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Autore: cin75    20/06/2020    8 recensioni
I Winchester finiscono in quella che sembra essere una classica trappola messa in atto da dei demoni. Ma c'è qualcuno di molto più crudele di un semplice demone che ha architettato tutto. Qualcuno che ha una gran voglia di portare alla luce ciò che dell'Inferno, è rimasto segreto nella mente e nell'animo di Dean. Sam , dovrà accusare il colpo e cercare di comprendere il perchè di quel segreto.
Storia in quattro parti.
Genere: Angst, Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester, Jack Kline, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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PRIMA PARTE

Stavano seguendo la pista di quei demoni da giorni e ora, sicuri, sapevano che li avrebbero trovati.
Dean e Sam, avevano sentito voci di un gruppo infernale, una sorta di scheggia impazzita che agiva indiscriminatamente, ignorando gli ordini di un inferno comunque allo sbaraglio nonostante la nuova regnante cercasse di tenere salde le legioni.
Gli ultimi indizi indicavano che il gruppo demoniaco si era spostato fuori dalla città di Denver in Colorado, nella zona industriale. Dovevano agire e subito anche perché lo sceriffo locale non si era dimostrato molto convinto dei due “agenti federali”.

Tutto era poi successo in fretta. 

Non appena erano entrati nel magazzino su cui si notavano dei chiari simboli demoniaci, e anche anti angelo, i due fratelli si erano ritrovati accerchiati da una decina di demoni.
All’inizio, uno con il pugnale di Ruby , l’altro con una lama angelica, erano riusciti a tenerli testa, ma poi, l’arrivo di altri demoni li aveva fatti capitolare.
I demoni li avevano circondati e costretti alla resa.
Non lo avrebbero fatto se non fossero stati assurdamente curiosi di capire perché non li avessero uccisi invece di , semplicemente, disarmarli e dire “Lui vi sta aspettando!”

Chi li stava aspettando? 

Anche se a quel punto, il dubbio che il tutto fosse stata una trappola per portarli a quel magazzino si faceva sempre più concreta nei due Winchester.
Stavano per muoversi, quando uno dei demoni, li fermò e sogghignò un ironico: “E ci ha detto anche di non fidarci!” e un istante dopo tutto divenne buio.
Un dolore improvviso e secco alla testa e tutto si spense.

Quando ripresero i sensi, erano seduti. A fare loro la guardia, solo quattro demoni, non troppo grossi. Erano legati a delle sedie di legno decisamente fatiscenti. Le sentivano scricchiolare sotto il loro peso e scambiandosi  uno sguardo veloce, i due fratelli, ebbero la stessa idea. Sicuramente con un movimento secco e veloce, quelle sedie avrebbero ceduto. Si diedero il via con un solo cenno della testa e in men che non si dica erano già coinvolti in un corpo a corpo con i loro sorveglianti. Non avevano armi e quindi la loro unica possibilità di vittoria era il vecchio caro buon esorcismo.
La porta era chiusa , quindi bloccarono due demoni per il collo, sistemandosi alle loro spalle e mentre gli altri due cercavano un modo per prevalere, i due cacciatori iniziarono a recitare il rito antipossessione.
Una rabbiosa nuvola nera, pregna dell’odore dello zolfo, invase la piccola stanza. Sam e Dean trattennero il fiato fin quando quei quattro corpi non rimasero inermi a terra e il fumo nero non fu svanito completamente.
“Cazzo..Sammy!!” esclamò Dean recuperando le loro armi da quei corpi morti. Non avrebbero ucciso tutti gli altri demoni, ma almeno li avrebbero rallentati.
“Già!! e siamo solo a meno quattro!” convenne il minore.
“Sì, ma...” e si guardò attorno.
“Ma?!” lo osservò perplesso, Sam.
Dean fece un sorriso estasiato e …
“E’ stato fantastico!!” esclamò Dean entusiasta. “Un esorcismo in dolby surround!”
Sam non poteva crederci, ma entusiasmarsi per una cosa del genere quando erano ancora nella merda fino al collo era tipico di Dean. Quindi , rimettendosi dritto , non potè che sorridere al sorriso del fratello.
“Ok...ma vediamo di uscire di qui. Ce ne sono ancora tanti lì fuori.” disse aprendo la porta.
Dean guardò il gesto e notò il modo in cui Sam lo aspettava alla soglia.
“Fratellino , mi stai suggerendo di andare avanti?!”
“Prima i vecchietti!” rispose a tono il minore.
“Sì, così che i pivellini possano imparare!” ribattè sagace Dean, oltrepassandolo e infilandosi con attenzione nel corridoio semi buio.

