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Emma
era riuscita a spezzare il Sortilegio, ma la maledizione del lupo no. Regina
non sapeva ancora come dirglielo. L’aveva scoperto una notte che erano nello
stesso letto, si era trasformata, a causa di alcuni deboli raggi di luna, entrati
dalla finestra, che la colpirono sul viso. Si tramutò nel solito lupo, mai
arruffato, ma aveva dovuto abbandonare il letto, per paura di poter fare del
male all’altra. Quante volte si era nascosta dalla sua nuova forma, quante
volte si era ritrovata a vedere lo sterminio che aveva compiuto la notte
precedente, era la sua natura non poteva farci nulla, neanche Emma era riuscita
a salvarla quindi?
“Mi
dispiace così tanto Regina” – disse Ruby che l’aveva raggiunta alla sua cripta
– “Dovresti dirlo ad Emma però”
“Per
quale motivo? Per vederla darsi la colpa per qualcosa per cui non ne ha?” – la
guardò – “Emma ha già sofferto a causa mia, non mi deve niente” – ammise.
“Ti
ama e lo sai, farebbe di tutto per te” – sorrise.
“Non
dovrebbe, si metterà contro tutti e non voglio questo per lei. È stata sola per
tanto tempo e adesso non posso permettere che gli altri le voltino le spalle
per colpa mia”
“Regina
sai benissimo che non puoi cambiare quello che provi per Emma, soffriresti
anche tu come lei, senza lei” – spiegò Ruby guardandola – “Mi sento così in
colpa”
“Non
farlo Rubs, davvero! In fondo quella notte, avrei potuto batterti con la mia
magia, ma chissà perché ho lasciato che tu invece mi colpissi” – confessò.
“Volevi
essere libera?” – chiese.
“Beh
è stata un arma a doppio taglio” – ridacchiò e sentirono bussare alla porta
della cripta.
“Regina
dobbiamo parlare” – disse la voce di Emma.
“L’ha
certamente scoperto” – disse Rubs – “Quel benedetto suo super potere” -
entrambe uscirono ed Emma rimase turbata, nel vederle assieme.
“Te
la fai con il lupo adesso?” – chiese arrabbiata.
“Ehi
Em, ma che dici? Noi abbiamo un codice genetico ben preciso” – la guardò – “Mai
farei una cosa del genere, dovete parlare” - si allontanò.
“Io
e Ruby stavamo discutendo di una cosa” – la prese per mano e la condusse dove
c’era più spazio e quando le nuvole avrebbero scoperto la luna le avrebbe
mostrato tutto. Emma rimase a guardarla trasformarsi, ancora.
“Non
ti ho liberato dalla maledizione” – disse accarezzandole il muso e un lato
della guancia – “Mi spiace tanto Regina, credimi, io ti amo davvero”
“Lo
so tesoro” – Regina riusciva a parlare in quella forma, attraverso il
collegamento mentale – “Ti amo anche io ed è per questo che ti devo chiedere
di lasciarmi andare” – scosse il muso – “Non posso permettermi di farti
del male, non voglio” – sentì Emma poggiare la testa sul suo muso e
scoppiare a piangere.
“Non
voglio lasciarti andare” – singhiozzò, la lupa sentì le lacrime bagnarle il
pelo – “Sono pronta a vivere con te anche in questa forma, sarà per qualche
volta al mese, posso farcela” – sorrise guardandola negli occhi – “Non
allontanarmi, ti prego, sei quello di più bello che ho assieme ad Henry” –
poggiò la fronte al suo muso.
“Sei
sicura?” – chiese la lupa.
“Sì,
voglio te, con te mi sento al sicuro, con te sono felice” – si strinse
abbracciandola, sistemandosi tra le sue zampone e il petto peloso e soffice.
“Emma
e se non potessi controllarmi? Se facessi del male a te, a Henry o alla tua
famiglia?” - chiese.
“Io
sarò al tuo fianco, in questa forma o nell’altra” – sorrise ad occhi chiusi.
“Ti
va di fare una corsa? Sali su?” – allargò le fauci a mo’ di
sorriso.
“Molto
volentieri” – Emma si rampicò su di lei senza tirarle il pelo e si sedette
sulla sua groppa – “Non correre Maestà o le farò fare una multa”.
“Tieniti
sciocchina” – e corse per la Foresta sentendosi finalmente
libera e felice con Emma. Si fermarono poche ore dopo, in una radura nascosta,
Regina si distese su un fianco peloso ed Emma si sistemò sul suo lato. La lupa
le portò una zampa a coprirla e farle calore.
“Ecco
perché sei sempre così calda” – sorrise affondando la testa nel petto
dell’animale – “Ti amo tanto” – la baciò sul muso e pochi istanti dopo stava
baciando la donna dietro l’animale. Sentì l’altra abbracciarla sensualmente, i
vestiti abbandonarla e poi i loro corpi caldi unirsi, diventare un tutt’uno di
respiri, ansiti, gemiti e nomi sussultati dalle loro labbra.
“Forse
ci sarebbe una soluzione” – disse Regina tenendola stretta tra le sue braccia,
mentre ancora sotto le stelle, erano lì.
“E
quale sarebbe? A me non dispiace giacere con te lupacchiotta” - sorrise
godendosi le sue carezze tra i capelli.
“Tornare nella Foresta Incantata” – sorrise – “Ma i tuoi non so se saranno d’accordo”.
Chissà se questo capitolo coccoloso vi è piaciuto! Alla prossima xoxo