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Autore: Feisty Pants    30/06/2020    2 recensioni
Elsa e Anna sono due sorelle di 27 e 24 anni alle prese con le proprie vite e i propri impegni. Elsa è sposata e vive la sua vita con le scatenate figlie gemelle di 7 anni. Anna, invece, è prossima alla laurea e a dire sì a un futuro roseo e carico di amore che ha sempre sognato fin da piccola.
La vita, però, non è una favola. Entrambe le sorelle vivranno dei momenti di crisi della quotidianità e, per colpa di incidenti e imprevisti, dovranno fare i conti con la cruda realtà.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO 20
 
“Non so che cosa dire Anna, non ci voglio credere! Sono stata così stupida! Jack mi ha aiutata a liberarmi e a vivere di nuovo la mia vita superando il trauma della morte di mamma e papà, ma abbiamo esagerato” comincia a sfogarsi una giovane Elsa di 19 anni, pallida e smunta per colpa dello shock.

“Mi sono lasciata trascinare e ora che cosa faccio?! Non so nemmeno badare a me stessa, figuriamoci se riesco a crescere un bambino!” sbotta definitivamente la più grande coprendosi il volto con le mani.

Anna vorrebbe ribattere ma, in quello stesso momento, qualcuno bussa alla loro porta.

“Ecco, sarà Jack! Digli che non ci sono!” si nasconde Elsa facendo per alzarsi e sparire in camera sua.

“Stai scherzando spero! Il bambino l’avete fatto tutti e due e ora ne parlate!” prende le redini Anna bloccando fermamente la sorella ed alzandosi per aprire la porta.

“Ciao Anna” saluta Jack alquanto imbarazzato, non riuscendo a guardarla negli occhi cosa che, invece, viene naturale alla giovane di 17 anni.

“Elsa…io…” prova a parlare Jack schiarendosi la voce due volte sentendosi fin troppo accaldato e con il cuore in gola.

“Ciao Jack…” saluta scocciata Elsa, chiudendosi a riccio e permettendo alla sua solita freddezza di prendere il sopravvento.

“Sono giorni che sei strana e ne ho intuito il motivo…” prende parola lui, volgendo lo sguardo sul test di gravidanza posto sul tavolino del soggiorno.

“…e a quanto pare avevo intuito giusto” conclude poi lui dopo aver controllato il risultato del test, lasciandosi andare ad un profondo sospiro e mettendosi una mano sulla fronte.

Trascorrono interminabili secondi di silenzio in cui, una semplice e giovanissima famiglia, si ritrova improvvisamente obbligata a fare un salto in avanti nell’età adulta e nella responsabilità.

“Ok Elsa ascolta…” si sblocca lui, sfiorando la mano gelida di lei e sporgendosi in avanti in modo da guardarla negli occhi.

“Mi dispiace, siamo stati incoscienti, io per primo che ti ho messo in questa situazione… abbiamo sempre scherzato, ma io ti amo veramente e sono qui per dirti che non ti lascio sola. Crescerò con te questo bambino e non me ne vado, te lo prometto” le dice con il cuore in mano ed estrema serietà, con gli occhi puntati nei suoi.

“Anna, so bene della situazione in cui vivete e farò di tutto per non darvi problemi. Inizierò a lavorare e a guadagnare qualcosa per poter essere autosufficiente, trasferirmi con Elsa e crescere il bambino…”

“Ferma, ferma, ferma…”si intromette Elsa agitata.

“State facendo i conti senza l’oste! Io non ho ancora deciso niente e non so nemmeno che cosa fare! Non sono pronta a fare la madre e non so se sarà la mia strada nella vita” continua lei mostrando il lato più congelato e anaffettivo di sé stessa, capace di far rabbrividire i presenti.

“Che cosa?! Vuoi rinunciare al bambino?!” esclama Jack scioccato, non aspettandosi tali parole dalla propria ragazza.

“Elsa, ora sei confusa e non pensi razionalmente. Hai una vita dentro di te e prima o poi dovrai rendertene conto. Ora, restiamo tranquilli, prenotiamo una visita dalla ginecologa e poi ne riparliamo ok?” taglia corto Anna con il cuore a mille consapevole che, quella nuova realtà, avrebbe spaventato sua sorella.