Dire che fecero appena una ventina di metri, forse è esagerare, fatto sta che i due si ritrovarono di nuovo al centro di una stanza, accerchiati dai demoni rimasti.
Lo stesso che li aveva avvertiti la prima volta, si fece di nuovo avanti.
“Se fosse per me vi avrei già fatti fuori, ma lui vuole vedervi!”
“Lui...lui...ma chi cazzo è questo lui!?” sbottò Dean, ancora affannato dallo scontro appena finito.
Il demone stava per rispondere quando una voce lo fermò.

“Che tristezza, Dean.” fece fintamente delusa la voce che si faceva via via più vicina. “E io che speravo in un classico viaggio sul viale dei ricordi!”

Dean e Sam si girarono verso quella voce, e quando questa ebbe anche un corpo, lo seguirono con lo sguardo fin quando il demone non gli fu di fronte.
“E tu chi saresti?” si fece avanti Sam, mentre cercava comunque di divincolarsi dai demoni che lo tenevano fermo dalle braccia.
“Tu non mi conosci.” fece il demone rivolto al minore dei cacciatore. E poi spostando lo sguardo su Dean. “Ma tu...” e sospirò con aria delusa. “...tu!! che delusione!”
I due fratelli si guardarono perplessi.
“Dopo tutto quel tempo passato insieme all’Inferno!” proseguì il demone. “Dopo tutto quel tempo in cui le mie mani ti hanno squartato più e più volte, giocando con le tue budella e palleggiando con il tuo cuoricino affranto e disperato!” fece malefico e con aria comunque soddisfatta.
Dean e Sam stralunarono gli occhi. Increduli.
“No..no...” sibilò Dean. “Tu sei morto.”
“Io ti ho ucciso!” aggiunse Sam.
“Tu non puoi essere Alastair!” sembrò voler concludere Dean e deglutì a vuoto quando vide il demone pararsi di fronte a lui con sguardo vittorioso.
“Ma io non sono Alastair.” disse compiaciuto.
“E chi saresti?!” fece con tono di sfida , Sam.
Il demone fece solo un passo indietro. Un solo passo per allontanarsi da loro. Per mostrarsi come si mostra un attore al centro del palco.
“No!” esalò Dean che sembrava già aver riconosciuto quello che era stato un suo carnefice ben più feroce di Alastair.
“Io sono Marchosias!” fece con orgoglio.

A Sam quel nome non disse niente di che.
A Dean….A lui gelò il sangue. 

E quella parte dell’Inferno che non aveva confessato a Sam, quell’Inferno ancora segreto, riemerse imponente come un’onda di un impietoso tsunami che stava per travolgere e sommergere tutto.
“No!” sussurrò ancora il maggiore.
Sam lo udì appena , ma quel sussurro arrivò comunque alle sue orecchie  e si voltò verso il fratello. Lo sguardo pietrificato di Dean, la pelle improvvisamente madida di sudore, le labbra che tremavano appena, gli occhi lucidi di tensione, lo mandarono in confusione.
“Dean?” lo richiamò sorpreso e decisamente in apprensione. “Dean...chi è?” gli chiese.
“Sì, Dean. Digli chi sono, perché...da quello che vedo dalla tua faccia...mi hai appena riconosciuto!!” lo stuzzicò malefico. “O magari….” fece interrompendo una risposta che sapeva non sarebbe arrivata subito. “...o magari, che ne dici? Glielo mostriamo.” sembrò suggerire entusiasta. “Riprendiamo da dove abbiamo lasciato quando quel pennuto ti portò via dalla nostra festa privata? Magari ci facciamo dare una mano da Sammy!” e questa volta nel suo tono c’era un palese tono di minaccia.
“No!!” sibilò Dean e con terrore spostò lo sguardo sul fratello.
“Ma cosa..” azzardò Sam, stranito da quella sorta di monologo e da quel “no” appena detto da Dean.
Il minore stava per controbattere certo che avrebbe avuto man forte dal fratello, ma quando si voltò verso di lui quello che vide lo mandò nel panico.
Dean non era in piedi.
Dean era in ginocchio. La testa bassa. Completamente remissivo.
Sam non poteva credere ai suoi occhi. 

