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Autore: GettAmourZe    12/07/2020    0 recensioni
Un nuovo viaggio aspetta Ash Ketchum e Pikachu, stavolta in un'avventura intrapresa per riscoprire chi sono e i loro obbiettivi!
Nella regione di Forsia intraprenderanno un viaggio per definire loro stessi. Vagando in un labirinto di dubbi e crescita, dovranno trovare la via per un futuro molto diverso da quello per cui avevano iniziato a viaggiare.
Combatteranno per realizzare il loro sogni e ristabilire l'equilibrio tra luce e oscurità, accompagnati da nuove e vecchie conoscenze... tra cui qualcuno molto speciale.
Amourshipping (AshxSerena)
Genere: Angst, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Pikachu, Serena
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Anime
Capitoli:
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“Non arrenderti mai fino alla fine!”

La vista di Ash sembrò schiarirsi per un momento quando vide una ragazza dai capelli color miele e vestito rosso sbucare dalla foresta accompagnata da un Braixen.

Jessie e James spalancarono gli occhi "Ma quella non è…?"

"Non ci credo..." portò le zampe alla bocca il Pokémon parlante alla Urlo di Munch.

 “LA MOCCIOSA!?” Esclamarono tutti e tre trovandosi davanti lei.

Non una mocciosa qualunque, era una recente conoscenza: Serena.

 Pikachu sorrise estasiato "Pipika!!” Non credeva ai suoi occhi, voleva piangere di gioia.

"Braixen, usa Fuocobomba!" esclamò la ragazza con un tono pericolosamente aggressivo. Non le piaceva affatto la vista di Ash a terra, apparentemente conciato così male da non potersi rialzare.

 Braixen, con il suo ramo teso ancora tra le zampe, lanciò una stella di fuoco verso il braccio che reggeva Pikachu. Una volta staccatosi dalla mongolfiera, il braccio perse la sua energia e la mano si aprì direttamente, liberando il Pokémon.

Il topino iniziò a cadere, ma non dovette temere di scontrarsi sul suolo. Per sua fortuna l’atterraggio fu più morbido del previsto, tra le braccia gentili di Serena che lo presero al volo.

“Pipika!” le diede una leccatina sulla guancia per salutarla e ringraziarla, provocando una risatina dalla performer.

Ora felice di essere in grado di muoversi, Pikachu saltò giù dalle sue braccia e corse verso il suo allenatore, il quale aveva ancora lo sguardo fisso e paralizzato sull'amica che si avvicinava in corsa verso di lui. Di nuovo la sua vista iniziò ad appannarsi e la sua testa si appoggiò sul terreno.

 Aveva sbattuto la testa così forte da avere anche le allucinazioni?

 "Ash! Stai molto male?" gli posò una mano sul volto e a quel punto il ragazzo perse ogni tensione dentro di sé e capì che quella non era la sua immaginazione. Il suo corpo divenne più leggero e pian piano grazie alla guida delle braccia dell’amica riuscì a mettersi in ginocchio.

 "S-Serena?" Le chiese Ash comunque per conferma.

Lei annuì e lo abbracciò rapidamente, trasmettendogli subito una sensazione di calore. “Per fortuna non sono arrivata troppo tardi...” disse con voce rotta dalla preoccupazione. Si separò un attimo e incrociò lo sguardo ancora paonazzo del ragazzo “T-Tutto bene?”

Lui non tardò a rispondere “Credo di aver sbattuto la testa… devo avere un bel bernoccolo. Però non penso di avere allucinazioni, per quanto sia confuso.”

Serena lo guardò con un dolcissimo sorriso "Mi sono cresciuti un po' i capelli ma non penso di addirittura sembrare un’allucinazione!" ridacchiò rassicurandolo. 

Il suo sorriso. Ora sì che Ash era convinto che non era un sogno. Il sorriso di Serena era unico, poteva riconoscerlo tra mille!

"R-Ragazzi c-credo che anche stavolta n-noi..." cominciò a balbettare James ormai sicuro di quello che stava per accadere. Si metteva male, molto male.

I due allenatori si guardarono negli occhi, sorrisero e poi alzarono le braccia verso il Team Rocket "Pikachu Fulmine! Braixen Fuocobomba!" Esclamarono in completa sintonia.

“BRAIIIIIIIIXEEEEEEN!!!”

 “PIKAAAAAACHUUUUUUU!!!”

La stella di fuoco della volpe, mischiata al rapido fulmine di Pikachu, colpì in pieno la mongolfiera facendola esplodere come mai prima d’ora. Lo sbalzo fece volare in aria i tre ladri che si ritrovarono a fluttuare sempre più in alto.

"Beh però non mancava un po’ questa sensazione?” Disse James volteggiando e girando su se stesso.

“Beh di certo non sarà l’ultima!” commentò Meowth con la zampa sotto il mento.

Jessie li colpì in testa con due pugni “State zitti voi due! Di certo faremo in modo che non succeda più! Hoothoot da strapazzi!” se c’era una cosa che la donna odiava era l’antica arte del gufare.

 “IL TEAM ROCKET RIPARTE ALLA VELOCITA’ DELLA LUCEEEE!!!”

E il trio di lestofanti sparì, con una scintilla nota illuminandosi nel cielo. Con i criminali ormai lontani, Ash poté finalmente emettere un sospiro di sollievo. Si girò verso l’amica con un sorrisone grande da un orecchio all’altro e le domandò “Serena, cosa ci fai qui?!” dal suo tono sembrava ancora estremamente colpito e non nel negativo.

 Serena ridacchiò sotto i baffi "Eheh… sorpreso?”

 “Direi proprio di sì! Non avevi detto di essere a Kalos? Non mi sarei mai aspettato di vederti qui! Non che non mi faccia piacere! Anzi sono al settimo cielo, ma anche confuso…” ridacchiò con un po' di imbarazzo.

