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Autore: Stillintoyou    03/07/2020    0 recensioni
Niente, in quella casa, era mio.
Mi misi lentamente seduta, e, sempre lentamente, mi spostai di lato, pronta a scendere, ma la vibrazione sul comodino attirò la mia attenzione.
Okay, forse c'era una cosa di mio: il cellulare.
Era poggiato sulla superficie, e la schermata era accesa.
‹‹ Uhm? ››
Lo presi, incuriosita, e notai subito che quella schermata era come una sorta di... applicazione.
C'era una notifica nella sezione Chat, così premetti e subito si aprì.
In alto c'erano i nomi dei partecipanti, ma nessuno di questi mi ricordava qualcosa.
Zen, Jaehee, Yoosung, Jumin, 707.
Un fiume di messaggi fu l'unica cosa che riuscii a vedere. Ero troppo confusa per capire qualcosa.
Parlavano di... qualcosa.
Non riuscii a capire l'argomento trattato, ma notai che uno di loro era stato accusato di egocentrismo, qualcuno si chiamava come la regina d'Inghilterra, poi meme, meme, meme.
‹‹ Che diavolo..? ›› non capivo ‹‹ okay. Come si esce dalla chat? sarà uno di quei gruppo whatsapp molesti... ›› borbottai, e proprio quando stavo per cominciare a cercare il modo di abbandonate la chat, uno di loro, 707, si accorse della mia presenza. Accusandomi di essere un hacker.
Sul serio?
Genere: Fluff, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jumin Han, Nuovo personaggio, Unknown, V
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Il rumore della doccia mi fece provare un sollievo inimmaginabile.

Non perché era segno che Haruka si stesse lavando, ma perché finalmente riuscii a sentire un rumore che non fosse il mio respiro o il mio battito cardiaco.

Rimase così tanto tempo sotto la doccia da farmi quasi pensare che si fosse addormentata lì dentro, ma, comunque, occupai quel tempo messaggiando con Zen.

Lui cercava in tutti i modi di distrarmi, tra selfie durante l'allenamento e chiacchiere varie sull'audizione.... e gli dovevo un grosso favore.

Il problema è che, comunque, la mia mente divagava sempre e comunque sul fatto che Haruka, a parte il rumore della doccia, non si era ancora degnata di dire una singola parola.

Quella porta era rimasta chiusa per ore intere.

Così come l'acqua della doccia, che era rimasta aperta per un'ora intera.

Ora che avevo passato a chiacchierare al telefono con Zen che, nel frattempo, aveva optato per chiamarmi direttamente.

La voce di Zen era talmente melodica, pure sotto sforzo, che mi ero quasi dimenticata del problema “silenzio di Haruka”.

Dopo quell'ora passata sotto la doccia, ci fu solo il suono del phon, ma poi... silenzio.

‹‹ Anju? Ti sto annoiando? ›› domandò Zen, notando il mio momento di assenza al telefono.

‹‹ Ah? No, no, scusa, pensavo ad Haruka. Dicevi? Chi è quindi la Co-protagonista? ››

‹‹ Niente poco di meno che Echo Girl! ›› rispose con un tono fiero. Apprezzai parecchio il fatto che Zen si stesse sforzando in tutti i modi di distrarmi dalla mia situazione in casa, ma non avevo la benché minima idea di chi stesse parlando.

‹‹ Ah... congratulazioni! Anche se non so chi sia ›› mormorai, imbarazzata dalla mia ignoranza.

Non ero molto informata sulle celebrità emergenti, e a quanto avevo capito, dai messaggi precedenti, questa ragazza è una “stella emergente”. Sicuramente Yoosung era più informato di me.

Ed anche Haruka... magari gliene avrei parlato dopo, cercando di appianare un po' la situazione.

‹‹ Già, grazie... sono così felice di questa opportunità ›› sospirò, e capì che la sua attenzione, in quel momento, era altrove. Il suo tono di voce era sognante, quasi come se fosse su un altro pianeta, e quindi tutto fosse lontano da lui.

La cosa mi fece sorridere, immaginandolo incantato contro la parete di quella sala allestita a mo' di palestra.

