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Autore: Mari Lace    10/07/2020    7 recensioni
La confusione deve leggerglisi in volto, ipotizza, perché lei gli sorride e accenna verso un punto poco sopra le loro teste, appena un passo più in là. Draco segue il suo sguardo e, notando sotto cosa è quasi passato con Luna Lovegood al suo fianco, avvampa.
«Nel vischio ci sono i nargilli» afferma Luna, come se fosse la sentenza più normale del mondo.
Draco passa lo sguardo dalla pianta alla ragazza, cercando di trovare in quella situazione un senso che, decide infine, non c’è.

{Draco/Luna; fluff; ritorno a Hogwarts post-guerra}
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Luna Lovegood | Coppie: Draco/Luna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Vischio per due

Trigger warning: fluff. Tanto, troppo fluff. Leggete a vostro rischio e pericolo.





 

Vischio per due


 

«Attento!»

Draco si ferma di colpo, quasi spaventato dall’esclamazione improvvisa. Lentamente, volta di lato la testa giusto in tempo per vedere una ragazza dagli scarmigliati capelli biondi fermarsi a pochi passi da lui. Sa bene chi è – Luna Lovegood. Non è certo del come o del perché, ma da ormai due mesi siede al suo tavolo e lavora con lui a ogni lezione di Pozioni. Non odia la sua presenza, lezione dopo lezione si è accorto anzi di apprezzarla, ma perché mai si sia materializzata al suo fianco per bloccarlo in mezzo a un corridoio vuoto gli sfugge. La confusione deve leggerglisi in volto, ipotizza, perché lei gli sorride e accenna verso un punto poco sopra le loro teste, appena un passo più in là. Draco segue il suo sguardo e, notando sotto cosa è quasi passato con Luna Lovegood al suo fianco, avvampa.

«Nel vischio ci sono i nargilli» afferma Luna, come se fosse la sentenza più normale del mondo.

Draco passa lo sguardo dalla pianta alla ragazza, cercando di trovare in quella situazione un senso che, decide infine, non c’è. Incerto su cosa dire, è di nuovo lei a prendere l’iniziativa. L’osserva stupito sfilarsi l’assurda collana di tappi che porta sempre al collo, ma a renderlo realmente incredulo è il fatto che gliela porga.

«È un portafortuna, serve a tenere lontani i nargilli» gli spiega. «Spero ti piaccia anche senza un ordinario pacchetto verde e argento. Buon Natale, Draco!» esclama poi, sorridente, senza smettere di porgergli il ciondolo.

Draco lo prende in automatico, stordito dal regalo imprevisto. Lui non le ha preso niente. Non fa in tempo a mormorare una giustificazione, però, che Luna lo saluta e gli dà le spalle, sparendo in pochi secondi dalla sua vista.

 

 

Non sa se tenga lontani i nargilli, ma indossare la collana di Luna – rigorosamente nascosta sotto la veste, sottratta a ogni sguardo – lo fa sentire leggero come non gli accadeva da tempo. Non è sicuro di meritarlo – probabilmente no – ma non gli importa.

Se sguardi ostili e il marchio sul braccio gli rammenteranno sempre gli errori del passato, l’assurdo accessorio attorno al suo collo gli ricorda che c’è chi non si ferma ai suoi peccati – chi sceglie di guardare oltre. È più di quanto avesse osato sperare quando ha raccolto briciole di coraggio per tornare a Hogwarts a ripetere il settimo anno.

Il giorno prima del rientro, Draco si rende conto di essere tranquillo, quasi contento – c’è un sorriso che vorrebbe rivedere.

 

 

Un ballo.

La McGranitt ha deciso di festeggiare il primo anno dalla sconfitta di Voldemort con un ballo.

In mezzo al lungo tavolo pieno di Serpeverde più piccoli – la maggior parte dei suoi coetanei ha preferito non tornare – Draco avverte la gola seccarsi d’un tratto. Vuole invitare Luna Lovegood.

Negli ultimi mesi – che ha l’impressione siano volati – si sono avvicinati molto, iniziando a studiare insieme anche nelle ore libere. Sono amici, su questo non ha dubbi – ma accetterebbe di andare con lui al Ballo del Fiore? Non ne è certo. Non sa neanche, si rende conto, se ballare le piaccia.

Tasta il portafortuna sotto l’uniforme. La inviterà – deve solo decidere come.

 

 

«Verresti al Ballo del Fiore con me?»

Non era questo il piano – non lo era affatto.

Sono seduti a gambe incrociate all’ombra di un pioppo, dove si sono dati appuntamento per ripassare insieme Trasfigurazione. Solo che nella sua mente c’era – c’è – tutt’altro.

Un invito a un ballo non è un passo enorme, logicamente parlando – Luna non è logica, o lo è in un modo diverso dal suo. Si è perso a osservarla cercando di immaginare come avrebbe reagito alla sua richiesta, ma poi le parole sono venute fuori da sole.