Serena lo aiutò a rimanere in piedi completamente, sollevata che le ferite non fossero gravi come temeva. Era solo lo shock e la botta iniziale che lo avevano atterrato e per fortuna era arrivata in tempo. “A dire il vero è una storia lunga, diciamo che le stesse fonti della chiamata di ieri mi hanno invitata qui.”

“Aspetta, ma come hai fatto ad arrivare qui da quando ci siamo sentiti? Era tardi e il volo dura un bel po' di ore.”

 “Mi hanno chiamata ieri quando era mattina a Kanto e io subito ho preso il primo volo. Nel momento in cui ci siamo sentiti al telefono mi trovavo in verità già all’aeroporto Zafferanopoli!”

Lui aprì leggermente la bocca facendo il collegamento nella sua mente “Ecco perché mi sembrava strano che non ci fosse tua madre! E come mai le pareti nello sfondo erano così… da luogo pubblico?”

 “Mi sono fermata al centro Pokémon per la notte e poi sono venuta subito qui. Certo non mi aspettavo di ritrovarci per un attacco del Team Rocket. Speravo di riuscire a fare di meglio per questa sorpresa…” Serena aveva davvero sperato di lasciarlo di stucco, però non era esattamente quello che aveva organizzato con la madre di Ash.

 Lui sorrise dolcemente e la avvolse in un abbraccio inaspettato. “Non dire sciocchezze! Non hai idea di quanto mi faccia piacere averti qui a Kanto! Non potevi farmi sorpresa migliore e più azzeccata in tempismo! Mi era venuto in mente di venire a trovare te e gli altri a Kalos prima che ripartissi per Hoenn, ma sono contento che abbiamo avuto la stessa idea!” ridacchiò, non potendo vedere la faccia di Serena, completamente in fumo dal rossore.

 Il suo sguardo però catturò le ferite sulle braccia di Ash e non poté che preoccuparsi di nuovo. “Sei sicuro di star bene Ash? Sei messo un po’ male…”

 “Tranquilla, sto bene! Anzi, benissimo ora!” Cercò di rassicurarla. Evidentemente non era molto convincente, visto che si reggeva malapena sui suoi piedi.

Serena ovviamente non la bevve. “Direi che forse è meglio se ci sbrighiamo a tornare a casa tua, così puoi riposare. Ti do una mano io!” Avvolse il braccio di Ash intorno al suo collo e passò il proprio dietro alla schiena dell’amico, reggendolo nonostante il suo barcollare.

 “Aspetta, aspetta, non devi per forza…” iniziò lui cercando di non farla scomodare. Anche se sapeva che non c’era nulla di male nel fatto che una ragazza portasse in braccio un ragazzo, si sentiva leggermente in imbarazzo con la situazione. 

 “Ce la faccio! Non sei così pesante e poi di questo passo, nelle tue condizioni, arriveresti a casa tua in tarda nottata!”

 Ash a quel punto la guardò perplesso, inclinando appena la testa stranito. Da come lo diceva, sembrava che sapesse con esattezza dove abitava, anche se non era mai stata a casa sua. 

 “O-Ok… ti faccio strada” lasciò perdere lui.

Ma nonostante provò a non pensarci troppo, durante il percorso l’atteggiamento di Serena provava ancor più che sapeva bene dove andare, non avendo nemmeno bisogno dei suoi continui tentativi di darle indicazioni.

Sapeva che avrebbe avuto un sacco di domande da fare al suo ritorno. 

 

 

Una volta arrivati a casa, Ash fu sicuro che della situazione ci aveva capito davvero poco. Non solo Serena aveva riconosciuto casa sua, cosa difficile vista la reputazione di Biancavilla di avere le abitazioni tutte bianche e quindi abbastanza simili, ma aveva anche salutato sua madre come se si conoscessero da una vita.

Sì, si erano già viste qualche volta in videochiamata, ma erano evidentemente organizzate su qualcosa. Era certo, non solo sua madre aveva chiamato Serena, ma l’aveva anche invitata senza dirgli nulla.

 La mamma ne sapeva una in più del diavolo. Niente male… 

Delia: 1 - Ash: 0

"Come è andato il tuo volo? È un piacere incontrarti di persona!” Delia la approcciò con totale semplicità e familiarità. Ash guardò sua madre con la bocca spalancata, come se fosse la vittima di una candid camera.

Serena aiutò Ash a sedersi sul divano a riposare “Il piacere è mio signora Ketchum! Il volo è andato benissimo!” E lui voltò lo sguardo su Serena sempre senza chiudere la bocca.

“Chiamami pure Delia cara! Signora Ketchum mi fa sentire vecchia!” scherzò la donna portando una mano alla guancia in imbarazzo.

 “Signora Ketchum, perché non spiega a me questa storia?” fu il turno di Ash di parlare, un po' seccato e anche sarcastico. Se sua mamma aveva parlato con Serena allora… le aveva detto tutto? Anche come si era sentito ultimamente? Non che non si fidasse di Serena, ma venire ad assistere quella che trovava una patetica fase di depressione non era il modo con cui avrebbe voluto riunirsi a lei.
Scomodarla in quel modo…

 “Calma giovanotto!” si abbassò lei spingendolo indietro con una ditata sul naso “Finché non mi darai dei nipotini non intendo essere riferita come una nonnina!” lo minacciò lei provocando un grosso rossore non solo sul suo viso ma anche su quello di Serena.

 Si sarebbe divertita un sacco in questi giorni.

“Credo sia giusto spiegargli tutto Delia, altrimenti finirà per scoppiare dalla confusione!” suggerì Serena guardando Ash in modo comprensivo.

 “Mi pare giusto”

 “E’ stata tutta un’idea di tua madre, ha visto che ultimamente eri giù di morale e allora mi ha contattata attraverso Lem e Clem…”

Ecco… come sospettato. Ora pure Serena si sarebbe preoccupata per lui. 

