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“Uhm
se mi sveglio un altro giorno con questo profumino, penserei che vuoi prendermi
per la gola” – Lana entrò raggiante nella cucina e circondò con le braccia i
fianchi della sua ragazza, tenendola da dietro e poggiandole il mento sulla
spalla – “Per giunta non mi hai svegliata”
“Sabato
amore, puoi dormire” – tenne una mano libera sulle sue.
“Da
che ora sei sveglia?” -chiese restando in quella posizione e guardandola
cuocere il bacon.
“Da
un po’, ho preparato i fiori di zucchina e i rotolini” – sorrise – “Potremmo
fare un pic-nic in giardino, ti va?” – chiese.
“Basta
che sia con te, mi va tutto. Non mi sembra ancora vero” – le baciò la spalla
scoperta – “Sai di bacon anche tu” – sorrise staccandosi e andando a sedersi.
“Per
mia Maestà” - le porse il piatto che aveva preparato appositamente per lei.
“Quante
cerimonie” – ridacchiò prendendo il bagel tutto pronto e appena dette un morso,
il ketchup le macchiò la giacca da camera.
“Poi
sono io il disastro” – Jen rise porgendole un tovagliolo.
“Tu
sei il mio bel disastro” – sorrise prendendole il viso tra le dita e la baciò –
“Vado a cambiarmi” – si mise in piedi ed andò in camera. Aprì l’armadio e frugò
tra le mega t-shirt di Jen per trovare cosa mettere, la rossa adorava quando
indossava qualcosa di suo a prima mattina soprattutto. Nel farlo Lana fece
cadere accidentalmente qualcosa per terra, lo raccolse e il battito del suo
cuore accelerò quando si accorse di cosa fosse. Una scatoletta di velluto nera,
mai l’avrebbe aperta, ma sapeva certamente cosa contenesse. Non ci poteva
credere anche Jen era arrivata allo stesso punto, di prendere quella decisione,
sorrise emozionata e riposizionò il tutto com’era per non destare sospetti.
Tornò di là, cercando di arrestare il suo cuore impazzito nel petto.
“Carina
quella maglia” – sorrise guardandola.
“Uhm?”
– la guardò.
“Ehi
stai bene? Sei paonazza, rinviamo il pic-nic?” – chiese preoccupata.
“Sto
bene, nessun rinvio” – le accarezzò il viso e si porse a baciarla teneramente,
si immaginò con l’anello che certamente Jen aveva scelto con tanta premura –
“Ti raggiungo subito” – la guardò dolcemente. Si chiuse in bagno e chiamò
immediatamente Bex.
“Oddio,
ma siete assurde” – rise di gusto alla notizia che la mora le aveva appena
sparato – “E adesso?”
“Beh,
non lo so, insomma, sono bloccata. Non vorrei screditare la sua proposta, che
faccio?” – sospirò.
“Com’è?”
– chiese.
“No,
non l’ho aperto, sai che amo le sorprese non potevo assolutamente vederlo, sono
stata tentata ma no” – sentì l’anta dell’armadio chiudersi e abbassò la voce –
“Credo lo abbia preso, quindi vuole chiedermelo durante il pic-nic” – sorrise
euforica.
“Non
ci penserai neppure immagino” – ridacchiò l’altra.
“Senza
dubbi, adesso so che non stavo correndo per niente, dio posso impazzire” –
ammise – “Vado mi chiama, poi ti dico tutto”
“Ciao
pazza scalmanata, voglio vedere l’anello” – rise.
Quando
uscì dal bagno era ancora più agitata di quando ci era entrata. Trovò il suo
cappellino di paglia appoggiato sul piano della cucina e sorrise al
bigliettino, e si era la tipica donna che se ne andava in brodo di giuggiole
per quei piccoli gesti. Lo indossò ed uscì in giardino raggiungendola.
“Ciao
mia boñita” – sorrise.
“Amore”
– si inginocchiò e la guardò, era paonazza, oddio le guance di Jen colorite le
erano mancate da impazzire.
“Non
spaventarti okay?” – aveva quel leggero tremore nella voce, tipico del suo
essere nervosa ed euforica al contempo – “Io vorrei dirti quanto ti amo, e quanto
il tuo amore mi abbia cambiato, e quanto vorrei che questo fosse nostro per
sempre” – alzò gli occhi verdi puntandoli nei suoi nocciola, che si era
riempiti già di emozione. La vide prendere qualcosa dalle spalle, quella stessa
scatoletta, che le aveva fatto scoppiare il cuore qualche ora prima, la aprì
–“Questo è il tuo anello di berillo, che simboleggia la forza del legame
d’amore, il tuo per me e il mio per te – le prese la mano sinistra, tremava e
la mora non poté più trattenere le lacrime, che calde caddero dagli occhi –
“Lana María Parrilla, vorresti farmi l’onore di essere mia moglie?” – tenne la
sua mano, e la guardò negli occhi.
“Solo
se, tu Jennifer Marie Morrison, vorrai diventare mia moglie” – sorrise tra le
lacrime e mostrò la sua scatolina – “Questo è un anello di opale, che
rappresenta l’amore sincero” – la rossa scoppiò prima in una risata e poi un
leggero pianto, abbracciandola stretta a sé.
“Sì”
– sorrise – “Si” – disse tra una risata e un singhiozzo trattenuto e si misero
vicendevolmente l’anello al dito.
“Roba
da non crederci” – ridacchiò accarezzandole il viso.
“L’ha
detto anche Rebecca”
“Lei
lo sa già?” – sospirò –
“L’hai trovato stamattina, ecco perché eri
rossa”
“Avrei
aspettato il giorno del mio compleanno per farti la proposta, ma poi stamattina
mi è cascata, giuro che lo vedo solo adesso, non potevo per nessun motivo
aprirlo” – ammise, guardando l’anello al suo anulare.
“Ti
amo tanto” – la strinse dolcemente.
“Oh
Jen, ti amo anche io, tanto” – sigillarono con un bacio quella che era stata
una doppia proposta di matrimonio.
Allora, allora che ve ne pare? Vi aspettavate
una cosa simile? Neanche io che l'ho scritta! Alla prossima xoxo