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Autore: Celiane    04/07/2020    0 recensioni
L' omicidio sul campo di una giovane promessa del tennis è il primo caso con cui si dovrà misurare lo stravagante vice-commissario Rigo, appena tornata da un periodo di ferie imposto a causa di ciò a cui si era spinta nella precedente indagine.
Genere: Mistero, Sportivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Non abbiamo nulla da dichiarare al momento. Gli inquirenti sono al lavoro in modo da assicurare il responsabile alla giustizia-
- Quindi confermate che non si è trattato di un incidente! La competizione verrà annullata? - Il pubblico ministero Nobile era quasi accecato dai flash delle macchine fotografiche dei reporter appostati davanti la procura.

 La folla era talmente densa da rendere difficoltoso il suo passaggio dall’ingresso principale.
Odiava i giornalisti, odiava il loro morboso attaccamento ai dettagli più macabri di ogni caso, come erano in grado di sezionare freddamente la vita di vittime e sospettati, crocifiggere il meno fotogenico salvo poi santificarlo come povero agnello sacrificale preso di mira da inquirenti incompetenti.
Era il secondo giorno di indagini eppure si sentiva già soffocato da quel caso, oltre alla pressione dei media, riceveva sempre più spinte dall’alto per chiudere al più presto e non danneggiare, più di quanto già fatto, una manifestazione che portava soldi a tutti nella Capitale.
Stava cercando di evitare di scontrarsi contro uno dei microfoni puntati a due centimetri dalla sua faccia, quando l’urlo di dolore di un cameramen attirò la sua attenzione

