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Autore: Dragon mother    17/06/2020    1 recensioni
Isabella sta tornando da una breve vacanza insieme ai genitori. Poco prima di giungere nella sua città, l'auto su cui viaggia precipita in un laghetto. Lei viene salvata miracolosamente ma dei suoi genitori non vi è nessuna traccia... per alcuni anni...
Eccomi qui a ripubblicare questa storia dal mio vecchio account. Tutti i capitoli sono stati revisionati e all'occorrenza corretti.
Spero entrerete a dare un'occhiata.
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Carlisle Cullen, Edward Cullen, Esme Cullen, Isabella Swan | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Charlie/Renèe, Emmett/Rosalie
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Buongiorno ragazze.
Oggi ho una comunicazione importante da farvi: sto facendo dei lavori di manutenzione a casa, quindi per questa settimana e le prossime due, gli aggiornamenti di tutte le storie saranno di un solo capitolo a settimana invece di due.
Mi dispiace di questo inconveniente ma tra una cosa e l’altra si ridurrà il tempo per scrivere.. poi tornerà tutto come prima.
Ora vi lascio al capitolo piuttosto lungo e con una scena che so già vi piacerà tanto..
buona lettura e grazie per la comprensione.
Un bacione.
 
 
 
 
 
Edward
 
La guardo dormire ed è come se il mio cuore tornasse a battere.
Come ho potuto pensare che ciò che provo per lei non è amore?
Ed è grazie ad Alice, che con le sue opache visioni mi sta mostrando che anche per lei sta cambiando qualcosa; il suo bisogno di avermi sempre intorno, di cercarmi anche solo con lo sguardo, quella che sembra proprio gelosia e non di certo fraterna, mi stanno portando a pensare ad un cambio di sentimenti nei miei confronti.
E’ stato difficile per me passare tutta la mia esistenza da solo, nonostante le mie avventure nessuna mai era riuscita a raggiungere il centro esatto del mio petto, proprio dove ora giace il mio cuore morto.
Ma ciò che lei rappresenta per me è molto più di una banale avventura e se da un lato è quello che ho sempre desiderato, dall’altro devo ammettere che un po’ mi spaventa.
Sono un vampiro centenario ma nella nostra esistenza la cantante si trova una volta sola.
 
Di colpo torno alla visione di Alice di oggi pomeriggio.
 
Bella, nel bosco, sola e indifesa sotto la pioggia.
Quando sono scattato per andare a cercarla, Carlisle mi ha fermato
“Figliolo lasciala andare, ha bisogno di stare sola” mi disse appoggiandomi una mano sul braccio.
Al suo consiglio si era unita anche Alice
“Sì, tranquillo Edward, ha solo bisogno di tempo, non succederà niente”
Ma l’idea che fosse lì fuori, tutta sola non mi piaceva per niente.
“Chiamo Jacob e gli chiedo se lui è di ronda questa notte, almeno potrà tenerla d’occhio finchè non deciderà di tornare”
E così contattai Jake e gli chiesi quel grandissimo favore.
Quando poi la vidi lì, rannicchiata, infreddolita e impaurita, senza sapere chi, lo ringraziai per averla trovata sana e salva.
E ringraziai anche Jacob.
 
Era uscita di casa incazzata nera e un po’ era anche colpa mia.
Di comune accordo avevamo deciso di temporeggiare perché pensavamo che sarebbe stata più al sicuro ma non avevamo fatto i conti con i suoi sentimenti.
 
