Film > Lo Hobbit
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Autore: Venus80    23/06/2020    0 recensioni
Evelyn è una giovane strega forte e determinata amante delle avventure. Quando suo zio Gandalf le propone di raggiungerlo nella Terra di Mezzo per unirsi a lui e ad un gruppo di nani in un viaggio verso la Montagna Solitaria, non si lascia sfuggire l'occasione. Parte desiderosa di sperimentare questa nuova esperienza che la renderà ancora più forte, grazie anche ad un potere che finora non aveva mai conosciuto: il potere dell'amore.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 19: Smaug il Terribile
 
“Balin! Accompagna Mastro Baggins fino al punto dal quale dovrà proseguire per la ricerca dell’Arkengemma”, intimò Thorin mentre si avviava verso l’uscita, “Noi altri aspetteremo qui fuori!”. Evelyn guardò stupefatta il re dei nani e dopo rivolse uno sguardo preoccupato a Bilbo. “Forse sarebbe meglio se io lo accompagnassi!”, dichiarò all’improvviso Evelyn. A quell’affermazione, Thorin si immobilizzò, si girò lentamente e, fissandola con disappunto, replicò severamente, “E’ fuori discussione…tu non ci andrai!”. Evelyn lo osservò prima sbalordita e poi con collera e replicò con decisione, “Come? Scusa?!”. Il re dei nani stava per rispondere quando si intromise lo hobbit asserendo pacatamente, “Evelyn! Non fa niente!”. Evelyn si voltò verso il mezz’uomo e gli rivolse uno sguardo esterrefatto. “Veramente…posso farcela da solo!”, ribadì Bilbo vedendo l’espressione sbigottita della ragazza. Detto ciò, lo hobbit si indirizzò a Balin dicendogli, “Fammi strada!”, e il nano annuì per poi incamminarsi seguito dal mezz’uomo mentre il resto del gruppo uscì dalla montagna. Evelyn rimase per un momento a fissare Balin e Bilbo che si inoltravano sempre più finché scomparvero dalla vista e allora, a quel punto, andò fuori raggiungendo gli altri.
Evelyn posò a terra le sue armi e si sedette su una roccia. Poi domandò, “Avete una mappa dell’interno di Erebor?”. I nani si voltarono tutti verso di lei, ma a rispondere fu Dwalin, “No, almeno non qui con noi. Magari è rimasto qualcosa nella biblioteca”. Evelyn sospirò e assunse un’aria rassegnata. “Perché?”, chiese Thorin con risolutezza. La strega lo guardò con risentimento e replicò con tono astioso, “Perché pensavo di fare un incantesimo di localizzazione per trovare il prima possibile l’Arkengemma!”. Il re dei nani non ribatté, ma dalla sua espressione adirata si capì che non aveva per niente gradito il modo in cui Evelyn si era rivolto a lui. Per contro, Evelyn abbozzò un sorriso, poi si alzò, si diresse verso il ciglio e osservò l’orizzonte.
Ad un tratto, una strana sensazione le fece fremere ogni parte del suo corpo e, dopodiché, percepì una potente ed oscura energia; cercò di capire da che parte provenisse, ma sembrava che giungesse da ogni angolo, persino da dentro la montagna. All’improvviso, udì una voce chiamarla, la stessa che aveva sentito a Bosco Atro vicino al ruscello, ma subito dopo sentì la voce di suo zio che pronunciava con tono sofferente un nome, “Sauron!”. In quel momento ad Evelyn mancò il respiro. No, non può essere!, pensò con ansia.
Thorin, accortosi dello stato d’animo di Evelyn, le si avvicinò e le domandò con apprensione, “Eve! Va tutto bene?”. Evelyn si voltò di scatto verso il re dei nani e, ancora un po’ scombussolata, rispose tentennante, “Io…ehm…no…no, è tutto a posto. E’ solo che…sono preoccupata per mio zio. Mi sembra…che ci stia mettendo troppo tempo ad arrivare”. Ad un tratto, sentirono un rumore provenire dalla porta, si girarono e videro giungere Balin.
