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“Non
se ne parla, tu e Regina?” – imprecò David – “Mai e poi mai acconsentirò a
questo”
“Non
spetta a te decidere, sei mio padre, ma io sono abbastanza grande da sapere di
chi innamorarmi” -disse.
“David,
Emma ha ragione” – intervenne Snowhite.
“Dici
sul serio? Ci ha fatto passare le pene dell’inferno, e adesso lasci che si
prenda nostra figlia?” – chiese.
“Non
è dipeso tutto da lei” – continuò.
“Ha
ucciso un sacco di persone, i nostri sudditi” – disse – “E se lo facesse anche
con voi?”
“Non
l’ha voluto, era sotto la forma di lupo, non sapeva cosa facesse papà” – disse
guardando sua madre – “Io amo Regina, e che voi vogliate o no, torneremo nella
Foresta Incantata assieme ad Henry”.
Era
stato tutto così veloce, ma sapevano tutti fosse una scelta molto ben studiata,
provenivano da quel mondo e ci sarebbero tornati, avrebbero trovato il modo per
riportare Regina nella sua forma umana.
“Davvero
tua madre mi ha difeso?” – chiese Regina avvolta nel suo accappatoio.
“Sì,
lo ha fatto e ha riguadagnato punti” – sorrise.
“Ah
perché le relazioni con te sono fatti di punteggi?” – chiese la mora.
“Tipo
il tuo punteggio andrebbe alle stelle se tu togliessi quel…” – boccheggiò
perché Regina non le aveva neanche dato il tempo di finire, che era rimasta
nuda davanti all’altra.
“Di
quanti punti si tratta?” – sorrise gattonando sul letto dove Emma era sdraiata
in vestaglia.
“Non
saprei” – sentì le gambe di Regina avvolgersi intorno alla sua vita e poi il
suo collo pulsare sotto i baci e qualche morso della mora – “Se non sapessi che
oggi non c’è plenilunio, avrei paura adesso” – accarezzò i suoi capelli.
“I
punti aumentano?” – sorrise scendendo a leccare e baciare i suoi capezzoli e l’aureola,
allargando la sua vestaglia.
“Cavolo
sì, hai fatto checkpoint” – inarcò appena la schiena, continuò a tenerle la testa
vicina.
“Jackpot
tesoro” – sorrise muovendo la lingua sempre sul suo seno, fino a scendere verso
il basso. Sfilò le mutandine, l’unico indumento che indossasse.
“Uhm
si, quello” – sorrise chiudendo gli occhi. Non appena sentì la lingua di Regina
lì sotto, iniziò ad ansimare – “Oh santi numi” – disse arruffando il lenzuolo
sotto la stretta delle sue mani – “La tua lingua è davvero, oh Re-gi-na” –
sgroppò i fianchi e Regina li tenne fermi, senza neanche staccarsi dalle sue
pieghe calde.
“Non
penserai di certo di lasciarmi così” – disse Emma percependo il suo peso su di
sé, di tutta risposta, Regina prese la sua mano e la portò vicina alla propria
apertura – “Oh cavolo, sei bollente”
“Se
tu ti impegnassi, potrebbero alzarsi anche i tuoi punti” – gemette perché la
bionda, non aspettò neanche che finisse la frase, per penetrarla – “Em-ma” –
sussultò.
“Lo
so, adesso mi impegno, sta tranquilla” – sussurrò sulle sue labbra guardandola negli
occhi, e le sue dita si uncinarono.
“Oh
caz” – ansimò forte.
“Linguaggio
Maestà” – sibilò Emma.
“Oh
sta zitta” – disse annullando le distanze e con un lungo bacio assetato e
voglioso, per le loro dite che provocavano piacere per entrambe esplosero nel
loro orgasmo.
“Non
vedo l’ora di farlo nel tuo letto da Regina” – sorrise Emma provando pian piano
a riprendersi.
“A
me basta farlo solo con te, ovunque tu voglia, Em-ma” – sibilò sulle sue
labbra.
“Adesso
mi basta farlo con te, per tutta la notte, amore mio” – sorrise e ribaltò le
posizioni - “Mi mancherà la mia lupacchiotta”
Regina
ci aveva pensato per intere nottate al fatto di poter tornare nella Foresta
Incantata, ma poi perché? Emma le aveva detto che era certa di poter stare assieme
a lei, anche se fosse rimasta un lupo. Regina sapeva che ormai l’unica cosa
importante per lei erano la felicità e serenità di Emma e Henry, voleva solo
che loro avessero tutto quello di cui avevano bisogno. Se fossero tornati nel
loro mondo, probabilmente, anzi certamente, Emma avrebbe rinunciato alla sua
famiglia per lei, ma per quanto l’amasse non poteva minimamente permettere questo.