Un movimento al mio fianco mi avverte che la mia piccola si sta svegliando.
Quanto mi è piaciuto accarezzare il suo viso, tracciarne i contorni, sfiorarle i capelli, inspirare il suo dolce profumo, che ora mi avvolge come una coperta.
“Ciao” mi sussurra con la voce ancora impastata dal sonno.
Com’è adorabile con i capelli arruffati e quell’ espressione buffa a causa della luce che la infastidisce.
“Ciao piccola, hai dormito bene?” le chiedo posandole un bacio sulla fronte.
“Sì, decisamente e tu? Ti sei annoiato ad osservarmi tutta la notte?” mi domanda ributtandosi tra i cuscini.
“Oh no, per niente.. è stato come dire.. esilarante, sentirti parlare nel sonno”
Bella ha parlato nel sonno e anche parecchio e ciò che le è uscito dalla bocca è stata melodia per le mie orecchie.
Ottengo la reazione che immaginavo: scatta seduta, guardandomi con un’espressione preoccupata, domandandosi che cosa possa mai esserle sfuggito di bocca.
“No, dimmi che non è vero, ti prego, dimmi che scherzi” mi implora intrecciando le mani in segno di preghiera.
“Mi dispiace dirtelo ma è così, però ti assicuro che hai detto delle cose bellissime”
“E sarebbero?” mi chiede curiosa.
“Vuoi davvero che io ti metta in imbarazzo più di quanto lo sei già adesso?”
Anche se titubante annuisce e allora io la accontento.
“Sembrava proprio un vero discorso, quasi una dichiarazione” le dico, lo so che sono perfido ma questa situazione inizia a starmi stretta. Lei sa di noi ed io un po’ da egoista ho bisogno di qualche risposta da lei.
Deglutisce a vuoto, passando le mani tra i capelli arruffati.
Non voglio torturarla più di tanto, quindi le dico tutto, proprio come lei ha fatto questa notte.
 
“Resta con me, Edward, non te ne andare. Sento il bisogno di averti sempre vicino e anche se adesso so cosa sei, io di te non ho paura. Non sei mai stato il mio fratellino perché il mio non è mai stato un bene fraterno.. c’è sempre stato qualcos’altro a legarci e ora più che mai sento il bisogno di scoprirlo”
 
