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Autore: hilaris    08/06/2020    1 recensioni
Dal capitolo 1: Spense una delle candele con i polpastrelli delle dita, vedendo quella minuscola fiammella cessare di esistere esattamente come aveva fatto il proprio matrimonio.
Non si sarebbe mai aspettato di dover entrare in quel tempio così presto, non si sarebbe mai aspettato di dover posare quel crisantemo accanto a quella bara fredda e lucida proprio in quel periodo, in cui tutto sembrava esser tornato alla normalità, in cui la vita sembrava aver preso una piega giusta.
Goku è solo, senza alcuna forza e con un figlio da mantenere, mentre la storia si sposta lentamente sui pensieri di un principe dei saiyan ancora fortemente attaccato alle proprie origini e alle proprie convinzioni, ancora lungi dal raggiungere quello stato di development del personaggio che tutti abbiamo apprezzato guardando e leggendo l’opera originale. Ma ci sarà qualcosa, nella vita di entrambi, che cambierà radicalmente il loro modo di essere; entrambi i saiyan affronteranno una dura realtà che è lontana dall’essere quella quotidianità fatta di lotte e combattimenti, ed impareranno a lottare contro qualcosa di ancora più grande, seppur incorporeo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gohan, Goku, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Ok, sei pronto?» 

«Sono nato pronto, pivello.»

 

Si concentrarono. 

Si concentrarono fino allo sfinimento, fino a creare un forte terremoto sotto i loro piedi, fino a che il cielo, come se improvvisamente il meteo fosse impazzito, iniziò a coprirsi di una folta coltre di nuvole nere; si concentrarono finché, l’uno lontano dall’altro, non aprirono debolmente gli occhi, ritrovandosi di fronte ad una realtà che non era quella a cui erano abituati.

Erano l’uno di fronte all’altro, in un mondo fatto di oscurità e tenebre. E c’era una luce in fondo al tunnel, certo che c’era, ma era così lontana che a stento i loro occhi riuscirono a captarla. Goku si guardava confusamente intorno, Vegeta rimaneva vigile, con lo sguardo puntato sulla sagoma del suo rivale, che nel frattempo aveva preso a muoversi, cercando di capire se ci fossero riusciti o meno.

Di ciò che avevano intorno fino a pochi secondi prima non vi era rimasto nulla; erano solo loro due, ed un oscuro tunnel che si faceva sempre più stretto man mano che passava il tempo. 

 

«Ho una strana sensazione...» fu la voce di Goku a squarciare il silenzio che si era andato a creare, mentre intorno a loro cominciava a crearsi pian piano l’immagine di un luogo... un luogo freddo, buio, fatto solo di rocce prive di vita e di disperazione «È come se ci fossi già stato, in questo posto. Non ti sembra strano?»

Il principe non aveva risposto, ed aveva alzato la testa, scorgendo il crearsi di un cielo nero e senza stelle, che aveva iniziato lentamente a sovrastarli: sì che gli sembrava strano, dannazione. Lui quel posto lo conosceva, ne era più che certo. Eppure era convinto di non esserci mai stato, era convinto di non aver mai valicato un luogo così orribile; e lui, di luoghi orribili ne aveva visti tanti.

Ma quello... quello era tremendo.

Trasmetteva un’aria di dolore, di sofferenza, di distruzione, ed il fatto incredibile era che lo potevano vedere soltanto loro due. 

Distrattamente, si voltò verso il proprio rivale che, nel frattempo, era svanito nel nulla. 

E si ritrovò da solo. Solo in un luogo che sapeva di conoscere ma nel quale non sapeva affatto come muoversi, solo in un luogo che non gli piaceva affatto, e dal quale avrebbe voluto soltanto scappare... paradossalmente, in quel frangente, gli mancava in modo terribile la Terra, e gli mancava potersi tranquillamente allenare sotto il sole cocente di luglio. Voleva tornare a casa dell’idiota a litigarci in continuazione, voleva tornare ad insultare il moccioso per essere così dannatamente invadente. Si sarebbe addirittura accontentato di starsene alla Capsule Corporation insieme a quella sfacciata di Bulma, piuttosto che stare lì da solo.

