Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: KikiShadow93    10/07/2020    4 recensioni
Lui è resuscitato senza sapere né come né grazie a chi e, dopo attente considerazioni, ha deciso di provare ad integrarsi a sua volta sulla Terra.
Lei, per scappare dal proprio passato e per provare a salvaguardare il proprio futuro, decide di fuggire in città.

Lui è cresciuto tra i guerrieri, nell’odio e nel rancore, ed ha sviluppato un forte senso di inferiorità.

Lei è cresciuta tra i reietti, nella paura e nella violenza, arrivando quasi a perdere la speranza di poter avere una vita felice.

Sono diversi eppure incredibilmente simili, ed entrambi sono inconsapevoli pedine di un disegno molto più grande.


[Radish prende spunto da DBR&R; Post Cell Game; Possibile OOC]

Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Radish
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'La vita secondo Radish'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prima di cominciare ci tengo a ringraziare di cuore Celeste98, Chimera__ e _Cramisi_ per aver recensito lo scorso capitolo 💛

 

𝟚𝟟. 𝒰𝓃𝒶 𝓈𝑒𝓉𝓉𝒾𝓂𝒶𝓃𝒶 𝒹𝒾 𝑜𝓇𝒹𝒾𝓃𝒶𝓇𝒾𝒶 𝒻𝑜𝓁𝓁𝒾𝒶

 


𝒬𝓊𝒶𝓃𝒹𝑜 𝒾𝓁 𝓅𝓇𝒾𝓂𝑜 𝑔𝒾𝑜𝓇𝓃𝑜 𝓅𝒶𝓇𝓉𝑒 𝓂𝒶𝓁𝑒…
𝑒 𝒻𝒾𝓃𝒾𝓈𝒸𝑒 𝓅𝓊𝓇𝑒 𝓅𝑒𝑔𝑔𝒾𝑜!



Radish e Sherry erano davvero stanchi quando sono rincasati. Una cosa imbarazzante, con lei che sfoggiava un’acconciatura degna di una cavernicola e lui con un’espressione così beota e sconvolta da risultare tragicomico.
Lei è salita al piano di sopra, si è fatta una doccia e poi è crollata addormentata e dolorante nel letto con le molle saltate premute contro le costole.
Lui si è trascinato in cucina, il bacino così dolorante che per un attimo ha davvero preso in considerazione l’idea di essersi rotto qualcosa, ed ha mangiato le prime cose che gli si sono parate davanti. Ha bevuto anche il sangue della compagna durante i loro amplessi, troppo, e questo l’ha spinto a ripetuti rapporti tanto violenti e caotici da avergli tolto pure la voce.
Si è poi addormentato appoggiato al tavolo, completamente sfinito. Durante la notte si è svegliato spinto da un impellente bisogno fisico, cosa che gli ha fatto approfittare anche della doccia per togliersi di dosso sangue secco e sporcizia, solo per poi trascinarsi ancora bagnato nel letto e crollare nel giro di niente.
Svegliarsi è stato poi piuttosto traumatico. Non tanto per i postumi di quella faticosissima sessione di allenamento poco convenzionale quanto per il fatto che, in mezzo a loro due, ci stava Mordecai.
Nudo e coperto di sangue secco.
Teneva un braccio sulla schiena di Radish, una gamba intrecciata a quelle di Sherry e il suo viso era pericolosamente vicino a quello del Saiyan.
Se non fosse stato ancora mortalmente intontito dal sonno e col bacino e la schiena che lo imploravano di muoversi con cautela almeno per i primi cinque minuti, lo avrebbe fatto a pezzi. Una sberla con la coda però non gliel’ha tolta proprio nessuno.
Ma lo Spettro non se ne è lamentato, anzi: in tutta risposta gli si è avvinghiato addosso ed ha cominciato a piagnucolare che Everett è cattivo e lui deve fare qualcosa.
A Radish non è fregato niente, perché sentire il suo corpo nudo appiccicato al proprio - altrettanto nudo - davvero gli dava il voltastomaco, così gli ha mollato un pugno nel fianco, si è alzato, ha aperto la finestra, è tornato indietro, l’ha preso per le spalle e poi, con una grazia infinita, l’ha scaraventato di sotto ed ha richiuso la finestra, il tutto masticando qualche bestemmia nel durante.
Il caso ha voluto che lì sotto poltrisse proprio Everett, che da un secondo all’altro si è ritrovato col giovane lupo steso sulla schiena.
Un brutto inizio per tutti quanti, questo è fuor di dubbio, ma ancora non era niente.
Un nuovo carico di disagio è arrivato con Bree, tutta sorridente mentre poggiava sulla tavola da pranzo cornetti caldi e dozzine di grossi bicchieri di caffè da asporto. Radish gliene è stato davvero grato perché il suo stomaco era sul punto di inglobare gli altri organi interni pur di placarsi e la compagna gli stava sbavando addosso perché ancora mezza addormentata.
Adesso, al quarto cornetto farcito fino a scoppiare nello stomaco, Radish può dirsi un poco più calmo. I suoi lupi - esatto, suoi, non di Everett, suoi! - sono lì con loro che si lamentano del fatto che il dolce principino li abbia massacrati tutti di botte assieme a Darko perché hanno fallito nella loro missione di recupero.
Hanno usato pure dei ferri roventi per lasciargli impresse delle piccole cicatrici così da invogliarli a fare meglio, ma l’unico risultato è stato trasformarli in cuccioli piagnucolosi che si riparano dietro a mamma e papà per farsi proteggere dal dispotico fratello maggiore.
Radish, per quanto trovi quasi giusta la punizione al fine di spronarli nel riuscire in qualcosa che per gli avversari è tanto semplice, è deciso a prendere provvedimenti.
Provvedimenti da uomo adulto eh, non certo cose da ragazzini.
La cosa difficile sta nel fatto che deve escogitare provvedimenti da uomo adulto con cose che non coinvolgano l’olfatto e, almeno non sulle prime, l’udito o la vista del maggiore. E non è affatto un’impresa semplice perché quel fetente è una specie di maledetto prodigio e sorprenderlo non è cosa da niente.
Ma sono sei stronzi determinati contro uno, tra i quali ce n’è uno cresciuto con una valanga di fratellastri e sorellastre più o meno dispettosi. Sentono di potercela fare, insieme.
Si zittiscono di colpo e in modo decisamente poco sospetto non appena Satana entra nella stanza e, giusto per dare poco nell’occhio, si mettono a fissarlo insistentemente. Ed è calmo, totalmente indifferente a tutti loro, e Radish si domanda se non abbia già escogitato qualche tiro mancino prima di loro. Una cosa certa, però, è che d’ora in poi non berrà niente che non sia perfettamente sigillato e mangerà solo dopo che qualcuno gli avrà assicurato che niente sia stato manomesso. Fosse una persona comune, dovrebbe avere il terrore anche di guidare la macchina e lo sa.
Sherry, in mezzo a questo fuoco incrociato tra menti da premio Nobel, continua a fissare la tazza di carta che tiene in mano con sguardo assente, ridestandosi un minimo quando il fratello le fa una lieve carezza sui capelli.
Lo guarda nel disperato tentativo di capire in che anno siano, chi siano, perché si trovano lì e cosa diavolo li circondi, ma non trova alcuna risposta nel suo sguardo, che a sua volta è totalmente calamitato sul contenuto del bicchiere che lei tiene tanto gelosamente tra le mani.
«Il tuo caffè ha un aspetto davvero strano…» Afferma sniffando un poco l’aria per riuscire a capire che razza di intruglio stia ingurgitando, totalmente estraneo a moltissime cose. Certo, sa della loro esistenza, ma non vi si è mai ritrovato faccia a faccia. Troppo selvatico e schivo per averne la possibilità in passato, adesso si ritrova tutto sotto agli occhi e al sensibile fiuto.
«Questo non è un semplice caffè. Questo è un frappocappuccino caramellato con tripla panna.» Afferma con voce un poco eccitata Sherry, gli occhi che adesso divorano con adorazione quella bomba calorica che tiene tra le mani. È già il terzo che butta giù, mentre Micah, seduto dall’altro capo del tavolo e con gli occhi che trasudano una certa perfidia, è al quinto. Fossero comuni esseri umani, loro due non sarebbero morti da giovanissimi per i loro assurdi colpo di testa ma di diabete fulminante, questo è poco ma sicuro.
«Disgustoso.» Sibila semplicemente Everett, arricciando la bocca di lato.
«Lo è. E se fosse possibile fare l’amore con una bevanda sceglierei questa.»
«Sembra che io abbia trovato un degno rivale.» Borbotta Radish con tutta la sua maturità mentre le avvolge le spalle con un braccio, alle volte non fosse ben chiaro che fanno parecchio sesso.
«Voglio solo togliermi lo sfizio. Dopo che ci avrò passato una notte e la mattina lo vedrò con il caramello sciolto e la panna molle… ciao ciao bello
I loro discorsi gli sembrano decisamente fuori dal mondo.
Sono dei ragazzini immaturi che stanno giocando alla guerra e non se ne preoccupano realmente, quasi non fosse una questione mortale che li riguarda tutti personalmente.
Sono degli imbecilli, agli occhi di Everett. Degli imbecilli che verranno raddrizzati in un modo o in un altro, a partire anche dalla sua preziosa sorellina che sta cercando di leccare il fondo del bicchiere ormai vuoto.
Con quello che ha in mente di fare, in realtà, si sorprenderebbe davvero nel vederli ancora allegri e pronti a scherzare già a partire dalla quella sera.
Comincerà subito con una simpatica corsetta ad ostacoli dopo aver bevuto un caffè normale, sempre ammesso che in quella casa di spostati ce ne sia.
Vediamo poi se te la darà ancora dopo che avrò finito!

Una giornata orribile, ecco cos’hanno vissuto.
Ne hanno prese in modo imbarazzante da tutte le parti: i loro allenatori hanno deciso, seppur con non troppa convinzione, di seguire le indicazioni di Everett e Darko, così da velocizzare il loro processo di formazione, e questo li ha portati solo a fargli ancor più male; chi invece doveva recuperare gli oggetti - sia quelli del giorno prima che quelli nuovi - si è ritrovato con le trappole di Darko disseminate qua e là, e questo ha portato molti di loro non solo ad avere gambe/zampe rotte ma anche a paralizzarsi a causa di un potente veleno misto alla loro stessa tossina che si diffondeva nel loro sangue. Un qualcosa alla quale avrebbero dovuto pensare, secondo l’ex Beta, e quindi tenere in grande considerazione.
A Sherry non è andata meglio. Per niente.
Il fratello voleva allenarla nella corsa, voleva che andasse molto più veloce del normale, e per provare a raggiungere il proprio obiettivo è mutato con lei ed ha puntato per tutto il tempo alle sue zampe. Le ha rotte a più riprese, facendola capitolare a terra come una banalissima cucciolotta alle prime armi.
Quando poi Piccolo e C-18 hanno deciso di misurarsi direttamente con i due Spettri, rendendosi pienamente conto che sono proprio su un altro livello rispetto a tutti gli altri e che in futuro il simpatico principino potrebbe rivelarsi una risorsa preziosa, loro si sono tutti rintanati con la coda tra le zampe. Un primo vero giorno da dimenticare.
Peccato solo che le giornate non finiscano al tramonto.
Stare nella casa degli Shedish però era impensabile per tutti. La presenza di Everett era terrificante, soprattutto dopo che River, giustamente convinto di potersi prendere più libertà grazie al sangue nobile che gli scorre nelle vene, ha pensato molto saggiamente di aspettarlo sulla porta con un fucile ad aria compressa caricato con una cartuccia piena di farina. Non è stato un gesto molto gradito e adesso il bastardo del Sud sa al 100% che l’altro non sa stare al gioco manco per niente. Come facesse ad essere tanto amico del suo fratellastro, da lui considerato una testa di cazzo assoluta al pari forse di Mordecai, proprio non se lo spiega.
Rimasti così loro tre da soli, Sherry ha pensato, da vera furbona, di provare in qualche modo a farli un poco conoscere nella speranza di farli avvicinare.
Mai idea poteva essere più idiota.
Se ne rende conto ad ogni secondo di mortale ed imbarazzante silenzio mentre stanno seduti a tavola, ma è anche decisa oltre ogni limite a prenderli per sfinimento. Una tattica stra-usata nella sua vivace famiglia adottiva, dove ognuno si batteva come un indemoniato pur di ottenere ciò che voleva… e ne prendeva pure perché spesso e volentieri Fern non aveva poi troppa voglia dei loro capricci.
Ma loro due non possono colpirla.
Colpire un Sovrano è una cosa impensabile, un atto di tradimento imperdonabile che nel migliore dei casi comporterebbe l’allontanamento immediato. Quindi perché non cucinare una bella cena di più portate con l’aiuto di Maddox e costringerli a sedersi allo stesso tavolo?
Prima o dopo, secondo lei, dovranno rivolgersi la parola. Anche una sola andrebbe bene, la più banale, anche fanculo. Sarebbe un primo passo notevole. E invece no: se ne stanno trincerati nel loro mutismo, non si guardano in faccia neanche per sbaglio e mangiano senza neanche gustarsi davvero le pietanze.
Vogliono solo che questa tortura finisca per potersi allontanare l’uno dall’altra, entrambi con la speranza che Sherry li raggiunga e passi del tempo in loro stretta compagnia.
Sbuffa per l’ennesima volta, pungolando con la forchetta l’occhio cotto del pesce ancora integro nel piatto. Le stanno rovinando l’appetito la gola con il loro atteggiamento indisponente, ma in suo soccorso arriva la vibrazione del cellulare che tiene in tasca.
Come una liceale, osserva il messaggio da sotto al tavolo dopo aver sentito il grugnito di disapprovazione del fratello. Che tenesse a certe cose non poteva proprio immaginarlo, soprattutto in un momento dove non vogliono intavolare una conversazione neanche con lei perché potrebbe coinvolgere l’altro. E pensare che ieri sembrava essere andata tanto bene!
Dopo aver letto il nome di Bree, salvata come PolpoCandy💋 per un motivo che davvero non ricorda, spera con tutto il cuore che le abbia scritto una porcata delle sue così da strapparle un sorriso, e invece…
- CASINOCASINOCASINO √√
Momento di assoluto e disarmante panico.
Sgrana gli occhi e trattiene il respiro per un secondo, gli occhi del fratello la stanno studiando neanche potesse farle i raggi X e il panico pare quasi aumentare. Deve dirgli di provare a sistemare questa sua particolarità perché, davvero, prima o poi la farà piangere per la paura.
- Che è successo?! √√
- Darko ha visto il mio profilo. Non l’ha presa bene. √√
Per le foto da alcolista o per quelle con Mimì? √√

