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Autore: Alia_chan    05/06/2020    2 recensioni
L'amore, l'odio, la paura, la morte... Una ragazza dovrà affrontare tutto questo. Catapultata in un mondo completamente diverso dal suo, popolato da dei, uomini e mostri, Kagome dovrà mettere a dura prova la purezza del suo spirito e il suo coraggio....
Può davvero un dio diventare un demone?
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 21





Vedeva, finalmente vedeva.
Prima poteva solo sentire con le orecchie e con l’ aura, il suo corpo non rispondeva al tatto, né la sua bocca riusciva ad esprimere parole.
Finalmente però aveva aperto le palpebre!
Si guardò intorno, era buio. 
Un giorno era passato, era piena notte.
Aveva combattuto tutto il tempo col suo corpo, alternando momenti di veglia a momenti di coma profondo, ma aveva sentito: lo spirito di Inuyasha stava fremendo nella lotta. 
Senti la pelle d’oca sul corpo, contenta anche di riuscire finalmente a percepirla, mentre avvertiva la furia omicida del dio. 
Non era ancora impazzito.
Come aveva potuto lasciarla lì da sola inchiodata a letto con un gesto tanto meschino? Si era approfittato della situazione, mentre lei aveva tutte le sue difese abbassate…
C’era un’altra cosa tuttavia che la preoccupava al momento, e si trovava esattamente sotto il suo stesso tetto: suo padre.
Era venuto solo una volta, dopo qualche ora che se n’era andato quello stupido dio e per portarle da mangiare, ma dopo il pranzo non si era più fatto vivo. La sua aura poi, era cambiata: da quando un’aura può diventare così potente ed espandersi fino a quel livello? Sembrava quasi l’aura di un dio. Penava, era un’aura sofferente, che teneva gli esseri umani lontani e che intimava a loro angoscia e morte nel futuro.  
Perché non la raggiungeva? Poteva anche quietarlo, condividere con lui le sue ansie. Aveva il terrore, il bruttissimo presentimento che suo padre nascondesse qualcosa.
Maledì mentalmente Inuyasha per averla ridotta nello stato in cui non riusciva a dare aiuto alle persone che amava.
Il suo indice destro si mosse, seguito da tutta la mano. Anche i piedi stavano iniziando a muoversi Esultò. Doveva solo aspettare, tenere sotto controllo le aure che la circondavano, e presto avrebbe potuto muoversi.
Qualcosa di pesante e metallico cadde violentemente e il rimbombare di quel suono nell’edificio arrivò fino al suo orecchio insieme ad un urlo di angoscia, preoccupandola come mai fino a quel momento.  Suo padre…






La notte era vicina finalmente.
Durante la notte si accendevano i fuochi, si ci rifocillava, si festeggiava la vita, si piangeva chi l’aveva perduta. Le guerre di notte avevano una sorta di stasi, si fermava tutto, non si vedeva più nulla, e si lasciava che le tenebre consolassero l’animo ferito degli uomini.
Degli uomini per l’appunto.
Inuyasha rise euforico mentre il sole tramontava e la guerra continuava.
Oh, altro che battaglia fra uomini, altro che stanchezza, urla stridule e pianti, qui c’era il meglio della lotta! I fuochi non erano quelli dell’accampamento che accoglieva i vincitori ed i vinti: erano fuochi che come combustibile avevano i corpi dei demoni morti e non!
Che stupidi, cercavo di bruciarlo con le fiamme vive ma il suo mantello di hinezumi lo proteggeva egregiamente e deviava le fiamme sugli altri demoni che finivano incendiati a vivo.
Però non bastava, penso guardandosi in giro, c’era bisogno di molto, molto più fuoco.
-Kaze no Kizu!-  Lanciò uno dei suoi attacchi preferiti di Tessaiga, ed un forte vento scaturì dal fendente che ebbe come effetto di espandere le fiamme che lo circondavano e creare molto più combustibile con i demoni che avevano incontrato la ferocia di quella raffica.
Si girò e ne lanciò un altro dietro di lui, creando lo stesso effetto di prima.