«Kaharoth?» lo chiamò in modo incerto, indietreggiando leggermente «Riesci a perderti anche in posti immaginari, brutto idiota?! Dai, vieni fuori, facciamola finita! Come si esce da questa storia?»

Ma nessuna risatina insopportabile seguì quella frase, nessun sorriso sornione apparve davanti alla sua regale faccia... nessuna voce stridula gli rispose. Kaharoth era sparito davvero, e nessuno di loro due sapeva realmente come si facesse a stoppare quello strano gioco. Gioco che, per inciso, non gli stava piacendo affatto.

«Tsk, dannazione...» mormorò, guardandosi intorno «Dove diavolo sarà finito, quell’imbecille...» 

 

Cinque secondi prima, stava chiedendo a Vegeta che cosa ci fosse di tanto strano in tutta quella storia, mentre cinque secondi dopo, voltando le spalle al proprio compagno di disavventure, si accorse che quest’ultimo era sparito. 

Anzi, forse era proprio lui stesso ad essersi spostato senza neanche fare un passo, perché lo scenario intorno a sé era cambiato nuovamente: adesso, intorno a lui, non c’erano più rocce e alberi morti, ma era come se, improvvisamente, si fosse ritrovato all’interno di una grotta. Una grotta fredda e buia, in cui si potevano a malapena distinguere le pareti.

Dove caspita fosse finito, questo non gli era dato saperlo, ma tutta quella storia lo inquietava: sapeva benissimo di trovarsi all’interno di un’illusione... una visione creata da non sapeva neanche lui quale tipo di scomparto del proprio subconscio-e di quello di Vegeta-, ma era così dannatamente realistica che quasi lo spaventava... che fosse una sorta di presagio? Che tutte quelle continue illusioni, quelle continue connessioni tra di loro, non fossero altro che avvertimenti per ciò che sarebbe potuto accadere in futuro? Oppure si trattava soltanto di un loro potere sopito che non erano ancora riusciti a controllare? 

Il flusso dei suoi pensieri venne interrotto da un rumore sordo e secco proveniente da dietro le proprie spalle: per un attimo sussultò, ma poi decise che forse mantenere la calma sarebbe stata la decisione migliore. Così, si voltò in modo incerto nella direzione opposta, non trovando altro che niente.

«V-Vegeta?» mormorò «Se è uno scherzo, non è affatto divertente!»

Ma non era affatto il principe dei saiyan, questo lo sapeva molto, ma molto bene. Perché se fosse stato veramente lui, Goku non avrebbe avuto tutta quella paura... se fosse stato veramente lui, Goku si sarebbe sentito sollevato. Ma non lo era affatto, ed ogni minuto che passava, si sentiva sempre più oppresso.

Rimase fermo al proprio posto per un lasso di tempo che sembrò interminabile finché, quasi sussurrata, non sentì una voce chiamarlo. 

“Goku” faceva “Goku, vieni da me”, e continuava a ripeterlo, a ripeterlo, a ripeterlo, finché non venne affiancato da un’infinità di altre voci, che lo chiamavano in continuazione, insediandosi nella sua testa, facendogli fischiare le orecchie. Era come se le voci di tutte le persone che conosceva si fossero unite in una sorta di coro che lo chiamava, che gli chiedeva di raggiungerle. 

Il Genio, Gohan, Bulma, Crilin... poteva sentirli tutti. Soltanto una voce mancava all’appello: quella del principe dei saiyan.

E quest’ultimo dettaglio lo spaventò ancor di più; perché Vegeta non lo stava chiamando? Forse perché era l’unico, fra tutti, a non appellarsi a lui col suo nome terrestre? Forse perché non lo considerava affatto un amico? O perché... o perché gli era successo qualcosa di brutto? 

 

«Goku!»

 

Quella voce terrorizzata, spaventata.

Quella voce che avrebbe potuto riconoscere fra mille, quella voce che aveva sentito ogni giorno per sette anni, finché non si era spenta per sempre.

La voce di Chichi.

Era spaventata, aveva il fiato corto, e lui riusciva a vederla; lo stava guardando con gli occhi sbarrati, come se... come se fosse lui quello che la stava terrorizzando così tanto. 

