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“È
sparita di nuovo” – disse Emma a Rubs mentre sorseggiava la sua cioccolata
calda.
“Dimmi
un po’ in che periodo del mese sei?” – l’amica si poggiò al bancone
guardandola.
“Che
vuoi dire?” – la guardò non capendo.
“Dio
Em, Regina sente quando sei vicina al tuo periodo, e ti sta lontano di
proposito” – disse guardandola.
“Perché
non me le dice lei queste cose” – sbuffò frustrata – “E cosa fa?”
“Beh
direi che quando tu stai così, lei si allena talmente duramente” – la scrutò – “Scusa
non lo noti che ha degli addominali che ci poi lavare i panni e un sedere da urlo?”
– la moretta si beccò un’occhiataccia.
“Per
una che ha un codice genetico, guardi troppo la mia ragazza” – la puntellò sul
petto.
“Gli
occhi sono fatti per guardare, quello che tu non fai” – le fece la linguaccia.
“Ma
anche voi avete il ciclo no?” – la guardò.
“Solitamente
nella fase plenilunio” – la guardò – “Anche in quel caso Regina sparisce per
non beh insomma è un po’ così” – la scrutò.
“Ehi
a me va bene, dico, io la amo e mi piace in ogni aspetto, non so neanche come
sia possibile che sia successo tutto così in fretta, ma io sto davvero bene con
lei” – Emma era sincera, Rubs lo sapeva bene, sentore di lupo – “Dici che
dovrei andare da lei? Insomma, sai se è nella sua fase? Perché io non lo sono e
ho una voglia matta di lei” – arrossì.
“Uhm
la salvatrice che arrossisce, va da lei e scoprilo” – ridacchiò.
Ed
Emma si diresse alla cripta di Regina, aveva fatto sputare ad Henry il rospo,
era il loro unico intermediario. Scese le scale che portavano al piano
sotterraneo e percorse il corridoio.
“Regina?
Dove sei?” – chiese mentre i suoi stivali calpestavano il pavimento. Sentiva
una musica lontana, forse si stava allenando come aveva detto Ruby? Andò verso
il suono e la vide, era appesa ad una sbarra a fare trazioni: indossava un pantaloncino
molto corto, i suoi addominali in bella mostra, definiti e in flessione e il
sudore scorreva tra le increspature. Ingoiò a vuoto per alcuni secondi, poi
Regina scese e se la ritrovò di fronte.
“Emma”
– si stupì di vederla lì – “Cosa ci fai qui?” – prese un asciugamano
tamponandosi la fronte madida di sudore – “Non dovresti venire” – prese una
bottiglietta d’acqua e la aprì per bere alcuni piccoli sorsi.
“Io,
cioè” – non le aveva staccato gli occhi di dosso, neanche per un momento – “Mi
manchi” – le disse dolcemente torturandosi le mani – “Io volevo vederti e stare
un po’ con te” – sollevò lo sguardo.
“Hai
ragione, scusami” – abbandonò quello che aveva tra
le mani e la raggiunse.
Prese le sue mani, Emma le tenne e la squadrò ancora –
“Che c’è?” – la guardò.
“Sei
dannatamente sexy” – si morse il labbro e Regina poté impazzire, e la bionda lo
vide nei suoi occhi – “Voglio fare l’amore con te” – lo sussurrò piano e quello
bastò per farla appiattire al muro, tra le braccia allenate della mora. Il baciò
fu subito famelico, le loro lingue lottarono senza sosta fino a prendere a
danzare lentamente – “Oh amore” – sorrise accarezzandole il viso.
“Potrebbe
essere pericoloso, Em” – disse tenendola nell’abbraccio – “Sei prossima e io lo
sento” – la guardò.
“Manca
qualche giorno, ti voglio da impazzire” – le accarezzò le spalle.
“Ti
voglio anche io” – sussultò sulle sue labbra.
“Facciamo
la doccia assieme?” – le prese le mani ferme sulla sua schiena.
“Volentieri
principessa” – catturò le sue labbra in un bacio lento e dolce. Poi la sollevò
tra le braccia – “Mi alleno per un motivo” – rise quando Emma rimase sorpresa
dalla presa.
“La
mia lupacchiotta atletica” – sorrise lasciandole dolci baci sulle labbra, sulla
mandibola e sul collo.
Regina
si era appena lanciata sotto la doccia, mentre ancora Emma si stava spogliando,
l’aveva guardata da su una spalla, mentre le dava la schiena. Sentiva di
riuscire a controllarsi, solo perché Emma era davvero il suo porto sicuro. Quando
la bionda la raggiunse, le scostò su una spalla i capelli ormai bagnati ed
iniziò a baciarla sul collo, piano. Chiuse gli occhi beandosi di quelle dolci
labbra che si infrangevano piano sulla sua pelle ambrata, sentì le braccia
circondarle la vita e le dita giocherellare sulla sua pelle umida. Poi le mani
salirono e presero il suo seno a palmi pieni, inarcò la schiena e portò una
mano tra i capelli della bionda.
“Ti
amo” – sussurrò al suo orecchio e piano una mano attraversò il suo addome e si
infranse tra le cosce della mora che gemette, e fremendo si abbandonò appena
sul corpo dell’altra.
“Ti amo” – sussultò portando la sua mano su quella dell’altra che già si dava da fare. La portò all’apice ed esplose felicemente, ripreso fiato la appiattì dolcemente sulle mattonelle scure della doccia, e le portò una coscia sul centro, ed Emma poggiò la testa alla parete, schiuse le labbra gemendo e si resse alle spalle dell’altra quando quella iniziò a spingere per sfregare il suo punto più bisognoso. La portò all’orgasmo, per due volte di seguito, ed Emma ne fu più che soddisfatta.
Ecco
un nuovo aggiornamento, se avete suggerimenti, sono ben accetti,
è una storia particolare! Ringrazio, chi legge segue e
preferisce questa storia! Alla prossima xoxo