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Autore: JennyPotter99    25/06/2020    0 recensioni
SEQUEL DI "WOLF IN THE CITY"
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Jackson venne scaraventato verso la corteccia di un albero con forza.
-Hai avuto l’imprinting con mia figlia?!- urlò Wendy, con rabbia.
-Non ci posso fare niente, non lo posso comandare!- replicò Jackson, alzandosi a fatica.
-Dovremmo fermarla?- mormorò Isaac.
-Lasciala fare, mi sto divertendo e poi è così sexy.- commentò Peter, ridacchiando.
-Io sono quasi morta per partorirla e tu adesso credi di poter vantare chissà quale pensiero sessuale su di lei?!- replicò la ragazza.
Derek le afferrò le spalle.- Adesso basta, c’è una cosa molto più seria.-
-Cioè?-
Derek chiuse la porta della casa, facendo notare a tutti che c’era un disegno sul legno.
Era molto simile al tatuaggio che aveva sulla schiena, ma in quel simbolo, le linee erano molto più dritte e marcate.
-Che cos’è?- domandò Isaac.
-Il loro simbolo.-
-Di chi?-
-E’ un gruppo di Alfa, non sappiamo cosa vogliono, ma stanno arrivando.- spiegò Derek.
-Credevate che Derek volesse un branco solo per fare numero?- intervenne Peter.
-No, ma tutti insieme siamo letteralmente più forti. E saremo qui quando arriveranno.-
***
 
3 mesi dopo.
 