“Allora è andato il mezz’uomo?!”, esclamò Dwalin. “Sì, certo che è andato. Davvero ammirevole da parte sua”, replicò Balin. “Sta facendo solo quello per cui ha firmato un contratto e per il quale sarà pagato!”, sentenziò duramente Thorin. A quelle parole, lo guardarono tutti sbigottiti. In quel momento ad Evelyn venne in mente ciò che le aveva detto suo zio alle porte di Bosco Atro, Una maledizione grava sull’oro che si trova dentro la montagna. Una maledizione che ha portato alla pazzia il nonno di Thorin e potrebbe portare alla pazzia anche lui! Evelyn osservò con aria preoccupata Thorin e pensò, E’ la maledizione…sta già avendo effetto su di lui!
I pensieri di Evelyn vennero interrotti da una scossa che fece tremare la montagna. I nani si guardarono attorno allarmati e Dori affermò con ansia, “Era un terremoto?!”. “Quello, ragazzo mio…”, esordì Balin con tono pacato. Poi il nano si voltò verso il gruppo e proseguì, “…era un drago”. Evelyn guardò Thorin e notò la sua espressione preoccupata.
Nonostante tutto, la compagnia rimase in attesa seppur con apprensione. Evelyn fissò uno ad uno i nani il cui volto teso lasciava intendere la loro ansia; l’unico che sembrava essersi subito tranquillizzato assumendo un’aria indifferente era Thorin.
Aspettarono ancora con sempre più crescente preoccupazione. Avrei dovuto accompagnare Bilbo!, pensò Evelyn con rammarico. Poi si avvicinò all’entrata e vide un bagliore rosso. A quel punto, Ori, avendo notato anche lui quella luce, si voltò verso Thorin e domandò con tono inquieto, “Che ne è di Bilbo?”. “Diamogli altro tempo!”, replicò il re dei nani con impassibilità dando le spalle al gruppo. “Tempo per fare cosa? Per essere ucciso?”, rispose con fermezza Balin. Allora Thorin si girò verso il nano, lo guardò con severità e dichiarò, “Tu hai paura!?”. Balin sostenne lo sguardo del re con lo stesso rigore e asserì con risolutezza, “Sì! Ho paura!”. Dopo fece un passo verso Thorin e aggiunse sempre con un tono deciso, “Ho paura per te!”. Poi proseguì, “Una malattia grava su tutto quel tesoro! Una malattia che portò tuo nonno alla pazzia!”. Il re dei nani distolse lo sguardo da Balin, rivolgendo la sua attenzione all’orizzonte, e con tono placido dichiarò, “Io non sono mio nonno!”. “Non sei te stesso…il Thorin che conosco non esiterebbe ad entrare…”, Balin iniziò a rimproverare Thorin il quale, però, non gli permise di finire di parlare e lo interruppe asserendo con fermezza, “Non metterò a rischio questa impresa per la vita di uno…scassinatore”. Balin lo guardò con un’aria di rimproverò ed esclamò sdegnato, “Bilbo! Il suo nome è Bilbo!”.
Il re dei nani non replicò e rimase in silenzio, così come tutti gli altri. Ho visto e sentito abbastanza! Non posso più stare qui ad aspettare!, pensò Evelyn con decisione. Detto ciò, prese le sue armi e si precipitò dentro la montagna. “Eve! Torna indietro!”, gridò Thorin con collera, ma Evelyn non gli diede retta e proseguì addentrandosi sempre più nella montagna. Attraversò degli stretti corridoi, senza sapere esattamente dove stesse andando, quando arrivò su un pianerottolo dal quale si dipartivano delle scale sia verso l’alto che verso il basso e la visuale si apriva su un immenso ed ampio salone, contornato da alte colonne e volte, colmo di una miriade di monete d’oro e altri oggetti di valore. Evelyn rimase scioccata di fronte a ciò che le apparve davanti agli occhi e dichiarò, “Non ho mai visto tanto oro in vita mia!”. Ad un certo punto, la sua attenzione fu attirata da un forte bagliore di luce rossa che la investì in pieno costringendola a distogliere lo sguardo talmente era accecante. Appena il bagliore svanì, Evelyn si voltò verso il salone e cercò di capire da dove fosse arrivata quella luce intensa quando sentì un rumore di passi provenire alle sue spalle; allora si girò e vide Thorin giungere di corsa con in mano la spada. “Thorin!”, esclamò Evelyn guardando stupefatta il nano che avanzò verso di lei affiancandola. Subito lo sguardo del re dei nani fu catturato dalla montagna d’oro luccicante che si espandeva al di sotto del punto in cui si trovava; respirando con affanno per via della corsa che aveva fatto, contemplava sbalordito l’infinito tesoro che giaceva nel salone.