Rivivo quel momento, riascoltando le mie parole, quelle stesse che sono uscite dalle sue labbra.
Provo ancora quella sensazione di appartenenza che ho provato quando con una mano mi ha afferrato la camicia, senza lasciarla più.
E il mio cuore ha un sussulto quando, come a ricordarsi le parole sussurrate quella notte, inizia a pronunciarle con me.
Al termine siamo occhi negli occhi e nella stanza sembrano esserci due cuori che battono invece di uno solo.
Non voglio spaventarla e nemmeno aggredirla ma ho bisogno di un contatto, per rendermi conto che lei è reale ed è qui.
Avvicino le mie mani fredde e le appoggio sul suo viso.
Lei non si muove e tiene i suoi occhi puntati nei miei che non sono mai stati di un ambra così intensa, mentre il suo cuore, chiuso nel suo giovane petto, sta facendo un baccano enorme.
“Edward” mi chiama e la sua voce mi ricorda sempre più un trillare di campanellini.
Non vorrei parlare vorrei solo perdermi in quegli occhi, in quel contatto così semplice ma così profondo per me.
“Sì?”
“Potresti baciarmi?”
La mia mente di vampiro impiega molto più tempo di quello che gli occorre solitamente e incredula, si ripete quelle due parole più volte.
Mi sono ripromesso di controllarmi ma come posso riuscirci se lei mi pone una domanda del genere?
“Bella io.. ne sei sicura?” le chiedo titubante, al contrario di lei che sembra non aspettare altro.
Annuisce e poi mi conferma ciò che vuole
“Baciami, ti prego, ne ho bisogno”
Non le rispondo a parole ma a fatti.
Non interrompo mai il contatto con i suoi dolci occhi mentre mi avvicino; un soffio divide le nostre labbra, posso sentire i nostri respiri mescolarsi.
In questo momento sto respirando e solo così mi sembra di avere il controllo totale sul mio povero corpo, scosso da mille emozioni.
Mi basta sporgermi ancora di poco e le nostre labbra saranno le une sopra le altre.
Tutto questo mi sta costando tanto autocontrollo, mettendo a dura prova il mio lato vampiro.
Posso sentire la trepidante attesa di Bella nei suoi muscoli, nel suo respiro che ogni attimo cresce sempre più, fino a quando mi decido e metto fine a questa straziante distanza.
Le mie labbra si appoggiano sulle sue, con lo stesso effetto delle onde sugli scogli, come il ghiaccio contro il fuoco, marmo contro il più morbido e malleabile elemento quali sono le sue labbra sotto le mie in questo momento.
Il mio corpo è in balìa di sensazioni descrivibili solo da chi ha incontrato la sua cantante.
Riconosco in lei il dominio che ha su di me ed io su di lei e tutto quel potere sta fluttuando intorno a noi e dentro di noi.
Ne sento la forza, sconvolgente e l’intensità e mi chiedo se anche lei avverte tutto questo.
Le mie labbra, dopo più di cent’anni, hanno finalmente trovato il loro posto e il mio cuore con loro.
Da quel semplice sfioramento, il mio bisogno cresce e stando sempre attento a dosare la mia forza, approfondisco quel contatto.
Imprigiono le sue labbra tra le mie fino a farle scivolare via.
Bella geme e subito mi preoccupo di averle fatto male anche se so di essere stato attento a tenere a bada i miei canini e il veleno.
“Ti ho fatto male?” le chiedo sollevandole il viso.
“Male? O no, no, tutt’altro, sai io non sono abituata a certe attenzioni”
Sorrido, la mia piccola umana.
“Quindi se io continuassi non ti dispiacerebbe, vero?”
“No” mi sussurra arrossendo.
“Mia piccola Bella, ho aspettato più di un secolo per incontrarti ed ora tutto questo non mi sembra possibile”
“Beh credici Edward, proprio come ci credo io”
La guardo ancora un attimo prima di ricongiungere nuovamente le nostre labbra.
L’incertezza di prima è svanita, lasciando spazio ad una nuova bellissima consapevolezza: le nostre vite sono ora intrecciate
e strette da un legame indissolubile.
Sciolgo il bacio perché lei riprenda fiato e nonostante a me non serva, ne approfitto anche io, tirando un lungo sospiro.
E’ inspiegabile come il fatto di restare accanto a lei risvegli in me il lato umano che credevo di aver perso completamente.
Appoggia una mano sul mio petto, proprio dove giace il mio cuore atono e posa i suoi occhi nei miei.
“Ora che succederà” mi domanda con un filo di voce.
“Niente che tu non voglia o che tu non possa sopportare. Sei e sarai sempre il centro di tutto il mio mondo, Bella, ricordalo in ogni momento” le dico posandole un bacio in fronte.
Un sospiro abbandona le sue labbra prima di pormi la domanda a cui so che vuole una risposta da ieri sera.
“Edward, io vorrei sapere perché i tuoi occhi a volte da verdi diventano color ambra? Sussurra avvicinando la sua mano ad accarezzarmi il viso.
Ed io non faccio altro che accontentarla.
“Il cambio di colore dei miei occhi è un dono che ho sempre avuto. Da umano i miei occhi erano verde smeraldo, colore che ho mantenuto anche dopo la trasformazione; da vampiro non mi è mai piaciuto questo colore, legato ai sentimenti tristi, alla malinconia, alla paura e talvolta alla rabbia. Da quando passo gran parte del mio tempo insieme a te, i miei occhi sono praticamente sempre dorati e sai cosa vuol dire?” le chiedo
“No, dimmelo tu”
“Vuol dire che quando ci sei tu nessun sentimento negativo mi colpisce, la tua presenza spazza via ogni paura, ogni tristezza con la quale prima dovevo fare i conti ogni giorno”
Alle mie parole, un sorriso le illumina il volto rendendola ancora più bella di quanto non lo è già.
“Sai, è un po’ quello che capita anche a me quando sto con te” sussurra appoggiando il capo sul mio petto.
L’abbraccio prima di invitarla a fare altre domande.
“Dato che siamo in fase di confessioni, chiedimi pure tutto quello che ancora vuoi sapere”
Non riesce a dire niente perché la sua pancia l’avverte che da umana deve fare colazione.
“Credo dobbiamo rimandare a oggi pomeriggio ma prima dovrò comunque parlare a James per mettere in chiaro le cose”
Al sentire il nome di James, un flotto di veleno invade la mia bocca ma lo caccio via subito.
Io non sono quel tipo di vampiro, almeno che non sia inevitabile e necessario.
“Intanto preparati e poi vedremo di fare tutto. Ti aspetto giù” le lascio un bacio sfiorandole le labbra e solo quel debole contatto mi rimanda alle sensazioni che mi hanno scosso solo pochi minuti fa.
 