- Non ha preso bene i commenti… √√
- Che vuoi dire? √√
- Che sta per arrivare una nuova invasione di morti! √√
Ci pensa qualche istante cercando di capire il perché, finché non ricorda effettivamente le frasi patetiche e spesso volgarissime che le scrivono sotto a foto e post, fossero anche raffiguranti un’aquila che sbrana un coniglietto. Il 95% dei commenti sono di uomini che non conoscono e, con un rapido e spicciolo ragionamento, pensa che Radish avrebbe tirato giù intere città se li avessero scritti a lei.
- √√
  Per la puttana… √√
  CAZZO! √√
  Perché non l’hai fermato?! √√

- Perché non era qui!
  Mi ha mandato gli screen e questo √√
  💻💬👨🏻‍ NOPE! Ci pensa papà! 🔪☠️⚰️ √√
  Che cazzo devo fare?! √√

Stringe le labbra e arriccia il naso, lasciandosi sfuggire un breve grugnito. Non è l’idea di Darko che spulcia il profilo di Bree a farle uno strano effetto, neanche il fatto che si sia risentito per qualche motivo suo, quanto il fatto che si è messo a scrivere con le emoji.
Radish, notando quanto il simpatico e ben voluto cognato la stia fissando in cagnesco da qualche minuto mentre lei se ne sta con le mani sotto al tavolo e la testa china, decide finalmente di rompere questo surreale e fastidiosissimi silenzio.
«Pure io so che non è carino usare il telefono quando si sta seduti a tavola.»
Sherry lo ignora e si rivolge subito al fratello con la speranza che possa metterci una toppa ed evitare nuovi casini. Non ha certo voglia di una sfuriata di Crilin - o peggio del branco - perché quel vecchio pazzo ha massacrato dei patetici sfigati che scrivono porcate sul profilo praticamente inutilizzato di Bree.
«Darko ti dà ascolto, vero?»
«Perché?» Gli mette sotto gli occhi lo schermo del telefono e si morde con forza un labbro nel vederlo assottigliare gli occhi, dai quali trasuda un più che evidente fastidio. Gli aveva suggerito di comportarsi bene per dare l’esempio a quei cuccioli scalmanati, non pensava di doverlo proprio ordinare.
«Mh. Aspetta un secondo.» E detto questo si alza con fare stizzito e si dirige verso la porta di servizio in cucina, lasciando la coppia nella sala da pranzo a fissarsi nelle palle degli occhi.
A Radish non piace Everett, non può farci niente. In un certo senso i suoi modi altezzosi e il suo modo di rapportarsi col prossimo gli ricordano un po’ Vegeta.
A Sherry invece piace molto Everett. Probabilmente le sarebbe piaciuto in ben altri modi se non avessero avuto alcun legame nel mezzo. Le fa anche paura però, perché non ha idea di come possa muoversi e capire cosa gli passi per la testa è un’impresa assai ardua.
- Penso di aver risolto. √√
«Cosa fa?» Le domanda Radish mentre lei digita il messaggio, rizzando la schiena quando sente il potente e lugubre ululato dello Spettro. Pur non avendo mai sentito una tonalità del genere non gli ci vuole molto prima di capire che è un richiamo misto ad un brutto ammonimento, anche grazie a quella sottospecie di mostruoso ringhio che c’era dentro. Come abbia fatto ad unire le due frequenze sonore non lo sa e non gli interessa, l’unica cosa certa è che nella sua mente l’uomo è sempre più vicino ad una qualche mostruosa ed imprecisata figura mitologica.
Sherry gli sorride appena quando nota il suo sguardo farsi più duro e tagliente, indice che non ha gradito proprio per niente i modi del fratello. Ma loro sono così, usano i cellulari per motivi scemi e per mandarsi foto imbarazzanti o meme stupidi, se c’è bisogno di certi richiami urgenti usano la voce, anche se questo implica sfondare i timpani di chi ti sta vicino. A seconda della gerarchia, infatti, riescono a sentirsi anche a mostruose distanze, anche se ciò avviene quasi unicamente tra i membri dello stesso branco. È un qualcosa che hanno dentro, una specie di campanello d’allarme che scatta immediatamente e ti costringe ad interrompere qualsiasi cosa stessi facendo per rispondere al richiamo.
Fastidiosissimo ma profondamente efficace.
Quando Everett finalmente rientra, Radish gli rivolge le prime parole della serata, sputate con tanto astio da far salire un brivido gelido lungo la schiena di Sherry.
«Non farlo mai più.»
Nel momento esatto in cui sente un lieve sbuffo fuoriuscire dalle labbra serrate del fratello, Sherry si rigira inviperita senza neanche pensarci.
«Oh, andiamo! Mica ti ha mandato affanculo!» Difendere uno significa scatenare l’altra. Quando l’altra si scatena poi c’è da difendere il primo, e così via in un infinito circolo vizioso.
Di colpo le pare di avere a che fare con due figli piccoli e capricciosi anziché due uomini fatti e finiti. Per l’amor di Dio!
Il punto però è che non è stata la frase di Radish ad infastidirlo. Figurarsi, non l’ha neanche ascoltato!
No, il problema è ciò che ha sentito fuori.
«Abbiamo visite.»
Dei sonori “toc-toc-toc-toc” risuonano per tutta la casa, seguiti dalla voce squillante e acuta di Becca.
«Servizio in cameraaa!» Solo da questo capiscono che è ubriaca. Pericolosamente ubriaca. Un’ubriacatura molesta, tra l’altro, di quelle che i due uomini di certo non hanno voglia di sopportare proprio ora.
«Abbiamo avuto un reclamo su qualcuno che sta facendo il guastafeste qua dentro!» Un’ubriaca Sharon, mogliedrago di Glover, sta bussando alla loro porta. Sherry non è neanche sicura di averla mai vista sbronza, in tutti quegli anni. La vicinanza col Quartetto sta facendo più danni del previsto…
Avendo lasciato la porta aperta per eventualità del genere, non si sorprendono di vederle barcollare dentro casa dopo pochi istanti. Come facciano a reggersi in piedi su quei tacchi chilometrici non lo saprebbe dire nessuno.
«IIIHHH! Eravamo noi fin dall’inizio!»
«Perché glielo hai detto?! C’erano cascati!»
Gli occhioni color grano di Sharon si sgranano all’inverosimile, riempiendosi di una tristezza infinita. Sherry, non potendo davvero resistere alla tentazione, prende il cellulare e le fa una fotografia per sfotterla ogni qualvolta le verrà in mente.
«C’eravate cascati?»
«Sì.» Sherry si sta sorprendendo sempre di più della propria capacità di non scoppiare più a ridere in faccia alle persone. Un tempo sarebbe esplosa in tempo zero, adesso invece riesce a mantenere un’espressione pure credibile. Beh, credibile quantomeno per le due donne visibilmente ubriache fino all’ultimo capello.
«Mi dispiace tanto!»
«Sembra che vi stiate divertendo un sacco.» Afferma un poco perplesso Radish, osservando i loro micro-vestiti neri che lasciano davvero ben poco all’immaginazione, il trucco curato e la postura di chi riesce a stare in piedi per miracolo. Si domanda cosa debba fare data la propria posizione, ma poi capisce che non è quello il vero problema. L’unico problema sta nel fatto che continuano a comportarsi come adolescenti irresponsabili e lo sbandierano proprio davanti agli occhi di Everett.
«Da impazzire!»
«Indovina indovinello: chi ha vinto cinquemila zeni giocando ai dadi?» Sharon ondeggia verso Sherry e le butta sotto al naso una fiche colorata del casinò, sorridendo con aria orgogliosa.
«Quello è uno zeno.»
Sharon la guarda con sguardo perso per qualche secondo, poi fa spallucce e sorride di nuovo: «E chi ha selvaggiamente riempito di mance le cameriere?»
Sherry si sente di colpo una scema quando si rende conto di aver trascurato la presenza di Becca, che sa essere davvero molesta quando alza troppo il gomito. Adesso infatti le si è attaccata al braccio e la tira per convincerla a seguirle a far serata come facevano fino ad un annetto prima.
«Andiamo! Abbiamo trovato un posto dove ci sono degli spogliarellisti da urlo!»
«Sembra una cosa davvero fantastica, ma devo assicurarmi che questi due non si scannino come bambini.»
«Ah, sennò andresti?» Radish la sta fissando con un’aria che davvero non le piace. Certo, fosse lui ad andare per strip-club con i ragazzi del Quartetto in simili condizioni - ma forse anche da lucidi - non la prenderebbe poi troppo diversamente. Sicuramente non gliela darebbe per almeno un mese, questo è fuori discussione.
Decide però di sorvolare sulla sua domanda con un gesto stizzito con la mano, quasi volesse scacciare una mosca fastidiosa, ma a dar man forte al Saiyan arriva proprio Everett.
«No, no. Rispondi un po’, ragazzina!» Che sua sorella sia sessualmente attiva da tempo lo sa e negli anni lo ha accettato. Certo, quando gli arrivavano voci di qualche nuovo amichetto sentiva il fegato sfrigolare dolorosamente ed occorreva tutta la pazienza di Darko per fargli capire che era un’adolescente che si comportava come un’adolescente. Ma avere il dubbio che andasse o vada per strip-club ad ubriacarsi selvaggiamente mentre infila le banconote negli slip di sconosciuti ricoperti di olio e brillantini lo manda in bestia.
Fortuna vuole che Sharon sia così sbronza da non rendersi neanche conto che i due uomini sono sul punto di afferrare la ragazza per le orecchie per una sonora lavata di capo.
«E daaai! Vuoi restare qui a fare la mammina o vuoi vedermi arrampicare nel perizoma di un maciste come un baby canguro?!»
I due stavolta fissano lei, gli occhi sgranati al massimo.
Radish ci ha parlato qualche volta, e comunque l’ha sempre vista in compagnia dei membri del branco a chiacchierare o con i propri cuccioli e Glover. L’ha sempre vista posata e tranquilla, al limite vittima di esplosioni di rabbia contro il marito quando questi tirava troppo la corda, certo non si aspettava di scoprire un lato del genere.
«Mi piacerebbe davvero, ma come vedete sto ancora cenando, quindi divertitevi al club e fate le brave. Se poi vi trovate nei guai niente scazzottate, trovate un poliziotto… ma ricordate che se si sta togliendo i pantaloni non è un vero poliziotto.»
«Mi sembri piuttosto esperta.» Sibila velenoso Everett, guardandola così male da farle venire i brividi.
No, se avesse avuto una figlia, questa non avrebbe fatto vita.
La cosa orribile, per Sherry, è il constatare che questo discorso vale pure per il Saiyan, che ha messo su un broncio adorabile ma che non sa come rigirarsi. Sono cose successe prima del loro incontro ed hanno stabilito che quelle cose non potranno essere mai tirate in causa. Sennò addio alla compagnia di Mordecai e Micah e benvenuta Lunch mutilata e appesa ad un palo della luce.
«Okay, okay, abbiamo capito… prima si finisce la cena…» Becca, ovviamente, non ha capito - o accettato? - una parola e per questo le si avvicina con passo “furtivo” solo per poi sfilarle il piatto da sotto al naso e correre via «AH! Ti ho rubato il piatto! Ti ho rubato il piatto! Se lo rivuoi, vieni a riprendertelo allo strip-club!»
«Che fai, non la insegui?» Pigola tra una risatina e l’altra Sharon, i lunghissimi capelli biondi che oscillano in morbide onde ogni volta che muove la testa.
«Nel ripostiglio delle scope? Certo.»
La bionda schizza via, si chiude nel ripostiglio con Becca e confabula su qualche losco piano per portarla al club.
Sherry, con una lentezza disarmante, volta la testa per incrociare lo sguardo gelido del fratello. Non riesce a capire cosa stia pensando, se sia furioso, divertito, indispettito, un po’ morto dentro. Se non vuol lasciar trasparire le proprie emozioni, si può star certi che rimarrà totalmente di ghiaccio senza il minimo sforzo.
«Che c’è?» Pigola incerta, facendosi piccola piccola sotto ai suoi occhi glaciali. E pensare che, tra loro due, è lei quella che detiene il potere nel branco!
Everett si pulisce la bocca in un gesto educato e automatico, poi si alza, sparecchia la propria parte e, con un ghigno maligno in volto, si dirige in cucina borbottando: «Pensavo che domani mi divertirò davvero tanto…»
Ed eccolo di nuovo alla carica, il maledetto brivido gelido lungo la spina dorsale.
Volta repentinamente lo sguardo verso Radish, sperando con tutto il cuore che sbotti perché non digerisce il fatto che abbia più potere decisionale e che li torturi quasi gratuitamente, trovandolo però stranamente rilassato mentre mangia. 
«Non contare su di me, stavolta ha ragione lui.» Non per questo, però, non proverà in tutti i modi a giocargli quanti più scherzi riuscirà ad escogitare.
C’è solo un problema nel suo piano geniale e comincia a capirlo nel momento esatto in cui sente le prime insopportabili fitte all’addome, ovvero che Everett era il più grande di sedici figli, uno più stronzo ed infame dell’altro: ogni bastardata lui non solo l’ha già pensata, ma probabilmente l’ha pure messa in atto prima di te!