‹‹ Sai... ›› riprese ‹‹ questa opportunità probabilmente mi aprirà le porte per altri lavori molto più importanti... potrò crescere come attore, ma potrei anche incappare in qualche opera molto più grande! ›› ridacchiò, quasi imbarazzato nel parlare di quei sogni ‹‹ mi impegnerò al massimo per coronare il mio sogno e... okay, scusa, forse ti sto annoiando con questo discorso ma – ››

‹‹ È okay, Zen, non mi stai annoiando ››

‹‹ Volevo condividere questa cosa con te... ››

‹‹ Non ti devi scusare... dico sul serio! Sono veramente felice che tu abbia avuto questa opportunità. So quanto è importante il tuo lavoro per te ››

‹‹ Già... ›› prese una piccola pausa, poi un finto colpo di tosse, piazzato lì quasi come se gli servisse per riprendersi da qualcosa ‹‹ tu... tu verrai a vedermi? ››

‹‹ Uhm? Cioè? ››

‹‹ Ad una mia opera, intendo. Mi piacerebbe che tu venissi a vedermi provare. ››

‹‹ Oh... uhm... sì, certo! Beh, intendo... appena Seven dirà che è possibile uscire da questo dannato posto, lo farò volentieri. Come vedi non ho la possibilità di mettere il naso fuori dalla porta... ››

‹‹ Immagino che per te sia frustrante ››

‹‹ Lo è, ma non solo per me ›› mormorai. Non ci avevo poi dato così tanto peso fino a quel momento. Non poter uscire per prendere una boccata d'aria, o anche solo per guardare le stelle sdraiata sull'asfalto... era davvero stressante.

Girai lo sguardo verso la finestra. Quel panorama... Era bello, sì... ma ormai fin troppo conosciuto.

Per quanto tempo ancora dovevo stare chiusa tra quelle quattro mura, senza la possibilità di uscire anche solo per fare una passeggiata?

‹‹ Devi partecipare a qualche spettacolo? A breve, intendo... chiederò a Seven se posso uscire per andare a vederti. Magari con Jaehee, così non sarò sola. Tanto sono certa che anche lei andrà a vederti! ››

‹‹ Uhm... no, in arrivo no. Ma ti prometto che vi procurerò i posti migliori della sala, la prossima volta. Ci conto, eh! ››

‹‹ Ti porterò delle rose rosse come i tuoi occhi! ›› ironizzai, riuscendo a strappargli una risata.

‹‹ Dovrei essere io a portare delle rose a te ›› accennai un sorriso, portandomi una mano al petto e cominciando a giocare nervosamente con le dita.

‹‹ Non ne vedo il motivo ›› risposi, quasi bofonchiando imbarazzata.

‹‹ Beh... perché sei stata così carina da venirmi a vedere mentre mi esibisco, no? ››

‹‹ Ma così le tue fans mi terranno un attentato fuori dal teatro! ››

‹‹ Nah, le mie fans non farebbero mai niente del genere ›› oh, sì, Zen... le fans farebbero questo genere di cose e anche altre ben peggiori. Ne ero certa.

 

Zen dovette chiudere la chiamata per andare a fare una doccia. Si era scusata circa una ventina di volte prima di chiudere, ma capivo l'esigenza e, in ogni caso, sarei stata la prima ad insistere per farne una. Necessitava certamente di rilassarsi sotto il getto dell'acqua calda.

Nel frattempo, Haruka era finalmente uscita dal bagno, ma questo non le aveva fatto certamente venire voglia di parlarmi.

La sua espressione rimase seria ed impassibile mentre attraversava il corridoio per dirigersi in camera da letto, con indosso solamente un accappatoio ed i capelli bagnati che ondeggiavano a destra e a sinistra. Una volta chiusa in camera, il silenzio ripiombò all'interno della casa.

La sensazione di solitudine si fece quasi palpabile.

Yoosung rispondeva a singhiozzi, perché stava giocando a LOLOL... ma almeno rispondeva, seppure dislessicando.

Non volevo disturbarlo mentre cercava di sconfiggere un boss, quindi evitai la pioggia di messaggi.

A dire il vero... io volevo sentire Luciel...

Ero ancora dannatamente in pensiero per lui, ma fissare l telecamera in attesa di un suo messaggio mi faceva sembrare semplicemente strana ai suoi occhi, ed io volevo evitare quel genere di impressione.

Ero seduta su quel divano, mentre fissavo lo schermo del cellulare, e cominciai a domandarmi se mandargli o meno un messaggio con una scusa banale, come quella del “ehi, secondo te posso uscire di casa per andare a vedere uno spettacolo di Zen?”.

Che poi, a pensarci bene, non era una scusa banale: volevo vedere davvero uno spettacolo di Zen.

Poi, un messaggio di V comparve nella sezione notifiche.

‹‹ Ehi... ›› ma la voce di Haruka mi fece totalmente virare lo sguardo nella sua direzione.

Non mi ero accorta che fosse uscita dalla stanza, quindi doveva aver aperto la porta con una delicatezza degna di un ladro e camminato nello stesso modo.

‹‹ Ehi ›› risposi, guardandola dalla testa ai piedi.

Era truccata, cosa che non capitava mai, e pettinata con una treccia che formava uno chignon.

Oltretutto era vestita in maniera piuttosto elegante. Di certo non era una cosa da Haruka.

