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Autore: Lady I H V E Byron    08/06/2020    0 recensioni
(DescendantsXKingdom Hearts crossover)
Auradon è stata distrutta da creature oscure chiamate Heartless: i sopravvissuti decidono di divenire custodi dell'arma chiamata Keyblade per difendere ciò che è rimasto loro. Ma dovranno superare una prova...
(Un AU in cui gli eventi ed i personaggi di "Descendants" si incrociano con quelli di Kingdom Hearts. Un AU dove i personaggi di Descendants hanno vissuto nei mondi dei loro genitori fino ad essere condotti o abbandonati da essi su Auradon o nell'Isola degli Sperduti. Un AU dove Auradon non è un regno, ma un mondo. Un AU in cui, ad ogni capitolo, verrà raccontata la storia di ognuno dei personaggi principali di Descendants.)
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Organizzazione XIII, Riku, Sora, Terra, Yen Sid
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Note dell'autrice: qui ho combinato anche pochi elementi di Once Upon A Time; tanto penso di scrivere una storia completa su Evie. Come con qualche altro Descendant.


Evie's Story
 


Un matrimonio combinato, voluto dalla madre, aveva costretto Grimilde a sposare un vecchio re, vedovo, e con una figlia piccola.
Questo re, nella sua corte, aveva un cacciatore. Il fato volle che la regina si innamorasse di questo cacciatore, ammaliata dall’aspetto e dal suo spirito libero.
Rimase incinta, dando, poi, alla luce una bambina, a cui diede il nome Evie.
Il vecchio re volle che nel regno si dicesse che Evie era figlia sua. Ma anche lui sapeva che non lo era.
Ma non rivelò nulla, per il bene del regno.
Tuttavia, figlia bastarda o meno, tutti amavano Evie. Soprattutto Biancaneve, la sua sorellastra.
Alla morte del re, il governo del regno passò a Grimilde, fino a quando Biancaneve non avrebbe compiuto la maggiore età.
Fu in quel periodo in cui la regina iniziò a dare i primi segni di Oscurità: era ossessionata dal suo aspetto, e dal timore di divenire vecchia e brutta, con il tempo.
Non era chiaro cosa avesse scatenato questa sua nevrosi.
Si diceva fosse a causa di Biancaneve: Grimilde temeva che un giorno la bellezza di Biancaneve avrebbe superato la sua, e che il regno avrebbe apprezzato più la principessa che lei, in quanto legittima erede al trono. Era per questo che l’aveva ridotta a serva nel suo stesso castello.
-Visto che ti piace tanto stare con Johanna…- le aveva detto, acida –Da adesso in avanti ti incarico a svolgere le faccende domestiche con lei.-
Johanna era la serva personale di Biancaneve e, successivamente, anche di Evie, una vedova che aveva prestato i suoi servigi anche con la regina madre di Biancaneve.
Con Evie l’atteggiamento di Grimilde era diverso, dovuto al fatto che fosse la figlia: non era affettuosa, nei suoi confronti, ma non le aveva mai fatto mancare niente, giocattoli, vestiti, gioielli.
Evie crebbe viziata e capricciosa. I servi, infatti, non sopportavano i suoi continui capricci. Solo con Biancaneve riusciva a calmarsi, anche con Johanna. A Biancaneve faceva piacere passare il suo tempo con la sorellastra e lo stesso si poteva dire di Evie. Passavano ore a pettinarsi, farsi le trecce e giocare con le bambole.
Evie non comprendeva il motivo per cui la madre odiasse Biancaneve: all’epoca, era ancora troppo piccola per comprendere. E non capiva nemmeno perché i servi si parlavano sempre l’un l’altro sottovoce, ogni volta che la vedevano.
Nonostante la regina avesse proibito alla servitù di parlare a bassa voce, Evie continuava a sentire i servi parlare male di lei: che da grande sarebbe divenuta esattamente come la madre.
Biancaneve aveva cercato di dissuaderla da quelle voci, dicendole che non erano vere e che i servi erano solo dei superficiali che si erano sempre rifiutati di comprenderla.