Dopo di ciò si fermò, col fiatone, notando che al momento non c’era nessuno da attaccare: lui stesso ed il fiume, ormai tinto di sangue demoniaco, erano circondati dalle fiamme.
Si rilassò per qualche secondo, riflettendo sul perché ancora Takemaru non si era fatto vivo, malgrado fosse mezza giornata che tutti combattevano. 
Guardò le fiamme guizzare e scoppiettare senza posa: doveva stanare il Signore dei Demoni.
Prima però doveva aiutare gli altri dei a sbarazzarsi della spazzatura, quei netturbini inetti.
Iniziò a piovere in maniera copiosa.
Posò la Tessaiga nel suo fodero, aspettando che le fiamme si placassero e cercando di riprendere almeno un poco di fiato. Fino a quando era in movimento non se ne era accorto ma aveva bisogno di un po’ di recupero: il suo braccio sinistro era ustionato, perdeva un po’ di sangue da una gamba e sulla guancia destra aveva un taglio un po’ fastidioso, probabilmente era avvelenato...
Si toccò quel taglio notando che il sangue che usciva era marrone, segno di avvelenamento.
Il pensiero gli volò per un attimo a Kagome, ma lo scacciò quasi subito quando notò che ad un centinaio di metri da lui il fuoco sembrava quasi bloccarsi, quasi come se diventasse pietra. 
Arrivavano un po’ tardi i rinforzi, no? Pensò ridacchiando. 
Se Miroku stava arrivando vuol dire che c’erano novità inerenti al nemico in arrivo, e che questi al momento si era ritirato. Si preparò a fare un salto un po’ deluso, la sera era il momento migliore per combattere, per gettare una voce al dio delle arti. 
Saltò, aspirò l’aria che sapeva di morte e distruzione che a lui tanto piacevano, e stava per palesare la sua presenza all’amico quando il rumore e un’ondata d’acqua provenienti dal fiume lo travolsero, spegnendo parti delle fiamme.
Si ritrovò schiacciato senza fiato contro la terra che era un misto di fango e sangue dalla potenza di uno tsunami, non capendo cosa diavolo stesse succedendo.
Appena l’ondata si fu placata si girò verso il fiume, lo vide.
Era Musou, il dio dei mari.





-Quello stupido…- 
Queste furono le parole del Signore dell’Oltretomba mentre il padre gli comunicava che non poteva scendere in battaglia, rimbombando nella grande sala ottagonale.
Sesshomaru era seduto sul suo trono nero di teschi ed ossa incrociate, all’estremità della grande sala. La luce in quel luogo era data da dei fuochi fatui che spuntavano da dei candelieri innestati nella doppia fila di colonne tortili e grottesche che circondavano la sala. 
Kagura guardò preoccupata il suo signore e marito, mentre questi fronteggiava il padre con sguardo fiero. Il non potere scatenare la potenza devastante de Dio della Morte in battaglia era un terribile handicap per l’esercito celeste. Doveva in teoria entrare in scena al calare delle tenebre con parte del suo esercito infernale: nelle tenebre il Mietitore poteva scatenare tutta la sua potenza. In vero c'era ancora tempo in quanto era primo pomeriggio, ma quello stupido poteva restare anche per tre giorni di fila a combattere e non poteva permettere che entrasse in risonanza con la Sounga in stato feroce.
Inu no Taisho sospirò mentre diceva: -Andrò a prendere Kagome, che Inuyasha lo voglia o no.- guardò in alto nella sala, ammirando dentro di se il tetto formato da nubi in movimento che sembrava assorbire la luce e le colonne, dando l’impressione che queste non avessero fine. - Non possiamo trattenerti qui considerando l’orda che abbiamo di sopra ai nostri cancelli e Takemaru in procinto di attaccare. Quella ragazza è l’unica che possa farlo placare nel peggiore dei casi.-
La Signora dei Venti e delle Tempeste sentì la pelle accapponarsi a quelle parole, e il suo pensiero corse a Naraku, suo genitore. Era il Dio della Discordia e delle Furie… ed era scomparso .