Ad un tratto, si udì ancora rumore di passi questa volta provenienti dal basso; Thorin ed Evelyn si voltarono verso il punto dal quale proveniva il rumore e videro Bilbo sopraggiungere in fretta e furia. Thorin andò subito verso lo hobbit, seguito da Evelyn, ed esclamò, “Sei vivo?!”. “Non per molto ancora!”, replicò il mezz’uomo con tono inquieto mentre saliva le scale. “Hai trovato l’Arkengemma?”, domandò a bruciapelo il re dei nani. Bilbo, ignorando la domanda postagli da Thorin, asserì immediatamente, “Sta arrivando il drago!”. Il nano si piazzò davanti a lo hobbit arrestando la sua corsa ed esclamò con fermezza, “L’Arkengemma!”. Evelyn guardò Thorin con apprensione e pensò, La maledizione! Gli sta annebbiando la mente! Intanto il mezz’uomo rimase immobile a fissare il nano mentre riprendeva fiato. Poi Thorin, osservando Bilbo con sguardo serio, chiese con fermezza, “L’hai trovata?”. Lo hobbit fissò il nano con impassibilità respirando con affanno e, dopo un po’, affermò con decisione, “Beh, dobbiamo andarcene!”. Il mezz’uomo fece per avanzare quando Thorin lo bloccò posizionando la spada davanti a lui a mo’ di barriera. Evelyn rimase allibita di fronte all’atteggiamento del nano, così come Bilbo che lo guardò esterrefatto; lo hobbit indietreggiò mentre Thorin avanzò verso di lui puntandogli contro la lama della spada. Il mezz’uomo, osservando il nano con un’espressione incredula, esclamò, “Thorin!”, intanto che il nano continuò ad muoversi facendo retrocedere Bilbo.
A quel punto, vista la situazione, intervenne Evelyn dichiarando sconcertata, “Thorin! Ma sei impazzito?!”. Non ottenendo l’attenzione del nano, poggiò la mano sul braccio di Thorin con l’intento di farglielo abbassare per evitare che commettesse qualche follia, quando sentì una scarica di energia defluire verso la sua mano alla quale il nano reagì sussultando. Thorin, come se si fosse risvegliato da uno stato di torpore, guardò scombussolato sia Evelyn che Bilbo.
Successivamente, l’attenzione dello hobbit si spostò al di là della figura di Thorin. Appena il nano ed Evelyn se ne accorsero, osservarono nella direzione in cui stava guardando il mezz’uomo e fu così che videro giungere in tutta la sua grandezza Smaug il Terribile: un enorme e possente drago con denti e artigli lunghi ed affilati e uno sguardo spietato. Evelyn estrasse immediatamente la spada dal fodero e si mise in posizione di difesa accanto a Thorin che guardava il drago con inquietudine, mentre Bilbo si posizionò dietro di loro. All’improvviso, giunsero tutti i nani, armi in mano, pronti ad affrontare la bestia che si avvicinava sempre di più con passo veloce ringhiando e preparandosi a lanciare le sue fiamme, che colorarono il suo petto di luce rossa incandescente, per poi esclamare con ira, “Brucerete!”.
Prima che Smaug scagliasse le sue fiamme, il gruppo si lanciò giù dal pianerottolo nella parte opposta a dove si trovava il drago cadendo sul cumulo di monete che giaceva nel salone. Corsero verso un’apertura che si trovava a pochi passi da loro ed entrarono appena in tempo dentro una stanza più piccola prima che Smaug li raggiungesse con le sue fiamme; Thorin, però, che fu l’ultimo del gruppo a mettersi al riparo, fu comunque colpito lievemente dal fuoco che gli incendiò il sopratunica. Si precipitò dentro la stanza e si tolse immediatamente l’indumento che andava a fuoco.