Era fuori dal suo stile, ma si era immaginato come sarebbe stato un loro nuovo incontro. Simile forse a quello con gli altri suoi vecchi compagni, oppure ancora più iconico. Forse un’emozionante e gloriosa riunione dove entrambi avrebbero mostrato con orgoglio l’un l’altra i loro successi. Forse, aimé dopo molto più tempo del previsto e magari più di quanto gradito… ma magari anche con idee più chiare di come approcciare l’ultimo fatto successo tra loro durante la separazione.

  Poi, riunirsi a lei era una cosa bella che aveva effettivamente programmato di fare già un paio di ore prima, ma era sempre sua intenzione non mostrare palesemente che era dovuto non solo alla mancanza, ma anche a una sua crisi personale.

 “Aspetta… quindi anche Lem e Clem sono coinvolti in questa storia!?” esclamò Ash, realizzando solo all’ultimo del loro coinvolgimento.

Le due sospirarono, in effetti avevano sospettato che non gli sarebbe piaciuto tantissimo sentire che i suoi amici sapevano dei suoi problemi e si erano fatti in quattro per aiutarlo. Era gentile e altruista, sempre disposto ad aiutare gli altri, ma anche l’ultima persona che va a lamentarsi di ciò che lo affligge.

 “Io ho solo notato che sembravi un po' giù di morale e che sentivi nostalgia del tuo viaggio a Kalos, quindi ho pensato che un po' di compagnia ti avrebbe fatto bene!” Lo tranquillizzò facendogli capire che non avevano indagato nel profondo e che non stavano pressando per sapere tutto.

 Volevano solo tirarlo un po' su.

Era ancora un po’ perplesso, ma Ash cominciò a sentirsi meno turbato. Doveva aspettarsi una reazione con sua madre che era più preoccupata del solito, e se era arrivata a chiamare Serena, Lem e Clem… voleva dire che davvero aveva fatto un casino.

 “Mi spiace, non volevo far preoccupare nessuno.” abbassò il capo lui vergognandosi.

Subito Serena si sedette di fianco a lui e posò una mano sulla sua schiena. “Ehi, non devi scusarti! Io sono venuta volentieri e avevo comunque intenzione di passare per un saluto!” lo rassicurò con una specie di mezzo abbraccio: "Anche Lem e Clem sarebbero voluti venire, ma purtroppo con Luminopoli ancora in fase di ricostruzione serve che il nostro scienziato preferito rimanga là.”

Notando l’umore di Ash migliorare notevolmente con quelle parole, Delia si allontanò per lasciarli parlare. Era un po' presto per la cena ma per una volta si poteva mangiare prima, dopotutto suo figlio aveva saltato entrambi i primi pasti della giornata e Serena doveva aver fatto lo stesso per il lungo viaggio.

Così, i due rimasero sul divano, a discutere in tranquillità “Sai…” riprese Serena “Puoi parlarmi se ci sono dei problemi. Non devi per forza farlo se non te la senti, ma gli amici servono anche a questo. Tu ci hai supportati tanto, lasciaci fare lo stesso per te quando ti serve, ok?”

Ash sembrò mosso dalle sue parole, notando la familiarità. Sapeva che aveva ragione, ma in quel momento, con la sua amica appena arrivata, non se la sentiva proprio di iniziare già a deprimere l’atmosfera. Era più forte di lui.

Voleva godersi quegli istanti e possibilmente, quando ne avrebbe trovato il coraggio, si sarebbe aperto.

“Grazie Serena. Lo terrò a mente.” le fece capire che ora non era il momento migliore, ma che era lo stesso riconoscente e non le stava chiudendo la porta in faccia. 

E lei comprese, accettando la sua risposta “Va bene, ma davvero, anche se non si tratta di me. Se ti serve parlare, accetta l’aiuto degli altri. Altrimenti...”

“Stavolta non c’è la neve dalla tua, sei disarmata” le fece notare con tono giocoso, alzando le due mani. Era sicuro che non gli avrebbe tirato addosso qualcos’altro, in particolar modo la conosceva abbastanza per sapere che non lo avrebbe mai lapidato.

“I cuscini siano una buona alternativa” confermò lei, facendolo ridere.

I due continuarono a parlare di quello che era successo e vedere finalmente Ash sorridere sinceramente e naturalmente riempì di gioia il cuore di Delia.

Improvvisamente un suono riecheggiò nell’aria, uno che Delia sperava di sentire da tempo e in quella serata ben accolto.

"Che sia ringraziato il cielo! Lo stomaco almeno sta tornando quello di prima!" sorrise soddisfatta la mamma di Ash. Un passo alla volta, forse il figlio avrebbe ritrovato la serenità.

Infatti quella sera, come volevasi dimostrare, Ash mangiò di gusto. Tra la fame accumulata e il pensiero che la sua amica era lì con lui la sua pancia gioiva.

Sarebbe stato bello avere lì anche Lem e Clem,ma non voleva sembrare pretenzioso. Avere Serena era più che sufficiente in quel momento e non poteva desiderare altro. Ash scrisse una nota mentale per ricordarsi di ringraziare con tutto il cuore sua madre appena possibile. Era comunque merito suo che si era mossa per lui.

"Hey Serena? Quanto hai intenzione di fermarti?" Le domandò felice Ash. Non aveva intenzione di ripartire subito, vero? Aveva in mente un sacco di cose da fare con lei.

 Serena di nuovo sentì le guance colorarsi di rosso. "I-Io? Beh non saprei… non ho esattamente dei programmi…"

 "Quindi puoi rimanere tutto il tempo che vuoi!” esultò lui contento. Non serviva altro da aggiungere, sarebbe stata lì “Non abbiamo limiti! Ti posso mostrare il bosco, i miei luoghi preferiti e farti conoscere i miei Pokémon!"