‹‹ Senti... scusa per prima... ›› mormorò ‹‹ so di aver sbagliato. Non volevo farti arrabbiare, preoccupare o litigare... solo che... sì, insomma, penso che anche tu sia al corrente della situazione di Jumin, no? ››

‹‹ Sì, ne sono al corrente ›› non mi aveva chiesto il perché è il come, quindi, presumibilmente, non le interessava. Sembrava essere calma, e anche a disagio per l'accaduto.

Quindi, decisi di mettere da parte il mio rancore. Alla fine, ero in grado di capirla. Haruka, d'altronde, non era una persona cattiva, e sapevo che stava male per la situazione di Jumin.

Certo, prendersela anche con me era una cosa sbagliata, ma si sa: quando si è arrabbiati si compiono azioni che non si vorrebbero compiere, e si dicono cose che non si pensano veramente.

Quello, sicuramente, era uno di quei casi. Almeno è stata in grado di capire i propri errori e di tornare sui propri passi, e non era una cosa da poco. C'era da riconoscerlo.

‹‹ Quindi... è tutto a posto, ora, vero? ›› domandò, imbarazzata, mentre stringeva le mani tra sé in un gesto nervoso. Era tipico di Haruka.

‹‹ Sì... non preoccuparti. Tutto okay ›› sorrisi, cercando di rassicurarla.

In quel momento mi ricordava vagamente un cerbiatto, con quei suoi occhi grandi e pieni di sensi di colpa ‹‹ piuttosto, dove vai così elegante? ››

‹‹ Oh... beh... Jumin mi ha proposto di andare a badare ad Elizabeth the 3rd direttamente a casa sua.

Si è accordato con Seven, e a quanto pare lui è d'accordo. Ha detto che dovrò semplicemente uscire dalla casa e andare qualche via più avanti, seguendo le indicazioni che mi manderà lui.

E poi, mi ha detto di farmi carina, e quindi... cioè, non ha detto proprio così, però preferisco rendermi un minimo presentabile. Capisci? ››

accennai un sorriso. Haruka era un tantino imbranata con questo genere di cose, ma capivo il suo tentativo.

Non potevamo di certo sperare in chissà quale abito elegante, considerando che le nostre cose si trovavano tutte altrove e lì avevamo a disposizione solo... beh.... pochi vestiti, per così dire.

Ma era effettivamente vestita bene, c'era da riconoscerlo.

‹‹ Sì, capisco ›› risposi, alzandomi per avvicinarmi di più a lei e sistemarle qualche dettaglio, dopo aver poggiato il telefono sul bracciolo del divano ‹‹ sono certa che Jumin apprezzerà tutto questo ››

‹‹ Lo pensi sul serio? ››

‹‹ M-mh ››

‹‹ Mh... Anju? ››

‹‹ Sì? ››

‹‹ Lo schermo del tuo telefono si illumina con una certa insistenza... non è che magari stanno cercando di dirti qualcosa di importante? ›› oh, sì, è vero: V.

‹‹ Scusa un secondo... ›› mormorai, afferrando rapidamente il telefono.

C'erano circa venti messaggi di V, e in tutta onestà, sembrava veramente piuttosto allarmato. Guardai la mia amica, che nel frattempo aveva corrugato la fronte.

Persino lei, anche senza leggere il contenuto di quei messaggi, aveva intuito che qualcosa non andava.

Li aprii e cominciai a scorrerli.

Bene o male, in sintesi, tutti quei messaggi lasciavano intendere che stava per succedere qualcosa, ma dovevo stare calma, e di contattarlo in caso di “problemi”. Ora, l'ansia stava venendo a me.

 

Anju

Non capisco... che succede?

 

‹‹ Va tutto bene...? ›› domandò la mia amica, mordendosi il labbro inferiore ‹‹ se.. se vuoi dico a Jumin che – ››

‹‹ No, no, tranquilla, è tutto okay! ›› mi affrettai a dire. No, sicuramente non era tutto okay, ma di certo non volevo che rinunciasse ad un impegno perché... beh... per qualcosa.

Storse il labbro in maniera poco convinta, poi tirò fuori il proprio telefono per controllare l'ora.

Nessuno le aveva mandato qualche messaggio? V aveva cercato solo me?

Probabilmente sì.

Appena vibrò il mio telefono, abbassai lo sguardo, intravvedendo l'anteprima.

 

V

Sì... diciamo di sì. Ma ti prego, se succede

qualcosa, avvertimi immediatamente. E non

uscire di casa da sola.. anzi, se puoi, non

uscire proprio.

Piuttosto, potresti dirmi che taglia veste Haruka?

 

Non vidi la connessione tra quelle affermazioni, ma trovai abbastanza semplice quell'indicazione sul non uscire di casa. Con chi uscivo? E perché mai avrei dovuto farlo?

Quello che più mi stupiva, era il fatto che non avesse detto “non uscite”, ma “non uscire”.