Dopodiché, si incamminarono in fretta e furia imboccando un lungo corridoio, che attraversarono con cautela, dirigendosi verso l’ala opposta della montagna. Ad un certo punto, quando giunsero alla fine del corridoio, Thorin rallentò intimando il silenzio e, di conseguenza, il gruppo diminuì il passo senza aprire bocca. Il re dei nani si accostò ad una colonna e si sporse con circospezione per verificare che non ci fosse il drago nei paraggi. Dori, che si trovava dietro Thorin, mormorò con soddisfazione, “L’abbiamo messo nel sacco!”. Ma l’entusiasmo del nano fu smorzato da Dwalin che replicò, “No, è troppo astuto per questo!”. Bilbo si guardò un attimo intorno con apprensione e poi chiese, “E dove andiamo ora?”. “Nella guardina ovest”, rispose il re dei nani con tono flebile. Poi si voltò verso i suoi compagni e aggiunse, “Magari c’è una via d’uscita”. “E’ troppo in alto, non c’è possibilità”, replicò sommessamente Balin. “E’ l’unica possibilità!”, sussurrò con fermezza Thorin. Dopo si girò ad osservare la lunga strada da percorrere che li attendeva e proseguì dicendo, “Dobbiamo tentare!”. A quel punto, Ori asserì, “Evelyn! Non puoi fare qualcosa con la magia?”. La ragazza guardò il nano con un’espressione amareggiata e dichiarò, “Mi dispiace, ma i draghi sono resilienti alla magia. L’unica cosa che posso fare è creare barriere protettive per impedire al suo fuoco di colpirci”. “Che cosa? Stai scherzando, vero?”, domandò Dwalin con fermezza. “Purtroppo no!”, rispose Evelyn con tono mesto. I nani si fissarono tra di loro con preoccupazione mentre Evelyn rivolse la sua attenzione a Thorin che, abbozzando un sorriso, affermò, “Non importa…non preoccuparti!”.
Detto ciò, il re dei nani fece cenno con la mano di avanzare e si mise in marcia seguito dai suoi compagni. Stavano percorrendo una lunga passerella in pietra, che collegava un’estremità ad un’altra, stando sempre in guardia e armi alla mano, quando ad un tratto si sentì un tintinnio. Si immobilizzarono tutti e Thorin, Dori e Gloin si voltarono a guardare con espressione inquieta Bilbo che, nel frattempo, stava tastando la sua giacca per controllare che non vi fosse rimasta all’interno qualche moneta; realizzarono subito che non era stato lo hobbit a far cadere la moneta, ma Smaug che stava transitando sopra di loro al livello superiore. Guardarono tutti con apprensione e in assoluto silenzio il drago passare senza che si accorgesse della loro presenza.
Scongiurato il pericolo, Thorin, tenendo sempre d’occhio Smaug, fece segno con la mano di proseguire e ripresero il cammino. Finalmente giunsero all’altra estremità e varcarono un passaggio imboccando un altro corridoio nel quale, essendo più nascosti alla vista del drago e più al riparo da un suo attacco, si misero a correre. Thorin, invece di giungere in fondo al corridoio, passò da un accesso laterale attraverso le colonne intimando, “Restate uniti!”, e tutto il gruppo lo seguì. Fu così che si ritrovarono in una stanza nella quale un orribile scenario si aprì davanti ai loro occhi: un mucchio di cadaveri di nani mummificati pieni di polvere e ragnatele. Evelyn davanti a quella visione rimase sconcertata allo stesso modo dei nani e Bilbo. “E’ così allora! Non c’è via d’uscita”, dichiarò Dwalin con tono scoraggiato. Thorin continuò a fissare quell’ammasso di corpi con un nodo alla gola e trattenendo a stento le lacrime mentre Balin, affiancandolo, affermò, “Gli ultimi della nostra famiglia”. Il nano contemplò per un momento quella scena orribile e dopodiché aggiunse, “Devono essere venuti qui sperando l’impossibile”. Rimasero tutti a fissare quel cumulo di cadaveri mentre Balin propose, “Potremmo provare a raggiungere le miniere?!”. Fece una pausa e dopo proseguì dicendo, “Potremmo durare qualche giorno”. Thorin avanzò verso l’ammasso di corpi mentre affermò con tono placido, “No…io non morirò in questo modo…accuattato…arrancando per respirare”. In quel momento, lo sguardo di tutti era rivolto, nel più assoluto silenzio, al re dei nani che si voltò verso il gruppo ed esclamò, “Andremo alle fucine!”. A quel punto, Dwalin rispose, “Lui ci vedrà…certo come la morte”. Il nano non fece in tempo a finire di parlare che Thorin replicò prontamente, “No se ci dividiamo”. Subito Balin dichiarò mestamente, “Thorin, non ce la faremo mai!”. Il re dei nani asserì istantaneamente, “Qualcuno di noi potrebbe…conduciamolo alle fucine…uccideremo il drago!”. Fece una breve pausa e poi dichiarò con più enfasi, “Se la cosa finirà tra le fiamme…allora bruceremo tutti insieme!”. Lo sguardo di Thorin vagò su tutti i suoi compagni per poi soffermarsi su Evelyn la quale stava osservando il re dei nani con espressione inquieta; Thorin, per rassicurarla, abbozzò un sorriso al quale lei ricambiò.