Serena si sentì bombardata da proposte e la cosa la rassicurò. Non voleva imporsi a casa del ragazzo, quindi il fatto che lui sembrasse volerla trattenere la faceva sentire meno un peso, visto che sarebbe restata volentieri "Sei venuta e ora che sei qui a Biancavilla possiamo riesumare i vecchi ricordi!”

Serena cominciò a giocherellare imbarazzata con le dita "M-Mi sembra u-una b-buonissima idea... s-se insisti t-tanto... m-mi p-piacerebbe m-molto..." 

"Evviva!" Esultò Ash, con sua madre che lo guardava con un sorriso enorme, prova ancora più eclatante che si sarebbe divertita.

Delia aveva già capito come stavano le cose o almeno lo sperava. Dopo anni finalmente era arrivato il momento di fare la mamma curiosa Aveva sperato secoli per vedere il minimo accenno di interesse al romanticismo in suo figlio e sperava in cuor suo Serena fosse quella giusta, perché solo lei era riuscita a ridare un accenno di sorriso al figlio.

"Ash, perché non porti Serena a vedere la tua camera? Intanto preparo la stanza degli ospiti per lei!"

"Certo! Vieni con me!" Prese per mano Serena che era in uno stato di shock. Più rossa di così non era possibile, voleva mostrarle la sua camera da letto?

Saliti al piano superiore Ash mostrò lei, con meno di un lieve accenno d'orgoglio e più innocente entusiasmo e nostalgia, tutti le cose vinte negli anni di viaggio: la coppa della Lega d’Orange, la Calmanella del torneo a squadre di Sinnoh… e la cosa a cui teneva di più in quel momento; il diplomino che aveva ricevuto al termine di quel campo estivo di tanti anni prima. 

C’era di tutto e di più.

"Ti ricordi? Quante ne abbiamo passate insieme al campo del Professore Oak..." Ecco un’altra stranezza. I due non ricordavano quel periodo dopo essersi conosciuti, le immagini delle loro scorribande erano così sfocate. Non pareva fossero troppo piccoli all’epoca per ricordarsene.

“Sì…”

Tuttavia, decisero di passare oltre.

La notte arrivò presto e la stanchezza di quella giornata piena di emozioni si fece sentire, perciò dopo un sincero augurio di una buona notte, i due adolescenti si ritirarono nelle loro stanze.

 

Ash era proprio contento e ancora non ci poteva credere. In una giornata aveva ritrovato una cara amica e si sentiva di nuovo pieno di energie.

Nel mentre, nella camera degli ospiti Serena invece pensava a come era stata accolta festosamente dall’amico. Se Ash l’aveva invitata a restare allora il bacio non poteva aveva rovinato tutto...

Sapeva che con lui non avrebbe corso alcun rischio generale di perderlo. Anche se non l’avesse ricambiata, sarebbero rimasti amici. Questo però la rassicurava enormemente al momento.

Serena doveva anche conoscere tutti i suoi Pokémon, una parte fondamentale della famiglia del ragazzo, quindi non poteva negare di sentirsi nervosa al riguardo. Tuttavia, se erano come il loro allenatore di certo poteva sperare positivamente.

Però, l’essere accettata dalle persone e dai Pokémon più intimi per Ash non era l’unica sua preoccupazione. Cosa avrebbe fatto dopo la sua visita?

Senza contare Delia. Le piaceva tantissimo, ma a volte dai suoi sguardi non poteva che avere il presentimento che la donna sospettasse dei suoi sentimenti verso il figlio.

Fu con quei mille pensieri nella testa che eventualmente si addormentò.

 

 

La notte passò in fretta e quando il Dodrio cantò Ash si alzò in fretta e furia dal letto, si vestì e corse fuori.  

Serena uscì dalla sua stanza leggermente più tardi, gli eventi del giorno precedente l’avevano sfinita. Doveva dire però che Biancavilla era perfetto per un riposo confortevole, di notte si dormiva pacificamente e si era trovata in un ambiente familiare.

Una volta tutti riuniti, mangiarono di gusto le frittelle fatte in casa con la ricetta dei Ketchum, di cui Delia andava molto orgogliosa.

"Mamma, non so come fai ma ogni giorno le tue frittelle diventano sempre più buone!" commentò un raggiante Ash. Era passato dal digiunare al chiedere tre porzioni di frittelle una dietro l’altra.

Anche Serena gustò molto soddisfatta il dolce della signora Ketchum e sotto sotto si annotò nella mente un promemoria: chiedere a Delia il segreto delle sue frittelle. Dopotutto le poteva venire utile, niente batte la cucina casareccia.

 

"Che bello, è bastato far venire Serena per farti tornare la fame!" Quelle parole di Delia colpirono Serena. Perché le suonava tanto di sentire le frecciatine di una certa sua conoscenza?

Ash invece non sembrava aver colto il senso del commento di sua mamma, non era una novità che Serena gli portasse il buon umore "Ad essere sincero credo che Serena potrebbe farle altrettanto buone se tu le dessi la ricetta!"

Entrambe le femmine rimasero piacevolmente colpite. Serena per il complimento mentre Delia era piacevolmente sorpresa di sentire per la prima volta suo figlio dire che qualcuno poteva tenerle testa.

 Voleva saperne di più "Ah sì? Senti, senti... ho una rivale allora!"

"Dovresti assaggiare i suoi poké bignè! Sono la cosa più buona che abbia mai mangiato! Anzi, perché non ne prepari qualcuno Serena? Mi mancano!!"

“Ash, non ti pare esagerato farla mettere dietro ai fornelli già di prima mattina?” lo rimproverò gentilmente sua madre. Era ospite, non la loro nuova cuoca.

