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Autore: littlepink6690    06/07/2020    0 recensioni
Cosa succede quando una macchina scivola e si ribalta sull'asfalto bagnato? Cosa succede alla persona che conduce quell'automobile? Cosa farà adesso Jennifer, chi lascerà avvicinare a sé, adesso che ne ha più bisogno? Qualcuno riuscirà ad abbattere quei muri che adesso lei sta costruendo per difendersi?
Morrilla
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Ginnifer Goodwin, Jennifer Morrison, Josh Dallas, Lana Parrilla, Rebecca Mader
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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29 Nightmare

29

Sentirono qualcosa dal baby monitor, si svegliarono di scatto e si guardarono una con l’altra, esclamando solamente il nome della piccola. Si tolsero le coperte di dosso e corsero nella camera della piccola, Lana accese la luce, e Jen si porse velocemente verso Sofia.

 

“Paperotta che succede?” – disse sedendosi sul bordo del letto e le accarezzò i capelli.

 

“Mosto” – disse guardando le due donne che adesso le erano difronte – “Della stoia” – continuò, sembrava molto turbata.

 

“Jen cosa le hai raccontato?” – la mora guardò accigliata la moglie.

 

“Tremotino ti ha fatto paura?” – chiese la rossa guardando dispiaciuta la loro bambina, che annuì guardandola – “Non devi avere paura, è solo una storia, intesi?” – rivolse lo sguardo a sua moglie e sorrise – “Mamma torna subito”

Andò nella loro camera da letto e recuperò qualcosa nell’armadio, poi tornò dalle due, con qualcosa nascosto dietro le spalle.

 

“Che hai lì?” - chiese la mora con un sopracciglio alzato.

 

“È per Sofia, non esserne gelosa” – tirò fuori il peluche e lo porse alla piccola – “Non ho saputo resistere” – sorrise guardando l’espressione divertita di Lana. Era un peluche bianco, con un becco arancione e due occhioni celesti.

 

“Swan” – sorrise la piccola afferrandolo con le sue manine, e lo abbracciò – “Grazie Mom” – si porse per darle un bacino.

 

“Penso che solo per oggi” – guardò sua moglie – “Poi dormire con le mamme” - Jen le sorrise e prese in braccio la piccola. Lana spese la luce e seguì le due nella camera da letto.

 

“In mezzo” - sorrise la piccola, piazzandosi al centro, le due donne si distesero al suo fianco, una da un lato una dall’altro.

 

“Fai sogni d’oro amore” – la mora la baciò tra i capelli e fece lo stesso la rossa, tirarono su la coperta e chiusero gli occhi.

 

 

Al mattino, quando Jen aprì gli occhi, poté notare distintamente che le posizioni erano cambiate. Sofia era praticamente spalmata sul petto di Lana, con la guancia sul suo seno, mentre a lei toccavano i piedini morbidi della figlia, rise lievemente e si alzò senza destarle dal sonno. Erano qualcosa di incantevole, e scattò una foto, che avrebbe impostato come salva schermo. Era domenica mattina e aveva tutto il tempo di preparare una buona colazione, e magari svegliare le belle addormentate con un vassoio a letto. Peccato che i piani, furono modificati, da due braccia che si avvolsero intorno alla sua vita.

 

“Buongiorno mom” – la sua voce impastata era una cosa molto bella da sentire a prima mattina.

 

“Buondì a te mama” – si sporse per darle un dolce bacio.

 

“Cosa hai preparato di buono, c’è un odorino delizioso” – sorrise.

 

“Waffles stamattina” – sorrise – “Come va quel livido sulla schiena?” – chiese premurosa.

 

“Credo tu debba mettermi ancora della pomata amore” – poggiò il mento sulla sua spalla.

 

“Volentieri amore” – portò una mano ad accarezzare delicatamente il punto – “Ti fa male?”

 

“Meno, ma c’è” – la guardò – “Dovevo far fare alla controfigura mi sa”

 

“Arriva il tempo tesoro, è carina poi la tua” – di beccò un colpo e il calore della moglie sparì – “Ahia”

 

“Ben ti sta” – la guardò sedendosi allo sgabello.

 

“Gelosona mia” – rise staccandosi dai fornelli e andò verso la moglie seduta, le prese il viso tra le mani e la baciò con trasporto.