Haruka poteva? Oppure, forse, anche V sapeva del fatto che Haruka dovesse andare a casa di Jumin, e di conseguenza considerava quello un “appuntamento” sicuro.

Comunque, risposi alle sue domande, e lasciai cadere il discorso con lui... anche se, comunque, non sembrava tanto propenso a lasciarmi da sola.

Ed era strano da parte sua, perché... insomma... V non era così tanto presente.

 

Passai, poi, il tempo a cercare di far calmare Haruka, in preda all'ansia per il suo incontro con Jumin.

Anche se, in verità, doveva incontrare Elizabeth, ma... beh, d'altronde avrebbe visto anche lui, no?

Avevo forti dubbi riguardo al fatto che l'uomo l'avrebbe lasciata totalmente sola con la sua amata Elizabeth the 3rd.

Il suo stato d'ansia rimase fino al momento in cui dovette uscire di casa. In quel momento, infatti, sembrò congelarsi totalmente, e subentrò una calma particolare. La calma apparente, insomma.

Ma sembrò averla contagiata a me.

Fortuna volle che la chat si popolò all'improvviso. Tutti online, praticamente, una quasi rarità, e nonostante risultasse online anche Luciel, lui non disse una sola parola.

Mandò un meme totalmente a caso, ma sparì di nuovo.

Si comportava in modo davvero terribilmente strano, ma... beh, era Luciel, ed avevo capito l'antifona di quel giorno. Fuori dalla chat, chiacchierai con quel raggio di sole di Yoosung, ed un paio di ore le passai in quel modo. Anche se, a dire il vero, sentivo anche V. Sì, a distanza di ore, continuava a scrivermi.

Non che mi dispiacesse, ma... continuava a sembrarmi strano. Man mano che il tempo passava, lo sentivo particolarmente agitato. Mi scusava per non potermi chiamare, ma quasi mi pregava di non smettere di risponderlo.

Non era entrato nella chat di gruppo, ma lo sentivo solo tramite messaggio privato.

 

V

Ho visto che ci sono gli altri online...

presumo che ci sia anche tu, in quella chat.

 

Anju

Sì... come mai tu non ci sei?

 

V

A dire il vero... dove mi trovo io c'è veramente

poca linea... Ma, comunque, ti prego di non

dire che stai parlando con me...

 

Anju

V, mi stai mettendo paura... che succede? Sei

in pericolo? Sta succedendo qualcosa di grave?

 

V

No... nessuno è in pericolo...

 

Anju

Sei sicuro?

 

V

Certo. Sono solo preoccupato per te..

 

Furono i messaggi che più mi misero ansia.

Sola o no, ero certa che V stesse nascondendo qualcosa di grave. Insomma... perché essere preoccupato per me, se non stava succedendo niente di grave? Provai a chiederglielo più volte, ma sembrava totalmente evitare il discorso.

Solo dopo un bel po' di tempo si degnò di darmi una risposta quasi soddisfacente. Quasi, perché sembrava – e ne ero quasi certa – averci pensato a lungo e attentamente.

 

V

Perché sta notte sei sola...

 

Era troppo poco per essere credibile. Capii, comunque, che forse era per quello che era successo ormai quattro giorni fa. L'entrata dell'hacker. Ma il sistema di sicurezza era stato potenziato, e mi fidavo di Luciel. Strinsi la mano contro la superficie della scrivania.

Dovevo fidarmi anche di V... giusto? Potevo farlo, no?

Scossi rapidamente la testa, dandomi dell'idiota per essermi posta una domanda simile, e riportai la mia attenzione sui messaggi del mio raggio di sole personale.

 

Yoosung

Waaaaaaaaaaaaa quindi lo fai davvero?

 

Anju

Sì. Tanto non ho niente da fare. E, comunque,

sei riuscito ad incuriosirmi a furia di parlarne.

Ora chiedo a V se posso utilizzare il computer.

A meno che non esista un app abbastanza leggera

da poter installare...

 

Yoosung

No, non esiste nessuna applicazione di LOLOL

purtroppo (T^T)

Un po' di tempo fa ho mandato una mail per chiedere

se era possibile averne una, ma non mi hanno mai

risposto!

Sarebbe fantastico, comunque, se la creassero! Potrei

giocare a LOLOL ovunque ed in qualsiasi momento!

 

Anju

Magari non la vogliono creare perché sarebbe un'app

terribilmente pensate ed in pochi la scaricherebbero

proprio per quel motivo... ^^”

 

Yoosung

Beh... nah, non credo! O forse sì... non lo so.

Ma dovrebbero farci un pensierino o due!

Guadagnerebbero un sacco di soldi!

 

Annuii, come se Yoosung potesse vedermi farlo e guardai il computer davanti a me.

A dire il vero, avevo già acceso il computer anche senza il permesso di V – o meglio, glielo chiedi dopo averlo fatto, ma proprio in quel momento l'uomo sembrava aver deciso di smettere di rispondere – ed ora avevo quasi finito di scaricare LOLOL.