 

𝒫𝑒𝓇 𝓁𝒶𝓂𝑜𝓇 𝒹𝒾 𝒟𝒾𝑜, 𝓔𝓋𝑒𝓇𝑒𝓉𝓉: 𝒶𝓁𝓁𝑒𝑔𝑔𝑒𝓇𝒾𝓈𝒸𝒾!


Decisamente il secondo giorno di allenamento con l’erede del Nord e il suo fidato braccio dentro non è andato tanto meglio rispetto al primo.
L’esuberanza dei più giovani, unita al loro affetto quasi incondizionato per Radish che, in un certo senso, viene reso come più saldo dalla sua evidente reticenza ad accettare la presenza di Everett, ha fatto solo sì che non ascoltassero davvero ciò che gli veniva ordinato. Due di loro, in particolar modo, hanno pensato che fosse molto meglio fare di testa propria, risultando così due dei venti che anche a questo giro hanno fallito miseramente con la missione di recupero.
Sherry, per quanto sentisse il cuore spappolarsi dolorosamente, non ha fatto niente per evitargli la punizione. Anzi, ha detto loro che sono due imbecilli perché, per la puttana!, devono dare ascolto al loro Beta perché lo sta facendo solo per salvargli le chiappe.
Hanno quindi capito che okay, non si rema più tanto apertamente contro Everett, ma ormai era troppo tardi. Avevano fallito e di conseguenza un pestaggio generale non glielo avrebbe risparmiato nessuno.
Per evitarle lo spettacolo Radish ha deciso, assolutamente senza interpellarla neanche per sbaglio, di portarla a cena fuori.
Un primo vero appuntamento alla quale entrambi si sono sentiti un poco spaesati. Non erano mai usciti così, come coppia. L’unica vera uscita fu quel lontano e strano giorno al luna park, quando poi hanno fatto zing davanti al portone di Bree.
Ma si sono calmati quando il Saiyan, scoppiato a ridere da un momento all’altro, ha affermato che solo loro due potevano essere tanto strani da uscire insieme per la prima volta solo dopo aver fatto praticamente tutto ciò che viene dopo.
Sherry si è messa a ridere con lui e poi gli è salita sulla schiena, decisa a farsi portare a cavalluccio ed anche ad usare due ciocche dei suoi capelli come briglie, dando l’ennesima conferma al Saiyan sul fatto che si è legato ad una totale squinternata. Ma non le ha detto poi molto, l’ha lasciata fare e si è ritrovato ad un mercatino vintage.
L’obiettivo principale di Sherry non era acquistare qualcosa ma semplicemente gironzolare e osservare tutto. Questo genere di mercatini li ha sempre trovati divertenti perché ci puoi trovare mille oggetti di cui non immaginavi neanche l'esistenza, per non dire la funzione. Quando ci va si sente un po’ come Alice nel paese delle Meraviglie e si è sentita davvero bene nel condividere questa esperienza a prova di grasse risate col compagno.
Prima di andarsene, però, i suoi occhi si sono posati con adorazione su una vecchia polaroid perfettamente funzionante, munita pure di cartucce per ricaricarla. Non ha fatto in tempo a dire o fare qualsiasi cosa che il Saiyan l’ha afferrata con la coda ed è volato via con lei, mettendole poi tra le mani il tanto desiderato oggetto, prendendosi come premio un bacio così appassionato da mozzargli il respiro.
Subito dopo è stato trascinato ad un festival di street food, dove l'atmosfera li ha fatti sentire molto più a loro agio di quanto non farebbe quella di un ristorante elegante e dove Radish ha scoperto cibi che non conosceva. Alcuni gli hanno mandato a fuoco non solo la bocca ma anche l’intero apparato gastrointestinale, ma gli sono piaciuti lo stesso. Sherry gli ha detto immediatamente di non far sapere al Quartetto della sua propensione per il cibo piccante perché sennò lo tireranno in mezzo alla loro eterna sfida ancora aperta, ovvero chi mangia - masticandoli il più possibile - più peperoncini. Roba da lasciarci le papille gustative in modo permanente, roba malatissima.
Non sarebbero mai voluti tornare a casa. Avrebbero voluto andarsene lontano, solo loro due e lì rimanere isolati da tutto e tutti, amarsi tutta la notte fino al sorgere del Sole senza che nessun pensiero potesse disturbarli… ma sapevano di non poterlo fare. Hanno delle responsabilità adesso, delle grandi responsabilità verso tante persone. Quando la questione sarà finalmente tranquilla e stabile, hanno già deciso di rilasciare i vari piccoli branchi ai vari Alpha che a loro volta saranno controllati da Everett - se deciderà di restare con loro - e che lui dovrà seguire le loro direttive, aggiungendo delle riunioni mensili o cose di questo genere per tenerli sotto controllo. È stata un’idea di Radish in realtà, che vuole potersi godere la compagna in santa pace senza troppe persone sempre tra i piedi.
Un’idea davvero buona che Sherry ha adorato sul serio e che ha fatto guadagnare al Saiyan qualcosa di più di un bacio molto appassionato e che, alla fin fine, li ha ricondotti a casa col cuore un po’ più leggero.
Adesso, nel momento esatto in cui il Saiyan poggia i piedi sul prato di fronte casa, si pente di non averla rapita e condotta su qualche lontano pianeta totalmente disabitato.
Perché tornare a casa e trovare Everett mutato che pisola da un lato e Darko che urla contro un alterassimo Major, con Domino, Becca e Maddox ultra-furiosi alle sue spalle come supporto psicologico, non è certo ciò che si aspettava.
Si aspettava giusto Everett, che di dormire in casa ancora non ne vuol sentire parlare, ma di certo non tutto il resto. Si domanda se la sua bella idea sarà attuabile un domani mentre, visto l’andazzo, quella di prendere la maggior parte di loro e buttarli nelle fauci di Jäger per poi ucciderlo diventa molto allettante.
Non fa in tempo a dire una qualsiasi cosa che il ringhiare furioso di Sherry squarcia l’aria, attirando pure l’attenzione del fratello. Li guarda con quei suoi brillanti occhi rossi e non muove un muscolo, la grossa testa corvina ancora poggiata sulle enormi e forti zampe. Sa di aver esagerato, ma non è che gliene importi poi qualcosa in realtà…
«Si può sapere che cazzo è successo?! Sono stata via poche ore, per la puttana!»
«Quel coglione di tuo fratello li ha devastati totalmente!» Bercia in risposta Major, gli occhi dorati che brillano per la rabbia. Ma di colpo pare darsi una regolata, quasi avesse paura, e Radish capisce che qualcosa davvero non va quando lo vede grattarsi la nuca ed abbassare lo sguardo «Erano sfiniti ed incazzati, ho dovuto sedarli.»
«Cosa hai fatto?!»
«Gli ho dato un qualcosetta di leggero, non preoccuparti. È tutto tranquillo.»
Qualcosetta di leggero.
Non preoccuparti.
È tutto tranquillo.
Tre balle clamorose che fanno solo accapponare la pelle ai due.
Major non ha cosette leggere. Major ha delle bombe pazzesche che ti devastano malissimo il cervello. E le ha date ai due deficienti che volevano fare gli spavaldi con Everett!
«Beh, quasi tutto tranquillo…»
Ora più che mai Radish è convinto che Major sia un deficiente. Un colossale e totale deficiente a cui non affiderebbe neanche la vita di una pianta finta e che invece spesso e volentieri pattuglia attorno a casa sua.
Sherry sospira forte mentre tiene gli occhi chiusi. Si concentra su qualsiasi altra cosa pur di non strappargli un rene a mani nude - d’altra parte senza cuore morirebbe, bisogna arrangiarsi! - e dopo interminabili secondi, dove tutti i presenti già immaginavano un’esplosione di rabbia incontrollata, si volta finalmente verso Radish.
«Io mi occupo di Micah e tu di Mord, okay?»
«Devo proprio?» Borbotta a denti stretti mentre con lo sguardo fulmina per l’ennesima volta il maledetto guastafeste che è tornato a sonnecchiare di lato. Porta solo ed esclusivamente problemi ed ogni giorno pare aumentare pure il carico, altra prova degli stupefacenti talenti dei figli di Mezcal.
«Sei il loro Capitano, quindi sì.»
Vorrebbe mandarla al Diavolo e tornarsene al festival a mangiare altre leccornie, ma poi si ricorda che effettivamente è stato lui a volersi tenere la carica, che nessuno lo ha assolutamente obbligato in alcun modo, e quindi semplicemente borbotta insulti incomprensibili pure per il loro fine udito e si trascina dentro casa assieme a Sherry.
Mentre si dirigono al piano di sopra, inoltre, gli occhi del Saiyan non riescono a fare a meno di intercettare il secchio pieno d’acqua adesso sporca che Major ha utilizzato per pulire il vomito dei due amici, e nuove fantastiche idee gli invadono la mente.

Sherry ha visto spesso e volentieri Micah in condizioni estremamente discutibili, quindi non è rimasta particolarmente impressionata nel vederlo con i polsi legati alla testiera di quello che un tempo era il proprio letto. È stata però infastidita nel constatare che le manette con le quali era stato immobilizzato erano una di quelle che in più occasioni ha usato con e su Radish.
Ma non può badarci, non ora. Deve star vicina all’amico durante lo smaltimento di chissà quali sostanze Major gli ha somministrato per calmarsi e non badare al dolore.
Sfoggia una nuova cicatrice sotto l’occhio e nel constatare questo dettaglio sente una nuova ondata di disapprovazione: il viso di Micah è una maledettissima opera d’arte, rovinarlo con un cicatrice è inaccettabile!
Prima di salire lei e il compagno si sono muniti di grossi bicchieri pieni d’acqua - accompagnati con delle cannucce perché non si sa mai -, kleenex per le eventuali lacrime o sbavature e dei pacchetti di cracker. Dubita che riusciranno a farli mangiare, ma sperare non costa niente.
Notando poi che l’amico è così intontito che la sola idea che possa andarsene da qualche parte è pura fantascienza, lo libera dalle manette e si siede al suo fianco, psicologicamente pronta a tutti i suoi deliri.
«Questa stanza è fatta di Pepsi…» Ed ecco la prima, detta con tono sorpreso ma, al tempo stesso, sicuro. Afferra la scatoletta di kleenex e, senza avere idea di cosa sta facendo, ne estrae un po’ e allunga la mano verso lo scollo di Sherry.
«Posso metterlo nella tua maglia?» Annuisce appena, Sherry, e lo lascia fare. Meglio i kleenex delle lucertole morte, no? «Ora sei carina…»
Si sta trattenendo con tutte le proprie forze dallo scoppiare a ridere perché sennò con che faccia potrebbe dire a Major che è un idiota?
Vedere però Micah che fissa con occhi sgranati il pacco di fazzoletti e poi lo stringe al petto come se fosse una cosa meravigliosa certo non l’aiuta.
«…posso tenerlo?»
«Sì, puoi tenerlo.» Deve essere forte, deve comportarsi come una Regina. Quale Sovrano, in fondo, si lascerebbe trascinare tanto da una simile visione?
Però l’amico si sta infilando il pacchetto dentro la maglietta con fare goffamente furtivo, e la sua volontà vacilla di nuovo.
«Che stai facendo?»
«Lo porto a casa con me…» Qualcosa però non lo convince. Il prezioso bottino, ai suoi occhi, pare non avere abbastanza stabilità, potrebbe perderlo una volta in piedi, e questo è inaccettabile.
«Ho bisogno di un reggiseno… tu hai un reggiseno?»
«Non ora.»
«Tu indossi il reggiseno?»
«Non adesso.»
Non gli importa più. Terrà il pacco con le mani, non scapperà da nessuna parte.
Beh, con una mano. Con l’altra deve reggere il bicchiere per bere. Ma è così difficile, la cannuccia è lontanissima dalla sua bocca. Lo sfotte apertamente, la maledetta!
«Che stai facendo?» Quale Sovrano riuscirebbe a rimanere impassibile di fronte ad un Micah col cervello ridotto ad una poltiglia mentre, tenendo il bicchiere curiosamente lontano dal volto, allunga la lingua per leccare la cannuccia? Nessuno! Ecco perché, seppur trattenendosi ancora, la prima risatina esce di prepotenza dalle sue labbra.
«BEEEVO!» No, non beve. Non gli va più, non è importante: un nuovo pensiero preme con forza per essere portato alla luce immediatamente «Sono stato partorito su una scrivania?»
«Non ne ho proprio idea!» La risatina si fa più forte e, senza volerlo, non può fare a meno di domandarsi come stia andando a Radish, che adesso sta nella stanza che un tempo veniva occupata soprattutto da Maddox e Major.
«Perché… sì… sì… se metti i piedi… su una scrivania… partorisci meglio… e il bambino cade in un cestino.»
Beh, non fa una piega! Pensa mentre nuove risate premono per uscire, costringendola a tapparsi la bocca con la mano. Solo per assistere a scene del genere potrebbe anche andarle a genio l’idea di avere dei figli. In fondo essendo suoi faranno per forza delle stronzate di questo genere ed assistervi sarebbe esilarante, soprattutto perché Radish non reagirebbe poi troppo bene.
«Posso fartelo vedere… sono incinta?!»
«Sono abbastanza sicura di no!»
«NOOO!» Il fatto che sembri essere dispiaciuto dalla mancata gravidanza le fa chiedere a quale ancestrale livello sia arrivata l’abilità di Major di creare cose. Perché Micah si è sempre calato un po’ di tutto e mai una volta è arrivato ad un tale livello di confusione sia mentale che fisica.
Potremmo usare questa schifezza in guerra… magari finirebbero per scannarsi l’un l’altra preda di deliri incontenibili!
«Pepsi!» Da quando in qua a Micah piaccia tanto la Pepsi è un’altra domanda alla quale Sherry non troverà mai risposta. Nelle sue vene scorre il tè freddo alla menta, questa è cosa risaputa!
«Vieni qui!»
«Che vuoi?»
«Vieni qui!»
Non è convinta che sia il caso di dargli retta, per niente. Conoscendolo potrebbe provare a mettere le mani dove davvero non dovrebbe. Una volta hanno avuto un rapporto sessuale perché lei era su di giri per l’alcol, ma ancora in grado di intendere e di volere, e lui spaccato malissimo da uno strano miscuglio di droghe. Fu divertente, molto, ma è abbastanza sicura del fatto che Radish non gliela farebbe passare liscia se provasse a metterle la lingua in bocca neanche in questo frangente. A stento accetta le tentate effusioni di Mordecai e giusto perché, malgrado lo neghi strenuamente, gli è davvero affezionato. Con Micah, invece, potrebbe compiere gesti davvero poco carini.
Quando però lo vede allungare una mano “solo” per metterle un po’ di fazzoletti appallottolati alla meglio nella maglietta, capisce che le sue intenzioni sono innocue. Beh, innocue per lei, Radish probabilmente non gradirebbe neanche questo, ma non vuole pensarci.
«Che stai facendo?»
«Ti ingrandisco le tette!» Le pare estremamente fiero della propria idea ed anche molto soddisfatto una volta inseriti un numero imbarazzante di fazzoletti, quasi tutti a sinistra tra le altre cose, e tira un mentale sospiro di sollievo quando lo vede rigirarsi su un fianco, il pacco quasi vuoto di kleenex stretto al petto mentre borbotta: «Dobbiamo stare un po’ da soli…»
Ha davvero paura di quali siano le sue potenziali intenzioni con il povero oggetto inanimato, ma non vuole pensarci. In fondo Radis è alle prese con un fattissimo Mordecai: deve andare in suo soccorso!

