

All'apice del piacere lui freme sotto di lei, si stringono più forte, mentre Matilde inspira ancora profondamente il suo profumo, fino a che i movimenti di entrambi si fermano. I due ragazzi restano fermi in quella posizione, stretti l'uno all'altra, per un tempo indefinito.

Fuori è buio, i vetri sono appannati, e non ha smesso di piovere, ma a loro non importa, perché il piccolo mondo nel quale sono stati catapultati è racchiuso tra le loro braccia, nei loro cuori che battono veloci, nelle loro mani che ancora si cercano, e nei loro baci, l'unico modo con il quale hanno imparato a comunicare.

Con le parole ancora non ci sono riusciti.

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SPAZIO CACTUS

Buosalve belle persone, sono tornata!

Sono alle prese con la revisione di A place we Knew (per chi non lo sapesse verrà pubblicata prossimamente) ma mi sono ritagliata mezza giornata per darvi questo dolcissimo capitolo.

Matilde è convinta di riuscire a vivere questa relazione in maniera distaccata, crede che senza una parola che definisca il loro rapporto, senza un'etichetta, possa sentirsi libera di andarsene quando vuole, senza rendersi conto che ormai è troppo tardi. Nonostante tutto si ostina a rimanere della sua idea, "niente complicazione", e Harry cerca di adattarsi, pur di non perderla, ma davvero potranno andare avanti ancora per molto in questo modo?

Vi avviso che non sono ancora arrivati al massimo della stronzaggine...

Ed eccoci qui.... Ritroviamo la nostra Matilde a far i conti con una giornata dolorosa per lei... L'anniversario della morte della sua mamma... Lei trova conforto in Peter... la sua testa le dice che deve tenere lontano Harry...Harry però si preoccupa e va a cercarla... La trova... La conforta... E lei non può far altro che ammettere che tra le sue braccia sta bene... Gli chiede di portarla via da lì... Gli confessa di trovare tranquillità tra le sue braccia... Si lascia confortare... Coccolare... E poi... Poi finiscono a fare l'amore... Con il rumore della pioggia a fargli da colonna sonora.... Per poi rimanere lì a dirsi con gli occhi e con i baci quello che non sono capaci di dirsi a parole.... E dopo un lungo sospiro.... Ringrazio la mia socia meravigliosa...adorata e super gnocca....perché senza di lei tutto questo non sarebbe possibile... I love you ❤️❤️❤️A voi tutte... Grazie sempre di esserci ❤️ ❤️ ❤️ 

Eeeee niente, grazie sempre per essere qui. Ci leggiamo al prossimo aggiornamento, intanto buona lettura 😍

 

   
 
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