Quel computer non aveva una password, per cui era stato abbastanza semplice accedere al profilo utente. Oltretutto, doveva essere stato ripristinato, perché era totalmente vuoto.

Appena finì di scaricare il gioco, lo avviai, accolta da quella schermata così colorata e piena di personaggi in 3D che, anche senza aver avuto ulteriori spiegazioni, intuii immediatamente che quelli altri non erano che gli eroi giocabili all'intero del gioco.

 

Anju

Download finito.

Sono nella schermata principale... che devo

fare?

 

Yoosung

Coooosa? Cacchio, non sapevo che

il wi-fi di Rika fosse così veloce!

E poi... aspetta, non avevi detto che

dovevi chiedere a V se potevi usare il

PC o meno?

 

Anju

Beh... sì, gliel'ho chiesto, ma non ha

risposto. Poi mi sono ricordata che lui

stesso mi aveva detto di sentirmi come

se fossi a casa mia, e poi comunque questo

PC deve aver subito un reset. Era privo

di password e simili, quindi... ^^”

 

Yoosung

Oh, beh, allora.

Comunque...

 

E cominciò a spiegarmi passaggio per passaggio come fare per iscrivermi. Mi spiegò le funzioni del gioco, come creare un avatar – dandomi anche qualche indicazione in più per renderlo il più forte possibile, per quanto comunque novellina –, come aggiungere gli amici e così via.

Poi mi chiamò, così da potermi spiegare meglio e più velocemente tutte le cose, passaggio per passaggio, il modo più dettagliato possibile. Conosceva palesemente a memoria l'intera schermata di LOLOL, e quindi riusciva a darmi indicazioni più che precise.

Era così felice che riuscii a trasmettermi tranquillità anche a me.

Ad ogni passaggio che terminavo, non faceva altro che ripetere quanto non vedesse l'ora di giocare insieme a me, ed era certo che sarei diventata bravissima.

Io un po' meno, perché... sì, insomma, ho la sindrome della sfiduciata cronica.

‹‹ Fatto! ›› dissi, dopo aver completato ufficialmente il mio avatar ‹‹ ed ora, che si fa? ››

‹‹ Benissimo! Ricordi quel quadrato viola in alto a sinistra, esattamente sotto l'immagine del gioco, vicino alle mappe sotto la scritta “team di gioco”? ››

‹‹ Uhm... quella nella schermata iniziale o nel mio profilo? ››

‹‹ Quella nella schermata iniziale! ››

‹‹ Aspetta... ›› premetti il tasto “home”, così da tornare nella schermata iniziale, e spostai la freccia del mouse dove aveva detto lui, senza premere ‹‹ ci sono ››

‹‹ Okay, dovrebbe esserci scritto “unisciti alla partita”! Per ora hai solo me tra gli amici, ma appena ti unirai alla partita, vedrai, il mio team ti aggiungerà e sarai ufficialmente una di noi! ››

‹‹ Ehm... ma, Yoosung, non credo di essere già all'altezza di stare in un team... insomma... non ho mai giocato... ››

‹‹ Beh, non importa! Ti guiderò io! Vedrai, imparerai subito! ›› Beh... beato lui che aveva così tanta fiducia in me.

‹‹ Okay... dai, chiudo la chiamata, ci sentiamo via messaggio... okay? O non riesci a messeggiare mentre giochi? ››

‹‹ tenere sott'occhio il telefono è abbastanza complicato, ma... possiamo utilizzare la chat di LOLOL! ››

‹‹ Okay, vada per la chat di LOLOL ›› anche se avrei preferito utilizzare il telefono, ma mi accontentavo anche di quello.

‹‹ Okay, perfetto, fico! Ci sentiamo lì! ››

‹‹ Ci sentiamo lì! ›› risposi, sorridendo come una bambina nel sentirlo così felice per una cosa come quella.

Chiusi la chiamata, spalancando gli occhi alla vista della notifica di due chiamate perse da parte di Haruka, più circa sedici messaggi, sempre da parte sua. Neanche il tempo di richiamarla, che subito lo fece lei, come se avesse captato che ora il mio telefono era libero. Non mi lasciò nemmeno il tempo di rispondere.

‹‹ Ehi, finalmente, ma con chi diavolo stavi parlando? Con Luciel, forse, eeeeeh? ››

Fu quasi un pugno in faccia. Non che non mi piacesse parlare con Yoosung, ma in un certo senso, Luciel mi mancava e sì... avrei tanto voluto parlare anche con lui.

‹‹ … No, con Yoosung. Che succede? ››

‹‹ Hai visto la foto che ti ho mandato?! ›› la voce di Haruka quasi mi bucò il timpano.

