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Autore: littlepink6690    25/06/2020    1 recensioni
Cosa succede quando una macchina scivola e si ribalta sull'asfalto bagnato? Cosa succede alla persona che conduce quell'automobile? Cosa farà adesso Jennifer, chi lascerà avvicinare a sé, adesso che ne ha più bisogno? Qualcuno riuscirà ad abbattere quei muri che adesso lei sta costruendo per difendersi?
Morrilla
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Ginnifer Goodwin, Jennifer Morrison, Josh Dallas, Lana Parrilla, Rebecca Mader
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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24 Baby Shower

24

 

Le coccole erano la cosa che Jen non aveva mai fatto mancare a Lana da quando era rimasta incinta. Era stata una cosa del tutto naturale, dopo qualche mese dalle loro nozze pensare di allargare la famiglia. Una sera a casa di amici, la rossa era rimasta a guardare quanto la latina ci sapesse fare con i bambini, talmente il suo sguardo era stato profondo, che Lana voltandosi verso di lei, le aveva rivolto un sorriso dolce e complice. Quella sera stessa, mentre facevano l’amore, la mora l’aveva guardata e detto che voleva avere un figlio da lei, Jen era rimasta stordita e con gli occhi colmi di lacrime, aveva risposto che non vedeva l’ora.

 

L’iter per poter avere il loro bambino consisté nella donazione degli ovuli di Jen, che furono fecondati secondo il procedimento, dopo la scelta delle caratteristiche del donatore. Avevano sorriso molto durante quella cernita, ma l’unica cosa che alle due mamme importava era avere un piccolo in salute. Quando gli embrioni furono pronti per il trasferimento nell’utero di Lana, le due erano molto emozionate, dopo quella operazione avrebbero atteso speranzose che tutto andasse nel migliore dei modi.

 

Durante quei quattordici giorni di attesa, Lana era stata su di giri, avevano anche discusso, ma Jen non si era lasciata demoralizzare da quelle parole. Sapeva che la moglie era solamente molto tesa, così si erano chiarite con tante coccole e parole rincuoranti. Passati quei giorni, le due seppero finalmente di aspettare un bambino, ed erano al settimo cielo, come i loro amici e famigliari.

 

L’inizio della gravidanza non era stato semplicissimo, Lana aveva sofferto molto per le nausee mattutine, e sua moglie non si era persa d’animo e l’aveva sostenuta e supportata in tutto, mettendo anche in secondo piano il lavoro, la sua famiglia, a quel punto della sua vita era più importante.

 

Aveva amato inverosimilmente, quando sua moglie iniziava a svegliarla nel cuore della notte con voglie assolutamente assurde, sorrideva, si vestiva e si muoveva in lungo e largo, per lei.

 

Alla ventiseiesima settimana di gravidanza, la mora si sottopose all’ecografia morfologica, per conoscere tutto del loro bambino. Ovvio che Jen fosse lì al suo fianco a tenerle dolcemente la mano, e a trattenere le lacrime di gioia. Il piccolo stava bene, la ginecologa chiese loro se volessero conoscere il sesso del nascituro, ma ormai d’accordo dissero che lo avrebbero scoperto il giorno del parto.

 

Avevano deciso come da abitudine di fare la tipica festa per il nascituro, amici e parenti, sapevano che per i regali avrebbero dovuto optare per qualcosa di neutro.

 

“Zia, zia posso?” – il piccolo Milo guardò la latina perché aveva il desiderio di toccarle il pancione.

 

“Vieni” – la donna gli sorrise e gli porse la mano, che il piccolo prese dolcemente. La posò sul suo pancione.

 

“Una donna più innamorata di te non credo di averla mai vista” – rise Gin prendendo in giro la rossa – “Dovresti vedere la tua espressione”

 

“Da pesce lesso?” – le diede corda Rebecca.

 

“Ehi non prendete in giro mia moglie” – rispose la latina mentre faceva scorrere la manina di Milo sulla pancia per fargli sentire un piedino del piccolo o altro. Era entrata nell’ottavo da pochissimi giorni e il suo corpo continuava a cambiare, era una cosa davvero straordinaria la natura. Sentirono suonare alla porta, e Jen si mise in piedi, baciò sua moglie sulla fronte e passò una mano tra i capelli del bambino.

 

“Vado io, vediamo se qualcun’altra delle nostre amiche mi punzecchierà” – ridacchiò la rossa dirigendosi alla porta.