Ora simula un sorriso perfetto, sostenendo lo sguardo sorpreso della ragazza, e visualizza a mente i possibili scenari.

È la prima volta che si agita tanto per una questione in fondo banale, ma l’amicizia di Luna è un bene inaspettato e la paura di inserirvi un’ombra incalza spietata. Ha sempre rovinato tutto, Draco – le seconde opportunità non sono infinite.

Sul volto di Luna si forma un sorriso. «Certo, volentieri!» esclama allegra. «Come amica?» aggiunge però quasi subito, colta da un dubbio.

Il respiro di Draco torna regolare, ma il sorriso gli si congela sul volto.

«Se vuoi,» inizia, «come amica va bene, immagino». Davvero ha sperato in qualcosa di più?

Luna lo studia. «Oh, non volevi andare da amici» deduce infine. «Non sono mai stata invitata come più di un’amica» dichiara, inclinando la testa.

«Sei andata a un ballo con un amico?» chiede, inarcando un sopracciglio. In effetti non si sarebbe stupito se avesse detto di non essere mai andata, ma la precisazione l’ha incuriosito.

«Non era proprio un ballo» precisa lei, sognante. «Sono andata alla festa di Lumacorno con Harry».

Draco scaccia in fretta il pensiero che Potter sia arrivato prima di lui, non è così si dice. Potter non è lì, ora, né è con Luna. «Ti piacerebbe, allora?» domanda, desiderando riportare il discorso al punto e rinnegare spiacevoli svolte.

Lei lo fissa. «Sì, penso di sì» conclude, lentamente. «Mi piace ballare».

Incerto sul come interpretare l’ultima affermazione, Draco china lo sguardo e si ricorda perché sono lì. «Vuoi ancora studiare Trasfigurazione?» domanda – sarà strano concentrarsi sulla materia ora, ma non pensa di voler discorrere ancora di balli, amici e Potter.

«Oh, sì» accetta Luna, portando a sua volta lo sguardo sul volume che l’ha impegnata prima dell’arrivo di Draco.

Non tornano a parlare del ballo, quel pomeriggio, ma rientrando nella Sala Comune dei Serpeverde Draco realizza di sentirsi un peso in meno. La mano gli corre al portafortuna – mentre raggiunge i dormitori si dice che funziona.

 

 

Draco si studia allo specchio: è perfetto, forse troppo.

Recupera un cofanetto smeraldo dalla scrivania; lascia esitare per qualche secondo la mano sull’ormai familiare collana di tappi ma infine la ritira, decidendosi a uscire nel corridoio affollato.

Luna lo aspetta in cortile, un vestito viola pieno di petali di stoffa. Ha acconciato i capelli in una treccia, decorata con un fiore che riprende il viola dell’abito. È… strano, ma sta benissimo.

Vede alcuni studenti additarla e ridere, ma li ignora e la raggiunge.

«Non sembri un fiore!» esclama lei, salutandolo. «Vuoi che ti presti alcuni petali?»

Draco scuote la testa ridendo, prima di porgerle il braccio e guidarla all’interno.

 

Luna ha un modo tutto suo di ballare, uno stile che nessuno si è mai preoccupato di insegnare all’erede dei Malfoy. È difficile da seguire, ma ci riesce – intuire i suoi passi gli impedisce di pensare ad altro, e Draco è grato per questo.

Non c’è nessun altro nella Sala gremita di ballerini, non per lui: solo Luna e la sua danza. Ne è stregato; non sa quanto tempo sia passato, quando si fermano. Lei vuole bere, lui – recuperati due calici – propone di spostarsi all’esterno. Luna accetta con un sorriso e si avvia per prima, Draco accelera il passo per raggiungerla.

Camminano in silenzio per un po’. Non è spiacevole né strano: è giusto.

Draco fa spaziare lo sguardo sull’ambiente circostante in cerca del posto ideale per concludere la serata, ma tutto sembra così… ordinario. O così crede, finché la sua attenzione non viene attirata dal ramo basso di un albero poco distante, o meglio, da qualcosa lì sopra. Un sorriso gli illumina il volto: è perfetto. Devia dal sentiero, verso il pioppo, presto imitato dalla ragazza.

Luna tende una mano verso di lui, la agita accanto al suo orecchio – come per scacciare un insetto. «Un gorgosprizzo» risponde alla sua domanda inespressa. «Sei agitato, Draco?» chiede poi, sorridendogli. «È stata una bella serata» aggiunge ancora, davanti al suo silenzio.

«Sì, lo è stata» afferma finalmente. Deglutisce. «Ho una cosa per te» annuncia, portando la mano alla tasca. «Un… regalo di Natale in ritardo».