Dopodichè, il re dei nani organizzò i gruppi, “Allora, forza! Un gruppo sarà composto da Dwalin e Nori. Poi Gloin e Bifur. Bombur, Ori e Dori. Mentre Bilbo, Balin ed Evelyn verrete con me”. Detto ciò, si riunirono tutti nei gruppi organizzati e ognuno prese direzioni diverse. Il gruppo di Evelyn si diresse, sotto la guida di Thorin, dalla parte opposta alla zona dalla quale erano arrivati. Giunsero alla fine del corridoio, oltrepassarono di corsa una porta e si trovarono su una delle tante passatoie di roccia che collegavano i vari settori del regno sotto la montagna; iniziarono a percorrerla, quando il silenzio che aleggiava all’interno del monte fu spezzato da un ringhio. Per tutta la montagna riecheggiò la voce di Smaug che disse, “Ah…fuggite!”. All’improvviso, la sagoma del drago, che strisciava sulle rocce, apparve sopra le loro teste. “Fuggite…mettetevi in salvo!”, continuò Smaug facendo arrestare la corsa di Thorin e del suo gruppo. Guardarono con apprensione il drago che si avvicinava sempre più dichiarando, “Non c’è un posto dove nascondersi!”. L’attenzione di Smaug, però, fu attirata dalle grida di battaglia di Bombur, Ori e Dori che sopraggiunsero con lo scopo di distrarre il drago. Smaug si lanciò subito al loro inseguimento, mentre Thorin, Bilbo, Balin ed Evelyn approfittarono di questo momento di distrazione del drago per riprendere la loro corsa. Intanto, in soccorso di Bombur, Ori e Dori arrivarono Dwalin e Nori richiamando Smaug il quale cambiò subito obiettivo di caccia. Il drago tentò di acciuffare i due nani, ma non ci riuscì, allora, a quel punto vide Gloin e Bifur correre e partì al loro inseguimento lanciando le sue fiamme che i nani evitarono per un soffio gettandosi giù per degli scivoli di scarico e atterrando dentro dei cassoni sospesi ad una fune.
Nel frattempo, Thorin e il suo gruppo raggiunsero le fucine. Percorsero rapidamente l’ampio corridoio quando, ad un certo punto, Balin intimò avvicinandosi ad una porta laterale, “Di qua! Per di qua!”, ma nella concitazione della corsa nessuno fece caso al nano e proseguirono. Allora Balin urlò, “Andiamooo!”. Bilbo ed Evelyn si fermarono e si voltarono verso il nano, poi portarono la loro attenzione su Thorin che stava continuando ad avanzare. Bilbo lo richiamò, allora il re dei nani si arrestò e si girò verso il gruppo; fece per avanzare quando, improvvisamente, in fondo al corridoio comparve Smaug che sopraggiungeva con passo lento, ma deciso. Thorin si fermò e guardo il drago con apprensione, quindi Evelyn, Bilbo e Balin osservarono nella direzione dalla quale stava giungendo Smaug e subito dopo si voltarono verso il re dei nani che ordinò, “Seguite Balin!”. A quelle parole Evelyn rivolse a Thorin uno sguardo stupito e preoccupato e, mentre procedeva verso di lui, gli disse, “No Thorin! Vieni con noi! E’ pericoloso separarci!”. A quel punto, il re dei nani le prese le mani e, abbozzando un sorriso, affermò, “Non preoccuparti, non mi succederà niente! Ma adesso vai…il drago sta arrivando!”. Evelyn si voltò e vide che Smaug si stava preparando a lanciare le sue fiamme, allora corse verso Bilbo, lo agguantò e lo tirò in direzione di Balin che stava fermo sulla soglia della porta. Poiché lo hobbit opponeva resistenza, non volendo abbandonare Thorin al suo destino, Balin aiutò Evelyn a trattenerlo; fecero appena in tempo a varcare la porta che un’ondata di fuoco invase il corridoio.