‹‹ No, scusami... ero presa dal fare quello che stavo facendo, e quindi non ho prestato attenzione dal telefono ››

‹‹ … Oh, santo cielo, cosa diavolo stavi facendo al telefono con Yoosung? Sesso telefonico?! ››

‹‹ EH?! ›› dovevo aver assunto un colore simile a quello del passato di pomodoro ‹‹ Ma come diavolo ti vengono in mente certe cose?! ››

‹‹ Ehi, è colpa tua! ››

‹‹ Mi stavo iscrivendo a LOLOL! Dannazione... che diavolo di mente perversa che hai! ›› sbuffai, piuttosto imbarazzata.

‹‹ Okay, okay, scusa! Comunque, facciamo che ti dico direttamente quello che è successo, però poi giurami che andrai a controllare la foto che ti ho mandato! ››

‹‹ Va bene, promesso, vai! ›› premetti il tasto per il viva-voce e, mentre la mia amica si schiariva la voce, decisi di accendere il televisore per colmare il vuoto che sarebbe piombato da lì a breve, quando lei avrebbe chiuso la chiamata.

‹‹ Sono arrivata a casa di Jumin e... indovina? Sul tavolo in salotto ha lasciato in bella vista una busta con un biglietto rosso. Era un regalo per me! L'ho aperto e c'era dentro un vestito stupendo, dall'aria costosissima, oltretutto! Solo a guardarlo ho sentito il mio borsellino piangere di vergogna per essere così “povero”. La cosa buffa è che è della mia taglia! L'ho provato e mi sta a pennello!

Ho fatto bene a farmi carina, visto? E poi, comunque, nel bigliettino c'era scritto che vuole che lo indossi sta sera, perché vuole cenare assieme a me per ringraziarmi per ciò che sto facendo per lui! Oh, ti prego, se è un sogno non svegliarmi! ››

Corrugai la fronte. Una cena con Jumin? Per ringraziarla di quello che sta facendo? Quindi, era questo ciò che aveva in mente? Ed ecco, oltretutto, il motivo della domanda di V.

Ed ecco, anche, perché lui era così tranquillo per lei. A casa di Jumin, tutta la sera con lui... lei, insomma, non era sola. Ma io sì.

‹‹ È quella la foto che mi hai mandato? ›› risposi, portandomi una mano verso le labbra e cominciando a mordicchiare l'unghia del pollice, mentre mi affrettavo a raggiungere Yoosung nella chat di LOLOL ‹‹ allora corro a controllare! ››

‹‹ Sbrigati, voglio sentire la tua opinione! Mi piace da morire! ››

‹‹ Jumin o il vestito? ›› non rispose, ma emise un verso simile ad uno sbuffo. Riuscivo ad immaginare la sua faccia imbarazzata per quella domanda, quindi lasciai perdere e mi limitai ad andare a guardare i messaggio.

Altri messaggi.

Cinque di V, uno di Haruka e... due di Luciel.

Luciel? Che diavolo stava succedendo?

‹‹ Hai visto? ›› chiese la mia amica, impaziente.

‹‹ Uhm... ›› mi affrettai ad aprire il suo messaggi, giusto per vedere velocemente la foto e complimentarmi alla stessa velocità, poi, però, corsi a vedere gli altri messaggi, a partire da quelli di V.

Sembrava essere ancora più allarmato di quanto già non fosse. Insomma, che diavolo gli stava prendendo, tutto ad un tratto?

La mano mi tremava come se fossi una foglia, e sentii del freddo subentrarmi nelle ossa, come se qualcuno avesse lasciato scivolare un cubetto di ghiaccio lungo la mia schiena.

‹‹ Anju? ›› mi richiamò la mia amica, probabilmente per il mio silenzio parecchio prolungato.

Cos'era quella strana sensazione che sentivo pungermi fin dentro le ossa?

Ero abituata a quella casa, ormai, ed ero abituata a subirne il clima particolare. Aprire la finestra per far cambiare l'aria di certo non avrebbe aiutato a scacciare quella brutta sensazione, eppure, il mio sguardo si puntò esattamente in quella direzione.

La TV accesa, per ammazzare quel silenzio freddo, non faceva chissà quale effetto, e nemmeno la voce della mia amica.

Non avevo ancora aperto i messaggi di Luciel, ma già dal fatto che V sembrava essere così allarmato alla sola idea che potessi uscire di casa, riuscii ad intuire che anche lui non era poi così tranquillo. Sentii come la sensazione di non avere più tempo e che star seduta su quella sedia, senza fare niente, fosse un ulteriore perdita di quel poco tempo che mi era rimasto.

Forse era solo suggestione.