Poi, la sua voce angelica iniziò pian piano a diventare sempre più profonda, e l’immagine che il saiyan dai capelli a palma aveva di fronte cominciò a mutare, a trasformarsi nel viso di qualcun altro. Qualcuno che sentiva molto vicino, e del quale non aveva ancora udito il tono di voce.

Vegeta.

Vegeta era di fronte a lui, ma non lo stava guardando col suo solito sguardo strafottente ed arrogante, non gli stava sorridendo bieco, non lo stava sfottendo come faceva di solito. Il principe dei saiyan lo stava scrutando con occhi lucidi, spalancati, il colore della sua pelle olivastra era sbiadito, lasciando spazio ad un bianco pallido, e le sue mani erano poggiate su entrambe le sue guance. Ma lui a malapena riusciva a sentirle.

Vegeta era completamente terrorizzato, quasi disperato, e lo stava fissando con aria implorante; e cosa più importante... non lo stava chiamando ‘Kaharoth’.

«Goku!» urlò di nuovo, questa volta con la sua voce, quella che quest’ultimo aveva tanto voluto sentire fino a quel momento «Goku, io lo so che esisti ancora, lo so che sei lì! Torna in te, Goku, torna in te!»

 

 

Era diventato tutto bianco.

Le rocce erano scomparse, ed insieme a loro anche quel cielo terso, lasciando spazio ad uno scenario completamente candido, ma allo stesso tempo per niente rassicurante.

Non poteva sentire nessun tipo di suono, intorno a sé... soltanto l’eco del suo respiro ed il battito del suo cuore che, nonostante il momento, era regolare e rilassato.

Non doveva lasciarsi prendere dal panico; in fondo, tutto quello era soltanto una misera illusione, non faceva parte della realtà.

Eppure... aveva una strana sensazione, era come se tutto ciò fosse una sorta di predizione, una sorta di viaggio in un futuro non troppo lontano. Era come se in qualche modo l’universo o chi per esso stesse cercando di avvertirlo... di avvertirli entrambi, di ciò che stava per succedere di lì a poco.

Ma era davvero possibile una cosa del genere? 

In quel momento, si pentì amaramente di aver rifiutato la proposta del proprio rivale di andare a chiedere aiuto a qualche divinità... proposta che avrebbe accettato una volta usciti da quella spiacevole situazione. Doveva soltanto ritrovare quell’idiota di Kaharoth e cercare di sbloccarsi, in qualche modo. 

Si voltò bruscamente, sentendo una presenza alle proprie spalle e, a qualche metro di distanza da sé, trovò finalmente la figura girata di spalle di quello che era senza ombra di dubbio il suo rivale; era vestito in modo strano, questo sì, ma Vegeta non ci fece quasi caso e, sospirando esasperato, iniziò ad andargli incontro.

«Finalmente!» esclamò «Si può sapere dove diavolo ti eri cacciato?! Dai, facciamola finita con tutta questa storia, andiamo a chiedere spiegazioni ai tuoi amici divini!»

Ma l’altro saiyan non rispose, né tantomeno si voltò alle sue parole. E a quel punto il principe, irritato dal fatto che il decerebrato lo stesse ignorando in quel modo, continuando a dargli le spalle, sbatté un piede a terra-se quella poteva definirsi terra-, il cui rumore rimbombò fastidiosamente, costringendolo a tapparsi le orecchie «Allora, mi hai sentito?!» gli posò una mano sulla scapola, rendendosi conto soltanto in quel momento che era la prima volta, in tutto quel lasso di tempo, che riusciva a toccarlo fisicamente mentre si trovavano in quella situazione «Torniamo sulla Terra, idiota! Mi sono stancato!»

Ma quando Kaharoth-o almeno quello che all’apparenza era lui- si voltò nella sua direzione, Vegeta si ritrovò ad indietreggiare di qualche passo: era lui, certo che era lui, ma allo stesso tempo... non sembrava affatto lui. Lo stava guardando con occhi carichi d’odio, di rabbia, di... cattiveria? Possibile? 

E sorrideva. Sorrideva soddisfatto mentre, tra le mani, reggeva una testa priva di vita. 