Sono tornato da scuola mentre Bella si è fermata a parlare con James.
Volevo restare con lei ma la signorina mi ha spedito a casa ed io ho obbedito.
Spero non la tratti male altrimenti sarò io a fargli male a quel coso spilungone.
Sono in camera mia davanti allo specchio, cercando di domare questa chioma di capelli quando sento la sua voce e i miei occhi da verdi si fanno ambrati.
Spalanco la porta e senza calma volo in cucina dove la trovo a bere un bicchiere di acqua.
“Quindi è andata bene?” sento Esme che le domanda
“Sì, credo di sì, gli ho domandato spiegazioni per il suo comportamento alla festa e perché non si è fatto sentire in questi giorni: mi ha detto che si era offeso per ciò che è accaduto sabato sera e si è sentito in imbarazzo; per me ha fatto solo la figura del bambinone viziato e permaloso. Alla fine poi mi ha anche confessato che neanche lui era convinto di quello che stavamo facendo. James ha sempre preteso da me una storia molto seria e io gli ho sempre detto che alla mia età non mi sentivo di dargliela” conclude mentre varco la soglia della cucina.
La saluto, posandole un bacio sulla tempia.
“Ciao piccola, tutto bene?” le chiedo sorridente.
“Ciao Edward, sì gli ho parlato e anche lui ha capito che non sarebbe andata avanti per molto, volevamo cose diverse da questa storia quindi è stato meglio chiuderla subito” mi risponde tranquilla.
Le accarezzo una guancia come a consolarla anche se credo non ne abbia bisogno.
“Allora che ne dici di andare di sopra a continuare il discorso che abbiamo iniziato stamattina?”
“Sì, molto volentieri”
“Bella, vuoi dei biscotti? Li ho appena sfornati” le domanda Esme.
“Molto volentieri”
Mia madre ha sempre avuto un debole per Bella, considerandola proprio come se fosse figlia sua e credo che anche la mia piccola consideri Esme come una seconda mamma.
 
Giunti in camera mia, Bella non perde tempo e inizia subito a tempestarmi di domande.
 
