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Autore: ErdeneJeoung    23/06/2020    1 recensioni
La vera storia di Jafar prima che tutto ebbe inizio.
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jafar, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Che Allah ti protegga” Queste erano le parole che le disse la madre prima di vederlo partire. Era frastornato. Pensava alla sua vecchia casa. Era una di quelle case che il sultano dà ai suoi “dipendenti”. Non era molto lussuosa, ma almeno aveva tutto. Due stanze da letto, una cucina con una stufa e fuori vi era un cabinotto usato come toilette e per lavarsi. Chissà se avrebbe trovato una casa con il bagno in casa, come i ricchi. Guardava fuori dalla finestra, il paesaggio che cambiava. El Almas non si vedeva più. Era lontana. Lui era lontano. Con la mente vagava… Agraba non l’aveva mai vista. Non era mai uscito da El Almas. Il caldo si faceva sentire. Ormai erano passate due ore e il caldo del deserto era micidiale. Solo sabbia e il cielo terso, colore turchese in contrasto con le dune dal color marrone chiaro. C'erano solo cactus e qualche arbusto. Ad un tratto il cocchiere fermò il suo cammello. “Oasi! Ci fermiamo per riposare” urlò il cocchiere. Jafar uscì. Vide un piccolo laghetto. L'acqua era fresca e dissetante. Jafar riempì la borraccia. Ormai faceva buio, quindi era meglio rimanere lì. I due si accamparono per la notte. Grazie all'escursione termica il clima era più fresco. Troppo. Il cocchiere accese un piccolo falò con dei rami secchi. Da una borsa in cuoio estrasse una teiera, tipica mediorientale, la riempì d'acqua poi tirò fuori un sacchetto di stoffa. Emanava un inconfondibile profumo di tè nero. Versò un po’ di tè nella teiera. Quando l'acqua arrivò a bollore, tolse la teiera dal fuoco, prese due bicchieri e li riempì di tè caldo fumante alla maniera dei nomadi. L'odore sprigionato era così buono. Sapeva di casa. Quando sua madre zaira preparava il tè nero. Ricordava il profumo pungente e il sapore deciso e corposo. Il cocchiere lo distrasse dai suoi pensieri - Giovanotto? - Ditemi – sobbalzò Jafar - C’è qualcosa che non va? Jafar si fece cupo. - A breve la mia vita cambierà, ma lo devo a mia madre - L'hai combinata grossa, eh? - Diciamo che l'ho fatta vergognare di me - Ragazzo, ormai il passato è passato, ora devi pensare al tuo futuro e fare sì che tua madre non si vergogni di te. Jafar annuì. Aveva ragione. Non c'era tempo di piangersi addosso. Passarono i giorni. Agraba era sempre meno un miraggio. Tutto era andato per il meglio. Ad un tratto, due brutti ceffi a bordo di due cammelli si avvicinarono con aria minacciosa. Fecero fermare la carovana. - Dacci tutti i tuoi soldi – disse il primo predone . L'altro controllò nell'abitacolo. Vide Jafar. - Kerim? Qui c’è solo un ragazzino- Jafar era decisamente spaventato. Era terrorizzato. Non sapeva cosa diavolo fare. Era letteralmente pietrificato. - Aziz! Controlla meglio! - Il ragazzo sembra piuttosto povero - Bene, rapiscilo! Possiamo comunque usarlo come esca per derubare meglio le carovane! Il cocchiere intervenne. - Non vi permetterò di toccare il ragazzo!- Kerim lo guardò in cagnesco - Io faccio quello che voglio! Non interferire, insolente! Io sono kerim, il terrore dei deserti! Tirò fuori la scimitarra e la puntò al collo dell'uomo che si chinò. Poi la rimise nel fodero e gli diede un calcio e poi lo menò selvaggiamente. L'uomo cercò di difendersi, ma lui era magrolino mentre kerim era bello piazzato. Nel mentre lo scagnozzo strattonò Jafar. In quel momento i secondi sembravano eterni. Jafar era spaventato, ma doveva reagire. Non c'era la casa di sua madre in cui scappare. In quel momento una voce dentro li disse di reagire. Morse il braccio dell'aguzzino che urlò dal dolore poi si lanciò su kerim. - Ragazzino! In qualche modo Jafar riuscì a rubare la scimitarra (evidentemente era grazie alla sua abilità nei furti o era solo fortuna) a kerim e gliela puntò alla gola. - Lascia stare il mio amico! Aziz da dietro provò a cerchiarlo, ma lui si voltò con un’agilità solo dettata dalla paura e lo graffiò in volto. Poi Kerim cercò di prenderlo ma Jafar li diede un calcio nel basso ventre. Il cocchiere si riprese e prese un bastone trovato in giro e lo usò come arma. Con il bastone diede una botta ad Aziz talmente forte da fargli perdere del sangue. Dopo la colluttazione, il cocchiere intimò a Jafar di prendere molto velocemente il minimo indispensabile (prese un sacchetto coi soldi che li aveva dato la mamma) poi lo strattonò, lo prese e lo caricò sul cammello. I due corsero come dei fulmini verso Agraba. //Continua…
  
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