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Autore: littlepink6690    18/06/2020    1 recensioni
Cosa succede quando una macchina scivola e si ribalta sull'asfalto bagnato? Cosa succede alla persona che conduce quell'automobile? Cosa farà adesso Jennifer, chi lascerà avvicinare a sé, adesso che ne ha più bisogno? Qualcuno riuscirà ad abbattere quei muri che adesso lei sta costruendo per difendersi?
Morrilla
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Ginnifer Goodwin, Jennifer Morrison, Josh Dallas, Lana Parrilla, Rebecca Mader
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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16Orange

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Seduta al banco della cucina, stava facendo colazione come suo solito: caffè biscotti e un frutto. La casa era silenziosa e Lana non era con lei, quando si era svegliata quella mattina aveva trovato un bigliettino con su scritto che sarebbe andata a casa sua per recuperare ancora qualcosa. Era ormai convinta di lasciare quell’appartamentino indipendente e magari più in là decidere di prendere una casa tutta loro. Jennifer non voleva correre, non voleva che la mora si sentisse obbligata a fare qualcosa, che non fosse ancora pronta a fare. Stavano insieme da qualche mese, ma la quotidianità sembra aver sempre fatto parte di loro, e per la rossa era davvero bello, la faceva sentire serena. Sapeva quanto avesse un animo gentile la mora, adesso lo sapeva per certo, amava il loro stare insieme, il modo in cui facevano qualsiasi cosa. Persa nei suoi pensieri non si accorse che Lana era appena rientrata con uno scatolone in mano e la chiamava.

 

“Terra chiama Morrison” – si allargò in un sorriso vedendo l’altra guardarla, la rossa si tolse le cuffiette – “Buongiorno”

 

“Ehi, buongiorno” – le fece un sorriso timido – “Scusami stavo ascoltando, non ti ho sentita entrare” – spense la riproduzione.

 

“Tranquilla, hai dormito bene?” – si porse a darle un bacio sulle labbra dopo aver poggiato lo scatolone. L’altra ricambiò lentamente e poi si soffermò a guardarla – “Che c’è?” – chiese guardandosi – “Oh si sono uscita in fretta e ho dimenticato di indossarlo” – si sistemò le bretelline del vestito suoi toni scuri e andò verso il frigorifero per recuperare una bottiglia d’acqua. Jen osservò la linea del suo sedere, avvolta in quella pantatuta, uhm a prima mattina così, poteva essere solo la sua morte, distolse lo sguardo quando l’altra si voltò – “Le mutandine le indosso” – la guardò sorniona.

 

“Meglio” – stava arrossendo.

 

“Uhm vitamina C” – sorrise guardandola mentre mangiava la sua arancia.

 

“Ne vuoi?” – la rossa prese uno spicchio e lo porse verso di lei, di tutta risposta Lana le si avvicinò e avvolse le labbra intorno al frutto e sfiorò anche le dita che gliela porgevano. Jen boccheggiò e poi chiuse la bocca mangiandone a sua volta.

 

“Ti sto provocando?” – sorrise l’altra mentre avvolgeva le labbra intorno alla bocca della bottiglia – “Che ragazza sarei se non lo facessi?” – sollevò un sopracciglio, schiudendo le labbra.

 

“Non” – prese un lungo respiro – “Non mi provochi affatto” – bugia più grande di così non l’aveva mai detta. Quando si era chinata poco prima, si era immaginata ad appiattirla sullo sportello del frigo, a baciarla e toglierle quel vestitino, per toccare il suo seno privo di intimo.

 

“Peccato” – si sedette sulla sedia accanto e accavallò le gambe – “Io mi sono alzata con una voglia stamattina” – si sistemò i capelli su un lato della spalla – “Sono dovuta scappare per quello” – ridacchiò guardando la sua espressione cambiare, e percepì la sua eccitazione, aveva portato una mano tra le cosce, a stringerle assieme – “Vorrei fosse la mia mano” – la provocò all’ennesima potenza. Jen si alzò di scatto, allargò le cosce di Lana e ci si piazzò dentro e iniziò a baciarle il collo – “Amore mio” – sorrise allargando le braccia per poi portare le mani tra i suoi capelli.

 

“E da quando mi sono svegliata che ti cerco” – risalì baciandola dolcemente sulle labbra – “Non te ne andare più senza svegliarmi” – intensificò presto il bacio e andò di lingua.

 

“È stato un supplizio credimi” – inclinò la testa di lato e accolse il bacio di Jen abbracciandola dalle spalle.

 

“Dovremmo fare la pratica dei massaggi” – disse tra un bacio e l’altro.

 

“Oh sì proprio dei bei massaggi voglio, Jen” – lo sussultò sulle sue labbra e si mise in piedi. La tirò con sé verso il salotto, dio si sentiva così libera quando era con lei, non aveva provato mai niente del genere. Quando furono sul tappeto, si inginocchiarono una davanti all’altra e fu Jen a lasciarla stendersi sulla schiena.

 

“Da dove vuoi che cominci?” – sorrise accarezzandole il corpo, man mano che calate le spalline del vestitino, iniziò a sfilarlo.

