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Autore: inu_ka    05/07/2020    4 recensioni
[Kakuriyo no yadomeshi]
[Kakuriyo no yadomeshi]Il dio Inari scompare misteriosamente. La sua scomparsa avviene nell'imminente evento del festival, i suoi templi principali rimangono scoperti, l'affluenza di fedeli e visitatori è particolarmente consistente e le kitsune del dio non sono all'altezza della situazione. In sostituzione del dio, vengono convocate tre potenti kitsune che verranno inviate nei tre templi principali del dio Inari, inoltre si verrà a conoscenza dell'esistenza di un altro Reame, il "Reame Nascosto", a loro del tutto sconosciuto. Le tre kitsune saranno all'altezza del compito? Riusciranno a trovare il dio Inari? E cosa sarà questo misterioso Reame Nascosto?
Genere: Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Era passata una settimana dallo scontro, e tutto era tornato alla normalità; non c’era più alcuna traccia dello scontro.
Dopo essersi ripresi pienamente, era il momento di festeggiare, ovviamente era stato scelto il Moonflower.
 
-Ragazzi, che bello rivedervi tutti. - Li accolse Aoi.
Tutti salutarono l’amica, mentre Ginji era già ai fornelli.
- Come ve la state passando? - Chiese Ranmaru, mentre si gustava una succulenta bistecca.
- Non male, considerando tutto quello che è successo. - Rispose Tomoe. - Ho recuperato anche il fratello problematico. - Disse indicando il suo gemello.
Tomoe, dopo lo scontro, aveva intercesso con il suo Superiore, affinché, gli sbagli del gemello fossero perdonati. Considerata la parte che aveva avuto nello scontro, la divinità aveva approvato, a patto che, Tomoe si prendesse tutte le responsabilità di quello che avrebbe combinato Akatsuki in futuro.
- Che bello sono felice per voi. - Si congratulò Nanami.
- Voi, invece? - Chiese Aoi, rivolgendosi ai guardiani.
- Oberati di lavoro... A causa di quello che è successo, siamo rimasti indietro con le prenotazioni e, ovviamente, si sono aggiunte a quelle successive. - Sospirò Odannā.
- Adesso, siamo scappati dalle nostre locande e abbiamo affidato tutto ai nostri receptionist. In fondo, il salario va guadagnato. - Disse Ranmaru, ghignando per la cattiveria detta.
- Io mi sono rassegnata a tenere questo fedele cagnolino al mio fianco.  - Proferì Ririchiyo sorridendo. Chiaramente si riferiva a Miketsukami.
- La ringrazio infinitamente. - Ringraziò il Kyūbi, baciandole la mano.
Ririchiyo sospirò, mentre gli altri ridevano della scena.
- Ragazzi, sono felice che le vostre vite siano finalmente tranquille. - Disse Ginji, lasciandosi sfuggire qualche lacrima per l’emozione.
 
Tutti mangiarono a sazietà, e tra le urla per le pietanze rubate nei piatti altrui, le risate e i racconti, la serata era giunta al termine; tutti dovevano ritornare ai loro compiti.
 
Ginji, Miketsukami e Tomoe, si erano radunati al Fushimi Inari Taisha per discutere della convocazione che avevano avuto dal Dio Supremo.
- Ragazzi, secondo voi questa convocazione è per dirci che i nostri compiti qui sono terminati, e che dobbiamo tornare nel nostro regno? - Domandò spaventato Ginji.
- Il motivo per cui eravamo venuti qui, è stato concluso. Sebbene, il ritrovamento del dio Inari, sia stato sconvolgente. - Affermò Tomoe.
- Vi confesso che io mi sono ambientato piuttosto bene. Non voglio tornare nel mondo degli spiriti. - Confessò Miketsukami.
- Per saperlo, non ci resta che dirigerci nel nostro regno. - Disse Ginji. - Tomoe, mi raccomando non comportarti come al tuo solito, ci farai perdere le poche speranze che abbiamo di convincere il Dio Supremo per farci restare qui. - Si raccomandò, sotto lo sguardo truce del compagno.
 
Le tre kitsune si erano dirette nel loro regno, ed erano andate immediatamente nella sala del consiglio.
Il Dio Supremo era arrivato prima di quanto si aspettassero.
- Salve ragazzi. - Salutò il Dio Supremo.
Le tre kitsune si inchinarono in segno di rispetto.
- Innanzitutto, complimenti per l’ottimo lavoro svolto. Non avrei mai immaginato che il Dio Inari fosse, un traditore, colto dalla bramosia di possedere un potere oscuro. - Confessò, congratulandosi con i tre youkai.
- Supremo, volevamo chiedere il permesso di rimanere nel regno umano. - Chiese Ginji, senza troppi giri di parole.
- Ci siamo ambientati piuttosto bene. Abbiamo acquisito molte esperienze e abbiamo guadagnato molte amicizie. - Continuò Miketsukami, incrociando il suo sguardo supplichevole con il suo Superiore.
- La vita nel regno degli umani è più bella, anche perché è imprevedibile. Ogni giorno non sai mai quello che ti può accadere, a differenza di qui, in cui i giorni sono tutti uguali. - Confessò Tomoe, sotto lo sguardo interdetto dei presenti.
Il Dio Supremo guardava con ammirazione le tre kitsune, avevano sviluppato caratteri che nel loro mondo non avrebbero mai acquisito. Si erano evolute parecchio. La vita in quel regno li aveva cambiati, a tal punto, che Tomoe si era rivolto con rispetto nel fare la sua richiesta.
- Siamo pronti a pagare qualsiasi prezzo, anche a rinunciare ai nostri poteri demoniaci, se questo servisse a farci tornare dai nostri amici. - Continuò Tomoe.
Nella sala era calato un silenzio assordante.
L’attesa della risposta del Dio Supremo era logorante.
 