Dissoltesi le fiamme, Evelyn vide il drago avanzare a passo deciso. Appena Smaug passò oltre, Evelyn ritornò nel corridoio, seguita da Balin e Bilbo, e vide il drago lanciarsi giù nella fossa che c’era alla fine dell’androne. Andò sul ciglio per verificare la situazione e la scena che osservò le procurò un batticuore; Smaug era lanciato all’inseguimento dell’uomo di cui era innamorata che era appeso ad una fune con la quale si stava calando nel tentativo di sfuggire al drago . Ad un certo punto, le si affiancò Dwalin che gridò con apprensione il nome di Thorin. Poi il nano, senza perdere tempo, colpì con l’ascia la carrucola alla quale era attaccata la corda. La fune alla quale era appeso il re dei nani si bloccò e cominciò a risalire trainata da un carrello, legato alla stessa corda, che calando fece da contrappeso. Dwalin intimò a Thorin di tenersi forte mentre proseguiva la sua risalita, sorpassando Smaug il quale non rinunciò comunque all’inseguimento del nano.
Il drago cercò di agguantare con le sue fauci il re dei nani, ma riuscì solo a prendere la corda bloccando così la risalita. Nel fare ciò, tirò la carrucola che si staccò cadendo giù e facendo atterrare Thorin direttamente sulla bocca di Smaug. Allora il drago spalancò le fauci e immediatamente le richiuse nella speranza di divorare il nano che, però, prontamente si appese ad un’altra fune. Successivamente Nori colpì con una pala un’altra carrucola mettendo in moto il meccanismo che trainò su la corda al quale era appeso Thorin. A quel punto Smaug sputò le sue fiamme, ma il re dei nani riuscì a raggiungere il ciglio e a mettersi in salvo, aiutato da Nori, prima che il fuoco lo raggiungesse.
Evelyn, che aveva assistito a tutta la scena con ansia, non fece in tempo a gioire del fatto che Thorin era salvo che il nano la prese per mano, intimando a lei e a Nori di correre, e la trascinò attraverso un porticato per poi giungere nella sala della fornace dove si trovava il resto della compagnia.
Come arrivarono, Dwalin esordì, “Il piano non funzionerà! Queste fornaci sono fredde come il marmo!”. Balin, avanzando verso il re dei nani, convalidò ciò che aveva detto Dwalin, “Ha ragione! Non abbiamo un fuoco abbastanza forte per accenderle!”. A quel punto, Thorin si voltò verso il colonnato abbozzando un sorriso ed esclamò ironicamente, “Non ce l’abbiamo!?”. Dopodichè, avanzò verso il porticato dichiarando a gran voce, “Non pensavo fosse così facile metterti nel sacco!” Evelyn guardò perplessa Thorin, ma come vide da dietro le colonne Smaug che si stava avvicinando, capì cosa volesse fare il nano, Vuole usare il fuoco del drago! Il re dei nani proseguì con la sua provocazione nei confronti di Smaug, “Sei diventato lento e grasso…nel tuo rimbambimento! Lumacone!”. Appena terminò la sua opera di istigazione, Thorin si girò verso la compagnia e intimò, “Al riparo! Via!”. Allora, seguendo l’esempio del re dei nani, si nascosero tutti di corsa dietro i pilastri di ferro di una grossa cancellata. Fecero appena in tempo a mettersi al riparo che il drago lanciò le sue fiamme le quali, tagliate dai pilastri, non andarono a toccare alcun membro della compagnia, anche se comunque percepirono il forte calore, ma arrivarono dritte alla fornace principale accendendola, così che in sequenza anche tutte le altre collegate si accesero.
Poi il drago iniziò a forzare la cancellata per poter entrare nella sala della fornace, allora tutto il gruppo si allontanò dirigendosi verso la fornace mentre Thorin incominciò ad impartire ordini, “Bombur, metti in funzione i soffietti!”. Il nano esitò poiché la sua attenzione era indirizzata a Smaug che stava per sopraggiungere, perciò il re dei nani gli intimò, “Corri!”. A quel punto, Bombur si affrettò lanciandosi verso una lunga e spessa catena che pendeva dal soffittò, vi si appese tirandola giù e, così facendo, mise in azione i soffietti la cui fuoriuscita di aria colorò momentaneamente le fiamme di blu. Nel frattempo che il drago era ancora impegnato nel tentativo di abbattere il cancello, Thorin si rivolse a Bilbo, “Bilbo! Lassù! Al mio segnale, tira quella leva!”. Detto ciò, sotto indicazione del re dei nani, lo hobbit si diresse verso una delle pareti della sala dove vi era una scala.