Nel momento esatto in cui Sherry è andata da Micah, Radish è andato da Mordecai nella stanza in fondo al corridoio. Per quale motivo Fern non tirò giù le pareti per creare un’unica enorme stanza per tenerceli tutti non riesce a capirlo. In fondo un muro o una porta potevano forse evitare che si spostassero di notte per intrufolarsi l’uno nel letto dell’altra? Ovviamente no. Mordecai stesso gli ha raccontato, mentre era sbronzo, delle innumerevoli volte in cui è strisciato nel letto di Sherry per potersi divertire un po’ insieme. Ed anche Micah, in realtà. L’idea che lì dentro tutti abbiano fatto un po’ quel gran cazzo che gli pareva non gli è andata proprio a genio, motivo per cui ha spaccato di nuovo il naso a Mordecai. Da quel momento sta un pochino più attento a cosa gli racconta della loro infanzia.
Ora Radish rimane immobile ad osservare l’amico: l’hanno legato al letto con ogni singola cinghia o catena che tengono nel “mitico sexy shop con i cassetti”, bloccandogli per bene le braccia al corpo.
Non farà domande a nessuno, non stavolta. Non ha alcuna intenzione di giocarsi un altro po’ di salute mentale nell’apprendere cosa può aver o non aver fatto in gioventù per dover essere bloccato in questo modo.
«Non è ancora finito?»
Lo guarda senza capire e lo avvicina cautamente. Non gli va di picchiarlo, non quando è coperto di sangue secco dalla testa ai piedi e mostra un numero imbarazzante di nuove minuscole cicatrici dai lembi di pelle che non sono nascosti sotto i vari blocchi.
«Cosa?»
«No, dai!»
Sobbalza appena, decisamente impreparato a dover affrontare una cosa del genere. Sa cosa fare quando sgattaiola in casa che è ubriaco e si rimpiatta nel box doccia o va a rifugiarsi sul tetto per poi calarsi giù dal camino senza un perché, ovvero ignorarlo e fingere di non essersi assolutamente accorto di niente sennò ricomincerà a bere. La prima volta che è successo stavano facendo sesso in modo leggermente spinto e la cosa non gli è andata particolarmente giù, tanto che Sherry ha dovuto impedirgli con le cattive a non usare la fallica e glitterata arma sull’amico.
Questo ormai lo sa, lo ha imparato ed è oltremodo sicuro che in qualche modo riuscirà a fargli passare il vizio, ma in queste condizioni che deve fare? Assecondarlo? Stare zitto? Affogarlo con l’acqua mentre gli ficca i cracker in gola? Soffocarlo con i kleenx?
Dio… si è cacciato in una situazione davvero orribile.
«Rad!»
«Cosa?»
«Ti voglio bene!»
«Grazie.» Nel mentre che l’altro parla con un tono leggermente alto e mostra una notevole falsa lucidità, Radish trascina una sedia imbottita e cigolante vicino al letto e vi prende posto. La faccenda potrebbe andare avanti per un po’, tanto vale provare a stare comodi.
«Puoi vedermi?»
«Sì.»
«Io posso vederti?»
«Non lo so.»
«Perché?»
Forse perché stai fissando il soffitto, idiota? Potrebbe dirglielo, eccome se potrebbe, ma a quale scopo? Dubita largamente che si renda davvero conto di quello che si stanno dicendo, fargli capire perché non è nel suo campo visivo sarebbe solo stupido.
«Perché devi riposare.» Beh, è stupido anche provare a convincerlo di una cosa del genere, ma è un tentativo più che giustificato.
«So che devo riposare. Devo mettere giù le mani, la testa all’indietro e fare un pisolino. Ho ragione?»
«Sì.» Ora anche a lui viene da ridere. Mettere giù mani e testa quando è legato come un insaccato e già steso in un letto? Beh, si tratta di Mordecai alla fine: anche da lucido potrebbe decidere di cominciare a dar testate a destra e a sinistra pur di riuscire nella stupida impresa.
«Bene. È quello che volevo sentire. Buonanotte.»
«Buonanotte.» Sospira mentre lo vede chiudere gli occhi e tenerli strettissimi, come se così potesse effettivamente addormentarsi prima.
«Ti voglio bene.»
«Grazie.» Ridacchia in risposta, passandosi le mani sul volto stanco.
Beh, sì, si è cacciato in un casino notevolissimo e mai nella vita avrebbe preso anche solo in considerazione uno stile di vita tanto folle, talvolta proprio disastroso, ma adesso non riesce davvero più ad immaginarsi alle prese con una vita più semplice.
Il suo posto è lì, in mezzo a loro, a fare più o meno silenziosamente a cornate con Everett, a rotolarsi tra le lenzuola con la focosa e folle fidanzata, a bere, ridere e tenere sempre a bada quei chiassosissimi ragazzoni che, per chissà quale motivo gli abbia detto il cervello, lo vogliono a loro volta difendere da minacce e affronti di vario genere.
La sua vita è diventata caotica e chiassosa, non può voltarsi un secondo che è già successo qualcosa, a breve si unirà pure in matrimonio con la Regina dei Delinquenti e dei Drogati… e, cazzo!, se gli va più che bene così!
«Come va?»
Volta pigramente la testa verso Sherry, apparsa come per magia alle sue spalle. Le sorride appena e si volta di nuovo quando sente il vivace e acuto saluto del Cacciatore immobilizzato che ancora non muove neanche la testa. Cosa diavolo gli hai dato, Maj?!
«Mi pare che tu ti stia divertendo.» Afferma Sherry mentre prende posto sulle gambe del compagno. È stanca morta e la sua psiche è sempre più vicina al crollo per la moltitudine continua di problemi e preoccupazioni che le si accatastano sulle spalle, ma stare vicina a Radish in qualche modo la fa sentire meglio.
Se solo riuscisse ad andare d’accordo con Everett…
«Oh, io mi diverto sempre.» Cinguetta allegro Mordecai, gli occhi che sembrano aprirsi sempre di più assieme al suo sorriso entusiasta «Mostrami le tette!»
«Ehi, calma.» Radish gli picchietta appena la coda contro il braccio, non suscitando assolutamente la reazione sperata.
«Non posso, sto volando!» Ride, il pazzoide. Ride delle sue stesse parole pur non avendole neanche capite.
A Sherry si stringe il cuore nel vedere il materasso macchiato di sangue ed anche nel sentire l’odore delle ferite che si sono riaperte. Sa bene perché Everett e Darko ci vadano tanto pesante con lui, sa che hanno aspettative altissime per via delle sue straordinarie capacità ancora non del tutto sviluppare ed espresse, ma non vuole che gli facciano così male.
«Vado a scuola domani?»
«Penso proprio di no.»
Sherry continua a fissarlo in silenzio, domandandosi da dove gli sia uscita. Lui, esattamente come ognuno di loro, non c’è mai andato a scuola, se non di straforo per rubare delle scemenze, per fare cose decisamente fuori luogo durante la notte o per buttarsi nelle loro piscine al coperto. E fare cose anche lì.
«Forte, c’è la verifica di algebra e non ho studiato un cazzo, ma non ditelo a Gesù!»
Con quest’ultima uscita Sherry gli mette la propria maglietta sugli occhi nella speranza che si addormenti, ritrovandosi poi a roteare gli occhi al cielo quando lo sente fischiettare This is Halloween.
Il 24 sera, subito dopo cena, dovranno guardare tutti assieme The Nightmare Before Christmas come vuole la loro tradizione, e di colpo i brutti pensieri se ne vanno all’idea che Radish vi prenderà parte per la prima volta. Sarà divertente!
«Tuo fratello deve alleggerire un po’…» Borbotta infastidito mentre appoggia la fronte contro la sua spalla, stringendole le braccia attorno al petto nudo. Non sia mai che sbuchi qualcuno e veda qualcosa che proprio non deve vedere.
Sherry si rigira pigramente e si accoccola tra le sue braccia, mettendo le gambe sul suo braccio così che poi sia costretto a portarla a letto in braccio - che piano astuto e maligno! - e con un sorrisetto che va dal rassegnato al divertito afferma: «Ci conviene trovare le sfere e chiedere il miracolo al Drago!»


 

𝒟𝒾 𝒻𝒾𝓁𝓂 𝑜𝓇𝓇𝑒𝓃𝒹𝒾, 𝓆𝓊𝒶𝓁𝒸𝑜𝓈𝒶 𝒹𝒾 𝒻𝑜𝓇𝓉𝑒,
𝒮𝒸𝒶𝓁𝒶 𝟜𝟘 𝑒 𝓂𝓊𝓈𝒾𝒸𝒶 𝓅𝑒𝓈𝓈𝒾𝓂𝒶!