-Kagura.- La voce glaciale di Sesshomaru la distolse dai suoi pensieri. –Cosa ti turba?-
Era incredibile come riuscisse a capire cosa le passava per la testa. Stette in silenzio, guardando lo schienale del trono. Non poteva rimanere lì, doveva andare e vedere cosa stava succedendo, dare un aiuto. Era combattuta se stare al fianco del marito o andare.
-Mio Signore- disse lei rivolgendosi a Inu no Taisho. –Permettetemi di venire con voi: ho un brutto presentimento per quanto riguarda Kagome.-
Il Signore del Dei sembrò un po’ turbato da quelle parole, ma acconsentì di buon grado: -Con la regina degli inferi al mio fianco , possiamo anche arrivare prima del solito. Mi chiedo se Sesshomaru però sia d’accordo con la tua partenza.-
L’interpellato si alzò dalla sua postazione, guardando dritto negli occhi rossi della sua sposa. Sembrava determinata ad andare. –Non ti ho mai chiesto di rimanere al mio fianco, Kagura. Se desideri andare, vai, io saprò cavarmela in caso di assedio.- Le mise le mani sulle spalle bianche. La  guardò attentamente in ogni centimetro del suo viso. La dea poteva dire con certezza che era preoccupato per lei, malgrado ad un interlocutore esterno sembrava che dal suo viso non trapelasse emozione. Si staccò da lei, e si volse verso il padre. –Avete intenzione di riportare qui quel dio?-
Il Signore degli dei annuì verso il figlio, stranito da come aveva capito le sue intenzioni. -Come sapevi che lui era..?-
-Anche se ero un bambino Padre, ricordo ancora di quando era umano e non era ancora trasformato.
Permettetemi di mettervi una scorta per andare nel regno degli uomini.-
-Non dividere le tue forze Sesshomaru, io so cavarmela egregiamente. E poi ho Kagura con me.- posò una mano sulla spalla del figlio maggiore, pensando quanto assomigliasse a sua madre. -Visto che ci siamo, ti affido un compito. Non puoi saperlo ma non riusciamo a contattare Musou…  non ti ho avvertito per poterti organizzare meglio l'esercito…-
-Manderò uno dei miei morti a controllare la situazione.-
La sposa della morte si avvicinó  verso di loro, staccandosi la piuma che le reggeva i capelli sul capo e buttandola a terra. Questa improvvisamente divenne gigante ed lei ed Inu no Taisho vi salirono sopra. Sesshomaru si avvicinò, poggiando una mano su un lato della piuma e subito Kagura la coprì con la propria, guardandolo con gli occhi rubino pieni di sentimento. Gli occhi del dio erano freddi, immutabili. –Starò attenta.-
Lui si avvicinò all’orecchio della dea, e le sussurrò qualcosa che la fece sbiancare e che il dio al loro fianco non poté sentire. Subito si staccò da lei, e la scrutò per un secondo con uno sguardo deciso, prima di allontanarsi.
La Signora dei Venti e delle Tempeste si concentrò, sentendo la brezza che scorreva in lei espandersi, scatenarsi e gioiosamente librarsi, facendo sollevare la sua piuma.
Partirono, trasportati dal vento, per attraversare il mondo dei morti per andare nel tempio
Kagura pensò alle parole che le aveva detto il marito con apprensione, mentre Inu no Taisho la guardava in maniera imperscrutabile.
-Stai attenta soprattutto a tuo padre, non so cosa stia tramando ma l'ho visto girare dove non dovrebbe  .-




-Possibile che questi cosi non finiscano mai?!- Koga sferrò un calcio contro un demone lumaca gigante, tranciando il corpo di questi a metà. Stava per avanzare quando notò che la carcassa alle sue spalle si stava ancora muovendo: si girò del tutto e notò che i lumaconi adesso erano due.
Un enorme gocciolone gli spuntò sulla testa, guardando quell'orrido spettacolo: perchè non era rimasto con la coppietta ritrovata in mezzo ai cadaveri? No, lui non voleva ascoltare le congetture di Sango, voleva andare subito da Inuyasha per farlo calmare e magari ritirare per far entrare in campo Sesshomaru! Era quasi il tramonto, cavolo! Li aveva lasciati indietro, in una zona completamente murata dal Dio delle Arti, a parlare.