Ed il sangue del principe si gelò pericolosamente nelle vene, quando riconobbe la faccia di colui al quale il proprio rivale aveva staccato la testa.

 

 

 

“Torna in te”? Ma che diavolo voleva dire, con quelle parole?

Lui era in sé, non era mai stato più in sé di così. Eppure, quello che gli parlava non sembrava affatto il Vegeta al quale era abituato, quegli occhi non trasmettevano affatto il disprezzo con il quale lo guardava solitamente-sempre che di disprezzo ancora si trattasse, ormai il suo rivale sembrava guardarlo più con una vena di rassegnazione-, ma trasmettevano qualcos’altro... neanche lui riuscì bene a capire cosa, ma era come se in quel momento, il saiyan che aveva di fronte, fosse il Vegeta di un prossimo futuro, e non quello cinico ed insopportabile del presente.

E quel piccolo particolare lo salvò dal cadere nella trappola del nemico... nemico che, con grande orrore da parte di Goku, era il suo stesso subconscio, la sua stessa mente. E si chiese per un attimo che cosa stesse passando il vero Vegeta in quel momento. 

Rapidamente, caricò un pugno in direzione di colui che si ritrovava davanti, credendo che con quello avrebbe fatto sparire l’illusione ma, quando lo colpì, si accorse che la sua mano gli aveva appena trapassato il torace, e che proprio a contatto col suo braccio, il cuore del principe batteva i suoi ultimi spasmi.

La sua faccia assunse un colore spaventosamente cianotico, mentre vedeva il proprio rivale cadere a terra, con un buco in mezzo al petto ed il sangue che, rosso e caldo, fuoriusciva dalla sua bocca semi-aperta.

«P-perché, Kaharoth?» mormorò quel Vegeta «Perché stai... s-stai facendo q-questo?»

«Già, perché, Kaharoth?»

La sua voce.

La sua stessa voce gli stava parlando, e gli stava chiedendo ‘perché’. 

Ma il perché di cosa? Quella era soltanto una visione, non era la realtà, e ciò trovò conferma nel fatto che il corpo esanime del principe fosse appena scomparso nel nulla... quella non era la realtà.

Ma al posto del corpo senza vita di Vegeta, apparve un’altra figura. Questa volta in piedi, incappucciata, coperta soltanto da una tunica scura, che lo guardava con occhi carichi di perfidia. E Goku deglutì quando si accorse che, sotto quel cappuccio, lo sguardo scuro che lo scrutava era il suo... quello sconosciuto appena apparso di fronte a lui... era lui. 

«Cadranno tutti.» gli disse languido, leccandosi il labbro superiore, mentre gli si avvicinava con un sorriso «Oh, non devi avere paura di me, Goku. In fondo, significherebbe avere paura di te stesso.»

Il super saiyan indietreggiò, iniziando a tremare. Perché una proiezione stramba di sé stesso gli era appena apparsa davanti? E perché lo stava guardando in quel modo? Lui non era così, quello non era il suo sguardo, lui non sorrideva in quel modo. 

«Smettila di rifiutare la tua indole.» continuò la propria proiezione inquietante «Smettila di avere timore di ciò che sei in realtà.»

 

 

 

Era incredibile. Kaharoth teneva in mano la testa di Kaharoth. E sorrideva, sorrideva beffardo mentre gliela mostrava con orgoglio.

Che diavolo di simbologia avrebbe dovuto cogliere, in quella visione? Perché il suo rivale si stava comportando in quel modo, perché aveva la sua stessa testa tra le mani? 

Vegeta iniziò a tremare ininterrottamente, preso completamente alla sprovvista e dal panico... che cos’avrebbe dovuto fare? Dove sarebbe potuto scappare, se quel posto non era altro che il bianco più totale?

Non poteva attaccarlo, non sarebbe servito a niente, in fondo non avrebbe potuto fargli del male, ed in quella stramba dimensione i suoi poteri funzionavano tanto e non quanto: aveva provato, qualche minuto prima, a lanciare qualche sfera di energia, ma dalle sue mani non era uscito assolutamente nulla.

Era completamente indifeso e disarmato.

