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Autore: iaki46    09/06/2020    1 recensioni
Hai parlato per un po', prendendo commiato. Non ricordo quasi nulla.
Ad un certo punto, mi hai detto che dovevi andare.
Non ha mai avuto il sapore di un addio. Non c'era tristezza né rimpianto. Un addio non ho mai pensato che lo fosse.
Ancora una volta, nelle tue parole nessuna tristezza e, nonostante nemmeno io ricordi di averne provata, è nitida l'immagine delle mie mani che accarezzano e stringono con più vigore le tue spalle, quasi non volessi lasciarti andare.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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9.06.2020
 
COMMIATO
 
Mi ricordo quando ti ho sognato. Ricordo che sapevo che eri morto, che ti avevo aspettato a lungo per parlare, per vederti. Sapevo che eri morto, ma quando sono salita sulla tua macchina tutto aveva comunque senso.
Ricordo che, anche nel sogno, ho provato una sensazione di felicità e pienezza quasi indescrivibile. È stato, omaggiando Montale, "quell'attimo che è tutto". Ho sentito così tanto sollievo, calore e felicità irradiarsi dal petto in tutto il corpo che avrebbe potuto essere l'energia di una supernova.
Perché tutto aveva di nuovo senso.
Perché c'eri tu.
 
Ricordo che abbiamo parlato. Tu mi hai chiesto come stessi, poi io ho fatto il resto, vomitando le parole a macchinetta, colmando il vuoto di un paio di mesi. Non abbiamo parlato di cose tristi, nemmeno del fatto che tu fossi morto. L'importante era che tu fossi lì con me. E come avrei mai potuto essere triste?
Ricordo il tuo sorriso, le parole dolci. So che mi hai dato dei consigli, anche se non ricordo quali.
Poi mi hai salutato dolcemente. Quando l'hai fatto non mi hai permesso di guardarti in faccia. Per tutto il tempo ero rimasta nel sedile davanti, accanto a te. Ma per salutarmi mi hai fatto spostare dietro. Forse volevi dissimulare la tristezza che provavi e non volevi permetterle di intaccare il ricordo di questo ultimo nostro momento insieme. Ti accarezzavo i capelli e ti tenevo le mani sulle spalle. Tu avevi la giacca del completo blu. I contorni erano quasi sfumati, era l'effetto che la luce abbagliante proveniente da davanti a noi conferiva alla tua figura. Immerso nella candida brillantezza di mille splendidi soli, sembravi quasi essere in due dimensioni.
 
Hai parlato per un po', prendendo commiato. Non ricordo quasi nulla.
Ad un certo punto, mi hai detto che dovevi andare. È stato tutto molto dolce. Immagino che le parole, qualunque esse fossero, abbiano accarezzato dolcemente il mio cuore, così come hanno fatto i sentimenti.
Ancora una volta, nelle tue parole nessuna tristezza e, nonostante nemmeno io ricordi di averne provata, è nitida l'immagine delle mie mani che accarezzano e stringono con più vigore le tue spalle, quasi non volessi lasciarti andare.
Poi sono scivolata fuori dalla macchina, ho chiuso la portiera e ti ho guardato seduto dietro al volante. Abbassato il finestrino, eri scostato leggermente nella mia direzione, gli occhi nei miei.
L'ultimo sguardo, un fugace sorriso.
Un "ciao Ele" come tutti gli altri, familiare, quasi come se ce ne fossero ancora tanti da dire.
Non ha mai avuto il sapore di un addio. Non c'era tristezza né rimpianto. Un addio non ho mai pensato che lo fosse.
 
In un battito di ciglia eri sparito.
 
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Questo ricordo potrebbe dare l'idea trasudare tristezza. Non è così. Questo aneddoto non contiene nemmeno una traccia di rimpianto, non l'ha mai fatto.
Vorrei poter dire che è grazie alla mia stoica volontà che non ho permesso al ricordo di essere corrotto dalla tristezza, ma sarebbe una bugia.
La verità è che non mi sono mai svegliata più serena da un sogno. Mentre mi riavevo, aspettavo l'ondata di tristezza e rimpianto che quotidianamente mi accoglieva, facendomi ricordare che non avevo motivo di essere felice, che non c'era alternativa al dolore e facendomi rimpiangere di essermi svegliata.
Non è mai arrivata. E il motivo è che questo ricordo non è un prodotto della mia immaginazione. I sentimenti provati, la felicità più completa è andata a riempire una voragine di vuoto. Tutto quello che è successo era reale, almeno nella mia testa.
Non si vede bene che col cuore.
  
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