Il giorno dell’ecografia…

Passarono alcuni giorni e la giovane coppia riuscì ad ottenere una visita privata da una ginecologa, in modo da poterci vedere chiaro nella faccenda. In quei giorni nessuno aveva parlato di nuovo della questione gravidanza. Solo Kristoff provò a parlare con Elsa ma nemmeno lui riuscì a scalfirla. Anna, ovviamente, sperava che l’ecografia potesse aprirle gli occhi e cancellare da lei l’idea di rinunciare al bambino per colpa della paura. Erano giovani, piccole, indifese, senza un futuro stabile…ma ne avevano affrontate tante e, sicuramente, una nuova vita avrebbe portato gioia nella loro esistenza. Rinunciare al bambino avrebbe portato a delle dolorose conseguenze future che tutti, a parte Elsa, volevano evitare.

“Ok Elsa, ti ho applicato il gel e ora vediamo un po’” afferma la ginecologa muovendo tutta l’attrezzatura sul grembo di Elsa.

Jack guarda agitato il piccolo visore grigiastro, aguzzando la vista per capirci qualcosa in tutte quelle immagini sfocate.

“Quindi? Sono proprio incinta?” chiede Elsa, ancora titubante sulla sua condizione.

“Eccome se lo sei Elsa…” risponde seria la ginecologa, intuendo già i dubbi e le perplessità di quella fresca coppia di genitori. La dottoressa ripone gli strumenti al loro posto e, sedendosi accanto a Elsa, abbassa la mascherina e si prepara a parlare a cuore aperto.

“Ragazzi… ve lo dico subito così poi ne potremo parlare insieme. Aspettate due gemelli omozigoti” sbotta con fermezza la ginecologa.

Jack sgrana immediatamente gli occhi, il battito di Elsa accelera vertiginosamente e nella stanza l’aria si fa ghiacciata. Il tempo pare fermarsi e nessuno è in grado di parlare. La bocca di entrambi era come impastata, le labbra intorpidite, la gola secca e bruciante.

“No, non possono essere due. Non posso tenerli!” riesce ad esprimersi Elsa scuotendo convinta la testa, divorata dal panico.

Jack, confuso e ammutolito, non riesce a fare altro che camminare freneticamente per la stanza, con una mano alla bocca e le gambe tremanti.

“Elsa… Jack… sedetevi qui” li richiama la ginecologa invitandoli a rilassarsi e ragionare.

“Siete giovani e avete paura, ma nemmeno vi immaginate il bene e la bellezza che vi potranno dare questi due bambini. Crescere dei figli alla vostra età non è facile, ma siete giovani e arzilli e sono sicura che ci riuscirete. Avete tra le mani la possibilità di crescere e di dare vita a due creature bellissime che, a differenza di tante ragazze che vedo passare qui, sono il frutto di due bei ragazzi come voi che si amano”

“No, dottoressa mi spiace…ma lei non mi conosce! Io non posso farcela! Io non so nemmeno badare a me stessa, ho perso i miei genitori, ho una sorella minore da aiutare anche se, a momenti, è lei che accudisce me! Io non sono in grado di essere una madre!” risponde Elsa sporgendosi leggermente in avanti con foga.

“Elsa…tu saresti davvero disposta ad abortire?” chiede a bruciapelo la ginecologa.

“Sì, sono ancora nel periodo consentito e questa cosa non dovrebbe farmi soffrire troppo” sbotta con freddezza e disumanità Elsa, preda delle sue estreme e forti emozioni.

“Ma che cosa stai dicendo?! E io chi sono scusa?!” si intromette Jack infuriato, ricevendo subito uno sguardo dalla ginecologa che lo invita a lasciarla fare.

“Quindi…Elsa, tu credi di non avere ancora una forma di vita dentro di te?” domanda con calma il medico.

“Sì, alla fine la scienza e la medicina stessa affermano questo” risponde sicura Elsa, cercando di trattenere le lacrime. Per quanto dura, dentro di sé sentiva di non voler abortire, ma la paura era troppo grande.

“E…se ti facessi sentire…questo?” continua la ginecologa azionando dei pulsanti particolari.

In poco tempo la stanza si riempie di un suono caldo, strano, accelerato. Due battiti cardiaci estremamente veloci, uno discostante dall’altro, rimbombavano sulle pareti. Jack ed Elsa rimangono in silenzio, estasiati, stupiti e con tre metri di pelle d’oca di fronte a quei suoni che, volenti o nolenti, rappresentavano i cuori pulsanti di vita dei due bambini.