Radish, dopo ormai ben cinque lunghissimi giorni di convivenza forzata con Everett, è sicuro di poterlo tranquillamente paragonare alla stregua di un barboncino toy: riconosce soltanto un padrone e quel “padrone” è Sherry. Ed è evidente perché quando è vicino a lei è sereno, tranquillo, ma appena è qualcun altro ad avvicinarsi (lui in particolar modo), il maledetto barboncino toy che su quattro zampe supera i tre metri di altezza inizia subito ad innervosirsi, ringhia, e se poco poco incroci il suo sguardo muori un po’ dentro.
Anche quel pomeriggio si è domandato per un istante se l’intera dolce famigliola avesse questo straordinario potere che neanche Freezer ai tempi d’oro, ma i suoi pensieri sono stati interrotti violentemente dal sorrisino della sua dolce e carissima fidanzata. Stava sicuramente per uscirsene con un qualcosa che davvero non gli sarebbe piaciuto, lo sapeva, così si è concentrato al massimo delle proprie capacità per rimanere calmo mentre lei gli esponeva la propria geniale idea.
Sarebbe potuta andare peggio, tutto sommato, perché l’unica cosa che chiedeva era vedere un film.
Voleva vederlo tutti assieme sul divano, niente di sconvolgente. Bastava mettersi uno da una parte e uno dall’altra con lei nel mezzo, non ci sarebbero state grandi difficoltà. In fondo, malgrado lo neghi, è troppo stressata per dirle di no e negarle una piccolezza del genere; rischierebbero solamente di mandarle il cervello in pappa.
Così eccoli qua, seduti imbronciati sul divano con gli occhi ridotti a due fessure mentre guardano il film più oscenamente brutto che sia mai stato anche solo pensato.
Teoricamente sarebbe dovuto essere un horror di quelli che piacciono un po’ a tutti e tre, ma in breve si sono resi conto che no, non è un horror, bensì uno splatter disgustoso e senza una maledettissima logica che li sta disturbando a livello psicofisico.
Everett, seduto in modo sempre composto e con una mano a reggersi la fronte tanto è infastidito, si allunga in avanti senza emettere un suono, prende il telecomando e spegne, osservando poi la coppia. Radish se ne sta mollemente abbandonato, anche lui si regge la fronte ed ha un’espressione così sconvolta e disgustata in volto da risultare comico; Sherry se ne sta seduta a gambe incrociate, la schiena rigidamente dritta e gli occhi sgranati di chi davvero non ci sta capendo niente. Di certo neanche lei si aspettava un tale risvolto nella “trama”.
«Fatemi capire bene: lui uccide il padre della ragazza, gli taglia la pelle della faccia e poi la indossa come una maschera mentre limona con lei.» Fosse stata questa la parte peggiore…
«Se devo essere onesto, non sono affatto contento.» Non può fare a meno far scattare gli occhi sulla compagna, domandandole silenziosamente con quale criterio abbia potuto scegliere un simile abominio.
«Okay, ho scelto un pessimo film, ma guardiamo il lato positivo: siete stati vicini senza provare a colpirvi neanche una volta e non vi siete neanche insultati!» Ed è vero, i due si sono ignorati pure senza tenersi il broncio! Per Sherry è un traguardo notevolissimo, soprattutto se si pensa che Radish, la notte prima, aveva simpaticamente pensato che fosse molto divertente rimanere sveglio per poter lanciare una secchiata d’acqua su Everett. Che poi lo abbia mancato perché era già sveglio è un altro paio di maniche, il gesto in sé è stato più che sufficiente a fargli mettere un paio di dadi per il brodo nel soffione della doccia prima che il Saiyan vi entrasse. Inutile specificare le bestemmie che sono volate durante tutta la mattinata e per buona parte del pomeriggio.
Ma in questo momento lo Spettro pare troppo sconvolto per prendersela con lui. Gli hanno deviato la sorellina, l’hanno resa una deficiente che ha congelato delle Mentos nei cubetti di ghiaccio per fargli esplodere la Coca-Cola in faccia per gioco, spesso e volentieri pare totalmente incurante dell’orribile e pericolosa situazione in cui si trovano - lei in modo particolare - e lui pare non avere le capacità per darle una raddrizzata.
A conti fatti però un modo per farle almeno dare una calmata ci sarebbe anche. Un modo odioso, orribile ed intollerabile un po’ come la visione di quel film, ma se vuole che cominci a comportarsi un minimo come una rispettabile Regina e non come un’adolescente fuori controllo deve per forza scendere a patti.
Dopo un’attenta valutazione interiore si alza dal divano e rivolge la propria attenzione al Saiyan, che a sua volta lo guarda con aria sconsolata. Everett se lo volesse potrebbe anche prendere il suo regal didietro e andarsene, ma lui è inscindibilmente legato a lei: dovrà sorbirsi la sua esuberante idiozia finché campa!
«Birra?» Propone dopo lunghissimi ed imbarazzanti secondi passati a fissarsi dritto negli occhi.
Ne seguono poi altri, Radish lo fissa in silenzio ed infine scuote con fare sconsolato la testa, alzandosi a sua volta.
«Mi serve qualcosa di più forte dopo questo orrore.»
Sherry, rimasta sola sul divano, fissa lo schermo nero del televisore mentre tenta disperatamente di capire a cosa diavolo ha appena assistito: Everett gli ha proposto di bere qualcosa insieme di sua spontanea iniziativa e Radish ha accettato abbastanza di buon grado!
Salta sul divano come un gatto e atterra in ginocchio, tenendosi quanto più bassa possibile per poterli spiare da dietro lo schienale mentre il fratello e il fidanzato - questo pensiero le suona ancora strano, in realtà - si siedono al tavolo con una bottiglia di vodka ghiacciata e un mazzo di carte. Da quando in qua il più grande beva superalcolici e il secondo giochi a Scala 40 non saprebbe proprio dirlo, ma le va più che bene così.
Striscia giù dal divano tentando di non farsi vedere per non rompere quella strana magia e gattona il più silenziosamente possibile verso le scale, ma il pericoloso tentativo di lasciarli da soli era destinato a fallire in partenza.
«Tu non giochi?» La voce di Everett le arriva nitidamente alle orecchie e, quando la testolina striata fa capolino da dietro al muro, li trova entrambi insolitamente calmi a fissarla come se fosse pazza.
Con un colpetto di tosse annuisce distrattamente, cercando di recuperare un briciolo di dignità mentre si avvicina. Mentre le danno le carte, non riesce a fare a meno di sorridere nel vederli stranamente calmi pur essendo tanto vicini.
Tutto sommato, scegliere quell’abominio di film non è stata poi una pessima idea…

È ormai l’una di notte ed hanno perso il conto di quante partite hanno giocato. Hanno smesso da una ventina di minuti poiché pure l’irriducibile Everett si è ritrovato a sbadigliare sonoramente per la stanchezza, ma Sherry si è attaccata alle braccia di entrambi e li ha trascinati sul divano per fare quattro chiacchiere.
Non vuole che si rompa la magia. La paura che con qualche ora di sonno i loro progressi svaniscano nel niente le fa accapponare la pelle. E loro due lo sanno, lo hanno capito. Così come hanno capito che davvero devono smetterla di comportarsi come due ragazzini. Lei è sotto una pressione troppo grande, presto affronterà ciò che più teme al mondo e non possono rischiare di compromettere le sue capacità solo perché non si piacciono. Riprenderanno quando tutta quella faccenda sarà chiusa ed archiviata, quando avranno vinto.
Si sforzano quindi di scambiare quattro chiacchiere in modo civile davanti a lei, di non insultarsi e non guardarsi in cagnesco, sorprendendosi entrambi nel vederla sempre più sveglia e felice.
«Oddio, questo pezzo mi piace un sacco!»
La guardano dolcemente mentre si alza di scatto e corre verso lo stereo per alzare il volume.
Non potranno fare molto con lei, questa consapevolezza è sempre più chiara e quasi spaventosa: crescerà e maturerà con i suoi tempi, per adesso resterà una giovane donna di venticinque anni con l’esuberanza di un’adolescente che vuole solo divertirsi.
Una giovane donna follemente innamorata che si sta spaccando la schiena per tenere quante più persone possibile al sicuro, che sta rischiando la propria libertà per riuscire nei propri scopi e che ha un bisogno disperato del loro appoggio per non crollare psicologicamente. Del loro appoggio e di questi momenti di svago, dove balla e canta in salotto all’una di notte con gli uomini della sua vita.
«E quante volte te lo devo dire
Che non devi piangere?
E che il tuo viso proprio non è un posto per le lacrime?»
Sorridono senza neanche rendersene conto per poi guardarsi dritto negli occhi.
Decisamente dovranno deporre l’ascia di guerra, dovranno smettere con le secchiate di acqua gelida durante la notte, con i lassativi nelle bevande e con qualsiasi altro tiro mancino: dovranno unire sul serio le forze e sopportarsi perché nessuno dei due può pensare di allontanarla e perché neanche lei vorrebbe allontanare uno dei due.
Questo strano ma dolce momento viene però distrutto in una frazione di secondo: la porta viene spalancata di colpo e il Quartetto fa il proprio rumorosissimo ingresso al grido di “CAZZALARANDA!".
«Ecco i quattro figli di puttana più favolosi dell’Universo!» Urla poi Micah, due bottiglie di whisky strette nelle mani. Certo, Everett ha ordinato loro di tenere il branco sotto controllo e di non essere troppo esuberanti proprio di notte, ma non ha mai detto niente sul delegare a River, Glover e Willem e sull’essere esuberanti insieme a loro. Non ne ha mai fatto cenno, neanche per sbaglio.
Fosse stato meno preso da mille pensieri, o si fosse avvicinato prima a Radish, avrebbe capito subito che con loro c’è da essere molto specifici.
«Ma che è ‘sto mortorio?!» Le urla contro Maddox mentre si dirige a grandi falcate in cucina, un sorriso allegro sul volto in genere duro.
«Che ci fate qui?» Ringhia a denti stretti Everett, fissandoli trucemente.
«Eravamo nei dintorni.» Ovvio, palese. Che domande del cazzo fa il grande principino?!
«Ehi, giù le zampe!» Ringhia a sua volta Radish quando il lupo afferra Sherry per i fianchi per baciarla a fior di labbra, beccandosi poi un colpo di tacco molto vicino all’inguine. Ma al Cacciatore frega davvero poco, infatti scoppia a ridere di gusto.
«SHER! CHE TI HO DETTO?!» Le urla addosso Major, Micah dietro di lui che stappa la bottiglia con i denti e beve a canna.
«Ci risiamo!» Butta la testa all’indietro, Sherry, le mani sul viso per nascondere un sorriso divertito e colpevole.
Non è certo la prima volta che fanno una cosa del genere, motivo per cui Fern dormiva sempre con i tappi per le orecchie.
«Se vuoi sparare il volume a palla a quest’ora di notte… almeno spara una merda che ci piace!» Armeggia con lo stereo, Major, più che deciso a togliere quella lagna incredibile. Non ha certo lasciato il letto di Domino per ascoltare una cosa del genere!

If you not drunk ladies and gentlemen
Get ready to get fucked up
Let's do it, ha ha
LMFAO!

Elettropop a tutto volume, i bassi pompano così forte da vibrare nei loro petti.
Major afferra Sherry, ballano insieme in modo assai poco elegante. Micah prende il telefono, fa un breve video e lo manda alla sua Mamacita, incitando lei e la sua dolce metà a portare lì le chiappe.
Mordecai sale sul tavolo e balla mentre tiene la bottiglia di vodka precedentemente abbandonata sul tavolo ben ferma tra i denti, lasciandosi scendere il forte liquido giù per la gola quasi fosse semplice acqua.
Maddox beve il whisky che si erano portati e bestemmia sonoramente quando Micah tira un colpo al fondo della bottiglia e gliela sbatte sui denti.
Radish scoppia a ridere, contagiato dalla loro esuberanza. Beh, quella convivenza forzata sarà decisamente più facile se nel mezzo ci staranno queste teste matte. Almeno è quello che spera.
Di una cosa però è sicuro: se lo volessero, loro due insieme potrebbero controllarli davvero.
«Devo ricordarvi chi c’è là fuori pronto a staccarvi la testa a morsi?» Borbotta contrariato Everett, quasi sconvolto dall’improbabile spettacolo.
La sua vita non è mai stata così. Non ha avuto modo di avere proprio una vita, in pratica.
Per lui c’erano altre cose. C’era il dolore, una quasi totale solitudine, una sottospecie di esilio dall’unico posto familiare che gli era rimasto, e c’erano gli incessanti allenamenti giornalieri. Ecco com’era la sua vita prima di avere la Sherry.
Non sa proprio dire se questo stile di vita può andargli a genio o meno, ma sa che deve provare ad adattarsi un poco e, per citare Darko, provare a guardare il mondo con i suoi occhi.
Radish afferra il bicchierino che Mordecai gli sventola sotto al naso e, prima di buttare giù lo shot, si rivolge con arroganza proprio al principe, sorridendo con aria beffarda: «Che provi a venire ora: si ritroverebbe a novanta gradi ancor prima di capire quanto è stato stupido ad avvicinarsi!»


 

𝒫𝓇𝑜𝒷𝓁𝑒𝓂𝒾 𝒸𝑜𝓁 𝒷𝒶𝒷𝓎-𝓈𝒾𝓉𝓉𝑒𝓇!