A quanto pare c'erano dei problemi al piano degli dei...
Vide che i due esseri davanti a lui si gonfiarono e, spalancando le fauci, vomitarono entrambi dell'acido verde e marrone nella sua direzione. Abbastanza sconcertato dal pensiero di essere ricoperto da dei succhi gastrointestinali demoniaci, Koga scartò di lato andando a sbattere su un altro demone, stavolta farfalla, che sbattendo le ali sparse della polvere irritante. Si ritrovò con gli occhi rossi che gli lacrimavano, a starnutire saltellando mentre cercava di evitare i conati di vomito dell'altro. 
Lo salvarono da quella situazione alquanto imbarazzante e fastidiosa Miroku e Sango, che finalmente lo aveva raggiunto. Miroku si occupò delle due lumache pietrificandole mentre la dea col suo Hiraikotsu cosparso di veleno mozzò la farfalla che si era appena librata in aria. 
-Dobbiamo assolutamente proseguire- disse il dio appena arrivato. -Ho un brutto presentimento: Inuyasha si trova vicino ad un fiume, e Musou non si è fatto vivo finora.-
Miroku alzò lo sguardo, e notò a poca strada da loro delle altre fiamme spostate dal vento del Kaze no Kizu del Dio della Guerra. Stavano per raggiungerlo e a quanto pare stava bene, non percepiva auree maligne provenienti dalla sua persona, né troppi demoni da sopraffare fra loro e il dio.
-Credi davvero che a Musou non importi perché è più interessato al regno dei mari? ! Esistono demoni marini, sai?  E Naraku allora?- ribatté la dea, mentre attaccava un altro demone proveniente dall'alto. 
-Quel codardo...- borbottò Koga mentre continuando ad avanzare sentiva i discorsi dei suoi compagni.
-Naraku può anche non partecipare, lui ha poteri che fanno scaturire nell'animo disaccordo e paura, e questi possono influenzare sia i nostri nemici sia noi dei se siamo nelle vicinanze, soprattutto in Inuyasha mentre combatte. Fra l'altro non si è mai esposto alla lotta in vita sua, sarebbe inutile in battaglia.- col suo Naginata tagliò una lunga lingua serpentina che tentava di afferrargli la caviglia, mentre Sango dava il colpo di grazia alla parte restante del demone. Inutile in battaglia ma un portento per organizzare attacchi a sorpresa… -Ma Musou è un’altra storia: controlla le acque, e tutte le loro pressioni... fino a ieri sera con Bankotsu ed il venerabile Inu no Taisho cercavamo di contattarlo… se ci fosse stato un attacco lo avremo saputo.- 
Sango annuì a quella risposta, pensando a cosa potesse accadere se davvero Miroku aveva visto la situazione nella maniera giusta: Naraku dalla parte dei demoni e Musou sotto il controllo del fratello.
Continuavano ad avanzare a stento, i demoni vedendo la devastazione e la potenza del Dio della Guerra avevano deciso di scagliarsi su di loro che erano più deboli. Ormai camminavano fra poltiglie di cadaveri. Dopo aver sconfitto l'ennesimo essere, il dio delle arti decise che adesso poteva anche sfoderare il suo asso nella manica. Si era stancato di perdere tempo e se sospettava bene era in erano tutti in pericolo. Naraku era il dio della discordia, aveva il potere di manipolare persone ed avvenimenti come più gli agiava, la sua persuasione era assoluta. -Sango, dammi il permesso di cavalcare Kirara!- 
La dea annuì a quella richiesta e la sua compagna di mille avventure fu affidata a Miroku, che si librò in aria con quel portentoso animale mentre con gli occhi dalla mano sinistra poggiata sul viso, recitava a bassa voce una formula. Sango capì subito quello che intendeva fare: -Koga, presto, nasconditi dietro qualche carcassa di demone!-
-Come, cos...?-
-Non c'è tempo!- disse la dea afferrandolo per la coda e nascondendosi in fretta con lui.
Le parole che prima il dio bisbigliava sembravano aumentare di tono, fino a rimbombare in tutta l'area intorno a loro con forza. I demoni si lanciarono contro di lui, sentendo la minaccia che correvano e decidendo di finirlo prima che facesse qualcosa. Era troppo tardi per loro...