«Oh, non aver paura di me...» gli si rivolse quella specie di Kaharoth, allargando il sorriso sul suo volto «Sai che non ti farei mai del male. Solo se mi costringessi realmente a farlo, Vegeta.»

E, detto questo, fece svanire la testa che aveva avuto in mano fino a quel momento «Oh, era questa che ti turbava tanto? Ma non ti dovrebbe preoccupare. In fondo, non era ciò che desideravi più di tutti? Toglierti dai piedi quell’imbecille di Goku?»

Il principe sussultò: già, non era ciò che desiderava più di tutti? Quell’illusione non aveva poi tutti i torti. E poi, ciò che aveva davanti non era reale, era inutile spaventarsi tanto. Ma quegli occhi, quei dannatissimi occhi... quello non era lo sguardo di Kaharoth, non erano gli occhi di Goku, quelli. Non del Goku che era abituato a vedere, almeno.

Ma allora, chi diavolo era quello? 

«Tu...» sibilò, andando a sbattere contro quello che sembrava un muro, rendendosi conto che effettivamente quella candida dimensione non fosse infinita «Chi diavolo sei, tu?»

Lo vide allungare una mano nella sua direzione, come a tendergliela «Vieni con me.» disse, sorridente «Possiamo dominare l’intero universo. Possiamo realizzare tutti i tuoi sogni. Con me diventerai immortale.»

«Hah! Con te?» lo schernì lui, incrociando le braccia al petto «Ottimo tentativo, ma con me non attacca. Sparisci dalla mia vista.»

Ma, prima ancora che potesse mettere fine a quella storia attaccandolo con un pugno, Kaharoth si illuminò di luce dorata, i suoi capelli divennero del color del sole ed i suoi occhi presero la tonalità del cielo, mentre la tunica scura che lo copriva cadeva a terra, lasciando spazio ad un abbigliamento forse ancora più scuro di quest’ultima. 

E poi, Vegeta si bloccò sul posto, mentre il super saiyan lo prendeva per i capelli, iniziando ad attaccarlo senza remore. 

 

 

 

Timore di ciò che era in realtà, gli aveva appena detto.

Ma lui non era mai stato così, non era lo stesso che vedeva nel riflesso dello specchio, quel saiyan che aveva di fronte. Quello non era lui, quello non sarebbe mai stato lui.

Eppure, quell’immagine era così vivida, così terribilmente reale da fargli paura.

Davvero, nel profondo della propria mente, albergava quella proiezione di sé stesso? Davvero lui, l’eroe che aveva sconfitto Freezer, sarebbe potuto diventare così? 

Per un attimo, Goku si sentì rapire da quell’immagine, da quella proiezione di sé, ma poi, un grido di dolore in lontananza lo dissuase da quegli inquietanti pensieri. L’urlo di qualcuno che stava soffrendo.

«Vegeta!» 

Con un calcio ben assestato, mandò quella specie di sé stesso a sbattere contro la parete della grotta e lo vide scomparire e, concentrandosi sull’aura del proprio rivale, tentò di teletrasportarsi nel luogo dove si trovava quest’ultimo. E inaspettatamente ci riuscì, riuscì a raggiungerlo, e lo vide combattere contro un ulteriore sé stesso. O forse lo stesso sé stesso che aveva appena mandato KO. Solo, trasformato in super saiyan. Il principe non riusciva ad opporre resistenza, i suoi poteri in quella dimensione erano diventati totalmente inutili, e si stava facendo ammazzare da una stupida illusione. 

Accendendosi di rabbia nel veder Vegeta venire ridotto in quella condizione orribile, Goku saltò in direzione di colui che lo stava attaccando e, come se improvvisamente avesse ritrovato sé stesso, lo fece sparire con la sola forza dello sguardo, ritrovandosi a mettere le mani sulle spalle del proprio rivale, stringendole con tutta la forza che aveva.

«Vegeta!» lo chiamò a gran voce «Vegeta, torna in te! Era un’illusione, era solo un’illusione! Cavolo, come diamine si torna indietro?!» 

Stringendo il principe completamente terrorizzato a sé e tentando di farlo smettere di divincolarsi, Goku si concentrò come si era concentrato prima, tentando di raggiungere la realtà, visionando di fronte a sé i monti Paoz. Voleva raggiungerli, voleva tornare a casa, e voleva far venire Vegeta con sé. 