"Non è un problema! Adoro cucinare e mi fa piacere quando ciò che preparo per gli altri è di gradimento! E poi viaggiando con Ash ci si abitua a sfamare il suo stomaco, Lem lo ha imparato ancor più di me”

Ash assunse un ghigno innocente, la sua pancia era qualcosa che lo distingueva dagli altri. Non era colpa sua se amava essere sfamato, non sapeva cucinare dopotutto. Serena cucinava molto bene e avrebbe sempre mangiato quello che preparava.

“E-E mi farebbe piacere qualche consiglio per cucinare anche altre cose che non siano dolci..." Dopotutto Delia gestiva una locanda, una considerata tra le più buone della zona, quindi doveva sapere il fatto suo.

Delia annuì gentilmente "Certamente! Puoi cucinare tutto quello che vuoi nella nostra cucina e ti insegno qualche trucchetto volentieri! Sono curiosa di assaggiare questi poké bigné divini che hanno catturato così tanto il palato di mio figlio!" si rivolse poi ad Ash "Tesoro, perché non vai a prendere il tuo zaino e prepari una tovaglia e altre cose? Io e Serena potremmo preparare il pranzo al sacco, così potrete fare un picnic dal professor Oak!”

"Certo!" annuì lui approvando e salendo al piano superiore.

"Se rendi la pancia di Ash tanto soddisfatta allora vuol dire che hai già una delle caratteristiche principali!" Disse la donna come se nulla fosse, sorseggiando il tè restante nella sua tazzina.

La ragazza cominciò a strizzare gli occhi "C-Cosa? Caratteristiche principali per cosa?"

 

La mamma dell'allenatore cominciò a ridere "Ahahah… beh un giorno Ash avrà bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui, ma soprattutto che soddisfi la sua pancia senza fine!” le rivolse un’occhiatina divertita “Sono sua madre, ho notato come vi comportate tra di voi!”

La faccia di Serena a quell'affermazione divenne di nuovo tutta rossa come un peperone ed era talmente fumante che ci si sarebbero benissimo potute friggere due uova. “I-Io sono sono… n-non p-potrei m-mai pensare di..." balbettò la ragazza rimasta abbastanza sconcertata.

"Oh andiamo, ho avuto anche io la tua età! Non essere timida! Si vede lontano un miglio che tu hai un debole per mio figlio! Tranquilla, non glielo dirò!” questo fece tirare alla biondina un sospiro di sollievo “Però ho intenzione di stuzzicarvi un po' per vedere la sua reazione!” sentì la giovane squittire. “Per capire le intenzioni di mio figlio! E’ da anni che aspetto tutto questo”

“I-Io non so se lui…”

Delia le posò una mano sulla spalla rassicurandola "Non devi preoccuparti troppo, quando parlava di te dopo il ritorno da Kalos era sempre emozionato e lo era anche dopo averti sentita al telefono. Da quando sei arrivata i suoi occhi si sono riaccesi e non credo nemmeno che voi due abbiate parlato ancora di ciò che lo turbava. In conclusione: sei stata una manna dal cielo” sorrise poi con dolcezza, facendo ricordare alla ragazza il figlio. Da qualcuno doveva averlo pur preso il suo carattere e modo di sorridere.

“Di certo sei speciale per lui, devi solo trovare il modo di fargli capire cosa provi. Io non posso assicurarti al 100% che sarà amore tra voi due, ma il mio istinto mi dice che comunque avrete un futuro assieme, che sia da innamorati o da amici!"

"Serena rimase a fissarla incredula, sentendosi a suo agio con quella donna. Era maliziosa sì, ma anche molto dolce e gentile. Si comportava come una mamma con lei.

Delia le porse un grembiule e cominciò a spingerla verso la cucina “Su, su, non ci pensare! Vai in cucina e prepara i tuoi poké bigné! Ne serviranno centinaia!”

Serena annuì con decisione e corse verso la postazione per iniziare a cucinare.  

"Ehi, io e Pikachu siamo pronti!" gridò Ash dal piano di sopra. Quando scese notò il rossore ancora dipinto sul volto di Serena "Uh, che è successo? Come mai sei così rossa in viso?" chiese Ash. “Non ti sarai ammalata?”

"N-No non preoccuparti! Solo il c-calore del forno, t-tutto qui" mentì Serena balbettando.

La signora Ketchum stava facendo fatica a trattenere le lacrime dalle risate mentre osservava il forno spento. Decise però di avere pietà della ragazza ed evitare diventasse la nuova caldaia della casa “Visto che è presto perché non vai ad allenarti un attimo con Pikachu?”

“Ok!” Concordò Ash con un sorriso “Ci vediamo dopo!” disse lui sparendo immediatamente insieme al suo Pokémon, sotto lo sguardo divertito di Delia, finalmente tornata tranquilla. Si stava allenando, segno che almeno uno dei problemi nella sua testa non era più così pesante.

“Coraggio, mettiamoci al lavoro! Il cibo non si preparerà certo da solo!”

“Si!”

 

 

Passò il tempo e finalmente i poké bigné e il pranzo furono pronti per essere portati via. Una volta impacchettato il tutto le due andarono a chiamare Ash, il quale ci mise pochissimo a prendere le cose e dichiararsi pronto ad andare. "Abbiamo preso tutto? Non vedo l’ora che tu conosca tutti quanti!”

“Si! Il pranzo c’è e così anche i poké bigné per tutti i Pokémon!” rispose Serena prendendo in mano due cestini, mentre Ash prese un enorme scatolone. Entrambi portavano anche i loro zaini in spalla.

“Ma questo non è tutto! Ci sono dei poké bigné per me, vero?” domandò Ash con espressione supplichevole. Serena ridacchiò divertita e gli indicò il proprio cestino, ovviamente non si era dimenticata di lui per sua grande gioia e sollievo.

"Vi conviene andare e sbrigarvi o sarà tardi quando inizierete a mangiare! Divertitevi!" augurò Delia salutando con la manina. I due iniziarono ad avvicinarsi alla porta d’ingresso, quando lei sembrò ricordarsi qualcosa e così aprì la bocca bene per farsi sentire "E mi raccomando, non fate nulla di sconveniente!"