Miroku urlò la parte finale della formula e spalancò gli occhi e la sua mano in contemporanea: i primi erano divenuti solo delle orbite vuote  mentre la sua mano adesso aveva tre bulbi oculari. 
Puntò il palmo dritto davanti a sé, una forte luce oscura scaturì da esso che investì i demoni tramutandoli in statue di pietra.
Iniziò a piovere.
I due dei uscirono dal loro nascondiglio, la calma intorno a loro.
Koga fischiò, guardandosi intorno: -Alla faccia del libertino!-
La dea alzò lo sguardo e vide il suo compagno accasciato su Kirara. Appena arrivato a terra subito lo raggiunse, chiamando il suo nome. Lo girò col viso rivolto a lei: aveva gli occhi chiusi e la sua mano sinistra era stretta a pugno. -Eheh...- esclamò lui, gocce di sudore che gli imperlavano la fronte. -Avrei voluto che non mi vedessi mai più così sai? L'ultima volta non l'hai presa tanto bene...-
-Stupido!- disse lei -L'ultima volta ero impreparata e tu non hai avuto la delicatezza di chiudere gli occhi ed ho visto le tue orbite vuote!-
-Ma fare opere è il mio mestiere, e son piuttosto bravo nello scolpire non lo puoi negare! Ho anche io gusto per certe cose!- disse col sorriso mentre la dea stava per ribattere malamente.
-Mi dispiace interrompervi, ma dobbiamo raggiungere quello stupido che sta creando tutto quel fuoco.-  Koga si avvicinò ai due, prendendo Miroku sulle spalle. -Ce la fai a vedere e camminare?-
-Potrei vedere con la mia mano, ma pietrificherei quello che vedo, e gli occhi ci stanno un po' a tornare al loro posto... devo vedere per camminare, ed inoltre con questo attacco perdo molte energie.-
-Va bene, ti porto io, infondo hai sgombrato la strada. Sango vai avanti su Kirara!-
La dea annuì e continuarono senza intoppi deviando le fiamme, montagne di pezzi di demoni e poltiglie che prendevano fuoco, quando finalmente raggiunsero il Dio della Guerra.
Sango mozzò un'esclamazione, mentre Kirara iniziò a ringhiare. Miroku sentì Koga, accanto a lui, irrigidirsi:-Che succede?-
-Inuyasha... sta combattendo contro Musou.-




Stava guardando il mortale, ormai non più tale, ai suoi piedi mentre veniva sottratto di uno dei suoi sensi principali: sacrificio necessario per poter riacquisire il potere perduto. 
Lo vide affermarsi il viso mentre urlava, andare all'indietro e cadere rovinosamente a terra insieme ad un lucernario di rame finemente intagliato.
Stava soffrendo, stava ricordando…. Piangeva.
Il volto cosparso da lacrime di sangue.
-Sakuya…-
Il Signore degli Dei pronunciò il suo nome. Sembrò che lo chiamasse da un lontano passato, che lo ripescasse dalla sua infanzia, millenni or sono.
Alzò il volto…. 
Degli occhi completamente neri, con delle stelle dentro, ma vacui, fissarono Inu no Taisho.
Non vedeva, no, ma percepiva tutto.
-Mio Signore…- si alzò dopo un po' di tempo, contemplando il nulla con quello sguardo universale. Gli si aggrottò la fronte, mentre con voce grave decretò  - …ora capisco, ora io so tutto.-
In quel mentre Kagura entrò a perdifiato, sentendo quel potere latente venire da dentro l'edificio, e rimase strabiliata nel ritrovare un dio che credeva scomparso durante la grande guerra. Stava per dire qualcosa quando fu interrotta da Inu no Taisho. 