Evie voleva solo la compagnia di Biancaneve e di Johanna; non voleva nessun altro con lei.
Grimilde aveva proibito alla figliastra di avvicinarsi alla figlia. Ma sospese l’ordine, per il bene della figlia e per non assistere ad uno dei suoi capricci.
I servitori sorpresi a parlare male della principessina scomparivano sempre in circostanze misteriose.
Questo pose fine ai mormorii della servitù.
Pur essendo principessa, a Biancaneve non era concesso partecipare alle udienze con la matrigna. Ma a Evie sì. Non ascoltava mai le suppliche del popolo alla madre: si portava sempre una bambola con cui giocare.
Ma un giorno, le guardie portarono una persona al cospetto della regina: un ragazzo. Alto, castano, molto bello. E portava degli abiti strani, non da popolano.
“Forse è un giramondo” aveva pensato la bambina, affascinata da quel forestiero.
Quella sera aveva deciso di fargli visita, nelle prigioni.
Gli aveva persino offerto metà della sua cena.
 -Io ti ho dato metà della mia cena, ora tu devi fare qualcosa per me, signore.- gli aveva detto, con tono altezzoso, come era solita rivolgersi ai servi –Devi rispondere a delle domande.-
Lo aveva osservato da vicino: era ancora più bello di quanto sembrasse da lontano.
Il forestiero rispose a tutte le domande della principessina, rivelando, in primo luogo, il suo nome, Terra.
Ella aveva intuito bene: era un giramondo; tuttavia, non per piacere di visitare il mondo, le aveva detto il ragazzo.
C’erano creature che minacciavano il regno e che solo lui poteva eliminare grazie ad un’arma chiamata Keyblade.
Evie ascoltò attentamente il prigioniero, sempre più affascinata dal suo aspetto e dai suoi occhi blu brillanti.
-Beato te che puoi andare dove vuoi.- disse la principessina, sedendosi per terra, con la schiena appoggiata al muro -La mia mamma mi proibisce di lasciare il castello. Mi proibisce persino di parlare con mia sorella Biancaneve. Dice che lei ha una cattiva influenza su di me e che potrei diventare come lei, ovvero una principessa sguattera. Forse, in fondo, non mi dispiace essere come Biancaneve. A lei vogliono bene tutti. Mentre a me nessuno vuole bene. Dicono che sarò come la mia mamma, da grande, perché sono sua figlia.-
Terra si indignò a quelle parole: mise le mani sulle sbarre, sporgendosi di poco.
-Evie.- disse, serio -La gente dice cattiverie perché non ti conosce. Non devi permettere a nessuno di dirti cosa sei. Solo perché tua madre tratta tutti con superiorità non significa che tu debba essere come lei. Tu puoi essere qualunque cosa tu vuoi essere, piccola.- Terra aveva dato ad Evie un insegnamento fondamentale per lei e per il suo futuro.
Avrebbe tanto voluto rimanere lì e parlare ancora un po' con il forestiero, ma Evie dovette lasciare presto le prigioni per tornare in camera sua.
Il giorno seguente, si scoprì che Terra era evaso. E pareva avesse aggredito Biancaneve.
La principessa era ancora scossa. E la regina decise che ella non doveva uscire senza scorta.
Per calmarla, le suggerì di recarsi in un prato intorno al castello. In sua compagnia ci sarebbe stato il cacciatore, padre di Evie.
Il suo aspetto era peggiorato, in sette anni: dopo essere venuto a conoscenza che non gli sarebbe stato permesso di avvicinarsi alla figlia, era caduto in depressione. Spendeva, infatti, le monete che il re gli dava come sussidio alle taverne, bevendo birra. La bellezza che aveva colpito Grimilde era svanita ed il ventre si era gonfiato a dismisura. L’unica cosa che aveva conservato della sua bellezza erano gli occhi verdi.
Evie era ancora convinta di essere la figlia del re. Sua madre ancora non le aveva detto la verità e mai glielo avrebbe rivelato.
