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Autore: genxha    13/06/2020    1 recensioni
Sono passate due settimane dall'ultimo attacco di Papillon, dall'ultimo set fotografico di Adrien e dall'ultima apparizione di Ladybug.
Chat Noir piomba nella più cupa disperazione senza la sua Lady e solo una persona riuscirà ad aiutarlo.
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7

Due salti e Chat Noir era sul tetto di fronte a casa, cercando di capire cosa avesse visto. Con la vista acuita dal Miraculous vide il suo bersaglio ad una cinquantina di metri -Mi pare qualcosa di rosso. O forse sto impazzendo perché mi manca troppo- pensò, mentre la figura si fermò accanto ad un camino e si voltò rapidamente verso di lui. Ad Adrien parve di vedere qualcosa di blu, bianco e rosso, poi la misteriosa figura spiccò un altro salto. Chat Noir si fermò di colpo, gli sembrò che il cuore avesse saltato un battito, pensava -Ladybug? O è un altro imbroglio di Papillon? C’è un solo modo per scoprirlo- riprese l’inseguimento usando il bastone per darsi la spinta ed attraversare il vicolo sotto di lui.

Lentamente la distanza diminuiva e la luce della Luna che illuminava la figura non lasciava dubbi: era Ladybug. O qualcuno identico a lei. Chat Noir si fermò su un tetto, non riusciva a trattenere un sorriso “Sono sicuro, è lei! É tornata!” disse fra sé “Ma dove va?” si chiese, cercando di raggiungerla.

“Beccata” sussurrò, quando la vide fermarsi sul tetto piatto di una palazzina, venti metri davanti a Chat Noir, che si fermò sul cornicione dell’edificio accanto per poi saltare silenziosamente sul tetto dove si trovava Ladybug.
Adrien era confuso, si avvicinò all’amica che non si era accorta di lui, ferma sullo spigolo dell’edificio, le spalle le si alzavano e abbassavano mentre la ragazza riprendeva fiato.

“Ehi, Insettina?” disse Chat Noir, esitante, facendola sobbalzare e girare di scatto, la mano sullo yoyo. Ladybug vide il suo compagno d’avventure a pochi passi da lei. Aveva visto che la stava seguendo ma non pensava l’avrebbe raggiunta. “C-ciao m-micetto...” disse, abbassando lo sguardo e perdendo un po’ della sicurezza che aveva nel pomeriggio.
“Stai bene?” chiese Chat Noir, facendo un passo avanti,

“Io? Beh.. sì” rispose Ladybug, guardando il ragazzo senza riuscire a decifrare quell’espressione mista tra la felicità e la delusione, poi si accorse che lui la stava guardando negli occhi.

“Perché?” chiese Chat Noir, senza spostare lo sguardo.

“Micetto... “ iniziò lei, ma il ragazzo la interruppe

“Sei sparita. Senza dirmi niente, senza chiedere il mio aiuto come… come hai sempre fatto. Mi hai” si fermò per riprendere fiato, gli occhi lucidi ”mi hai abbandonato. Perché?” chiese di nuovo, facendo un altro passo avanti.

“Mi… mi dispiace” rispose Ladybug, allargando leggermente le braccia “ho avuto, beh, non lo so! Paura, forse. Ma non… non ti ho abbandonato.”

“No?” ribatté lui, irrigidendosi “Sono due settimane che … oh lascia perdere. Non mi hai abbandonato, dici...”

“Mi dispiace, Chat Noir. Davvero” disse lei, distogliendo lo sguardo da lui e portando i pugni al petto, all’altezza del cuore “io…” iniziò, poi si voltò e saltò giù dal tetto, lanciando lo yoyo yo verso il comignolo della casa di fronte.
-Bravo Adrien, hai rovinato tutto- pensò il biondo, preso alla sprovvista “Milady! Aspettami!” gridò, inseguendo Ladybug.