Wendy aveva comprato una polaroid per scattare i momenti che Angelica passava con loro.
Aveva l’aspetto di una bambina di 2 anni quando gli fecero il primo bagnetto, di 5 quando mangiò il primo gelato a Parigi, di 8 quando fece il primo giro sulla ruota panoramica insieme a Stiles, 11 quando certe volte la lasciavano a Jackson per perlustrare la foresta in cerca degli Alfa e 14 quando Wendy attaccò le foto al muro della camera, fino a formare un cuore.
Wendy credeva che con il viaggio, il suo rapporto con Stiles si sarebbe ripreso, ma invece il ragazzo stava la maggior parte del tempo al telefono.
A settembre ricominciò la scuola e iniziò il primo anno anche per Angelica.
La bambina era diventata una ragazza dai lunghi capelli neri e gli stessi occhi di Wendy.
Le labbra a cuoricino come quelle di suo padre e le guance rosee.
Wendy aveva preso la patente e finalmente poteva usare la Camaro per andare a scuola.
Parcheggiò accanto a suo fratello, che si era comprato una moto da cross.
Wendy scese dalla macchina sportiva con aria fiera, sorridendogli.- Carina.-
Scott guardò la sua macchina sospirando, con la bava alla bocca.
Angelica, invece, aveva preso la vecchia bicicletta di sua madre, sistemandola insieme alle altre.
-Perché non posso venire in macchina con te?- le chiese, legando la catena alla ruota.
Wendy le circondò le spalle mentre entravano nell’edificio. -Ricordi cosa ti ho detto quando ho acconsentito che uscissi di sera una volta raggiunti i 18 anni?-
Angelica annuì.- Responsabilità.-
-Esatto, brava bambina.- affermò sua madre, baciandole la guancia.- Ripetiamo quello che ci siamo detti stamattina.-
L’altra sospirò, come se lo avesse ripetuto fino alla nausea.- Mi chiamo Angelica Watson, i miei genitori sono morti in un incidente stradale, ho 15 anni e abito con mio zio.-
Ovviamente non potevano dire al nuovo preside che Angelica era la loro figlia, così avevano fatto fare dei documenti falsi a Danny.
-Bene, divertiti e fa amicizia, ci vediamo a pranzo.- disse infine Wendy, dirigendosi verso l’armadietto di Allison.
In realtà Angelica era molto spaesata: non conosceva nessuno e in questi 3 mesi era stata rinchiusa in casa e fuori da tutto.
Peter le aveva mostrato, attraverso il portatile, tutte le creature sovrannaturali anche se, fino a quel momento, di zanne, artigli o peluria in più, non ce n’era nemmeno l’ombra.
Secondo Derek sarebbero apparsi col passare del tempo.
Con lui si teneva in forma, facendo continue corse attraverso il bosco, però sembrava che continuasse a trattarla come una bambina, dato che aveva perfino paura delle foglie che le cadevano in testa.
Stiles le aveva insegnato a giocare a scacchi, Lydia le aveva praticamente comprato l’intero guardaroba e Jackson la ospitava a casa ogni volta che le andava di venire: guadavano la tv e giocavano ai videogiochi come se lui fosse una specie di babysitter.
Per via dell’imprinting, Jackson non riusciva a separarsi da lei.
Isaac era l’unico che la facesse svagare veramente quando non era da lui: ballavano, mangiavano schifezze e facevano anche dei bellissimi ritratti.
Tutto il branco si era affezionato a lei.
Angelica si guardò intorno e vide Jackson al suo armadietto, che cercava di aprirlo.
Si voltò verso di lei e la salutò con un sorriso a denti perfetti.
La ragazza arrossì e si avvicinò.- Ciao, tutto bene?-
-Mi hanno dato un nuovo armadietto, ma a quanto pare il codice è sbagliato.- rispose lui, sbuffando.
-Oh, fammi provare.-
Angelica mise l’orecchio sul metallo e quando girò la manovella, ad ogni tic che sentiva dall’altra parte, l’armadietto si aprì.- Et voilà!-
Jackson ridacchiò.- Wow, potresti rapinare una banca.-
Angelica sorrise timidamente.- Sai dov’è la classe di storia? Ce l’ho alla prima ora.-
-In fondo al corridoio a sinistra. E…Se vuoi dopo pranzo puoi venire a vedere gli allenamenti di LaCrosse.-
La ragazza si mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio evitando di guardarlo negli occhi per non diventare rossa.- Certo, mi piacerebbe molto.-
-A dopo allora.-
-A dopo..-
Probabilmente l’imprinting non lo faceva staccare da lei, ma anche Angelica ci metteva del suo: trovava Jackson molto affascinante e premuroso.
Oltretutto, sua madre non le aveva ancora detto niente.
Wendy raggiunse l’armadietto di Allison, dove c’era anche Lydia ed entrambe alzarono le braccia esultando.- Ehi, sei tornata!- esclamarono, abbracciandola.
-Sì, non posso crederci, ma la scuola mi è mancata.-
-Hai sentito ai telegiornali di ieri sera?- le chiese la migliore amica.
-No, che è successo?-
-Un cervo ci è venuto addosso mentre eravamo in macchina.- spiegò Lydia.- Questa città sta diventando sempre più strana.-
-Ho visto i suoi occhi prima dello schianto, era terrorizzato.- aggiunse Allison, osservando che Lydia si stava mettendo un altro strato di rossetto rosso sulle labbra. -Comunque, prima che arrivassi, cercavo di convincere Lydia a non adocchiare le matricole.-
Wendy notò che l’amica guardava i ragazzi appena arrivati. -Ma avranno 15 anni!-
-E’ quello che ho detto io…E poi siamo impegnate.-
L’altra sospirò, grattandosi la nuca.- Se così si può definire…-
-Tra te e Stiles non va?-
-Non molto. Mi bacia a malapena e non mi tocca nemmeno.-
-Oh, povera te!- esclamò Lydia, prendendole il viso fra le mani. Successivamente, fece un sorrisetto malizioso e le voltò lo sguardo verso la porta.- Guarda là.-
Dalla porta d’entrata erano appena arrivati due ragazzi sui 16 anni che camminavano l’uno accanto all’altro con i giacchetti di pelle e i caschi di due moto probabilmente molto costose.
-Fratelli?-
-Gemelli.-
Erano due gemelli abbronzati e con i denti perfetti.
Wendy pensò che fossero carini, ma poi scosse la testa.- No, non fa per me.-
Mentre Angelica proseguì verso l’aula di storia, attaccati alla bacheca, notò i fogli della polizia che cercavano Erica e Boyd.
I due erano fuggiti, alla ricerca di un branco più grande, lasciando amici e famiglia.
Si sedette ad un banco al centro della stanza: alla sua destra e alla sua sinistra, i gemelli, che la salutarono con un cenno della testa.
D’un tratto, si iniziarono a sentire telefoni vibrare per tutta l’aula: tranne quello di Angelica, dato che non le era stato ancora permesso di averne uno.
-Sono pronto ad incontrare il mio creatore, ma che lui sia pronto al gran cimento d’incontrarmi è un’altra questione. Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare.- disse la professoressa, entrando con una gonna elegante e dei tacchi pesanti.
Angelica fece capolino sul telefono del compagno che aveva davanti, capendo che il messaggio che era arrivato a tutti, riportava quelle esatte parole.
-Se stai attraversando l’inferno, fallo a testa alta.- lesse infine, poggiandosi alla scrivania.
La professoressa Blake era una donna sulla trentina, dal fisico perfetto e il viso angelico.
-Chi sa dirmi chi ha detto questa frase?-
Angelica aveva letto qualcosa insieme a Peter, perciò alzò la mano.
-Signorina Watson?-
-Wiston Curchill.-
La donna le sorrise.- Molto bene.- affermò.- Questo sarà anche l’ultimo messaggio che riceverete, quindi, via i telefoni!-
Prima che la professoressa potesse dire altro, si sentì un boato dalla finestra.
Un corvo ci aveva appena sbattuto contro ed era morto.
Dietro di esso, un enorme stormo che veniva verso l’aula.
Improvvisamente, gli uccelli, per qualche inspiegabile motivo, iniziarono a colpire i vetri, fino a sfondarli e ad entrare dentro.
-Giù, tutti giù!- gridò la Blake.
Angelica si nascose sotto il banco, mentre volavano sangue e piume.
L’attacco durò qualche terribile minuto, fin che i corvi non fossero tutti i morti.
Quando la professoressa chiamò la polizia, Wendy e Stiles accorsero dalla figlia.
-Prima che me lo chiediate, sto bene.- gli disse Angelica, togliendosi una piuma dalla testa.
-Ma che è successo?- mormorò Stiles.
-Proprio il tuo primo giorno, non ci credo.-
-Hai notato qualcos’altro di strano?-
Angelica sospirò.- No, l’unica cosa strana siete voi due che continuate a sussurrare.-
I tre si guardarono intorno, notando che tutti li stavano fissando.
Wendy si piegò a terra e notò gli occhi di uno dei corvi: come quelli del cervo, erano terrorizzati.
   
 
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