Elsa, in modo particolare, cancella in un secondo tutti i cattivi pensieri. Quei suoni, provenienti dal suo grembo, le fanno cambiare idea in un millesimo di secondo e, per un attimo, la paura viene abbattuta dall’emozione e dalla felicità di vivere qualcosa di così sensazionale.

“Grazie dottoressa…grazie” si intromette Jack, guardando il volto di Elsa rigato dalle lacrime.

“Ragazzi…vi dico solo che in queste situazioni è meglio ascoltare i nostri consigli perché davvero, non sapete che cosa vi perdete. Non dico che sarà facile, anzi… essere genitore è la missione più faticosa della vita. Quei due fagiolini, però, li avete creati voi e da come potete sentire, i loro cuori chiedono solo di poter crescere e venire al mondo” dice la dottoressa con un sorriso e fare materno, sedendosi alla scrivania e cominciando a scrivere il referto.

Elsa rimane ancora imbambolata e preferisce non rispondere. Jack l’aiuta accuratamente a ripulirsi e, dopo averla guardata negli occhi, è felice di vedere più serenità.

“Elsa, prendi queste cose che ti ho prescritto e prenota gli esami del sangue. E…ci rivediamo tra qualche settimana, per vedere come crescono i vostri due tesori, ok? Niente colpi di testa giusto? Siamo intesi ormai?” conclude la dottoressa consegnando il foglio a Jack e stringendo la mano a Elsa che, timidamente, risponde fermamente a tutte le domande, desiderosa di assumersi le sue responsabilità.

Presente…

Elsa e Jack si ritrovano immobili, di fronte alla richiesta delle due sorelle di avere un fratellino.

“Non penso che avremo altri figli” risponde schietta Elsa chiudendosi di nuovo in sé stessa.

“Perché mamma?! Sei giovane e saremmo una bella famiglia!” insiste Lia balzando fuori dalle lenzuola e puntando gli occhi celesti in quelli della madre.

“Ho detto di no e basta! Ora andate di là a sistemarvi che arriviamo a preparare la colazione” risponde lei austera con un tono di voce brusco che fa tacere e ammutolire le sorelle, pronte ad uscire dal lettone con la testa china e il broncio.

“Perché reagisci così? Le bambine non hanno tutti i torti, dovremmo riprenderci! Non dico di fare un altro bambino ora, ma siamo giovani e abbiamo ancora tantissimo tempo!” la trattiene Jack, aprendo il discorso una volta allontanate le figlie.

“Tu pensi che un bambino possa risolvere i problemi che ci sono tra di noi?! Ricordi cosa abbiamo vissuto con loro?! Le notti insonni, i soldi che non c’erano, i debiti, gli sguardi della gente, la maturità, il lavoro e…ah sì, i tuoi meravigliosi genitori che mi hanno deliberatamente dato della poco di buono e della troia?! Io tutto questo non lo voglio rivivere” contesta la moglie mostrandosi burbera e severa.

“Cosa c’entrano i miei genitori?! Ci hanno abbandonato e ce l’abbiamo sempre fatta senza di loro! Perché continui a rivangare il passato Elsa?!”

“Perché io non ero pronta a fare la madre allora, non lo sono adesso e non lo sarò mai in futuro. Ora amo le mie bambine, ma non mi reputo nemmeno capace di essere un genitore!” si commisera Elsa, ribadendo ancora una volta la sua più grande fragilità.

“Sai perché non funziona più niente?! Lo vuoi sapere perché io e te non facciamo più l’amore, perché viviamo da separati in casa e perché hai paura di donare un abbraccio alle tue figlie?!” la provoca Jack con voce scura, alzandosi in piedi indispettito per poi rivolgerle un’ultima frase minatoria.

“Perché tu sei ancorata al passato Elsa…e finché vedrai solo le sofferenze e le cose brutte che hai vissuto, non riuscirai mai ad accettare il futuro e a vivere veramente. È inutile anche che te ne sto a parlare, tanto finché non farai questo passo, la situazione non cambierà mai”

Detto questo Jack si dirige verso il bagno, lasciando Elsa distesa nel letto con lo sguardo fisso nel vuoto e un cuore completamente di pietra, apatico e non curante delle emozioni proprie e altrui perché troppo abituato a costruirsi l’armatura capace di non farlo più soffrire e distruggerlo all’istante.
  
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