‹‹ Anju, senti, capisco che sei arrabbiata per il mio comportamento di prima, ma – ››

‹‹ No, no, scusami! Non sono arrabbiata, tranquilla... solo che V si sta comportando in maniera molto strana ››

‹‹ Strana?! In che senso? ››

‹‹ Eh... già, oggi V sembra essere particolarmente attivo ›› brontolai, ed allo stesso tempo, mi chiedevo se era un bene metterla al corrente dei messaggi allarmanti da parte dell'uomo... ma, sì, dovevo farlo. Non volevo altri segreti con lei ‹‹ è preoccupato perché sono sola a casa, e mi sta pregando di non uscire. Non so perché... ››

‹‹ Uhm... sei sicura che non vuoi che torni lì? ››

‹‹ Non ti azzardare! È la tua serata! Non preoccuparti, io sto bene! ›› stavo bene, mi stavo semplicemente lasciando condizionare dai messaggi allarmanti.

‹‹ Okay... senti... devo chiudere la chiamata. Non so tra quanto tornerà Jumin, ma presumo che non manchi molto. Non voglio farmi trovare al telefono, sarebbe poco “professionale” ››

‹‹ Sì, certo, tranquilla, lo capisco ›› ed io, invece, dovevo ancora rispondere a Yoosung e unirmi alla partita.

Chiusi la chiamata e feci un respiro profondo, dicendo a Yoosung di continuare a giocare senza di me, perché lo avrei raggiunto più tardi. Dovevo darmi una calmata e prendere un altro respiro profondo. Molto profondo. Sentii il mio cuore battere ad una velocità pazzesca, come se stesse per sfondarmi la cassa toracica.

No... non dovevo farmi prendere dal panico.

Presi il coraggio tra le mani ed inspirai, aprendo i messaggi di Luciel. Mentre parlavo con la mia amica, ne erano arrivati altri due.

 

707

Anju! Ascolta, non muoverti dall'

appartamento. Per nessun motivo, chiaro?!

Dio, sono stato uno stupido! Stupido!

Sto arrivando! Non aprire a nessuno, ti chiamo

appena sono fuori dall'appartamento.

Apri SOLO in quel caso.

 

707

Ti prego, non muoverti da lì. Chiudi a chiave

la porta d'ingresso! Okay? Stai al sicuro, sono

in strada.

 

707

Ti scongiuro, rispondimi! Sto arrivando,

sto letteralmente bruciando i limiti di velocità.

 

707

Manca pochissimo e sono da te... ti prego, stai

tranquilla, sarò lì tra poco. Ti proteggerò.

 

Anju

Che diavolo sta succedendo? Da cosa mi

devi proteggere?! Che diavolo avete tu e V

oggi? E perché diavolo stai bruciando i

limiti di velocità?! Luciel!

 

707

Non c'è tempo di spiegare. Fa quello che ti

ho detto!

 

Bene, prima V, poi Luciel... ora sì che avevo ansia.

Balzai giù dalla sedia – rischiando di storcere la caviglia – e mi affrettai a correre verso la porta. Chiusi a chiave, misi il passante, così che fosse ben bloccata, facendo anche la prova di aprirla, e quasi sospirai di sollievo nel vedere che questa non si era mossa di un solo centimetro.

Per sicurezza, corsi anche verso le finestre e chiusi anche quelle.

C'era da dire anche una cosa: quello era anche l'ultimo piano.

Anche volendo, chi diavolo potrebbe entrare da lì? Spider man? Mi sentii quasi stupida ad aver bloccato anche quelle.

Anche se forse non era stata una mossa poi così tanto stupida, visto che mi aveva dato più tranquillità. Tirare un sospiro di sollievo.

‹‹ Sistema di sicurezza disattivato ›› fu ciò che sentii, la solita voce robotica, e, poco dopo, un tonfo fortissimo provenire da dietro di me.

Sembrava un esplosione, tanto che era forte, e fu seguito poi dal rumore di cocci di vetro che cadevano sul pavimento. Mi girai di scatto, col cuore praticamente in gola e gli occhi sgranati.

Non potevo crederci: qualcuno aveva sfondato la finestra.

Una figura che avrei riconosciuto tra mille, tanto che mi era rimasto impresso. Ero certa che fosse lui: l'hacker. Non c'era nemmeno bisogno che si girasse.

Lui, incappucciato e chino sul ginocchio, con una mano poggiata sul pavimento, si sollevò lentamente, pulendosi i pantaloni e la felpa che aveva indosso con non noncuranza. Come se sfondare il vetro di un appartamento all'ultimo piano fosse una cosa di tutti i giorni. Apparentemente non si era fatto nemmeno un graffio. Diedi uno sguardo rapido verso la finestra sfondata, dalla quale s'intravvedeva una fune che penzolava. Il mezzo utilizzato... si era calato evidentemente dal tetto. Ma, alla fine, chi se ne frega di come diavolo era entrato?!

L'uomo sospirò, abbassò il cappuccio e si girò. Non riuscii a vederlo completamente in faccia, ma quel poco che riuscii ad intravvedere mi lasciò quasi incantata e disorientata.