Quel giorno, Evie rimase da sola. Biancaneve era scomparsa e con lei anche il cacciatore.
Non avrebbe mai dedotto che era stato tutto macchinato dalla madre: successivamente la visita di Evie a Terra, fu Grimilde a recarsi nelle prigioni, con un patto da proporgli: nell’udienza, lui aveva menzionato un tale di nome Xehanort, di cui era partito alla ricerca. Ella avrebbe acconsentito ad aiutarlo a trovare Xehanort, se avesse ucciso Biancaneve. Per questo lo aveva liberato.
Ma al momento di alzare il Keyblade su di lei, Terra rinunciò, mosso da pietà verso la principessa.
Non aveva motivo di ucciderla; tuttavia, Grimilde era andata su tutte le furie, provando persino a sigillare il forestiero nello Specchio Magico. Ma nulla era impossibile, per il Keyblade: Terra era riuscito a liberarsi di quella prigione. Ciò costrinse Grimilde ad esaudire la richiesta del ragazzo, con la promessa di lasciare il regno senza più tornare.
E così era stato. Evie non avrebbe mai più rivisto Terra. E nemmeno Biancaneve o suo padre.
Anche il cacciatore risparmiò la vita di Biancaneve, suggerendole di scappare via. Non poteva farlo. A Evie si sarebbe spezzato il cuore.
Ingannò la regina, anche a costo di incontrare la morte. E Grimilde non era avvezza ai processi.
Era un sacrificio per lui sopportabile: non avrebbe sostenuto lo sguardo di disprezzo della figlia Evie, mentre veniva accusato di omicidio della principessa, e lei non avrebbe pianto per uno sconosciuto. Era meglio, per lei, vivere ancora nell’ignoranza.
L’unica persona che restava vicina a Evie era Johanna, la serva.
Udire della morte di Biancaneve l’aveva fatta precipitare nella tristezza e nel mutismo: aveva perso sua sorella, la sua migliore amica.
Pochi giorni dopo scoprì che l’artefice di tutto era stata sua madre.
Mossa dalla curiosità, infatti, era entrata nella stanza dello Specchio Magico.
Fu lì che scoprì tutto: della morte del re, di suo padre, il cacciatore, di Terra e di Biancaneve. E di come, in tutte le loro morti e scomparse, vi fosse la mano di sua madre.
Per la prima volta, provò odio nei confronti della madre.
Grimilde sorprese la figlia nella sua stanza.
-Evie! Cosa fai qui?!-
-Bugiarda!- le aveva urlato la figlia, con le guance rigate dalle lacrime di rabbia e odio –Mi hai mentito! Hanno tutti ragione! Sei davvero cattiva, mamma!-
-Evie, tutto quello che ho fatto, è stato per il tuo bene.-
-No! Tu pensi solo a te stessa, mamma! Hai fatto uccidere Biancaneve per capriccio! E sai quanto le voglio bene! Io non voglio stare qui! Non voglio essere come te!-
Poi parlò allo Specchio: il volto era ancora lì.
-Mago dello Specchio Magico, ti prego, portami in un luogo dove il mio fato non sia tragico!- recitò.
-Tu vuoi scappare da un destino ingiusto, ma solo il caso sa se il luogo in cui andrai sarà con te giusto.-
Lo Specchio divenne un portale. Grimilde ne rimase stupita e sgomenta: ma Evie era lei per metà. Lo Specchio poteva agire con i consanguinei.
-Evie, non andartene, ti prego.-
Ma la principessina aveva già preso la sua decisione.
-No, mamma. Io non posso più fidarmi di te. E forse incontrerò di nuovo Terra e mi porterà con lui.-
Saltò dentro il portale senza indugio. Non le importava dove sarebbe andata: qualunque luogo sarebbe stato meglio della prigione di bugie della madre.
Finì in un luogo chiamato l’Isola degli Sperduti. Era un luogo squallido, persino più dei villaggi circostanti al castello. Gente che rubava per strada, puzza di fogna, risse in ogni angolo.