 

“Hai carta bianca” – si morse le labbra nel sentire le dita dell’altra scorrere sul suo corpo, inarcò la schiena.

 

“Uhm buono a sapersi” – sorrise sul suo collo, scendendo a baciarla tra i seni sodi – “Posso morire con te, ogni giorno” – strinse sensualmente i fianchi, mentre prendeva a sfilare l’ultima parte del vestitino – “Sei una meraviglia”

 

“Mi fai arrossire” – sollevò il sedere per aiutarla a farsi sfilare il tanga – “Mi fai impazzire, amore”. Nonostante gli occhi chiusi sentì le mani di Jen toccarla ovunque, tastarla come se cercasse qualcosa, e si beò delle sue dita che le sfiorarono i seni, rendendo i suoi capezzoli rigidi. Sentì i palmi poggiarsi dolcemente sulle sue costole, accarezzarle e percepì un bacio nel punto in cui aveva la pelle segnata dal tatuaggio. Le mani, durante la loro discesa, si fermarono sui lati esterni delle sue cosce e l’attirarono a sé, quando si era spogliata? Lana si sollevò a guardarla, doveva essere nuda sotto la vestaglia, indossava solo lo slip – “Dio Jen stringimi, voglio sentirti” – sorrise apprendo le braccia e la rossa le si appiattì addosso.

 

“Sono qui, ti sento bene” – alluse al calore tra le sue cosce.

 

“Tutta colpa tua” – sorrise scostandole i capelli dagli occhi e perdendosi in quegli occhi verdi, meravigliosi.

 

“Colpevole” – si poggiò lentamente su di lei, sentendo il suo addome contrarsi sotto il proprio peso, le mordicchiò il labbro inferiore, guardandola negli occhi nocciola profondissimi.

 

“Ti amo tanto lo sai?” – accarezzò le sue braccia muscolose – “Questi benedetti bicipiti” – ridacchiò – “Mi fanno girare la testa” -ammise.

 

“So che mi ami, e tu sai quanto io amo te?” – sorrise sfiorandole il naso con il proprio – “Vuoi davvero ti faccia girare la testa?” – chiese.

 

“Oh ti prego” – la sentì sollevarsi appena su un braccio mentre le dita della mano libera, percorsero il suo addome, la guardò intensamente e gemette sulle sue labbra quando quelle stesse le scostarono le pieghe bollenti e la stuzzicarono sul clitoride.

 

“Dimmi cosa desideri La-na” – sarebbe potuta venire al solo suono del suo nome, pronunciato in maniera così sensuale dalla rossa, ma non era il momento. Il pollice di Jen iniziò a fare un movimento circolare sulla sua gemma e la mora si ritrovò a sussultare incontrollata. Così la donna sopra, proseguì, si sollevò ancora per poter prendere a coppa un suo seno e tormentare l’altro con la bocca, la lingua e i denti ovunque; beandosi degli ansiti della donna sotto di sé. Sollevava il viso per vedere come ad occhi chiusi, schiudesse le labbra per gemere il suo nome, era uno spettacolo, la stuzzicò ancora e poi si portò con la bocca tra le sue cosce. Ne baciò ogni centimetro, posizionò un cuscino, arruffato dalla poltrona, sotto i suoi fianchi e li accarezzò, lentamente in tutta la loro lunghezza. Lana non aveva risposto alla domanda, ma chi tace acconsente, anche se lei ormai non faceva che gemere. La rossa, accovacciata sulla sua apertura, porse verso l’alto le mani e strinse dolcemente quel capolavoro di seno che la latina, sfoggiava in maniera esemplare per farla letteralmente impazzire, l’aveva sempre fatto. La lingua iniziò a percorrere tutte le sue labbra, infrangendosi ad intervalli, nella parte più interna, la schiena di Lana si inarcava ad ogni colpo assestato di lingua, la rossa la sentiva tremare. Le mani ancora sul seno, dove finirono anche le sue, strinse i suoi polsi sussultando qualcosa di incomprensibile e la rossa continuò con la lingua, muovendola in qualsiasi maniera. La mora era ormai al limite, un solo tocco ancora e sarebbe venuta, così Jen chiuse gli occhi, colpì in profondità e fu invasa dal piacere di Lana.

 

“O dia” – la mora abbandonò le mani della rossa e ansimò accaldata. L’altra risalì il suo corpo e le si piazzò di fianco – “Uhm bel buongiorno direi” – sorrise baciandola sulla fronte – “Direi che devo proprio ricambiare” – le accarezzò il viso e i capelli.

“Non puoi” – mugugnò – “Sai” – sapeva avrebbe capito.

 

“Oh tesoro” – le prese il viso tra le mani e la guardò dolcemente – “Però non è detto” – le fu addosso e infranse una sua coscia tra le sue strofinandola sul suo slip.

 

“Uhm” – Jen chiuse gli occhi e si morse un labbro.

 

“Hai capito cosa intendo, mi occupo io di te adesso” – ridacchiò.

Qualcuno ha bisogno di una doccia fresca? Che ne pensate? Il vestito che Lana indossava era quello di questa diretta; https://youtu.be/y887ILfwsTo! Alla prossima xoxo
  
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