CAPITOLO 3
Nel frattempo alla base,
Daniel e Teal’c provavano a spiegare l’accaduto al Generale Hammond
anche se non risultava semplice; sembrava tutto tranquillo e
all’improvviso i loro due amici erano scomparsi, inghiottiti da una cascata.
-Dobbiamo
mandare subito delle squadre per iniziare le ricerche!- esclamò Daniel agitando le braccia in direzione dello
Stargate.
Il Generale Hammond scosse
la testa; -Non possiamo figliolo…tra due minuti è previsto il rientro dell’SG12 con al seguito il popolo di P5X-329 che ha chiesto
asilo sulla Terra! Potremo mandare i soccorsi tra un’ora
circa!- lo informò il Generale.
-E cosa facciamo adesso?- chiese Daniel sconsolato,
voltandosi verso Teal’c che era rimasto alle sue spalle.
-Andate in infermeria, vi
manderò a chiamare appena saremo pronti!- affermò
secco Hammond tornando in sala controllo.
Teal’c inclinò la testa nel suo solito saluto, mentre
Daniel si avviò verso l’ascensore.
***
La notte passò, seppur con
non poche difficoltà.
La temperatura si era abbassata notevolmente e solo grazie ad un piccolo fuoco acceso
da Sam, i due riuscirono a sopravvivere.
All’alba, Sam fu attirata
da dei rumori, provenienti dalla boscaglia e credendo che fossero
le squadre SG in arrivo per riportarli sulla Terra, svegliò O’Neill.
-Signore…sono arrivati!- disse sottovoce Sam scuotendo leggermente
l’avambraccio del suo superiore.
-Era ora! Dove sono?- chiese sfregandosi gli occhi stanchi.
-Da quella parte
Signore…non molto distante!- rispose alzandosi in piedi.
Dopo aver aiutato anche Jack a rimettersi in piedi, si diressero verso i loro amici.
All’improvviso Sam si
bloccò; li avevano circondati e purtroppo per loro non vi era nessun membro dell’SGC ad accoglierli.
Sembravano essere alcuni
abitanti del pianeta, simili ai Maya, ma non sembravano
voler fare amicizia.
Sia Sam che Jack impugnarono i pugnali, pronti a
difendersi non appena si fossero avvicinati.
Non appena fu il momento
giusto, si scagliarono contro O’Neill e Carter; Jack
cedette quasi subito, a causa delle costole rotte, mentre Sam lottava con tutte
le forze.
Purtroppo però, voltandosi
notò che Jack era stato fatto prigioniero e il resto
degli indigeni si erano concentrati su di lei.
-CARTER!!!-
urlò Jack prima di essere imbavagliato e legato con delle corde.
Sam si voltò verso di lui,
mentre uno degli indigeni la colpì violentemente con un pugno al volto,
facendole uscire sangue dal labbro inferiore, e facendole perdere l’equilibrio.
Ormai sfinita, trovò comunque le forze per rialzarsi, mentre un altro con il
coltello preso dalle mani di Jack, le provocò un profondo taglio sulla guancia
e poi per renderla ancor più debole, le infilzò la lama nella gamba.
Ormai senza forze, Sam si inginocchiò, pervasa dalle fitte di dolore, mentre uno
degli indigeni la colpì dietro la nuca facendole perdere i sensi, mentre Jack
assisteva inerme.
Dopo circa tre ore, Sam si
risvegliò in una specie di tenda ed accanto a lei vi era il Colonnello che la
osservava preoccupato.
-Carter come ti senti?- le sussurrò piano.
Sam però sentiva sia la
voce del Colonnello che i rumori che la circondavano,
in maniera ovatta; batté più volte le palpebre, notando che la testa le ruotava
non poco, non appena si mise seduta.
-Carter! Mi senti?- chiese
Jack vedendo che c’era qualcosa che non andava; -Come sta la gamba?-
-Non si preoccupi…sto
bene!- rispose sottovoce tenendosi la testa fra le mani.
Jack le sollevò leggermente il viso e la fissò dritto
negli occhi.
-I tagli…dobbiamo medicarli!- affermò deciso.
-Non abbiamo nulla per
farlo, e lei deve stare a riposo o le sue costole
peggioreranno ulteriormente!- rispose altrettanto decisa distogliendo lo
sguardo.
Subito
dopo, nella tenda entrarono due uomini; Sam li riconobbe subito; erano alcuni
di quelli che li avevano assaliti.
-DONNA…ALZATI!!- urlò uno.
-Cosa volete
da noi?- si intromise Jack che però venne subito zittito da un calcio sferrato
dall’altro.
-DONNA!- urlò strattonando
per la divisa Sam che era ancora stordita dalle ferite precedenti.
Sam venne
trascinata fuori dalla tenda mentre Jack tentava di liberarla.
-SAAAAAAM!- gridò O’Neill
vedendola trascinar via, senza che lui potesse far nulla per la seconda volta.