-Avevo bisogno di qualcuno completamente slegato da questo mondo, ma con un potere di un dio potente almeno quanto me… io non potevo andarmene ma tu, che come me hai potuto attraversare quella porta, hai potuto vedere, hai acquisito questo potere immenso da essere umano elevandoti a Dio… ma non potevi essere tu...-
-Ero troppo soggetto alle regole, al gene intrinseco di questo mondo, alla visione di noi dei, al tuo potere di comando assoluto che hai trasmesso ai tuoi figli- disse atono Sakuya mentre abbandonava del tutto il titolo onorifico che spetttava di diritto al Dio Supremo -Serviva qualcuno che era sì connesso ma che si sottrasse alle regole della logica di questo mondo. La mia prole sarebbe servita a questo scopo…. Per riparare le colpe…- 
Il Dio davanti a lui annuì mentre Sakuya continuava -Ero un umano, un tempo, un eroe che adesso viene tramandato come una leggenda. Insieme al mio compagno abbiamo compiuto imprese impensabili per degli esseri umani, ma fu un giorno, il giorno in cui andammo a salvare una piccola dea si compì il fato: Takemaru si perse completamente negli occhi di quella fanciulla, aspirando il di lei cuore.- 
Kagura stava ascoltando incredula… lui era quel Sakuya.
-Quella celestiale creatura, pura come la rugiada e sincera come il canto di un usignolo, però aveva un unico peccato: era già innamorata del dio più potente che poteva esistere, e non poteva tradire i sentimenti che provava nei suoi confronti, ma soffriva tanto perché non poteva portare quel dio a tradire… lei era la Dea della Fedeltà e lui il Dio dei Cieli, promesso della dea degli Inferi - Sakuya si avvicinò al suo superiore, ormai suo pari, senza mostrare segno di sottomissione. -La volevi, la volevi talmente tanto che dicesti a Takemaru come diventare un Dio per poter avere la Fedelissima Izayoi, illudendolo che lei si sarebbe innamorata di lui.- Una smorfia si presentò sul bellissimo volto del Dio mentre la donna al suo fianco rimase allibita -Bisogna uccidere un dio per poter diventare a tua volta un essere celestiale, dicesti, ed una di questi era di troppo per le tue vogliose ambizioni. Mandasti Takemaru ad uccidere la tua consorte, la madre del nobile Sesshoumaru, Signora delle anime erranti, per salvare Izayoi dalla minaccia di morte di questa. Io tentai di fermarlo, coi miei poteri di previsione avevo visto le sue intenzioni, ma quasi mi uccise.- 
Prese un profondo respiro prima di proseguire. -Fu in quel momento che avvenne il miracolo, o il maleficio. Dopo di me il mio amico, il mio compagno di avventure riuscì a ferire mortalmente la dea e questa, in preda alla rabbia sorda per essere stata lasciata da sola, esplose in una potente luce. Questa investì me e Takemaru tramutandoci completamente. 
L'immortalità di un dio mi fu donata dall'imperatrice degli Dei in punto di morte ma in cambio persi tutti i sentimenti umani, mentre Takemaru divenne un demone pieno di bramosia 
 e  di ira nel vedere la donna da lui profondamente amata tra le braccia di un altro… - stette qualche secondo in silenzio, a riflettere, per poi riprendere 
-All'epoca non sapevo che quando un dio muore sì, ne sorge un altro, ma se viene assassinato da esso ne sgorga un demone… ed adesso so che il desiderio di vendetta di Sounga-sama, la prima consorte celeste, divenne una spada maledetta piena di ira per gli dei rifugiandosi nelle mani del proprio assassino per di placare l'odio nei confronti del proprio marito che l'aveva lasciata in balia degli spregevoli esseri umani.-
Il silenzio calò nella grave dimora, interrotto dalla pioggia che iniziò a scrosciare. La voce di Inu no Taisho si mescolò al suo elemento, mentre continuava la storia dell'uomo di fronte a lui. -Sesshomaru all'epoca era solo un fanciullo, ma capì perfettamente che sua madre era stata assassinata. Si allenò col solo intento di vendicare la madre e quando fu pronto a succederle come Dio degli Inferi divenne signore della Tenseiga, la spada della resurrezione, e con quella affrontò Takemaru che si era appropriato della Sounga, la spada della morte.