 

“Hola” - Eva le rivolse il suo più caldo sorriso, teneva per mano Santiago e con l’altra una scatola.

 

“Ciao, benvenuti, venite” – Jen si accovacciò per essere all’altezza del piccolo, nascosto dietro le gambe della mamma – “Vuoi venire con me da zia Lana?” – sorrise porgendogli una mano. Il piccolo si scostò, sorridendo e le andò incontro, così la rossa lo prese in braccio e si diressero in salotto.

 

“Niño mio” – la mora sorrise vedendo il bimbo tra le braccia di sua moglie – “Ciao tesoro” – si rivolse poi all’amica.

 

“Sei un palloncino ormai eh” – si chinò per darle un lungo abbraccio e la baciò sulle guance – “Che fai lezioni di ginecologia?” – rise sedendosi poco dopo dove trovò posto – “Perché Tiago ha delle domande per la tía” – guardò suo figlio.

 

“Il cuginetto sta al buio, lì nella pancia?” – chiese spontaneamente e la mora gli sorrise.

 

“Oh no, sai lui riesce a vedere un poco di luce dalla mia pancia” – spiegò.

 

“Ecco perché zia, mette sempre vestiti chiari” – continuò Jen mettendolo giù vicino a sua moglie.

 

“Che pazienza” – ridacchiò Eva guardandole, si vedeva lontano un miglio che la rossa continuasse a sbavare sulla bella latina.

 

“Ehi” – accarezzò la schiena di Jen – “Soddisfa tutte le mie richieste” – sorrise guardandola – “Sono spesso intrattabile, ma lei sta avendo una pazienza, che neanche io avrei” – la lasciò sedersi.

 

“Che dici se ci spostiamo in giardino amore?” – disse tenendole la mano – “Così i bimbi hanno più spazio e stare all’aria aperta ci fa bene. Quando arrivano tutti staremo più larghi”.

 

E così fecero e andarono tutte fuori, sistemandosi comodamente, su sdraio e sedie.

 

“Benefici della gravidanza?” – Gin sorrise.

 

“Beh come dicevo, Jen esaudisce tutti i miei desideri” – sorrise.

 

“Anche quelli sessuali?” – chiese con nonchalance Eva. Le due arrossirono e si guardarono con un sorriso consapevole – “Oddio guardale, siete davvero delle cattivone”

 

“Si dice faccia bene al bambino, e” – se poté Jen diventò ancora più paonazza.

 

“E anche alla mamma” – disse portandosi una mano dell’altra sul pancione – “E’ il sesso più bello che abbia fatto, credetemi” – disse spontaneamente.

 

“E tu Jennifer benefici?” – chiese Bex.

 

“Il suo corpo è un gran bel beneficio per me” – rispose.

 

“Che intendi?” – chiese ancora.

 

“Hai visto che seno meraviglioso si ritrova? Se prima era un capolavoro adesso non so cosa sia” – e li fu Lana ad arrossire.

 

 

Quella notte

“Ehi tutto okay?” – Jen le accarezzò il viso, facendosi vicina.

 

“Uhm no, è un po’ agitato” – disse tenendo una mano sul pancione, la rossa a sua volta portò la sua ad accarezzarla.

 

“Avrà dormito tutto il giorno” – sorrise baciando il collo di sua moglie.

 

“Jen, tesoro, non credo sia il caso” – disse accarezzandole i capelli.

 

“Io credo che tu debba rilassarti, soddisfo o no tutti i tuoi desideri?” – la guardò con un sorriso sornione.

 

“Mi spiace che si siano accanite contro di te, quelle streghette” – sorrise beandosi dei suoi baci sulle labbra, sul collo e poi a scendere, le aprì il baby doll premaman – “E colpa loro se adesso sono eccitata”

 

“E’ questo allora, sei eccitata e fagiolino lo sente” – sorrise con le labbra sul suo seno pieno – “Adesso mamma si rilassa amore” – sorrise accarezzandole il pancione – “Ci pensa mammina” – baciò lievemente, mentre le mani di Lana si infrangevano tra i suoi capelli.

 

“Jen” – ansimò appena. La rossa le sistemò alcuni cuscini per farla stare comoda e lentamente iniziò a baciarle l’interno coscia avvicinandosi sempre di più al suo centro – “Non farmi aspettare, te ne prego” – si portò le dita tra i capelli e inarcò appena la schiena.