Occhi verde smeraldo, capelli bianchi con le punte rosa pesca, la pelle pallida e le occhiaie pronunciate, tipiche di chi dorme veramente poco. Anche Luciel aveva le occhiaie, ma non a quel punto.

Non ricordavo bene la sua faccia, ma ero certa di averlo già visto in quel modo, prima di averlo rivisto nell'ombra di quella notte.

Si girò totalmente verso di me, e fece qualche passo nella mia direzione. Nonostante la maschera gli coprisse metà volto ed il collo, fui certa che stesse sogghignando.

‹‹ Ciao ›› la sua voce... questa volta, non aveva quella voce robotica... ma, comunque, mi dava semplicemente i brividi ‹‹ Dio, non avrei dovuto fare così tanto casino... eh, va beh... mh? ›› inclinò la testa, vedendo che, passo dopo passo, indietreggiavo lontano da lui ‹‹ Ehi, miss, sta ferma. Potresti farti male ai piedi se cammini sui cocci di vetro, sai? Sono sparsi un po' ovunque. Sai chi sono? ›› annuì, decidendo di fermarmi.

Però... quella voce mi ricordava qualcuno.

In ogni caso, non volevo farlo arrabbiare.

‹‹ Sei l'hacker, non è vero? ›› mormorai, portandomi una mano al petto e stringendola.

‹‹ Che ragazza intelligente ›› e rise. Quella risata così finta mi mise ancora di più brividi ‹‹ sai, quindi, che hai parlato con me. Sono piuttosto certo che non ricordi bene il nostro primo incontro, ma... non importa, questo ›› ed inclinò di nuovo la testa. Quei suoi capelli bianchi, con le punte di un rosa pesca, sotto la luce del lampadario, lo facevano sembrare un angelo caduto. Quindi... il mio tempo stava davvero finendo?

‹‹ Non essere così spaventata, mia piccola... Anju, giusto? ›› inspirò, poi, mi porse una mano ‹‹ non ti farò del male... se deciderai di seguirmi con calma. Vieni con me. Ti assicuro che sono una persona decisamente migliore di quell'altro. ››

‹‹ Q-quell'altro? ›› mormorai, corrugando la fronte ‹‹ quell'altro chi? ››

‹‹ Quel “Luciel”. Sia lui che V... ti hanno sempre e solo mentito. La RFA.. questo posto, è intriso di bugie. Non l'hai mai notato, Anju? Loro ti hanno solo usata. Vieni via con me. Ti porterò nel nostro paradiso. Al Magenta... dove tutti siamo felici ed in pace. Lì, troverai la pace. Ti porterò con me. ››

Luciel, mentirmi? E V? Mi morsi il labbro inferiore, corrugando la fronte.

Perché dovrebbero? A che scopo? Il ragazzo, di fronte a me, rise ancora.

‹‹ Hai una faccia così pensierosa. Cosa non ti convince? Forse, quei due, ti hanno raggirata così bene da farti cadere totalmente nella loro schifosa trappola? Vediamo se riesco a convincerti svelandoti un piccolo segreto... ›› mi sentii terribilmente, schifosamente debole. Vittima degli eventi. Ero troppo sconcertata per muovere anche solo un muscolo, mentre il ragazzo, con pochi passi, fu esattamente accanto a me. Si chinò il tanto giusto da raggiungere la mia stessa altezza ed avvicinò il volto al mio orecchio, parlando a voce bassa ‹‹ vuoi sapere qual è il sistema di sicurezza che il tuo caro “Luciel” ha installato in questo appartamento? Una bellissima e potentissima bomba. Se verrai con me... ti spiegherò ogni cosa. Ti mostrerò il vero paradiso... ›› fremevo. Che diavolo mi stava succedendo? La sua voce, improvvisamente bassa, e nonostante la maschera, riuscii a sentirla chiaramente ‹‹ e finalmente potrai essere felice anche tu. Senza preoccupazioni, senza limiti... ›› ero forse arrossita?

Una delle sue mani prese una ciocca dei miei capelli, e cominciò a girarsela tra le dita.

‹‹ Ne sei sicuro? ›› mi stavo facendo abbindolare come un'idiota. Ne ero totalmente cosciente.

‹‹ Ma certo. Tutta la sofferenza, tutta quella sensazione di abbandono... tutto sparirà, se solo verrai con me. Io so che tu sei come me. Lo vedo nei tuoi occhi. ›› e si allontanò, ma non troppo. Mi tese di nuovo la mano, assumendo un espressione quasi compiaciuta nel vedere quanto disorientamento era riuscito a crearmi. Ed ero di nuovo totalmente certa che dietro quella maschera stesse sogghignando ‹‹ che carina. Quindi... prendi la mia mano, e vieni con me nel nostro paradiso ››

  
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