 
Bella
 
Siamo saliti in camera di Edward e ho intenzione di fargli tutte le domande che mi passano per la testa: ho bisogno di tutte le informazioni che può darmi, ho bisogno di saperne il più possibile per farmi un quadro completo della mia nuova vita.
Scalcio via le scarpe e mi siedo accanto a lui, con la schiena contro la testata del letto.
“Davvero posso chiederti tutto, ma proprio tutto?”
“Certo Bella, te l’ho detto, ogni cosa che vuoi sapere io te la dirò” mi sussurra, voltando la testa verso di me.
“Ok bene, allora preparati Edward, ho tante domande per te” scoppio a ridere e lui con me.
“Spara” mi invita.
“Quanti anni hai, Edward?” vado dritta al sodo.
“Età anagrafica o età fisica?” mi domanda trattenendo una risata.
“Ehi prima di tutto non ridere, mi hai promesso che avresti risposto, non prendermi in giro, è una cosa seria e poi non lo sai che non si risponde ad una domanda con un’altra domanda?” borbotto falsamente indispettita, allungando una mano ad afferrare un biscotto.
“Sì scusa hai ragione. Dunque l’età anagrafica è 119 anni mentre quella fisica è 18 anni”
“Accidenti… quindi abbiamo questa cosa tra di noi” dico mentre sposto la mano da me a lui “e tecnicamente tu potresti essere il mio bis-nonno?” scoppio a ridere mentre lui mi guarda con aria offesa.
Incrocia le braccia e resta in silenzio per un po’.
“Sorvolerò su questa offesa che mi hai inflitto ma sono sicuro che prima o poi mi prenderò la mia vendetta” ora è lui a ridere guardando la mia espressione.
“Dai, prosegui piccola, sono curioso delle domande che usciranno da quella testolina” mi dice toccando la mia fronte con l’indice.
Da quel punto una scossa si irradia a tutto il mio corpo e credo che l’abbia sentita anche lui perché resta alcuni secondi con il braccio alzato per aria.
Mi riprendo un attimo e poi torno alla carica.
“O..ok..poi vorrei chiederti come mai Jasper con il suo potere, ieri pomeriggio non è riuscito a calmarmi? Mi avrebbe evitato quella pietosa scenata” gli confesso abbassando lo sguardo.
“Bella, non scusarti più, non devi. Non voglio più parlare di questo, capito?” le dico forse un po’ troppo duro ma voglio che smetta di sentirsi in colpa, quando dovremmo esserlo noi per non averle parlato subito.
“Ok” borbotto, addentando il biscotto.
“Bene, in quanto alla tua domanda credo che lui non ci sia riuscito perché tu hai alzato il tuo scudo, ricordi che te ne ho parlato?”
Annuisco.
“Ecco, eri talmente arrabbiata che senza neanche accorgertene lo hai alzato come un muro, non permettendo neanche a lui di aiutarti a stare meglio”
“Accidenti, ora devo avere paura anche di me stessa?” gli chiedo pensierosa, agitando per aria quel che resta del biscotto.
“No, no è un dono questo e come ti ho già detto potremo aiutarti a espanderlo e migliorarlo, se vuoi”
L’idea di avere anch’io un dono mi elettrizza e voglio a tutti i costi farlo crescere.
“Lo voglio eccome!” esclamo con fin troppa enfasi.
“Ok, allora parleremo di questo con Carlisle, lui conosce chi può aiutarti. Prossima domanda?” mi chiede più impaziente di me.
Voglio stuzzicarlo prendendolo in giro ma la sua reazione mi lascia un attimo senza parole.
“Sei impaziente che io esaurisca le domande così potrai finalmente liberarti di me, Edward? Stiamo affrontando questa nuova cosa insieme e già mi vuoi mettere in un angolo, devo proprio esser..”
Con un gesto talmente rapido che neanche me ne accorgo, mi porta con la schiena sul materasso e un urlo di spavento abbandona la mia bocca.
“Stai attenta a quello che mi dici, io sono un vampiro permaloso e non gioco con i sentimenti, men che meno con i tuoi” annuisco ancora stupita di quel gesto ma non sono impaurita, come invece crede lui.
“Ti ho spaventata? Hai preso paura?” mi chiede ad un palmo di naso, sento il suo fresco respiro accarezzarmi la pelle.
“Tu non mi fai paura, io mi fido di te” gli confesso sincera.
“Non è mio intento metterti paura e il fatto che tu ti fidi di me, mi fa molto felice.” mi sussurra, riportandomi a sedere.
Sorride.
“Ok, ho un’altra domanda. Questa mi incuriosisce parecchio.. vorrei sapere di più sul lupo che ho incontrato nel bosco..” lascio la frase in sospeso, ho troppe domande riguardo a questo, quindi lo lascio spiegare.
“Il lupo che hai visto nel bosco è precisamente un licantropo, acerrimo nemico dei vampiri e viceversa, ma per noi Cullen lui e tutta la sua gente è un amico, un alleato. E’ un mutaforma, in quanto questi esseri possono trasformarsi da umani in lupi e viceversa e quello che hai incontrato ieri si chiama Jacob. Gli ho chiesto io di tenerti d’occhio, quando sei scappata nel bosco. Magari un giorno, se vuoi, andiamo a conoscerlo.”
E io che a vedermelo sbucare fuori dai cespugli sono morta di paura, mentre lui era lì, mandato da Edward per proteggermi.
Non saprò mai come dimostrare tutta la mia riconoscenza verso lui e tutti i Cullen ma posso iniziare con un affettuoso abbraccio.
Gli salto con le braccia al collo stringendolo forte, consapevole che non sente dolore e poi gli bacio una guancia.
“Grazie Edward, per ieri e per tutto perché tu sai sempre cosa fare e cosa è giusto per me”
“Bella, tu fai parte della famiglia adesso e io difenderò sempre la famiglia” mi dice accarezzandomi una mano.
“Sai, mi costa parecchio non riuscire a leggerti nel pensiero, mi eviterebbe d’immaginare sempre che cosa ti frulla per la testa”
Sarebbe meno faticoso anche per me, soprattutto nei momenti come questo in cui la domanda che vorrei fargli è un po’ imbarazzante.
E’ da un po’ che in verità mi frulla questa domanda per la testa e adesso che ho l’occasione per fargliela, mi manca un po’ di coraggio.
E’ molto personale e non so se sono nella condizione per osare.
Poi penso che se non vuole non mi risponderà.
“Ehm dunque, pensavo ad una domanda un po’ personale e il dono adesso aiuterebbe, mi sentirei meno in imbarazzo”
“E’ così brutta come domanda? Vuoi chiedermi se ho mai bevuto sangue umano? Se dormo in una bara o se faccio altre cose strane?”
“No, io veramente vorrei.chiederti.quante.fidanzate.hai.avuto.nella.tua.vita”
Aggrotta le sopracciglia ma so che ha capito e spero che non me lo faccia ripetere.
“Ti prego, non farmelo ripetere”
“Una” mi risponde secco.
“Cosa?”
“Ho avuto una sola fidanzata, a parte..”
“A parte?”
“A parte quella cosa che c’è tra di noi” indica se stesso e poi me.
“Oh..”
“Sei stupita? Pensavi fossi un Casanova?”
“No beh questo no, pensavo che in 119 anni tu avessi conosciuto molte vampire e che..”
“E che avessi avuto più fidanzate” conclude lui per me.
Annuisco.
“Avrei potuto ma aspettavo te” mi dice avvicinandosi.
Edward ha sempre un effetto potente su di me ma la vicinanza del suo corpo al mio mi manda letteralmente in iperventilazione.
E le sue parole non aiutano di certo.
Aspettava me, vuole me e io cosa voglio?
“Bella per favore, non fare così, raccontami i tuoi pensieri, il tuo silenzio mi manda nel caos”
E ora cosa gli dico?
 