Nel frattempo, dopo tanti sforzi, il drago stava riuscendo nel suo intento di buttare giù la cancellata. Resosi conto di quello che stava accadendo, il resto del gruppo si allontanò di corsa, tenendo però d’occhio la situazione, e Thorin, rivolgendosi a Balin, disse, “Balin! Sai ancora produrre un esplosivo?”. Prontamente il nano rispose, “Sì, ci vorrà solo un secondino!”. Poi si diresse verso un passaggio intimando agli altri membri di muoversi. Esitò solo Dwalin la cui attenzione fu catturata da Smaug che stava quasi per abbattere il cancello ed esclamò con tono inquieto, “Non ce l’abbiamo un secondino!”.
Come il nano finì di parlare, il drago buttò a terra la cancellata ed entrò prepotentemente nella sala della fornace all’inseguimento dei nani; si fermò e si guardò attorno, il petto di un colore giallo e arancione incandescente. Intanto la compagnia giunse in una stanza dove tutt’intorno vi erano delle ampolle su degli scaffali pieni di polvere e ragnatele. I nani incominciarono a prendere alcune di quelle ampolle in modo concitato e, a turno, versarono il contenuto dentro delle anfora mentre Balin vi aggiungeva delle capsule simili a sassolini; intanto, Evelyn osservava la scena esterrefatta da un angolo della stanza tanto da non accorgersi che Thorin era tornato nella sala della fornace. Quando se ne rese conto, immediatamente uscì dalla stanza alla ricerca del re dei nani.
Appena la strega giunse nella sala, si trovò dinanzi alla maestosità di Smaug. Rimase per un attimo in contemplazione allo stesso tempo stupefatta ed intimorita, quando si rese conto che l’attenzione del drago era rivolta verso Thorin che, prontamente, intimò, “Ora!”. Smaug stava per avanzare verso il re dei nani quando una dirompente cascata d’acqua, che sgorgava da alcune aperture nella parete, piombò addosso al drago scaraventandolo contro la parete opposta e spegnendo le fiamme che stava per scagliare contro Thorin. Non appena Smaug si riprese dall’effetto sorpresa della cascata d’acqua, ritornò alla carica avanzando nuovamente verso il re dei nani, allora Evelyn corse verso di lui pronta a usare la sua magia per difenderlo. Thorin, Evelyn, Dwalin e Nori tenevano d’occhio il drago che continuava ad avanzare nonostante il resto del gruppo cercava di distrarlo lanciandogli la polvere esplosiva che non riusciva comunque a scalfire la sua dura corazza. A quel punto, intervennero Gloin e Bifur, che si trovavano nei cassoni sovrastanti, tagliando la fune di una fila di cassoni pieni di carbone che precipitarono sul drago arrestando per un momento la sua corsa; Thorin ne approfittò per dirigersi verso una grossa catena e la tirò aprendo una fessura nella parete dalla quale fluì, in un canale, dell’oro fuso.
Nel frattempo, Smaug, preso da un’irrefrenabile rabbia, si agitò tirando giù tutti i cassoni, compresi quelli dentro ai quali si trovavano Gloin e Bifur, e si attorcigliò nelle funi. Approfittando del momento di smarrimento del drago, il re dei nani ordinò, “Portiamolo alle gallerie dei re!”. Detto ciò, Thorin prese una carriola e con essa corse verso il drago schivando le sue possenti zampe e la sua lunga coda che si muovevano freneticamente nel tentativo di liberarsi dalle funi. Superato Smaug, il re dei nani lanciò la carriola nel fiume di oro fuso e, a sua volta, vi si buttò dentro facendosi trasportare dalla corrente. Intanto, il drago riuscì a liberarsi dalle funi e stava per lanciarsi all’inseguimento di Thorin, quando la piattaforma rocciosa dove si trovava Bilbo precipitò facendo cadere al suolo lo hobbit; di conseguenza, l’attenzione di Smaug fu catturata da Bilbo che osservò preoccupato il drago. Resosene conto, il re dei nani intimò a lo hobbit, “Continua Bilbo, scappa!”, ma Bilbo esitò allora Evelyn corse verso di lui, lo afferrò per il colletto della giacca e lo trascinò via riuscendo ad evitare per un soffio di essere agguantati da Smaug.