Dean Winchester in ginocchio di fronte al nemico. Arreso. Sconfitto. 

Nemmeno nei suoi incubi più assurdi la sua mente aveva mai partorito una simile assurdità.
Per Dean era stato già un inferno in terra dover dire a Crowley “Mi arrendo!” pur di salvare la vita di Jody. Quindi che cosa aveva potuto piegare così il maggiore? E poi…

Stupido, stupido Sam. E’ per te! Sta proteggendo te. Questo bastardo ti ha messo in mezzo e Dean ti sta proteggendo in una maniera che tu ancora non sai!!

“Bene, bene!! E’ ora di riprendere l’addestramento.” spezzò quel momento di stasi completa, il demone. “Portatelo via!” fece accennando al cacciatore in ginocchio.
In quell’esatto momento le menti dei due fratelli esplosero in un caos assoluto.
“Cosa??” urlò sorpreso Dean, per quella decisione, mentre veniva tirato su a forza e trascinato lontano da Sam.
“No..no...lasciatemi andare!” gridava Sam, che cercava di divincolarsi per poter raggiungere un Dean che veniva letteralmente trascinato via.
“No..No...non è che così che doveva andare...mi sono piegato...mi sono piegato...lascialo stare. Lascia stare mio fratello!! Mi sono piegato...mi sono arreso!!!” gridava furioso Dean, mentre scalciava e gridava per essere lasciato libero.
Mentre Sam per un solo infinitesimale secondo tacque nel sentire Dean pronunciare quella sorta di supplica “Lascialo stare. Mi sono piegato!

Poi , le loro grida pian piano si separarono definitivamente. Dean chiuso in chissà quale stanza di quel magazzino. Sam ancora alla presenza di Marchosias.
“Chi sei davvero? Che vuoi da noi?”
“Ma quante domande, Sammy Sammy!!”
“Se ci volevi morti, lo avresti già fatto. Quindi questo mi dice che vuoi qualcosa. Cosa? Che hai fatto a mio fratello?”
“Ok! Uno: hai ragione. Se vi avessi voluti morti, lo sareste stati non appena messo piede qui dentro. Due: hai ancora ragione. Voglio decisamente qualcosa da voi o meglio da tuo fratello. Tre: tu non hai idea di quello gli ho fatto!” ghignò vittorioso vedendo un’espressione di puro sgomento sul volto del suo prigioniero.
Poi senza dire altro, andò via, lasciandolo da solo, sorvegliato dai suoi demoniaci scagnozzi, mentre furente gli gridava dietro: “Cosa vuoi da mio fratello?? lascialo stare!! Cosa vuoi da lui??!”

Forse passò un’ora, forse di più e mentre Sam restava in piedi al centro di quel magazzino, Dean, rinchiuso in quello che forse era un vecchio ufficio in disuso senza finestre e con una sola via d’uscita, faceva avanti e indietro come un animale chiuso in gabbia. Cosa che in effetti era.
L’angoscia terrifica per aver rivisto Marchosias. La dolorosa morsa alla bocca dello stomaco sapendo Sam da solo con lui. La rabbiosa frustrazione nell’essere consapevole di essere completamente inerme.
Sentì una furia esplodergli dentro. Implacabile.
Gridò. Si passò le mani tra i capelli e piano cedette alla parete alle sue spalle, scivolando lentamente fino al pavimento.
Cercò di resettare la rabbia, di regolare il respiro, di schiarire quei pochi pensieri, ma l’idea di Sam alla mercè del demone, di quel demone, gli impediva di ritornare lucido.
Fin quando non sentì la serratura della porta scattare. Anche lui scattò. In piedi. Pronto a lottare, pronto a cercare una possibilità di fuga per raggiungere il fratello. 

   
 
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