 

“Come vuoi” – le prese il clitoride tra le labbra e succhiò.

 

“Jennifer” – sibilò il suo nome, mentre si agitava sotto quella benedetta bocca. La moglie le prese le mani, intrecciando le loro dita e poi le diede piacere con la bocca e la lingua, donandole un bellissimo orgasmo – “Tu sei perfetta” – sorrise, scostandole i capelli, quando tornò alla sua altezza.

 

“Tu sei meravigliosa, non posso farci nulla” – disse passandosi la lingua tra le labbra.

 

“Che dici se mamma si dedica a te, stasera?” – sussultò sulle sue labbra, prima di baciarla. La mano dal suo viso, percorse la linea del collo, passando tra i seni, sfiorò l’addome e scostato il pantaloncino, si infranse tra le sue pieghe bollenti – “Oddio Jen” – ansimò a sua volta per quello che sentì – “Sei fracida” – sussultò sulle sue labbra.

 

“Scusami” – disse scostandole i capelli dal viso.

 

“Non chiedere scusa, dovrei dedicarmi più spesso a te, e non lasciarti fare tutto” – la rossa la zittì con un bacio.

 

“Io lo faccio volentieri per te”

 

“Potresti insomma toccarti quando ti dedichi a me” – gemettero assieme mentre muoveva le dita in sua moglie.

 

“A volte lo faccio, ma tu sei più importante in quel momento” -ammise.

 

“Non so come tu abbia fatto a non impazzire” – spinse ancora – “Manca poco, ti sento amore mio” – mordicchiò il suo labbro inferiore.

 

“Sono certa che adesso sarai tu a farmi impazzire” – tremò quando il pollice della latina iniziò a stuzzicare il suo clitoride, e le dita ancora all’interno si uncinarono.

 

“Puoi contarci” – infranse le sue labbra su quelle chiare della moglie e si scambiarono un bacio famelico e voglioso, poi la sentì abbandonarsi – “Voglio che adesso lasci che faccia ancora qualcosa per te” – si leccò lievemente le dita.

 

“Non devi affaticarti amore” – sorrise.

 

“Tu lascia fare a me” – si sistemò di fianco con il corpo rivolto ai piedi del letto, in direzione opposta al corpo dell’altra, si poggiò su un gomito e la guardò – “Metti i cuscini sotto la schiena amore” – dopo che lo fece, portò una mano e la bocca sull’apertura di sua moglie, donandole tutto il piacere, che non le aveva concesso da un po’ di mesi a quella parte.

 

“Santo cielo” – Jen si lasciò andare per la seconda volta mentre, aveva di fianco sua moglie, che la guardava mentre le dava ancora piacere.

 

“So che non è la stessa cosa amore” – sorrise.

 

“Mi soddisfi anche così amore” – le si mise dietro e l’avvolse tra le braccia.

 

“La nostra vita sessuale è passata al livello successivo direi” – sussultò alla mano curiosa della moglie, che dal suo fianco, le finì tra le cosce. Lei portò la sua indietro tra il suo sedere e il bacino della rossa, e iniziarono assieme a toccarsi.

 

“Poi dirlo forte” – si stimolarono per benino, e quando ormai raggiunsero l’apice, si lasciarono andare tremanti una tra le dita dell’altra.

 

“Ti amo intensamente Jen” – sorrise – “E si è addormentato”

 

“Ti amo anche io Lana” – continuò – “Sai dovremmo scegliere il nome”

 

“C’è tempo amore, e poi preferirei che lo scegliessimo assieme quando lo vedremo per la prima volta” – ammise e si lasciò stringere.

 

“Come sei romantica” – la baciò sulla guancia – “Non vedo l’ora di poterlo tenere tra le braccia”.

 

“Anche io amore” – e finalmente appagata e rilassata tra le braccia di Jen, Lana si addormentò cullata dal respiro di sua moglie, stretta a cucchiaino.

Sono arrivata alla conclusione che ancora non riesco a concludere questa Morrilla, incredibile ma vero, e penso lo si capisca da questo capitolo. Penso che dopo il prossimo capitolo potrei decidere di lasciare la storia aperta, e piazzarci qualche capitolo ogni tanto. Tutto dipende dal tempo e dall'ispirazione! Detto questo vi do appuntamento alla prossima xoxo

  
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