Abituata in un ambiente dove ognuno soddisfaceva ogni suo capriccio, per Evie fu uno shock trovarsi in un posto simile.
Non era più una principessa, nonostante il vestito che portava.
Una banda criminale cercò di rapirla, ma l’intervento di un bambino circa della sua età lo impedì: quel bambino si chiamava Jay e scoprirono avere molte cose in comune.
A loro, successivamente, si unirono Carlos e Mal.
I quattro divennero amici.
Evie iniziò a provare per Mal gli stessi sentimenti che provava per Biancaneve: una sorella.
Questo supporto fu di grande aiuto per la figlia di Malefica, nei giorni in cui furono inviate ad Auradon insieme a Jay e Carlos, per il programma di integrazione.
Auradon fu come una seconda casa per lei: ritrovò l’entusiasmo ed il sollievo che provava nel castello, prima della scomparsa di Biancaneve.
E scoprì, inoltre, di avere un talento naturale per il cucito: nell’Isola degli Sperduti, infatti, il suo vestito si era rovinato. Aveva dovuto usare delle vecchie stoffe per cucirsi un nuovo abito. Johanna glielo aveva insegnato e lei se ne appassionò.
Non aveva, però, dimenticato il prigioniero di nome Terra, il suo volto, i suoi occhi, le sue parole. Ogni giorno sperava che giungesse ad Auradon.
Ma incontrò un ragazzo che, da un certo punto di vista, gli somigliava, di aspetto: Chad, il figlio di Cenerentola.
Esattamente come era accaduto con Terra, Evie era rimasta colpita dal suo aspetto.
I due avevano iniziato a frequentarsi, ma con un triste epilogo: Audrey, la figlia di Aurora, non appena Mal aveva incantato Ben con un incantesimo di amore, spingendolo a lasciare la sua promessa sposa, iniziò a sedurre Chad e, di conseguenza, lui lasciò Evie. E non solo: alla prima occasione, lui l’aveva denunciata ai professori della Auradon Prep per aver copiato durante i compiti in classe grazie ad uno specchio magico.
Prima di giungere nell’Isola degli Sperduti, infatti, Evie era riuscita a creare una replica dello Specchio Magico della madre, incantando uno specchio più piccolo grazie ad un libro di incantesimi.
Ma l’intervento di un ragazzo aveva salvato la ragazza: Doug, il figlio di Cucciolo.
Dal primo incontro con la ragazza, si era invaghito di lei. Ma Evie non lo reputava abbastanza bello per lei.
Il tradimento di Chad, però, le fece aprire gli occhi.
Si illudeva che Chad assomigliasse in tutto e per tutto a Terra: bello e gentile. Ma si sbagliava.
La gentilezza che cercava la trovò in Doug, oltre ad un valido alleato, una spalla su cui piangere, una persona con cui confidarsi ed essere davvero se stessa.
Grazie ai suoi consigli, infatti, Evie divenne la miglior sarta di Auradon e comprarsi un’abitazione.
Non riusciva a vivere senza Doug: ne ebbe la prova nei giorni in cui Audrey aveva maledetto Auradon.
L’intervento di Ade, padre di Mal, nel salvare Auradon diede l’illusione a tutti gli abitanti che finalmente Auradon fosse in pace.
Ma arrivarono gli Heartless e Auradon fu sommersa dall’Oscurità.
Doug si era sacrificato per Evie, ma anche lei fu aggredita da un Heartless che le strappò il cuore dal petto.
Al suo risveglio, si ritrovò nella Città di Mezzo, insieme a Doug ed ai suoi amici.
Aveva ripreso il suo impego da sarta, per mantenere economicamente gli amici.
 
Ma sa che non è abbastanza: anche lei acconsente a divenire una Custode del Keyblade, per non ripetere mai più gli eventi di Auradon. Yen Sid avverte ognuno di loro dei pericoli del Tuffo Nel Cuore. Ma Evie non ha paura: è in gioco il suo futuro.
Ed il ritrovamento di Terra.
La notizia della sua scomparsa le aveva dato un valido motivo per divenire Custode del Keyblade…
   
 
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