Ladybug riavvolse il filo dello yoyo sfruttando la spinta per atterrare sulle tegole di un abbaino, poi saltò sul successivo e infine attraversò una stradina -Non avevo previsto che mi avrebbe raggiunto. Sarà furioso con me per quello che ho fatto. E se lo è, ha ragione- pensò Marinette, guardandosi attorno per capire a che distanza fosse dalla Torre Eiffel, stava girando a casaccio più per farsi coraggio che per farsi seguire dall’amico. Mentre pensava era tornata nel quartiere di casa sua e un lungo salto la portò su una terrazza da cui poteva vedere casa propria, dove si fermò di nuovo a riprendere fiato.

Marinette si lasciò sfuggire un “Oh” sorpreso. Era la terrazza su cui Chat Noir aveva organizzato il loro incontro romantico. Quando lei gli aveva rivelato di amare un altro ragazzo, e di sicuro gli aveva spezzato il cuore.

Un rumore alle sue spalle la fece voltare, per vedere la sagoma di Chat Noir, circondato dalla luce della Luna. Aveva le orecchie basse ma il viso era in ombra “Milady, ti prego. Aspetta” le disse, guardandosi attorno. “Credimi, non ce l’ho con te” continuò, abbassando la voce, una mano passò veloce sullo zigomo per asciugare una lacrima “voglio solo sapere cosa è successo. Qualcosa che ho fatto?”.

Ladybug lo guardò -devo dirglielo, ma non così. Rovinerei tutto- rifletteva, poi tentò una risposta “No Micetto, tu non hai fatto niente” -pensa, Marinette, pensa- “io ho avuto paura che.. che tu ti potessi mettere in pericolo per causa mia. Non ti ho abbandonato. Te lo giuro. Non l’ho fatto.” fece una pausa, cercando di vedere l’espressione di Chat Noir, indecifrabile in controluce, ma vide il suo orecchio destro sollevarsi. La ragazza si voltò “vieni con me” disse, saltando sul tetto più vicino.

Adrien si morse il labbro inferiore, saltando sullo stesso tetto - sembra che stia andando verso la Torre Eiffel. Ma cosa hai in mente, Insettina? E cosa vuol dire che non mi ha abbandonato?- si domandò Adrien. Lei era più agile e si era allontanata, saltando da un tetto all’altro, ormai in vista del celeberrimo monumento illuminato dai colori della bandiera francese. Finalmente Chat Noir la vide attraversare il piazzale e salire sul monumento, imitandola subito dopo. Usando lo yoyo, ladybug riuscì a distanziarsi nell’ultimo tratto e il biondo la vide sparire al terzo piano.



Chat Noir si arrampicò sulla Torre, raggiungendo finalmente il terzo piano. Saltò sulla piattaforma e vide Ladybug dalla parte opposta, gli dava le spalle, i gomiti appoggiati al parapetto, guardava il panorama parigino. Dal punto in cui si trovava il ragazzo ne vedeva la sagoma, davanti alla Luna; mise via il bastone e si avvicinò, lentamente.

Ladybug rimase immobile e Chat Noir si appoggiò al parapetto, a un paio di metri da lei, che finalmente si girò a guardarlo per un lungo momento, con un sorriso e poi “Scusami, Micetto. Davvero non so cosa mi sia preso, due settimane fa. Sai, quando mi hai detto quella frase io… ho avuto paura. E sono scappata. Ma non ti ho abbandonato. Mi perdonerai?”. Chat Noir, che stava guardando il panorama parigino si girò a guardarla, perdendosi in quei meravigliosi occhi azzurri “Cosa intendi? Che frase?” chiese, senza capire. Ladybug sussurrò qualcosa mentre lui continuava “Vuol dire che…” e si bloccò, illuminato da un lampo di luce rosa che gli fece socchiudere gli occhi.

Quando riaprì gli occhi, Chat Noir si trovò di fronte Marinette. Il biondo rimase immobile, la bocca leggermente aperta a metà della frase. Lei lo guardò negli occhi e, lentamente, iniziò ad avvicinarsi, un’ombra di rosso sulle guance e sempre quel sorriso dolce. Adrien si ritrovò a pensare - ma sei sempre stata così bella? - senza riuscire a staccare gli occhi dai suoi.

Marinette alzò una mano, sfiorando una guancia di Chat Noir mentre metteva delicatamente l’altra sulla sua spalla - Avanti Marinette, o la va o la spacca - si ripeteva, per farsi coraggio, poi si alzò sulla punta dei piedi, chiuse gli occhi e mise le labbra su quelle socchiuse del ragazzo.