La verità Bella, semplicemente la verità.
 
“Ok, dunque. Sappiamo entrambi che tra noi non è mai stato un legame fraterno e non so tu ma io me ne sto accorgendo solo ultimamente. Sei la mia metà della mela Edward, vivo in funzione di te e tu per me sei la mia calamita personale” sorrido al pensiero di quante volte lo cercavo con lo sguardo solo per accertarmi che fosse nei paraggi.
“In quanto a tutto il resto, così tanto grande e ancora in parte incomprensibile per me, se vuoi potremo affrontarlo insieme, passo dopo passo, per cui, se tu vuoi, io potrei aspirare a quel secondo posto” gli dico con la voce un po’ tremante.
Nascondo le mani una nell’altra perché anche quelle non riescono a stare ferme ma lui me lo impedisce, prendendole tra le sue e puntando gli occhi su di me.
“Quel posto sarà tuo solo se tu lo vorrai, sei libera di scegliere come vivere la tua vita e con chi. Io non ho potere e se anche l’avessi di certo non lo userei per importi qualcosa contro la tua volontà. Sei troppo importante per me Bella, non dimenticarlo mai” sussurra quelle ultime parole come fossero una preghiera ed io so che non accadrà mai niente contro la mia volontà.
“Sai, quando ho iniziato a provare quella miriade di emozioni che non sapevo descrivere né tanto meno comprendere, ho avuto un po’ di paura ma adesso mi accorgo che non ne ho motivo perché ci sei tu con me” gli confesso posando il capo sul suo petto.
“E sarai seconda solo perché ti ho conosciuta più tardi ma so per certo che sarai tu e solo tu al mio primo posto, per sempre”.
Mi avvolge in un abbraccio ed ogni paura e preoccupazione svaniscono.
   
 
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