No, non avrebbe costretto Emma ad una vita a cui non era abituata, e non
avrebbe privato Henry dei suoi nonni o degli amici che aveva a Storybrooke.
Era
talmente persa nei suoi pensieri, durante la corsa serale, che non si era
accorta, che mentre percorreva con le scarpe da ginnastica, quel sentiero, i
suoi piedi si trasformarono nelle sue zampone nere pelose. Si fermò dopo qualche
metro e si accucciò a guardare la luna prima di ulularle. Chissà se Emma l’avrebbe
sentita dall’altra parte della città, ne era certa, però non si aspettava che l’avrebbe
raggiunta quasi presto.
“Non
devi stare sola” – sorrise raggiungendola e accarezzandole il manto lungo – “So
che qualcosa non va, non devi allontanarmi quando ti senti così” - incrociò le braccia
e si appoggiò a lei. Sapeva che non avrebbero comunicato telepaticamente,
Regina aveva bisogno di un contatto visivo e tattile per farlo, ma non lo
avrebbe fatto anche perché ne avevano già parlato e non voleva riprendere il
discorso – “Sei una testona, potremmo sempre tornare qui, e poi Henry è sempre
d’accordo” – disse prendendo tra le mani il suo muso.
“E
qui ti sbagli, Em, lui non è d’accordo, lo farebbe per me, ma io non voglio
sacrifichi quello che ha qui per me. Io volevo un mondo senza magia, ma adesso
ho voi e siete la cosa più bella che ho, e non voglio rinunciarci”
“Tu
ancora ti ostini su cosa pensano i miei di te” – disse muovendo la testa nel
suo pelo morbido – “Sanno che ti amo, e non possono cambiare questo”
“Sei
ancora disposta a vivere con me anche in questa forma?” – chiese
perdendosi nei suoi occhi.
“Sì
lo voglio” – sorrise buffamente – “C’è un tuo ma”
“Io
so solo che ti amo, e questo non cambierà mai” – socchiuse
gli occhi – “Ma non sempre potrai però riportarmi indietro con un bacio, dipende
tutto da non so quale strana forza della natura”
“Immagino
che dipenda anche da te” – ammise – “So che ti difendi così dall’essere vulnerabile
davanti ai miei o agli altri che ti temono”
“Sì,
forse hai ragione” – portò una zampona sulla sua spalla stringendola
appena – “Baciami adesso” – ed Emma lo fece.
“Uh
sei ancora in tuta wow” – sorrise.
“Beh
si ho creato un incantesimo così da non ritrovarmi sempre nuda”
“A
me non dispiaceva per nulla” – disse abbracciandola – “In tutina aderente mia Maestà
siete molto bella”
“Quante
lusinghe oggi” – sorrise dandole un bacio sul collo.
“È
la pura verità” – la guardò – “Se tu mi dici che sei certa di restare, mi devi
promettere che non mi escluderai nei momenti in cui sei un’adorabile
lupacchiotta”
“Ti
piace tanto chiamarmi così vero?” – poggiò la fronte alla sua.
“Tantissimo
lupacchiotta mia” – la baciò dolcemente, accarezzandole quelle ciocche di
capelli che le ricadevano sul viso – “Devo essere gelosa di te e Rubs, perché non
so cosa facciate quando siete lupe”
“Gelosa?
Rubs te lo ha spiegato, su! Andiamo solo a caccia assieme, tutto qui” – la guardò
– “Io piuttosto mi sento un po’ minacciata da Capitan Mascara” – Emma rise.
“Ha
l’eyeliner, ma comunque non devi” – sorrise –
“Ha già un uncino” -sospirò –
“Non
c’è nulla” – disse per calmare
l’agitazione della donna.
“Tanto
meglio per lui perché, me lo mangio, se ti tocca” – la tenne stretta in un abbraccio
– “Se dovessero farvi del male, il mio istinto animale non ci metterebbe niente
a scovare il responsabile e farlo fuori” – ammise.
“Non devi fare niente di tutto questo” – sorrise – “Io voglio solo te, come tu vuoi me Regina”