Nel frattempo io conquistai Izayoi, ignara di tutto quello che era accaduto alla mia prima consorte, e concepimmo Inuyasha. Ma successe un fatto, il bambino nato da quell'unione non era un dio benevolo e questo mise in angoscia la mia amata, tormentata dal fatto che non poteva accade una cosa come la Guerra nel mondo. Dovevo sapere a cosa era dovuto, e l'unico che mi poteva rispondere eri tu, ma i tuoi poteri di preveggenza erano rimasti umani e non sapevi niente. Ti comandai di aprire la Porta della Luce, per aumentare i tuoi poteri e tu, da bravo essere senza emozioni, lo facesti. 
Riuscisti a potenziare il tuo dono innato, e grazie al tuo nuovo e potente potere di preveggenza organizzammo un attacco a sorpresa. Riuscimmo a prendere la Sounga per darla a Sesshoumaru, sigillando Takemaru nella Porta dell'Oscuritá, dove si era rifugiato per riprendersi dallo scontro. Inuyasha era ancora un bambino all'epoca ma ricordo ancora in cosa si tramutò quando vide per la prima volta la spada che pendeva al fianco del fratello. Un demone, un mostro che non esitò e ferire gravemente la propria madre per poter avere quel potere demoniaco. Quel bambino doveva essere fermato… -il Padre degli  Dei chiuse gli occhi ricordando l'orrore e il dolore negli occhi della moglie mentre con un colpo assestato riduceva il bambino all'incoscienza mentre intimava al figlio maggiore di andarsene. 




Perchéperché non sono stato scelto io?!!”quella frase furente urlata da Takemaru rimbombava nelle tempie di Sakuya , ma si andava sempre di più allontanando l'angoscia portata da essa.–Avevo organizzato il piano per impedire il trionfo del mio vecchio amico. Quando lo sconfiggemmo per mandarlo nel mondo delle tenebre vidi per la prima volta la spada dalla quale scaturì la mia profezia e vedendo la reazione di Inuyasha  fu tutto esplicato. Quel bambino doveva essere sconfitto da un essere di un altro mondo ma coi poteri di questo, o la sua dipartita per mano avrebbe creato un altro Takemaru; la prole di un dio potente ma non legato ai classici dei, né al loro universo era adatta a questo scopo. Un essere dello stesso livello, ma completamente opposto per essenza; un essere non nato per volere e passione e potenza innata, ma per dovere, calcolato e addestrato.
Bisognava sapere come uccidere un dio, come bloccarlo come difendersi e prevederlo... bisognava allevarlo senza passione…
Rispondevo a  tutti i requisiti: non avevo sentimenti né attaccamenti, vivevo nel futuro e sapevo perfettamente come uccidere un dio. Fui mandato lontano per compiere la missione di portare la mia prole per Inuyasha, il bambino maledetto nato dal tradimento della dea della Fedeltà, e far credere a tutti di essere morto.
Riattraversai la porta della Luce stavolta per spingermi oltre la sua conoscenza e andare in un mondo popolato di soli uomini, affine al nostro ma che dipende solo dell’intelletto. Portai con me la Sfera dei quattro spiriti, incanalatrice del mio potere divino che mi permetteva di sapere dove andare in quei mondi sconfinati.
Attraversando la luce però successe un fatto curioso: scordai di essere  un dio e tornai un umano, con tutti i suoi sentimenti e le sue angosce, e mi innamorai. Il potere dei ricordi è immenso, e senza di essi formai una famiglia e la maggior parte degli avvenimenti di questo luogo sparirono, come in un sogno…. Divenni il sacerdote del tempio Higurashi grazie ai miei poteri purificativi che non erano scemati da quando ero un semplice umano. La Sfera dei quattro spiriti che permetteva di viaggiare nei mondi, fu conservata gelosamente da mia moglie come cimelio del nostro primo incontro. Un giorno la ritrovai mentre cercavo una cosa per Sakura dentro il suo comodino, e questa mi rimandò indietro risvegliando parte del mio potere divinatorio e dandomi dei parziali ricordi… ma rimase con…-
Una voce femminile lo interruppe.
-…Con me, rimase con me…-





 
NDA
E finalmente tutti i nodi stanni venendo al pettine! 
Grazie per avereavere aspettato fino adesso e spero che questo capitolo vi sia piaciuto!
Al prossimo aggiornamento, fatemi sapere che ne pensate.
 
 
  
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