Chichi decisamente non vorrebbe degli Spettri nei dintorni di casa sua a tenerla sotto tiro. Così come non vorrebbe essere affiancata ogni volta che va a fare la spesa. Ma che può farci? Sherry non le dà ascolto neanche per sbaglio e Radish pare non avere alcun potere per farle cambiare idea, quindi tanto vale accettarli… e sfruttarli.
Si sono dimostrati degli eccellenti tuttofare e dei pignoli insopportabili, tanto che sono finiti a pulire sotto ogni mobile presente in casa sua, frigorifero compreso. Hanno riparato tutto ciò che poteva esserci da riparare, hanno imbiancato, sistemato il giardino, revisionato il pick-up che Sherry e Bree le avevano regalato, rattoppato dei vestiti e più di una volta si sono messi ai fornelli. Fanno tutto quello che possono pur di tenersi occupati e renderla il più felice possibile perché non solo Sherry potrebbe indispettirsi se sapesse che Chichi è scontenta, ma Everett si indispettirebbe sicuramente molto di più se li trovasse sdraiati da qualche parte a pisolare. Far indispettire lui, tra l’altro, è sicuramente molto più pericoloso che far indispettire chiunque altro, Vegeta compreso.
Adesso Chichi è immersa fino al collo nei preparativi di un buon pranzetto per la famiglia, con in sottofondo il vociare continuo di Mordecai e Gohan. Non è per niente felice né di aver quel pazzo per casa, curiosamente libero dal proprio allenamento, né che il figlio trascuri gli studi, ma ha ben capito che non c’è niente da fare in questi casi. Ha pure capito che Gohan sa gestirsi da solo e che l’eccentrico Spettro pare in qualche modo ascoltarlo quando gli dice che ha da fare. Senza contare che si è dimostrato un baby-sitter favoloso per Goten! È riuscito pure a farlo addormentare totalmente sfinito… un dolce, come minimo, se lo merita tutto!
Mentre mescola il composto in una grossa bacinella, pensando distrattamente che loro hanno uno stomaco ancora più spaventoso di quello del marito, non può davvero fare a meno di ascoltare le particolari chiacchiere del ragazzone.
Se ne sta lì seduto sul pavimento con le gambe incrociate, il petto lasciato nudo e i capelli ancora bagnati che gli gocciolano sulle spalle e sulla schiena, in volto il solito sorriso luminoso che contagerebbe il più giovane anche senza dire una parola.
Si sta facendo raccontare delle scemenze che hanno fatto in gioventù, rimanendo davvero sorpreso nel constatare che malgrado ogni follia al limite della fantascienza abbiano mai compiuto sono ancora vivi e in perfetta salute sia fisica che psicologica.
«Quando eravamo piccoli spesso ci annoiavamo da matti. Sai, non avevamo molti altri Spettri con cui giocare, così dovevamo arrangiarci per passare il tempo, soprattutto quando pioveva. Ricordo benissimo la volta che, guardandoci attorno in preda alla noia più nera, notammo il telefono e delle Pagine Bianche con l’elenco delle persone—»
«Le pagine bianche erano le vostre menti…» Ride forte, Mordecai, nel sentire il mormorio acido di Chichi.
Ovvio, palese. Le loro menti erano più bianche del bianco, ci scrivevano ogni giorno e poi, tipo lavagnetta magica, le resettavano andando a dormire e i pochi insegnamenti appresi sparivano di colpo. Povera Fern, se non è impazzita o morta di crepacuore è solo un gigantesco miracolo!
«Comunque ci siamo detti “mettiamo su un’attività! Chiamiamo persone a caso e creiamo del caos!”»
Gohan si pregusta l’apocalittica minchiata che sta per ascoltare, consapevolissimo che sia tutto assolutamente vero. Non ci vuole certo l’udito di uno Spettro per capire se Mordecai sta raccontando balle, basta guardarlo in faccia.
«L’obiettivo era creare questa storia in cui noi eravamo dei bambini abusati. Come funzionava? Uno di noi chiamava un numero a caso e chiedeva tipo di una zia inventata e in sottofondo intanto sentivi il rumore degli schiaffi e di un altro che implorava il padre di smettere!» Non riesce a smettere di ridere mentre parla, emulando il rumore dei colpi sul proprio braccio per fargli capire meglio il concetto. E Gohan ride di gusto, le braccia muscolose strette attorno all’addome e le lacrime agli occhi. Gliene ha raccontate così tante che anche lui è rimasto davvero sorpreso dall’attuale sanità mentale di Fern. Lui, di certo, non ne sarebbe uscito così bene!
«Ma è orribile!» Urla alle loro spalle Chichi, gli occhi fuori dalle orbite mentre pensa che se fosse stato suo figlio a fare una cosa del genere, lo avrebbe massacrato di botte fino a ridurlo ad una poltiglia rossastra spiaccicata sui muri.
«Le persone che rispondevano dicevano “c’è qualche problema? Possiamo aiutarvi?” e noi “no, no, ho sbagliato numero!” e attaccavamo.» Ha le lacrime agli occhi solo nel ricordarlo, gustando di nuovo quel senso di puro divertimento e piacere che provavano nel burlare così stupidamente il prossimo «Il problema è che ancora non esisteva il numero privato e ci hanno pure richiamati, e un giorno ha risposto mamma! Lì è stato problematico!» Le botte che presero quella volta non se le scorderanno facilmente.
Ricorda che erano finalmente usciti in cortile perché aveva smesso di piovere - veniva giù a secchiate e a loro non piaceva per niente - e da un secondo all’altro Fern si materializzò sulla porta, gli occhi iniettati di sangue e i capelli dritti per quanto era furiosa. Brandiva in una mano un matterello e nell’altra una pentola a pressione.
Loro, consapevoli della cazzata fatta, non ebbero neanche il coraggio di scappare più di tanto: provavano a tenerla a distanza con le braccia tese in avanti e nel frattempo si lasciavano legnare di brutto implorando sia pietà che perdono.
«Poteva sembrare che stesse mentendo…» Mormora Chichi, cercando di immaginarsi nei panni della donna. Non ci riesce, proprio no, e davvero adesso le pare ancor di più una Santa con la S maiuscola. Ma anche tutto al maiuscolo, volendo, perché per riuscire a sopportarli, dargli una raddrizzata e sopravvivere è un’impresa che pochi o forse proprio nessuno potrebbe compiere.
«Esatto!» Ovvio, palese. Per lui la parte più divertente fu proprio quella, in realtà.
Lo guarda dritto nei suoi grandi occhi color caramello resi lucidi dalle troppe risate, e quattro semplici parole piene di veleno le escono prepotentemente dalle labbra: «Siete delle persone orribili

Chichi però non è l’unica che si è ritrovata con degli Spettri in giro per casa.
Bulma, a causa di tutto quello che ha creato e messo a disposizione a Vegeta per i suoi allenamenti, si è ritrovata a sua volta con un bel via vai per casa.
Certo, lì provano a comportarsi in modo un poco più civile perché sennò il Saiyan gli devasterà la vita a furia di pugni, ma comunque si tratta sempre di Spettri adulti a briglia sciolta.
Qualche giorno prima un uomo d’affari con il quale doveva concludere un accordo molto importante le ha scioccamente mancato di rispetto, alzando davvero troppo la voce e Willem stava passando di lì…
Per farla breve, per la paura che gli ha fatto provare l’accordo è stato concluso con dei grandi vantaggi per la scienziata, che sarebbe sì stata capacissima di farsi valere da sola ma che si è trovata piacevolmente sorpresa dalla cavalleria dell’uomo. Dopo gli ha offerto una buona merenda prima che ricominciasse ad allenarsi, promettendogli che non avrebbe detto a Vegeta o, molto peggio, a Radish del suo scoppio d’ira.
Ma c’è un altro Spettro che gira spesso per casa loro perché Vegeta lo trova abbastanza talentoso da meritare la sua attenzione e che da tre giorni si ritrova costretto a rimanere fino a tardi per colpa di due grandi occhioni blu che lo guardano pieni di tristezza ogni volta che si avvicina alla porta.
Ma adesso suddetto Spettro non può rimanere, ha una fame che non ci vede e pure un appuntamento in agenda, quindi stavolta è proprio l’aiuto di Bulma a farsi profondamente necessario.
«Bulma, ho un problema!» Urla infatti River, una mano sul viso e l’altra premuta contro la porta d’ingresso.
«Che problema?» Urla di rimando la donna, poggiando il proprio libro sul tavolo e voltando pigramente la testa. Con loro si urla sempre, ormai l’ha capito, e in realtà non gliene può fregare di meno. Le ricordano i giorni in cui, da ragazzetta, sua mamma o suo papà la chiamavano per cena o per altri motivi e finivano per urlare da una stanza all’altra interi discorsi.
«È meglio se vieni a vedere!»
Il suo tono di voce le pare insolito, uno strano miscuglio tra il divertito e il rammaricato, motivo per cui si alza svogliatamente per raggiungerlo. È stanchissima, è stata una giornata lunga e lei, che proprio non riesce a tenere a freno le idee, sta continuando a studiare un qualche marchingegno da far indossare agli Spettri per far sì che i loro pensieri vengano letti ed espressi per farsi capire anche su quattro zampe. Loro non gli sono sembrati poi troppo entusiasti, soprattutto all’idea di essere usati come caviette da laboratorio, ma poi lei ha detto chiaramente che avrebbe comunicato a Radish che si sono comportati male in casa sua e quindi tutti con la coda tra le gambe.
Lo spettacolo alla quale adesso sta assistendo Bulma, però, è assai più spassoso di quegli omini che tirano giù la testa e le fanno fare come vuole solo perché sennò farebbe la spia: suo figlio se ne sta aggrappato con tutte le proprie forze alla gamba di River per impedirgli di andarsene.
Anche la sera prima aveva fatto le bizze dal momento che con l’uomo si diverte davvero tanto e che gli dà tutte quelle dolci attenzioni paterne che non ha mai ricevuto prima, ma certo non si aspettava che si impuntasse in questo modo.
«Non mi sembrava carino dirlo ad alta voce.» Ed è vero, gli sembrava poco rispettoso nei confronti di Vegeta fargli vedere suo figlio comportarsi in questo modo nei propri confronti.
Bulma, seppur intenerita dalla scena, comprende che l’uomo ha una vita e non può passare sempre il suo tempo libero in compagnia del figlio, così si piega in avanti per prenderlo e staccarglielo di dosso, trovando però una notevole resistenza da parte sua.
«Trunks, tesoro, vieni.»
«Non tirarlo, per l’amor di Dio! Si è aggrappato così forte che rischia di strapparmi pure i legamenti!» La cosa forse più assurda di tutta quella faccenda è che anche quando torna a casa al Sud succede sempre così. I suoi nipoti gli si attaccano alle gambe e alle braccia - o alle zampe e alla coda - pur di non farlo andare più via e lui si trova sempre costretto a chiamare rinforzi per farsi liberare. Sua sorella e le sorellastre sono sempre ben disposte a dargli una mano, consapevolissime di quanto quei dentini aguzzi facciano male quando si conficcano nella carne, mentre i fratellastri se la ridono alla grande da un lato.
Come in quei casi, anche stavolta River si trova costretto un’altra volta ad abbassarsi per avvicinarsi al volto del bambino, che tutto pare fuorché incline a mollare la presa. Lui è suo amico e loro si divertono un sacco, no? Ecco: devono stare insieme e fine della faccenda!
«Nanetto, io torno domani, ora devo andare a mangiare.» Tenta così, usando il tono più dolce possibile per rabbonirlo, notando subito che non funziona neanche per sbaglio. Ha il sangue di Vegeta che gli scorre nelle vene, non poteva certo essere un frignone che molla subito la presa!
«Nano, non sto scherzando: pure tua madre sta cominciando a sembrarmi molto appetitosa, e non in senso buono.»
Se c’è una cosa però che è capacissima di smuovere il forte Alpha sono le lacrime di un bambino, siano pur queste delle palesissime bizze con annesse lacrime a comando. Non ce la fa, non lo sopporta. Sua sorella ce lo fregava tutte le sante volte da piccoli e, essendo il primogenito più stronzo di tutti gli altri, lo ha subito insegnato a tutti i cuccioli per farlo capitolare come uno scemo ad ogni labbrino tremolante. Cosa ci trovi di tanto esilarante davvero River non riuscirà mai a spiegarselo. Anche perché lui non ne è consapevole, ma il forte e cazzutissimo principe se la dà a gambe levate quando i suoi figli piangono perché gli si spezza il cuore e finirebbe col fare tutto quello che vogliono.
«Dai, lasciami, così vado a mangiare e domani torno. Ti porto pure delle caramelle, ti va?»
Trunks ci pensa, soppesa le sue parole per quanto la sua infantile mente glielo conceda, soffermandosi per interminabili secondi sulla parola “caramelle” ed infine cede.
Gli lascia la gamba e lascia che sua madre lo stringa al petto, sorridendo poi giocosamente quando il lupo gli passa una mano tra i capelli lilla in un gesto affettuoso. Sorriso che poi sparisce quando la porta si chiude e l’amico sparisce dal suo campo visivo.
Potrebbe anche non tornare più per quanto ne sa, ma i baci affettuosi di sua madre sulla guancia e il suo sorriso caldo e luminoso lo rallegrano di nuovo. Oltretutto adesso è l’ora della pappa, non c’è davvero tempo per dispiacersi.
«Mi sa che ti abbiamo trovato un baby-sitter con i controfiocchi, vero?»

 

 

𝒫𝒾𝒸𝒸𝑜𝓁𝒾 𝓈𝒸𝑜𝓃𝓋𝑜𝓁𝑔𝑒𝓃𝓉𝒾 𝒸𝒶𝓂𝒷𝒾𝒶𝓂𝑒𝓃𝓉𝒾.