Luna ride. «Festeggiamo Natale a maggio? Mi piace, è una bella idea!»

Anche Draco accenna un sorriso. Natale a maggio… si è fatto contagiare da lei? Se l’ha fatto, probabilmente è un bene. Non resiste, però: «Anche per quest’albero è già Natale», le fa notare.

Luna alza lo sguardo e si blocca stupita, quasi allarmata alla vista del parassita tra i rami del pioppo.

«I nargilli…!» esclama, muovendo un passo indietro. «Nel vischio…» inizia, ma Draco non la lascia finire.

«Sotto il vischio ci si bacia, Luna» dice, attirandola a sé. È la prima volta che la chiama per nome, almeno a voce, e ne gusta il suono. Vuole azzerare lo spazio tra loro, ma il dubbio che lei non lo voglia lo ferma. Lo vuoi? Non esprime la domanda, ma cerca comunque la risposta nel suo sguardo.

Non fa in tempo a trovarla; Luna lo anticipa. È un bacio impacciato, dev’essere il primo per lei, più uno sfioramento di labbra, ma Draco non lo cambierebbe di una virgola.

Quando si separano, le guance di Luna gli sembrano più colorate del solito. «Quindi è così un bacio» mormora, riflessiva.

Draco non riesce a trattenere una risata. La ragazza davanti a lui è buffa, oltre che incredibilmente bella. «Mi offro per futuri esperimenti al riguardo» dichiara, facendo ridere anche lei.

Poi Luna prende l’iniziativa, afferrandogli le mani per guidarlo in un nuovo, strano ballo sotto le stelle. Alla fine si siedono, esausti, ai piedi del pioppo.

«Spero che i nargilli non rubino il tuo regalo» gli dice, osservando pensosa il vischio sopra di loro.

«Non lo faranno».

«Hai la mia collana?» domanda lei, osservandolo con curiosità.

Draco scuote la testa. «Ho pensato che stasera non mi servisse, un portafortuna».

Luna lo sorprende: gli sorride.

«Allora…» riprende Draco, accaldato ma non per il ballo, recuperando il cofanetto smeraldo. Lo apre e le porge il suo contenuto, un ciondolo a forma di lepre d’argento.

Lei lo accetta, sollevandolo alla luce della luna. «È molto bella» commenta sognante. «Grazie».

Lui ricambia il sorriso. «Buon Natale, Luna».









NdA

Sapevate che il vischio è un sempreverde e un semiparassita? Scoprirlo mi ha notevolmente semplificato le cose nello scrivere questa OS!

Questa storia è nata essenzialmente sull’idea, che mi ha fulminata tempo fa, dello scambio “Nel vischio ci sono i nargilli”/”Sotto il vischio ci si bacia”, combinata (non benissimo per la verità) con il pacchetto (segreto) di un contest. Dal pacchetto ho preso l’elemento fluff e il portafortuna.

Volevo del fluff e l’ho scritto, in pratica. Tra l’altro, mi rendo conto che il “mio” Draco sia distante da quello dei libri – deve esserlo, perché la guerra l’ha sicuramente cambiato. Io me lo immagino a fare i conti con le convinzioni di una vita fatte a pezzi dai traumi degli ultimi due anni, convinzioni che rinnega (come sembra suggerire anche il fatto che sposi Astoria, “deludendo” Lucius e Narcissa con la decisione di non crescere Scorpius con le loro idee, stando a Pottermore).

Il fatto che torni a Hogwarts a concludere gli studi è ovviamente una mia licenza, così come – inutile dirlo – l’amicizia (e non solo) con Luna. Nella mia testa quell’anno si ritrovano entrambi piuttosto soli, perché Harry, Ron e Neville (e chissà quanti altri) accettano l’offerta di diventare Auror a seguito della battaglia di Hogwarts. {Neville non lo rimarrà a lungo, ma comunque accetta.} Ginny entra in una squadra di Quidditch, quindi mi sembra credibile che non torni per i M.A.G.O. (Lasciatemici credere, dai!)

Questa storia è praticamente il lieto fine negato a “Degna di te”. È stato strano e sì, complicato – soprattutto l’ultima scena mi ha messa in difficoltà – scrivere una Druna puramente fluff [Luna romantica AAAAAA], ma sono felice di averci provato. Gli altri progetti al riguardo sono ben più angst/malinconici, quindi mi farò perdonare (?). Non è che sia convintissima del risultato, soprattutto la fine non mi fa propriamente impazzire, ma pazienza. La pubblico che se aspetto un secondo di più (l’ho sul pc da almeno due mesi, credo) impazzisco seriamente.

Direi che ho sproloquiato abbastanza. Grazie per aver letto, spero che questa coppia stralunata (crediti a Maqry per questa denominazione che è troppo giusta per loro) possa piacervi almeno la metà di quanto piace a me

Un bacio,

Mari!

  
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