I due si fermarono di colpo. La faccia di Serena iniziò a diventare sempre più rossa e rovente, mentre invece quella di Ash rimaneva confusa all’affermazione. La performer sapeva che sarebbe potuta andare in iperventilazione di quel passo. Tra lei e Meringa non sapeva chi fosse peggiore.

"Uh? In che senso?" domandò Ash ignaro del significato di quelle parole. Era chiaramente una battuta, ma non ne coglieva il senso. Non erano mica teppisti o dall’aspetto di criminali, anche se potevano cacciarsi spesso nei guai. 

Serena spalancò la bocca, sorpresa che per la prima volta in assoluto avesse notato certi commenti sul loro rapporto. Di norma piegava la testa o non sentiva nulla, perché stavolta doveva aver reagito?

"G-Grazie Delia! Noi ci affrettiamo perché Ash probabilmente non vede l'ora di presentarmi tutti i suoi Pokémon! Vero Ash?" Continuò a parlottare velocemente la performer spingendolo verso l’esterno, anche se lui sembrava pesare più di un macigno.

Il ragazzo in effetti si sentiva spinto anche se non faceva nulla di specifico per impedirlo. Era solo curioso di ciò che intendesse sua madre, visto che diceva spesso cose strane ultimamente "Beh sì ma... cosa intendevi prima mamma?"

Serena si affrettò a rispondere al posto della donna, avendo paura della bocca della madre di Ash. Proprio ora doveva prestare attenzione ai commenti degli altri sul loro rapporto? "Intendeva di certo di non tornare a casa tardi e di non cacciarsi nei guai! A presto!” concluse chiudendo la porta e tirando Ash con sé, anche se non sapeva di preciso dove fosse il laboratorio e stava conducendo lei alla cieca il biancavillino.

 

 

Non parlarono di gran che duranti il tragitto. Serena aveva motivo di credere che fosse la direzione giusta, visto che Ash la seguiva senza obbiettare. Questo continuò fino a che non arrivarono ad un bivio e ci pensò lui a superarla e guidarla. Pikachu si limitava a guardare i due da dietro, con sguardo divertito sul muso e la consapevolezza che prima o poi ci sarebbero stati dei momenti che avrebbero scatenato grande imbarazzo.

Dopotutto aveva assistito a quella scena all’aeroporto e la questione era ben lontana dal considerarsi chiusa, sebbene nessuno dei due in causa osava parlarne.

Dato che casa Ketchum e il laboratorio del Prof. Oak non distavano molto l’uno dall’altra il percorso fu più breve di quel che era sembrato in partenza. Arrivarono ai presi di un colle e iniziarono a salire verso l’edificio in questione.

"Chissà se il professore si ricorda di te, Serena" domandò Ash alla sua amica "Abbiamo frequentato insieme il suo campo scuola ma sono passati anni e ti ha vista solo poche volte in chiamata"

"Sarebbe bello se fosse così, ma dubito visti tutti i ragazzini con cui avrà avuto a che fare" rispose Serena pensierosa.

“Ma tu sei stata diversa! Il giorno in cui ci siamo conosciuti abbiamo di certo reso i nostri nomi famosi nel campus di quell’anno! Inoltre il professore ed io eravamo abbastanza vicini e tu stavi sempre con me in quel periodo!” 

Si ritrovarono ai pressi della villa e Ash schiacciò subito il citofono, come ormai faceva ogni singolo giorno dal suo ritorno. Gli sembrava uno scontato dejavu anche se diverso con Serena e Greninja con lui, ma soprattutto con un vero sorriso dopo tempo.

"Sì? Sei Ash?" si sentì la voce del professore.

"Come ogni giorno professore!"

"Oggi in ritardo, ma vieni pure!" rispose il Prof Oak contento, non solo per la visita del giovanotto ma anche per il suo tono allegro.  

Il cancello si aprì e i due entrarono, procedendo verso la grande casa-laboratorio del professore e incontrandolo all’entrata.

 

"Entra pure Ash!” lo salutò lui mentre si toglieva i guanti da laboratorio “Scusa se mi ritrovi un po’ indaffarato, ma stavo mandando un’e-mail a mio cugino Manuel riguardo al mio ultimo esperimento… penso ti interesserebbe molto e… oh, hai portato un’amica?”

Ash si schiarì la voce "Eh-ehm… Professore si ricorda di Serena? Eravamo amici al campo estivo di qualche anno fa! L’ha anche vista in videochiamata quando ero a Kalos”

"Oh sì! Allora sei proprio tu! Ash mi ha parlato tanto di te, ma non riesco per qualche motivo a riconoscerti bene, l’aspetto di quando eri bambina non mi torna alla mente” provò a sforzarsi per ricordare, ma non sembrò riuscirci “Aspetta, ho un album di tutti i campi estivi che ho organizzato, forse tra le foto di gruppo troverò qualcosa!" Il Professor Oak si avvicinò alla sua libreria e cominciò a cercare. 

L’allenatore si guardò intorno, notando che nonostante l’assenza di Tracey il professore era riuscito a tenere tutto abbastanza in ordine “Ti avrei fatto conoscere volentieri Tracey, uno dei miei vecchi compagni che studia qui con il Prof. Oak, ma purtroppo è dovuto partire per una commissione affidatagli proprio da lui”

“Suppongo sarà per un’altra volta!” annuì lei comprendendo.

Il professore li interruppe tornando con un grosso album saldamente tenuto tra le mani, anche se sembrava pesare un sacco "Scusate il ritardo! Ecco l'album con tutte le foto!” Lo appoggiò pesantemente sul tavolo e iniziò a sfogliarlo. Per fortuna i portalistini erano tutti divisi in gruppi grazie a delle divisorie che segnavano gli anni.