Ad entrambi sembrò che il tempo si fosse fermato, poi, anche se non avrebbe saputo dire quanto tempo dopo, Marinette staccò le labbra da quelle di Chat Noir, fece mezzo passo indietro e disse, con gli occhi che le brillavano “Basta questo per dirti che mi dispiace, Adrien?”. Il ragazzo continuava a fissarla, le braccia lungo i fianchi, il cuore che batteva all’impazzata.
“Micetto? Che ti succede? Il gatto ti ha mangiato la lingua?” gli chiese Marinette, ridendo.
La mora si sentiva la testa leggera, le ginocchia le tremavano leggermente.

“Marinette” riuscì finalmente a dire Chat Noir “C-come mi hai chiamato?” balbettò dopo parecchi secondi.
Lei gli si avvicinò, prendendogli la mano destra tra le sue “Col tuo nome, Adrien. Non preoccuparti, questo continuerà ad essere tuo” disse, sfiorando l’anello del Gatto Nero “Scusami, davvero, non pensavo che ti avrei fatto soffrire così tanto” proseguì, portando le mani all’altezza del petto, senza lasciare quella di Chat Noir. “Ma non ti ho abbandonato, te l’ho detto. Solo che sul mio terrazzo, ieri, ho capito che… che tu e il ragazzo che amo siete la stessa persona.” si fermò, arrossendo “Io ti… io ti amo, Adrien” riuscì a dire, in un sussurro.

Chat Noir spalancò gli occhi mentre Marinette parlava, senza staccare gli occhi dai suoi.
“Plagg, ritrasformami” sussurrò, riprendendo in un flash di luce verde, l’aspetto del rampollo di casa Agreste. Il kwami nero uscì dall’anello mentre Tikki si affacciava dietro le spalle di Marinette.

Adrien sentì gli occhi riempirsi di lacrime, mentre lei gli lasciava la mano. Di nuovo si asciugò una lacrima con l’indice e poi abbracciò Marinette, sollevandola dal pavimento della terrazza “Milady” le sussurrò all’orecchio “Anche io ti amo”.

Plagg finse una smorfia di disgusto “Ah… queste smancerie degli umani” disse a Tikki, che con gli occhi che brillavano esclamò “Zitto, Plagg. Non capirai mai.”. Il Kwami nero la guardò di sbieco “Io capisco OGNI COSA, Zuccherino” disse, piccato. Tikki gli restituì l’occhiataccia “Non credo proprio, signor Calzino puzzolente!” rispose poi, continuando a guardare adorante i due ragazzi abbracciati, Marinette con la testa sulla spalla di Adrien, lui con la guancia appoggiata alla testa della ragazza.

Adrien fece un respiro profondo e disse, dolcemente “Adoro il profumo dei tuoi capelli” “Lo so” rispose Marinette, poi alzò lo sguardo sul viso del ragazzo “Spero non sia la sola cosa che ti piace di me” continuò, con aria complice. Lui arrossì leggermente e le rispose “Beh, potremmo scoprirlo, no? Ma io già lo so che sei mewravigliosa, Marinette”.

Marinette chiuse gli occhi, appoggiandosi al petto di Adrien, che le baciò i capelli e anche lui chiuse gli occhi, stringendo la ragazza dei suoi sogni nella brezza notturna.


Note dell'autore

Beh, non so assolutamente che scrivere nelle note di quest'ultimo capitolo. Direi anzitutto grazie per essere arrivati fino qui e spero di avervi intrattenuto, divertito e magari anche commosso, chissà.

Ripeto per l'ennesima volta il ringraziamento a Giulia che mi ha fatto da beta reader e mi è stata ad ascoltare quando arrivava il momento "oddio non so cosa scrivere". GRAZIE!! Per tutti gli altri invece, ricordo che ho scritto ALTRE fanfic sempre su Miraculous e che se volete darmi un segno del vostro sostegno potete passare a offrirmi un caffè su Ko-fi. Ancora grazie per essere arrivati fin qui e... stay safe, stay Miraculous!

   
 
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