Non voleva passare un altro minuto in più in quella dimensione orribile. 

E, non si sa come, ci riuscì. Quel luogo svanì improvvisamente e con lui anche le ferite sul corpo del proprio rivale: si ritrovarono nuovamente sui monti Paoz, di fronte a casa sua, come se tutto ciò non fosse successo, come fosse stata soltanto una stupida allucinazione.

Ma, a discapito di quest’ultima sensazione, Vegeta continuava a lamentarsi e divincolarsi, a cercare di liberarsi dalla sua presa. 

 

«Lasciami!» urlò, terrorizzato, come se si trovasse ancora in quella dimensione a combattere contro un avversario imbattibile «Lasciami subito! Stai lontano da me! Stammi alla larga!»

«Vegeta!» lo chiamò di nuovo Goku, abbracciandolo istintivamente, stringendolo più forte che poteva, con la sola intenzione di farlo smettere di gridare «Vegeta, sono io! Sono solo io, calmati! Datti una calmata!»

E, come se si fosse appena svegliato da un brutto sogno, il principe dei saiyan si bloccò: Kaharoth lo stava abbracciando, lo stava stringendo contro il proprio petto, non gli stava facendo del male, non lo stava colpendo con onde di energia, e non era affatto trasformato in super saiyan. 

Istintivamente lo spinse lontano con tutta la forza che aveva, balzando all’indietro «Vattene! Stammi lontano, non osare toccarmi!»

«Vegeta, sono Goku!» urlò di nuovo lui, esasperato «Non vedi?! Siamo tornati sulla Terra, siamo a casa!»

Ma lui non ne era convinto «E io come faccio a saperlo?! Potrebbe essere un altro dei tuoi viscidi trucchetti!»

Goku sospirò rumorosamente «Stamattina non avevo voglia di allenarmi, e tu mi hai detto che non cucino così male come tutti dicono, ed è anche passato un mese da quando ho scoperto che Chichi era malata!»

Sentendo quelle parole, gridate come prova della sua veridicità, il principe cadde sulle proprie ginocchia, bagnandosi i pantaloni con la rugiada del mattino e lasciandosi sfuggire un sospiro di sollievo. Si sentì un dannato stupido, in quel momento: davvero si era lasciato spaventare da una maledetta illusione? Davvero si era lasciato abbracciare dal proprio acerrimo rivale, pur di smettere di divincolarsi come un cretino? 

Eppure, in quel momento, era talmente sollevato che il proprio suddetto acerrimo rivale fosse tornato a prenderlo, che non se la sentì neppure di urlargli contro per averlo abbracciato... in fondo, quello era da archiviare soltanto come un caso disperato e necessario, no? Non si erano di certo abbracciati perché avevano voglia di farlo, dannazione! Piuttosto si sarebbe lasciato ammazzare da un mostro del calibro di Freezer! 

«Dannazione, Kaharoth...» mormorò, alzando la testa nella sua direzione «Non farlo mai più!»

Goku strinse i denti: davvero quel testone si era arrabbiato per quell’abbraccio? Accidenti, era stata una cosa puramente istintiva, chiunque l’avrebbe fatto! Dopo tutto quello che avevano appena passato, davvero Vegeta stava mettendo l’accento su quello? 

«Ascolta, scusa! Non sapevo proprio come farti stare buo-»

«Non ti azzardare mai più a sparire in quel modo!» puntualizzò il principe, interrompendolo «Giuro che la prossima volta ti uccido! Hai idea di che cosa ho appena passato per colpa tua?!»

Quelle parole stupirono alquanto il saiyan dai capelli a palma: davvero il burbero principe di fronte a sé, invece di arrabbiarsi con lui perché lo aveva appena abbracciato, toccandolo in un contesto che non fosse la lotta, si stava arrabbiando perché, mentre si trovavano in quella sorta di altra dimensione, si erano separati e l’aveva lasciato da solo? Non avrebbe mai creduto che uno come Vegeta potesse reagire così per una cosa del genere, era a dir poco sorprendente! 