Ash individuò l’anno in questione e insieme iniziarono a cercare le foto che li ritrassero “Allora vediamo... vediamo... eccola qui!” indicò con l’indice. Era una delle ultime foto scattate al campo di quell’anno, ma era stata messa tra le prime perché mostrava ogni singolo partecipante della vacanza. Fece scorrere il dito nella seconda fila di ragazzi in piedi e trovò subito al centro lui e Serena bambini. Lei teneva in braccio un Growlithe mentre il bambino aveva un braccio avvolto intorno alla sua spalla e con la mano libera faceva il segno della vittoria.

“Quanti ricordi…” mormorò Oak. “Qui ci sono mio nipote, tu e la bambina dai capelli color miele. Ne combinavate un sacco, credo abbiate sconvolto l’intero campo estivo quell’anno!”

“Ah sì? Eppure non mi pare fossimo i tipi da combinare guai” cercò di ricordare Serena.

“Oh invece sì! Tu eri tranquilla, ma Ash aveva la tendenza di inventare giochi o scappatelle tutte sue e di tirarti dentro. Siete spariti più volte o avete sconvolto i giochi di gruppo finendo per creare un putiferio!”

I due ragazzi iniziarono ad arrossire imbarazzati ed era solo grazie all’imbarazzo che non avevano incominciato a fare domande su domande. Come mai i ricordi di quel campo dopo il loro incontro erano così sfocati? Qualcosa tornava alla mente, ma le scappatelle non le ricordavano affatto…

 

“Mi scusi professore, sarebbe d’accordo se riuniamo tutti gli altri qui fuori?” chiese il ragazzo, indicando il giardino.

"Fate pure! Io devo finire i miei progetti, ma dopo se avrò tempo verrò volentieri a chiacchierare con voi! Gli altri sono tutti sparsi in giro, anche se credo che trovarli e radunarli non sarà un problema. Lo sai, con il solito metodo!”

I due ragazzi annuirono e andarono sul retro del laboratorio, trovando subito in mezzo alla loro strada un Pokémon verde con un bulbo sul dorso.

"Hey Bulbasaur!” lo salutò Ash con la mano.

"Ehi Bulbasaur!" Ash lo salutò.

Il Pokémon si rivolse al ragazzo e sorrise con gioia, notando con sorpresa le due sconosciute presenze. Essendo un Pokémon educato, lascia parlare il suo allenatore e aspetta che gli vengano presentati. “Questa è Serena! Ha viaggiato con me a Kalos!"

"Bulba!" Il Pokémon estrasse la sua liana e la tenne davanti a Serena, in modo da darle una stretta di mano a modo suo.

La ragazza ricambiò, offrendo un sorriso sincero "Piacere di conoscerti, Bulbasaur!" Poi si rivolse ad Ash "Se non ricordo male hai tutta la squadra di starter di Kanto?"

"Esatto! E se Bulbasaur ci aiuta, li incontrerai presto!" fece l'occhiolino al suo Pokémon di tipo erba, sapendo che avrebbe capito cosa fare.

Infatti, Bulbasaur annuì, accovacciandosi mentre una luce gialla cominciava a uscire dal suo bulbo. Continuò ad accumularsi finché non si liberò nel cielo ed esplose. Il segnale attirò l'attenzione di tutti i Pokémon, che cominciarono ad arrivare correndo, volando e... beh, nel loro modo di muoversi.

All'inizio era tutto tranquillo, poi la terra cominciò a tremare e vari versi di Pokémon risuonarono nell'aria. Stavano tutti correndo verso il luogo dove li stavano aspettando.

Era un mucchio di creature diverse, ce n'erano di tutti i tipi. Alcuni che Serena aveva già visto e altri no. Ai suoi occhi, i primi che riconobbe furono i Pokémon che Ash aveva catturato a Kalos, che sussultarono felici quando fu inquadrata dai loro sguardi.

"Haw!" "We!" "Flame!"

"Ciao ragazzi! Sono contenta di rivedervi!"

Lo era davvero. Tutti i membri del loro gruppo di viaggio erano una famiglia e questo includeva anche i loro Pokémon. Dopo che si erano separati, era stato molto strano abituarsi alla loro assenza al risveglio la mattina.

Tuttavia, la cosa che probabilmente confuse di più tutti gli altri non fu la presenza della ragazza, ma il sorriso genuino ed entusiasta del loro allenatore. Anche loro sapevano dello stato in cui era caduto e avevano tentato più volte di aiutarlo, senza mai riuscirci e facendo durare la sua allegria per poco più di qualche minuto. Trovarlo così sveglio, pimpante, di punto in bianco, era strano ma enormemente apprezzato.

"Ash... da quando in qua hai tutti questi Pokémon?" gli chiese Serena, un po' perplessa.

Ash ridacchiò "Eheh… beh sono gli stessi di cui ti ho parlato, ma probabilmente trovarseli tutti davanti fa uno strano effetto…” cominciò a grattarsi la testa imbarazzato.

Si mosse davanti ai suoi Pokémon e si schiarì la gola "Allora ragazzi! Vi presento una degli amici di cui vi ho parlato tempo fa: Serena!"

La prima che si presentò davanti a Serena ed Ash fu Bayleef, che accarezzò con affetto la gamba del ragazzo e lo coccolò come era abituata. Era bello rivedere il suo sorriso, non poteva che rallegrarla "Oof! Bayleef, fermati!" ridacchiò lui, cercando di scrollarsi di dosso delicatamente il peso dell'enorme dinosauro. "Sì, sì, apprezzo... ma sei un po' troppo pesante!"

Il Pokémon erba obbedì con un sorriso e poi si rivolse, quasi con aria di sfida, a Serena, che si presentò tendendole mano. In risposta, tuttavia, il dinosauro gonfiò le guance e poi voltò la testa dall'altra parte. Serena rimase molto sorpresa da quella seconda presentazione, cercando di nascondere il suo disappunto. Non erano passati nemmeno una manciata di minuti ed era già antipatica ad uno dei Pokémon di Ash.