 

“Mom?” – si staccarono poco dopo e la guardarono, i piedi scalzi, abitudine ereditata da Lana, sorriso sghembo alla Jennifer e il cigno sotto il braccio.

 

“Adesso sai che diventerà la sua copertina di Linus sì?” – la guardò la mora.

 

“Cosa fa? Almeno non mi beccherò più i suoi piedoni puzzolenti” – corse a prenderla in braccio e la spupazzò – “Si mettono i piedi in faccia alla mamma?” – chiese mentre Sofia rideva di gusto.

 

“Jen non vorrai farla vomitare a prima mattina?” – chiese premurosa Lana.

 

“Dammi un bacino, big foot” – disse portandosela tra le braccia muscolose.

 

“Dovresti coprirle quelle braccia” – boccheggiò la mora.

 

“Ho caldo, non mi guardare” – le fece la linguaccia.

 

“Povera te, Morrison” – la sfidò.

 

“La mamma mi minaccia, Sofia” – la bambina rise, perché la mamma si nascose dietro di lei e portò il cigno davanti.

 

“Ci savva lui mom” – sorrise e scoppiarono a ridere le due donne.

 

“Hai ragione amore” – Lana le raggiunse e si scattarono una foto assieme.

 

 

Qualche sera dopo

“Sofia dove sei?” – la stava cercando da alcuni minuti, era convinta sarebbe rimasta davanti alla tv, e invece paperotta andava per la cosa zampettando allegramente. Quando la trovò, trattenne una risata. La piccola era nella cabina armadio della latina, ed indossava un paio dei suoi tacchi. Jen ricordava bene quel paio di scarpe dorate, che avevano fatto per poco cadere Lana al Comic Con. Estrasse il cellulare dalla tasca del pantaloncino e scattò una foto, non l’avrebbe inviata subito.

 

“Che ci fa paperotta nella cabina armadio di mamma Lana?” – chiese Jen incrociando le braccia.

 

“Mom” – ridacchiò – “Belle”

 

“Oh si sono belle, ma sei piccola per quelle, passerà tanto tempo finché le indosserai e passerai sul mio” – no quello non era consono dirglielo.

 

 

 

“Ohi, sei ancora sveglia?” – disse entrando nella loro stanza da letto. La donna seduta a letto, si sfilò gli occhiali, massaggiandosi il punto dove i naselli poggiavano e sorrise.

 

“Volevo aspettarti” – ammise.

 

“Sono le tre di notte, ti dico di non farlo” – disse con un sorriso premuroso, sedendosi sul letto per poi sfilarsi il vestito leggero che indossava.

 

“Oggi non riuscivo a dormire” -poggiò gli occhiali e il libro che stava leggendo e l’accolse a letto, tra le sue braccia.

 

“Come mai?” – l’altra si porse a recuperare il suo cellulare e le mostrò la foto – “Monella” – rise lievemente – “Sapeva camminare meglio di me?”

 

“Non sta crescendo troppo in fretta?” – la guardò e Lana sollevò un sopracciglio.

 

“Amore ha solo giocato con delle scarpe, non significa che sta crescendo in fretta” – la scrutò attentamente – “Aspetta, sei gelosa già di Sofia? O meglio come un padre” – rise piano.

 

“È la mia bambina, per tanto tanto” – lo ripeté per altre otto volte.

 

“Okay, sei la “padre”, decisamente” – ridacchiò – “Andiamo bene, se già un solo paio di scarpe, di fa passare la notte insonne. Che farai quando ci porterà a casa la prima persona che le piace?”

 

“Gli spezzerò i “bracci secchi” – ammise.

 

“Povera me” – ridacchiò – “Posso farti rilassare un po’?” sorrise abbracciandola sensualmente – “Ricordi che vestito indossavo quando ho messo quelle scarpe?” – chiese.

 

“Avevi quel dannato vestito rosso di pelle” – sorrise all’abbraccio.

 

“Lo sanno tutti che mi guardavi, quando non lo facevo io, perché avevi paura che ti scoprissi a sbavare sul mio sedere” – ridacchiò.

 

“Io non sbavavo, apprezzavo” – sorrise colpevole.

 

“Io apprezzerei un po’ di coccole, uhm che ne dici?” – sorrise.

 

“Volentieri” – rispose.

Bene un altro capitolo della baby Morrilla è sfornato! Che mi dite? Alla prossima xoxo

  
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