Sorrise bieco, rendendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi «Forza, andiamo a chiedere aiuto a Re Kaioh!»

Il principe sospirò: nonostante quello che avevano appena passato, quell’imbecille non sarebbe mai cambiato. Come facesse a prendere le cose con una leggerezza simile, questo proprio non riusciva a capirlo; lui era ancora parecchio scosso, anche se stava tentando di non darglielo a vedere-anche perché aveva già visto troppo-, mentre quel decerebrato sembrava averlo dimenticato subito, e stava già pensando al passo successivo. 

Rassegnato e contro ogni aspettativa del saiyan dai capelli a palma, Vegeta prese la sua mano e si alzò da terra, inarcando un sopracciglio «Come diavolo fai a sapere che ti avrei chiesto di farlo?»

Il super saiyan si indicò la testa «Tu non sei riuscito a leggermi nel pensiero, prima?»

Lui si limitò a roteare gli occhi, rassegnato dal fatto che tra di loro ci sarebbero sempre stati ben pochi segreti. Era riprovevole, certo, ma alla fin fine non potevano farci niente, a meno che non esistesse una soluzione a tutta quella storia. E questo avrebbero potuto saperlo solo con l’aiuto di Re Kaioh. 

 

*

 

«Ma lo vuole capire che non c’è assoluto bisogno di cucinare, Re Kaioh?!» lo stava riprendendo Gregory, mentre lo stufato che il Dio aveva provato a cucinare stava bruciando, rischiando di mandare a fuoco tutta la sua adorata casetta.

«Solo perché in quanto divinità non ho alcun bisogno di mangiare, non significa che io non abbia il diritto di provare il gusto di un buon pasto!» rispose lo strano essere dalla pelle blu «E poi, devo comunque nutrire te e Bubbles!»

La cavalletta buttò uno sguardo alla pentola carbonizzata «Se è quello ciò che offre la casa, preferisco stare a digiuno.»

«Ma come diamine ti permetti, ingrato?!» esclamò Re Kaioh, cominciando ad inseguire il proprio piccolo amico per tutto il suo minuscolo pianeta, con in mano una padella da potergli sbattere in testa «Io ti do vitto e alloggio, e questo è il tuo ringraziamento?!»

La sua ospite, appoggiata distrattamente al cofano dell’auto rossa della divinità, rise divertita a quella scena: in fondo, allenarsi nell’aldilà con Re Kaioh non era stato soltanto un onore, ma anche una buona cosa. Non si sarebbe affatto trovata a suo agio in mezzo ad altri milioni di anime; mentre lì... beh, lì godeva della compagnia di amici davvero speciali. 

Ma si ritrovò ben presto a sgranare gli occhi sconvolta quando, proprio di fronte a sé, due figure ben conosciute apparvero improvvisamente: uno dei due si era teletrasportato sul pianeta di Re Kaioh, ed aveva portato l’altro con sé.

«Goku!»

~~~~

Angolo autrice:
Ok, questo è decisamente il capitolo più WTF che io abbia scritto finora, ma... tempo al tempo, ragazzi, si spiegherà tutto più avanti, sperando che il nostro Re Kaioh collabori. 
Dunque, Goku e Vegeta sono riusciti a far avvenire volontariamente la connessione ma, a differenza delle altre volte, sono riusciti a vedere a sentire più di quello che vedono e sentono di solito, il che potrebbe essere interessante... o almeno spero di essere riuscita a renderlo tale! 
Hanno visto entrambi una versione "malvagia" di Goku... ma che simbologia potrà mai avere una visione del genere? Che cosa potrebbe succedere a Goku? E soprattutto, ciò che i nostri due saiyan preferiti hanno visto potrebbe davvero essere una sorta di illusione futuristica? Questo ce lo spiegherà soltanto il tempo. 
Nel frattempo, possiamo anche notare che, piano piano, si stanno anche avvicinando l'uno all'altro... ma non sono super carini? *^*
Vi ringrazio come sempre delle recensioni e delle visite... davvero, non mi aspettavo che in così tanti fossero curiosi di dare un'occhiata a questa storia, è davvero fantastico!

Vi mando un grandissimo bacio! Alla prossima!

-hilaris

   
 
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