- Il motivo per cui vi ho convocati, non è per farvi tornare nel regno degli spiriti ma, è per chiedervi di restare nel regno umano. - Confessò il Supremo, osservando la gioia che si era dipinta sui volti dei suoi subalterni. - Ora, che Inari non c’è più, i templi non possono rimanere scoperti, mi servono dei guardiani, e voi in questo periodo siete stati perfetti. Questo è il motivo della convocazione, ma vedo che voi avete altre ragioni per rimanere. - Disse sorridendo. - Sono fiero della crescita spirituale che avete avuto, e sono fiero dei motivi che avete per rimanere nel regno umano. -
- Quindi possiamo ritornare dai nostri amici? - Chiese incredulo Ginji.
- Sì, a patto che continuiate a sorvegliare i templi. Per il resto godetevi la vita che avete guadagnato… insieme ai vostri poteri. - Rispose il Dio Supremo.
- La ringraziamo infinitamente. - Ringraziò Tomoe.
- Tomoe, confesso che questa tua educazione mi stupisce; sebbene mi piaccia, preferisco il vecchio Tomoe, scontroso e maleducato. - Pronunciò il Supremo. - Ah, e sono felice che tu abbia ritrovato tuo fratello. - Disse sorridendo.
- Tzè. - Ribatté Tomoe.
- Potete andare. Se ci saranno problemi, vi convocherò. La regola del “non rivelare i vostri poteri agli umani”, resta. - Disse congedandosi.
I tre amici erano felici; nella loro lunga esistenza non avrebbero mai pensato di provare una tale gioia, solo perché restavano nel regno umano.
 
Ginji, Miketsukami e Tomoe, avevano riferito la decisione del loro Superiore, ai loro amici.
La gioia era stata talmente tanta, che avevano organizzato un’altra festa.
- Ragazzi, vi confido che mi sto abituando a queste feste. - Confessò Odannā.
- Mmm… Ho avuto un’idea. - Intervenne Aoi. - Che ne dite se il giorno di chiusura del Moonflower, lo dedichiamo a noi? Potremmo ritrovarci qui. - Propose Aoi, con gli occhi che brillavano di felicità.
- No, ci sono troppi maschi che ti guarderanno. - Rispose Odannā, guardando i membri presenti in stanza. - Sono geloso della mia futura moglie. - Disse, mostrando una fiamma verde che fuoriusciva dal palmo della mano.
- Aoi, hai accettato la proposta di questo pazzo? - Domandò Ranmaru, fintamente impaurito.
- Ranmaru, se non sbaglio, i guardiani del portale dovrebbero essere un Oni e un Kyūbi, che ne dici se ti spedisco all’altro mondo, dato che sei un komainu? - Proferì imbestialito l’oni.
- Dove lo prendi un Kyūbi? - Domandò Ranmaru.
- Il fratello di Tomoe, grazie ai recenti sviluppi, ha acquisito un potere pari a quello di un Kyūbi, proprio come suo fratello. - Specificò l’Oni. - E’ disoccupato, e sicuramente gli serve un lavoro. Perché non dargli il tuo?... Così le parole dell’oracolo sarebbero veritiere. - Lo delucidò, con tono malvagio.
Ranmaru, sentendo parlare il collega, stava provando un senso di terrore; sapeva che non avrebbe mai fatto quello che aveva detto, ma il suo tono era comunque terrificante.
Nella stanza tutti scoppiarono in una fragorosa risata.
- Aoi, tu diventerai mia moglie. - Affermò l’Oni.
- Chi lo sa. - Ribatté la ragazza, arrossendo.
A togliere la ragazza dall’imbarazzo, ci aveva pensato Akatsuki.
- Ranmaru, non ti preoccupare, il tuo posto è salvo. - Lo rassicurò Akatsuki. - Mi sono iscritto nella stessa scuola di mio fratello. - Lo informò.
- Fhiù. - Sospirò Ranmaru, con una nota di sollievo.
- Ci sono altri youkai, non cantar vittoria. Comunque, potrebbe sempre fare un doppio lavoro; cosa che stanno facendo tutti. - Gli ricordò Odannā.
 
Il gruppo aveva tenuto fede alla promessa.
Nel giorno di chiusura del Moonflower, si radunavano tutti nel locale, però, a differenza delle prime volte, tutte le ragazze si adoperavano nella preparazione delle cibarie.
Anche Odannā aveva tenuto fede alla sua promessa.
In una di quelle riunioni, aveva davvero chiesto la mano di Aoi; la ragazza aveva accettato ma, avrebbe comunque continuato a lavorare al Moonflower con l’aiuto di Ginji.
Altre coppie si erano formate: Miketsukami e Ririchiyo; Tomoe e Nanami; Akatsuki con un’amica di Nanami; l’unico rimasto in piazza era Ginji che aveva iniziato solo a frequentarsi con una dipendente del Tenjin- ya.
 
La pace, finalmente, continuava a regnare in ogni Regno.


ANGOLO DELL'AUTRICE

Bene, con mio grande dispiacere, la storia è conclusa.
Ci sono stati vari episodi che spaziavano tra l'ironia e la serietà. Dunque, come ultimo capitolo, ho voluto mostrare come continua la loro vita dopo la battaglia.
Dopo la pioggia splende sempre il sole.
  
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