Micah è ormai visto come il “capoclasse” tra i centotrentadue Spettri messi sotto ai riflettori da Everett e Darko. Dopo di lui, Mordecai.
Se all’inizio mostravano una profonda indifferenza mista ad insopportabile strafottenza, dopo la clamorosa batosta presa i due hanno deciso di mostrare il proprio valore pur di non prenderne più e, in egual misura, perché Sherry ha messo in campo l’artiglieria pesante per farli impegnare: Fern.
Vedere appena svegli il suo sguardo incazzato e deluso mentre scuoteva lentamente la testa è stato sufficiente per far scattare nelle loro menti l’interruttore giusto, tanto che Micah ha realmente sorpreso Everett e Darko. È infatti riuscito a recuperare ciò che gli avevano sottratto in ventidue minuti spaccati - il tempo di raggiungere il posto, ecco - ed ha poi aiutato gli altri, affermando con tono schifosamente annoiato che era una prova sin troppo facile e che si aspettava di più.
Il punto è che non era assolutamente facile, per niente. La traccia odorosa che i due avevano volontariamente lasciato era troppo debole per poter essere rintracciata e seguita così facilmente e a colpo sicuro, indice solamente che il ragazzo ha un olfatto ed una velocità davvero al di sopra della media. Mordecai, in seguito, ha dato prova di essere così furbo e tenace da essere capace di battere Darko, seppur con una certa difficoltà che sta via via scemando.
È solo per questo che sono riusciti a guadagnarsi un poco più di libertà. Almeno è ciò di cui sono fermamente convinti anche adesso, seduti al tavolo da pranzo della “base operativa”. Dio solo sa quanto Radish speri che tutta quella storia si chiuda velocemente così da poterli cacciare fuori a calci nel culo per potersi godere un po’ di pace assieme alla compagna!
Se ne stanno tutti lì a mangiare mentre parlottano svogliatamente del più e del meno. In genere il 16 Dicembre è un giorno di grande trepidazione in vista del giorno successivo, quando si festeggia il compleanno di Micah. Ogni anno c’è un tema e tutti vi si devono attenere fermamente. Ci fu l’anno “Film” - che tra l’altro fu forse quello più complicato ed in fine artistico -, l’anno “Wonderland” - quello più tossico -, l’anno “Pirati” - quello più alcolico -, l’anno “Casinò” - quello più costoso.
Quest’anno, invece, non ci sarà niente. Everett e Darko si sono impuntati malissimo ed hanno convinto Sherry, con l’appoggio di alcuni membri del branco, che non fosse il caso di fare troppo casino considerata la delicata situazione, e ciò ha portato a sopprimere ogni possibile idea e sostituirla con una cenetta veloce giù alla tana.
Non ne sono felici. Per niente.
Radish è più o meno preoccupato nel vederli così pacati. Non gli sembrano neanche loro!
Sono silenziosi, spenti, gli occhi sempre vivaci sono diventati quasi maturi e seri. Questa, almeno, è l’apparenza, ma lui sa che non è un qualcosa di reale: sono solo depressi. Tutto ciò che li teneva su di morale, che non faceva pensare loro che tutto potrebbe finire davvero da un istante all’altro, erano proprio le loro festine, i concerti, i giochi da ragazzini e le serate a ballare.
Non che a lui manchino poi troppo, sia chiaro, stare a letto con Sherry è sin troppo stimolante, ma non gli piace per niente vederli così. Non proprio per loro in generale, quanto per lei: i suoi occhi sembrano essersi fatti come più scuri, i suoi sorrisi meno luminosi. La stanno costringendo - lui compreso - ad essere un qualcosa che non è, lo capisce e non sa come aiutarla perché, seppur silenziosamente, appoggia la scelta di Everett. Al tempo stesso, però, non gli va a genio.
È una situazione orribile pure per lui perché sa che devono concentrarsi sull’obiettivo, che devono mantenere la mente sgombra per poter affrontare al meglio lo pressione e gli sforzi alla quale vengono sottoposti, ma sa anche che hanno fisicamente e mentalmente bisogno di comportarsi come sempre perché sennò potrebbero comunque perdere di vista quel maledettissimo scopo per il quale si stanno sforzando tanto.
È una situazione orribile che però si riscalda da un istante all’altro, il tempo sufficiente ad Everett di entrare dalla porta di servizio… seguito a ruota da Camila!
«Che cazzo ci fate voi due insieme?!» Ringhia inviperita Sherry, scattando in piedi con così tanto impeto da far cadere con un tonfo la sedia alle proprie spalle. E pensare che la testa stava per crollarle nel piatto tanto si stava assopendo!
Gli altri, pur non alzandosi, fulminano la donna con lo sguardo e le ringhiano contro più o meno rumorosamente. Ora sì che Radish li riconosce: aggressivi e pronti a menar le mani per un motivo stupido, spesso pure frutto della loro immaginazione.
«Te l’avevo detto che non la prendeva bene.» Borbotta stizzita la bionda, gli occhi carichi di disprezzo che la scrutano centimetro dopo centimetro. Non la può sopportare, non ci riesce: lei ha tutto quello che ha sempre voluto, ogni cosa, e potrebbe avere pure di più se lo volesse. Potrebbe avere quello che lei ha espressamente detto di volere circa sei anni prima, ciò che tutt’ora vorrebbe malgrado tutto e che le è stato aspramente negato.
Ma stavolta è proprio lei ad avere una cosa che l’altra non ha. Un qualcosa che, in cuor suo, spera non possa mai avere.
Everett, dopo essersi preso una fumante tazza di caffè, mette finalmente al corrente i presenti del perché Camila sia con lui ed anche perché non lo avevano trovato in cucina appena svegli, come invece accade di solito: «È corsa da me, stanotte. Una delle sue amiche era uno degli uccellini dei Jäger e, toccando i tasti giusti, ha fatto saltare fuori altri tre nomi.»
Guardano Camila, poi Everett. Everett, poi Camila.
Li guardano a turno, increduli, per circa cinque secondi, incapaci anche solo di pensare che Camila, la ragazza di facili costumi che tutti disprezzano, sia capace di far qualcosa all’infuori di aprire le cosce.
Guardano Everett e sentono le budella attorcigliarsi all’idea di ciò che può aver fatto per estirpare la minaccia.
«Sì, ho passato una nottata magnifica.» Dopo queste parole, dette con un’allegria disarmante, oltre alle budella attorcigliate tutti sentono chiaramente il gelo entrargli nelle ossa e farli rabbrividire. Radish e Vegeta sicuramente fanno paura, parecchia anche, ma Everett… lui è su tutto un altro piano.
«A quale scopo?» Sibila Sherry, portandosi davanti alla donna che da sempre le rema contro in ogni modo possibile.
«Scusa?»
«Perché l’avresti fatto? Disprezzi tutti e tutti disprezzano te. Perché mai aiutarci? Perché mai parare il culo a me? Pensi forse che così uno di loro si lancerà tra le tue braccia?»
Camila la guarda con odio. In realtà neanche lei riesce a capacitarsi della propria scelta. Avrebbe tranquillamente potuto tenere la bocca chiusa ed ignorare la shockante verità dell’amica davvero troppo ubriaca di cui sospettava già da un po’, avrebbe potuto trovare un modo per allontanarsi da tutti loro come spesso ha fatto in passato, avrebbe anche avuto qualcuno praticamente costretto a prenderla sotto la propria ala.
Invece no.
La Camila che loro conoscono, quella che è stata per ventisei anni, avrebbe potuto farlo. Ma questa Camila non può più. Ha qualcosa per cui combattere adesso, non può più sottrarsi se vuole arrivare al traguardo ed ottenere l’unica cosa che certo non sperava di ottenere tanto facilmente.
«Perché sono incinta.»
Gelo.
Gelo assoluto e silenzio tombale.
Pur considerando la sua lunghissima lista di precedenti, pensavano che fosse abbastanza sveglia da capire quando fosse il caso di fare marcia indietro prima del danno, invece…
«Come hai detto?» Gli occhi di Sherry sono sul punto di uscire violentemente dalle orbite e per Camila è davvero insopportabile.
«Inutile chiedere chi sia il padre, immagino…» Il commento di Radish però lo è di più, motivo per cui decide di concentrarsi su di lui.
«Ehi, stronzo!, so benissimo chi è il padre, okay?» Ringhia in risposta, bloccandosi sul posto non appena incrocia per sbaglio due grandi e vivaci occhi azzurri. Ecco, non aveva preso in considerazione l’idea che ci sarebbe stato pure lui, convinta infatti che fosse ancora a rotolarsi tra le lenzuola con la sua nuova amichetta. Non è tanto per il fatto che abbiano dei precedenti a sentirsi un poco a disagio, quanto per il fatto che lui conosca molto bene il diretto interessato.
«Sono di Timo…»
River sputa di prepotenza il sorso di caffè che stava bevendo e prende in pieno volto Maddox che, consapevole della gravità delle parole di Camila, se ne rimane in silenzio e si limita a ripulirsi.
«TIMO?! Stai scherzando, vero?!» Le urla contro River, gli occhi fuori dalle orbite anche più di quelli di Sherry. In realtà lei adesso sta trattenendo una sonora risata isterica, ma giusto perché ha pensato a cosa volesse dire trovarsi al suo posto. Ben ti sta, stronzo!
«Guai a te se gliene fai cenno, chiaro? Non lo sa e non voglio metterlo nei casini.»
Timo e Camila.
Camila e Timo.
No, River non vuole crederci.
Okay, il suo caro fratellastro non è mai stato una cima. Anzi, si è sempre mostrato piuttosto tonto, ma supponeva che i fratelli lo tenessero sotto tiro! È pur sempre un erede legittimo, per Dio!, e il futuro Re è stato piuttosto chiaro sul fatto che non vuol vedere bastardi disseminati a destra e a sinistra perché - e questa motivazione ha sinceramente colpito River - non vuol vedere altri ragazzini soffrire per colpa di un “coglione incapace di tenerselo nelle mutande”. Non ha mai capito se fosse un modo tutto suo di difendere i fratellastri e sorellastre o semplicemente un poco velato insulto al padre, ma neanche ha mai considerato importante la risposta.
«Camila che pensa al benessere di qualcuno all’infuori di sé stessa…» Borbotta sconvolto Mordecai mentre giocherella con la montagnetta di briciole di biscotti che ha sparso davanti a sé. Il suo sguardo poi scatta sulla figura di Sherry in un modo assai sospetto agli occhi del Saiyan.
«Il mondo sta per finire, ho capito. Andiamo a scopare prima che tutto precipiti nelle fiamme dell’Inferno?» Ed aveva ragione ad insospettirsi. Ovvio, palese. Con Mord c’è sempre da stare in guardia ed essere sempre prontissimi a tirargli un pugno nelle costole, proprio come adesso.
«Ehi, puoi partecipare anche te ovviamente, non ti preoccupare!»
Camila, stufa del loro teatrino, scatta in avanti e si porta a quindici centimetri scarsi da Sherry, non sorprendendosi per niente nel vederli irrigidirsi dal primo all’ultimo. Non la sorprende neanche il ringhiare sommesso di Everett. È la Regina, tutti - o quasi - sono più che disposti ad uccidere per lei.
«Senti, tu non mi piaci e io non piaccio a te. Anzi, in questa stanza mi state tutti sulle palle tanto quanto io sto sulle palle a voi… ma questi bambini non c’entrano niente. Per quanto possa suonarti strano o incredibile, sappi che voglio che crescano felici e al sicuro, e questo non sarà certo possibile se Jäger vincesse. Pensa a cosa farebbe a tre bastardi del Sud.
Sai… anni fa mi avvicinò e mi chiese di tenerti sotto tiro, di portargli informazioni sul tuo conto. Pensavo che volesse trovare un modo fantasioso per ucciderti facendoti prima soffrire fino alla follia, invece voleva solo tenerti sott’occhio per qualche motivo suo.» Già questo fu più che sufficiente per alimentare il suo già forte risentimento nei suoi confronti, ma non abbastanza per scatenare l’odio. Quello è nato circa dopo sei minuti di conversazione.
«Gli chiesi cosa me ne sarebbe venuto e lui mi chiese cosa volevo. La mia risposta penso tu possa immaginarla, così come puoi immaginare che me lo negò subito. Mi disse che il massimo che avrei potuto avere dal Nord sarebbe stato uno dei suoi cani della guardia, niente di più.»
Jäger.
Lei voleva Jäger come compagno di vita.
Voleva lui, la sua bellezza, la sua intelligenza, la sua forza mostruosa e il suo potere.
Voleva essere la sua Regina.
Apprendere che l’unica donna che voleva in quel momento e che avrebbe sempre voluto era, è e sarà solo Sherry fu più che sufficiente per far nascere un odio forte e viscerale nei suoi confronti. Il fatto che poi adesso abbia Radish come compagno, un uomo ancor più forte ed altrettanto affascinante, non può far altro che alimentare a dismisura quel sentimento.
«Gli dissi di sì, che era comunque qualcosa di allettante… Dio solo sa come ho fatto a convincerlo. Non ho mai corso così tanto in tutta la mia vita, mi sono allontanata e riparata dietro chiunque avesse le capacità di farmi da scudo per anni, girando spesso e volentieri attorno ai Territori del Sud perché sarebbe stato improbabile che arrivasse fin lì. Un paio di mesi fa poi le cose sono andate come ben sai, io sono rimasta incinta l’ultima notte della Festa del Fuoco ed ho deciso che avrei fatto qualsiasi cosa per proteggerli. Se quel qualcosa significa chinare la testa dinanzi a te… beh, okay, mia Regina, chinerò la testa. Ma tu devi promettermi che farai qualsiasi cosa per permettere a questi bambini di venire al mondo.»
A Sherry non piace Camila. Non la sopporta proprio. Il fatto che volesse stare al fianco di Jäger - che probabilmente lo voglia ancora con tutta sé stessa - è aberrante per lei.
Ma ha ragione.
Camila, la donna che a più riprese è andata a letto col suo ex-ragazzo mentre ancora stavano insieme e che ci ha provato spudoratamente col suo fidanzato, ha ragione.
Quei bambini non c’entrano niente. Non hanno alcuna colpa e meritano più di una possibilità per mostrare che le scelte di vita dei genitori non pregiudicano ciò che si potrà essere una volta al mondo. In tal caso, lei si sarebbe dovuta suicidare non appena avesse avuto le facoltà per farlo: suo padre era quello che era e questo sarebbe stato già da solo un motivo più che sufficiente, mentre sua madre ha condannato senza troppi ripensamenti Everett per un qualcosa che tutt’ora non capisce del tutto. Lo ha condannato per la “portatrice del caos”. Per Sherry, tutto sommato, la madre biologica poteva anche essere paragonata ad una “pazza fanatica fuori di testa”, niente di più, niente di meno.
Se quindi si dovesse tenere tanto conto dei precedenti dei genitori di tutti i presenti e su questa base decidere se un bambino merita o meno di vivere… beh, nessuno di loro probabilmente sarebbe lì.
«Vedi di non allontanarti mai dai gruppi più numerosi e abbandona immediatamente gli allenamenti con Tensing. Saranno anche Purosangue ma non puoi rischiare che prendano colpi troppo duri.»
Camila si porta indietro di un passo mentre annuisce debolmente, chinando poi rispettosamente il capo in un modo che per Sherry è ancora assurdo. Non lo è il fatto che lo faccia lei in particolare, sia chiaro, ma proprio che qualcuno accenni ad un inchino di fronte a lei. Certo, ha sangue nobile nelle vene e via discorrendo, ma rimane sempre quella che punta un revolver in faccia a chi le va di traverso, che spellava i nemici più per spregio che per necessità e che si spacca di canne grosse come le sue dita ogni volta che ne ha la possibilità! Gli inchini proprio non le si addicono, no.
Prima di chiudersi la porta alle spalle e allontanarsi felicemente da tutti loro, Camila ci tiene davvero tanto a puntualizzare un paio di piccolezze all’Alpha del Sud, che ora pare essere quasi catatonico.
«Sì, River, io e Timo scopiamo da anni, ma non avevamo mai assolutamente parlato di mettere su famiglia, quindi muto. Chiaro?»
Radish ed Everett, che non sono minimamente turbati dalla grande rivelazione della donna anche perché decisamente poco interessati, aspettano pazientemente che quei cuccioli esagitati rimettano insieme i neuroni prima di dire una qualsiasi cosa. Ci vogliono circa due minuti, dove il Saiyan ha seriamente preso in considerazione la possibilità di un ictus collettivo tanta è la loro immobilità, quando poi Bree prende la parola in modo assai delicato e signorile.
«Porca puttana troia!»
«Puoi dirlo!» Bercia Maddox, cercando di immaginare il futuro dei nascituri. Certo, lui e Becca non si considerano assolutamente dei genitori modello - e chi lo è? -, ma quella… no, non vuole più immaginare.
«Come fa ad essere sicura che siano di Timo?» Borbotta Major, cercando davvero di capire come sia riuscita in un’impresa così grande. Secondo il suo modesto parere neanche col test del DNA uscirebbe un unico nome, soprattutto se si considera che, prima di collassare per l’alcol, l’ha vista entrare ed uscire dalla boscaglia con almeno sei partner differenti.
«Timo è un deficiente. Per davvero però, non come voi che ci fate: lui è un cretino. È un po’ il Baileys della famiglia reale del Sud, ecco, con la differenza che pare essere così scemo da seminare dei bastardi in giro.»
Everett per un misero istante s’immagina gli svariati danni che il gemello avrebbe potuto compiere se non avesse avuto lui come punto di riferimento, apparendo infatti ai suoi occhi come un qualcosa di inarrivabile e in definitiva incredibilmente perfetto, e giunge subito alla conclusione che in quel caso avrebbe finalmente avuto un qualcosa in comune col padre.
Ma poi si ricorda che non sta evitando di trascinarli fuori ad allenarsi senza un motivo ben specifico e abbandona subito il pensiero.
«Già che siamo in vena di chiacchiere…» I vari giovani Spettri lo guardano e lui subito legge nei loro occhi un discreto sgomento. Hanno paura di ascoltare la sua nuova brillante idea per metterli ancor più sotto torchio e Mordecai sbuffa perché sa che se non allenerà personalmente Sherry toccherà proprio a lui. Il braccio gli fa ancora male per tutti i morsi che si è preso ultimamente, quindi per un giorno passerebbe più che volentieri!
Ma stavolta Everett non ha niente di particolarmente doloroso da comunicargli, anzi: «Niente droghe alla tua festa, chiaro? Un po’ di alcol va bene, ma rimanete comunque abbastanza lucidi e tornate dal branco per le undici, così farete l’ultima bevuta tutti assieme come avevate programmato.»
Seconda ondata di gelo e assoluto silenzio, i loro sguardi sono ancor più sbalorditi e la novità “Camila mamma” è già volata fuori dalla finestra.
Pure Radish lo fissa con aria perplessa, non riuscendo a credere davvero a ciò che ha sentito. Sulla sua espressione, però, appare velocemente l’accenno di un sorriso riconoscente.
«Stai dicendo che possiamo festeggiare normalmente?» Domanda senza un minimo di convinzione Sherry, avvicinandolo fino a potergli toccare un braccio come a volersi assicurare che è davvero lì e non si tratti del mero frutto di un’allucinazione collettiva.
«Direi di no dal momento che vi ho vietato le droghe e le sbronze epocali.»
Micah scatta, veloce come probabilmente nessun altro, e gli serra con forza le braccia attorno al corpo in un abbraccio soffocante e assai invasivo che non piace neanche un po’ al maggiore.
«Lasciami subito o ti strappo le braccia a mani nude.»
Esegue senza remore e salta con entusiasmo sul tavolo, pronto ad urlare l’idea per il tema della festa, pensato in una frazione di secondo. Un tema orribile, discutibile per tantissime ragioni ma che, nella sua testa, suona davvero bene: «Pigiami orribili!»
Gli animi si accendono in una frazione di secondo, tutti urlano eccitatissimi, scattano in piedi e buttano lì idee completamente a caso. In un istante, i loro giovani e vivacissimi Spettri sono rinati.
«Abbiamo bisogno di qualcosa di adatto!» Urla Bree, nella cui mente già prendono forma i pigiami più orrendi e sobri che ha mai visto in giro. Ahhh, si divertirà un mondo a questo giro!
«Puoi dirlo! Quel poco che ho è da porcona!» La segue a ruota Sherry, paralizzandosi sul posto non appena avverte nuovamente quella strana colata gelata nella schiena. Voltandosi, poi, nota lo sguardo a dir poco furente del fratello «Da suora. Volevo dire da suora.»
Il suo sbuffo infastidito per lei è più che sufficiente per capire che sorvolerà sulla faccenda. Sa essere così incredibilmente geloso che, in realtà, ai suoi occhi risulta addirittura adorabile. Anche perché poi non fa niente di che, limitandosi a sbuffare come una locomotiva e a tenerti il muso, ed ogni volta riesce a rabbonirlo abbracciandolo forte e dandogli tanti velocissimi baci sulla guancia.
Non si sbagliava nel dire che Everett non è cattivo: va solo preso per il suo verso.
«Giuro che torniamo entro un’ora e poi ci ammazziamo di fatica!» Trilla felice prima di buttarsi sul compagno per mollargli un energico bacio e schizzare poi fuori di casa assieme all’esagitato gruppetto.
Era da giorni che non li vedeva così vivi ed era da altrettanto tempo che non lo baciava così e il suo sorriso non era tanto luminoso. Ora può dirsi decisamente più tranquillo pure lui, pur essendo più che consapevole di ciò che l’aspetta. In fondo Sherry è una chiacchierona, almeno con lui, e gli ha raccontato abbastanza nel dettaglio delle precedenti feste, mostrandogli anche con un certo orgoglio le fotografie. Ora che ci ripensa, forse, non sarebbe stato male evitarselo…
«Molli un po’ la presa?» Borbotta con una certa allegria nella voce quando l’altro gli si siede vicino, sorridendo soddisfatto nel constatare che pure oggi, per il secondo giorno consecutivo, non si irrigidisce poi troppo nel sentire la sua voce.
«Ha bisogno di svagarsi… e anche gli altri.» Non ha bisogno di dirgli che la sola idea di ciò che ha deciso di fare lo irrita su tanti di quei livelli da sembrare impossibile, è palese anche così, mentre beve il caffè e tiene gli occhi fissi sul mazzolino di fiori in mezzo al tavolo.
Però è vero, hanno bisogno di staccare un poco il cervello: non sono cuccioli del Nord, la loro mentalità è ben diversa, non potevano adattarsi e reggere adesso, non con tanti anni di abitudini troppo differenti sulle spalle. L’unica soluzione per tenerli in carreggiata era solo lasciarli un poco fare.
Tutto sommato, poi, non sarà affatto male rimanere una serata in casa per i fatti propri. Suonerà un po’ il pianoforte magari, e poi leggerà quei grossi libri che gli ha procurato Sherry.
«Ehi, Everett!»
Anche se fisicamente impossibile, ad Everett pare comunque di sentire la colonna sonora di “Lo Squalo”. La sente allo stesso modo in cui sente i passi pesanti di Mordecai mentre torna in sala da pranzo. Quando spunta la sua testa da dietro al muro, poi, nella sua mente si vede come una povera ed inerme foca che sta per essere stretta tra le fauci dell’enorme e possente squalo bianco.
«Preferisci Gizmo o Stitch?» Ecco, preso tra le fauci, stritolato e fatto a brandelli. Non può più uscirne.
«Come?»
«Ahhh, fa niente: scegliamo noi!»
Non riesce a parlare. Non è capace di emettere una sola sillaba. Il suo cervello in realtà non è capace neanche di comprendere a pieno ciò che gli è stato detto e certo non potrà chiedere spiegazioni a quel furetto tutto pepe che è già scappato alla stessa velocità alla quale era apparso.
In suo “soccorso” però arriva subito e con grande gioia un ghignante Radish: «Congratulazioni, principino: sei appena stato invitato al compleanno.»
Silenzio e falsa indifferenza. Non può far altro.
Se si rifiutasse, se mostrasse anche solo un decimo del fastidio e del disgusto che sta provando, Sherry ci rimarrebbe malissimo. Oltretutto andrebbe a piagnucolare proprio dal Saiyan che, dall’alto della sua grande maturità, potrebbe riaprire le ostilità usando le lacrime della più piccola come scusa.
No. Non può permettersi simili mosse false, non ora che non ha ancora inquadrato per bene i vari membri del branco. Gli ci vorrà del tempo, Darko glielo ha detto chiaramente, ed avrà anche bisogno di quanto più appoggio possibile se vuole viverla al meglio.
Quindi sì, andrà alla festa di compleanno di Micah e si comporterà in modo quanto più amichevole gli è possibile. Ci porterà anche Darko, dovesse trascinarlo per le orecchie e poi inchiodarlo alla sedia.
Una breve lamentela, però, adesso non gliela può togliere nessuno: «Sono sempre più convinto di aver fatto qualcosa di davvero orribile in una vita precedente.»
Radish ridacchia appena mentre si alza, pronto a raggiungere il proprio gruppo per una dura corsa di riscaldamento. Al contrario del cognato, però, lui la lamentela se la tiene nella testa per non dargli alcuna soddisfazione e, soprattutto, per evitare la solita presa in giro, ovvero tutto ciò che può riguardare la “scimmia mannara”.
A me lo dici?! Domani l’altro ci sarà Luna Piena e io per un solo fottuto giorno non posso evitarmelo!