“Bayleef? Ma che ti prende?" la rimproverò Ash incredulo, anche se non era affatto una cosa così imprevedibile. Era un Pokémon piuttosto geloso, e vederlo arrivare con una nuova amica di cui parlava molto doveva averla infastidita.

"Non preoccuparti," lo rassicurò Serena con un sorriso un po' dispiaciuto ma sereno. La prima impressione poteva variare, ma ci sarebbe stato tempo per provare a cambiarla in meglio.

Snivy fornì una buona distrazione, offrendosi di salutare la ragazza in modo molto sobrio e composto. Fece un cenno gentile con la testa alla nuova arrivata e se ne andò.

Ash iniziò a ridacchiare scusandosi ancora "Snivy è così! Un pò per le sue!"

Aveva la sua personalità unica, e così anche tutti gli altri. Uno ad uno, tutti i compagni si presentarono a modo loro: Infernape salutando con una bella stretta di zampa, Muk cercando di abbracciare entrambi gli allenatori... quasi soffocandoli, Totodile eseguendo un balletto di benvenuto, Oshawott mettendosi in mostra...

“Vedo che hai anche un Charizard e uno Sceptile! Fa sicuramente riaffiorare i ricordi!”

"A proposito di ricordi, perché non fai uscire anche Braixen, Pancham e Sylveon? Scommetto che sarebbero felici di giocare con tutti questi nuovi amici!" suggerì Ash.

Serena annuì, tirando fuori le pokéball "È un'ottima idea!" esclamò, lanciandole in aria "Braixen, Pancham, Sylveon! Venite fuori!"

I tre compagni di Serena uscirono dalle sfere e dopo i saluti del panda, della volpe focosa e di quella con i fiocchi rosa, tutti i Pokémon si sono uniti per giocare.

Braixen si mise ad interagire con i Pokémon più tranquilli e femminili mentre Sylveon si trovò impegnata con i più piccoli, osservata da lontano da Pikachu, il quale cercava di impedire a Oshawott di corteggiarla. Pancham invece stava confrontando con orgoglio con Krookodile i loro occhiali da sole.

Tutto sommato, le cose andarono lisce, fino a quando le presentazioni non furono finite e l'intera banda decise di sedersi e preparare il picnic.

Stesero la tovaglia, posarono i cestini e cominciavano a sistemare il cibo. Una volta messo giù il pasto per i due ragazzi, Serena si alzò e camminò verso la grande scatola che Ash si era portato da casa, aprendola e rivelando il contenuto all'interno. "Questi sono per tutti voi!"

Alcuni Pokémon guardavano Serena come se fosse una divinità, altri erano meno indiscreti e alcuni le saltarono addosso offrendole coccole come ringraziamento. Se prima aveva nutrito dei dubbi sul conquistarli, ora era impossibile ignorare il loro forte affetto. E altrettanto forte era il calore che le riempiva il petto, mentre un senso di appartenenza si mescolava alla gratitudine.

E quando ognuno ebbe la propria parte di poké bigné e lei fu finalmente di nuovo libera dall'ondata di attenzioni, si rivolse ad Ash affinché potessero iniziare a mangiare. Il ragazzo dai capelli corvini poté solo sorridere alla scena, con tutti i suoi Pokémon felici grazie a un gesto così semplice ma pieno di impegno. Era una sorta di rappresentazione di quanto fosse stata d'impatto la presenza di Serena.

"Ehi Serena? So di averlo già detto, ma mi rende davvero felice che tu sia venuta... Se non fosse stato per te probabilmente avrei perso Pikachu. E oltre a quello, è passato un po' di tempo dall'ultima volta che siamo stati tutti così bene" le disse con un sorriso pacato e allo stesso tempo un po' smarrito.

Guardò il poké puff tra le mani con un certo distacco mentre uno sguardo distante riempì i suoi occhi. Certo, aveva deciso di partire e andare a Kalos prima che lei si presentasse, ma se non si fossero incontrati affatto come sarebbe andata a finire?

Serena notò l’umore di Ash leggermente cambiato e cercò un modo per consolarlo, ma prima che potesse toccargli la spalla con la mano lui alzò lo sguardo e sorrise con un ghigno sempliciotto. “Comunque come al solito i tuoi poké bignè sono i migliori!" concluse azzannando uno dei dolcetti per rallegrare nuovamente l’atmosfera.

Serena arrossì al commento ma ciò che la rese felice fu il sollievo di ritrovare il suo adorato amico e il ragazzo che tanto ammirava e amava. Era migliorato, notava ancora dei dubbi e una luce strana in lui ma almeno il suo sorriso era sincero. “Grazie, son contenta anche io”

Non si accorsero dello sguardo infastidito di Bayleef e della smorfia che cercò di nascondere voltando la testa dall'altra parte.

 

 

Il professor Oak guardò la scena dal suo laboratorio sorridendo. Poteva notare l’allegria che si era instaurata tra i Pokémon e i ragazzi che si divertivano insieme. Quell’armonia gli mancava da troppo tempo ormai e finalmente poteva sentire le risate di Ash. 

Una chiamata però gli fece distogliere lo sguardo dai ragazzi. Si avvicinò al telefono con schermata e lo accese. "Pronto? Sono il Professor Oak!"

"Hey Samuel! Da quanto tempo non ci vediamo?!"

Il vecchio sbarrò gli occhi e un sorriso si dipinse sulle sue labbra "Ma pensa un po’! Come stai Olivio"

"Bene, non mi lamento! E’ da un po' che non scambiamo due chiacchiere, eh?”

Oak portò una mano al mento incuriosito "Da troppo direi…”

 

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Continua

   
 
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