La corsa di Bilbo ed Evelyn terminò in un ampio salone contornato da colonne ed enormi arazzi; appena vi entrarono, sopraggiunse anche il drago abbattendo la parete alle loro spalle. Lo hobbit e la strega si misero a correre, ma la loro corsa fu interrotta da un arazzo che piombò loro addosso mentre Smaug si addentrò nel salone. Dopodichè, il drago rivolgendosi a Bilbo disse in tono rabbioso, “Tu, credi di potermi ingannare, cavalca barili?!”. Lo hobbit e Evelyn sollevarono un po’ l’arazzo per controllare la situazione mentre il drago continuò, “Siete venuti da Pontelagolungo…questo è uno squallido complotto ordito da questi luridi nani e quei miserabili uomini del lago. Quei piagnucolosi codardi con i loro lunghi archi e le frecce nere. Forse è il momento che io faccia loro una visita!”. Detto ciò, Smaug fece per avviarsi verso l’uscita, ma Bilbo e Evelyn, preoccupati di quello che sarebbe potuto accadere agli abitanti di Pontelagolungo, uscirono allo scoperto e tentarono di fermare il drago. “No, non è colpa loro!”, esordirono lo hobbit e la strega. “Fermo! Non puoi andare a Pontelagolungo!”, intimò in seguito lo hobbit con tono adirato. A quel punto, Smaug si fermò e si voltò verso Bilbo affermando, “Oh! Tu tieni a loro?! Non è vero?!”. Fu allora che il drago notò la strega alla quale rivolse per un momento un’occhiata sorpreso ed incuriosito prima di concentrarsi nuovamente su lo hobbit per dirgli, “Bene! Allora puoi guardarli morire!”.
Smaug fece nuovamente per avviarsi, ma fu ancora interrotto, questa volta da Thorin, “Qui! Inutile e stupido verme!” Il drago, Bilbo ed Evelyn si voltarono nella direzione dalla quale proveniva la voce e così videro il re dei nani troneggiare in cima ad un’altissima statua di suo nonno Thror. “Tu?!, esclamò stizzito Smaug. “Adesso mi riprendo quello che tu hai rubato!”, affermò solennemente Thorin. “Tu non ti riprenderai niente da me, nano! Io ho annientato i tuoi guerrieri tempo fa. Io ho instillato il terrore nel cuore degli uomini. Io sono il re sotto la montagna!”, replicò il drago avanzando fino a trovarsi di fronte alla statua, mentre la strega e lo hobbit ne approfittarono per andare a rifugiarsi sotto il porticato rialzato rispetto al resto del salone. “Questo non è il tuo regno. E’ il territorio dei nani, l’oro dei nani, e noi avremo la nostra vendetta…Igrid dur sul!”, ribattè con autorevolezza il re dei nani tirando poi una fune posta di lato a lui. L’impalcatura che sosteneva la statua si sganciò facendo precipitare i grossi pezzi di roccia che la formavano e obbligando Thorin a sostenersi ad una catena per non cadere; la scena che si presentò davanti a tutti fu quella di una massa d’oro che formava la figura di Thror. Il drago rimase incantato a fissare quell’immensa statua d’orata finchè l’oro, che non si era solidificato, cominciò a fluire facendo indietreggiare Smaug che venne comunque investito dalla colata di oro.
Tutta la pavimentazione del salone, tranne il porticato, era ricoperta da un fiume d’orato. Ci fu un momento di calma prima che, con sorpresa di tutti, il drago riemerse ricoperto d’oro, ancora più arrabbiato di prima che, mentre si dirigeva verso l’uscita, esclamò, “Vendetta…vendetta! Ve la faccio vedere io la vendetta!”. Smaug si precipitò fuori dalla montagna, spiccò il volo liberandosi di tutto l’oro liquido che aveva addosso e si avviò verso Pontelagolungo. Anche Bilbo ed Evelyn uscirono dalla montagna e si misero ad osservare impotenti e sconcertati il drago che avanzava verso la città. “Che cosa abbiamo fatto?!”, fu l’unica cosa che lo hobbit riuscì a dire.     
 
 
 
 
 
   
 
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