ᴀɴɢᴏʟᴏ ᴅᴇʟʟ’ᴀᴜᴛʀɪᴄᴇ
Temo che, dopo un capitolo del genere, qualcuno possa chiamare, che so?, la guardia medica per farmi prelevare da casa e farmi rinchiudere.
Nel caso non ci sentissimo più, qualcuno ha fatto l’infame… vendicatemi!😈

Okay. Mi calmo. Serietà!!! 🤡
Legnate sia fisiche che emotive da tutte le parti finché Radish ed Everett, rendendosi pienamente conto di star facendo più danni che altro, chinano un poco la testa l’uno all’altra e rialzano la delicata situazione. Andrà meglio d’ora in poi, ci sarà una risalita e dal prossimo capitolo lo vedremo a pieno. 🙂
A ‘sto giro, direi che è il caso di spendere due paroline su Camila. Sarò onesta, sulle prime era stata pensata come spia. Sarebbe stato scontato, sì, ma proprio perché tanto scontato forse non lo sarebbe stato poi così prevedibile (perché mi complico sempre la vita con ‘sti ragionamenti?). Ma poi mi son detta “no, dai, di casini in questa storia ce ne sono già un sacco e ne arriveranno ancora, evitiamo di infangare i personaggi ai quali, più o meno, ci si è affezionati… facciamoli piuttosto un poco redimere alla Vegeta, che è un qualcosa più in linea con la storia originale”. E quindi BOM!, Camila incinta di un principe del Sud. Non cambierà il proprio atteggiamento nei confronti degli altri, resterà la solita che conosciamo, ma farà uno sforzino per i figli, ecco.

Infine, adesso c’è pure da rivedere la classifica! 💪🏼
1- Jäger

2- Everett (ebbene sì, allenandosi con loro e con il Team Z è riuscito un poco a salire pure lui)
3 - Apophis - Principe del Sud (<—Blackwood)
4 - Sherry - Nike (moglie di Black) - Darko - Mordecai
5 - River (è quasi al livello di quelli sopracitati, diciamo che scarseggia in velocità) - Greywind - Daryl (tanto per essere chiari, tutti i membri della guardia del Nord hanno un livello di forza poco inferiore al suo, mentre al Sud hanno un numero più alto di combattenti ma sono meno forti)
6 - Glover - Maddox - Darren - Micah (con la sua velocità è pericoloso davvero) - Willem

Già, nelle Terre di Nessuno il branco comincia ad avere un che di temibile. Con almeno un altro mese minimo di incessante allenamento, potranno dare qualche problema.

Ora direi anche di chiudere qui anche questo sproloquio, che dopo 44 pagine di capitolo mi pare sin troppo eccessivo.
Quindi, nulla, corro al mare a fare lezioni ai bambini per poi rintanarmi di nuovo in casa con l’aria condizionata alla loro prima distrazione! (Boh, mi amano alla follia, non so più come nascondermi!)

Alla prossima settimana (se non chiamano l’ambulanza e se i cuccioli d’uomo non mi sequestrano prima)!
Un bacione 😘
Kiki 🤙🏼

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: KikiShadow93