Quella stronza mi ha tirato una gomitata nelle costole- ringhiò mentre una figura minuta si faceva spazio tra la ressa.
Riccardo si sentì tirare per una manica dell’elegante blazer blu che era solito indossare quando sapeva che la sua immagine rubata sarebbe potuta comparire in qualche talk del pomeriggio.
Seguì docilmente il vice commissario Rigo oltre il pesante portone della procura. Una volta che le massicce ante di legno si chiusero alle loro spalle, i due vennero accolti da un piacevole silenzio, rotto solo dal rumore di passi di lavoratori affaccendati.
- Ti sembra il modo di rapportarti con la stampa? Ci manca solo che inizino a dire che picchiamo i giornalisti, visto che l’argomento va di moda in questo periodo- Celeste guardò freddamente il procuratore, come se la strigliata non fosse più che un fastidioso ronzio, come quello di una noiosa zanzara in procinto di esse schiacciata
-Per ora l’unico rischio è che si domandino se i p.m. non guadagnino abbastanza da comprarsi una giacca diversa- commentò mentre faceva il gesto di spazzolare via della polvere dal bavero dell’ormai celebre completo. 
-Dopo pranzo Sfera andrà a conferire con Rossi, l’allenatore di Raia. Stando a quanto ci ha detto il padre, tra i due i rapporti si erano incrinati da qualche tempo. Abbiamo raccolto alcune informazioni, pare che l’allenatore nell’ultimo periodo fosse più dedito alla bottiglia che alla racchetta. Parteciperai al colloquio? - le chiese guardandola negli occhi.
L’aria intorno a loro aveva assunto la nota del profumo agrumato che Rigo era solita indossare, lo stesso aroma di cui si erano impregnate le sue lenzuola quell’ultima ed unica notte in cui si erano incontrati.  
-Se il vecchio mi farà l’onore di lasciarmi almeno assistere… Ero passata per chiederti l’autorizzazione per fare qualche domanda alla Odagen, la fidanzata della vittima. Ho fatto qualche ricerca e pare che anche tra di loro le cose non andassero benissimo. La stampa scandalistica mormorava di una loro recente rottura.... a quanto pare il Raia non era poi così concentrato sul tennis come credeva il padre. Anzi, sembra che si divertisse molto fuori dal campo, solo non con la compagna- Nobile rimase stupido da una simile richiesta, Celeste non era solita agire secondo il manuale. 
-Potrebbe essere utile- Il procuratore si soffermò sui solchi scuri che si intravedevano sotto il trucco, doveva avere avuto una notte insonne, probabilmente passata a cercare possibili fonti di prova utili per il caso.  
Non aveva mai conosciuto una ragazza più dedita al lavoro di Celeste, a volte sospettava che ci fosse solo questo nella sua vita, o forse infondo al cuore lo sperava.  
-E posso andare sola o vuoi farmi anche tu da balia? Volevo essere certa di non farti almeno questa volta cosa sgradita, non vorrei beccarmi un’altra richiesta di sospensione dottore- touché.
Lo sapeva.
Sapeva che dopo quello che era successo nell’ultimo caso era stato lui a chiedere la sua sospensione.  
Riccardo cercò di sfuggire a quegli occhi che sembravano in grado di guardargli dentro, di scorgere nel profondo della sua anima che in fondo, dietro quel provvedimento, non c’era solo la sua irrituale condotta, che tante volte aveva perdonato, ma anche quell’affronto personale il cui bruciante marchio ancora non riusciva a lavarsi di dosso.
-Cosa vuoi che ti dica Celeste, davvero pensavi che quello che hai fatto sarebbe rimasto senza conseguenze? Se non fosse stato per Sfera e per i fili che ha tirato, ti avrei mandato a dirigere il traffico sulla Cristoforo Colombo- per un attimo si sorprese dell’amarezza che traspariva dal suo stesso tono di voce: la ferita era ancora aperta e pulsante. 
-Balle Riccardo. Sappiamo entrambi che quello che davvero ti da fastidio è ben altro…-  Nobile la tirò dentro il suo ufficio prima di avere modo di concludere la frase.
La situazione era già abbastanza penosa senza che tutta la procura fosse messa a conoscenza dei dettagli.
- Celeste, hai vandalizzato la macchina della Gandolfi piantando la prova che il colpevole fosse il marito – sibilò riferendosi all’ultimo caso a cui la donna aveva lavorato.
- Quell’uomo era un maiale, la moglie aveva ritirato tutte le denunce presentate nel corso degli anni e quando, finalmente, si decide a non nascondere il naso fracassato dietro una finta caduta dalle scale il giudice non da il divieto di avvicinamento, perché?! Perché il Gandolfi ha abbastanza soldi da finanziare la campagna elettorale dei suoi compagni di merende?! - Celeste era rabbiosa, il suo tono non tradiva la minima traccia di pentimento per il disastro che aveva combinato e di cui, fortunatamente solo lui e Sfera erano a conoscenza.
-Non sei al di sopra della legge Celeste, tu servi la legge. Non puoi comportarti come se fossi nel Far West. Gandolfi era un violento, d’accordissimo, doveva pagare per quello che aveva fatto passare a moglie e figli per tutti quegli anni? Si! Ma la giustizia ha i suoi tempi, saremmo arrivati ad incastrarlo, IO ci sarei arrivato! -
- E nel frattempo magari la moglie ci lasciava le penne! – La sua assoluta mancanza di fiducia nei suoi confronti, la totale assenza di scrupoli nel perseguire quello che lei, e spesso solo lei, riteneva giusto, rinforzavano quel muro invisibile che c’era tra la Rigo e qualsiasi altro essere dotato di coscienza.
I primi tempi della loro collaborazione Nobile si era sforzato di pensare che dietro quella scorza dura e insensibile si nascondesse un'impaurita giovane in attesa di aiuto, che si sforzava disperatamente di dimostrarsi più grande e più forte di quello che era, eppure non l'aveva mai vista crollare, nemmeno difronte alle scene più macabre, nemmeno difronte ai pianti di disperati parenti di vittime.
Forse, inconsciamente, si illudeva che, se si fosse dimostrata sensibile, anche poco, allora sarebbe stata anche capace di amare e di amarlo.
Eppure, in circostanze come questa, si rendeva conto che, per qualche motivo a lui sconosciuto, ben poca umanità abitava in quel corpo da bambola, e non poteva fare a meno di domandarsi se, da parte sua, lasciarla in quella posizione di potere non fosse un terribile errore di cui prima o poi avrebbe pagato le salate conseguenze.
- E c’era davvero bisogno di venire a letto con me quella notte? Non c’era altro modo per assicurarti che non ti avremmo collegata all’incidente? Non potevi limitarti semplicemente a parlarmi? Dovevi davvero arrivare a tanto per assicurarti il mio silenzio? - finalmente la verità era uscita dalla sua bocca.
La risposta di Celeste venne anticipata dal trillo del telefono. Riccardo esitò prima di prendere la cornetta, quasi stesse dando alla donna un’ultima chance per dire qualcosa.
Gli sarebbero bastate anche solo poche parole a cui appigliarsi, ma il tempo di alzare lo sguardo, dopo aver sollevato la cornetta, che il vice commissario aveva già lasciato la stanza.
 
   
 
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